Storie

Migranti, 14 morti al giorno dal primo gennaio: l’Europa sta perdendo se stessa?

di Emilio Drudi

Sono 3.818 i migranti scomparsi (morti o dispersi) tentando di arrivare in Europa dall’inizio dell’anno, fino al primo ottobre: 226 lungo le “vie di terra” e 3.562 inghiottiti dal mare. Una media di quasi 14 al giorno: 13,98. Una delle più alte degli ultimi dieci anni, superata solo dai 15,9 del 2016 e dai 14,4 del 2023 ma a fronte di un numero molto inferiore di profughi/migranti arrivati: 142.228 fino al 30 settembre, con una media mensile di 15.803, contro i 392.791 del 2016 (oltre 32.730 al mese) e 278.232 dello scorso anno (23.186 al mese). E il tasso di mortalità, infatti, risulta nel 2024 il più alto di sempre: una vittima ogni 37,2 arrivi, nettamente superiore non solo al rapporto di uno a 52,7 del 2023 e di uno a 67,4 del 2016 (i due anni con il maggior numero assoluto di morti e dispersi) ma anche al “record” di 41,7 registrato nel 2021 (con 3.619 vite spezzate contro 150.950 arrivi).

La rotta più pericolosa si conferma anche quest’anno quella spagnola, nel Mediterraneo occidentale e soprattutto nell’Atlantico, verso l’arcipelago delle Canarie, con un totale di 2.350 vittime, una ogni 16,9 migranti arrivati (lo scorso anno 1 ogni 23,5). Segue quella del Mediterraneo centrale, dalla Libia e dalla Tunisia verso l’Italia, che con 1.144 morti segna un rapporto di 1 a 43,7, molto più alto di quello dell’anno passato, che registrò un totale di 1.965 vite spezzate, pari a una ogni 79,8 arrivi. Una netta flessione si registra nell’Egeo e nel Mediterraneo orientale verso la Grecia e Cipro, dove nel 2023 ha pesato enormemente la strage di Pylos, nel Peloponneso, con circa 700 morti: quest’anno le vittime accertate risultano finora 98 a fronte di 37.293 migranti sbarcati: una ogni 380,5 arrivi.

Vale la pena soffermarsi sulla crescita costante del tasso di mortalità nell’ultimo decennio. Da un morto ogni 256 migranti arrivati nel 2015 si è via via saliti, di anno in anno, a uno a 67,4 nel 206, uno a 53,6 nel biennio 2017-2018, uno a 56,4 nel 2019, poi un balzo di uno a 43,1 e uno a 41,7 rispettivamente nel 2020 e nel 2021 per scendere a uno ogni 47,9 nel 2022 e ogni 52,7 nel 2023 salvo risalire di colpo, finora, a uno ogni 37,2 quest’anno. Sono – sicuramente non a caso, vista questa terribile graduatoria di morte – gli anni nei quali più si è intensificata la politica di chiusura e respingimento adottata dall’Italia e dall’Europa nei confronti dei profughi/migranti, con la costruzione di oltre duemila chilometri di barriere d’acciaio e filo spinato ai confini e, soprattutto, con gli accordi che hanno esternalizzato le frontiere dell’Unione Europea sempre più a sud, inventandosi le finzioni delle zone Sar libica e tunisina e affidando il lavoro sporco dei respingimenti, a terra e soprattutto in mare, alle polizie e alle milizie di paesi come la Libia, la Tunisia, l’Egitto, il Marocco, l’Algeria, ecc., dove il rispetto dei più elementari diritti umani è una pura chimera, come dimostrano tutti i rapporti dell’Onu degli ultimi dieci anni, prima ancora di quelli di organizzazioni come Amnesty o Human Rights Watch e tutte le più prestigiose Ong. E’ fin troppo nota la sorte che attende i profughi/migranti che restano intrappolati o sono respinti in questi paesi. Emerge anche da tutta una serie di sentenze della magistratura italiana. Basti ricordare i lager libici, la riduzione in schiavitù di migliaia di giovani, le violenze di ogni genere, le torture, gli stupri, le migliaia di donne e uomini abbandonati a morire nel deserto ai confini tra Tunisia, Algeria e Libia… Ma l’Europa e l’Italia fingono di non vedere, di non sentire, di non sapere. Misurano il “successo” della politica migratoria solo in base alla eventuale diminuzione del numero degli sbarchi. Se poi questa diminuzione deriva da scelte e sistemi che provocano immancabilmente morte e sofferenze indicibili, poco importa. Anzi, niente. L’importante è che “accada lontano” e non se ne parli o se ne parli il meno possibile. Che i media tacciano e non se ne interessino: che si occupino di altro, arrendendosi alla “routine della morte” e all’indifferenza. O, peggio, adottando magari una forma di autocensura. Ma se è così – ed è così, purtroppo – c’è da chiedersi se i diritti umani, i valori e i principi su cui si basa l’idea stessa della nostra democrazia, abbiano ancora valore in Europa e, naturalmente, ancora di più, in Italia. O se l’Europa non stia rinnegando e perdendo se stessa.

Nella foto: migranti arrivati stremati su una spiaggia delle Canarie dopo giorni alla deriva nell’Atlantico