Dossier vittime

2025 Mediterraneo – Primo semestre

Sono 5.268 i migranti morti o dispersi nel 2024 sulle vie di fuga verso l’Europa: 252 lungo le rotte di terra e 5.016 inghiottiti dal mare. Una media terribile di 14,4 vite spezzate al giorno. La stessa del 2023, quando si sono contate 5.271 vittime, in pratica lo stesso numero, ma a fronte di molti più arrivi: 278.232 rispetto ai 208.968 dell’anno appena concluso. E infatti il tasso di mortalità è aumentato enormemente: un morto ogni 39,6 migranti arrivati nel 2024 contro uno ogni 52,7 nel 2023. Al centro di questa crescita spaventosa sono le rotte spagnole del Mediterraneo occidentale e Atlantico e quella italiana del Mediterraneo centrale. Nel tentativo di raggiungere le Canarie, la Penisola Iberica o le Baleari sono scomparse 3.130 persone, quasi ottocento in più dell’anno precedente (2.331), con un indice di mortalità di uno a 19,6, superiore di quasi quattro punti a quello dell’anno prima (23,5). Risulta tuttavia in notevole aumento, sulle rotte spagnole, anche il numero degli arrivi: 12,4 per cento in più. In Italia, di contro, il numero degli sbarchi è crollato: il 58 per cento in meno (66.317 rispetto ai 156.735 registrati nel 2023). Eppure il tasso di mortalità risulta più che raddoppiato: uno ogni 39,2 arrivi contro l’uno ogni 79,8 calcolato per il 2023 pari a un totale di 1.696 vittime contro 1.965. E’ un dato che fa riflettere. Il 2024 è l’anno in cui, attraverso tutta una serie di decreti, l’Italia ha moltiplicato e reso ancora più stringenti le misure di chiusura e respingimento, peraltro già durissime in precedenza, nei confronti di profughi e migranti, mentre è stata contemporaneamente esasperata la “guerra” contro le navi delle Ong, che sono le uniche a organizzare soccorsi sistematici in mare e risultano testimoni preziose di quanto accade veramente sulle vie di fuga verso l’Europa. Al di là della diminuzione in cifre assolute (269 morti o dispersi in meno, ma al netto del destino orrendo a cui vengono condannati i profughi/migranti catturati e riconsegnati a inferni come quelli della Libia o della Tunisia, ad esempio) questo dimostra ancora una volta che alzare “muri” è una scelta che uccide. Perché i muri non fermano i flussi dei profughi/migranti. Al massimo li deviano verso altre rotte, come dimostrano i forti aumenti di arrivi registrati nel 2024 in Spagna e in Grecia a fronte del calo in Italia. E moltiplicano i rischi per i disperati che, in fuga da realtà terribili, bussano in cerca di aiuto alle porte della Fortezza Europa. Scegliere di fermare ad ogni costo questa umanità allo stremo è come alimentare una “fabbrica della morte”. Ma le prospettive per il 2025 non sono migliori…

Mauritania-Spagna (Nouakchott-Tenerife), 1 gennaio 2025

Due migranti morti durante la traversata atlantica dalla Mauritania alle Canarie. Erano su un cayuco partito dalla zona di Nouakchott con a bordo 71 persone e rimasto in mare una settimana circa prima di arrivare nelle acque dell’isola di Tenerife, dove è approdato verso le dieci del mattino di Capodanno, sulla spiaggia di Las Galletas. E’ il primo barcone di migranti che ha raggiunto la Spagna nel 2025. Subito dopo lo sbarco è intervenuta la Croce Rossa per assistere decine di persone ormai allo stremo. E’ in questa fase che sono stati scoperti i cadaveri di due giovani, morti di freddo e di sfinimento almeno uno o due giorni prima dell’arrivo a Tenerife. Le salme sono state trasferite nell’obitorio dell’ospedale.

(Fonte: Helena Maleno Ong Caminando Fronteras, El Diario, Agenzia Efe)    

Libia (Jebel Al Awainat, Kufra), 2 gennaio 2025

Un profugo sudanese è rimasto ucciso in un incidente nel Sahara a sud di Kufra. Era con altri migranti su un pick-up che, proveniente da sud, lungo una pista che sale dalla frontiera, è finito fuori strada nei pressi del villaggio di Jebel Al Awainat. Trasportato in gravi condizioni dalla Mezzaluna Rossa all’ospedale Martyr Atiya Al Kaseh di Kufra, è morto poche ore dopo il ricovero. E’ stato identificato dalla polizia come Mutaz Allah Mahmoud Khater, di 44 anni. Presso lo stesso ospedale sono stati ricoverati altri due giovani sudanesi feriti nell’incidente.

(Fonte: Libya Review)

Algeria-Spagna (Tlemcen, Orano), 3 gennaio 2025

Quattro giovani algerini sono scomparsi nel Mediterraneo tentando di raggiungere la Penisola Iberica dalla costa a ovest di Orano. Tutti originari di Tlemcen, una città dell’interno distante una sessantina di chilometri dal litorale, si erano imbarcati il primo gennaio su un piccolo zodiac nero dotato di un motore da 30 cavalli. Le loro tracce si sono perse subito dopo la partenza, fino a quando, il 3 gennaio, è stato trovato in mare il corpo di uno di loro. Nessuna traccia degli altri tre.

Aggiornamento 4 gennaio. Nel pomeriggio di sabato 4 gennaio il mare ha trascinato sulla spiaggia di Henin, a ovest di Orano, il corpo di uno dei tre harraga dispersi. Per il recupero sono intervenute la Protezione Civile e la Mezzaluna Rossa.

(Fonte: Ong Cipimd. Aggiornamento: Ong Cipimd)

Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 4 gennaio 2025

Il cadavere di un migrante è affiorato verso le 12,30 nelle acque di Ceuta, a sud della penisola di Santa Catalina che delimita l’area del porto. Per il recupero è intervenuta una squadra del gruppo sommozzatori della Guardia Civil (Geas), che ha poi trasferito la salma nell’obitorio dell’istituto di medicina legale. Si tratta di un giovane sui vent’anni, che indossava una muta da sub di colore nero e rosso e che, oltre a munirsi di pinne, si era procurato un galleggiante verde per aiutarsi nella traversata dal Marocco verso il territorio spagnolo. A giudicare dal punto in cui è stato trovato ormai senza vita, il giovane deve aver preso il largo da una spiaggia di Castillejos, per attraversare la linea di frontiera all’altezza del Tarajal, probabilmente durante la burrasca di fine dicembre, nella convinzione che in quelle difficili condizioni meteo sarebbe stato più facile eludere la sorveglianza sui due lati del confine.

(Fonte: El Faro de Ceuta)

Tunisia (Sfax campo km 19), 6 gennaio 2025

Un giovane gambiano è morto nel campo “spontaneo” organizzato dai migranti tra gli oliveti al km 19 della strada che da Sfax conduce verso Chebba. Si chiamava Ousainou Fall e veniva da Brufut, un piccolo centro sulla costa atlantica 25 chilometri circa a sud ovest di Banjul. Arrivato da mesi in Tunisia, non essendo riuscito a imbarcarsi verso l’Europa, aveva trovato un rifugio precario nel campo, dove si è ammalato. I disagi e la mancanza di cure ne hanno in breve tempo aggravato le condizioni. In particolare, c’è stato un peggioramento tra dicembre e gennaio, anche a causa del freddo e del maltempo. Nel pomeriggio di lunedì 6 gennaio ha perso conoscenza e non si è più ripreso. Poche ore dopo il suo corpo è stato rimosso dalla polizia e trasferito nell’obitorio dell’ospedale di zona in attesa della sepoltura. L’organizzazione Ebrima ha riferito che nel campo ci sono numerosi altri migranti malati.

(Fonte: Ebrima Migrants Situation)

Algeria-Spagna (Ain Al Turk), 6 gennaio 2025

I cadaveri di 4 migranti sono stati gettati dal mare in diversi punti del litorale algerino tra Ain Al Turk e Haran, meno di 20 chilometri a ovest di Orano. Recuperati da una squadra della Protezione civile, sono stati trasferiti nell’obitorio di Ain Al Turk a disposizione della magistratura per le indagini. Secondo alcune notizie non confermate potrebbe trattarsi di giovani originari di Biskra, una piccola città del retroterra di Algeri, distante oltre 800 chilometri da Ain Al Turk. Le autorità algerine non hanno fornito informazioni sulla provenienza, almeno possibile, delle quattro salme. Dal 2 gennaio, tuttavia, non si ha più notizia di una barca salpata per la Penisola Iberica (verosimilmente Almeria) dalla costa di Ain Temouchent, meno di 70 chilometri a sud ovest di Ain Al Turk. A bordo c’erano 8 harraga. La loro scomparsa è stata segnalata dalla Ong Cipimd il 5 gennaio. In base allo stato di decomposizione delle salme, i tempi presumibili della morte dei quattro giovani potrebbero coincidere con quelli di un eventuale naufragio della barca dispersa.

Aggiornamento 12 gennaio. La totale mancanza di notizie a dieci giorni dalla scomparsa ha indotto a ritenere che la barca salpata da Ain Temouchent il 2 gennaio sia naufragata e che i cadaveri affiorati sul litorale di Ain Al Turk il 6 gennaio siano quelli di 4 degli 8 harraga che erano a bordo. Gli altri 4 naufraghi andrebbero considerati dispersi.

(Fonte: Ong Cipimd)

Libia-Italia (Sirte), 6 gennaio 2025

Il cadavere di un migrante è stato trascinato dal mare su una spiaggia dei sobborghi di Sirte, a circa 7 chilometri dal centro urbano. Segnalato da alcuni abitanti del posto, dopo un sopralluogo della polizia è stato recuperato dalla Mezzaluna Rossa e trasferito nell’obitorio del Sina Hospital a disposizione della magistratura. Non sono emersi elementi utili per l’identificazione o per stabilirne la provenienza. L’avanzato grado di degrado induce a credere che l’uomo sia annegato diversi giorni prima del ritrovamento mentre tentava di raggiungere l’Italia e che poi le correnti ne abbiano trasportato la salma sino alla costa del golfo di Sirte.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Turchia-Grecia (Rodi), 7 gennaio 2024

Due migranti morti in un naufragio, nelle prime ore del mattino, nelle acque di Rodi. Erano su un barcone che, salpato prima dell’alba dalla costa della Turchia con a bordo 65 profughi in fuga da Afghanistan, Siria, Iran ed Egitto, ha raggiunto la costa nord orientale dell’isola. Stava accostando quando, all’altezza della baia di Ladiko, 15 chilometri a sud di Rodi città, si è capovolto ed è affondato. Per i soccorsi sono intervenute unità della Guardia Costiera greca, imbarcazioni private e una squadra di sommozzatori, che hanno tratto in salvo 63 naufraghi e recuperato due corpi ormai senza vita. Le salme e i superstiti sono stati sbarcati nel porto di Rodi. Le ricerche per eventuali dispersi si sono protratte per l’intera giornata.

(Fonte: Efsyn, Ekathimerini)   

Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 8 gennaio 2025

Saad Ouasif, un ventiduenne di Casablanca, è scomparso nel tentativo di raggiungere Ceuta a nuoto. Le sue tracce si perdono il 22 dicembre 2024 quando ha confidato a un amico che stava per andare a Castillejos, la città marocchina poco a sud dell’enclave spagnola, per aggirare via mare la linea di frontiera. Non avendo più ricevuto notizie è stato questo stesso amico ad avvertire la famiglia, che era all’oscuro dell’intenzione di Saad di fuggire in Spagna. Rimaste senza esito le ricerche effettuate dai familiari, mercoledì 8 gennaio la sorella maggiore, Oumaina, ha deciso di lanciare un appello attraverso la redazione del quotidiano El Faro de Ceuta. Secondo quanto ha dichiarato la giovane, Saad viveva con la madre e la zia a Casablanca, dove lavorava come vigilante alle dipendenze di una società privata di sicurezza ma evidentemente non era soddisfatto: la famiglia e gli amici ritengono che volesse raggiungere Ceuta per costruirsi un futuro migliore. Oumaina, la sorella, ha chiesto al quotidiano di pubblicare anche alcune foto di Saad, nella speranza di facilitare le ricerche, ma non ha saputo precisare nemmeno come fosse vestito quando si è allontanato da Casablanca.

(Fonte: El Faro de Ceuta)

Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 8 gennaio 2025

Il cadavere di un migrante è affiorato nelle acque della baia di Ceuta all’altezza del litorale del Sarchal, sulla costa meridionale della penisola di Santa Catalina. L’allarme è stato lanciato da alcuni passanti, che hanno avvertito la Guardia Civil. Il recupero si è rivelato piuttosto complicato perché la salma era finita tra le rocce di una scogliera dove la navigazione è complicata e pericolosa. L’intervento è stato effettuato da una unità speciale e da una squadra del gruppo sommozzatori, che ha poi trasferito il cadavere nell’obitorio dell’istituto di medicina legale. A giudicare dall’avanzato stato di degrado della salma, la morte risale a diversi giorni prima del ritrovamento. Non sono emersi elementi utili per l’identificazione: si sa solo che dovrebbe trattarsi di un uomo sui vent’anni di età, con indosso un paio di pantaloni lunghi e una camicia bianca. Stando al punto in cui il mare ha trascinato il corpo, il ragazzo deve aver tentato di entrare a Ceuta aggirando il valico del Tarajal da Castillejos.

(Fonte: El Faro de Ceuta)  

Bulgaria (Burgas), 9 gennaio 2025

Tre ragazzi egiziani sono morti di freddo e sfinimento in Bulgaria, in una zona boscosa tra Burgas e il confine con la Turchia. Le autorità bulgare, informate del loro stato di estremo pericolo, non sono intervenute. Una nuova tragedia provocata dalla politica di totale chiusura e respingimento adottata dagli Stati Ue che si è verificata alla fine di dicembre 2024 ma è venuta alla luce solo una decina di giorni dopo, il 9 gennaio 2025, grazie alla denuncia di due organizzazioni che monitorano da anni la rotta balcanica e cercano di aiutare i migranti, No Name Kitchen (Nnk) e il Collettivo Alto Vicentino. I tre ragazzi – hanno riferito Nnk e il Collettivo – sono stati individuati da una squadra di volontari il 27 dicembre. Erano già in condizioni critiche, bloccati nella neve a sud di Burgas, a qualche decina di chilometri dalla linea di frontiera. Immediata la segnalazione al numero 112 bulgaro per le emergenze, contattato più volte, con la comunicazione esatta delle coordinate Gps per poterli rintracciare e soccorrere il più rapidamente possibile. Ma nessuno si è mosso. “Le autorità bulgare hanno ignorato e chiamate e la polizia di frontiera ha impedito alle squadre di soccorso di raggiungere i tre in pericolo, bloccandone i veicoli”, ha accusato Nnk. Solo dopo oltre 24 ore, il giorno dopo, i volontari, inclusi alcuni italiani, sono riusciti a passare, individuando “un primo minore morto”. “Il corpo era circondato da orme di stivali e di zampe di cane”, hanno specificato i soccorritori, suggerendo che la polizia bulgara aveva trovato il corpo decidendo però “di non dare assistenza o comunque di non recuperarlo”. Qualche ora più tardi, a non grande distanza, è stato trovato il secondo corpo. Il 30 dicembre, “57 ore dopo la prima richiesta di soccorso”, infine, è stato scoperto il terzo cadavere, “dilaniato dagli animali”. Alcuni esponenti del Collettivo Alto Vicentino, fermati dalla polizia di frontiera, hanno aggiunto altri particolari: “Oltre a numerose intimidazioni – ha scritto su Facebook Simone Ziro, uno dei tre fermati – la polizia ci ha costretto a camminare di notte al gelo per ore ed ha ordinato a uno dei soccorritori di caricarsi sulle spalle uno dei corpi senza vita, mentre gli altri sono stati gettati nel bagagliaio di un’auto di servizio”.

(Fonte: Il Piccolo)

Algeria-Spagna (Maiorca e Formentera), 7-10 gennaio 2025

I cadaveri di tre uomini sono affiorati nelle acque delle Baleari tra il 7 e il 10 gennaio: 1 a Maiorca e 2 a Formentera. Quello trovato a Maiorca, un giovane presumibilmente subsahariano, è stato avvistato da un pescatore subacqueo, verso le 11,30 di venerdì 10 dicembre, circa 50 metri al largo della spiaggia di S’Arenal de Llucamajor, circa 50 chilometri a sud ovest di Maiorca. Per il recupero è intervenuta una squadra del gruppo sommozzatori della Guardia Civil (Geas), che lo ha trasferito nell’obitorio dell’isola. A giudicare dallo stato di degrado, è rimasto in acqua più di una settimana. Secondo la polizia potrebbe esserci un collegamento con una barca vuota che il mare ha gettato su una spiaggia di Formentera il 6 gennaio. I due cadaveri di Formentera erano all’altezza della spiaggia di Cavall d’en Borras, sulla costa nord orientale dell’isola. Segnalati da un turista intorno alle 13,30 di mercoledì 7, sono stati recuperati nel pomeriggio. Si tratta di due uomini di giovane età, non identificati. Dall’autopsia è emerso che sono morti per annegamento circa una settimana prima del ritrovamento. Dalla fine di dicembre risultano scomparse due barche partite dall’Algeria sulla rotta per le Baleari con decine di persone.

(Fonte: Diario de Maiorca, Ong Cipimd, Europa Press, Diario de Formentera).     

Marocco-Spagna (Khemisset-Castillejos-Ceuta), 11 gennaio 2024

Uno studente diciassettenne marocchino è annegato nel tentativo di raggiungere Ceuta a nuoto. Un coetaneo è stato salvato in extremis dalla polizia marocchina. I due ragazzi, originari di Khemisset, una città dell’interno situata 250 chilometri a sud di Ceuta, hanno tentato l’impresa senza avvisare le famiglie. Sono arrivati insieme in pullman da Khemisset a Castillejos con l’intenzione di aggirare via mare il valico del Tarajal ed approdare in territorio spagnolo. I genitori di entrambi, quando si sono accorti della loro assenza, ne hanno denunciato la scomparsa ma i due hanno preso il largo a nuoto quando le ricerche stavano ancora iniziando. Le condizioni del mare non erano buone e i due, spinti dalla forte corrente verso sud, si sono trovati presto in difficoltà. I soccorsi sono arrivati in tempo solo per uno dei due. Il corpo ormai senza vita del ragazzo diciassettenne è stato trovato poco più tardi e trasferito presso l’obitorio dell’ospedale di Tetouan. La magistratura ne ha disposto l’autopsia nel contesto dell’indagine aperta per appurare eventuali responsabilità di altre persone.

(Fonte: El Faro de Ceuta)       

Libia-Italia (Zawiya-Lampedusa), 11-12 gennaio 2025

Il cadavere di un migrante è stato depositato dal mare ai piedi di una scogliera a Sorman, vicino a Zawiya, circa 60 di chilometri a ovest di Tripoli. Su indicazione della polizia, avvisata da abitanti del posto, lo ha recuperato una squadra della Mezzaluna Rossa, trasferendolo poi nell’obitorio dell’ospedale di zona, a disposizione della magistratura. Non sono emersi elementi per poterlo identificare ma appare scontato che si tratti della vittima di un naufragio sulla rotta tra Zawiya e Lampedusa.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)