2024 Mediterraneo – Secondo semestre
Risultano 2.038 i profughi/migranti morti o dispersi nei primi sei mesi del 2024 sulle vie di fuga verso l’Europa: 152 negli itinerari “di terra”, spesso proprio alle porte della fortezza europea, e 1.886 inghiotti dal mare, nel Mediterraneo o nell’Atlantico verso le Canarie. In totale, 564 in meno rispetto alle 2.602 (a terra 104 e in mare 2.498) registrate al 30 giugno dello scorso anno, ma a fronte di un calo di almeno il 40 per cento degli arrivi e tenendo conto che nel “conto di morte” dei primi sei mesi del 2023 è entrata la strage di Pylos, nelle acque greche dello Jonio, con circa 700 vittime. Il rapporto di mortalità rispetto agli arrivi, infatti, resta elevatissimo: 1 migrante morto o disperso ogni 37,4 arrivati sulle tre rotte. La via di fuga più pericolosa si conferma largamente quella verso la Spagna, soprattutto a causa dell’elevatissimo numero di vittime nell’Atlantico, sulla difficile, lunghissima rotta verso le isole Canarie dalle coste dell’Africa occidentale (Marocco, Mauritania, Senegal, Gambia, perfino Guinea): 1.054 vittime a fronte di 24.747, arrivi pari a un indice di un morto ogni 23,5 migranti arrivati. E il dato potrebbe essere molto sottostimato: la Ong Caminando Fronteras, che monitora in particolare le rotte spagnole, nei primi sei mesi di quest’anno segnala infatti 5.054 profughi/migranti scomparsi nel tentativo di raggiungere la Spagna, dei quali oltre 4.500 nell’Atlantico, tenendo conto di decine di “naufragi fantasma” senza superstiti. Segue, per tasso di mortalità, la rotta del Mediterraneo centrale, verso l’Italia e Malta, con 754 vittime: una ogni 34,6 arrivi. Nel Mediterraneo orientale e nell’Egeo, infine, 78 morti o dispersi, con un indice di 1 ogni 223,8 arrivi. E’ il risultato delle crescenti difficoltà e dei rischi sempre più gravi che devono affrontare i disperati che bussano alle porte dell’Unione Europea a causa del moltiplicarsi delle barriere e dei respingimenti voluti dalla “politica migratoria” condotta dalla Ue e dall’Italia, inclusa la “guerra” mossa alle navi umanitarie delle Ong, rimaste le uniche a tentare di assicurare una rete di soccorso in mare. E le prospettive del secondo semestre 2024 non sono migliori. Al contrario.
Libia-Italia (Juddaim, Zawiya), 1 luglio 2024
Il cadavere di un migrante sconosciuto è stato stato avvistato, incastrato tra le rocce di una scogliera, sul litorale del parco di Juddaim, meno di 10 chilometri a est di Zawiya e una quarantina a ovest di Tripoli. Per il recupero è stato necessario intervenire dal mare perché la zona è inaccessibile via terra: se ne è occupata la Mezzaluna Rossa in collaborazione con una squadra del servizio marittimo costiero. Una volta trasferita a riva, la salma è stato trasportata presso l’obitorio del centro ospedaliero locale, a disposizione della magistratura. Lo stato di degrado avanzato induce a credere che l’uomo sia annegato diversi giorni prima del ritrovamento. A partire dalla prima settimana di giugno si tratta del quindicesinmo cadavere trovato nel tratto di costa compreso tra Zawiya e Sabratha.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Turchia-Grecia (Marasia, frontiera dell’Evros), 1 luglio 2024
Un profugo è scomparso nell’Evros, alla frontiera tra Grecia e Turchia, durante una operazione di respingimento condotta dalla polizia greca. Lo hanno segnalato altri profughi del gruppo di 14 che, proveniente dalla Turchia, era arrivato su una piccola isola al centro del fiume, in territorio greco, pochi chilometri a est della città frontaliera di Marasia. Secondo il racconto fatto dai profughi alla centrale operativa di Alarm Phone, a cui hanno chiesto aiuto, il gruppo, pur manifestando l’intenzione di presentare una richiesta di asilo alle autorità greche, è rimasto intrappolato sull’isola, tra la polizia greca che cercava di respingerlo in territorio turco e quella turca che impediva loro di tornare indietro. L’uomo sarebbe caduto in acqua, scomparendo prima che gli altri potessero aiutarlo, appunto durante un attacco dalla sponda ellenica per rimandarli oltrefrontiera. L’odissea si è protratta per circa una settimana, fino a quando l’intero gruppo è tornato in territorio turco.
(Fonte: Alarm Phone)
Algeria-Spagna (Tipaza-Benidorm), 1-2 luglio 2024
Tre migranti dispersi su una barca rimasta alla deriva per quasi tre giorni tra l’Algeria e la Penisola Iberica. Il natante, un piccolo scafo in fibra di colore blu con un motore fuoribordo, risulta partito da Tipaza, 70 chilometri a ovest di Algeri, puntando verso le coste dell’Andalusia la notte di sabato 29 giugno. A bordo c’erano 11 giovani algerini. Non se ne è saputo più nulla fino alle 19,40 di lunedì primo luglio, quando, 26 miglia al largo di capo Benidorm, una nave mercantile greca, la Nettune Ethos, avvistati in mare 5 naufraghi tenuti a galla da giubbotti di salvataggio, li ha tratti in salvo e presi a bordo, allertando contemporaneamente i servizi di salvataggio spagnoli. Altri 3 naufraghi sono stati invece recuperati da un elicottero, Helimer 203, del Salvamento Maritimo della base di Alicante e trasferiti in ospedale a Valencia poco dopo le 22. I superstiti hanno subito segnalato che mancavano tre loro compagni, scomparsi in mare nelle ore precedenti, facendo scattare una vasta operazione di ricerca condotta dalla guardamar Polimnia ed altre unità aeree e navali spagnole fino al tramonto del giorno successivo ma che non ha dato esito. Nessuna traccia anche del relitto della barca. I 5 naufraghi salvati dalla Nettune Ethos sono stati sbarcati a Marsiglia, porto di destinazione del cargo.
(Fonte: Ong Comita identificazione migranti morti e dispersi, Salvamento Maritimo, Europa Press)
Libia-Italia (Sorman, Zawiya), 3 luglio 2024
La Mezzaluna Rossa, su segnalazione della polizia, ha recuperato il cadavere di un migrante sconosciuto trascinato dal mare su un tratto di costa rocciosa a Sorman, quasi 70 chilometri a ovest di Tripoli e una ventina da Zawiya. Dopo un primo esame sul posto, la salma è stata trasferita nell’obitorio dell’ospedale locale a disposizone della magistratura. Nelle settimane precedenti nel tratto di litorale compreso tra Zawiya e Sabratha sono stati recuperati i cadaveri di altri 15 migranti, provenienti verosimilmente da un naufragio fantasma sulla rotta per Lampedusa.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Senegal-Mauritania-Spagna (Mbour- Ndiago), 4 luglio 2024
Si contano 148 vittime – 61 dispersi e 87 cadaveri recuperati – nel naufragio di un grosso cayuco sulla rotta tra il Senegal e le Canarie. Soltanto 36 i superstiti. Le prime notizie parlavano di almeno 30 vittime. Il bilancio di morte finale, molto più grave, si deve alle ricerche condotte da tre Ong, che il 4 luglio hanno diffuso un comunicato congiunto: Action pour les Droits Humains e l’Amitie (Adha), Mouvement pour l’Ethique e la Trasparence (Met), Miasmi Senegal. Il barcone era partito da Mbour, un porto peschereccio una ventina di chilometri a sud di Dakar. I 184 migranti a bordo erano in buona parte senegalesi ma parecchi venivano anche dal Gambia e dalla Guinea. Puntavano verso El Hierro o Tenerife, almeno 1.300 chilometri verso nord, una distanza che per un cayuco richiede come minimo 7 giorni di navigazione. La strage è avvenuta dopo i primi 300 chilometri circa, al largo di Ndiago, una piccola città costiera nell’estremo sud ovest della Mauritania, non lontano dalla linea di confine con il Senegal. Stando a quanto ha potuto accertare la Marina della Mauritania, lo scafo si è rovesciato, forse a causa delle condizioni del mare e del sovraccarico, la notte di lunedì primo luglio e per la maggioranza dei migranti a bordo non c’è stato scampo. Nessuno, infatti, si è accorto della tragedia per quasi due giorni, fino a quando, nella giornata di giovedì 4, il mare ha cominciato a restituire i cadaveri. Le motovedette della Guardia Costiera arrivate da Ndiago hanno recuperato alcuni naufraghi ancora in vita mentre decine di corpi si sono spiaggiati su un ampio tratto di litorale. Alla fine, tra quelli riportati a riva dal mare e quelli individuati dalla Guardia Costiera, si sono contati 87 cadaveri. Tutti i supertsiti erano in gravi condizioni ed è stato necessario ricoverarli in ospedale. Tra le vittime senegalesi molte erano proprio di Mbour, il porto da cui è salpato il barcone.
Aggiornamento 5 luglio. E’ cresciuto il numero delle vittime accertate: in totale risultano 161 pari a 89 corpi recuperati e 72 dispersi. Tredici in più dunque delle 148 (87 corpi recuperati e 61 dispersi) di quelle segnalate dalla relazione delle tre Ong che si sono occupate della tragedia. A bordo del cayuco, inoltre, ci sarebbero stati 170 e non 184 migranti ma i superstiti, trovati aggrappati al relitto del barcone, sono appena 9 (inclusa una bambina di di 5 anni) anziché 36. E’ quanto emerge dal rapporto ufficiale del governo di Nouakhott pubblicato dall’agenzia di stampa statale Ami, ripresa poi dai media internazionali. Il naufragio, si legge sempre nella nota dell’agenzia Ami, è avvenuto circa 4 chilometri al largo di Ndiago. Poco prima della pubblicazione informazioni analoghe sono state fornite all’agenzia France Presse da un funzionario governativo.
Aggiornamento 8 luglio. Secondo Le Quotidien il numero dei corpi recuperati è salito a 98, nove in più degli 89 riferiti venerdì 5 luglio dall’agenzia di stampa statale Ami nel primo rapporto ufficiale del governo di Nouakhott.
(Fonte: Dakaractu.com, Anadolu Agency, Msn.com, La Depeche, Ndarinfo.com, Afrinews, La Provincia Canarias. Fonte aggiornamento: Infomigrants, Al Jazeera. Fonte aggiornamento: Le Quotidien)
Senegal-Spagna (El Hierro), 6 luglio 2024
Un giovane migrante subsahariano è morto su un cayuco durante la traversata dalle coste del Senegal alle Canarie. Il barcone, rimasto in mare per diversi giorni, è stato avvistato dalla Guardia Civil nelle prime ore di sabato 6 luglio poche miglia a sud est di El Hierro, l’isola più occidentale dell’arcipelago spagnolo. Una motovedetta si è mossa per eventuali soccorsi ma il natante ha potuto proseguire la navigazione fino ad arrivare al porto di La Restiga poco prima delle 9. Ne sono sbarcati 55 migranti subsahariani, tra cui 10 donne e un bambino. E proprio nelle prime fasi dello sbarco si è scoperto che a bordo c’era anche il cadavere di un ragazzo morto di sfinimento almeno un giorno prima. Molto provati quasi tutti i sopravvissuti, assistiti nel centro medico allestito sulla banchina del porto tranne 5, per i quali è stato necessario il ricovero in ospedale. La salma è stata trasferita nell’obitorio del cimitero.
(Fonte: Canarias Ahora, Helena Maleno Ong Caminando Fronteras, Europa Press)
Tunisia.Italia (Sfax-Lampedusa), 6-7 luglio 2024
Tre dispersi nel naufragio di una barca con a bordo 47 migranti a sud ovest di Lampedusa. Il natante, uno scafo in metallo di sette metri, partito da Sfax tra il 5 e il 6 luglio, ha navigato per più di un giorno verso nord est. La tragedia è avvenuta la sera di sabato 6 in acque internazionali ma a poche decine di miglia dalle Pelagie. I soccorsi sono arrivati da un peschereccio tunisino, che ha recuperato in mare 44 superstiti, avvertendo subito dell’emergenza le autorità italiane e specificando che, secondo le dichiarazioni dei naufraghi, se ne erano persi in mare altri tre. Da Lampedusa si è mossa una motovedetta della Guardia Costiera, la Cp 319 che ha preso a bordo tutti i superstiti, sbarcandoli poi al molo Favarolo: vengono da Gambia, Guinea, Malesia e Senegal. Contemporaneamnete è scattata un’operazione di ricerca dei dispersi che, condotta da unità della Guardia di Finanza, si è protratta fino al mattino di domenica 7 ma senza risultati.
(Fonte: Agrigentonotizie, Agenzia Ansa, La Sicilia, La Repubblica)
Senegal-Spagna (El Hierro), 7 luglio 2024
Una giovane donna subsahariana è arrivata ormai senza vita a El Hierro, nelle Canarie, su un grosso cayuco con altri 146 migranti a bordo (109 uomini, 23 donne e 14 minori di cui 7 non accompagnati) che ha impiegato circa una settimana per la traversata dal Senegal. Il barcone è stato avvistato quando era a pochi chilometri dall’isola, al largo del litorale di El Pinar, sulla costa sud occidentale. Dalla centrale operativa 112 dei servizi di sicurezza è stata fatta scattare l’emergenza per una operazione di soccorso ma il cayuco è riuscito ad arrivare da solo fino al porto di La Restiga, circa 16 chilometri più a sud. Sulla banchina era stato allestito un centro medico della Croce Rossa, che ha prestato le prime cure ai migranti al momento dello sbarco, disponendo per tre di loro il ricovero immediato in ospedale. Gli altri sono stati progressivamente trasferiti nel centro di accoglienza temporanea nel villaggio di San Andres. La salma della donna è stata trasportata nell’obitorio dell’ospedale di Valverde.
Aggiornamento 8 luglio. Le vittime sono salite a 2: alla giovane donna arrivata ormai senza vita a La Restinga si è aggiunto un uomo. Anche lui è deceduto durante la traversata ma della sua morte, non segnalata dai compagni, ci si è accorti solo a più di 24 ore dallo sbarco, quando il suo corpo è stato trovato in fondo allo scafo del cayuco durante l’ultima ispezione e i lavori di pulizia prima di sistemarlo in un deposito del porto. Per il recupero della salma è intervenuta una squadra della Croce Rossa, che l’ha poi trasferita nell’obitorio del cimitero.
Aggiornamento 10 luglio: 9 vittime in totale. Ci sono altre 7 vittime oltre alle due (una donna e un uomo) trovate allo sbarco. In totale, dunque, risultano 9 i migranti morti. E’ quanto è emerso dalle dichiarazioni rese dai superstiti agli operatori del centro accoglienza e alla polizia. Il cayuco, partito da Dakar, è rimasto in mare 12 giorni prima di raggiungere El Hierro. Le scorte d’acqua e di cibo sono finite dopo meno di una settimana e i più deboli hanno cominciato a morire di sete e di stenti. I loro corpi soo stati affidati al mare. L’uomo e la donna trovati dopo lo sbarco sono stati gli ultimi, poco più di un giorno prima dell’arrivo a La Restinga.
Aggiornamento 11 luglio: un’altra vittima. Alle 9 vittime va aggiunto un neonato di appena un mese scomparso. Non se ne è saputo nulla fino a quando la madre, uscita almeno in parte dallo stato di choc per il quale è stata ricoverata nell’ospedale di El Hierro, ha cominciato a cercarlo, pensando probabilmente che fosse anche lui ricoverato. In realtà il bimbo non è mai arrivato a El Hierro: tra i 14 minori sbarcati non ce n’è uno così piccolo.
(Fonte: El Diario, La Provincia, Europa Press, Helena Maleno Ong Caminando Fronteras. Fonte aggiornamenti: Europa Press, El Diario, Efe Canarias, Helena Maleno)
Marocco-Spagna (Ceuta), 7 luglio 2024
Il corpo senza vita di un giovane magrebino, età apparente sui 20 anni, è affiorato in mare a Ceuta, nelle prime ore del mattino, all’altezza della spiaggia del Chorrillo, a sud della penisola del porto. Ad avvistarlo è stato personale del Marsaye, il servizio di sicurezza sulle spiagge, che ha dato l’allarme alla Guardia Civil. Poco dopo una unità dei sommozzatori del Geas ha provveduto al recupero del cadavere, trasferendolo poi nell’obitorio dell’istituto di medicina legale. Il giovane, che si era munito di due braccioli gonfiabili per tenersi a galla, insossava un costume nero, una maglietta rossa e un paio di scarpe da ginnastica. Secondo i primi esami medici è morto poche ore prima di essere trovato, probabilmente durante la notte. A giudicare dal punto del ritrovamento, potrebbe aver tentato di arrivare a Ceuta a nuoto partendo da una spiaggia di Castillejos, al varco del Tarajal, ma tenendo conto di come era vestito e dei braccioli (che sembrano indicare una scarsa esperienza del nuoto) non è da escludere che sia stato portato al largo da una barca dalla quale poi si è calato in acqua nella speranza di poter raggiungere la riva.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Libia-Italia (Zuwara-Lampedusa), 7 luglio 2024
Tre dispersi in un gruppo di 47 migranti su una barca naufragata mentre stava approdando a Lampoedusa. Il natante, partito venerdì 5 luglio da Zuwara, ha navigato per due giorni fino ad arrivare, non visto, sulla costa meridionale di Lampedusa, all’altezza della spiaggia di Cala Galera. Mentre stava accostando per lo sbarco il mare molto mosso, con onde alte più di un metro, l’ha spinta contro uno scoglio. L’urto l’ha fatta rovesciare. Solo 44 dei migranti a bordo ce l’hanno fatta a raggiungere la riva, dove sono stati rintracciati dai carabinieri e da personale della Capitaneria di Porto. Tutti hanno subito riferito che mancavano 3 dei loro compagni, trascinati via dal mare.
Aggiornamento 10 luglio. Uno dei corpi è stato individuato e recuperato mercoledì 10 luglio nella zona della Tabaccara (pochi chilometri più a ovest del punto del naufragio) da una motovedetta della Guardia Costiera, la Cp 324, che lo ha poi sbarcato sul molo Favarolo per trasferirlo nell’obitorio del cimitero. Si tratta di uno dei numerosi giovani egiziani che erano sulla barca insieme a profughi siriani, pakistani e bengalesi.
(Fonte: Sergio Scandura Radio Radicale, Repubblica)
Algeria (Sahara area di Balqabour, Illizi), 6-8 luglio 2024
Almeno 19 migranti sono morti di sete e di stenti dopo essersi persi nel Sahara tra la Libia e l’Algeria. Erano partiti dalla Libia su un pick-up Toyota martedì 2 luglio. Da quel momento non se ne è saputo più nulla fino a quando, nella giornata di sabato 6, i corpi di 14 del gruppo sono stati trovati dall’associazione Relief Search an Rescue in territorio algerino, nell’area di Balqabour, nei pressi di Illizi, pochi chilometri dalla linea di frontiera con la Libia. Due sono algerini, gli altri 12 profughi siriani, tra i quali un bambino di 10 anni, un ragazzo di 16 e gli altri, tutti uomini, adulti di età variabile tra poco più di 20 e 55 anni, identificati grazie ai documenti trovati tra gli abiti. Secondo l’ambasciata siriana di Algeri altre 5 persone risultano disperse. “Le ricerche sono ancora in corso”, ha dichiarato lunedì 8 all’agenzia France Presse Bassen Farroukh, il funzionario siriano che si occupa dell’immigrazione irregolare presso l’ambasciata ad Algeri, incolpando le autorità libiche di aver espulso i migranti, costringendoli “a fuggire verso l’Algeria”. E, tenendo conto della situazione che si è creata in Libia, ha aggiunto: “Vedremo altri siriani abbandonare la Libia allo stesso modo verso l’Algeria e temo che dovremo prepararci ad altri disastri”. Le salme recuperate sono state trasferite presso l’obitorio di Illizi. Il quotidiano online Nan.Media riferisce che poco lontano è stato trovato anche il pick-up Toyota con accanto il cadavere dell’autista algerino e altre 2vittime, un algerino e un siriano. Lo stesso quotidiano scrive che, secondo altre fonti, tra morti e dispersi le vittime sarebbero in tutto 26.
(Fonte: Arab News, Nan Media, Middle East Monitor, Libya Review, Anadolu Agency, Trt Afrika, Refugees in Libya, Infomigrants)
Turchia-Grecia (Cesme-Chios), 9 luglio 2024
Otto profughi sono annegati in un naufragio nell’Egeo, tra la costa turca di Cesme, provincia di Izmir, e l’isola greca di Chios. Altri 19 sono stati tratti in salvo. L’allarme è stato lanciato nelle prime ore del mattino da un peschereccio turco che, avvistati numerosi naufraghi al largo di Cesme, nelle acque territoriali della Turchia, ha subito allertato la Guardia Costiera e iniziato a prestare i soccorsi. Per le operazioni di salvataggio sono stati mobilitate da Cesme e da Izmir due motovedette e un elicottero, che hanno recuperato 18 naufraghi e 7 cadaveri. Nel frattempo uno dei naufraghi era stato tratto in salvo e preso a bordo dal peschereccio. Le ricerche del profugo che risultava disperso si sono protratte fino alla prima serata, quando una delle motovedette ne ha avvistato e recuperato il corpo ormai senza vita. Secondo la Ong Alarm Phone tutto lascia pensare che si tratti della barca con 27 migranti che, arrivata tra domenica 7 e lunedì 8 in prossimità della piccola isola greca di Inousses, di fronte a Chios, aveva chiesto aiuto segnalando tra l’altro che stava sopraggiungendo una unità della polizia da Chios. Da quel momento la Ong ha perso i contatti mentre le autorità greche, a loro volta contattate ripetutamente, hanno sempre risposto di non avere alcun tipo di informazioni su quella barca. Il sospetto è allora che la barca sia stata respinta con tutti i 27 migranti e abbandonata nelle acque turche dove poi, alcune ore più tardi, è avvenuto il naufragio. Alarm Phone ricorda, in proposito, la recente inchiesta della Bbc che ha svelato una lunga serie di respingimenti operati in mare dalla Guardia Costiera greca, con oltre 40 vittime.
(Fonte: Alarm Phone, Hurriyet Daily News, Al Arabiya)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 9 luglio 2024
Altri 2 giovani harraga sono scompoarsi cercando diraggiungere Ceuta a nuoto. Si tratta di due casi distinti, avvenuti in momenti diversi. Rawabah Masoud, 29 anni, algerino, ha tentato l’impresa mercoledì 3 luglio, prendendo il largo dalla spiaggia di Al Riffin, nell’area di Castillejos, insieme a un amico. I due si sono persi di vista, anche a causa della fitta nebbia che copriva la zona e da quel momento di Rawabah non si è saputo più nulla. Secondo quanto hanno riferito alcuni conoscenti, indossava una muta di neoprene corta, si era munito della camera d’aria di un pneumatico per tenersi a galla più facilmente e custodiva i suoi documenti e il cellulare in una busta impermeabile. Una volta arrivato a Ceuta avrebbe dovuto telefonare ma non si è mai messo in contatto e, di contro, il suo numero risulta irraggiungibile o fuori servizio. Dopo averlo cercato invano, alcuni degli amici ne hanno segnalato la scomparsa. Neanche l’amico che era con lui ha saputo fornire indicazioni. Il secondo ragazzo di cui si è persa traccia è un marocchino diciassettenne, Omar Chajal, originario di Bab Taza, una città del Rif, nella provincia di Chefchaouen, 120 chilometri a sud di Ceuta. Secondo quanto hanno riferito i familiari se ne è andato da casa nella prima metà di giugno, insieme ad altri ragazzi minorenni, con l’intenzione di superare via mare la frontiera del Tarajal. Non si sa, però, chi siano gli amici che erano con lui, quando esattamente abbia tentato l’impresa e cosa indossasse per la traversata: l’unica cosa certa è che aveva l’intenzione di aggirare la scogliera frangiflutti posta lungo la linea di confine. Dopo averlo cercato invano sia a Ceuta che in Marocco, a distanza di quasi un mese dagli ultimi contatti, i familiari ne hanno denunciato la scomparsa.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Senegal-Spagna (El Hierro), 10 luglio 2024
Due migranti sono morti a bordo di un cayuco arrivato nelle prime ore del mattino a El Hierro, l’isola più occidentale delle Canarie. A bordo c’erano altri 53 migranti di varie nazionalità subsahariane. Il barcone, partito dalle coste del Senegal, è rimasto in mare per diversi giorni, fino a raggiungere le acque dell’arcipelago spagnolo. Ad avvistarlo, al largo della costa di El Pinar, nella parte sud occidentale dell’isola, è stato un peschereccio che ha allertato il servizio di sicurezza 112. Dall’isola si è mossa per incontrarlo la salvamar Adhara ma il cayuco ha potuto raggiungere da solo il porto di La Restinga, dove nel frattempo era stato mobilitato il servizio di assistenza della Croce Rossa. Al momento delle sbarco si è scoperto che c’erano anche due migranti morti. Le salme sono state trasferite nell’obitorio del cimitero di Valverde. Per due dei superstiti è stato necessario il ricovero in ospedale per gravi sintomi di disidratazione e ipotermia. Gli altri sono stati avviati al centro di accoglienza temporanea.
(Fonte: Europa Press, El Diario, Helena Maleno Ong Caminando Fronteras)
Marocco-Spagna (Ceuta), 10 luglio 2024
Il cadavere di un migrante maghrebino, età apparente 30-35 anni, è affiorato in mare a Ceuta a sud della penisola di Santa Catalina. Segnalato alla Guardia Civil, è stato recuperato verso le 9,30 da una unità del gruppo sommozzatori (Geas), che lo ha sbarcato sul molo della sua base operativa, accanto al porto dei pescatori, facendolo poi trasferire nell’obitorio dell’istituto di medicina legale per l’autopsia e per reperire eventuali elementi utili per l’identificazione. A giudicare dai primi esami medici la morte non dovrebbe risalire a non molto tempo prima del ritrovamento della salma.
Aggiornamento 12 luglio: identificata la vittima. Si chiamava Abdelhanin, veniva da Castillejos ed aveva 44 anni l’uomo trovato senza vita in mare a Santa Catalina. Si è giunti all’identificazione grazie a un cellulare trovato tra gli abiti. A Ceuta lo conoscevano in molti. Prima della chiusura della frontiera lavorava come pittore edile transfrontaliero nell’enclave spagnola. Dopo il blocco ha cercato più volte di rientrare per continuare il suo lavoro. Secondo la polizia ci ha riprovato la notte tra il 9 e il 10 luglio: probabilmente una barca lo ha portato fino a poche decine di metri dalla riva. L’ultimo tratto doveva farlo a nuoto ma non ce l’ha fatta a raggiungere la spiaggia. Venerdì 12 la salma è stata consegnata alla famiglia.
(Fonte: El Faro de Ceuta. Fonte aggiornamento: El Faro de Ceuta)
Libia (Gialo, Cirenaica), 10 luglio 2024
Un morto e 4 feriti su un pick-up carico di migranti chadiani e sudanesi che si è capottato nel deserto nei pressi dell’oasi di Gialo (Jalu) in Cirenaica, un centro di circa 4 mila abitanti oltre 400 chilometri a sud di Bengasi. L’automezzo procedeva verso nord, in direzione della costa mediterranea del golfo della Sirte, distante più di 250 chilometri, seguendo una strada collegata alle piste che arrivano dall’oasi di Kufra, 580 chilometri più a sud, snodo dei “trasporti” di migranti che entrano in Libia dal Sudan. Non è da escludere, dunque, che il pick-up sia partito da qui e che dovesse fare sosta proprio a Gialo dove, dopo l’incidente, la polizia ha scoperto una fattoria con un deposito di carburante e fermato 8 migranti arrivati da poco. Quando gli agenti sono arrivati sul posto dell’incidente, accanto al pick-up rovesciato al margine della carreggiata c’erano solo 5 migranti feriti. Quello più grave è morto poco dopo. Gli altri sono stati trasferiti al centro medico di Gialo.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Mauritania-Spagna (Tenerife), 11 luglio 2024
Un giovane subsahariano è morto su un cayuco arrivato nelle prime ore di giovedì 11 luglio a Tenerife dalla Mauritania con a bordo altri 79 migranti, tra cui due donne e undici minori (6 bambini, 4 bambine e un neonato). Il barcone ha navigato in pieno Atlantico per almeno una settimana. E’ stato avvistato solo quando era ormai meno di un chilometro al largo di playa de La Vistas, sulla costa sud occidentale dell’isola. Per intercettarlo è uscita in mare una motovedetta della Guardia Civil, che lo ha poi rimorchiato fino al porto di Los Cristianos. La scoperta che c’era una vittima si è avuta al momento dello sbarco. La salma è stata trasferita nell’obitorio del cimitero dell’isola. I supertsiti sono stati assistiti dalla Croce Rossa.
(Fonte: El Diario, Canarias7, Europa Press, Helena Maleno Caminando Fronteras)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 11 luglio 2024
Un giovane marocchino di Castillejos – Badriddine Mjida, 24 anni, studente universitario – è scomparso in mare tentando raggiungere Ceuta a nuoto. La famiglia non sapeva nulla della sua intenzione di emigrare nell’enclave spagnola e da qui eventualmente nella Penisola Iberica: ne è venuta a conoscenza solo dopo la scomparsa, informata dagli amici con cui Badriddine si era confidato. Si sa per certo che ha tentato l’impresa partendo dalla spiaggia di Rifiyeen, oltre 4 chilometri a sud di Castillejos e almeno una decina dalla linea di frontiera. Le sue tracce si perdono intorno alle quattordici di venerdì 5 luglio. Non è noto nemmeno se fosse da solo o con un compagno. L’allarme per la sua scomparsa è stato dato da alcuni degli amici con i quali avrebbe dovuto mettersi in contatto una volta arrivato a Ceuta. Le ricerche condotte nei giorni successivi sia in Marocco che a Ceuta non hanno dato esito. Da qui la decisione dei familiari di rivolgere un appello attraverso la redazione di El Faro, fornendo anche una serie di foto per facilitare eventualmente il riconoscimento.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Libia-Italia (Mellitah, Sabratha), 12 luglio 2024
Il cadavere di un migrante sconosciuto è affiorato sul litorale di Mellitah, vicino al complesso degli impianti petroliferi, 25 chilometri a est di Sabratha e 120 da Tripoli. Recuperato sulla battigia da una squadra della Mezzaluna Rossa, è stato trasferito nell’obiutorio dell’ospedale di Sabratha. A giudicare dallo stato di conservazione è rimasto a lungo in acqua. Non ci sono dubbi che si tratti di un migrante annegato in un naufragio sulla rotta per Lampedusa.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Libia-Italia (Al Hamidija, Tajoura), 13 luglio 2024
Su segnalaizone della polizia, agenti della Libyan Coast Security hanno recuperato i cadaveri di 3 migranti subsahariani sul litorale di Al Hamidija, 20 chilometri circa a est di Tripoli, nella municipalità Tajoura. I corpi erano stati trascinati dal mare, a breve distanza l’uno dall’altro, in un tratto di costa mista di sabbia e rocce. Dopo le prime ispezioni sul posto, un’ambulanza del pronto soccorso li ha trasferiti nell’obitorio dell’ospedale di Tajoura a disposizioone dell’autorità giudiziaria. Non sono emersi elementi per arrivare all’identificazione. Sembra l’indiizo del naufragio di un’altra barca di migranti sulla rotta tra la Libia e Lampedusa.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Libano-Cipro (Famagosta e Larnaca), 14 luglio 2024
Sulla costa settentrionale di Cipro, nell’area tra Famagosta e Larnaca, sono affiorati i cadaveri di tre migranti, probabilmente siriani. L’ultimo dei tre, appartenente a una donna e in avanzato stato di decomposizione, era accanto agli scogli della spiaggia di Silver, ad Ammochostou, poco più di 10 chilometri a sud di Famagosta. Per il recupero è intervenuta una pattuglia della polizia turco-cipriota, con personale della Mezzaluna Rossa. In occasione di questo ritrovamento è emerso che in precedenza, circa una settimana prima, era stato recuperato un altro cadavere sulla spiaggia di Finikoudes, nei pressi di Larnaca, circa 30 chilometri a sud est, in territorio di Cipro Sud. Risale ad ancora prima, infine, il rinvenimento del cadavere trascinato dal mare nella zoan di Sotira, sempre nel distretto di Famagosta, a pochi chilometri da Ammochostou. Si ritiene che si tratti di profughi siriani fuggiti dal Libano e annegati nel tentativo di arrivare a Cipro. Una serie di ritrovamenti analoghi si è avuta sull’isola nella seconda metà del mese di gennaio.
(Fonte: Cyprus Mail)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 14 luglio 2024
Un ragazzo marocchino di Castillejos, Zakaria Tanyaoui, appena sedicenne, è scomparso in mare nel tentativo di raggiungere Ceuta a nuoto. Ha lasciato la sua casa, nel quartiere di Kondissa, nelle prime ore di sabato 13 luglio insieme ad alcuni coetanei dello stesso quartiere, decisi come lui ad arrivare via mare in territorio spagnolo aggirando la barriera frangiflutti del Tarajal, quasi tutti all’insaputa delle famiglie. Dopo aver preso il largo dal versante marocchino della spiaggia del Tarajal, gli amici hanno desistito, rientrando a riva in Marocco. Zakaria ha deciso di proseguire e da quel momento se ne sono perse le tracce. Appena a terra gli amici hanno avvertito la sua famiglia, facendo scattare le ricerche ma Zakaria non risulta né arrivato a Ceuta né tornato a Castillejos. Senza esito anche la battuta condotta in mare per ritrovarlo. Dopo averne denunciato la scomparsa, domenica 14 i genitori hanno lanciato un appello attraverso la redazione del quotidiano El Faro di Ceuta, ma senza risultati.
(Fonte: El Faro de Ceuta
Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 14-15 luglio 2024
Quindici migranti scomparsi in mare in un naufragio al largo di Sfax, lungo la rotta per Lampedusa. La barca, uno scafo “artigianale” in metallo lungo 7 metri, risulta partito intorno alla mezzanotte di domenica 14 luglio. A bordo c’erano circa 50 persone, tutte provenienti da paesi subsahariani. La tragedia è avvenuta poche ore dopo, il mattino di lunedì 15, sembra durante o poco prima dell’intervento di una motovedetta della Guardia Costiera tunisina che cercava di intercettare il natante. Le autorità tunisine non hanno fornito informazioni ufficiali. Delle 15 vittime si è saputo soltanto in seguito delle ricerche condotte dall’attivista gambiano Ebrima Drammeh, che ha pubblicato la notizia sul sito Ebrima Migrants Situation. I circa 35 naufraghi tratti in salvo sarebbero stati deportati nel sud del paese, in una zona desertica al confine con l’Algeria.
(Fonte: Ebrima Migrants Situation)
Senegal-Spagna (El Hierro), 15-16 luglio 2024
Una bambina di due anni e un rgaazzo di venti, entrambi subsahariani, sono morti in ospedale poche ore dopo essere sbarcati sull’isola di El Hierro da un cayuco proveniente dal Senegal. Il barcone aveva a bordo complessivamnete 51 migranti (di cui 6 donne e 4 minori), originari, oltre che del Senegal, della Mauritania, del Mali e della Guinea Conakry. Partito dalla costa senegalese di Dakar, è rimasto in mare più di sette giorni, fino ad arrivare nelle prime ore di lunedì 15 luglio in prossimità di El Hierro, la più lontana e la più occidentale delle Canarie. Quando è stato intercettato, verso le 8,30, era ormai a meno di un miglio dalla costa, all’altezza di El Pinar, ed ha raggiunto da solo, scortato dalla salvamar Adhara, il porto di La Restinga. Al momento dello sbarco tutti i 51 migranti presentavano forti sintomi di debilitazione e disidratazione. Per 7 (due bmabini e 5 adulti) il centro medico allestito al porto dalla Croce Rossa ha disposto il ricovero immediato. Due in particolare apparivano in condizioni critiche: la bimba di due anni, trasferita in elicottero all’ospedale Nuestra Senora de la Candelaria a Tenerife, e il ragazzo ventenne, trasportato privo di conoscenza all’ospedale di El Hierro. Nessuno dei due ce l’ha fatta: sono morti entrambi nelle prime ore di martedì 16 luglio.
(Fonte: El Diario, La Provincia Canarias, Canarias7, Agenzia Efe, Helena Maleno Ong Caminando Fronteras)
Marocco-Spagna (Nador-Melilla), 18 luglio 2024
Un ragazzo marocchino di 17 anni, Ali Al Hanoudi, è scomparso in mare nel tentativo di raggiungere a nuoto l’enclave spagnola di Melilla da una spiaggia di Nador. Veniva da Qasita, circa 120 chilometri a ovest di Nador. Si è allontanato da casa domenica 14 luglio, senza che la sua famiglia sapesse nulla della sua intenzione di lasciare il Marocco. Era con un coetaneo, anch’egli di Qasita. I due ragazzi sono arrivati a Nador e la sera stessa di domenica hanno preso il largo dalla zona di Beni Ensar, la più vicina alla linea di confine con Melilla. Il mare e le correnti non erano favorevoli. L’amico di Ali a un certo punto ha scelto di tornare indietro. Lui ha deciso di continuare e da quel momento nessuno lo ha più visto. Quando ha riguadagnato la riva, il suo compagno ha dato l’allarme, avvertendo i familiari che nel frattempo ne avevano segnalato la scomparsa e solo a quel punto hanno scoperto che aveva tentato di raggiungere a nuoto l’enclave spagnola. Le ricerche non hanno dato esito. Giovedì 18 è stato lanciato un appello anche attraverso la redazione di Nadorcity.com.
(Fonte: Nadorcity.com)
Gambia-Marocco-Spagna (Sanyang-Dakhla), 18 luglio 2024
Quaranta vittime nel naufragio al largo del Sahara Occidentale di un grosso cayuco salpato il 2 luglio da Sanyang, in Gambia, sulla rotta per le Canarie. A bordo erano in 200, provenienti, oltre che dal Gambia, da Senegal, Mali e Guinea. Del barcone si sono perse le tracce pochi giorni dopo la partenza. Il primo allarme sulla scomparsa è stato lanciato sabato 13 luglio dall’attivista gambiano Ebrima Drammeh, che ha chiesto al governo di attivare operazioni di ricerca in collaborazione anche con le autorità senegalesi, marocchine e spagnole, sottolineando che, oltre tutto, dovevano anche essere ormai esaurite le scorte di acqua, cibo e carburante, basate generalmente su una previsione di sette giorni di navigazione, dal Gambia o dal Senegal, fino alle Canarie. La conferma della tragedia si è avuta giovedì 18 luglio da un gruppo di senegalesi (tra cui due donne e una decina di feriti o malati) i quali, scampati al naufragio e rinchiusi dopo lo sbarco nel centro di detenzione di Argouba, sono entrati in contatto con personale del consolato senegalese di Dakhla, intervenuto in seguito alla protesta di altri 53 migranti senegalesi che, detenuti dal 14 giugno, chiedevano di essere rimpatriati prima possibile. E’ così emerso che, dopo aver percorso più di 1.300 chilometri nell’Atlantico, il cayuco salpato da Sanyang si è rovesciato sud ovest di Dakhla e che le motovedette della Marina Imperiale marocchina sono riuscite a trarre in salvo solo 160 dei 200 naufraghi, mentre una quarantina sono scomparsi in mare.
(Fonte: Le Quotidien, Dakaractu, Kerrfatou.com, Ebrima Migrant Situation)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 19 luglio 2024
Daoud Bouzid, uno studente marocchino diciannovenne residente a Castillejos, è scomparso in mare nel tentativo di raggiungere Ceuta a nuoto. L’allarme è stato lanciato dall’amico, Hicham, al quale aveva confidato la sua intenzione di trasferirsi in Spagna passando da Ceuta, dopo aver rinunciato a iscriversi all’università in Marocco. “Stava studiando ma diceva sempre che voleva andare in Spagna – ha raccontato Hicham – Quando ha deciso di tentare la traversata a nuoto ho cercato di dissuaderlo ma non c’è stato niente d afare”. Un altro amico lo ha visto prendere il largo da una spiaggia vicina alla linea di frontiera verso le 22 di martedì 16 luglio. Da quel momento se ne sono perse le tracce. Gli amici aspettavano una sua telefonata non appena fosse arrivato a Ceuta ma non c’è stato alcun contatto. Nulla anche da un conoscente che Daoud diceva di avere a Ceuta e che avrebbe dovuto aiutarlo. Dopo tre giorni di attesa hanno allora deciso di segnalarne la scomparsa.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Libia-Italia (Zawiya), 19 luglio 2024
Su segnalazione della polizia, una squadra della Mezzaluna Rossa ha recuperato il corpo di un migrante sconosciuto sulla costa di Zawiya, 50 chilometri a ovest di Tripoli. Il mare lo aveva trascinato su un tratto di litorale di sabbia e rocce, all’altezza di Spanish Resort. Dopo un primo sopralluogo sul posto il cadavere è stato trasferito presso l’obitorio dell’ospedale a disposizione della magistratura. Non sono emersi elementi per accertare le circostanze precise della morte ma si tratta sicuramente di un giovane annegato tentando di raggiungere l’Italia sulla rotta per Lampedusa.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Mauritania-Marocco-Spagna (Nouakchott-Dakhla), 19 luglio 2024
Un migrante subsahariano è morto tentando di arrivare dalla Mauritania alle Canarie. Era su un grosso cayuco salpato dalla zona di Nouakchott con a bordo oltre 200 persone (tra cui parecchie donne e alcuni minori) originari della stessa Mauritania, del Senegal e del Mali. Aveva percorso oltre 800 chilometri dei circa 1.200 complessivi della rotta per l’arcipelago spagnolo quando è rimasto alla deriva a causa di un guasto al motore, circa 160 chilometri a nord ovest di Dakhla. I soccorsi sono arrivati da una motovedetta della Marina Imperiale marocchina che, prendendo a bordo i naufraghi, ha scoperto in fondo allo scafo il corpo di un giovane morto già da diverse ore, presumibilmente per disidratazione e sfinimento. Tutti i superstiti sono stati sbarcati a Dakhla e consegnati alla Gendarmeria mentre la salma è stata tasferita da personale della Protezione Civile nell’obitorio dell’ospedale Hassan II.
(Fonte: Marocco World News)
Algeria-Spagna (Castellon, Valencia), 19 luglio 2024
Il corpo senza vita di un migrante è stato trascinato dal mare sulla costa di Castellon, circa 70 chilometri a nord di Valencia, nel tratto compreso tra Nules e Burriana. A dare l’allarme è stato l’equipaggio di una barca a vela da diporto che, avvistato il cadavere circa 12 miglia al largo poco prima delle 15, ha avvisato sia il comando della Guardia Civil che il Salvamento Maritimo. Per il recupero è intervenuta una motovedetta della Guardia Civil, che ha poi sbarcato la salma, in avanzato stato di decomposiizone, nel porto di Burriana, per trasferirla poi nell’obitorio dell’ospedale locale, a disposizione della magistratura. Non sono emersi elementi per l’identificazione ma, tenendo conto anche della segnalazione di almeno una barca di cui si sono perse le tracce diversi giorni prima del ritrovamento, si ritiene che si tratti di un migrante algerino annegato nel tentativo di raggiungere la Spagna.
(Fonte: Mediterraneo, Castellon Plaza, El Espanol, Cadena Sr 100, Ong Cipimd)
Marocco-Spagna (Tan Tan – Lanzarote), 19-20 luglio 2024
Due morti su uno zodiac in difficoltà soccorso tra il Marocco e le Canarie, sulla rotta verso Lanzarote. Il gommone, con a bordo circa 60 persone, era partito dalla zona di Tan Tan tra mercoledì 18 e giovedì 19 luglio quasi contemporaneamente ad almeno un altro zodiac e, a quanto pare, anche altre barche. La notizia di più di una imbarcazione in mare ha indotto il comando del Salvamento Maritimo a mobilitare per una operazione di ricerca a largo raggio un aereo da ricognizione, il Sasemar 203, che nella tarda mattinata di sabato 20 ha confermato la presenza di più barche nell’Atlanitco tra Tarfaya e l’arcipelago spagnolo. Oltre ad allertare le navi in transito nella zona, la centrale operativa del Salvamento ha inviato in soccorso la guardamar Talia e la salvamar Al Nair. La prima a raggiungere lo zodiac con 60 migranti è stata una nave commerciale, la Adnan N che, seguendo le indicazioni ricevute, ha monitorato la situazione, pronta a intervenire in caso di necessità, in attesa dell’arrivo, verso le 18, della Talia, sulla quale sono stati trasferiti tutti i naufraghi. E’ stato durante le operazioni di trasbordo che si è appreso dai naufraghi stessi che durante la traversata due loro compagni erano morti e che i loro cadaveri erano stati affidati al mare. Prima ancora che iniziasse il recupero, inoltre, il comandante della Adnan N ha comunicato che in precedenza era stata avvistato a prua un altro zodiac di cui si ignorava la sorte. Delle ricerche e del successivo soccorso a questo secondo gommone si è occupata la salvamar Al Nair: a bordo c’erano circa 70 migranti.
(Fonte: El Diario, La Provincia Canarias, Europa Press, Salvamento Maritimo, Ebrima Migrant Situation)
Tunisia (Tunisi), 20 luglio 2024
Un giovane migrante gambiano, Modou Lamin Jarju, è morto a Tunisi nell’ospedale dove era stato fatto ricoverare dall’Unhcr. Fuggito dal Gambia, era arrivato fortunosamente in Tunisia con la speranza di poter proseguire verso l’Europa, ma è rimasto intrappolato per mesi senza riusicre a imbarcarsi, finché si è ammalato ed ha chiesto all’Oim di aiutarlo a rimpatriare. I funzionari dell’ufficio tunisino dell’Organizzazione, tuttavia, hanno ritenuto che le sue condiizoni di salute fossero troppo gravi per affrontare il viaggio, tanto da farlo ricoverare per rimettrerlo in forze ma non si è più ripreso: è morto nella giornata di sabato 20 luglio. Alcuni attivisti che che si occupano dei migrantia hanno avanzato il sospetto che non abbia ricevuto cure adeguate. “Spesso (in Tunisia: ndr) gli ospedali non si occupano granché dei migranti – ha scritto l’organizzazione Ebrima Migrant Situation – ne conosciamo tanti che sono stati allontanati, anche facendo ricorso alla polizia, sia uomini che donne, e che ora vivono in strada a Sfax o a Tunisi”.
(Fonte: Ebrima Migrant Situation).
Libia-Italia (Al Harsha, Zawiya), 20 luglio 2024
Il cadavere di un migrante subsahariano è stato trascinato dal mare sul litorale di Al Harsha, meno di 8 chilometri a ovest di Zawiya e una sessantina da Tripoli. Su segnalazione della polizia, avvertita da gente del posto, kl recupero è stato effettuato a tarda sera da una squadra della Mezzaluna Rossa, che lo ha poi trasferito presso l’obitorio dell’ospedale locale per le procedure di legge previste prima della sepoltura. Non sono emersi elementi per poterlo identificare ma si tratta certamente di un giovane annegato nel tentativo di raggiunge l’Italia sulla rotta per Lampedusa. A giudicare dallo stato di conservazione della salma, la morte risale a diversi giorni prima del ritrovamento nell’area di Al Harsha.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Gambia-Marocco-Spagna (Lamin-Dakhla), 21 luglio 2024
Ahaz Sowe, un giovane migrante gambiano originario di Abaz Sowe ma residente a Kombo Piran, è morto a bordo di un cayuco sulla rotta per le Canarie. Del barcone, con a bordo almeno un centinaio di persone, si sono perse le tracce pochi giorni dopo la partenza, avvenuta il 3 luglio da Lamin, una piccola città sull’estuario del fiume Gambia, a circa 30 chilometri da Banjul. Il primo allarme è stato lanciato dall’attivista gambiano Ebrima Drammeh sabato 13 luglio, su segnalazione di alcuni familiari, quando, trascorsi ormai dieci giorni, si è cominciato a pensare a un “naufragio fantasma” senza supertsiti. Il dubbio si è protratto fino a domenica 21 luglio, quando Ebrima e la sua organizzazione hanno saputo che il barcone è stato intercettato dopo oltre 1.300 chilometri di navigazione dalla Marina marocchina al largo di Dakhla e che Abaz Sowe, malato e fortemente indebolito dai disagi della lunga traversata, era morto qualche giorno prima dell’intervento della motovedetta marocchina e il suo corpo affidato al mare. Dopo lo sbarco tutti i supertsiti sono stati trasferiti in un centro di detenzione nella zona di Dakhla.
(Fonte: Ebrima Migrant Situazion, Keffatou.com)
Marocco-Spagna (Driouch), 21 luglio 2024
Due migranti sono morti cadendo in mare da un phantom, uno dei motoscafi veloci usati dai trafficanti per il trasporto di uomini e droga, diretto dal Marocco verso la Penisola Iberica. Il natante era partito dalla costa di Driouch, puntando sull’Andalusia. Secondo il racconto di un testimone, i due sono finiti fuoribordo a causa di un forte sobbalzo del motoscafo lanciato a grande velocità venendo travolti dalle eliche dei motori fuoribordo, che li hanno uccisi. E’ stata aperta un’indagine da parte della Gendarmeria Reale ma non sono stati resi noti i nomi delle vittime. La tragedia è stata rivelata da fonti riservate al quotidiano online Nadorcity.com che la ha pubblicata sottolineando come la base del traffico di esseri umani e droga dal Marocco verso la Spagna, dopo alcune operazioni di polizia, si è trasferita da Nador a vari punti del litorale di Driouch.
(Fonte: Nadorcity.com)
Spagna (Playa de los Percheles, El Ejido), 21 luglio 2024
Il cadavere di un maghrebino, apparentemente di circa 40 anni, è affiorato in mare all’altezza di Playa de Los Percheles, vicino a Punta Entinas, nel municipio di El Ejdo, poco più di 40 chilometri a sud ovest di Almeria. Segnalato nel pomeriggio alla polizia locale e alla Guardia Civil da alcune persone che erano sulla spiaggia, è stato recuperato prima di sera e trasferito nell’obitorio dell’Istituto di Medicina Legale di Almeria. La magistratura ha ordinato di sottoporlo ad autopsia prima dell’inumazione per cercare di risalire all’identità e alle circostanze precise della morte. Secondo il delegato del govero di Almeria, Pedro Fernandez, tuttavia, si tratta di un migrante, presumibilmente algerino, morto nel tentativo di arrivare in Spagna. La Ong Cipimd ipotizza che potrebbe essere annegato dopo essere stato sbarcato al largo da un phantom.
(Fonte: Europa Press, Ong Cipimd)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 22 luglio 2023
Hanno tentato insieme di raggiungere Ceuta a nuoto: uno è morto, dell’altro si sono perse le tracce. Si tratta di due amici che hanno preso il largo la notte di sabato 13 luglio dalla spiaggia marocchina del Tarajal, muniti di muta da sub e pinne, con l’intento di aggirare via mare la lunga scogliera antemurale e approdare sulla riva spagnola, approfittando anche della fitta nebbia che gravava sulla zona per sfuggire alla sorveglianza della polizia marocchina e di quella ceutina. Da quel momento nessuno li ha più visti. I timori dei familiari rimasti senza notizie sono stati confermati alcuni giorni dopo quando il corpo di uno dei due è stato recuperato su una spiaggia di Azla, in Marocco, quasi 50 chilometri a sud di Ceuta, dove era stato trascinato dalle correnti. La famiglia dell’altro giovane, Mourad Afriou, 22 anni, dopo una serie di ricerche rimaste senza esito, nel tentativo di rintracciarlo o comunque di trovare informazioni lunedì 22 luglio ha lanciato un appello attraverso la redazione del quotidiano El Faro, diffondendo anche diverse foto sul web.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Gambia-Mauritania-Spagna (Nuimi-Nouakchott), 22 luglio 2024
Almeno 137 vittime (9 cadaveri recuperati inizialmente e 128 migranti dispersi) nel naufragio nelle acque della Mauritania di un grosso cayuco sulla rotta tra il Gambia e le Canarie. Il barcone ha preso il largo da Nuimi, una città dell’estuario del fiume Gambia la sera di lunedì 15 luglio. A bordo erano in 180, la maggioranza gambiani e gli altri in buona parte senegalesi, molti dei quali provenienti dalla provincia di Kafountine, al confine meridionale del Gambia. Hanno navigato per una settimana, percorrendo oltre 800 dei quasi 1.500 chilometri della rotta fino all’arcipelago spagnolo. Erano già allo stremo quando, all’altezza di Nouakchott, il cayuco si è rovesciato, forse a causa del sovraccarico e delle condizioni del mare. Le motovedette della Marina arrivate in soccorso dal porto di Nouakchott hanno tratto in salvo 43 naufraghi e recuperato 9 cadaveri, tutti di giovani gambiani, tra cui una donna in stato di gravidanza i cui quattro figli e il marito si sono invece salvati. Nessuna traccia degli altri 77. Tra i 141 dispersi ci sarebbero 53 senegalesi, 1 ivoriano e altri 77.
Aggiornamento 23 luglio: recuperati altri 5 corpi. Sono saliti a 14 i corpi recuperati in mare, tutti di giovani gambiani, provenienti per lo più dall’area di Banjul, sul delta del Gambia. Ebrima Migrants ne ha fornito le generalità e la città di residenza.
Aggiornamento 24 luglio: 137 vittime, 42 corpi recuperati. Altri 28 corpi sono stati recuperati, portando il totale a 42. Alcune fonti hanno riferito che a bordo del cayuco ci sarebbero state circa 300 persone, precisando che le vittime, tra morti e dispersi, sarebbero 180 mentre i naufraghi tratti in salvo 120. Ebrima Migrants Situation, sulla base di indagini condotte sia in Gambia che in Mauritania, ha ribadito che il barcone trasportava 180 migranti (in maggioranza gambiani) e che i superstiti sono poco più di 40 mentre i corpi recuperati 42 di cui 9 durante i primi soccorsi, 5 nelle ore successive e 28 fino al mattino di giovedì 25 luglio.
Aggiornamento 25 luglio, l’Oim: “180 vittime”. Un comunicato stampa dell’Oim ha confermato che a bordo del barcone c’erano non meno di 300 persone. I superstiti risultano tra 103 e 120. Ne deriva che le vittime sono salite a 180 tra corpi recuperati (42) e migranti dispersi (138). Secondo la guardia costiera mauritana, tra le vittime e i superstiti, sono stati identificati 65 senegalesi (6 donne e 3 bambini), 52 gambiani (3 donne e 4 bambini) e un ivoriano. Il tipo di cayuco era tra i più grandi usati dai pescatori sulla costa africana del Senegal, del Gambia e della Mauritania, simile a quello naufragato il 28 febbraio a Saint Louis, in Senegal, con a bordo 317 persone.
(Fonte: Ebrima Migrants Siruation, Refugees in Libya. Aggiornamento 23 luglio: Ebrima Migrants Situation. Aggiornamento 24 luglio: Ebrima Migrant Situation, Helena Maleno Ong Caminando Fronteras, The Standard News. Aggiornamento 25 luglio: Rapporto Oim, Internazionale, sito web Ayoba Faye giornalista, Osservatore Romano, Infomigrants, Foroya, Le Quotidien, Reuters, Ansa, Al Jazeera, El Diario).
Marocco-Spagna (Chaouen-Castillejos-Ceuta), 23 luglio 2024
Sliman Mohamed Basi, un marocchino poco più che ventenne, originario di Chaouen, 100 chilometri circa a sud di Castillejos, è scomparso in mare tentando di raggiungere Ceuta a nuoto. Era con un amico, anche lui di Chaouen. I due hanno sono arrivati a Castillejos, alle soglie dell’enclave spagnola, sabato 20 luglio e la sera stessa, con indosso muta da sub e pinne, hanno preso il largo da una spiaggia non lontana dalla linea di frontiera. Il mare era mosso e c’erano forti correnti. Dopo un po’ i due si sono persi di vista. Il compagno di Sliman è stato intercettato da una pattuglia della polizia spagnola e tratto in salvo. Di Sliman non si è trovata traccia. Le ricerche condotte sia a Ceuta che in Marocco non hanno dato esito e i familiari non sono riusciti a stabilire alcun contatto né lui si è fatto sentire. Per facilitare eventuali riconoscimenti la famiglia si è anche rivolta alla redazione de El Faro de Ceuta, diffondendo diverse foto sul web.
(Fonte: El Faro de Ceuta, 23 luglio)
Libia (Ain al Ghazala, Tobruk), 23 luglio 2024
Un migrante bengalese è stato trovato senza vita e un altro in condizioni critiche lungo una strada secondaria nell’area di Ain al Ghazala, in Cirenaica, a ovest di Tobruk. Dai passaporti rinvenuti tra gli abiti sono stati identificati rispettivamente come Husen Akter, 29 anni, e Hassan Kamrul, 21 anni, trasferito d’urgenza al centro medico di Tobruk. Dopo il sopralluogo condotto sul posto, presso l’obitorio dello stesso ospedale è stata trasportata anche la salma di Husen. La polizia ritiene che i due giovani siano vittime di un contrasto sorto con una banda di trafficanti, forse durante un “trasporto” clandestino di migranti: gravemente feriti sarebbero stati abbandonati esanimi vicino ad Ain al Ghazala, dove Husen è morto così come sarebbe morto Hassan se non fosse stato trovato casualmente.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Marocco-Spagna (Al Hoceima), 23-24 luglio 2024
Il cadavere di un migrante sconosciuto è affiorato nella serata di martedì 23 luglio sulla costa di Al Hoceima, poco più di 120 chilometri a ovest di Melilla e quasi 270 a est di Ceuta. Per il recupero è intervenuta una motovedetta della Royal Navy, che lo ha sbarcato nel porto di Al Hoceima per trasferirlo poi nell’obitorio dell’ospedale locale dove la magistratura ha disposto di effettuare un’autopsia per cercare di risalire all’identità della vittima e alle circostanze della morte. Su questo tratto di costa non sono infrequenti i ritrovamenti di cadaveri di migranti annegati nel tentativo di raggiungere il territorio spagnolo. Si ritiene che anche in questo caso si tratti di un migrante. Nonostante la distanza, le forti correnti di questo tratto di mare potrebbero anche averlo trascinato ad Al Hoceima da Ceuta o da Melilla, tanto più che, come risulta dal grave stato di degrado, è rimasto a lungo in acqua prima del ritrovamento.
(Fonte: Nadorcity.com).
Spagna (Faro Punta Sabinal, El Ejido), 24 luglio 2024)
Il cadavere di un altro migrante probabilmente maghrebino è stato trascinato dal mare sulla costa di El Ejido, provincia di Almeira, dopo quello affiorato a Playa de Los Percheles il 21 luglio. Era 4,5 chilometri più a est, sul litorale di Faro Punta Sabinal. Lo hanno avvistato verso le 19,30 alcuni passanti che hanno avvertito la polizia locale e la Guardia Civil. Il Centro di emergenza sanitaria (Ces) e la Croce Rossa hanno poi provveduto al recupero, trasferendolo nell’obitorio dell’Istituto di Medicina Legale di Almeria per l’autopsia. Non sono stati trovati elementi per poterlo identificare. Il ritrovamento di due cadaveri nell’arco di appena tre giorni e a breve distanza l’uno dall’altro sullo stesso tratto di litorale ha rafforzato il timore che si sia verificato nella zona il naufragio “fantasma” di una barca di migranti.
(Fonte: Abc de Almeria, Europa Press, Ong Cipimd)
Spagna (Mare di Alboran), 24-25 luglio 2024
Il cadavere di un uomo con indosso una muta da sub nera è stato avvistato nel Mare di Alboran, diverse miglia al largo di Marbella, ma non è stato possibile recuperarlo. L’allarme è stato lanciato da una nave mercantile, che ha avverito la centrale operativa del Salvamento Maritimo. Le ricerche non hanno dato esito e l’allerta è stata comunicata dalle stazioni radio costiere a tutte le navi in transito nella zona. L’ipotesi più accreditata è che si tratti di un migrante morto nel tentativo di raggiungere la Penisola Iberica, presumibilmente dal Marocco. Ci sono precedenti di migranti che hanno fatto la traversata indossando una muta da sub a bordo di moto d’acqua.
(Fonte: Ong Cipimd, Dispaccio allerta Salvamento Maritimo)
Gambia-Marocco-Spagna (Banjul- Dakhla), 26 luglio 2024
Sedici morti su un cayuco salpato dal Gambia, con più di 100 migranti a bordo, di cui si è saputo più nulla per circa tre settimane. A rintracciarlo e a ricostruirne la tragedia è stato il 26 luglio l’organizzazione Ebrima Migrants Situation. Il barcone era il terzo dei tre partiti all’inizio del mese e dati per dispersi dopo pochi giorni. Ha preso il largo venerdì 5 dalla zona di Banjul, nel delta del fiume Gambia, puntando verso le Canarie, una rotta di almeno 2 mila chilometri. Dopo circa 48 ore si sono persi i contatti, tanto che, con il passare dei giorni, si è avanzato il timore che fosse affondato, senza superstiti. Ora è invece emerso che il 17 luglio, dopo circa 1.400 chilometri di navigazione, è stato intercettato dalla Royal Navy marocchina al largo di Dakhla, nel Sahara Occidentale. I 12 giorni trascorsi in mare sono stati drammatici. Dapprima si è parlato di un morto tra i migranti a bordo ma poi si è saputo che le vittime sono 16, a causa di disidratazione e sfinimento, confermando i timori di Ebrima che fin dai primi giorni ha sottolineato che, se il cayuco non era affondato, uno dei primi rischi era l’esaurimento delle scorte d’acqua e di cibo a causa del prolungarsi della navigazione. I cadaveri sono stati affidati al mare. I superstiti sono stati sbarcati a Dakhla. Per molti è stato necessario il ricovero in ospedale.
(Fonte: Ebrima Migrant Situation)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 27 luglio 2024
Adil, un ragazzino marocchino di 15 anni di Castillejos, è scomparso nel tentativo di raggiungere Ceuta a nuoto dalla spiaggia del Tarajal, la più vicina alla linea di frontiera. Non se ne sa più nulla da 10 giorni. La sua “fuga” verso l’enclave spagnola è stata denunciata dai genitori, che oltre a rivolgersi alle autorità, hanno preso contatto anche con la redazione del Faro de Ceuta. Sono decine gli adolescenti come lui che dall’inizio di giugno hanno cercato di arrivare a Ceuta, scegliendo in particolare le giornate di nebbia per eludere la vigilanza della polizia e si teme che molti siano da considerare dispersi. “Diverse famiglie – scrive Carmen Echarri, di El Faro – stanno cercando i loro figli dalla scorsa settimana ma non risulta che siano entrati nei centri accoglienza di Ceuta. I loro corpi non sono stati trovati. Né sono tra i ragazzi intercettati dal Marocco e trasportati in massa a sud, in autobus, come forma di punizione collettiva”. E a proposito di questi deportati, “i genitori – prercisa Carmen Echarri – hanno saputo dove si trovavano i loro figli solo perché i bambini stessi li hanno chiamati, informandoli del luogo in cui erano stati portati. Da parte delle autorità marocchine non è stato fatto alcuno sforzo per rintracciare i genitori, nonostante molti di questi ragazzi siano di Castillejos e Rincon”, a pochi chilometri da Ceuta. Di Adil non si è avuto alcun tipo di notizie.
(Fonte: El Faro de Ceruta)
Libia-Italia (Refinery Point, Zawiya), 27 luglio 2024
Il cadavere di un migrante è affiorato sul litorale di Zawiya, all’altezza degli impianti petroliferi di Refinery Point, poco più di 60 chilometri a ovest di Tripoli. Su segnalazione della polizia, è stato recuperato in serata da una squadra della Mezzaluna Rossa e trasferito nell’obitorio del Teaching Hospital, a disposizione della magistratura. Non sono emersi elementi per poterlo identificare e stabilire con esattezza le circostanze della morte ma non ci sono dubbi che si tratti di un giovane annegato tentando di raggiungere l’Italia sulla rotta per Lampedusa.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Mauritania-Spagna (Nouakchott-Canarie) 27-28 luglio 2024
Almeno 10 morti nel naufragio di un cayuco carico di migranti sulla rotta per le Canarie nelle acque della Mauritania. Imprecisato il numero dei dispersi. Il barcone aveva preso il mare dalla costa di Nouakchott. La tragedia, segnalata da alcuni pescatori della zona, deve essere avvenuta poco dopo la partenza perché il mare, oltre alle dieci salme recuperate, ha restituito scorte d’acqua e di cibo quasi intatte. Tra le vittime buona parte dovrebbero essere originarie del Mali e 3 della stessa Mauritania.
(Fonte: Ebrima Migrants Situation, Cridem, Sahara Media)
Libia-Italia (Sorman, Zawiya), 28 luglio 2024
Il mare ha trascinato il cadavere di un migramte sconosciuto sul litorale di Sorman, meno di 20 chilometri a ovest di Zawiya e una settantina da Tripoli. Dopo un primo sopralluogo della polizia, una squadra della Mezzaluna Rossa lo ha recuperato e trasferito nell’obitorio dell’ospedale locale, in attesa delle disposizioni della magistratura. E’ il secondo cadavere trovato sul litorale di Zawiya nell’arco di 24 ore, dopo quello recuperato nell’area degli impianti petroliferi di Refinery Point, una circostanza che ha rafforzato il timore di un naufragio sulla rotta verso Lampedusa.
(Fonte: Migrant Rescue Watch).
Libia-Italia (Kirissah, Derna), 30 luglio 2024
I resti di un cadavere sono stati trovati dalla polizia, su segnalazione di alcuni abitanti della zona, incastrati tra gli scogli di un tratto di costa rocciosa sul litorale di Kirissah, 27 chilometri a ovest di Derna, in Cirenaica. Secondo il medico legale appartengono a una donna di 30-35 anni che la polizia ritiene sia una migrante annegata nel tentativo di attraversare il Mediterraneo verso l’Italia. Dopo i primi sopralluoghi sul posto, i resti sono stati trasferiti dalla Mezzaluna Rossa nell’obitorio di Derna in attesa delle disposizioni della magistratura.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Tunisia (Sfax), 31 luglio 2024
Una giovane migrante gambiana è morta in Tunisia, a Sfax, “per mancanza di cure mediche”. Lo ha ha denunciato l’organizzazione Ebrima Migrants Situation. Si chiamava Fatou Topuray (ma molti la conoscevano come Fatou Sey), veniva da Tanji, un piccolo centro sulla costa di Kombo, ed aveva due bambine, una di 4 e l’altra di appena un anno. “Era malata – ha scritto Ebrima – ma quando è andata in ospedale i medici si sono rifiutati di curarkla”. Anzi, per allontanarla avrebbero anche chiamato la polizia. E ancora: “Abbiamo codiviso la sua storia su whats app in cerca di aiuto, rivolgendoci al Governo e all’Oim ma nessuno si è interessato, finché è morta”. Un nuovo appello è stato lanciato dall’organizzazione per restituire le bambine ai familiatri in Gambia e riportare a Tanji la salma.
(Fonte: Ebrima Migrants Situation)
Libia-Italia (Al Mutrad, Zawiya, 1 agosto 2024)
Il mare ha depositato il cadavere di un migrante in un tratto di litorale roccioso nella zona di Al Mutrad, meno di 15 chilometri a ovest di Zawiya e una sessantina da Tripoli. Su segnalazione della polizia è intervenuta per il recupero e il trasferimento della salma presso l’obitorio dell’ospedale di Zawiya una squadra della Mezzaluna Rossa. Ignote le circostanze precise della morte che, a giudicare dallo stato di degrado del corpo, deve essere avvenuta diversi giorni prima del ritrovamento. Non sono emersi elementi utili per l’identificazione né per risalire al naufragio in cui l’uomo è annegato.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Libia-Italia (Zawiya), 2 agosto 2024
Almeno 2 morti nel naufragio di una barca di migranti al largo di Al Zawiya. Imprecisato sia il numero dei dispersi che quello dei superstiti: la Guardia Costiera libica non ha fornito in proposito alcuna informazione dettagliata. Stando alle scarne notizie emerse, l’allarme è stato lanciato dal Security Point di Mars Dahla. La motovedetta della Guaerdia Costiera intervenuta sul posto ha trovato il relitto rovesciato e recuperato due cadaveri oltre ad alcuni naufraghi ancora in vita che allo sbarco sono stati consegnati alle autorità di polizia. I due corpi sono stati trasferiti presso l’obitorio di Zawiya a disposizione della magistratura. Nelle stesse ore la Vos Aphrodite, la nave a servizio della piattaforma petrolifera al largo di Zawiya, ha tratto in salvo 15 naufraghi, consegnandoli poi alla Guardia Costiera libica. Non è stato chiarito se provengano dallo stesso naufragio dei 2 migranti trovati in mare senza vita.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Marocco-Spagna (Ceuta), 2-3 agosto 2024
Un migrante sconosciuto, presumibilmente marocchino, è scomparso in mare nella baia di Ceuta dove due trafficanti, arrivati dal Marocco su una moto d’acqua, lo hanno fatto scendere in mare a diversi metri dalla riva. La tragedia è avvenuta nella notte tra venerdì 2 e sabato 3 agosto. La moto d’acqua, proveniente verosimilmente dalla direzione di Benzù, ha accostato dopo la mezzanotte nella zona nord della baia, all’altezza del faro di Desnarigato, a meno di 200 metri dalla spiaggia della Potabilizadora, si è fermata per pochi istanti e poi è fuggita. La manovra non è passata inosservata alla Guardia Civil che è subito intervenuta ma, nonostante le ricerche, non si è trovata traccia del migrante, sparito tra le onde in pochi minuti. L’allarme è stato diramato anche alla polizia marocchina, che nel corso della notte ha ideniticato e arrestato i due “scafisti”. Risulta disperso invece il migrante: senza esito le perlustrazioni condotte sia a terra con pattuglie di polizia che in mare da unità della Guardia Civil e dalla salvamar Atria, del Salvamento Maritimo per tutta la notte e per l’intera giornata di sabato 3 luglio. Il fatto che stesso che sia stato trasferito dai trafficanti con una moto d’acqua induce a credere comunque che si tratti di un marocchino.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 3 agosto 2024
Sufyan Al Baidaq, un sedicenne marocchino di El Jadida, è scomparso in mare tentando di raggiungere Ceuta a nuoto. Era con altri due ragazzi della stessa età, anch’essi di El Jadida, oltre 500 chilometri a sud est di Ceuta. Insieme i tre sono arrivati in pullman a Castillejos, a sud della linea di confine con l’enclave spagnola, e poi hanno preso il mare la sera di mercoledì 31 luglio dal versante marocchino della spiaggia del Tarajal. Indossavano una muta da sub di neoprene per difendersi dal freddo. Quella di Sufyan di colore verde. Le condizioni meteo non erano buone: onde alte e forti correnti. Dopo un po’ i suoi due amici hanno desistito, rientrando a riva in Marocco. Sufyan ha deciso di proseguire e da quel momento non se ne è saputo più nulla. L’allarme, non ricevendo sue notizie, è stato dato dai due ragazzi, che per prima cosa hanno avvertito la famiglia dell’amico. Le riceche non hanno dato esito: Sufyan non risulta tornato in Marocco né tantomeno arrivato a Ceuta. La notizia è venuta alla luce dopo che i familiari si sono rivolti alla redazione del quotidiano El Faro de Ceuta per lanciare un appello
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Libia-Italia (Mellitah, Zuwara), 3 agosto 2024
Almeno 2 morti su un gommone con a bordo circa 80 migranti bloccato da due unità veloci libiche. I corpi sono stati abbandonati in mare: gli equipaggi dei motoscafi libici non hanno fatto nulla per recuperarli. Il blocco del grosso zodiac, di colore nero, e gli avvenimenti successivi sono stati documentati con un video e diverse foto da Sea Bird, l’aereo da ricognizione della nave Ong Sea Watch, che stava seguendo il natante, “in condizioni drammatiche”, per poter indirizzare i soccorsi. L’intercettazione da parte dei miliziani libici è avvenuta in acque internazionali, oltre 14 miglia a nord est di Mellitah, lungo la costa a sud-est di Zuwara: le due unità veloci hanno fermato il canotto e prelevato tutte le persone a bordo. In acqua, a breve distanza, c’erano almeno 2 cadaveri che sono stati totalmente ignorati. Vedendo dall’alto i motoscafi libici allontanarsi a forte velocità, senza recuperare le salme, Sea Bird ha più volte cercato di mettersi in contatto via radio, ma le sue chiamate, fatte sia in inglese che in arabo, non hanno ricevuto alcuna risposta. Senza esito anche i dispacci inoltrati ripetutamente alle centrali Rcc Italia, Malta e Tripoli. Nulla su eventuali dispersi.
(Fonte: Omg Sea Watch, Sergio Scandura Radio Radicale, Ebrima Migrants)
Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 3 agosto 2024
Naufragio “fantasma” con 44 migranti morti in mare sulla rotta tra Sfax e Lampedusa. A far scoprire la tragedia è stato l’unico supertsite, un giovane originario della Guinea Conakry, giunto sabato 3 agosto a Lampedusa con un’altra barca di migranti. La barca affondata era partita da Sfax la sera di martedì 30 luglio. Imprecisate le cause della tragedia, forse il sovraccarico. Nessuno in ogni caso si è accorto di nulla fino a quando nello stesso tratto di mare, diretta sempre verso Lampedusa dalla Tunisia, è passata un’altra imbarcazione. Da bordo hanno avvistato il naufrago che cercava di tenersi a galla e lo hanno recuperato. Nessuna traccia degli altri 44 che si erano imbarcatia Sfax. La seconda barca, avvistata dalla Guardia Costiera italiana, è arrivata a Lampedusa sabato. Appena sbarcato, l’unico superstite del naufragio “fantasma”, interrogato dalla polizia, ha raccontato quanto era accaduto, precisando il numero esatto dei compagni scomparsi in mare prima di essere soccorso dalla barca dalla quale è sbarcato sul molo Favarolo.
(Fonte: Ebrima Migrants Sitiuation, Sergio Scandura Radio Radicale)
Libia-Italia Mars Dahla, Zawiya), 3 agosto 2024
Il mare ha trascinato a riva il corpo di un migrante nella zona di Mars Dahla, nei pressi di Zawiya, nel tratto di costa circa 50 chilometri a ovest di Tripoli dove 24 ore prima si era registrato un naufragio con due morti e un numero imprecisato di dispersi. (nota del 2 agosto: ndr). Per il recupero è intervenuta la Mezzaluna Rossa, che dopo i primi accertamenti sul posto, ha trasferito la salma nell’obitorio del Teachin Hospital di Zawiya in attesa delle disposizioni delal magistratura. Non sono emersi elementi per poter identificare la vittima. Questo ritrovamento alimenta comunque il timore che, oltre alle vittime accertate, ci siano diversi dispersi.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Libia-Italia (Siracusa), 3-4 agosto 2024
Due morti e un disperso tra i migranti di una barca soccorsa al largo di Siracusa nella notte tra sabato 3 e domenica 4 luglio. L’allarme è scattato nella tarda serata di sabato, quando alla Guardia Costiera è arrivato un Sos da parte di una delle 35 persone a bordo dell’imbarcazione. Nella richiesta di aiuto si specificava che la situazione era drammatica: lo scafo imbarcava acqua e stava per affondare. L’emergenza è stata localizzata circa 17 miglia a sud est di Siracusa. Per i soccorsi sono stati mobilitati un aereo da ricognizione della Guardia Costiera e una motovedetta, che ha raggiunto la zona di operazione in piena notte. Alcune persone erano già in mare ma mentre l’unità militare si stava avvicinando tutti i migranti sono finiti in acqua, forse a causa del cedimento definitivo della barca. Ne sono stati recuperati 34, alcuni dei quali in gravi condizioni. E’ emerso inoltre che c’era un disperso. Mentre le ricerche continuavano, i naufraghi sono stati condotti con la massima urgenza a Siracusa, ma uno è morto sulla banchina del molo al momento dello sbarco e un altro poco dopo essere stato trasferito in ospedale. Senza esito le ricerche del disperso, che si sono protratte fino alla serata di domenica 4 con l’intervento di navi e aerei anche della base di Catania della Guardia Costiera. La barca era partita dalla costa orientale della Libia e i migranti a bordo vengono da Siria, Egitto e Bangladesh.
(Fonte: Sergio Scandura Radio Radicale, Ebrima Migrant Situation, Rapporto Guardia Costiera, La Sicilia, Il Giornale di Sicilia, Repubblica)
Tunisia-Italia (Kelibia-Pantelleria), 4 agosto 2024
Si è persa ogni traccia di tre giovani tunisini che hanno tentato di raggiungere l’Italia con un kayak, puntando verosimilmente sull’isola di Pantelleria. Sono una ragazza, Naamen Mohammadi e due ragazzi, Nidal e un suo amico. Risulta che i tre sono partiti il 19 luglio da Kelibia, il punto più orientale della Tunisia, distante 65 chilometri da Pantelleria. Contavano probabilmente di arrivare in meno di due giorni ma da quando hanno preso il largo non se ne è saputo più nulla. L’allarme è stato lanciato dai familiari di Naamen e Nidal che, preoccupati dalla mancanza assoluta di contatti con i ragazzi, ne hanno seghnalato la scomparsa e si sono rivolti anche ai volontari di Terres pour Tous. La Ong ha svolto ricerche, mobilitando tutti i suoi punti di riferimento in Italia. ma nessuno ha saputo fornire informazioni e, d’altra parte, a Pantelleria i tre ragazzi non risultano mai arrivati.
(Fonte: Association Terres pour Tous)
Gambia-Mauritania-Spagna (Nuimi-Nouadibou), 4-5 agosto 2024
Quattro morti su un cayuco rimasto in mare 9 giorni sulla rotta tra il Gambia e le Canarie. A bordo c’erano quasi 130 persone, tra cui numerose donne e bambini. La partenza è avvenuta la notte tra il 26 e il 27 agosto, alle 2,30, dal villaggio di Nuimi, nell’area di Barra, a sud dell’esturario del fiume Gambia. Da quel momento si è perso ogni contatto. L’allarme è stato lanciato dopo quasi otto giorni, il 3 agosto, dalla organizzazione Ebrima Migrants Situation, alla quale si sono rivolti alcuni familiari. Si cominciava a temere un naufragio “fantasma” ma l’indomani, domenica 4 agosto, il barcone è compraso al largo della Mauritania ed ha preso terra a Nouadhibou, vicino al confine con il Sahara Occidentale, dopo quasi 1.200 chilometri di navigazione, oltre la metà dei 1.500 della rotta prevista per l’arcipelago spagnolo. Il “capitano” ha dichiarato di essere stato costretto a interrompere il viaggio e ad approdare a causa delle cattive condizioni del mare e il forte vento, nel tratto tra il Marocco alle Canarie, che avrebbero messo a rischio la tenuta del cayuco. Sembrava inizialmente che non ci fossero vittime ma dalle dichiarazioni dei migranti sbarcati è emerso che quattro di loro avevano perso la vita durante la traversata: uno si è gettato dalla barca e tre sono morti a bordo, ma i loro corpi sono stati affidati al mare. Si tratta di due giovani di Barra, circa 40 chilometri da Nuimi, sulla sponda destra dell’estuario, uno di Basse, nell’interno, a oltre 300 chilometri dal mare, e di un senegalese.
(Fonte: Ebrima Migrants Situation)
Libia (Al Aweinat, confine con il Sudan), 5 agosto 2024
Sette migranti sudanesi sono morti su un pick-up che si è rovesciato in pieno deserto dopo essere finito fuori pista nella zona di Al Aweinat, 170 chilometri a sud est di Kufra e a breve distanza dal confine con il Sudan. Il veicolo procedeva a forte velocità, in colonna con altri due. I tre automezzi venivano dalla linea di frontiera, ognuno carico di migranti sudanesi. Probabilmente proprio a causa della velocità, il conducente deve aver perso il controllo e il pick up si è rovesciato. Poco dopo è arrivata un’auto della polizia libica, diretta al comando di Aweinat. Non appena l’hanno vista, gli autisti dell’autocolonna hanno abbandonato i migranti, fuggendo verso sud. Gli agenti hanno segnalato l’emergenza e prestato i primi soccorsi, ma 7 dei migranti che erano sul pick-up capottato erano già morti. Trentadue i feriti (tenendo conto anche di alcuni che erano sugli altri due pick-up), trasferiti in ospedale con ambulanze fatte affluire da Kufra. Sulle tracce dei trafficanti si sono messe alcune pattuglie della polizia di frontiera, ma non risulta che siano riuscite a intercettarli.
(Fonte: Migrant Rescue Watch, Ebrima Migrant Situation)
Libia-Italia (Sabratha), 6 agosto 2024
I cadaveri di due migranti sono stati trovati, a breve distanza l’uno dall’altro, sulla spiaggia di Sabratha, uno dei luoghi principali d’imbarco delle “spedizioni” verso l’Italia, 70 chilometri circa a ovest di Tripoli. Segnalati da alcuni abitanti del posto, per il recupero è intervenuta una squadra della Mezzaluna Rossa, che li ha trasferiti nell’obitorio del Sabratha Teaching Hospital, in attesa delle disposizioni della magistratura. Con questi salgono a 4 i migranti trovati senza vita dal primo agosto sul litorale compreso tra Zawiya e Sabratha.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Mauritania-Spagna-Rep.Dominicana (Rio San Juan), 6-7 agosto 2024
Quattordici morti e decine di migranti scomparsi in mare (in totale verosimilmente non meno di 50 vittime) su un cayuco salpato dalla Mauritania per le Canarie e finito ai Caraibi, al di là dell’Atlantico, al largo delle coste della Repubblica Dominicana, isola di Haiti. Ad avvistare il barcone, che flottava privo di guida a circa 30 miglia dal litorale di Rio San Juan, provincia di Espaillat, sono stati, martedì 6 agosto, alcuni pescatori, i quali rendendosi conto che c’era qualcosa di strano, hanno deciso di accostare, scoprendo la tragedia e dando l’allarme alla polizia, alla Guardia Costiera e alla Protezione Civile. Rimorchiato a riva fino a Rio San Juan, sulla spiaggia di La Cantera, è emerso che a bordo c’erano i resti scheletriti di 14 persone. Inizialmente si è pensato a profughi caraibici, forse diretti a Porto Rico ma questa ipotesi è stata presto messa in dubbio constatando che si trattava di un tipo di barca mai usato in questi mari: un cayuco da pesca tipico della marineria mauriziana, con i colori bianco e azzurro. La scoperta di diversi documenti d’identità, appartenenti a giovani senegalesi e mauriziani, ha poi confermato, nella mattinata di mercoledì 7, che il barcone proveniva dalla Mauritania. Come è già accaduto in passato ad altri cayucos senegalesi o mauriziani, salpato sulla rotta per le Canarie, il barcone deve aver avuto un guasto o esaurito il carburante, forse dopo aver perso la rotta e, catturato dalle correnti oceaniche che spingono verso ovest, è arrivato fino ai Caraibi, attraversando l’Atlantico. Lo stato dei corpi trovati a bordo, ridotti a scheletri, sembra dimostrare che la tragedia si è protratta per mesi: un’agonia infinita per i migranti che erano a bordo. Sicuramente molti di più dei 14 di cui sono stati recuperati i resti. Su un cayuco come questo partono in genere per le Canarie non meno di 50-70 persone. E una conferma che erano sicuramente più di 14 viene anche dal ritrovamento a bordo di 17 telefoni cellulari. Evidentemente, come in altri tragici episodi del genere, i corpi dei migranti morti via via durante la lunghissima agonia, sono stati fatti scivolare fuoribordo e affidati al mare. I resti recuperati a Rio San Juan sono stati trasportati nell’obitorio dell’Istituto Nazionale di Scienze Forensi. Le indagini per identificarli tutti con precisione e cercare di ricostruire la tragedia – ha riferito Victor Alfonso Vasquez, direttore provinciale della Protezione Civile di Espaillat – sono partite dai documenti rinvenuti sul barcone, in modo da cercare di risalire alle famiglie in Senegal e in Mauritania. Ricerche in questo senso, partendo sempre dai documenti, sono state disposte anche dalle autorità senegalesi e mauriziane, tenendo conto dei barconi “scomparsi” sulla rotta per le Canarie negli ultimi mesi.
Aggiornamento 11 agosto. Erano almeno 80 i migranti a bordo del cayuco. Trenta più di quanto si era stimato. E’ emerso dalle indagini condotte dalla polizia dominicana che, come è stato comunicato alle autorità mauriziane e a quelle senegalesi, ha trovato in fondo allo scafo 80 cellulari, un telefono satellitare e un apparecchio Cbs, insieme a 40 zainetti in uno dei quali c’era una cospicua quantità di eroina o cocaina. Secondo le indagini condotte dai cronisti del quotidiano Diario Libre, che si sono rivolti al presidente della Ong senegalese Horizon Sans Frontieres, Boubacar Seye, il barcone sarebbe partito dalla Mauritania la notte tra il 22 e il 23 gennaio. “Si è stati in grado di stabilirlo – ha spiegato Boubacar – perché i familiari hanno riconosciuto le carte d’identità trovate a bordo e mostrate ripetutamente in televisione”. Il cayuco, dunque, ha vagato nell’Atlantico per oltre sei mesi e ciò spiega il fatto che i cadaveri recuperati sono ormai scheletriti. Dalle autopsie condotte dall’Istituto di Medicina legale, inoltre, si è accertato che uno dei 14 corpi appartiene a una donna.
Aggiornamento 22 agosto. A bordo del cayuco c’erano esattamente 77 persone, donne e uomini. Confermata la partenza dalla Mauritania nel mese di gennaio. E’ il risultato dell’indagine condotta dalla Ong Caminando Fronteras, che aveva segnalato la scomparsa del barcone fin dai primi giorni.
(Fonte: El Nacional, El Nuevo Diario, Listin Diario, El Dia, El Viajero, La Informacio, Dominican Today, Helena Maleno Ong Caminando Fronteras, Ebrima Migrants Situation, El Diario, La Provincia, Canarias7. Fonte Aggiornamento 1: Le Quotidien Senegal, El Nuevo Diario, Dominican Today, Granero del Sur, N.Com.Do, Cachicha. Aggiornamento 2: Helena Maleno Ong Caminando Fronteras))
Libia-Gambia (Brikane), 7 agosto 2024
Foday Darboe – un migrante gambiano di Brikane, sulla sponda sinistra dell’estuario del fiume Gambia, circa 149 chilometri a est di Banjui – è morto mentre stava rientrando in Gambia da Tripoli. Arrivato a in Libia da mesi, si era ammalato e viveva di stenti. In suo aiuto si è mossa l’organizzazione Ebrima Migrants Situation, che ha diffuso un video sul web per cercare di contattare la sua famiglia e trovare il modo di rimpatriarlo. In seguito a questa segnalazione Foday, ormai in condizioni critiche, è stato incluso nei programmi di rimpatrio volontario dell’Oim. Nella mattinata di mercoledì 7 agosto è arrivata a Ebrimna Migrants la comunicazione che è morto poco dopo essere arrivato a Brikane.
(Fonte: Ebrima Migrants Situation)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 7 agosto 2024
Il cadavere di un migrante è affiorato a Ceuta circa 800 metri al largo della spiaggia del Chorillo, a sud della penisola del porto. Indossava una muta da sub. Deve trattarsi di uno dei tanti migranti che nei giorni precedenti hanno tentato di raggiungere a nuoto il territorio dell’enclave spagnola, partendo dalla vicina spiaggia del Taraja, a Castillejos. Per le operazioni di recupero è intervenuta una pattuglia del Geas, il reparto sommozzatori della Guardia Civil, che lo ha sbarcato nella zona del porto peschereccio e, dopo un primo esame del medico legale, trasferito nell’obitorio dell’Istituto di Medicina. La polizia ha avviato le indagini per poterlo identificare.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Libia-Italia (Agheila, Brega), 8 agosto 2024
Il mare ha trascinato il corpo di un migrante su una spiaggia della zona di Al Gheila, nella parte orientale del golfo di Sirte, 48 chilometri a ovest di Brega e circa 130 da Ajdabiya (Agedabia). Lo hanno trovato alcuni abitanti del posto che hanno avvertito la polizia del comando di Brega. Dopo i primi accertamenti in loco, il cadavere è stato trasferito nell’obitorio dell’ospedale di Ajdabiya, in attesa delle decisioni della magistratura. Non sono emersi elementi per arrivare all’identificazione ma non ci sono dubbi che si tratti di un migrante annegato nel tentativo di raggiungere l’Italia
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 11 agosto 2024
Marwan Mohtad, un ragazzo marocchino di 21 anni, è scomparso in mare cercando di raggiungere Ceuta a nuoto. La sua famiglia vive a Castillejos, 7 chilometri a sud del confine con l’enclave spagnola. Ha tentato la traversata la sera del 29 luglio, partendo dal versante marocchino della spiaggia del Tarajal, per aggirare via mare la lunga barriera antemurale. Era con un altro giovane, anche lui di Castillejos, ma nella notte si sono persi di vista. L’amico è stato intercettato e tratto in salvo da una motovedetta della Guardia Civil. Di Marwan si è persa ogni traccia. Ad avvisare della sua scomparsa la polizia e la famiglia è stato il suo compagno. Le ricerche condotte a Ceuta e in Marocco nelle ore successive non hanno dato esito. Si sperava che comunque fosse arrivato e che prima o poi si sarebbe messo in comunicazione, ma in quasi due settimane non c’è stato alcun contatto. Nella speranza di avere informazioni uno zio, su incarico degli altri familiari, ha lanciato un appello di ricerca attraverso la redazione del quotidiano El Faro de Ceuta,, ma anche questo tentativo è andato a vuoto. La sua fuga è stata una sorpresa: Marwan, che si occupava di un piccolo commercio di indumenti, non ha confidato a nessuno in famiglia la sua intenzione di andarsene in Spagna passando da Ceuta.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Mauritania-Marocco-Spagna (Nouakchott- Dakhla), 11 agosto 2024
Due migranti subsahariani morti su un cayuco rimasto in mare almeno cinque giorni sulla rotta per le Canarie dalla Mauritania. In salvo gli altri 66, tutti subsahariani, che erano a bordo. Il barcone è partito dalla costa di Nouakchott. Ha percorso più di 800 chilometri, oltre la metà dei circa 1.500 di navigazione fino all’arcipelago spagnolo, arrivando 16 chilometri a sud-ovest di Dakhla, sulla costa del Sahara Occidentale, dove è stato intercettato da due motovedette della Marina marocchina, che hanno preso a bordo i 66 migranti ammassati sulla barca. I due cadaveri sono stati scoperti sul fondo dello scafo nella fase del trasbordo. I superstiti hanno riferito che i loro compagni erano morti nei giorni precedenti, presumibilmente di sete, disidratazione e sfinimento. Sia i superstiti che le due salme sono stati sbarcati a Dakhla.
(Fonte: Ebrima Migrants Situation, El Diario, Canarias7)
Libia-Italia (Sabratha-Lampedusa), 12 agosto 2024
Un migrante è annegato a sud di Lampedusa cadendo in acqua prima dell’arrivo di una motovedetta della Guardia Costiera. Era con altri 145 migranti su un barcone di dieci metri intercettato dal veliero Astral, della Ong spagnola Open Arms, oltre due giorni dopo la partenza da Sabratha, 75 chilometri a ovest di Tripoli. L’equipaggio spagnolo ha prestato i primi soccorsi, distribuendo a tutti giubbotti di salvataggio e segnalando l’emergenza alla centrale operativa Mrcc italiana, che ha fatto partire da Lampedusa una delle motovedette della Capitaneria di Porto. L’unità stava per giungere sul posto quando, forse a causa della ressa che si è creata a bordo, un giovane subsahariano è caduto ed è scomparso in acqua: quando i soccorritori lo hanno individuato era già morto. I 145 migranti, molti dei quali disidratati e allo stremo, sono stati recuperati dalla motovedetta e sbarcati al molo Favarolo, dove è stato trasportato anche il corpo della vittima, poi trasferito nell’obitorio del cimitero di Cala Pisana.
Aggiornamento 14 agosto. La vittima non è annegata cadendo in acqua in circostanze poco chiare ma è stata asfissiata dai gas di scarico del motore nella stiva del barcone. E’ quanto è emerso dalle indagini condotte dalla polizia dopo lo sbarco a Lampedusa. Si tratta di un profugo siriano ventinovenne in fuga insieme a due familiari, rimasti illesi. Tra i 145 sbarcati, altri quattro sono risultati intossicati da vapori di idrocarburi.
(Fonte: Agrigentonotizie, Il Giornale di Sicilia. Fonte aggiornamento: Agrigentonotizie)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 14 agosto 2024
Il cadavere di un migrante sconosciuto è stato recuperato a Ceuta, da sommozzatori della Guardia Civil (Geas) nel Foso Real, il canale navigabile che, partendo dalla zona della spiaggia della Ribera conduce sino al porto commerciale. Aveva indosso una muta da sub nera e blu e pinne ai piedi. Deve trattarsi di uno delle decine di migranti che dall’inizio del mese di agosto hanno tentato di raggiungere Ceuta a nuoto dalle spiagge di Castillejos, aggirando il varco meridionale del Tarajal, e tra i quali sono stati segnalati numerosi dispersi. E’ verosimile che, ormai senza vita, sia stato trascinato dal mare fino alla zona della Ribera, a sud della penisola del porto, e poi spinto verso l’imboccatura del canale La salma è stata trasferita nell’obitorio dell’Istituto di Medicina Legale. A giudicare dallo stato di conservazione la morte non dovrebbe risalire a molto tempo prima del ritrovamento.
Aggiornamento 17 agosto. Il giovane morto è un marocchino di 24 anni, Adham Bouna. E’ stato identificato dai familiari dopo che la notizia del ritrovamento del suo corpo nel Foso Real è stata pubblicata dal Faro de Ceuta. Si tratta di uno dei 3 giovani di Tetouan (nota del 15 agosto) che hanno tentato insieme di raggiungere Ceuta a nuoto partendo da Castillejos.
(Fonte: El Faro de Ceuta. Aggiornamento: El Faro de Ceuta))
Algeria-Spagna (Tipaza), 14 agosto 2024
Sono tutti morti i 14 harraga algerini (tra cui una donna e un ragazzo minorenne) partiti il 31 luglio da Tipaza, 70 chilometri circa a ovest di Algeri, puntando verso la Penisola Iberica. Della loro barca si è persa ogni traccia già all’indomani della partenza. Sulla scia dell’allarme lanciato dai familiari sono state condotte ricerche, senza esito, lungo la rotta presumibile. Nulla fino a venerdì 9 agosto quando il ritrovamento casuale di un cadavere nelle acque internazionali ha indotto a temere che ci fosse stato un naufragio “fantasma”, senza superstiti. La conferma è arrivata mercoledì 14, quando si è accertato che si tratta di un uomo di 46 anni che era a bordo della barca scomparsa. Nessuna speranza, a questo punto, che qualcuno si sia salvato.
(Fonte: Ong Cipimd: Comitato identiifcazione morti e dispersi)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 15 agosto 2024
Jawad Amine Sedan, un ragazzo marocchino di 19 anni, è scomparso cercando di raggiungere Ceuta a nuoto. Stando alle informazioni fornite da familiari e amici, ha iniziato la traversata prima dell’alba di lunedì 12 agosto: con indosso una muta da sub, è partito dalla spiaggia del Tarajal, per aggirare la scogliera antemurale della linea di confine portandosi al largo e approdare poi sul lato spagnolo. Da quel momento non se ne è saputo più nulla. Nelle stesse ore, contando di non essere scoperti grazie alla fitta coltre di nebbia che gravava sulla zona, decine di altri giovani hanno preso il largo dalla stessa spiaggia, in momenti e da punti diversi. Molti sono stati intercettati e soccorsi dalla Guardia Civil: non risulta che Jawad sia tra questi né che sia arrivato comunque a Ceuta. “Se fosse arrivato, sicuramnete ci avrebbe contattato”, hanno detto i familiari, che hanno anche diffuso foto sul web per agevolare le ricerche.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Algeria-Spagna (Sidi Lakhdar), 15 agosto 2024
Risultano dispersi 11 harraga algerini, di età compresa tra i 19 e i 36 anni, salpati verso la Penisola Iberica, prima dell’alba del 6 agosto, su una barca in fibra, motore yamaha da 40 cavalli, da una spiaggia di Sidi Lakdar, nella provincia di Mostaganem, circa 130 chilometri a est di Orano. La maggior parte sono della stessa Sidi Lakdar, alcuni di Mostaganem. I contatti si sono interrotti poco dopo la partenza. L’allarme è stato lanciato dal notiziario di un sito facebook di Sidi Lakdar dopo tre giorni, il tempo massimo impiegato in genere per la traversata dalle barche degli harraga partendo da quel tratto di costa. Su indicazione dei familiari sono state anche pubblicate le foto di tutti i giovani scomparsi. L’appello è stato rilanciato l’undici agosto dalla Ong spagnola Cipimd, che ha sollecitato un’operaizone di ricerca lungo la rotta presumibile verso la Spagna. Nei giorni successivi la notizia è stata ripresa dalla stampa algerina, dando ormai per dispersi gli undici giovani.
(Fonte: Sito facebook Sidi Lakdar, Ong Cipimd, El Watan)
Marocco-Spagna (Castillerjos-Ceuta), 15 agosto 2024
Tre giovani algerini risultano dispersi dopo aver tentato di superare a nuoto il confine dell’enclave spagnola di Ceuta dal Marocco. Si tratta di due gemelli, Ayoub e Choaib Sahraoui e di un loro amico, Sohaib Lamara. La loro scomparsa è stata segnalata dalla comunità algerina che vive in Marocco e in Spagna. Arrivati a Castillejos, la città marocchina più vicina alla frontiera, hanno preso il largo dalla spiaggia del Tarajal la notte tra domenica 11 e lunedì 12 agosto. Gli amici hanno riferito che i due fratelli avevano con sé il passaporto, protetto in una busta impermeabile. Così anche Sohaib, che indossava una muta da sub nera e che, tra l’altro, è facilmente riconoscibile da una lunga cicatrice alla mano sinistra. Al centro accoglienza di Ceuta non sono mai arrivati né risultano tra le decine di giovani, marocchini e algerini, che tra venerdì 9 e lunedì 12 sono stati intercettati dalla Guardia Civil. Nulla neppure in Marocco tra i ragazzi fermati dalla polizia. Un appello di ricerca è stato diffuso da amici e familiari, tramite la redazione de El Faro de Ceuta, pubblicando anche le foto dei tre ragazzi.
Aggiornamento 28 agosto. I corpi dei due gemelli, Ayoub e Choaib Saharoui, sono stati trascinati dal mare sulla costa di Driouch, a ovest di Nador. Trovati il giorno 24 sulla spiaggia e trasferiti all’obitorio dell’ospedale Hassan di Nador, i familiari li hanno riconosciuti ufficialmente martedì 27 agosto ed hanno chiesto di poterli riportare in Algeria per l’inumazione.
(Fonte: El Faro de Ceuta. Aggiornamento: Association Marocaine Droits Humains)
Marocco-Spagna (Tetouan-Castillejos-Ceuta), 15 agosto 2024
Ancora 3 dispersi nelle acque tra il Marocco e Ceuta. Si tratta di tre amici marocchini di Tetouan, quartiere di Taboula: Youssef el Kharbach, 25 anni; Adham Kova, 24 anni; Mohamed, 25 anni. I tre hanno deciso insieme di fuggire in Spagna, passando da Ceuta. Da Tetouan hanno raggiunto Castillejos, 45 chilometri più a nord, appena 5 dalla linea di confine con l’enclave spagnola, e dopo esseri procurati delle mute da sub e un paio di pinne, martedì hanno tentato la traversata a nuoto partendo dalla spiaggia del Tarajal. Da quel momento nessuno li ha più visti. Nessun contatto con le famiglie le quali, andate a vuoto le ricerche condotte sia a Ceuta che in Marocco, hanno deciso di denunciarne la scomparsa, lanciando anche un appello di ricerca attraverso la redazione del quotidiano El Faro de Ceuta.
Aggiornamento 14 settembre. Il cadavere di Adham è quello ritrovato dalla Guardia Civil nel Fosso Real il 14 agosto. Nessuna traccia, dopo un mese, di Youssef e Mohamed.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Algeria-Spagna (Isla de Terreros Pulpì, Almeria), 15 agosto 2024
Il corpo di un migrante è stato trovato in mare, un miglio e mezzo al largo dell’isola di Terreros, costa di Pulpì, Almeria. Ad avvistarlo, verso le 9,30, è stato un pescatore, che ha dato l’allarme al servizio d’emergenza 112. Per il recupero è intervenuta la motovedetta Algenib del Salvamento Maritimo. Sbarcata ad Almeria, la salma è stata trasferita nell’obitorio dell’Istituto di Medicina Legale. Non sono emersi elementi per stabilirne l’identità e la provenienza ma lo stato di degrado molto avanzato induce a credere che la morte risalga a diversi giorni prima del ritrovamento. Su questo tratto di litorale puntano in genere le barche dei migranti provenienti dalla costa di Orano o più in generale dall’Algeria occidentale. Proprio in Algeria infatti la Ong spagnola Cipimd ha diffuso tutti i particolari del recupero nella speranza di risalire all’identità della vittima e alle circostanze della sua morte.
(Fonte: Diario de Almeria, La Voz de Almeria, Europa Press, Ong Cipimd)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 16 agosto 2024
Ancora un disperso nelle acque tra Castillejos, in Marocco, e l’enclave spagnola di Ceuta. Si tratta di Ahmed Boussif, un ragazzo marocchino di 18 anni. Ha tentato la traversata a nuoto, con indosso una muta da sub corta, di colore nero, partendo dalla spiaggia dell’hotel Ibis, nell’area del Tarajal, 3 chilometri circa dalla linea di confine e poco più di 5 dal centro di Ceuta. Da quel momento se ne sono perse le tracce. I familiari hanno lanciato un appello attraverso la redazione del quotidiano El Faro de Ceuta il 16 agosto, a quasi una settimana dalla scomparsa, dopo averlo cercato invano sia in Marocco che a Ceuta. Di sicuro non è arrivato al centro accoglienza dell’enclave, il Ceti, né risulta tra le decine di ragazzi marocchini e algerini intercettati dalla Guardia Civil o dalla polizia marocchina.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Marocco-Spagna (Nador-Melilla), 17 agosto 2024
Il cadavere di un migrante è stato trascinato dal mare sulla spiaggia di Al Muhandis, a est di Nador e pochi chilometri a sud della frontiera con l’enclave spagnola di Melilla. Segnalato alla polizia del comando di Silwan da alcuni abitanti del posto, è stato recuperato dalla protezione ciivle e trasferito nell’obitorio dell’ospedale Al Hassan di Nador, per essere sottopposto ad autopsia. Non sono emersi elementi per poterlo identificare o per stabilirne la provenienza. Si ritiene che sia annegato tentando di arrivare a Melilla o che fosse imbarcato su un battello diretto verso la Penisola Iberica. In ogni caso, a giudicare dallo stato di degrado, la morte dovrebbe risalire a parecchi giorni prima del ritrovamento del corpo.
(Fonte: Nadorcity.com)
Marocco-Spagna (Martil-Castillejos-Ceuta), 17 agosto 2024
Hamid Ajlian, un ragazzo marocchino di 17 anni, risulta disperso nel tentativo di raggiungere Ceuta dalla costa di Castillejos. Residente a Martil, meno di 50 chilometri a sud daell’enclave spagnola, è scomparso dalle 8 di sera di giovedì 15 agosto. La sua famiglia, che ne ha denunciato la scomparsa rivolgendo anche un appello alla redazione del quotidiano El Faro de Ceuta, non è stata in grado di fornire molte informazioni: sa che Hamid ha preso il mare con indosso una maglietta grigia ma non è chiaro se sia partito con una barca per farsi scaricare al largo, al di là della linea di confine, e approdare poi a nuoto in territorio spagnolo, oppure se si sia allontanato direttamente a nuoto dalla spiaggia del Tarajal, all’altezza dell’hotel Ibis, come hanno fatto dall’inizio di agosto decine di altri giovani. A casa, però, sono sicuri che se fosse arrivato si sarebbe subito messo in contatto. Di certo non figura tra gli ospiti del centro accoglienza né tra i giovani intercettati dalla Guardia Civil.
(Fonte: El faro de Ceuta)
Marocco-Spagna (Tarfaya e Guelmin), 17-20 agosto 2024
Diciassette morti accertati e decine di dispersi, per un totale ipotizzabile di almeno 70 vittime complessive, in due naufragi fantasma al largo di Tarfaya, in Marocco, sulla rotta per le Canariene. L’allarme è scattato sabato 17 agosto quando il mare ha trascinato 17 cadaveri (14 uomini e 3 donne) su un arco di costa di circa 40 chilometri nella zona di Guelmin, poco più di 120 chilometri a est di Tan Tan. Si è subito intuito che doveva trattarsi delle vittime di un naufragio di cui non si era saputo nulla fino al ritrovamento dei primi corpi. Nei giorni successivi, fino a martedì 20 agosto, si è poi scoperto che almeno 2 dei morti recuperati sono migranti senegalesi e soprattutto – come ha precisato Babou Sene, il console generale del Senegal a Dakhla, nel sud del Marocco (Sahara Occidentale) – che in realtà i naufragi sono due, avvenuti al largo di Tarfaya, circa 340 chilometri a ovest di Guelmin, il porto del Marocco più prossimo alle Canarie. “Si tratta – ha dichiarato il console alla stampa marocchina e senegalese – di due zodiac che si sono rovesciati il 17 agosto, molto al largo, all’altezza di Tarfaya. Il mare ha poi portato a riva i corpi più a nord, fino a Guelmin. Decine di persone risultano disperse”. Tenendo conto del carico medio dei gommoni usati nella traversata dal Marocco alle Canarie, a bordo dovevano esserci complessivamente non meno di 70 persone. Forse di più. La causa della tragedia è stata individuata infatti proprio nel sovraccarico dei due scafi, che ne ha reso estremamente rischiosa la navigazione, in una situazione peraltro già difficile per le condizioni meteomarine di quei giorni. La polizia e la marina marocchina hanno riferito che i “capitani” erano sicuramente senegalesi o comunque non marinai o scafisti marocchini, i quali in genere rifiuterebbero di affrontare il mare su zodiac stracarichi di migranti “anche a causa delle pesanti pene detentive dissuasive che vengono inflitte”. “Non a caso – hanno aggiunto – sono senegalesi tutti gli 8 ‘capitani’ arrestati dall’inizio di agosto”.
(Fonte: Dakaractu, PressAfrik, Senego, Senenews, Espress, Infomigrants)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 20 agosto 2024
Wail, un ragazzo marocchino di 16 anni, risulta disperso nel tentativo di raggiungere Ceuta a nuoto. La sua scomparsa è stata denunciata dalla sorella, che si è rivolta anche alla redazione del quotidiano El Faro de Ceuta per lanciare un appello di ricerca, specificando anche, come elemento di riconoscimento, che aveva due anelli alle dita. A quanto è dato sapere, Wail ha iniziato la traversata nelle prime ore di domenica 18 agosto, partendo dalla spiaggia del Tarajal, a Castillejos, grossomodo all’altezza dell’hotel Ibis. Da quel momento non se ne è saputo più nulla. I familiari hanno atteso invano un suo contatto e poi hanno iniziato a cercarlo, ma a Ceuta non risulta arrivato né figura tra i giovani intercettati dalla Guardia Civil o dalla polizia marocchina.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Marocco-Spagna (Tangeri-Tarifa), 20 agosto 2024
Due giovani marocchini – Oussama Akhrif, 22 anni, e Mohamed Bouhjil, 29 anni, entrambi di Sahel Chamali, 50 chilometri circa a sud di Tangeri – sono scomparsi in mare gettandosi dal peschereccio su cui erano imbarcati per cercare di raggiungere a nuoto la costa di Tarifa, in Andalusia. La loro storia è stata riferita al quotidiano El Faro de Ceuta dai familiari quasi una settimana dopo la scomparsa. Sono partiti da Tangeri, come altre volte, insieme al capobarca e a un amico. Nel corso della battuta di pesca nello stretto di Gibilterra, il barcone è arrivato al limite delle acque marocchine, alcune miglia al largo di Tarifa. Non è chiaro se abbiano predisposto un piano di fuga sapendo fin dall’inizio che il peschereccio si sarebbe recato in quella zona di mare o se abbiano improvvisato quando hanno visto che la costa spagnola appariva abbastanza vicina. Sta di fatto che si sono tuffati insieme, nonostante le grida e il tentativo di fermarli da parte del comandandante. Quasi contemporaneamente si è gettato fuoribordo anche il loro amico, che è però rimasto indietro e dopo un po’ ha rinunciato: lo hanno recuperato qualche ora più tardi aggrappato a una boa. Di Houssma e Mohamed, invece, nessuna traccia. Il capobarca li ha persi di vista quasi subito e le ricerche scattate sulla base della sua segnalazione e condotte anche nei giorni successivi non hanno dato esito. Non risulta che siano arrivati in Spagna o che siano stati soccorsi da qualche imbarcazione in transito. E di sicuro non hanno stabilito alcun contatto con i familiari. Per quanto la costa spagnola apparisse vicina, del resto, la distanza tra il peschereccio e Tariffa era comunque di diverse miglia e per di più in quel tratto di mare ci sono forti correnti.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Bosnia (Zovi Do, Nevesinje), 20 agosto 2024
Un profugo sconosciuto è stato ucciso in una sparatoria dalla polizia, nel tentativo di catturarlo, a Zovi Do, un villagio della Bosnia, lungo la “rotta balcanica”, nella zona di Nevesinje, 55 chilometri a sud est di Mostar. Tutto è iniziato dal contrasto con alcuni abitanti del posto, convinti che avesse rubato una pecora. All’arrivo della polizia locale l’uomo si è rifugiato in una casa vuota, barricandosi all’interno. Per costringerlo a uscire sono arrivati rinforzi anche dal comando della gendarmeria di Trebinjee, distante quasi cento chilometri. La casa è stata circondata ma, secondo i media locali, per tenere lontani gli agenti che, parlandogli in inglese, lo invitavano ad arrendersi, il profugo avrebbe esploso alcuni colpi di pistola. Da qui, ha riferito l’emittente televisiva Rtv Bn, una sparatoria conclusasi con la morte del migrante.
(Fonte: Infomigrants)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 21 agosto 2024
Il corpo di un migrante è stato recuperato nelle acque di Ceuta da una squadra sommozzatori della Guardia Civil (Geas). Era circa mezzo miglio al largo di Fuente Caballos, zona del Recinto. Sbarcato su un molo del porto peschereccio, è stato trasferito nell’obitorio dell’Istituto di Medicina Legale. Non sono emersi elementi per poterlo identificare. Aveva indosso non una muta di neoprene, come accade in genere per i giovani che tentano di raggiungere Ceuta a nuoto, ma normali pantaloncini e maglietta, il che induce a credere che sia stato trasportato da Castillejos nella baia di Ceuta, di notte, a bordo di una piccola barca, dalla quale si sarebbe calato in mare solo per l’ultimo tratto di traversata. A giudicare dal forte stato di degrado della salma, tuttavia, non dovrebbe trattarsi di uno delle decine di migranti che hanno tentato di raggiungere Ceuta nel fine settimana precedente il ritrovamento.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Spagna (Playa de la Garrofera, Valencia), 21 agosto 2024
Il cadavere di un uomo, con indosso una maglietta e un paio di pantaloncini, è stato trovato sul litorale del parco di Albufera, all’altezza della Playa de la Garrofera, 14 chilometri a sud di Valencia, da un pescatore che ha dato l’allarme alla Guardia Civil e alla polizia locale. Dopo un primo sopralluogo sul posto, il corpo è stato trasferito nell’obitorio dell’istituto di medicina legale per le indagini. Si è subito ipotizzato che si trattasse di un migrante annegato nel tentativo di raggiungere la Spagna dal Nord Africa. La conferma si è avuta dai documenti trovati in una bottiglia legata alla caviglia e da un braccialetto al polso con incisioni in arabo.
(Fonte: Ong Cipimd, 20 Minutos, El Mundo, Las Provincias)
Libia-Italia (Sabratha), 21-22 agosto 2024
I corpi di tre migranti sconosciuti sono stati trascinati dal mare, a breve distanza l’uno dall’altro, sulla spiaggia di Sabratha, 75 chilometri a ovest di Tripoli, uno dei tratti di litorale dove sono più frequenti gli imbarchi dalla Libia verso l’Italia sulla rotta per Lampedusa. Dopo un primo sopralluogo della polizia, è intervenuta per il recupero una squadra della Mezzaluna Rossa, che li ha trasferiti nell’obitorio del Teaching Hospital in attesa delle disposizioni della magistratura. A giudicare dallo stato di degrado, i tre cadaveri sono rimasti diversi giorni in acqua prima del ritrovamento.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Serbia-Bosnia (fiume Drina a Ljubovija), 21-22 agosto 2023
Dodici vittime (9 morti e 3 dispersi) nel naufragio di una barca carica di migranti nella Drina, lungo la rotta balcanica verso l’Italia e l’Europa centrale. Facevano parte di un gruppo di 30 profughi e migranti, tra cui diversi bambini, che stavano cercando di attraversare, dalla Serbia verso la Bosnia, la linea di confine segnata dal fiume. Si sono imbarcati prima dell’alba di giovedì 22 agosto all’altezza della città confinaria di Ljubovija, 170 chilometri a sud ovest di Belgrado e 145 a nord est di Sarajevo. La tragedia è avvenuta sul versante serbo del fiume: forse a causa di un movimento brusco la barca, già instabile per il sovraccarico, si è rovesciata e i 30 a bordo sono stati trascinati via dalla corrente. L’allarme è stato dato da un abitante di Ljubovija che, notate la barca rovesciata e diverse persone in acqua, ha avvertito la polizia. Sul posto, oltre agli agenti, sono intervenute squadra della Protezione Civile serba mentre un’operazione di ricerca è scattata anche sulla riva bosniaca della Drina. Ispezioonando le sponde la polizia ha trovato sulla riva serba 18 persone, tra cui tre bambini, che erano riusciti a raggiungere da soli la riva. Scandagliando il fiume e gli argini più a valle sono stati poi trovati i primi 4 cadaveri e nel corso della mattinata, grazie anche all’intervento di squadre subacquee, altri 5, alcuni sulla riva serba, altri su quella bosniaca. Nessuna traccia degli ultimi tre del gruppo.
Aggiornamento 23-24 agosto. Sono stati recuperati nella Drina, tra il pomeriggio del 22 e la giornata del 23 agosto, i corpi dei 3 migranti dispersi. Si tratta di un uomo e, in particolare, di una donna e del suo bambino di appena nove mesi. E’ confermato così che sulla barca c’erano almeno 30 persone, profughi provenienti in maggioranza dalla Siria, dall’Iraq e un paio dall’Egitto.
(Fonte: Etvbharat, Infomigrants, France Presse, Barron’s, Ansa, Radio Free Europe. Aggiornamento: Daily Sabah, Sergio Scandura Radio Radicale)
Marocco-Spagna (Ceuta), 22 agosto 2023
Ancora un migrante morto nel tentativo di raggiungere Ceuta a nuoto. Il suo cadavere è stato avvistato mentre flottava nelle acque a sud della penisola del porto, almeno mezzo miglio al largo dalla zona del Foso Real. Per recuperarlo è intervenuta una unità dei sommozzatori della Guardia Civil (Geas), che lo ha sbarcato sul molo dei pescatori e trasferito poi nella sala autopsie dell’obitorio dell’Istituto di Medicina Legale. A differenza del corpo recuperato meno di 24 ore prima, in forte stato di degrado tanto da far ipotizzare che sia rimasto in acqua almeno un mese, in questo caso, a giudicare dalle condizioni di conservazione, la morte non risale a molto tempo prima del ritrovamento. Si ritiene che si tratti di uno dei giovani che a decine, nel fine settimana e nei giorni successivi, hanno tentato la traversata partendo dalle spiagge di Castillejos all’altezza del Tarajal.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Senegal-Spagna (El Hierro), 23 agosto 2024
Due migranti sono morti durante la traversata dal Senegal alle Canarie. Erano su un grosso cayuco con altre 173 persone (tra cui 11 donne e 9 ragazzi minorenni) rimasto in mare per almeno 8 giorni prima di arrivare nelle acque dell’arcipelago spagnolo. Quando il barcone è stato avvistato, verso le 6 del mattino di venerdì 23 agosto, era ormai a 2 miglia circa dalla costa meridionale dell’isola di El Hierro. Per i soccorsi il centro di coordinamento di Tenerife ha mobilitato la guardamar Caliope e la salvamare Adhara, che hanno poi scortato il barcone fino al porto di La Restiga, dove nel frattempo era stato allertato il centro medico allestito dalla Croce Rossa sul molo. La scoperta della prima vittima è stata fatta nella fase dello sbarco: dopo un esame preliminare sul molo, il suo corpo è stato trasferito nell’obitorio del cimitero dell’isola. Il secono cadavere è stato trovato alcune ore più tardi dagli operai della ditta che si occupa dello smaltimento dei barconi dei migranti: era seminascosto sul fondo dello scafo tra gli effetti personali delle persone sbarcate. Si tratta di un uomo di mezza età che sembra avesse mani e piedi legati, tanto da indurre la polizia ad aprire un’inchiesta specifica sulle circostanze della sua morte. Buona parte dei 173 migranti sono apparsi molto provati dai giorni trascorsi in mare: per alcuni sono state necessarie cure mediche specifiche per forti sintomi di disidratazione e sfinimento. Per combattere la sete alcuni hanno bevuto acqua marina, che può causa malesseri, agitazione e delirio. Forse potrebbe essere accaduto lo stesso all’uomo trovato sul fondo del barcone.
(Fonte: Helena Maleno Ong Caminando Frontera, El Diario, Rtv Canarias, Rtve, La Sexta)
Turchia-Grecia (Symi), 23 agosto 2024
Un giovane originario del Kuwait è stato ucciso da uno dei colpi di arma da fuoco sparati da una motovedetta della Guardia Costiera greca, a nord ovest dell’isola di Symi, contro una barca con a bordo 14 migranti. La barca, partita dalla vicina costa turca di Datca (provincia di Mugla), è stata intercettata da una motovedetta poco dopo essere entrata nelle acque di Symi. Secondo il rapporto della polizia, l’uomo che era al timone, di nazionalità turca, non si sarebbe fermato all’alt, accelerando l’andatura e cercando addirittura di speronare l’unità greca. Da qui la decisione del guardacoste di sparare alcune raffiche per costringerlo ad arrestare la corsa, ma uno dei proiettili, sparati evidentemente proprio contro la barca, ha raggiunto il giovane kuwaitiano, ferendolo geravemente. Solo a questo punto l’equipaggio della Guardia Costiera sarebbe riuscito a bloccare il piccolo scafo e, constatato che c’era a bordo un ferito, lo ha trasferito nell’ospedale di Symi, dove però il giovane è morto poco dopo il ricovero. La ricostruzione fatta dalla Guardia Costiera, tuttavia, ha sollevato numerosi dubbi e contestazioni. Appare quanto meno strano, ad esempio, che una piccola barca con 14 migranti (tra cui una donna e 5 ragazzini minorenni) abbia tentato di speronare una motovedetta e non sono chiari, dunque, i motivi della sparatoria. Le dichiarazioni della Guardia Costiera sulle circostanze dell’inseguimento – accusa l’Associazione Uniti Contro il Razzismo – sollevano molte domande sulle circostanze in cui un proiettile sparato dalla stessa Guardia Costiera ha tolto la vita a un rifugiato. Non è convincente, in particolare, il riferimento a un tentativo di speronamento della nave guardacoste da parte di un motoscafo. Così come la necessità di usare le armi contro rifugiati i quali, secondo le dichiarazioni proprio della Guardia Costiera, non risulta che abbiano a loro volta usato o che fossero in possesso di armi”.
(Fonte: Ana Mps, Efsyn, Ekathimerini)
Libia-Italia (Sorman e Abu Issa, Zawiya), 23 agosto 2024
I corpi di tre migranti sono stati trascinati dal mare su un arco di costa di una decina di chilometri a ovest di Zawiya, oltre 50 chilometri da Tripoli. Il primo è stato recuperato dalla Mezzaluna Rossa nei pressi di Sorman, 20 chilometri a ovest di Zawiya, su un tratto di litorale roccioso, per essere poi trasferito presso l’obitorio dell’ospedale locale. Gli altri due erano su una scogliera all’altezza di Abu Issa, uno nell’area del resort Spanish Family e uno ad Al Sath. Anche in questo caso, su indicazione della polizia, è intervenuta una squadra della Mezzaluna Rossa. Non sono emersi elementi per poterli identificare. Circa due giorni prima (nota del 21-22 agosto) erano stati recuperati tre cadaveri nella zona di Sabratha, meno di 30 chilometri più a ovest. Tutto lascia pensare a un naufragio “fantasma” sulla rotta verso Lampedusa.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Algeria-Marocco-Spagna (Driouch e Al Hoceima), 24 agosto 2024
I corpi di tre migranti sono stati trascinati dal mare sulla costa marocchina di Driouch e Al Hoceima, a ovest di Nador e dell’enclave spagnola di Melilla. Due sono affiorati tra il 23 e il 24 agosto sulla spiaggia di Al Harsh, nel territorio di Driouch. Secondo la stampa locale potrebbero appartenere a due harraga algerini annegati nel tentativo di arrivare dall’Algeria in Andalusia ma trascinati molto più a ovest dalle forti correnti marine da est registrate nei giorni precedenti il ritrovamento. A conferma di questa ipotesi, sulla scia delle notizie comparse sulla rete internet, sono arrivate alcune persone dall’Algeria che avrebbero affermato di essere parenti delle due vittime. Non c’è stato però un riconoscimento ufficiale e la notizia non è stata confermata dalle autorità marocchine. La scoperta dell’altro cadavere risale a tre giorni prima, il 21 agosto: lo ha notato un pescatore incastrato tra gli scogli della spiaggia di Al Hoceima, una cinquantina di chilometri più a ovest. Si tratta di un uomo con indosso una muta da sub, un dato che lascerebbe ipotizzare che possa essere un migrante morto tentando di raggiungere a nuoto Melilla e a sua volta trascinato decine di chilometri verso ovest dalle correnti orientali.
Aggiornamento 28 agosto. I corpi dei due migranti trovati sul litorale di Driouch sono quelli dei due gemelli algerini (nota del 15 agosto) scompars in mare la notte tra l’undici e il dodici agosto tentando di arrivare a Ceuta.
(Fonte: Nadorcity.com. Aggiornamento: Association Marocaine Droits Humains)
Marocco-Spagna (Fez-Castillejos-Ceuta), 25 agosto 2024
Hamza Aknoush, un ragazzo marocchino ventunenne residente a Fez, è scomparso nel tentativo di raggiungere Ceuta a nuoto. L’allarme è stato lanciato dalla sua famiglia, che per facilitare un eventuale riconoscimento ha diffuso delle foto sul web e comunicato alcune caratteristiche fisiche: altezza 1,80 e i postumi di una frattura alla mano destra. Si sa per certo che ha raggiunto Castillejos, a sud di Ceuta, e che martedì 20 agosto ha preso il mare dalla spiaggia del Tarayal per aggirare la lunga scogliera antemurale che segna la linea di confine. Da quel momento nessuno ne ha saputo più nulla. Secondo quanto hanno appreso i familiari sarebbe stato insieme a un amico di Castillejos ma, se è così, anche di questo giovane non è stata trovata alcuna traccia. Oltre che alle autorità marocchine la denuncia di scomparsa è stata fatta a quelle spagnole e ne è stata data notizia alla redazione del quotidiano El Faro de Ceuta, lanciando un appello di ricerca.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Libia-Italia (Zliten), 25 agosto 2024
Tredici dispersi e un cadavere recuperato nel naufragio di una barca di migranti al largo di Zliten, circa 180 chilometri a ovest di Tripoli e circa 70 a ovest di Misurata. Salpata sulla rotta verso l’Italia, l’imbarcazione, uno scafo di piccole dimensioni, si è rovesciata poco dopo la partenza, mentre era ancora nelle acque territoriali libiche, probabilmente a causa del sovraccarico e delle condizioni del mare. Per i soccorsi è intervenuta una unità della Marina libica di base a Zliten, che ha tratto in salvo 21 naufraghi. I superstiti hanno subto segnalato di essere partiti in 35 ma degli altri 14 non è stata trrovata traccia. Quattro giorni dopo, giovedì 29 agosto, il mare ha trascinato un cadavere su una spiaggia poco distante dal punto in cui la barca aveva preso il largo: si ritiene che possa essere uno dei migranti scomparsi in mare.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Marocco-Spagna (Boukana, Nador), 26 agosto 2024
Il cadavere di un migrante marocchino è stato trovato sulla spiaggia di Boukana, circa 7 chilometri a sud di Beni Ensar, nella zona di Nador. Recuperato dalla Protezione Civile, è stato trasferito presso l’obitorio dell’ospedale Hassani di Nador. Si è ipotizzato che potesse essere rimasto ucciso sulla barca con 4 migranti speronata il giorno prima da una motovedetta della Guardia Civil spagnola mentre tentava di entrare nelle acque di Melilla ma la polizia ha smentito che nell’incidente ci siano stati dei feriti: i quattro a bordo sono stati fermati ma risultano incolumi. Nel corso della giornata alcuni familiari hanno poi proceduto all’identificazione: si tratta di un giovane migrante di Kenitra (circa 500 chilometri a ovest di Nador), di nome nome Abdellatif, annegato nel tentativo di raggiungere Melilla e poi trascinato dalla corrente sulla spiaggia di Boukana.
(Fonte: Association Marocaine Droits Humains)
Libia-Italia (Sabratha e Zawiya), 26-27 agosto 2024
I corpi di 5 migranti sconosciuti sono affiorati nell’arco di 24 ore in tre punti diversi dei circa 30 chilometri di costa tra Sabratha e Zawiya, a ovest di Tripoli, uno dei punti dove sono più frequenti gli imbarchi verso l’Italia. Il primo, recuperato il 26 agosto, era a Sabratha nella zona di Mellitha. L’indomani il secondo cadavere, in questo caso di una donna, è stato trovato a Zawiya, nella zona di Rabash Akl Arsha, una trentina di chilometri più a est. Nelle stesse ore sono stati segnalati gli altri 2, entrambi di nuovo a Sabratha ma nell’area del complesso della Mellitah Oil, a poca distanza l’uno dall’altro. Per il recupero è intervenuta in tutti e tre i casi la Mezzaluna Rossa, che ha poi trasferito le salme nell’obitorio dell’ospedale di Sabratha. Non sono emersi elementi per poterle identificare e stabilirne la provenienza ma tutto lascia pensare a un naufragio rimasto sconosciuto fino a quanto sono emersi i corpi.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Senegal-Spagna (Kafountine), 26-27 agosto 2024
Almeno 2 morti in due naufragi sulla rotta tra il Senegal e le Canarie, nelle acque di Kafountine, non lontano dalla costa, nella regione di Ziguinchor, estremo sud del paese, tra il Gambia e la Guinea Bissau. E’ accaduto tra giovedì 22 e domenica 25 agosto ma la notizie è emersa solo dopo lunedì 26. Le autorità, sia locali che nazionali, hanno fornito scarsissimi particolari sui due episodi, limitandosi a riferire che sono stati recuperasti due corpi senza vita e che alcune persone sono state tratte in salvo, senza specificare le circostanze, le cause e l’eventuale numero di dispersi. Ignoto anche il numero delle persone a bordo, tra le quali, secondo l’agenzia di stampa senegalese Aps, molte venivano da Ndiaganiao, nella regione occidentale di Thies, 300 chilometri più a nord.
(Fonte: Dakaractu e Le Quotidien)
Marocco-Spagna (Ceuta), 28 agosto 2024
Il servizio sommozzatori della Guardia Civil (Geas) ha recuperato il corpo di un migrante sconosciuto segnalato dal Marsave, il servizio di soccorso e di assistenza in mare e sulle spiagge, nella baia di Ceuta all’altezza della zona del Recinto, a sud della penisola del porto. Il cadavere era incastrato a circa 7 metri di profondità: i sub sono riusciti a riportarlo in superficie con un intervento che si è protratto fin verso le 20. Aveva indosso una tuta di neoprene di colore nero e grigio su un costume da bagno e senza pinne. Nessun documento ma un elemento utile per l’identificazione potrebbe essere la scritta Neilpryde, relativa a un gruppo sportivo che produce anche questo tipo sdi indumento pe ri sub. Si ritiene che si tratti di un migrante che ha tentato di raggiungere l’enclave spagnola a nuoto partendo dal versante marocchino della spiaggia del Tarajal, nei pressi di Castillejos. Dopo un primo esame sul molo del porto dei pescatori, dove ha sede il comando del Geas, il cadavere è stato trasferito presso l’obitorio dell’Istituto di Medicina Legale in attesa del nulla osta per l’inumazione.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Gambia-Spagna (El Hierro), 28 agosto 2024
Un migrante è morto durante la traversata dal Gambia alle Canarie. Era su un cayuco con a bordo 254 persone (tra cui 18 donne e 16 minorenni) intercettato da una motovedetta della Guardia Civil quando era 9 miglia a sud est di El Hierro. Sbarcati al porto di La Restinga, i migranti hanno riferito che un loro compagno era morto, forse di sfinimento, durante gli oltre otto giorni di navigazione in pieno Atlantico e che il suo corpo era stato affidato al mare.
(Fonte: El Diario, Helena Maleno Ong Caminando Fronteras)
Libia-Italia (Sabratha), 29 agosto 2024
Il cadavere di un migrante sconosciuto è affiorato sul litorale di fronte al teatro romano di Sabratha, poco più di 5 chilometri dalla città e una trentina da Zawiya, lo stesso tratto di costa dove tra il 26 e il 27 agosto sono stati trovati altri 5 cadaveri (nota del 26-27 agosto: ndr). Per il recupero è intervenuta una squadra della Mezzaluna Rossa, che ha poi trasferito la salma nell’obitorio del Teaching Hospital di Sabratha, in attesa delle decisioni della magistratura. Il nuovo ritrovamento rafforza il sospetto che si sia verificato il naufragio di una barca di migranti salpata verso l’Italia, rimasto sconosciuto fino a quando sono affiorati i primi corpi delle vittime
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Algeria-Spagna (Mostaganem-Cartagena), 30 agosto 2024
Due harraga algerini morti in un naufragio nelle acque di Cartagena, in Spagna. Erano su una barca partita da Mostaganem, in Algeria, 80 chilometri a est di Orano, con dieci compagni, tutti algerini. La tragedia è avvenuta dopo oltre un giorno di navigazione, quando la costa spagnola era ormai in vista. Per i soccorsi sono intervenute unità del Salvamento Maritimo e della Guardia Civil, che hanno tratto in salvo 10 naufraghi ma non sono arrivate in tempo per altri due, scomparsi in mare prima di poter essere intercettati. I superstiti sono stati sbarcati a Cartagena. Per alcuni è stata necessaria un’assistenza medica per gravi sintomi di ipotermia.
(Fonte: Alarm Phone)
Spagna (Valencia), 31 agosto 2024
I resti di un migrante sconosciuto sono affiorati sulla spiaggia del Perellonet, una ventina di chilometri a sud di Valencia. A scoprirli, verso le 7,30 del mattino, sono stati alcuni addetti al servizio comunale di pulizia dell’arenile, che hanno avvertito la polizia locale e la Guardia Civil. Si tratta di un cadavere in estremo stato di degrado, privo della testa e di parte degli arti, a dimostrazione che è rimasto in mare per lunghissimo tempo. Per il recupero e il trasferimento nell’obitorio dell’ospedale è intervenuta la Croce Rosa. Data la condizione dei resti, non ci sono elementi per sperare in una identificazione e ricostruire le circostanze precise della morte. Non ci sono dubbi tuttavia che deve trattarsi di un migrante annegato nel tentativo di arrivare in Spagna dall’Algeria o dal Marocco.
(Fonte: Noticiascv.com, Ong Cipimd)
Italia (Lampedusa), 31 agosto – 1 settembre 2024
Il cadavere di un uomo, privo degli arti inferiori, è stato recuperato il 31 agosto da una motovedetta della Guardia di Finanza di Lampedusa sulla base della segnalazione del comandante del traghetto di linea Sansovino, in navigazione da Lampedusa a Porto Empedocle. A giudicare dall’avanzatissimo stato di degrado e saponificazione, il corpo, privo della pate inferiore, è rimasto per lungo tempo in mare. Altri resti umani, che si ritiene possano appartenere allo stesso corpo, sono stati recuperati l’indomani, primo settembre, al largo dell’isola. Tutti i resti, attribuiti a un migrante annegato tentando di arrivare in Italia dalla Libia o dalla Tunisia, sono stati composti presso l’obitorio del cimitero di Cala Pisana per essere poi trasferiti ad Agrigento, a disposzione della magistratura per le indgaini e una eventuale autopsia.
(Fonte: Agrigentonotizie)
Siria-Libia-Italia (Tafas, governatiorato di Daraa), 1 settembre 2024
Si è persa ogni traccia in Libia di due gruppi di profughi siriani più 2 egiziani, per un totale di 24 persone, quasi tutte originariedella piccola città di Tafas, nel governatorato di Daraa, 100 chilometri circa a sud di Damasco. L’allarme è stato dato da alcuni familiari, che hanno lanciato un appello di ricerca ad alcuni media locali.
Primo gruppo. Nel primo gruppo (21 persone) i profughi di Tafas sono 16, tra cui donne e bambini. Secondo quanto hanno riferito i parenti, l’ultimo contatto risale al 26 agosto, quando pare stessero per imbarcarsi per cercare di raggiungere l’Italia. Oltre ai 16 di Tafas, c’erano altri tre siriani (rispettivamente di Jabab, Sheikh Maskin e Hama) e 2 egiziani. “Sono scomparsi di colpo – ha riferito un familiare ai cronisti di Enam Baladi, un giornale progressista fondato nel 2011 – mentre stavano tentando di arrivare in Italia. Non sappiamo se siano annegati o siano stati sequestrati per un riscatto… Non ci sono né notizie ufficiali né indiscrezioni ufficiose”. Ma l’ipotesi del riscatto non è supportata da alcuna richiesta di denaro da parte di nessuno dei componenti del gruppo. Enam Baladi e il network Danaa 24 hanno anche pubblicato i nomi dei 16 di Tafas: Emad Al Rawashda, Yazan Hani e tre bambini (Zane, Hani ed Emad Yazan Al Rawashda), Hassan Imad Al Rawashda, i piccoli Jude Hassan Al Rawashda e Muhammad Hassan Al Rawashda, Muhammad Adi Al Rawashda, Anas Muneed Al Bardan, Maher Abu Shanab, Mahmoud Bermo, Osama Bermo, Khalid Shambour, Rami, Abdulrahim Haridin.
Secondo gruppo. Del secondo gruppo, tre giovani in tutto (Hebrom, Abraham Al Hridin e Qasim Al Shimali, anche loro di Tafas), le tracce si sono perse circa 20 giorni prima. I familiari hanno riferito a Danaa 24 che, secondo le ultime notizie, volevano provare a raggiungere l’Italia con una barca a vela. I contatti si sono interrotti nei primi giorni di agosto. Anche in questo caso i parenti, dando la notizia della scomparsa, si sono aggrappati alla speranza che, piuttosto che scomparsi in mare, i tre ragazzi siano stati catturati e siano tenuti in ostaggio per un riscatto, anche se non risulta che sia mai arrivata una richiesta in questo senso.
(Fonte: Daraa 24, Enab Baladi, Enabbaladi.net)
Senegal-Spagna (Mbour), 2 settembre 2024
Almeno 20 giovani senegalesi, tutti del quartiere di Tefess, nella città costiera di Mbour, sono scomparsi lungo la rotta atlantica nel tentativo di raggiungere le Canarie. Lo hanno denunciato i familiari, allarmati dalla mancanza assoluta di contatti o notizie, a circa 20 giorni dalla partenza. Il cayuco su cui si sono imbarcati ha preso il largo dalla costa di Mbour, 90 chilometri a sud est di Dakar. Le famiglie dei venti giovani non sanno quanti migranti ci fossero a bordo, oltre ai loro figli. “I nostri ragazzi – hanno detto – sono partiti senza alcun preavviso. Ci hanno comunicato la loro decisione per telefono solo quando erano già in mezzo al mare, a nord di Mbour. Da quel momento, silenzio assoluto”. Un silenzio che, dopo circa tre settimane, ha indotto i familiari a dare l’allarme e a lanciare un appello di ricerca, attraverso l’agenzia di stampa Aps, rivolgensi inoltre alle autorità senegalesi. Anche questo appello, tuttavia, è rimasto senza risposte, nonostante sia stato ripreso da vari giornali locali. Senza esito, infine, le ricerche, sia pure sommarie, condotte alle Canarie. C’è da sospettare un ennesimo “naufragio fantasma”, con decine di vittime, oltre ai 20 e più ragazzi di Tefess.
(Fonte: Dakaractu.com)
Libia-Italia (Sabratha), 2 settembre 2024
Ancora 2 migranti morti sulla costa libica tra Zawiya e Sabratha, a ovest di Tripoli, dove a partire dal 26 agosto ne sono affiorati altri 6 (note dei giorni 26-27 e 29: ndr). Erano a breve distanza l’uno dall’altro sulla battigia di una delle spiagge di Sabratha, dove li ha recuperati una squadra della Mezzaluna Rossa, trasferendoli poi nell’obitorio dell’ospedale locale. In totale, dunque, 8 cadaveri su un arco di costa di una ventina di chilometri e nel giro di una settimana, a conferma che deve essersi verificato un naufragio “fantasma” sulla rotta verso l’Italia. Se questa ipotesi ha fondamento, c’è da ritenere che ci siano decine di dispersi.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Algeria-Spagna (Mostaganem), 2 settembre 2024
Dieci vittime (6 migranti morti, 4 dispersi) e due soli superstiti in un naufragio avvenuto nelle acque algerine, al largo di Mostaganem, 80 chilometri circa a est di Orano. La barca – una piccola imbarcazione in fibra di colore blu e bianco, con un motore da 40 cavalli – aveva preso il largo dalla costa di Mostaganem puntando sull’Andalusia. La tragedia è avvenuta poco dopo la partenza: probabilmente a causa delle condizioni meteo e del sovraccarico, lo scafo si è rovesciato e per quasi tutti i giovani harraga a bordo non c’è stato scampo. Le unità di soccorso della Marina hanno recuperato due soli naufraghi ancora in vita e trovato 6 cadaveri: 2 bambini, 1 donna e 3 uomini. Nessuna traccia degli altri 4.
(Fonte: Ong spagnola Cipim Comitato identificazione morti e dispersi)
Algeria-Spagna (Dellys, Boumerdes), 2-3 settembre 2024
Due migranti morti e 2 dispersi in Algeria nel naufragio di una barca poco al largo di Dellys, 66 chilometri a est di Boumerdes e circa 110 da Algeri. Sul natante, un piccolo scafo in fibra, c’erano 21 persone. La tragedia è avvenuta a quanto pare a causa dell’esplosione del motore, che ha investito in pieno tutti i migranti a bordo e danneggiato gravemente lo scafo che, già in precario stato di tenuta a causa del sovraccarico, è affondato rapidamente. I soccorsi sono arrivati da una unità della Marina, che ha recuperato 17 naufraghi, molti dei quali ustionati e feriti, e 2 cadaveri. ,Nessuna traccia degli ultimi due harraga nonostante le ricerche si siano protratte sino al tramonto. I superstiti sono stati sbarcati a Boumerdes: per alcuni è stata necessaria un’assistenza medica per le ferite riportate nell’esplosione o sintomi di annegamento. Quasi tutti i 21 harraga che volevano raggiungere la Spagna sono originari di Timezrit, una città dell’interno, 43 chilometri a sud est di Boumerdes.
(Fonte: Le Matin d’Algerie, Ong spagnola Cipimd)
Repubblica Ceka – Germania (Praga-Dresda), 3 settembre 2024
Una giovane profuga è stata trovata senza vita sul piano di carico di un camion chiuso dove si era nascosta insieme ad altri migranti nel tentaivo di passare il confine tra la Repubblica Ceka e la Germania. La polizia ha fermato l’autocarro sulla strada tra Praga e Dresda, poco prima della linea di frontiera, per una ispezione di routine ma durante i controlli è emerso che nel retro, sigillato dall’esterno, c’erano una trentina di profughi. Probabilmente rinchiusi da molte ore al buio, senza ricambio d’aria, erano quasi tutti allo stremo. In particolare la ragazza, priva di conoscenza, non dava segno di vita: un medico del servizio di emergenza Ascr, fatto arrivare dalla polizia, ha cercato di rianimarla ma ha dovuto constatare che era ormai morta. I sanitari dell’Ascr hanno trovato in cattive condizioni anche tutti gli altri profughi che però, dopo le prime cure, sono stati ugualmente tratti in arresto. Arrestato anche il camionista.
(Fonte: Infomigrants)
Libia-Italia (Qarqarsh, Tripoli), 3-4 settembre 2024
Il mare ha trascinato il cadavere di un migrante sconosciuto sulla spiaggia di Qarqarsh, sul litorale di Tripoli. Su segnalazione della polizia è intervenuta per il recupero una squadra della Mezzaluna Rossa, che ha poi trasferito la salma nell’obitorio dell’ospedale di zona in attesa delle disposizioni della magistratura. Non sono emersi elementi per stabilirne con precisione la provenienza e leircostanze della morte ma non ci sono dubbi che si tratti di un migrante annegato nel tentativo di raggiungere l’Italia, seguendo la rotta di Lampedusa.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Libia-Italia (Tobruk), 3-4 settembre 2024
Un migrante morto e 22 dispersi (23 vittime) nel naufragio di una barca sulla costa della Cirenaica, poco al largo del litorale di Bab al Zaitoun, una quindicina di chilometri a est di Tobruk. A bordo erano in 32, provenienti dall’Egito e soprattutto dalla Siria. Il natante, fortemente sovraccarico rispetto alle dimensioni dello scafo, puntava verso l’Italia, seguendo la rotta che passa a sud di Creta. La tragedia, secondo la ricostruzione effettuata dai volontari di Abreen, un gruppo locale che si occua di assistenza ai migranti, sarebbe avvenuta a causa di un guasto al motore: rimasto in balia del mare, ingovernabile e fortemente sbilanciato dal sovraccarico, lo scafo si è rovesciato, andando rapidamente a fondo. Per i soccorsi è intervenuta una unità della Guardia Costiera di Tobruk, che ha trovato però solo 9 naufraghi ancora in vita e recuperato un cadavere. Nessuna traccia degli altri 22, scomparsi in mare prima dell’arrivo della motovedetta. I superstiti sono stati sbarcati a Tobruk: per tutti è stato necessario il ricovero in ospedale a causa di gravi sintomi di ipotermia e sfinimento.
(Fonte: Africa Express, Migrant Rescue Watch, Infomigrants).
Libia-Italia (Lampedusa), 4 settembre 2024
Ventuno dispersi nel naufragio di una barca salpata dalla Libia e abbandonata per tre giorni alla deriva a poche miglia da Lampedusa. Soltanto 7 i superstiti. Tra le vittime ci sono anche 3 bambini. I 28 a bordo al momento della partenza erano in maggioranza siriani con alcuni sudanesi. Imbarcati lnel pomeriggio di domenica primo settembre, intiorno alle 16, nella zona di Sabratha, 90 chilometri a ovest di Tripoli, hanno navigato per più di un giorno intero, raggiungendo le acque italiane, fino a quando, a causa del mare mosso e delle difficili condizioni meteo, la barca si è rovesciata. Lampedusa era distante appena una decina di miglia ma nelle prime ricostruzioni della tragedia si è detto stranamente che il naufragio era avvenuto nelle acque libiche e addirittura che il relitto sarebbe stato spinto dal vento e dalle correnti fino alle acque italiane, dove mercoledì 4 è stato poi intercettato dalla motovedetta Cp 324 della Guardia Costiera. A far emergere come si sono svolte in realtà le cose sono state le segnalazioni di Alarm Phone e della Ong Sea Watch. La prima ha comunicato che già tre giorni prima dei soccorsi aveva avvisato le centrali Mrcc sia maltese che italiana che a sud di Lampedusa, ma nella zona Sar di Malta, c’era una barca in gravi difficoltà con caratteristiche analoghe a quella poi capovolta e affondata. Ancora più decisiva la testimonianza di Sea Watch, con una documentazione filmata prodotta dall’aereo da ricognizione Sea Bird nella quale si vede, lunedì 2 settembre, la barca ancora in navigazione, sia pure lentamente e molto “bassa” a causa del sovraccarico, e poi, mercoledì 4, la stessa barca ormai semi-affondata poco prima e durante i soccorsi. Non ci sono dubbi che si tratti dello stesso natante, come emerge dal profilo dello scafo, dal colore azzurro e persino dagli abiti di alcuni dei 7 superstiti. Anche Sea Watch, sulla scorta delle segnalazioni di Sea Bird, aveva lanciato vari Sos fin dalla prima intercettazione. Eppure nessuno è intervenuto fino al pomeriggio di mercoledì 4. I naufraghi hanno trascorso dunque oltre due giorni alla deriva. Come hanno riferito i 7 superstiti, quelli che non sono scomparsi in mare subito, hanno cercato di aggrapparsi al relitto ma, con il passare delle ore, quasi tutti sono stati vinti dalla fatica e dal freddo. Per primi i tre bambini, poi via via gli altri. Quando, verso le 16, è arrivata la Cp 324 della Guardia Costiera erano ormai allo stremo, con gravi sintomi di ipotermia, anche i 7 superstiti. L’operazione di soccorso si è conclusa poco dopo le 16,30 quando la motovedetta ha fatto rotta verso il porto di Lampedusa. Nei giorni successivi sono continuate le ricerche dei 21 dispersi. Domenica 8 sono stati recuperati 8 cadaveri, poi trasferiti as Lampedusa. Nessuna traccia degli altri 13. Diverse Ong e altre associazioni hanno sollecitato un’inchiesta alla Procura di Agrigento, prospettando l’ipotesi, quanto meno, di una grave omissione di soccorso: “Sembra profilarsi un altro caso Cutro”, hanno riferito, facendo riferimento al terribile naufragio di un grosso cacicco turco sulle coste calabresi, con circa 100 migranti tra morti e dispersi.
(Fonte: L’Unità, Avvenire, Today, Agrigentonotizie, Agenzia Ansa, Il Giornale di Sicilia, Il Fatto Quotidiano, La Sicilia, Domani, Infomigrants, Al Jazeera)
Marocco-Spagna (Ceuta), 4 settembre 2024
Il cadavere di un migrante è stato trascinato dal mare sulla scogliera al margine di Playa Juan XXIII, a sud del porto di Ceuta. Per recuperarlo è intervenuta una pattuglia del gruppo sommozzatori della Guardia Civil (Geas), che lo ha poi trasferito presso l’obitorio dell’Istituto di Medicina Legale per le indagini e l’autopsia prima della sepoltura. Non sono emersi elementi per l’identificazione ma secondo la polizia si tratta certamente di uno dei tantissimi giovani maghrebini di cui è stata segnalata la scomparsa nel tentativo di raggiungere Ceuta a nuoto da Castillejos, aggirando la linea di frontiera del Tarajal.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Libano-Cipro (Ayia Napa), 5 settembre 2024
Il corpo di un migrante in stato di decomposizione molto avanzato è stato trascinato dal mare su una spiaggia di Ayia Napa, alla base della penisola di Capo Greco, a Cipro, 45 chilometri a est di Larnaca, la baia dove anche in passato sono stati trovati i cadaveri di diversi profughi, soprattutto siriani, annegati fuggendo dal Libano. Secondo la polizia si tratta anche in questo caso della vittima del naufragio di una barca di migranti. A giudicare dalle condizioni della salma, la morte risale a molto tempo prima del ritrovamento. Dopo un primo sopralluogo sul posto, il medico legale Angeliki Papetta ha disposto il trasferimento nell’obitorio dell’ospedale. Non sono emersi elementi utili per l’identificazione.
(Fonte: Cyprus Mail)
Marocco-Spagna (Ceuta), 6 settembre 2024
Tra il 28-29 agosto e il 6 settembre è stata segnalata alla redazione del Faro de Ceuta (oltre che alle autorità spagnole e marocchine) la scomparsa di 15 giovani che hanno tentato di raggiungere Ceuta a nuoto dalla zona del Tarajal. Per uno di loro, Sohaib Lamara, è la seconda denuncia: si tratta del ventenne che era in compagnia dei due gemelli il cui corpo è stato trovato a Nador (note del 24 e del 28 agosto). Di seguito i nomi e la storia degli altri 14 ragazzi.
Az Arab, 22 anni, pugile professionista di Tetouan. Se ne sono perse le tracce dal 26-27 agosto. La sua scomparsa è stata segnalata dalla famiglia e da un gruppo di amici. I familiari erano all’oscuro della sua volontà di raggiungere la Spagna attraverso Ceuta. Secondo alcuni conoscenti potrebbe essere stata una decisione presa all’ultimo momento sulla scia dei messaggi-chiamata pubblicati da Tik Tok.
Omar, 18 anni, berbero. Ha tentato la traversata in un giorno imprercisato dell’ultima settimana di agosto. Aveva comunicato la sua decisione ad alcuni amici, sostenendo di non sopportare più la sua condizione di vita Marocco, specie dopo la morte della madre. Quando se ne sono perse le tracce indossava una maglia del Manchester United. I familiari lo hanno cercato a lungo a Castillejos prima di denunciarne la scomparsa.
Elias, 18 anni, di Chefechaouen. E’ sparito dall’ultima settimana di agosto. I familiari e gli amici, oltre a rivolgersi alle autorità marocchine e spagnole, lo hanno cercato a lungo, lanciando vari appelli sul web e comunicando vari numeri telefonici per eventuali segnalazioni.
Younes Moustade, 17 anni, di Casablanca. Non se ne hanno più notizie dal 28 agosto. Si sa per certo che ha raggiunto Castillejos insieme ad altri due giovani, anch’essi di Casablanca, che però all’ultimo momento avrebbero rinunciato. L’ultima volta che è stato visto indossava una maglia della nazionale spagnola di calcio. La sua famiglia ha saputo della sua decisione di raggiungere Ceuta solo dopo che si è allontanato da casa e lo ha cercato a lungo senza alcun risultato.
Abdelkader Erraqby, 19 anni, originario di una zona rurale del Sud. Se ne sono perse le tracce verso la fine di agosto. La sua scomparsa è stata denunciata dal fratello. Dalla sua città d’origine, situata circa 500 chilometri a sud di Ceuta, sono partiti numeriosissimi giovani, inclusi tanti minorenni, di molti dei quali non si sono più sapute notizie.
Mohamed Said, 22 anni, di Tetouan. Ha tentato la traversata il 29 agosto, partendo da una spiaggia di Castillejos. Era con un amico che però, di fronte alle difficoltà incontrate, ha rinunciato rientrando in Marocco. Mohamed ha scelto di continuare a da quando si è separato dal compagno non se ne è saputo più nulla. A dare per primo l’allarme, non ricevendo notizie, è stato prprio l’amico, che ha avvisato i familiari. Al momento della scomparsa indossava un costume da bagno e una maglietta di colore azzurro.
Ayman Ahqun, 17 anni, provincia di Taounate. Ha tentato la traversata verso la fine di agosto, pochi giorni dopo il suo compleanno. Non si sa se fosse da solo o con altri tragazzi né come fosse vestito. La sua scomparsa è stata segnalata dalla sorella Aya a nome della famiglia, che lo ha cercato invano sia a Castillejos che a Ceuta.
Omar Aki, 17 anni, meccanico di Tangeri. E’ sparito dal 14 agosto. Era la seconda volta che tentava la traversata, sempre dalla zona di Castillejos. La prima volta era stato intercettato dalla polizia ma appena rientrato in Marocco ha subito dichiarato che ci avrebbe riprovato. La famiglia ha subito iniziato a cercarlo, anche lanciando un appello sul web, conm foto e numeri telefonici di recapito.
Mohamed Al Kabawi, 18 anni, di El Jadida. Scomparso dalla seconda metà di agosto. Risulta che se ne è andato da El Jadida, 500 chilometri a sud ovest di Ceuta, sull’Atlantico, insieme a due amici. La sua famiglia non sapeva nulla della sua intenzione di lasciare il Marocco ma dalla zona di El Jadida c’è un flusso enorme dimigranti che cercano di arrivare in Europa. La partenza di Mohamed va inserita evidentemente in questo contesto, ma in pratica non si sa nulla di come si sia organizzato né su quando e con che mezzi abbia organizzato la traversata.
Issam Azzi, di Castillejos. Ha tentato la traversata la notte del 25 agosto, una notte di nebbia fitta durante la quale numerosissimi giovani marocchini hanno preso il largo dalla zona del Tarajal. A Castillejos aveva un lavoro fisso ma non ha esitato ad abbandonarlo per puntare sulla Spagna. La sua famiglia ne ha subito denunciato la scomparsa, diffondendo anche appelli, foto e un numero telefonico di riferimento sul web per facilitare le ricerche.
Yassin, 17 anni, di Casablanca. Se ne è andato di casa nella seconda metà di agosto, raggiungendo Castillejos da Casablanca. Secondo alcune testimonianze ha tentato la traversata la notte del 26 agosto. Da quando ha preso il largo nessuno lo ha più visto. La sua famiglia ha lanciato un appello di ricerca già nei giorni immediatamente successivi, segnalandone la scomparsa alle autorità marocchine e spagnole.
Sofiane Mallah 17 anni, Abdul Qadir 18 anni, Muhammad Kabawi 17 anni, di El Jadida. Sono scomparsi dal 28 agosto quando, arrivati a Castillejos da El Jadida, si sono allontanati insieme in mare per aggirare la barriera del Tarajal. Da quel momento nessuno li ha più visti. Senza esito gli appelli di ricerca lanciati da familiari ed amici.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Libia (Ain Zara), 9 settembre 2024
Un giovane migrante è stato ucciso dai miliziani di guardia mentre tentava di fuggire dal centro di detenzione di Ain Zara, nei sobborghi di Tripoli, dove era rinchiuso. Un suo compagno è rimasto ferito. La notizia è stata diffusa dalla Ong Refugees in Libya, documentata con un video girato di nascosto nel quale si vede il corpo senza vita del giovane disteso a terra, con intorno una grossa pozza di sangue, in una strada polverosa, nei pressi di un muro di recinzione. Stando alla ricostruzione fatta dalla Ong, il ragazzo era stato costretto a fare alcuni pesanti lavori. Dopo alcune ore ha intravisto la possibilità di eludere la sorveglianza ed ha cercato di allontanarsi insieme a un altro detenuto. I miliziani, inseguendoli, non hanno esitato a sparare: uno dei colpi ha raggiunto il ragazzo alla testa, uccidendolo all’istante. Nella nota della Ong non si specifica quale sorte sia toccata al ferito.
(Fonte: Ong Refugees in Libya)
Marocco-Spagna (Ceuta), 9 settembre 2024
Una squadra di sub della Guardia Civil (Geas) ha recuperato il cadavere di un adolescente nella baia di Ceuta all’altezza di Playa del Desnarigado, lungo la costa meridionale della penisola che delimita l’area del porto. Il ragazzo, di età apparente non superiore ai 15 anni, indossava una muta da sub e delle pinne ma aveva anche un galleggiante con il quale evidentemente ha cercato di aiutarsi nella traversata dal Marocco all’enclave spagnola. A giudicare dal punto in cui è stato trovato, deve aver preso il largo dalla zona di Castillejos. Il corpo, dopo un primo esame sul molo della base del Geas, è stato trasferito all’obitorio dell’Istituto di Medicina Legale.
Aggiornamento 25 ottobre. Il ragazzo trovato senza vita a Playa del Dsenarigado si chiamava Mohamed, aveva 14 anni e veniva da una provincia del nord del Marocco. La Guardia Civil è riuscita a identificarlo attraverso alcune fotografie e grazie anche all’aiuto di una Ong che ha rintracciato i familiari.
(Fonte: El Faro de Ceuta. Aggiornamento: El Faro de Ceuta)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 9 settembre 2024
Non si hanno più notizie di un diciottenne marocchino di Castillejos, Ayoub, che ha tentato di raggiungere Ceuta a nuoto. Le sue tracce si sono perse sabato 7 settembre, quando ha preso il largo da una spiaggia vicina alla linea di frontiera con pinne di colore nero ai piedi e indosso una muta da sub nera con decorazioni blu e la scritta “Cressi”. I familiari ne hanno denunciato la scomparsa lunedì 9 settembre, specificando che al collo aveva una catenina con il suo nome inciso su una medaglia e diffondendo sul web alcune foto che lo ritraggono con la muta con cui appunto ha tentato la traversata. La famiglia era al corrente della sua intenzione di arrivare a Ceuta nonostante le difficoltà e il numero crescente di morti e dispersi: “Ayoub non aveva lavoro – hanno detto – Sperava di poterlo trovare in Spagna”.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Senegal-Spagna (Mbour), 9-10 settembre 2024
Strage di migranti nelle acque del Senegal per il naufragio di un grosso cayuco poche miglia al largo di Mbour, una città portuale, con una importante flotta da pesca, circa 80 chilometri a sud est di Dakar. Le stime più attendibili contano circa 180 vittime tra morti e dispersi. Solo 24 i superstiti. La tragedia è avvenuta poco dopo la partenza. Il barcone, per sfuggire ai controlli della polizia, non è partito direttamente dalla terraferma: è rimasto ormeggiato a lungo a una certa distanza dalla riva, in attesa che natanti più piccoli vi trasferissero i migranti, facendo la spola dalla spiaggia. Terminati i trasferimenti, è iniziato il viaggio. Lo scafo stracarico e il mare molto mosso hanno subito reso difficile la navigazione. Il naufragio è maturato in questo contesto, dopo appena 5 chilometri di rotta verso le Canarie. Secondo quanto ha riferito ai cronisti di Press Afrik uno dei supertstiti, per bilanciare lo scafo in difficoltà nel mare mosso il “capitano” avrebbe dato disposizione perché alcuni passeggeri si spostassero ma, presi dal panico, quasi tutti si sarebbero portati sullo stesso lato, provocando di colpo il rinaltamento del barcone. E’ stata la fine per quasi tutti i migranti a bordo. Quando a terra ci si è accorti del naufragio molti erano già scomparsi in mare. I soccorsi organizzati dalla Marina senegalese con l’ausilio anche di un elicottero militare spagnolo, hanno portato al salvataggio prima di 4, poi di 6, infine di 24 naufraghi, tutti in forte stato di ipotermia, a testimonianza che hanno trascorso molto tempo in acqua prima di essere recuperati. Sono stati poi trovati i primi cadaveri, molti in mare perto, alcuni trascinati dalla corrente fin quasi a riva. Secondo le stime della polizia sono 40 i corpi recuperati, ma secondo Babacar Sengor, il presidente del Consiglio Locale per la Pesca Artigianale (Clpa), sono 89. Molte decine i dispersi. Secondo alcune stime a bordo c’erano “più di 150 persone”, incluse oltre 20 donne e diversi bambini. Ma i superstiti parlano di almeno 200 e questa cifra complessiva è stata confermata anche dall’ex primo ministro Amina Toure. Tenendo conto allora dei 24 superstiti e degli 89 cadaveri recuperati, i dispersi risultano come minimo 87, per un totale di 176 vittime tra morti accertati e naufraghi di cui non è stata trovata più traccia. Il “capitano” e proprietario del cayuco, Cheikh Sall, è riuscito a salvarsi ed è stato arrestato dopo 24 ore nel contesto dell’inchiesta aperta dalla Procura di Mbour. Gran parte delle vittime sono senegalesi della regione di Mbour, ma non mancano giovani provenienti da altri paesi subsahariani.
(Fonte: Press Afrik, Associated Press, Rfi, Dakaractu, Le Quotidien, La Provincia Canarias, El Diario, Tv5 Monde, Infobae, Swiss Info, Alarm Phone, Sud Quotidien, Agenzia Aps)
Bosnia (Sarajevo e Bihac), 11 settembre 2028
Due migranti sono rimasti uccisi in violenti scontri tra gruppi rivali di trafficanti e degli stessi migranti. Lo ha comunicato l’undici settembre un funzionario dell’ufficio stranieri governativo, Zarko Laketa, specificando che si tratta di due episodi distinti, avvenuti nei giorni precedenti: il primo a Sarajevo e il secondo a Bihac, 300 chilometri più a nord est, vicino al confine con la Croazia. Distinti ma riconducibili – ha precisato – al clima di crescente violenza che si registra lungo la rotta balcanica bosniaca: “I migranti arrivano in Bosnia da vari paesi dell’Asia, del Medio Oriente e dell’Africa. In particolare da Afghanistan, Siria, Pakistan e Marocco. Le relazioni tra di loro non sono buone e spesso sfociano in veri e propri scontri, con la partecipaizone di gruppi armati: è così che sono maturati gli omicidi a Sarajevo e a Bihac”, probabilmente anche a causa dei contrasti tra le varie organizzazioni di trafficanti che promettono di trasferire i migranti nell’Unione Europea. Il funzionario non ha aggiunto particolari su come sono maturati e si sono svolti con precisione i due omicidi, ma sono frequenti le segnalazioni di sparatorie tra i vari clan di trafficanti che si contendono il ricco “mercato” dell’emigrazione irregolare nei Balcani, dal confine dell’Evros fra Grecia e Turchia fino alle frontiere dell’Unione Europea.
(Fonte: Infomigrants)
Libia (Umm Al Aranib), 12 settembre 2024
Nel corso di un pattugliamento nel Sahara una squadra di militari del Ga Central Support ha trovato il cadavere di un giovane migrante subsahariano, adagiato accanto ad alcune palme, non lontano dall’area della centrale elettrica. Non si è riusciti a stabilire come l’uomo sia arrivato fin lì. Appare scontato, però, che deve essere morto tentando di attraversare il deserto verso la costa di Tripoli, distante da quel punto oltre 950 chilometri: probabilmente è caduto da un pick up in transito o comunque è stato abbandonato dai trafficanti a cui si era affidato. A giudicare dall’avanzato stato di degrado, la morte risale a parecchi giorni prima del ritrovamento. Dopo i primi sopralluoghi sul posto il procuratore di zona ha fatto trasferire la salma nell’obitorio del più vicino ospedale.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Niger (Siguidine, Sahara), 12 settembre 2024
Un’equipe del soccorso nel deserto del Kaouar ha trovato i corpi di almeno 2 migranti subsahariani lungo una pista poco battuta della zona di Siguidine, un piccolo centro in pieno Sahara, punto di sosta e rifornimento lungo l’itinerario che conduce al confine con la Libia. Si tratta senza dubbio di persone che si sono perse o sono state abbandonate nel deserto mentre da Agadez si dirigevano verso la frontiera libica. I due cadaveri giacevano rannicchiati sulla sabbia, l’uno accanto all’altro, senza nulla intorno o nei pressi. Non è stato possibile identificarli né risalire alle circostanze in cui sono arrivati in quel punto. L’unica cosa certa è che la morte è molto antecedente al giorno della scoperta. Non è da escludere che nella zona ci siano altre vittime
(Fonte: Alarm Phone Sahara)
Algeria-Niger (Assamaka), 12 settembre 2024
Sette migranti morti nel Sahara nigerino nel mese di maggio, poco oltre il confine algerino, in seguito agli arresti e alle deportazioni di massa oltre la frontiera meridionale, in pieno deserto, effettuate dal governo di Algeri. E’ quanto risulta dai rapporti di Alarm Phone Sahara ripresi il 12 settembre in una pubblicazione della rivista Melting Pot. Si tratta di due episodi distinti, avvenuti in tempi diversi ma nella stessa zona e con la stessa “matrice”. Il primo con 5 vittime, il secondo con 2.
Cinque morti. La tragedia si è svolta tra il 9 e il 13 maggio, durante una delle operazioni di espulsione più violente operate dalla polizia algerina nel 2024, con centinaia di migranti condotti al confine, dopo il posto di frontiera di In Guezzam, costretti ad entrare in territorio nigerino e abbadonati a se stessi nel Sahara, a una distanza di oltre 15 chilometri da Assamaka, il centro abitato del Niger più vicino. I 5 che hanno perso la vita facevano parte probabilmente di uno dei convogli “non ufficiali”, quelli meno controllati. Erano già corse voci, sulla base dei racconti di alcuni dei migranti espulsi, che di più di qualche compagno, “rimasto indietro” lungo le piste verso Assamaka, si erano perse le tracce. Il servizio di Melting Pot conferma ora che 5 hanno trovato la morte nel deserto, senza mai arrivare ad Assamaka e senza essere intercettati dai servizi di assistenza di Alarm Phone Sahara.
Due morti. Le vittime sono due fratelli subsahariani. La loro storia è stata ricostruita da Francois Ibrahim, dell’equipe di Alarm Phone Sahara di base ad Assamaka. Deportati anche loro nella prima metà di maggio dall’Algeria insieme a un terzo fratello, erano riusciti a raggiungere Assamaka. Dopo alcuni giorni i tre hanno deciso di tornare indietro per tentare di rientrare in Algeria, ma non sono mai arrivati a varcare il confine. Allarmato dalla loro assenza e dalla mancanza di notizie, un quarto fratello ha avvertito i volontari di Alarm Phone e, noleggiato un veicolo, ha organizzato una missione di ricerca nel deserto. Seguendo varie piste, i tre ragazzi sono stati troavati ma per due di loro era ormai troppo tardi. Il terzo, ancora in vita, sia pure allo stremo delle forze, è stato riportato ad Assamaka ed è riuscito a riprendersi.
(Fonte: Alarm Phone Sahara, Melting Pot).
Tunisia-Italia (Monastir), 12-13 settembre 2024
La Guardia Costiera tunisina ha recuperato al largo di Monastir, sulla rotta per Lampedusa, i corpi di 6 migranti subsahariani: un bambino e 5 donne. A riferire la notizia, ripresa e poi diffusa dall’agenzia Reuters, è stato il procuratore Farid Ben Jha, che però non ha fornito alcun particolare né sul ritrovamento delle salme né sulle operazioni di ricerca né, tantomeno, sulla data e le circostanze del naufragio. Potrebbe essersi trattato di un “naufragio fantasma” scoperto solo dopo la scoperta dei cadaveri in mare ma appare certamente strano che non sia stato trovato alcun uomo e comunque c’è da credere che ci siano dei dispersi il cui numero resta però imprecisato.
(Fonte: Agenzia Reuters, Infomigrants, Us News, Lbc Lebanon, Myjonline, Ground, Asharq al Awsat)
Marocco-Spagna (Tetouan-Castillejios-Ceuta), 12-13 settembre 2024
Non si hanno più notizie di due giovani marocchini – Mohamed Said Hadiq 17 anni e Mohamed Didous 19 anni – che hanno tentato di raggiungere Ceuta a nuoto. Residenti entrambi a Tetouan, una quarantina di chilometri a sud dell’enclave spagnola, hanno raggiunto Castillejos e da qui, la sera di martedì 10 settembre, hanno preso il largo. Indossavano entrambi una muta da sub di colore nero con decorazioni gialle ed erano muniti di pinne. Al contrario di quasi tutti, che iniziano la traversata dai punti più vicini possibile alla linea di frontiera, i due amici sembra abbiano scelto Plage Riffine, quasi 5 chilometri più a sud. Da quel momento nessuno li ha più visti. Le famiglie hanno dato l’allrme tre gionri dopo, lanciando un appello di ricerca anche attraverso la redazione de El Faro de Ceuta e diffondendo sul web foto e numeri telefonici.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Marocco-Spagna (Beni Ensar, Nador), 13 settembre 2024
Il mare ha trascinato il corpo di un migrante sulla spiaggia di Bouqana, nel municipio di Beni Ensar, provincia di Nador. Avvistata da alcuni abitanti del porto, la salma è stata recuperata e rimossa dalla Protezione Civile, che la ha poi trasferita presso l’obitorio dell’ospedale Hassani di Nador. Secondo la polizia si tratta di un marocchino annegato nel tentativo di raggiungere a nuoto l’enclave spagnola di Melilla, partendo probabilmente dalla zona denominata Miami Beach. Stando agli esami medici la morte risale a poche ore prima della scoperta del cadavere.
(Fonte: Nadorcity.com)
Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 14 settembre 2024
Sessanta vittime in un naufragio al largo della Tunisia sulla rotta per Lampedusa. Solo 4 i superstiti. La tragedia è emersa grazie all’agenzia Ebrima Migrants Situation: nessuna informazione ufficiale da parte delle autorità tunisine. Si sa per certo che la barca è partita dal litorale di Sfax, località Km 19. I 64 migranti a bordo, tra cui 4 donne e 2 bambini, erano tutti gambiani. Poche miglia di navigazione e poi il ribaltamento e il naufragio, probabilmente a causa del mare mosso e del grave sovraccarico rispetto alle dimensioni dello scafo. Nonostante la non grande distanza dalla riva, i soccorsi sarebbero arrivati molto in ritardo, come sembra dimostrare, del resto, il fatto che ci siano appena 4 supertsiti, tutti uomini, sbarcati nel porto di Sfax. L’agenzia Ebrima ha anche pubblicato immagini dello sbarco.
(Fonte: Ebrima Migrants Situation, Refugees in Libya, sito web Jihed)
Marocco-Spagna (Castillejos), 15 settembre 2024
Un ragazzo, quasi certamente marocchino, è annegato nel tentativo di raggiungere Ceuta a nuto aggirando la barriera del Tarajal. Il suo corpo senza vita, affiorato verso mezzogiorno sulla battigia di una spiaggia di Castillejo, qualche chilometro a sud della frontiera, è stato recuperato dalla Protezione Civile e, dopo una prima ispezione medico-legale sul posto, trasferito nell’obitorio dell’ospedale di Tetouan. Non sono emersi elementi per poterlo identificare.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Marocco-Spagna (Arkman), 16 settembre 2024
Il corpo di una migrante è stato depositato dal mare sulla battigia della spiaggia di Arkman, poco più di 25 chilometri da Nador e una trentina da Melilla. Lo stato di degrado è risultato così avanzato, con la testa staccata dal tronco e perduta in mare, che a malapena si è potuto stabilire che si tratta di una donna. Nessun elemento per l’identificazione ma, secondo la polizia e la magistratura, non ci sono dubbi che si tratti di una migrante annegata tentando di arrivare in Spagna, forse nel naufragio di una barca o cadendo in mare da uno dei motoscafi phantom veloci dei contrabbandieri come si è già verificato in altri casi. Su disposizooone del procuratore i resti sono stati trasferiti nell’obitorio dell’ospedale Hassani di Nador per l’autopsia.
(Fonte: Ariffino, Nadorcity.com)
Libia-Italia (costa Tripoli-Sabratha, Misurata e Tobruk), 17 settembre 2024
Tra domenica 8 settembre e sabato 14 sono stati recuperati i cadaveri di 7 migranti lungo la costa libica. Lo riferisce il rapporto settimanale 8-14 settembre della sede libica dell’Oim. Uno era sul litorale di Tobruk, in Cirenaica (giovedì 12), due a est di Tripoli, rispettivamente nell’area di Qarqarsh (domenica 8) e a Misurata (giovedì 12) e gli altri 3 a ovest di Tripoli, nello stesso tratto di costa di circa 20 chilometri dove tra il 26 agosto e il 2 settembre erano già affiorati 8 corpi, una circostanza che rafforza il sospetto di un “naufragio fantasma”, con un numero imprecisato di vittime, sulla rotta per Lampedusa. I ritrovamenti di Qarqarsh e di Zawiya, zona di Sorman, sono stati segnalati, attraverso il sito Migrant Rescue Watch, anche dalla Guardia Costiera libica.
(Fonte: Rapporto Oim Libia 8-14 settembre, Migrant Rescue Watch)
Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 17 settembre 2024
Diciassette migranti scomparsi in mare in un naufragio al largo della Tunisia sulla rotta per Lampedusa. La barca è partita dal litorale a nord di Sfax, grossomodo all’altezza del villaggio improvvisato di migranti situato al chilometro 19. A bordo c’erano 47 persone, tutte di origine subsahariana. Ha navigato per poche miglia prima di affondare, verosimilmente a causa del sovraccarico e delle condizioni del mare. I soccorsi sono arrivati da alcuni pescatori tunisini, che hanno tratto in salvo 30 persone. Dalle autorità tunisine non sono arrivate notizie ufficiali sulla tragedia: la notizia è stata diffusa sul web Marino Dubois Officiels 2 ma una conferma è arrivata dai familiari di uno dei migranti a bordo, Nde Mikam Idriss, 22 anni, profugo dal Cameroon, che sabato 20 marzo hanno riferito della partenza, martedì, della barca naufragata e lanciato un appello di ricerca, diffondendo anche sul web alcune foto nella speranza di facilitare una eventuale identificazione.
(Fonte: Marino Dubois Officiels 2)
Turchia-Grecia (Samos), 17-18 settembre 2024
Un migrante è annegato calandosi fuoribordo nelle acque dell’isola greca di Samo dalla barca con cui era arrivato dalla Turchia insieme ad un’altra trentina di profughi, tra cui 7 donne e 8 minori. Il natante, un motoscafo veloce, salpato dalla costa turca del distretto di Kusadasi, è comparso nei radar della Guardia Costiera greca nelle prime ore del mattino mentre navigava verso la costa nord occidentale dell’isola. Per intercettarlo si è mossa una motovedetta che lo ha raggiunto poco dopo intimando l’alt. Secondo quanto hanno riferito le autorità greche i due turchi che lo pilotavano hanno ignorato l’ordine, cercando di avvicinarsi di più alla costa e costringendo poi i 31 migranti a bordo a gettarsi in acqua. Subito dopo sono ripartiti a forte velocità, salvo essere raggiunti mentre erano ancora nelle acque greche. Ventisette dei migranti sono riusciti a raggiungere a nuoto la riva, dove li ha poi trovati la polizia. Altri 3 li ha individuati e recuperati in mare la Guardia Costiera, mentre l’ultimo, un uomo di giovane età, quando è stato raggiunto era ormai privo di vita. Il cadavere è stato sbarcato nel porto di Samo. I 30 naufraghi sono stati trasferiti nel centro accoglienza dell’isola.
(Fonte: Efsyn, Ekathimerini, Infomigrants)
Marocco-Spagna (Agadir-Canarie), 17-18 settembre 2024
Almeno 4 morti – tre giovani di 24, 30 e 31 anni e un sedicenne – nel naufragio di un gommone nelle acque del Marocco occidentale, sulla rotta per le Canarie. Il natante ha preso il largo martedì 17 settembre da una spiaggia di Agroud, 45 chilometri a sud ovest di Agadir, puntando presumibilmente verso Lanzarote, l’isola dell’arcipelago spagnolo più vicina a quel tratto di costa marocchino, a oltre 400 chilometri di distanza. La tragedia è avvenuta dopo poche miglia di navigazione, probabilmente a causa delle cattive condizioni meteo e delle onde alte e violente che hanno rovesciato lo scafo. Unità della Marina marocchina, intervenute per i soccorsi insieme a un elicottero da ricognizione della Gendarmeria, hanno recuperato 4 corpi ormai senza vita ma le ricerche sono continuate per raggiungere il relitto e individuare eventuali altri naufraghi. C’è da pensare che ci siano anche dei dispersi ma le autorità marocchine non ne hanno fatto cenno, non fornendo informazioni nemmeno su quanti migranti presumibilmente erano a bordo. Il numero delle persone eventualmente scomparse resta dunque imprecisato, ma di certo non ci sono superstiti.
(Fonte: Nadorcity.com)
Egitto-Libia (derna), 18 settembre 2024
Undici migranti egiziani sono morti e altri 15 sono rimasti feriti in un incidente stradale avvenuto lungo la strada del deserto cirenaico. Entrati clandestinamente in Libia nella zona del valico di Sollum, erano su un pulmino proveniente dalla frontiera che procedeva a forte velocità verso ovest. Avevano già percorso quasi 300 chilometri dalla linea di confine quando, poco prima di Derna, l’autista ha perso il controllo della guida e l’automezzo è finito fuori strada, ribaltandosi. Quando sul posto sono arrivati la polizia e i primi soccorsi, undici dei 26 migranti erano ormai morti. Tutti gli altri sono stati trasferiti negli ospedali di Derna, due in condizioni critiche. I feriti più leggeri, dopo le prime cure, sono stati arrestati. Subito avviate attraverso il consolato di Bengasi le procedure per il rientro in Egitto delle salme delle undici vittime.
(Fonte: Libya Review)
Tunisia (Sfax-Kasserine), 19 settembre 2024
Una giovane migrante subsahariana è morta di sete e di stenti dopo essere stata deportata dalla zona di Sfax nel deserto, ai margini del confine con l’Algeria. La sua fine orrenda, avvenuta intorno al 14-15 agosto, è emersa dall’inchiesta pubblicata dal Guardian sulle brutalità subite dai migranti per volontà del governo tunisino, supportato dalle politiche e dai finanziamenti dell’Unione Europea. I reporter del quotidiano britannico hanno appreso la storia da uno dei testimoni intervistati, Mohamed, un migrante originario della Guinea incontrato a El Amra, la zona rurale dove centinaia di migranti si sono rifugiati da Sfax, in una situazione estremamente precaria, dopo una serie di pogrom subiti da scalmanati aizzati dalla politica governativa e le continue retate della polizia. A Sfax le ispezioni e le retate continuano anche dopo la fuga in massa: tutti i migranti incontrati vengono arrestati. “Solo le donne – ha riferito Mohamed – hanno il coraggio di muoversi, magari per procurarsi le cose essenziali per la vita quotidiana. Il mese scorso una mia amica, incinta di sette mesi, si è recata in centro per fare la spesa. A un posto di blocco la polizia l’ha fermata, costringendola a salire su un furgone e deportandola poi al confine con l’Algeria. Per giorni ha implorato un po’ d’acqua per sé e per il bambino che aveva in grembo. Il suo corpo è stato trovato vicino a Kasserine, a faccia in giù nella sabbia…”. Oltre a questo caso, che conosce direttamente, Mohamed sostiene che almeno 50 dei suoi compagni sono stati arrestati e deportati e di questi 5 risulterebbero scomparsi.
(Fonte: The Guardian)
Tunisia-Lampedusa (Sfax), 19 settembre 2024
Alcuni pescatori tunisini il 15 luglio hanno recuperato un teschio al largo di Sfax. Pochi giorni prima nelle loro reti erano rimasti impigliati 4 corpi: tre uomini e una donna morti sulla rotta per Lampedusa. Lo ha riferito uno di loro, Ahmed, ai cronisti del Guardian, autori dell’inchiesta sulle disastrose condizioni dei migranti in Tunisia pubblicata il 19 settembre. Il suo racconto è stato poi ripreso da Osservatorio Repressione in un servizio pubblicato il 21 settembre. “Da lontano – ha detto Ahmed – sembrava un pallone da calcio che galleggiava nell’acqua. Quando ci siamo avvicinati abbiamo scoperto che era una testa umana: gli occhi divorati dai pesci, probabilmente recisa dal corpo da una barca di passaggio. Era il 15 luglio. In altri giorni abbiamo trovato gambe. A volte un braccio. Una mattina abbiamo recuperato un corpo, poi un altro e un altro ancora. Infine un quarto, quello di una giovane donna con i capelli lunghi…”. I cadaveri, in avanzato stato di degrado, sono stati portati a terra. Nessuna è stato identificato. Sono stati sepolti in tombe anonime etichettate come “africani”.
(Fonte: The Guardian, Osservatorio Repressione)
Libia-Italia (Ras al Tim, Cirenaica), 19-20 settembre 2024
Un giovane sudanese è annegato durante le operazioni di blocco di un barcone carico di migranti condotte da agenti del dipartimento investigativo criminale (Cid). Il natante, con a bordo 72 egiziani, pachistani, sudanesi e yemeniti, è stato bloccato al largo della Cirenaica, all’altezza del litorale compreso tra Ras al Tin e Al Tamimi, 300 chilometri circa a est di Bengasi. Nel trambusto seguito all’intercettazione pare che alcuni siano caduti in acqua. Tra questi il giovane sudanese, che è annegato prima che potessero raggiungerlo. Gli altri 71, sbarcati ad Al Tamimi, sono stati trasferiti nel centro di detenzione di Qanfoudah, nei sobborghi di Bengasi.
(Fonte: Migrantre Rescue Watch)
Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 20 settembre 2024
Almeno 11 migranti morti in un naufragio nelle acque tunisine sulla rotta per Lampedusa. E’ accaduto mercoledì 18 settembre ma la notizia è emersa solo due giorni dopo, grazie ad organizzazioni umanitarie locali. Nessuna informazione dalle fonti ufficiali tunisine. La barca aveva preso il largo dal litorale a nord di Sfax. A bordo erano in 84, provenienti da vari paesi subsahariani. La tragedia è avvenuta poche miglia dopo la partenza. A dare l’allarme sono stati gli equipaggi di alcuni pescherecci, che hanno tratto in salvo più di 70 naufraghi e recuperato 11 corpi ormai senza vita. I superstiti sono stati sbarcati a Sfax. Alcuni sono stati ricoverati per ipotermia. Due sono riusciti a fuggire prima di essere consegnati alla polizia per evitare il rischio (come è accaduto a centinaia di migranti subsahariani) di venire deportati nel deserto al confine con la Libia o l’Algeria, ma 51 sono stati arrestati. I cadaveri delle vittime sono stati trasferiti nell’obitorio dell’ospedale di Sfax in attesa delle disposzioni della magistratura.
(Fonte: Ebrima Migrant Situazion)
Senegal-Spagna (Mbour-Canarie), 22-23 settembre 2024
Oltre 150 morti su un grosso cayuco rimasto alla deriva per più di 40 giorni dopo essere salpato da Mbour, in Senegal, sulla rotta per le Canarie. Il barcone è stato avvistato casualmente nel pomeriggio di domenica 22 circa 70 chilometri a nord di Dakar e a meno di 200 dal litorale da cui era partito. A dare l’allarme è stata una barca di pescatori che, vedendo il cayuco flottare in balia delle correnti, si sono avvicinati scoprendo che a bordo erano ammassati decine di cadaveri in avanzato stato di decomposizione. Dalla base della Marina di Dakar è stata mobilitata una motovedetta veloce, la Cayor, che giunta sul posto ha preso a rimorchio il barcone, conducendolo in un’ala del porto appositamente isolata, dove i corpi sono stati sbarcati e trasferiti nell’obitorio di uno degli ospedali di zona. La notte stessa di domenica 22 sono iniziate le indagini per ricostruire la tragedia, cercando di identificare le vittime e stabilirne la provenienza. E’ così emerso che il cayuco era salpato da Mbour verso le Canarie la notte tra il 12 e il 13 agosto. A bordo, secondo le testimonianze raccolte, c’erano più di 150 migranti. Quasi la metà venivano dal Gambia: in particolare, un gruppo di 67 (44 uomini e 23 donne) da Mandinari, una città sull’estuario del fiume Gambia. Sono stati proprio i familiari di questo gruppo i primi a segnalare la scomparsa del cayuco. Stando a quanto ha appurato l’organizzazione Ebrima Migrants Situation, il progetto originario di questi 67 era di imbarcarsi in Gambia, nella zona della stessa Mandinari, ma sono sorti dei problemi che li hanno indotti a spostarsi in Senegal, fino a Mbour (circa 200 chilometri più a nord), dove hanno preso posto, insieme a più di altri 80 migranti, quasi tutti senegalesi, sul grosso cayuco che ha preso il mare verso le Canarie tra il 12 e il 13 agosto. Poco dopo la partenza se ne sono perse le tracce. In mancanza di notizie e di qualsiasi tipo di contatti, poco più di dieci giorni dopo alcune famiglie di Mandinari hanno lanciato un appello di ricerca, rivolgendosi anche a Ebrima. La prima nota risale al 25 agosto. Altre ne sono seguite nei giorni e nelle settimane successive, sempre senza risultato. La notizia è stata poi ripresa dai siti di diversi attivisti africani e da alcune emittenti radio locali. Tra il 9 e il 10 settembre, quattro settimane dopo la partenza, i familiari ed Ebrima hanno ribadito di non essere riusciti a stabilire alcun contatto: di sicuro il cayuco non risultava arrivato alle Canarie né che fosse stato magari intercettato lungo la rotta, all’altezza della Mauritania o del Marocco. Nessuna traccia anche nelle due settimane successive. “Ho provato anche io a contattare la barca senza riuscirci – ha dichiarato Ebrima a radio King Fm – E so purtroppo che se una barca passa più di 15 giorni in mare senza essere rintracciata, possiamo concludere che non ci sia più…”. La conferma della tragedia si è poi avuta il pomeriggio di domenica 22. Appare evidente che il barcone deve aver perso la rotta rimanendo in balia del mare: una agonia di settimane che non ha lasciato supertstiti. A parte la trentina di corpi ritrovati a bordo, gli altri sono stati evidentemente affidati all’oceano dai migranti ancora in vita, fino a quando sono morti tutti. Resta da capire, tuttavia, che cosa sia accaduto con precisione. Le Canarie distano da Mbour oltre 1.800 chilometri ma il barcome è stato trovato in una zona di mare ancora relativamente vicina al porto di partenza, non più di 150-200 chilometri. C’è da pensare, allora, che la strage sia maturata non molto tempo dopo l’inizio della lunga rotta verso nord: un calvario di oltre 40 giorni in pieno Atlantico durante il quale tutte le persone a bordo sono morte giorno per giorno di sete e di stenti, senza riuscire a stabilire alcun contatto per chiedere aiuto.
(Fonte: Dakaractu, Ebrima Migrants Situation, Associated Press, Agenzia Reuters, Alarm Phone, News Central, The Economic Times, El Diario, Cridem, Herr Fatou, Biran Gaye di Foroya, Buba Gagigo)
Turchia-Grecia (Aghios Isidoros, Samo), 23 settembre 2024
Quattro donne sono morte nel naufragio di un gommone carico di migranti nelle acque di Samos. Il canotto, partito dal litorale del distretto turco di Didim con a bordo più di 30 persone, è arrivato nelle prime ore del mattino sulla costa nord occidentale dell’isola, all’altezza del villaggio di Aghios Isidoros. Il mare era molto mosso e spiravano forti venti. La tragedia è avvenuta a circa 150 metri dalla riva, mentre si stava per tentare l’approdo, reso difficili dalle condiizoni meteo. L’allarme è stato dato da un abitante del posto, che ha visto il natante rovesciarsi dopo aver urtato forse contro degli scogli ed ha avvertito la Guardia Costiera. Dal porto di Samos, distante circa 70 chilometri, sulla costa orientale dell’isola, sono arrivate sul posto tre motovedette, coadiuvate da un elicottero militare e da una unità privata, la prima ad intervenire. I soccorritori sono riusciti a trarre in salvo 5 naufraghi e nel corso della mattinata hanno recuperato prima tre e poi un quarto corpo senza vita, tutti di donne. Altri 25 naufraghi sono stati trovati a riva, sulla spiaggia che erano riusciti a raggiungere da soli a nuoto. Le operazioni sono proseguite sino al tramonto. Non risulta che ci siano dispersi.
Aggiornamento 24 settembre. C’è anche un migrante disperso oltre alle 4 donne annegate. Le vittime sono dunque 5 in totale. Si sospettava fin dall’inizio che qualcuna delle oltre 30 persone a bordo del gommone fosse scomparsa in mare ma la conferma si è avuta dalle dichiarazioni dei superstiti quando nella serata di lunedì 23 settembre, tenendo conto delle persone tratte in salvo, di quelle giunte a riva a nuoto e dei 4 corpi recuperati, ci si è resi conto che mancava ancora un uomo. Senza esito le ricerche condotte anche nella giornata di martedì 24.
(Fonte: Efsyn, Agenzia Reuters, Associated Press, Ekathimerini, Swiss Info, El Watan. Aggiornamento: Ana Mpa, Ekathimerini, Aegean Boat Report)
Libia-Italia (Garabulli), 24-25 settembre
Il cadavere di un migrante sconosciuto è affiorato la sera di martedì 24 settembre su una spiaggia di Garabulli, poco più di 60 chilometri a est di Tripoli. Su segnalazione della polizia, lo ha recuperato una squadra della Mezzaluna Rossa, che lo ha poi trasferito nell’obitorio di un ospedale di Tripoli, in attesa delle decisioni della magistratura per l’inumazione. Nessuna indicazione ufficiale sulla possibile provenienza ma due giorni prima, domenica 22, ad Alarm Phone era arrivata la notizia di diverse vittime in un naufragio avvenuto proprio al largo di Garabulli. Anche su questo naufragio Tripoli non ha fornito alcuna informazione e la stampa libica non risulta che ne abbia parlato, ma il ritrovamento di quella salma la sera del 24 potrebbe essere la conferma della tragedia, anche se resta sconosciuto il numero complessivo delle eventuali vittime tra morti e dispersi.
(Fonte: Migrant Rescue Watch, Alarm Phone)
Tunisia-Italia (Chebba e Salakta), 25 settembre 2024
I cadaveri di 13 migranti susahariani sono stati trovati in mare, presumibilmentre da barche di pescatori, al largo della costa orientale della Tunisia, nel tratto di 20 chilometri circa tra Chebba (a sud) e Salakta (a nord). Per il recupero è intervenuta una motovedetta della Guardia Costiera di Madhia. Lo ha comunicato nella giornata di mercoledì 25 Farid Ben Jha, portavoce della Procura di Madhia e Monastir, specificando che è stata aperta un’inchiesta per ricostruire la tragedia ma senza fornire alcun altro dettaglio. C’è da credere che si tratti delle vittime di un naufragio fantasma avvenuto sulla rotta per Lampedusa ma del quale non si è saputo nulla fino a quanto non sono affiorati quei 13 corpi. Dato il punto del ritrovamento, è verosimile che la barca affondata sia partita dal litorale di Sfax, 90 chilometri circa a sud di Chebba. Ignoto il numero delle persone a bordo e, dunque quello preciso dei dispersi.
(Fonte: Avvenire, Agenzia Reuters, Dakaractu)
Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 25 settembre 2024
Due migranti dispersi in un naufragio in prossimità di Lampedusa. La barca, uno scafo in metallo lungo 7 metri, era partita da Sfax la notte tra lunedì 23 e martedì 24 settembre, verso l’una. A bordo erano in 57, provenienti da Guinea Konakry, Liberia, Mali, Senegal e Sierra Leone. Verso le 12 di mercoledì è giunta all’altezza di Capo Ponente, sulla costa occidentale di Lampedusa. Ad avvistarla sono state due imbarcazioni private, le quali hanno subito notato che era in difficoltà. Lo scafo, che imbarcava acqua e appariva sbilanciato, poco dopo infatti si è rovesciato di colpo. I primi soccorsi sono arrivati dagli equipaggi delle due barche che hanno dato l’allarme, lanciando cime, galleggianti e salvagente in mare per offrire un appiglio ai naufraghi. Poco dopo sono arrivate tre motovedette della Guardia Costiera e due della Guardia di Finanza. L’operazione si è conclusa con il recupero di 55 persone ma alcuni superstiti, prima ancora di essere sbarcati al molo Favarolo, hanno comunicato che mancavano due dei loro compagni. Le ricerche si sono protratte, senza esito, fino al tramonto.
(Fonte: Agrigentonotizie, Avvenire, Agenzia Ansa, Il Giornale di Sicilia)
Marocco-Spagna (Tan Tan – Canarie), 26 settembre 2024
Ancora una strage nel naufragio di uno zodiac sulla rotta per le Canarie: 59 vittime. Si sono salvate soltanto 2 donne. Il gommone era partito giovedì 19 settembre dal litorale di Tan Tan, oltre 200 chilometri a est di Tarfaya, il punto della costa marocchina più vicino all’arcipelago spagnolo, puntando verso Lanzarote o Fuerteventura. Tra le 61 persone a bordo, 16 donne, una bambina, due bebè e 42 uomini. Venerdì 20 se ne sono perse le tracce e alcuni familiari hanno lanciato l’allarme, rivolgendo alla Ong Caminando Fronteras e poi alla piattaforma di soccorso Alarm Phone. Gli appelli si sono ripetuti nei giorni successivi, insieme a quelli per altre due barche a loro volta salpate dal Marocco e sparite nell’Atlantico. L’ultima segnalazione della scomparsa è stata fatta verso le 12,30 di giovedì 26. Meno di quattro ore dopo a Helena Maleno, della Ong Caminando Fronteras, è arrivata la notizia della tragedia, scoperta da alcuni pescatori che hanno trovato le due donne superstiti sul relitto dello zodiac, finito diverse decine di chilometri a sud di Tarfaya, nelle acque di El Aaiun. Il naufragio, a quanto pare, sarebbe avvenuto almeno due o tre giorni prima: nessuno si è accorto di nulla e per i 61 migranti a bordo non c’è stato scampo. Solo le due donne hanno avuto la forza di resistere al freddo e allo sfinimento, aggrappate ai resti del canotto, che le correnti hanno spinto a sud di Tarfaya, Lanzarote e Fuerteventura: sbarcate ormai allo stremo ad Al Aaiun, sono state entrambe ricoverate.
(Fonte: Helena Maleno Caminando Fronteras, Alarm Phone, El Diario, Ebrima Migrants Situation, La Provincia Canarias)
Turchia-Grecia (Bodrum-Kos), 27 settembre 2024
Una migrante è annegata nel naufragio di uno zodiac nelle acque di Kos. Il gommone, di piccole dimensioni, partito con 16 persone a bordo dalla costa turca di Bodrum, distante meno di 10 chilometri, è arrivato prima dell’alba nella zona sud orientale dell’isola e si è rovesciato di colpo mentre stava tentando di accostare, forse a causa delle condizioni del mare e del sovraccarico. Quando sono arrivati i soccorsi dal porto di Kos la donna era ormai priva di vita. Gli altri 15 naufraghi sono stati recuperati da motovedette della Guardia Costiera e sbarcati a Kos. Per due, in forte stato di ipotermia e con sintomi di annegamento, è stato necessario il ricovero in ospedale.
(Fonte: Ekathimerini, Infomigrants, Ana Mpa)
Tunisia (Al Amra, Sfax), 27 settembre 2024
Un migrante subsahariano è morto, verosimilmente di stenti e sfinimento, nel campo improvvisato di Al Amra che ospita centinaia di disperati 30 chilometri a nord di Sfax. Il suo corpo, trovato nell’alloggio di fortuna dove aveva cercato rifugio, è stato rimosso dalla polizia. Non risultano comunicati ufficiali delle autorità tunisine: la notizia è stata riferita dalle Ong Refugees in Tunisia e Refugees in Libya, che hanno più volte denunciato le condizioni terribili a cui sono costretti i migranti subsahariani in Tunisia, specie dopo l’evacuazione forzata da Sfax e da altre città, seguita non di rado da veri e propri pogrom. Appena tre giorni prima della scoperta del cadavere, Alarm Phone Sahara aveva lanciato un annesimo appello per chiedere un minimo di assistenza per i migranti confinati ad Al Amra e quelli deportati dalla polizia al sud, nel deserto, ai confini con la Libia e con l’Algeria.
(Fonte: Refugees in Libya, Refugees in Tunisia, Alarm Phone Sahara)
Marocco-Spagna (Tan Tan-Tarfaya-Canarie), 27-28 settembre 2024
Ventiquattro vittime (tra cui 7 donne e una bambina) nel naufragio di un grosso zodiac sulla rotta tra il Marocco e le Canarie. Il gommone è uno dei tre segnalati come dispersi dopo il 20 settembre dalla Ong Caminando Fronteras. Salpato dal litorale di Tan Tan con 62 persone a bordo, puntava verso Tarfaya, 200 chilometri più a ovest e, da qui, su Lanzarote o Fuerteventura, le isole più vicine alla costa marocchina. I timori che fosse naufragato si sono rafforzati quando si è scoperto che il primo dei tre zodiac scomparsi era affondato, con due sole donne superstiti, trovate da alcuni pescatori al largo di Al El Aaiun (nota del 26 settembre: ndr). La conferma è arrivata ad Helena Maleno, portavoce di Caminando Fronteras, tra venerdì 27 e sabato 28. La tragedia è avvenuta nelle acque di Tarfaya. A dare l’allarme sono stati ancora una volta dei pescatori. I soccorsi sono valsi a trarre in salvo 38 naufraghi, tra cui 10 donne, sbarcati a Tarfaya dove per alcuni è stato necessario il ricovero in ospedale. Nessuna speranza di ritrovare in vita gli altri 24, tutti di origine subsahariana come i superstiti.
(Fonte: Helena Maleno Ong Caminando Fronteras, El Diario)
Mauritania-Spagna (El Hierro), 28 settembre 2024
Cinquantasette vittime nel naufragio di un cayuco con a bordo 84 migranti nelle acque di El Hierro, l’isola più occidentale delle Canarie: 9 cadaveri recuperati e 48 dispersi. Il barcone, partito da Nouadibù, nel nord della Mauritania, intorno adomenica 22 settembre, ha navigato per quasi una settimana, fino ad arrivare in vista di El Hierro: verso l’1,30 – come ha riferito la Ong Caminando Fronteras, che lo ha appreso da uno dei familiari – da bordo più di qualcuno ha telefonato a casa di vedere ormai la costa, anche se il motore si era bloccato. E forse proprio il guasto al motore è alla base della tragedia: rimasto senza controllo, con il mare piuttosto agitato, il cayuco si è rovesciato. L’allarme è scattato verso le 3 del mattino. Dal porto di La Restinga, distante 4 chilometri, e da Tenerife sono partite tre unità del Salvamento Maritimo e della Guardia Civile (la salvamar Mizar, la guardamar Caliope e il buque Heroinas de Salvora), alle quali si è unito un elicottero per le ricerche, ma si è riusciti a trarre in salvo solo 27 naufraghi, due dei quali, in condizioni molto gravi, sono stati evacuati a Tenerife da un altro elicottero mentre 25 sono stati sbarcati a El Hierro. Nulla da fare per gli altri 57: inizialmente sono stati recuperati 7 cadaveri, poi altri 2. Quelli scomparsi nell’Atlantico risultano dunque 48. Sia le vittime che i supertsiti sono di origine subsahariana, provenienti da Mali, Gambia, Guinea e Mauritania.
Aggiornamento 29 settembre. Ci sono altri 6 dispersi rispetto ai 48 calcolati nelle prime ore dopo il naufragio. E’ emerso dalle testimonianze dei sopravvissuti, secondo i quali a bordo del cayuco erano complessivamente in 90 e non 84. Le vittime risultano dunque, in totale, 63, pari a 9 corpi recuperati e 54 scomparsi in mare. Si sono precisate meglio, inoltre, le circostanze della tragedia. Quando il barcone è arrivano nelle acque di El Hierro da due giorni erano esaurite le scorte d’acqua e di cibo e da quache ora era ingovernabile perché il motore non funzionava più, non è chiaro se per un guasto o perché era finito il carburante. Anche questo deve aver contribuito al naufragio. La vista delle prime motovedette di soccorso ha provocato a bordo una grande agitazione: molti si sono spostati tutti insieme su un lato compromettendo l’assetto dello scafo, che si è rovesciato di colpo senza che il “capitano”, non funzionando il motore, potesse attuare alcuna manovra per cercare di rimetterlo in sesto. Le ricerche dei dispersi sono continuate senza esito per l’intera giornata di domenica 29 settembre. In previsione dell’eventuale recupero di almeno parte delle salme dei 54 dispersi, in ogni caso, sull’isola sono state predisposte, sul molo di La Estaca, nuove celle frigorifere. Si tratta, come hanno pubblicato concordi tutti i media spagnoli, della “più grande tragedia migratoria” di sempre accaduta nelle acque delle Canarie.
(Fonte Helena Maleno Ong Caminando Fronteras, El Diario, Efe Canarias, Canarias7, Europa Press, Alarm Phone. Aggiornamento: Helena Maleno, La Provincia, Canarias7, El Diario)
Marocco-Spagna (Martil-Castillejos-Ceuta), 28 settembre 2024
Un adolescente marocchino originario di Martil, 30 chilometri a sud di Castillejos, è scomparso nel tentativo di raggiungere Ceuta a nuoto. Secondo quanto hanno riferito i familiari alla redazione del quotidiano El Faro de Ceuta, ha fatto perdere le sue tracce dal 9 settembre, quando se ne è andato da casa diretto a Castillejos, alle soglie della linea di confine con l’enclave spagnola, per cercare di passare via mare dall’altra parte. La famiglia ha atteso invano per giorni sue notizie e poi ha cominciato a cercarlo, denunciandone la scomparsa, ma non risulta né rientrato in Marocco né arrivato a Ceuta. Nulla anche dal servizio telefonico istituito dalle autorità spagnole per fornire informazioni sui minorenni intercettati. Da qui la decisione di lanciare un appello di ricerca anche attraverso la stampa e i siti web.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Marocco-Spagna (Nador-Melilla), 28 settembre 2024
I corpi di 2 migranti sono affiorati in mare a sud-ovest della baia di Melilla, nelle acque marocchine del municipio di Driush, 40 chilometri a ovest di Nador. Segnalati da vari abitanti del posto, la Ong Association Marocaine Droits Humains ne ha documentato la presenza con un video inserito sul suo sito web, sollecitando, oltre che il recupero, anche una inchiesta. Secondo i primi accertamenti e le verifiche fatte dalla stessa Ong, potrebbe trattarsi di due dei circa 20 migranti che giovedì 26 settembre hanno tentato di arrivare a Melilla su uno zodiac. Il canotto è stato intercettato da una motovedetta della Guardia Civil verso le 17,30 mentre cercava di accostare in una zona appartata della baia, per procedere allo sbarco. Vedendo la polizia che si avvicinava, da bordo hanno iniziato una serie di manovre per sottrarsi alla cattura fino a quando sono stati fermati in prossimità del porto. Durante la fuga, però, parecchie delle persone a bordo si sono gettate in acqua, per tentare di raggiungere la riva a nuoto e dileguarsi. Alla fine, tra quelli presi in mare e quelli a bordo dello zodiac, sono stati catturati una ventina di giovani, identificati ed espulsi in Marocco dal varco di Beni Ensar la notte tra giovedì 26 e venerdì 27. La documentazione prodotta dalla Ong marocchina, però, induce a credere che ci siano stati almeno 2 morti tra i numerosi ragazzi che si sono gettati fuoribordo all’arrivo della Guardia Civil.
Aggiornamento 29-30 settembre. All’obitorio dell’ospedale Hassani di Nador sono stati portati i corpi di 2 migranti recuperati nelle acque di Driush, sul litorale di Al Chaabi. Uno è stato identificato dalla gendarmeria: si tratta di un giovane marocchino, Elias Al Azawi, proveniente dal villaggio di Beni Sidal, 17 chilometri a est di Nador. Da un esame più approfondito del video pubblicato dalla Ong Association Droits Humains, tuttavia, emerge che i cadaveri affiorati erano 3: uno più distante dalla costa e più vicini altri 2, uno dei quali a poche decine di metri da una scogliera. Anche il quotidiano online Nadorcity.com, citando la Ong, parla di “alcuni corpi” (dunque più di due) flottanti in mare e la stessa Ong ha comunicato che ci sono dei dispersi: “Alcune famiglie sono ancora alla ricerca dei loro figli che erano tra i passeggeri dello zodiac e che non sono ancora stati trovati”.
(Fonte: Ong Association Marocain Droits Humains, El Faro de Melilla, Nadorcity.com. Aggiornamento: Association Droits Humains, Nadorcity.com)
Bosnia-Serbia (Frontiera sulla Drina), 30 settembre 2024
Elias Lamarti (Lmaarti), un migrante marocchino di 29 anni, risulta disperso nel tentativo di attraversare la Drina lungo il confine tra la Bosnia e la Serbia. Lo hanno comunicato lunedì 30 settembre i familiari, rivolgendosi alla Ong Caminando Fronteras, dopo aver perso ogni contatto con il giovane da quasi una settimana. Stando alle informazioni fornite alla Ong, Elias ha percorso dalla Turchia la rotta balcanica fino in Bosnia, deciso a proseguire entrando in Serbia e da qui in Croazia, nell’Unione Europea. Non è stato specificato dove abbia tentato di superare a nuoto la Drina, che segna per un lungo tratto la linea di frontiera serbo-bosniaca. Uno dei punti dove i tentativi sono più frequenti è quello in prossimità delle città frontaliere di Drina River in Bosnia e di Ljubovija in Serbia, dove tra il 21 e il 22 agosto numerosi migranti sono annegati nel naufragio di una barca partita dalla riva bosniaca. Rivolgendosi alla Ong i familiari hanno lanciato un appello di ricerca, fornendo recapiti telefonici per eventuali comunicazioni e fotografie che potrebbe facilitare un riconoscimento.
(Fonte: Helena Maleno Ong Caminando Fronteras)
Tunisia-Italia (Jerba), 30 settembre 2024
Almeno 25 vittime su una barca carica di migranti andata a fuoco e poi naufragata nelle acque della Tunisia sud-orientale, poco al largo dell’isola di Djerba: 12 corpi recuperati e un minimo di 13 dispersi. Il natante, con a bordo almeno 57 persone tra cui donne e bambini, aveva preso il largo dalla costa tra Zarzis e Djerba sulla rotta per Lampedusa. La tragedia è avvenuta poco dopo la partenza, nella parte meridionale del golfo di Gabes: a bordo si è sviluppato un incendio e poco dopo la barca è naufragata. L’allarme è stato lanciato da quattro naufraghi che sono riusciti a rgagiungere la riva a nuoto. Per i soccorsi – ha riferito Fethi Baccouche, portavoce della Procura di Medenine che conduce le indagini – sono intervenute varie unità della Guardia Costiera ma per decine di persone era ormai tardi. Secondo il rapporto di Mustafa Abdelkebir, presidente dell’Osservatorio Tunisino per i Diritti Umani, sono stati recuperati 12 cadaveri (tra cui quelli di 2 donne, di un neonato di 9 mesi e di 3 bambini sotto i 5 anni) e tratti in salvo 32 naufraghi: 25 uomini e 7 donne. I dispersi risultano dunque 13, che salirebbero a 16 se fosse confermata la notizia che a bordo c’erano 60 e non 57 persone. Tranne 2 marocchini, sia le vittime che i superstiti sono tutti tunisini.
(Fonte: Osservatorio Tunisino Diritti, Association Terres Pour Tous, Al Jazeera, Agenzia Reuters, Tap News Agency, Dakaractu.com, Ebrima Migrants Situation)
Libia-Italia (Sabratha-Zawiya e Tobruk), 30 settembre 2024
I cadaveri di 5 migranti sono affiorati in tratti diversi della costa libica tra il 22 e il 28 settembre. E’ quanto risulta dal rapporto settimanale dell’ufficio Oim di Tripoli pubblicato tra il 30 settembre e il primo ottobre. Due sono stati trovati a ovest di Tripoli, sull’arco di litorale di 20 chilometri tra Sabratha e Zawiya dove tra la fine di agosto e le prime settimane di settembre ne sono stati trovati altri 11, tanto da indurre a ritenere che ci sia stato un naufragio “fantasma” di cui le autorità libiche non hanno dato notizia. Ancora 2 sono stati recuperati sabato 28 settembre sulle spiagge di Tobruk, 1.300 chilometri più a est: non è stato possibile identificarli né stabilirne la provenienza, ma si tratta evidentemente di vittime di un naufragio avvenuto sulla rotta che dalla Cirernaica punta verso la Sicilia. Il quinto, infine (già registrato: ndr), è quello emerso sulla costa di Garabulli martedì 24 settembre.
(Fonte: Rapporto Oim Libya 22-28 settembre)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 30 settembre – 1 ottobre 2024
Altri quattro giovani, tre marocchini e un algerino, risultano dispersi nel tentativo di entrare in Spagna raggiungendo Ceuta da Castillejos. La loro scomparsa, avvenuta in momenti e circostanze diverse, è stata segnalata alla redazione del quotidiano El Faro de Ceuta dai familiari dopo che sono rimaste senza esito tutte le ricerche condotte presso le autorità spagnole e marocchine. Il più giovane è Marwan Harrandou, meno di 20 anni, residente a Rincon, una trentina di chilometri a sud di Ceuta. Le sue tracce si sono perse da domenica 29 settembre. Si sa per certo che ha preso il largo insieme ad alcuni amici che nuotando lo hanno perso di vista e poi, giunti a riva, hanno dato l’allarme. Di Muhammad Maayashm, ventunenne, non si ha più notizia da venerdì 20 settembre. Ha cercato di superare la linea di frontiera via mare subito dopo che era rientrata la mobilitazione delle polizie spagnola e marocchina per i tentativi di ingresso in massa da parte di gruppi di giovani harraga in gran parte marocchini. I familiari hanno atteso qualche giorno e poi, in mancanza di notizie, hanno dato l’allarme. E’ sparito da venerdì Yasser Charbal, 22 anni, algerino della provincia di Jiel, 320 chilometri a est di Algeri. Alcuni amici hanno detto che, quando si è allontanato, indossava una muta da sub di colore azzurro e nero e pinne da sub. Di Soufian Ramli, 25 anni, non si sa più nulla da un mese e mezzo. La sua famiglia, oltre a cercarlo in Marocco, ha preso contatto con tutti i centri accoglienza di Ceuta e si è rivolta anche alla polizia marocchina, pensando che potesse essere stato arrestato, ma non ne ha trovato traccia. Per tutti sono stati pubblicati appelli e foto anche sul web.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Libia-Italia (Qarqarsh (Tripoli), 1 ottobre 2024
Il cadavere di un migrante è affiorato sul litorale di Qarqarsh, 8 chilometri a ovest di Tripoli e una quarantina a est di Zawiya. Su segnalazione della polizia, è stato recuperato da una squadra della Mezzaluna Rossa, che lo ha trasferito nell’obitorio dell’ospedale di zona in attesa delle disposizioni della magistratura per le eventuali indagini e l’inumazione. Non sono emersi elementi per poterlo identificare o per stabilirne la provenienza, ma appare scontato che si tratti di un migrante morto dopo essersi imbarcato sulla rotta verso l’Italia. Nella stessa zona a stato trovato il cadavere di un altro migrante circa due settimane prima, il 17 settembre.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Libia-Italia (Zuwara), 2 ottobre 2024
Sette vittime (3 cadaveri recuperati e 4 dispersi) nel naufragio di un gommone sulla rotta tra la Libia e Lampedusa. Il canotto è partito la notte di lunedì primo ottobre, poco dopo l’una, dal litorale di Zuwara. A bordo erano in 75, di cui 14 gambiani e gli altri provenienti da Senegal, Nigeria, Etiopia e Sudan. Verso le 10 di martedì 2 ottobre, mentre era nella fascia settentrionale della zona Sar libica, una delle camere stagne ha cominciato a sgonfiarsi e lo scafo a imbarcare acqua. Ancora un po’ e c’è stato il naufragio. Fortunatamente quasi tutti i migranti a bordo avevano un giubbotto di salvataggio, ma i soccorsi sono arrivati solo dopo più di cinque ore dall’equipaggio di un peschereccio tunisino, che ha avvistato casualmente il relitto circondato da decine di naufraghi e li ha tratti in salvo. Per 7, però, era ormai tardi: 3, tutti gambiani, sono stati recuperati senza vita e gli altri 4 (un senegalese, un nigeriano e 2 di nazionalità sconosciuta) erano scomparsi in mare senza che nessuno dei compagni potesse aiutarli. Dopo le operazioni di salvataggio il peschereccio si è messo in contatto con la Guardia Costiera libica e ha trasbordato tutti i supertsiti su una motovedetta, che li ha condotti a Tripoli, dove sono stati lasciati liberi.
(Fonte: Ong Refugees in Libya, Ebrima Migrants Situation)
Libia-Italia (Ayn el Gazalah, Tobruk), 2 ottobre 2024
Il mare ha trascinato il cadavere di un migrante sconosciuto su una spiaggia di Ayn El Gazalah, nel golfo di Bomba, a ovest di Tobruk, Cirenaica. Segnalato da alcuni abitanti del posto, è stato recuperato dalla Mezzaluna Rossa e trasferito nell’obitorio di un ospedale di Tobruk, a disposizione della magistratura. Secondo la polizia si tratta di uno dei migranti scomparsi nel naufragio di una barca diretta verso l’Italia avvenuto circa una settimana prima del ritrovamento. Sui particolari del naufragio, però, non è stata fornita alcuna informazione: circostanze, cause, morti o dispersi, ecc. In sostanza, un altro “naufragio fantasma” con un numero imprecisato di vittime.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Libia-Italia (Al Mutrad, West Zawiya), 2-3 ottobre 2024
I cadaveri di tre migranti sono stati portati dal mare su un tratto di costa rocciosa all’altezza di Al Mutrad, una ventina di chilometri a ovest di Zawiya e circa 70 da Tripoli. Dopo un primo sopralluogo della polizia, per il recupero è intervenuta la Mezzaluna Rossa, che li ha trasferiti nell’obitorio dell’ospedale di zona a disposizione della magistratura per le indagini. Non sono emersi elementi utili per l’identificazione né per stabilirne la provenienza, ma dalla fine di agosto sul litorale tra Zawiya e Sabratha sono emersi altri 13 cadaveri di migranti e tutto lascia pensare a un naufragio fantasma sulla rotta per Lampedusa. Le autorità libiche non hanno mai fornito informazioni dettagliate, limitandosi a segnalare il ritrovamento delle salme.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Marocco-Spagna (Bni Chiker-Melilla), 3 ottobre 2024
Due fratelli marocchini – Jawad Khaled e Hamid Khaled – risultano dispersi nel tentativo di raggiungere Melilla a nuoto. La loro scomparsa risale a circa la metà di agosto ma la notizia è emersa solo dopo un mese e mezzo, il 3 ottobre, quando i familiari hanno lanciato un appello di ricerca rivolgendosi alla Ong Association Marocaine Droits Humains. Si sa per certo che sono partiti insieme dalla spiaggia di Cara Blanca, nel municipio di Bni Chiker, distante una ventina di chilometri dalla linea di confine con l’enclave spagnola. Secondo familiari, amici e la stessa Ong hanno scelto un punto così lontano e, dunque, molto più rischioso, per non incappare nei controlli della polizia marocchina, che ha blindato tutta una vasta area intorno alla frontiera per intercettare gli “harraga” che tentano di superarla via mare o via terra. Da quel momento nessuno ne ha saputo più nulla.
(Fonte: Ong Association Marocaine Droits Humains)
Senegal-Mauritania-Spagna (rotta Canarie), 4 ottobre 2024
Ottantacinque migranti, in gran parte senegalesi, sono morti nel naufragio di un cayuco “parallelo” a quello del barcone affondato il 28 settembre nelle acque di El Hierro (nota del 28 settembre) costato la vita a 63 persone. La tragediasi è consumata poco prima di quella accaduta ad El Hierro ma se ne è avuta notizia solo il 4 ottobre grazie alle segnalazioni provenienti da numerosi paesi del dipartimento senegalese di Goudiry (Senegal orientale, oltre 600 chilometri a est di Dakar) dove viveva buona parte delle vittime, oltre che sulla base del racconto di alcuni superstiti del cayuco intercettato il 28 settembre. I due cayucos sono partiti nelle stesse ore, il 22 settembre, dal litorale di Noauadibù, nel nord della Mauritania. Da quel momento se ne sono perse le tracce fino a quando uno, verso le 3 del mattino del 28 settembre, è arrivato ad appena 4 chilometri da El Hierro, dove, in balia del mare a causa di un guasto al motore, si è rovesciato durante le operazioni di soccorso. Del secondo, scomparso in mare senza superstiti, non si è saputo nulla fino a quando non ne hanno parlato alcuni dei naufraghi salvati nelle acque di El Hierro. “Siamo partiti dalla Mauritania per la Spagna il 22 settembre – ha riferito ad alcuni cronisti di vari media senegalesi un ragazzo originario del comune di Dianké Makhan – Eravamo più di 180 persone a bordo di due piroghe. Ci siamo persi per strada. La nostra piroga ha trascorso sei giorni in mare prima di vedere le coste spagnole. Siamo rimasti tutti quei giorni senza mangiare né bere. Quando la nostra piroga si è rovesciata sono morti anche 21 giovani che conoscevo personalmente. Erano tutti del distretto di Dianké Makhan. Ma tutti gli occupanti dell’altra barca, che aveva 85 persone a bordo, sono morti. C’erano anche qui giovani del quartiere di Dianké e di Tambacound”. La testimonianza ha trovato conferma nelle dichiarazioni di numerose famiglie del dipartimento di Goudiry le quali dal 22 settembre non hanno più avuto notizie di numerosi ragazzi, uomini e donne, salpati sulla rotta delle Canarie. La maggior parte delle vittime, oltre che da Dianké Makhan e Tambacound, viene dai villaggi di Gouta, Kothié e Dougue, piccoli centri situati in un raggio di un centinaio di chilometri da Goudiry, un’area estremamente povera dalla quale – segnalano i media senegalesi – sono anni che si registrano partenze in massa di giovani. “Qui non c’è nulla che possa trattenere le persone – ha dichiarato ai cronisti di Le Quotidien un ragazzo – Per questo, qualunque cosa accada, i giovani continueranno ad andarsene, nella speranza di una vita migliore”. Dalle autorità senegalesi non sono arrivate notizie ufficiali. Tenendo conto che i superstiti del naufragio di El Hierro sono 27 e che a bordo dei due barconi, secondo i testimoni, c’erano in tutto almeno 180 persone, il numero complessivo delle vittime dovrebbe arrivare a oltre 150: una delle tragedie dell’emigrazione più pesanti del Senegal.
(Fonte: Jeral.net, Senenews, Sunu Jotaay, Juubal.com, Dakarmidi.net, Le Quotidien)
Croazia (Novska, Zagabria), 5 ottobre 2024
Un profugo è rimasto ucciso e almeno altri 25 feriti in un furgone finito fuori strada in Croazia a pochi chilometri dal confine con la Bosnia. Morto anche l’autista. Il minibus, con targa tedesca, veniva dalla frontiera bosniaca, probabilmente dalla zona intorno al posto di controllo croato di Jasenovac, uno dei punti dove sono più frequenti gli arrivi dei migranti dalla Bosnia lungo la rotta balcanica, poco più di 10 chilometri a sud della piccola città di Novska, in Croazia. Il furgone stava appunto superando Novska, per imboccare la strada per Zagabria, quando è incappato in un posto di blocco della polizia. Vedendolo sovraccarico, gli agenti hanno subito intimato l’alt ma l’autista, anziché fermarsi, ha accelerato, dando inizio a un lungo inseguimento. La fuga si è conclusa quando, in prossimità di una curva, a causa della forte velocità, l’uomo alla guida ha perso il controllo e il minibus si è schiantato contro il muro di una casa, al margine della carreggiata. Tutti i migranti a bordo sono rimasti feriti. Uno è morto mentre gli prestavano i primi soccorsi. L’autista è stato trovato senza vita al posto di guida. Nove dei feriti sono stati ricoverati in condizioni gravi.
(Fonte: Fmt, Il Piccolo, Agenzia Ansa, Nampa)
Italia (Palermo), 6 ottobre 2024
Un migrante tunisino è rimasto schiacciato sotto un tir, nel porto di Palermo, nel tentativo di entrare di nascosto in Italia. Si tratta di un uomo sui trent’anni che la sera di sabato 5 settembre è riuscito a imbarcarsi clandestinamente sulla nave Splendid, il ferry di linea della società Grandi Navi Veloci (Gnc) in servizio tra lo scalo di La Goulette, a Tunisi, e la Sicilia. Al momento dello sbarco a Palermo, verso l’alba di domenica 6, si è nascosto sotto un autoarticolato, aggrappandosi ad appigli di fortuna, in modo da superare non visto i controlli di frontiera ma, durante le manovre tra la nave e l’area porturale, deve aver perso la presa ed è finito sotto le ruote, che lo hanno travolto senza lasciargli scampo. I sanitari del 118 intervenuti sul posto non hanno potuto che constatarne la morte. Le indagini sono state condotte dalla Capitaneria.
(Fonte: Il Giornale di Sicilia, Palermotoday, Il Corriere di Palermo, Agenzia Ansa, Sicilia Report)
Libia-Italia (Tobruk), 7 ottobre 2024
Tra il primo e il 4 ottobre sono stati recuperati sulla costa libica i cadaveri di 8 migranti sconosciuti. Ne dà notizia il rapporto periodico dell’ufficio Oim di Tripoli relativo alla settimana tra il 29 settembre e il 5 ottobre. Ai casi già noti riscontrati nella zona a ovest di Tripoli, 1 a Qarqash e 3 a Zawiya (note del primo e del 2-3 ottobre) e del litorale di Ain al Gazalah, a ovest di Tobruk (nota del 2 ottobre) ne vanno aggiunti altri tre (2 il tre ottobre e 1 il giorno quattro). Anche questi sono affiorati sulle spiagge del golfo di Bomba, a ovest di Tobruk, il tratto di costa dove, in occasione del ritrovamento del 2 ottobre, la polizia ha fatto riferimento a un naufragio avvenuto circa una settimana prima sulla rotta verso l’Italia, senza tuttavia fornire particolari su cause, circostanze, numero delle vittime accertate o di eventuali dispersi. Le salme sono state trasferite nell’obitorio dell’ospedale di Tobruk in attesa della conclusione delle indagini della magistratura.
(Fonte: Rapporto Oim 29 settembre – 5 ottobre)
Libia-Italia (Lampedusa), 7 ottobre 2024
Un giovane siriano è morto durante la traversata dalla Libia a Lampedusa. Era con altri 43 profughi/migranti su una barca di 7 metri salpata dalla costa a ovest di Tripoli. I compagni, allo sbarco sul molo Favarolo, hanno riferito alla polizia che aveva avuto un grave malore e non c’era stato modo di aiutarlo. Sulla barca sono stati rinvenuti dei farmaci, fra cui alcuni specifici per il diabete, che gli appartenevano e gli amici hanno fatto presente che era anche cardiopatico. Secondo il medico legale che ha effettuato l’ispezione cadaverica nell’obitorio del cimitero di Cala Pisana, la morte (avvenuta circa 15 ore prima dell’esame) è da attribuire ad un arresto cardiaco dovuto verosimilmente ad asfissia.
(Fonte: Agrigentonotizie, Il Giornale di Sicilia)
Algeria-Spagna (Tlemecen-Almeria), 7 ottobre 2024
Un harraga algerino è morto durante la traversata verso la Spagna. Era su una barca salpata dalla costa di Tlemecen, circa 150 chilometri a ovest di Orano, e rimasta alla deriva, dispersa, per almeno tre giorni. Con lui c’erano altri 16 migranti, tutti algerini. A segnalare la scomparsa del natante sono stati alcuni familiari dei migranti, che si sono rivolti alla Ong spagnola Cipimd, la quale a sua volta ha lanciato l’allarme, sollecitando una operazione di ricerca. I soccorsi sono arrivati da una motovedetta del Salvamento Maritimo che lunedì 7 ottobre ha avvistato la barca diverse miglia al largo di Almeria. Il cadavere è stato scoperto al momento del trasbordo dei naufraghi. E’ probabile che il giovane sia stato ucciso da una crisi diabetica perché a bordo non aveva l’insulina che assumeva regolarmente. Molto provati anche i supertsiti, feriti da ustioni chimiche e in stato di ipotermia. Per alcuni, dopo lo sbarco nel porto di Almeria, è stato necessariomorto il ricovero all’ospedale Torrecardenas.
(Fonte: Ong Comitato identificazione migranti morti e dispersi Cipimd)
Algeria-Spagna (Tipasa-Mainorca), 11 ottobre 2024
Undici migranti algerini morti su una barca trovata al largo delle Baleari dopo essere rimasta alla deriva per undici giorni. Tre soli i superstiti dei 14 che erano a bordo. Il natante – uno scafo in fibra di colore bianco e blu, con un motore fuoribordo da 40 cavalli – è partito all’alba del primo ottobre da una spiaggia di Tipasa, 70 chilometri a ovest di Algeri, puntando verso le Baleari. Da quel momento se ne sono perse le tracce. Il primo allarme è stato lanciato il 3 ottobre, dopo che alcuni familiari dei 14 harrraga, in mancanza di contatti, si sono rivolti alla Ong spagnola Cipimd e alla piattaforma di soccorso Alarm Phone. Le ricerche non hanno dato esito, anche perché, a quanto pare, non sono stati impiegati aerei o elicotteri da ricognizione pur essendo molto vasta l’area di mare da esplorare. Nulla fino al primo pomeriggio di venerdì 11 ottobre, quando la barca è stata casualmente avvistata alla deriva dall’equipaggio di un veliero privato, circa 185 chilometri a sud di Minorca. A bordo c’erano solo tre persone, tutte ormai allo stremo: due quindicenni (Sidi Gilas e Wael) e un ventunenne (Abdalhak, che sono stati prelevati da un elicottero spagnolo e trasferiti d’urgenza nell’ospedale universitario di Maiorca in stato di grave ipotermia e disidratazione. Gli altri 11 sono scomparsi in mare.
(Fonte: Ong Comitato identificazione morti e dispersi Cipimd e Helena Maleno)
Libia-Italia (Hamidiyah e Zawiya), 11-12 ottobre 2024
I cadaveri di due migranti sconosciuti sono affiorati sulla costa libica nell’area di Tripoli. Il primo è stato avvistato venerdì 11, a breve distanza dalla riva, all’altezza del faro di Hamidiya, 20 chilometri circa a est di Tripoli. Segnalato al comando della Coastal Security da alcuni abitanti del posto, è stato recuperato dalla Mezzaluna Rossa e trasferito nell’obitorio dell’ospedale di zona, in attesa del completamento delle procedure legali prima della sepoltura. Il secondo è stato trovato l’indomani, sabato 12, nei pressi di Zawiya, 40 chilometri a ovest di Tripoli, lungo lo stesso arco di circa 20 chilometri di litorale, fino a Sabratha, dove a partire dalla fine di agosto il mare ha trascinato numerosi altri corpi privi di vita di migranti subsahariani rimasti senza nome. Per il recupero è intervenuta anche in questo caso la Mezzaluna Rossa, che ha poi trasportato la salma nell’obitorio del Teaching Hospital di Zawiya. Si ritiene che entrambi i migranti siano annegati sulla rotta tra la Libia e Lampedusa.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Algeria-Spagna (Orano-Garrucha), 13 ottobre 2024
Tre migranti morti su un gommone semirigido veloce rimasto alla deriva per diversi giorni sulla rotta tra l’Algeria e la Spagna. In salvo gli altri 29 migranti che erano a bordo. Partito da Orano, del natante non si è saputo nulla fino alla mattina di domenica 13 ottobre quando, intorno alle 10,15, il centro di coordinamento del Salvamento Maritimo di Cartagena ha comunicato a quello di Almeria di aver ricevuto una confusa segnalazione sulla presenza in mare di una imbarcazione, fornendo un numero telefonico con cui stabilire eventualmente un contatto e le coordinate approssimative della presunta posizione, in un punto non ben definito, circa 80 chilometri al largo della costa tra Cabo de Gata e il porto di Garrucha, 90 chilometri a nord est di Almeria. Falliti tutti i tentativi di collegarsi a quel numero, il servizio di salvamento di Almeria ha mobilitato la nave più vicina a quella zona, la portacontainer Nysted Maersk, bandiera di Hong Kong, in navigazione tra Algeciras e Haifa, che dopo qualche ora ha confermato di aver avvistato un gommone di colore nero con numerose persone a bordo. Ricevute le coordinate esatte, da Almeria è partita per i soccorsi la guardamar Polimnia, che è arrivata in zona verso le 16,15, scoprendo che a bordo dello zodiac, oltre alle persone segnalate dalla Nysted Maersk, c’erano anche tre cadaveri. Le salme, recuperate dalla Polimnia, sono state sbarcate ad Almeria insieme ai 29 superstiti, tutti uomini adulti algerini, molto provati ma per i quali, tranne uno, non è stato necessario il ricovero in ospedale.
(Fonte: Agenzia Efe, La Voz de Almeria, Europa Press, Ong Cipimd)
Pakistan-Mauritania-Spagna (Nouakchott-Nouadhibou), 13 ottobre 2024
Quattro giovani Pakistani sono morti soffocati nella stiva della nave dove si erano nascosti nel tentativo di raggiungere la Spagna. I loro corpi senza vita sono stati trovati nel porto della Mauritania (non è chiaro se Noukchott o Nouadhibou) dove ha fatto sosta il cargo, del quale peraltro i media non riferiscono né il nome né la bandiera di appartenenza. Le autorità della Mauritania si sono limitate a comunicare il ritrovamento dei 4 corpi, senza fornire particolari. I contorni della tragedia sono venuti almeno in parte alla luce solo grazie al fatto che una delle vittime aveva dei documenti che ne hanno consentito l’identificazione e alcuni giornali pakistani hanno potuto così rintracciarne i familiari. Si tratta di un giovane di 22 anni, Abu Huraira, residente a Jinnah Colony, nel dipartimento di Wazirab, circa 180 chilometri da Lahore, sposato da meno di due anni. Secondo quanto hanno riferito i parenti era partito dal Pakistan da un mese circa con l’intenzione di raggiungere la Spagna. Ad aiutarlo a nascondersi sulla nave sarebbe stato un “agente” di nome Usman. Da allora non se ne è saputo più nulla fino a quando domenica 13 ottobre il suo corpo e quelli dei suoi tre compagni sono stati scoperti in Mauritania nel corso di un controllo nella stiva.
(Fonte: Cridem, Ary News, The Express Tribune, Pro Pakistani Pk, Peoplepakistan, Pakistantoday, Geopolitical Report)
Libia-Italia (Janzour-Lampedusa), 15 ottobre 2024
Almeno 24 migranti morti in un naufragio 10 miglia al largo di Janzour, sulla rotta per Lampedusa. La barca aveva preso il largo dal litorale a ovest di Tripoli, presumibilmente nel tratto compreso tra la stessa Janzour e Zawiya, circa 30 chilonetri più a ovest. A bordo, secondo quanto hanno riferito i 7 soli superstiti, c’erano più di 30 persone. La tragedia è avvenutata poche ore dopo la partenza, nelle acque territoriali libiche: forse lo scafo ha ceduto a causa del sovraccarico e delle condizioni del mare e si è rovesciato. Nessuno si è accorto di nulla fino a quando alcuni pescatori, avvistato casualmente il relitto, hanno recuperato 7 naufraghi e avvertito la Guardia Costiera. Nessuna traccia degli altri, che risultano dispersi: non meno di 24, calcolando che sulla barca, secondo la testimonianza concorde di quelli che si sono salvati, c’erano “più di 30 migranti”, vale a dire un minimo di 31, incluse alcune donne. I superstiti, tutti uomini, subito dopo lo sbarco a Janzour sono stati consegnati alla polizia. Senza esito le ricerche dei dispersi, peraltro già scomparsi in mare quando i pescatori hanno scoperto il naufragio e provveduto ai primi soccorsi.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Turchia-Grecia (Bodrum-Kos), 15 ottobre 2024
Due donne e due bambini sono annegati nelle acque dell’isola di Kos, nell’Egeo, durante l’inseguimento e il tentativo, da parte della Guardia Costiera greca, di intercettare e bloccare lo zodiac con cui stavano arrivando dalla Turchia insieme ad altri 27 profughi. I due bimbi avevano appena 3 e 5 anni. Il gommone, salpato dalla vicina costa di Bodrum, era all’altezza della spiaggia di Agios Fokas, poco più di 8 chilometri da Kos, sul litorale sud orientale dell’isola, quando è stato avvistato da una motovedetta. Era già buio. Secondo la Guardia Costiera si muoveva a forte velocità, senza luci, ed ha ignorato tutte le segnalazioni di fermarsi, sia luminose che sonore. Ne è nato un inseguimento durante il quale lo zodiac, per sottrarsi alla cattura, avrebbe effettuato “manovre brusche e pericolose ad alta velocità”, sbilanciando lo scafo e facendo cadere in acque una decina di persone. Poco dopo è stato comunque bloccato. Mentre venivano fermati quelli ancora a bordo del gommone, varie unità della Guardia Costiera e una privata hanno recuperato i dieci finiti in mare. I quattro – le due donne e i due bambini – trovati privi di conoscenza sono stati trasferiti d’urgenza all’ospedale di Kos ma i medici non sono riusciti a rianimarli.
(Fonte: Infomigrants, Associated Press, Efsyn, Agenzia Reuters, Ekathimerini, Ana Mpa, Trt World, Ong Aegean Boat Report)
Algeria-Spagna (Alicante e Castellon), 15-16 ottobre 2024
I cadaveri di tre migranti sono stati portati dal mare sulla costa valenciana tra Alicante e Castellon. Il primo è stato avvistato martedì 15, intorno alle 11,15, dall’equipaggio di un peschereccio circa un chilometro al largo della spiaggia di Layojosa, nella zona del Campello, 35 chilometri a nord est di Alicante. Al recupero ha provveduto l’equipaggio di una motovedetta della Guardia Civil, che ha poi fatto trasferire la salma nell’obitorio dell’ospedale di Alicante. Nella zona del Campello, all’altezza di Cala Piteres, era anche il secondo cadavere, recuperato poco dopo le 19,30 e anche questo trasferito nell’obitorio di Alicante. A giudicare dalle condiizoni di degrado, entrambi i cadaveri sono rimasti molto a lungo in mare prima di essere trovati. La mattina di mercoledì 16, infine, circa 200 chilometri più a nord est, vicino a Castellon, è affiorato il terzo cadavere: era ad alcune centinaia di metri dalla riva all’altezza della spiaggia di Arenal, sul litorale di Burriana. Segnalato da alcuni abitanti del posto, è stato recuperato da una unità del Salvamento Maritimo, insieme alla Guardia Civil e ai pompieri, che lo hanno trasferito nell’obitorio di Castellon. Anche questo era in avanzato stato di decomposizione. Si ritiene che si tratti di migranti annegati nel tentativo di raggiungere la Spagna dal Nord Africa. La Ong Cipmd ha segnalato nei giorni precedenti che risultano scomparse almeno due barche salpate dall’Algeria.
(Fonte: Ong Cipimd, Abc Valenciana, Larazon, Europa Press)
Libia-Grecia (Gavdos, Creta), 16 ottobre 2024
Un migrante morto e 2 dispersi in un naufragio a sud di Creta. Erano su una barca partita dalla Cirenaica verso la Grecia, una nuova rotta sempre più battuta dall’inizio del 2024. A dare l’allarme è stato un drone dell’agenzia Frontex, che nelle prime ore del mattino ha avvistato il relitto semi affondato, con numerose persone in acqua, 25 miglia (40 chilometri) a sud della piccola isola di Gavdos. La stessa Frontex e la Guardia Costiera greca hanno mobilitato una nave presente nella zona, che ha prestato soccorso e assistito i naufraghi fino all’arrivo di alcune unità da Creta. In tutto sono state recuperate 97 persone, le quali hanno subito segnalato che mancavano ancora 3 compagni. Poco dopo è stato trovato un cadavere. Le ricerche dei due dispersi si sono protratte fino al tramonto, ma senza alcun esito. I superstiti sono stati sbarcati nel pomeriggio a Creta, nel porto di Kali Limenes, sulla costa meridionale: sono 50 pakistani, tutti uomini, 41 sudanesi (di cui 2 donne), 5 bengalesi, 1 somalo. Molti hanno avuto biasogno di cure mediche. Una ragazza incinta di due mesi, in particolare, ha subito una forte emorragia, perdendo il bambino, mentre un uomo è stato ricoverato per una grave crisi respiratoria. In serata sono stati fermati due giovani sudanesi con l’accusa di essere i trafficanti.
(Fonte: Abc News, Ekathimerini, The Minnesota Star Tribune, News Channel Ktvz, Ana Mpa, Infomigrants, Associated Press, Efsyn)
Gambia-Spagna (Barra), 16 ottobre 2024
Tre migranti morti a bordo di un cayuco sulla rotta atlantica tra il Gambia e le Canarie. Il barcone – secondo quanto riferito dall’organizzazione Ebrima Migrants Situation – ha preso il largo la sera di giovedì 10 ottobre dal litorale di Barra, sulla parte settentrionale dell’estuario del Gambia, di fronte alla capitale Banjul, a cui è collegata da un servizio di ferry. Circa un centinaio i migranti a bordo, incluse numerose donne, in gran parte gambiani. Ebrima ne ha avuto notizie quattro giorni dopo, il 14 ottobre, specificando di disporre solo di pochi dettagli (incluso il numero esatto e la nazionalità delle persone a bordo) e di non avere altri contatti. L’indomani, poi, ha comunicato che il cayuco ha incontrato grossi problemi e che tre persone erano morte. Una situazione che avrebbe costretto a rientrare verso la costa africana, abbandonando la rotta per le Canarie, dove in effetti il cayuco non risulta mai arrivato.
(Fonte: Ebrima Migrants Situation)
Algeria-Italia-Spagna (Annaba, Ain Taya, Ain Benian, Orano), 20 ottobre 2024
Almeno tre naufragi, un morto su una barca rimasta per giorni alla deriva, alcuni cadaveri recuperati in diversi punti della costa algerina. E’ il pesante bilancio registrato da Alarm Phone (pubblicato il 20 ottobre) sulle rotte degli “harraga” verso l’Italia e la Spagna dall’Algeria nell’arco delle prime due settimane del mese. In tutto, tra morti e dispersi, vanno calcolate almeno 28 vittime: 14 sulla rotta italiana dall’Algeria orientale (5 cadaveri recuperati e 9 persone scomparse in mare) e 14 su quella spagnola (8 cadaveri e almeno 6 dispersi). E la strage, tra il primo e il 20 ottobre, potrebbe essere anche più vasta perché, secondo alcune fonti, altri cadaveri sarebbero stati trascinati dal mare in varie località della costa algerina sia orientale che occidentale, ma la notizia non ha trovato alcuna conferma ufficiale. Del resto non risulta che le autorità algerine abbiano comunicato alcunché anche sugli episodi che Alarm Phone ha appurato attraverso altri canali, inclusi i familiari di molte delle vittime. Di seguito il dettaglio degli episodi citati nel rapporto.
Annaba-El Kala 1-11 ottobre (14 vittime). Poco dopo la partenza da Annaba, nell’Algeria orientale, 500 chilometri a est di Algeri, si perdono le tracce di una barca salpata il primo ottobre per la Sardegna con a bordo 14 persone. Nessuna notizia fino all’11 ottobre, quando a El Kala, 90 chilometri più a est, non lontano dal confine con la Tunisia, vengono trovati 5 corpi senza vita, tra cui una donna e un bambino. Scomparsi in mare gli altri 9 harraga,
Ain Benian 3-7 ottobre (6 vittime). Scompare una barca partita da Ain Benian verso le Baleari. Quattro giorni dopo, il 7 ottobre, si scopre che si è persa in mare ed è affondata. Ci sono soltanto 2 superstiti mentre sul relitto vengono recuperati 2 cadaveri. Si calcola che ci siano almeno 4-5 dispersi
Ain Taya-Ain Benian 4-6 ottobre (6 vittime). Il 4 ottobre salpa da Ain Taya una barca di migranti sulla rotta per le Baleari. Non se ne ha più notizia per due giorni finché, il 6 ottobre, sulla spiaggia di Ain Benian, 70 chilometri più a ovest, vengono recuperati i cadaveri di 4 delle persone a bordo, tra cui quelli di 2 bambini. Altre 4 persone sono trovate ancora in vita. Imprecisato il numero dei dispersi. C’è da credere almeno 2
Orano 4-7 ottobre (1 vittima). Dalla sera del 4 ottobre, quando prende il largo da Orano, si perdono le tracce di una barca con 25 harraga, donne e uomini. Nessuna notizia per quasi tre giorni, fino al 7 ottobre, quando il natante viene trovato casualmente alla deriva, ormai ingovernabile, al largo di Tenes (Tnes), oltre 250 chilometri a est del punto di partenza. Delle persone a bordo una risulta dispersa.
Beni Saf, 8 ottobre (1 vittima). Il cadavere di un giovane migrante viene trascinato dal mare sulla spiaggia di El Kala, 100 chilometri circa a ovest di Orano.
(Fonte: Rapporto Alarm Phone 20 ottobre 2024)
Libia (Bani Walid), 20 ottobre 2024
Tre giovani somali sono morti sotto tortura in una “prigione” gestita da trafficanti a Bani Walid, circa 170 chilometri a sud est di Tripoli. E’ accaduto, in momenti diversi, tra la fine di settembre e i primi giorni di ottobre ma la notizia si è diffusa solo dopo circa tre settimane quando l’attivista per i diritti umani Tariq Lamloun ne ha avuto conferma e ne ha parlato ad alcuni media libici. “Nei giorni precedenti – ha riferito Tariq – le famiglie avevano ricevuto video e foto delle torture inflitte ai loro ragazzi per indurle a pagare il riscatto”. Poi il silenzio, fino a quando si è saputo che i tre erano morti. “Dalle immagini – ha rilevato Tariq – appare chiaro che i tre prigionieri erano detenuti all’interno di abitazioni, nella città stessa di Bani Walid. Il numero di queste case-prigione, infatti, è molto aumentato dopo che le forze di polizia hanno condotto una serie di operazioni nel deserto contro i trafficanti, smantellando le loro ‘prigioni’ a Kufra, Shuwayrif e Tobruk. Occorre allora intensificare gli sforzi per trovare i migranti sequestrati sia all’esterno che all’intenro delle città”. Secondo l’Oim nei centri di detenzione ufficiali ci sono almeno 5 mila migranti ma “questo numero – ha avvertito la stessa Oim – rappresenta soltanto una piccola parte di quelli detenuti nel paese”.
(Fonte: Libya Observer)
Libia (Zawiya e Al Mutrad), 20 ottobre 2024
I corpi di tre migranti sono affiorati in punti diversi del litorale di Zawiya, circa 50 chilometri a ovest di Tripoli. Il primo era sulla battigia all’altezza della centrale elettrica, un altro vicino all’impianto di desalinizzazione e il terzo circa 14 chilometri più a occidente, su una spiaggia di Al Mutrad. Per il recupero, su segnalazione della polizia, sono intervenute squadre della Mezzaluna Rossa, che hanno poi trasferito le salme presso l’obitorio dell’ospedale di zona, in attesa delle decisioni della magistratura per le indagini e l’inumazione. Non sono emersi elementi per l’identificazione o stabilirne la provenienza.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 20 ottobre 2024
Venti migranti scomparsi in mare in un naufragio al largo della Tunisia, sulla rotta per Lampedusa. Erano su una barca di fortuna salpata verso le 22 di venerdì 18 dal litorale tra Sfax e Chebba, all’altezza del campo improvvisato di tende e baracche sorto una trentina di chilometri a nord di Sfax, dove, in seguito ai ripetuti raid di deportazione della polizia, si sono rifugiati centinaia di giovani uomini e donne provenienti da vari paesi dell’Africa subsahariana. La tragedia è avvenuta nella serata di sabato 19, molto probabilmente a causa del mare molto mosso e del sovraccarico che ha compromesso l’equilibrio di per sé instabile del natante. L’allarme sembra sia stato dato da alcuni pescatori. Quando sono arrivati i primi soccorsi, in ogni caso, per venti persone era ormai troppo tardi: è stato possibile recuperare solo 10 naufraghi ed è stata proprio la loro testimonianza a permettere di ricostruire e ad avere le dimensioni esatte della tragedia in termini di vite perdute. Nessuna informazione dalle autorità algerine: la notizia si è diffusa solo grazie alla organizzazione Ebrima Migrants Situation contattata da qualcuno dei superstiti e da alcuni familiari.
(Fonte: Ebrima Migrants Situation, Ong Refugees in Libya)
Turchia-Grecia (Samos), 21 ottobre 2024
Due migranti, un uomo e una donna, sono annegati in un naufragio nelle acque di Samos. Erano insieme ad altri 22 migranti su una barca salpata dalla vicina costa turca della provincia di Kusadasi prima dell’alba di lunedì 21 ottobre. Arrivato in prossimità dell’isola, all’altezza del litorale di Nisakia, a nord dell’abitato di Samos, il natante si è rovesciato. I soccorritori arrivati dall’isola hanno tratto in salvo 20 uomini e 2 donne trovati aggrappati o intorno al relitto. Alcuni dei supertiti, mentre venivano trasferiti al porto di Samos dove sono stati sbarcati, hanno subito segnalato che mancavano ancora un uomo e una donna, facendo scattare una operazione di ricerca condotta da due motovedette della Guardia Costiera e una unità privata, con l’ausilio di un elicottero dell’aeronautica militare. Nelle prime ore del giorno i due dispersi sono stati trovati ormai senza vita in mare aperto, dove erano stati trascinati dalla corrente. Le ricerche sono proseguite fino al pomeriggio per individuare eventuali altri dispersi.
(Fonte: Efsyn, Ekathimerini, Aegean Boat Report)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 21 ottobre 2024
Sono scomparsi da oltre un mese, dopo aver tentato di raggiungere Ceuta a nuoto. Si tratta di due ragazzi marocchini – Mohamed Lamchacheti, 23 anni, e Anas Dahdoh, 23 anni – provenienti da Douar Bourd, sobborgo di Taza, una città dell’interno ad oltre 570 chilometri di distanza, verso sud est, dall’enclave spagnola. I familiari, dopo averli cercati invano per settimane, hanno lanciato un appello attraverso la redazione del quotidiano El Faro de Ceuta, ricostruendone la storia. Amici da sempre, i due giovani hanno raggiunto insieme Castillejos, a 7 chilometri dal confine con Ceuta. Si sa per certo che hanno preso il largo da una spiaggia verso il varco del Tarajal la sera del 15 settembre, insieme a diversi altri giovani. Le condizioni del mare non erano buone. Dopo un po’ tutti hanno deciso di tornare indietro tranne Mohamed e Anas, che hanno continuato a nuotare per aggirare la linea di frontiera. Da quel momento nessuno li ha più visti. “Stavano studiando ed erano prossimi alla maturità – hanno riferito alcuni parenti – ma evidentemente, come molti altri in Marocco, hanno deciso di cercare di arrivare in Spagna sperando di trovare lavoro e una vita migliore”.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Libia-Italia (Zawiya e Al Harsha), 21 ottobre 2024
Il mare ha depositato i corpi di 4 migranti sul litorale di Zawiya, 45 chilometri a ovest di Tripoli. Il primo è affiorato durante la notte tra domenica 20 e lunedì 21 in un punto poco lontano dalla centrale elettrica e dall’impianto di desalinizzazione dove sono avvenuti gli altri due ritrovamenti poche ore prima, seguiti poi da quello ad Al Mutrad più a occidente (nota del 20 ottobre: ndr). Due sono stati segnalati da abitanti del posto alla Libyan Coast Security sul litorale di Al Harsha, a 7 chilometri di distanza, in direzione ovest. Si tratta di una donna e di un bambino, vittime come gli altri, con ogni evidenza, di un naufragio sulla rotta per Lampedusa. Infine l’ultimo, quello di un uomo apparentemente giovane, avvistato nel pomeriggio, era in mare, poco distante dalla riva, nei pressi della zona del porto di Zawiya. Per il recupero, su indicazione del comando di polizia, è invervenuta una squadra della Mezzaluna Rossa, che ha poi trasferito le 4 salme nell’obitorio del Teaching Hospital, in attesa delle disposizioni della magistratura. Non sono emersi elementi utili per l’identificazione.
(Fonte: Migrant Rescue Watch note delle ore 13,08 e 13,15 e delle 22,44)
Libia-Italia (Zawiya Refenery Point), 21-22 ottobre
I corpi di altri 2 migranti sono stati depositati dal mare sul litorale di Zawiya dopo i 7 recuperati nelle 48 ore precedenti sull’arco di costa di una quindicina di chilometri che va dalla zona orientale di Zawiya fino alla località di Al Mutrad. Gli ultimi 2, entrambi appartenenti a uomini di giovane età, sono stati scoperti nella serata di lunedì 21 ottobre mentre flottavano in mare a breve distanza dalla riva, all’altezza delgli impianti petroliferi di Refenery Point. Per il recupero è intervenuta una squadra della Mezzaluna Rossa, che ha terminato l’operazione durante la notte, trasferendo poi le salme nell’obitorio del Teaching Hospital. Anche in quetso caso non sono emersi elementi utili per l’identificazione.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Tunisia (Jebeniana, Sfax, tendopoli km 34), 21-22 ottobre
Due giovani profughi sudanesi sono stati uccisi a fucilate nella tendopoli spontanea Km 34 dove si sono rifugiati centinaia di migranti subsahariani nei pressi della piccola città di Jebeniana, poco più di 30 chilometri a nord di Sfax. Altri due ragazzi, un altro sudanese e un guineano, sono stati feriti. Inizialmente si è parlato di un morto e 3 feriti, ma uno di questi, stando a quanto ha appreso e pubblicato l’organizzazione Ebrima Migrants Situation, è morto in ospedale qualche ora dopo il ricovero. A sparare, secondo le testimonianze di vari migranti, è stato un tunisino della zona, armato di fucile da caccia e spalleggiato da almeno tre altri tunisini. Non ne sono chiare le circostanze e il movente preciso, ma appare evidente che la sparatoria rientra nel clima di tensione, intolleranza o addirittura di odio cresciuto nell’ultimo anno, anche sulla scia della politica condotta dal governo di Tunisi, che ha indicato nei migranti subsahariani una minaccia da combattere, parlando addirittura del rischio di “sostituzione etnica” nel paese. La tragedia di Jebeniana, infatti, è tutt’altro che isolata. A parte pestaggi ed autentici pogrom registrati soprattutto nella zona di Sfax, un’altra sparatoria contro i migranti si è verificata una decina di giorni prima in un’altra tendopoli poco distante, con il ferimento di un ragazzo, raggiunto da almeno due proiettili alle gambe. La polizia, giunta sul posto mentre venivano organizzati i primi soccorsi dai compagni dei feriti, ha arrestato l’uomo che ha fatto fuoco, facendo poi prelevare il cadavere del ragazzo ucciso, al termine del sopralluogo, per trasferirlo nell’obitorio dell’ospedale di zona. La Ong Terres Pour Tous, fondata e gestita da attivisti tunisini per i diritti umani, ha scritto che non sarebbe “la prima volta che l’uomo che ha sparato aggredisce gli immigrati”.
(Fonte: Organizzazione Ebrima Migrants Situation, Association Terres Pour Tous, Ong Refugees in Libya, Ong Refugees in Tunisia)
Libia-Italia (Al Harsha), 22 ottobre 2024
Il cadavere di un migrante è affiorato a breve distanza dalla battigia sul litorale di Al Harsha, 7 chilometri circa a ovest di Zawiya e quasi 55 da Tripoli. E’ la decima salma portata dal mare, nel giro di tre giorni, sull’arco dei circa 15 chilometri di costa tra l’area di Zawiya a est e Al Mutrad a ovest, uno dei punti da cui sono più frequenti le “spedizioni” di migranti verso Lampedusa. Segnalato alla polizia da alcuni abitanti del posto, dopo una prima ispezione sulla spiaggia il corpo è stato recuperato da personale della Mezzaluna Rossa e trasferito nell’obitorio del Teaching Hospital. Non è stato possibile identificarlo.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Algeria-Spagna (Cala Cuevas Almanzora), 26 ottobre 2024
Un giovane profugo siriano è morto precipitando da un dirupo pochi minuti dopo essere sbarcato sulla costa spagnola, nella zona di Almeria. Arrivato con altri 8 migranti dall’Algeria, verso le 5,30 del mattino, su un motoscafo veloce, si stava arrampicando su una scogliera di Cala Cuevas Almanzora, una novantina di chilometri a nord est di Almeria, quando è caduto finendo sulle rocce a pelo d’acqua. Soccorso dalla Guardia Civil, avvertita dai suoi compagni, è stato trasportato in gravi condizioni all’ospedale di Huercal Overa, ma i medici non sono riusciti a rianimarlo: è morto poche ore dopo il ricovero.
(Fonte: Ong Cipimd Comitato identificazione migranti morti e dispersi)
Senegal-Spagna (Bassar-El Hierro), 26 ottobre 2024
Un migrante subsahariano è morto su un cayuco durante la navigazione dal Senegal alle Canarie. Il barcone risulta salpato da Bassar, nel sud del Senegal, quasi ai confini con il Gambia. A bordo c’erano 175 persone, tra cui 39 donne e 9 bambini di appena un anno o meno, provenienti, oltre che dal Senegal stesso, da Sierra Leone, Nigeria, Guinea Bissau, Gambia, Benin e Comore. La traversata, lunga oltre 2 mila chilometri, si è protratta per più di 9 giorni, fino al pomeriggio di sabato 26 agosto quando, poco dopo le 15, avvistato a sud di El Hierro, la più occidentale delle Canarie, il cayuco è stato raggiunto dalla salvamar Adhara, che lo ha scortato fino al porto di La Restiga. Il giovane privo di vita è stato scoperto al momento dello sbarco: i compagni hanno riferito che un paio di giorni prima aveva perso conoscenza, senza più riprendersi. Tutti a bordo erano molto provati. Per tre, in particolare, è stato disposto il ricovero d’urgenza in ospedale: uno per un grave stato di ipotermia e due, un minorenne e un adulto, perche fortemente disidratati. Degli altri si è preso cura il centro medico allestito nella zona del porto.
(Fonte: El Diario, Rtve News, Huffpost)
Turchia-Grecia (Samo), 26 ottobre 2024
Due migranti dispersi in un naufragio nelle acque di Samo. La barca, salpata dalla vicina costa turca a nord ovest di Kusadasi con 22 migranti a bordo, ha raggiunto in mattinata la zona a nord ovest dell’isola. Stava cercando di avvicinarsi per approdare quando si è rovesciata ed è affondata. Scarsissime le notizie sulle circostanze precise della tragedia, segnalata nel primo pomeriggio dalla rete tv Ert News e rilanciata poi dal quotidiano Ekathimerini. Si sa solo per certo che i soccorritori hanno recuperato in mare 20 naufraghi i quali hanno subito segnalato la scompatrsa di due loro compagni. I superstiti sono stati sbarcati nel porto di Samo. Senza esito le ricerche dei due dispersi, condotte fino al tramonto da tre unità della Guardia Costiera e da un elicottero dell’aeronautica militare.
(Fonte: Ekathimerini)
Marocco-Spagna (Al Hoceina), 28 ottobre 2024
Il cadavere di un migrante in avanzato stato di degrado è rimasto impigliato nelle reti di un peschereccio marocchino 15 miglia a nord di Ras Sidi Abed, nel mare di Alboran. Quando se ne è accorto, l’equipaggio ha interrotto immediatamente la pesca e avvertito la Gendarmeria, rientrando il più velocemnete possibile nel porto di Al Hoceima, a ovest di Nador. Non sono emersi elementi utili per l’identificazione, ma secondo la magistratura e la polizia marocchine non ci sono dubbi che si tratti di un uomo di giovane età annegato nel tentativo di raggiungere la Spagna. A giudicare dalle condizioni della salma, trasferita nell’obitorio dell’ospedale di Ajdir dove è stato prelevato il Dna, la morte risale a molti giorni prima del ritrovamento.
(Fonte: Nadorcity.com, Association Marocaine Droits Humains)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 28 ottobre 2024
Mohammed Yassine Chaair, un ragazzo marocchino della municipalità di Fahs Anjra, risulta disperso in mare nel tentativo di entrare a Ceuta a nuoto. La sua scomparsa è stata denunciata dalla famiglia che ha rivolto anche un appello di ricerca attraverso la redazione del quotidiano El Faro de Ceuta. Tra domenica 20 e lunedì 21 Mohammed ha lasciato il villaggio di Boubrad, dove abitava, per raggiungere Castillejos, distante una cinquantina di chilometri. Era insieme ad alcuni amici con i quali evidentemente aveva concordato il proposito di varcare il confine con la Spagna. Le sue tracce si perdono la sera di mercoledì 23 quando, insieme ad altri due o tre giovani, ha preso il largo da una spiaggia limitrofa al varco del Tarajal. I suoi compagni sono stati intercettati da una motovedetta della Marina marocchina prima che potessero raggiungere la linea di frontiera ma Mohamed non era con loro o comunque non è stato visto. Di sicuro a Ceuta non è mai arrivato e non risulta che sia rientrato da solo in Marocco. Le ricerche in mare non hanno dato alcun esito.
Aggiornamento 30-31 ottobre. Il corpo di Mohammed Yassine è affiorato sulla battigia di una spiaggia di Castillejos. Dopo il riconoscimento ufficiale la famiglia lo ha trasportato a Boudrab, il villaggio dove viveva e dove è stato sepolto.
(Fonte: El Faro de Ceuta. Aggiornamento: El Faro de Ceuta)
Gambia-Mauritania-Spagna (Gunjur-Bouadhibou), 28 ottobre 2024
Un giovane gambiano, Sainey Khan, residente nella zona di Gunjur, è morto su un cayuco in navigazione dal Gambia verso le Canarie ma costretto a rientrare sulla costa africana, in Mauritania. Il barcone era partito lunedì 21 ottobre dal litorale di Gunjur, 50 chilometri a sud di Banjul e oltre 2.100 dall’arcipelago spagnolo. A bordo c’erano 80 persone (tra cui 6 donne e 4 bambini), la maggior parte, 65, gambiani quasi tutti dei villaggi e delle città intorno alla foce del Gambia. Subsahariani di vari paesi gli altri 15. La rotta si è protratta per otto giorni, fino all’altezza di Nouadhibou, in Mauritania, oltre 1.200 chilometri a nord di Gunjur, quando una unità della Guardia Costiera di Nouadhibou ha intercettato e condotto in porto la barca, peraltro ormai in difficoltà, con le riserve d’acqua, cibo e carburante ormai al minimo, mentre anche le condizioni meteo stavano peggiorando. Sainey Khan, secondo quanto hanno riferito i compagni, ha perso conoscenza ed è morto prima dell’intervento della Guyardia Costiera nelle acque della Mauritania, probabilmente per una crisi di sfinimento e ipotermia. La salma, dopo un esame medico legale, è stata affidata per la sepoltura alla comunità gambiana presente in Mauritania. Per gli 80 migranti sbarcati a Nouadhibou sono state subito avviate dalle autorità locali le pratiche per il rimpatrio.
Aggiornamento 29-30 ottobre. Poche ore dopo lo sbarco è morto in ospedale, per sfinimento fisico, un altro degli oltre 80 migranti intercettati: si chiamava Edrisa e veniva da Kombo Sanyang, in Gambia, 10 chilometri a nord di Gunjur. Secondo le autorità sanitarie numerosi altri naufraghi erano in condizioni critiche al momento dello sbarco nel porto di Noadhibou.
Aggiornamento 1 novembre. Oltre a Sainey Khan, trovato ormai cadavere sul cayuco, e ad Edrisa, morto poco dopo lo sbarco a Nouadhibou, ci sono altre 4 vittime. La notizia era già circolata in via ufficiosa al momento dei primi soccorsi e dell’arrivo in Mauritania ed ha trovato conferma tre giorni dopo nelle testimonianze di alcuni dei supertsiti raccolte dall’organizzazione Ebrima Migrants Situation. Si tratta di 4 gambiani come Sainey Khan ed Edrisa, morti presumibilmente per sfinimento, ipotermis e disidratazione durante i circa otto giorni trascorsi alla deriva in pieno Atlantico, prima dell’arrivo della Guardia Costiera mauritana. I loro corpi sono stati affidati al mare.
(Fonte: Organizzazione Ebrima Migrants Situation. Aggiornamento 1: Cridem.Org, Ebrima Migrants Situation. Aggiornamento 2: Ebrima Migrants Situation)
Tunisia-Italia (costa tra Maloulek, Chebba e Salakta), 28 ottobre 2024
La Guardia Costiera tunisina, tra sabato 26 e la mattina di lunedì 28 ottobre ha recuperato in mare i cadaveri di 16 migranti lungo l’arco di costa di circa 34 chilometri che va, partendo da sud, da Maloulek a Chebba e a Salakta, nel governatorato di Madhia. Lo ha comunicato un funzionario della Guardia Nazionale, Houssem Eddine Jebali. Le salme sono state via via trasferite negli obitori degli ospedali di zona. “Non è stato possibile identificarle – ha dichiarato Farid Ben, portavoce della Procura di Monastir e Madhia perché sono tutte in uno stato di degrado molto avanzato, ma è stato prelevato il Dna per ognuna delle vittime”. Nessuna indicazione sulla possibile provenienza e sulle circostanze della strage: è stato comunicato solo che i corpi sono affiorati in punti e momenti diversi nel giro di circa tre giorni. Tenendo conto che lo stato di decomposizione è pressoché analogo per tutti i cadaveri recuperati, appare tuttavia molto probabile che si tratti di un unico naufragio sulla rotta per Lampedusa e che le correnti abbiano poi sparpagliato i corpi in più punti della costa. C’è da ritenere, anzi, che ci siano anche dei dispersi. Un elemento utile per le indagini è la segnalazione fatta sabato 26 ottobre dalla organizzazione Ebrima Migrants Situation sulla scomparsa di una barca salpata dal campo al km 19 di Sfax il 14 ottobre, tra le 19 e le 20, con a bordo 50 migranti tra cui 6 donne e 5 bambini.
Aggiornamento 31 ottobre. I cadaveri di altri 3 migranti sono stati trascinati dal mare sul litorale del governatorato di Madhia nell’arco di 40 chilometri compreso tra Chebba, Salakta e Rejiche. Il totale dei corpi dei corpi recuperati e trasferiti negli obitori di vari ospedali della zona sale così a 19, tutti in uno stato di degrado così avanzato che non è stato possibile identificarli. Ne ha dato notizia Farid Ben, il portavoce del Tribunale di Monastir e Badhia, specificando che non ci sono bambini e che potrebbe trattarsi delle vittime del naufragio di una barca proveniente dalla Libia. Resta però un mistero la sorte della barca con 50 migranti che risulta salpata dalla zona di Sfax la sera del 14 ottobre.
(Fonte: Agenzia Reuters, Al Jazeera, Organizzazione Ebrima Migrants Situation. Aggiornamento: Agenzia Ansa, Ong Mediterranea Saving Humans)
Libia-Italia (Marssa Della, Zawiya), 28 ottobre 2024
Il corpo di un migrante è affiorato in mare sul litorale di Zawiya, circa 50 chilometri a ovest di Tripoli. Una squadra della Mezzaluna Rossa, su segnalazione della polizia, lo ha recuperato nella zona di Marssa Della (Mars Dahla), trasferendolo poi nell’obitorio del Teaching Hospital di Zawiya, in attesa delle disposizoni dell’autorità giudiziaria. Non sono emersi elementi per l’identificazione. In questo stesso tratto di costa nei giorni precedenti sono stati recuperati, in momenti e luoghi diversi, altri 10 cadaveri di migranti rimasti sconosciuti ma evidentemente di persone annegate tentando di raggiungere l’Italia sulla rotta di Lampedusa.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Libia (Tobruk), 28-29 ottobre 2024
Dodici migranti sono morti in un naufragio avvenuto nella serata di lunedì 28 ottobre sulla rotta tra la Cirenaica e l’Europa. C’è un solo superstite. La barca, uno scafo di pochi metri, è partita dalla costa di Tobruk, in Cirenaica. I 13 a bordo erano profughi siriani o egiziani. A giudicare dal punto di partenza e dalla rotta, più che verso l’Italia puntavano forse verso Creta, seguendo la nuova via di fuga che si è aperta negli ultimi mesi tra la Libia orientale e la Grecia. La tragedia è avvenuta 61 chilometri (37 miglia) a est di Tripoli, grossomodo al largo del litorale di Kambut. Sulle cause e le circostanze precise le autorità libiche non hanno fornito informazioni: la notizia è emersa solo grazie alle comunicazioni di Al Abreen, un gruppo che fornisce assistenza umaniutaria ai migranti in Libia, ed è stata poi confermata dalla Direzione per la lotta alla migrazione illegale di Tobruk. Si sa soltanto che la barca si è rovesciata, forse a causa delle cattive condizioni meteomarine. Quando è scattato l’allarme e sono arrivati i primi soccorsi, per 12 naufraghi, quasi tutti, era ormai troppo tardi. L’unico sopravvissuto è stato sbarcato a Tobruk, dove poi sono state trasferite anche le salme delle vittime via via recuperate in mare.
Aggiornamenti 30 ottobre e 9 novembre. Nella serata di mercoledì 30 agosto un cadavere è affiorato sulla spiaggia di Kambut, a est di Tobruk. Per il recupero è intervenuta una squadra della Mezzaluna Rossa che lo ha trasferito nell’obitorio dell’ospedale di Tobruk. C’è da ritenere che si tratti di una delle vittime del naufragio avvenuto la sera di lunedì 28 ottobre. Un altro cadavere è stato recuperato nella stessa zona il 3 novembre.
(Fonte: Associated Press, Adif, Infomigrants. Aggiornamenti: Migrant Rescue Watch e rapporto Oim Libya 3-9 novembre)
Senegal-Mauritania-Canarie (Niodior-Nouakchott), 31 ottobre
Almeno 28 vittime (2 cadaveri recuperati e 26 migranti scomparsi in mare) su un cayuco salpato dal Senegal sulla rotta per le Canarie ma costretto ad approdare in Mauritania dopo essere rimasto in mare per dieci giorni, metà dei quali alla deriva e senza soccorsi. Il barcone era partito prima dell’alba di lunedì 21 ottobre dal litorale di Niodior, nel sud del paese, a non grande distanza dal confine con il Gambia. A bordo c’erano 150 persone. Nelle prime ore di sabato 26, dopo quasi 1.250 chilometri di navigazione, quando era poco a nord di Nouadhibou in Mauritania e a 150 chilometri da Guerguerat nel Sahara Occidentale (all’altezza del confine tra Mauritania e Marocco), hanno lanciato vari Sos, segnalando che i motori erano andati in avaria e il cayuco, ormai ingovernabile, era in balia del mare. La richiesta di aiuto è stata intercettata da Alarm Phone, che, rientrando quel tratto di Atlantico nella zona Sar di competenza sia della Spagna che del Marocco, l’ha girata alla centrale Mrcc delle Canarie e contemporaneamente a quella di Rabat. Nel dispaccio si precisava che la situazione era estremamente critica, tanto più che le condizioni meteo stavano peggiorando, con onde alte oltre due metri e vento con una velocità di base di 40 nodi ma raffiche più forti. Il Salvamento Maritimo di Tenerife, distante oltre 750 chilometri, sostiene di essersi subito messo in contatto con Rabat, ricevendo l’assicurazione che si sarebbero interessati del caso. Quando però Alarm Phone ha richiamato più volte il Ccrm (il Centro di Coordinamento per le operazioni di soccorso) marocchino si è scoperto che in realtà dal Marocco non era partita alcuna unità di soccorso ma ci si era limitati ad allertare le navi in transito nella zona. Da parte di Alarm Phone è iniziata allora tutta una serie di solleciti rivolti sia alla Spagna che al Marocco, facendo presente che nel frattempo aveva perso ogni contatto con il cayuco in difficoltà e che le condizioni meteo continuavano a peggiorare. Si è andati avanti con questo rimpallo di competenze, senza alcun intervento in mare, per quasi cinque giorni, fino al 30 ottobre, quando il coordinamento delle operazioni è stato assunto dalla Mauritania perché il barcone era stato spinto dalle correnti molto più a sud del punto in cui era stata segnalata inizialmente l’emergenza. Il calvario si è protratto ancora per quasi due giorni, fino al mattino di giovedì 31 ottobre quando il barcone è stato intercettato ed ha potuto approdare in Mauritania. Dei 150 migranti segnalati alla partenza ne erano rimasti però solo 122: a bordo sono stati trovati 2 cadaveri e i superstiti hanno riferito che 26 compagni erano scomparsi in mare nei quasi cinque giorni trascorsi alla deriva. Tutti i sopravvissuti erano ormai allo stremo: per 76 i medici hanno disposto il ricovero in ospedale. Trentasei in condizioni critiche. Tre giorni dopo lo sbarco sono stati identificati i due migranti trovati senza vita sul barcone: sono entrambi originari del Gambia, Demba Jeng 24 anni, di Essau; e Madi Ceesay, 38 anni, di Nipomo Bamba. La Ong Caminando Fronteras ha sollecitato un’inchiesta sul ritardo dei soccorsi, sostenendo in sostanza che questa tragedia è dovuta al rimpallo di competenze registrato tra Spagna e Marocco, frutto degli accordi tra i due paesi per contrastare l’emigrazione.
(Fonte: Alarm Phone, Ong Caminando Fronteras, El Diario, Efe Canariasres, Cridem, La Provincia, Ebrima Migrants Situation)
Senegal-Spagna (El Hierro), 2-3 novembre 2024
E’ morto prima dell’alba di domenica 3 in ospedale uno dei 180 migranti arrivati a El Hierro con un cayuco dal Senegal nel pomeriggio di sabato 2. Il barcone è rimasto in mare per almeno 6 giorni prima di essere intercettato a sud est dell’isola e scortato al porto di La Restiga. Allo sbarco quasi tutti a bordo apparivano molto provati, tanto che per più di qualcuno i medici del servizio sanitario allestito sul molo hanno disposto il ricovero in ospedale. Tra questi era in condizioni particolarmente critiche un giovane subsahariano, quasi privo di conoscenza, che non ce l’ha fatta a riprendersi dal forte stato di sfinimento fisico e dai gravi sintomi di disidratazione e ipotermia.
(Fonte: Agenzia Efe, Helena Maleno, El Diario, Canarias 7, La Provincia)
Mauritania-Spagna (Nouadhibou-El Hierro), 2-3 novembre 2024
Quarantotto migranti morti su un cayuco intercettato a 19 giorni dalla partenza sulla rotta per le Canarie dal nord della Mauritania. La tragedia è stata ricostruita in base alle testimonianze dei soli 10 superstiti su 58 donne e uomini imbarcati, provenienti dal Senegal e dal Mali, oltre che dalla stessa Mauritania. Il barcone ha preso il largo il 14 ottobre dalla costa di Nouadhibou, poco a sud del confine con il Sahara Occidentale. Puntava verso El Hierro o Tenerife, una navigazione di oltre mille chilometri. Dopo pochi giorni ha perso la rotta ed ha vagato nell’Atlantico per quasi tre settimane, gli ultimi tre giorni in completa balia del mare perché era finito il carburante. Un calvario terribile durante il quale, terminate le scorte d’acqua e di cibo e vinti dalla fatica e dal freddo, molti hanno cominciato a morire: dapprima qualcuno poi tutti gli altri, fino a un totale di 48. L’agonia è terminata nel pomeriggio di sabato 2 novembre quando il barcone è stato casualmente avvistato in pieno Oceano, 375 chilometri a sud est di El Hierro, da una nave commerciale, il cargo Patria, che ha dato l’allarme alla centrale operativa del Salvamento Maritimo delle Canarie. Sul cayuco, in quel momento, c’erano 9 persone mentre uno dei naufraghi si era gettato in mare. L’equipaggio del Patria ha recuperato tutti, incluso il giovane in acqua, portandoli a bordo in attesa dell’arrivo della guardamar Talia, fatta partire con la massima urgenza dal porto di Tenerife. L’incontro tra le due unità è avvenuto domenica mattina: la Talia, recuperati i dieci superstiti, ha fatto rotta verso El Hierro, dove è approdata poco dopo mezzogiorno nel porto di La Restinga. Sul molo era stato allestito un servizio medico d’emergenza della Croce Rossa, che subito dopo lo sbarco ha disposto il ricovero immediato nell’ospedale dell’isola dei dieci naufraghi, tutti quasi privi di conoscenza, fortemente debilitati, con febbre, stato confusionale, difficoltà respiratorie e gravi sintomi di disidratazione.
Aggiornamento 9 novembre 2024. Delle 38 vittime ben 18 venivano da Papelel, un villaggio che fa capo al comune di Ndendory, nel dipartimento senegalese di Kanel, 540 chilometri a est di Dakar. Erano giovani muratori, sarti, studenti che speravano di costruirsi un futuro in Europa. Le famiglie sono state avvertite da uno dei dieci superstiti, un giovane di Gouriki, sempre nella zona di Kanel. Ciascuno dei migranti aveva pagato oltre mille euro per la traversata.
(Fonte: Publico, Agenzia Efe, Helena Maleno Ong Caminando Fronteras, El Diario, La Provincia, Canarias 7, Dakaractu, El Pais. Aggiornamento: Le Quotidien, Dakaractu.com)
Marocco-Spagna (Lanzarote), 3 novembre 2024
Una giovane donna è annegata nel naufragio di uno zodiac di migranti sulla rotta tra il Marocco e le Canarie. A bordo del gommone, salpato verosimilmente dalla costa di Tan Tan, c’erano 57 tra uomini e donne. Ha navigato in direzione delle isole di Lanzarote e Fuerteventura, le più vicine alla costa marocchina, fino a quando una delle camere stagne ha ceduto, sgonfiandosi rapidamente. L’emergenza è stata scoperta da una nave commerciale, il cargo Regina, che ha avvistato casualmente il relitto dello zodiac, circa 63 chilometri a sud est di Lanzarote, tra le Canarie e Tarfaya, ed ha recuperato 54 naufraghi, in parte trovati in acqua e in parte aggrappati ai rottami dello scafo. Prima ancora di iniziare le operazioni di soccorso il comandante del Regina ha avvertito la centrale operativa del Salvamento Maritimo delle Canarie, che ha inviato sul posto la guardamare Conception Arenal. Prima del trasbordo dei superstiti, l’unità del Salvamento ha perlustrato le acque circostanti, scoprendo altri naufraghi: 2 donne ancora in vita e una ormai cadavere. Sia la salma che i 56 superstiti sono stati sbarcati poco dopo le 11 nel porto di Arrecife. Durante la navigazione di rientro è stato soccorso un altro zodiac con una cinquantina di migranti.
(Fonte: El Diario, Agenzia Efe, Helena Maleno Caminando Fronteras, Canarias 7, Publico, La Provincia)
Marocco-Spagna (Lanzarote), 3 novembre 2024
Almeno 5 morti nel naufragio di uno zodiac nell’Atlantico tra il Marocco e le Canarie. L’emergenza è scattata poco prima di sera quando, 93 chilometri (50 miglia) a nord est di Lanzarote, due gommoni sono stati avvistati dall’equipaggio di un aereo da ricognizione del Salvamento Maritimo, il Sasemar 103, in volo di perlustrazione quasi al termine di due giorni che hanno registrato 29 interventi di salvataggio nella zona Sar spagnola. Notando che uno dei due natanti era ormai un relitto, con le camere stagne quasi completamente sgonfie, è stata subito gettata in mare una zattera autogonfiabile per i primi soccorsi. E un’altra zattera è stata gettata poco dopo, quando dal Sasemar hanno visto, a una certa distanza, diverse persone in acqua. Nello stesso tempo sono stati dirottati sul posto un elicottero di salvataggio, Helimer 204, e la salvamar Al Nair, con base nel porto di Arrecife, a Lanzarote, oltre ad allertare le navi in transito nella zona. L’elicottero ha tratto in salvo un naufrago e segnalato che flottavano in acqua non meno di 5 cadaveri, che non è riuscito a recuperare. Poco dopo la Al Nair ha trovato e preso a bordo 17 naufraghi, che erano riusciti a salire sulla seconda zattera di salvataggio gettata in mare dal Sasemar 103, prestando successivamente soccorso agli 80 migranti che erano sull’altro gommone, intercettato a non grande distanza. Tutti i supertsiti sono stati sbarcati verso le 18 ad Arrecife. Le ricerche dei 5 cadaveri segnalati da Helimer 204 non hanno dato esito.
(Fonte: El Diario, La Provincia, Helena Maleno Ong Caminando Fronteras, Dakaractu, Canarias7)
Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 4 novembre 2024
Una barca con 43 migranti salpata dalla Tunisia è affondata lungo la rotta per Lampedusa. C’è un solo superstite: gli altri 42 che erano a bordo sono scomparsi in mare. Si tratta di una delle tre barche di cui si sono perse le tracce dopo che avevano preso il largo dalla costa a nord di Sfax tra il 14 e il 29 ottobre, con un totale di 143 uomini e donne. L’ultimo appello di ricerca è stato lanciato dalla organizzazione Ebrima Migrants Situation nel pomeriggio di domenica 3 novembre. E sempre Ebrima lunedì 4 ha avuto notizia e poi conferma della tragedia, rintracciando e intervistando l’unico superstite, un giovane senegalese. Nessuna comunicazione ufficiale da parte delle autorità tunisine. I 43 migranti a bordo (gambiani, senegalesi e ivoriani) si erano in gran parte rifugiati, prima della partenza, avvenuta nelle prime ore di martedì 29, nei campi improvvisati a nord di Sfax. In particolare al Km 33 della strada che conduce verso Chebba. Il naufragio si è verificato nella giornata di mercoledì 30 ottobre, quasi certamente a causa delle cattive condizioni meteo e del sovraccarico che ha reso di per sé instabile la tenuta già precaria dello scafo. L’unico superstite ha riferito di aver trascorso quasi tre giorni in mare prima di essere avvistato e tratto in salvo, ormai allo stremo, dalla Guardia Costiera tunisina.
(Fonte: Ebrima Migrants Situation)
Marocco-Spagna (Tan Tan-Lanzarote), 5 novembre 2024
Un peschereccio ha recuperato i cadaveri di due migranti circa 11 chilometri (6 miglia) a est di Lanzarote. Il primo, tenuto a galla da un pneumatico per auto, è stato avvistato verso le 10,20. L’altro, con indosso un giubbotto di salvataggio, intorno alle 12. Subito dopo il primo avvistamento l’equipaggio ha avvertito la centrale operativa del Salvamento Maritimo che ha inviato sul posto la guardamar Urania, sulla quale sono stati poi trasbordati entrambi i corpi per trasferirli ad Arrecife. Si tratta di due giovani maghrebini. Uno, quello con il giubbotto di salvataggio, non doveva avere più di 20 anni. Si ignora su quale barca fossero delle numerose salpate per Lanzarote dalla costa marocchian di Tan Tan tra venerdì primo novembre e domenica 3. C’è da temere che ci sia stato un terzo naufragio oltre ai due registrati domenica 3 rispettivamente 63 e 93 miglia a est e a nord-est di Lanzarote. Sembra da escludere, in particolare, che si tratti di 2 dei 5 cadaveri che un elicottero del Salvamento Maritimo ha avvistato nel pomeriggio di domenica 3, senza riuscire a recuperarli, durante le operazioni di soccorso a un naufrago, seguite poco dopo dal salvataggio di altri 17 da parte della salvamar Al Nair, oltre 80 chilometri più a est.
(Fonte: El Diario, Efe Canarias, Salvamento Maritimo, Europa Press)
Senegal-Spagna (Dakar-El Hierro), 5 novembre 2024
Un migrante è stato trovato ormai senza vita su un cayuco rimasto per oltre due settimane nell’Atlantico, sulla rotta tra il Senegal e le Canarie. Il barcone era partito tra il 20 e il 21 ottobre dalla zona di Dakar. Con la vittima a bordo c’erano altri 131 (tra cui 11 donne e 5 ragazzi minorenni) senegalesi e gambiani. Durante la navigazione (oltre 1.800 chilometri di mare fino all’arcipelago spagnolo) hanno perso l’orientamento e con il passare dei giorni sono terminate le scorte d’acqua e di cibo. L’allarme è scattato nella mattinata di lunedì 4 novembre quando un rimorchiatore britannico ha casualmente avvistato il cayuco 170 miglia a sud di El Hierro, allertando i servizi di soccorso. Le operazioni di salvataggio sono state coordinate dalla centrale di Tenerife del Salvamento Maritimo, che ha inviato sul posto un elicottero e la guardamar Talia. Il rimorchiatore è rimasto a monitorare la situazione, prestando i primi soccorsi, fino all’arrivo e al trasbordo sulla Talia di tutti i 131 migranti, oltre che della salma del giovane subsahariano morto di sfinimento alcune ore prima. Durante la navigazione di rientro a El Hierro uno dei naufraghi, in condizioni critiche, è stato prelevato da un elicottero e trasferito d’urgenza nell’ospedale di Tenerife. Gli altri 130 sono stati sbarcati verso le 11,30 di martedì 5 novembre nel porto di La Restinga. All’arrivo hanno ricostruito la loro odissea di 15 giorni nell’Atlantico. Secondo Helena Maleno, della Ong Caminando Fronteras e un quotidiano senegalese, Dakaractu, che cita “una fonte spagnola”, alcuni avrebbero dichiarato di essere partiti in 150 e che ci sarebbero dunque 18 scomparsi in mare. Questa notizia non è stata ripresa dalla stampa spagnola, ma sono stati avviati accertamenti per verificare se abbia fondamento.
Aggiornamento 9 novembre: almeno altre 8 vittime. Ci sono almeno altri 8 morti, forse 10, nella tragedia del cayuco rimasto in mare per due settimane. E’ quanto è emerso dalle dichiarazioni di parte dei supersiti i quali hanno riferito che, alla partenza da Dakar, a bordo c’erano circa 140 persone e che più di qualcuno, dopo una decina di giorni, è stato sopraffatto dalla fatica e dal freddo. I loro corpi sono stati affidati al mare prima dell’arrivo dei soccorsi. Sul numero esatto dei cadaveri fatti scivolare fuoribordo i ricordi sono confusi: alcuni dicono non meno di 8, altri si spingono fino a un minimo di 10. Le prime voci dicevano 18.
(Fonte: Helena Maleno Ong Caminando Fronteras, Dakaractu, Ebrima Migrants Situation, Agenzia Efe. Aggiornamento: Ebrima Migrants Situation)
Turchia-Grecia (Prasonisi, Rodi), 5-6 novembre 2024
Quattro migranti, obbligati a gettarsi in mare dallo scafista che li aveva trasportati dalla Turchia, sono annegati nelle acque di Rodi. Le vittime, 3 uomini e 1 donna, erano con altri 25 migranti su un motoscafo veloce salpato la sera di martedì 5 novembre dalla costa turca del distretto di Fethiye. L’uomo al timone ha puntato verso il sud dell’isola, arrivando rapidamente nelle acque greche, di fronte alla spiaggia di Prasonisi ma si è fermato ad alcune decine di metri dalla riva, costringendo tutti a scendere in acqua e abbandonandoli. L’allarme è scattato intorno alla mezzanottre quando una pattuglia della polizia ha trovato sulla terraferma alcuni componenti del gruppo che cercavano di orientarsi: dapprima solo qualcuno poi, via via, un totale di 25. I supertsiti hanno subito riferito quanto era accaduto in mare e che si erano salvati a nuoto, segnalando però he mancavano quattro compagni. La notte stessa sono scattate le ricerche per recuperarli ma nessuno dei quattro è stato trovato ancora in vita. Le salme sono state trasferite all’obitorio dell’ospedale di Rodi.
(Fonte: Efsyn, Associated Press, Ekathimerini, Agenzia Ana Mpa, Infomigrants, Aegean Boat Report)
Algeria-Spagna (Almeria), 6-7 novembre 2024
Un migrante algerino è scomparso in mare tentando di arrivare in Spagna. Era con 7 compagni su una barca salpata mercoledì 6 novembre dalla costa dell’Algeria occidentale, puntando sull’Andalusia, ma non sono mai arrivati. L’allarme è scattato poco dopo le 5 di giovedì 7 novembre, quando un ferry di linea proveniente da Melilla, il Volcan de Timanfaya, ha segnalato al Salvamento Maritimo spagnolo di aver avvistato da poppa delle luci o dei segnali luminosi, circa 30 miglia a sud di Almeria. La centrale operativa ha fatto partire la salvamar Spica e un elicottero Helimer 205, mobilitando anche due unità che erano nella zona, il cargo Barbara B e la nave da crociera Silver Moon. Ad avvistare per primo i naufraghi è stato il Barbara B: 6, giovani harraga aggrappati al relitto rovesciato, che sono stati presi a bordo. Poco dopo l’Helimer 205 ne ha recuperato in mare un altro, trasferendolo subito all’ospedale di Almeria per un forte stato di ipotermia. I sei tratti in salvo dal cargo sono stati invece trasbordati sulla Spica e sbarcati ad Almeria verso le 8,30. Per ritrovare il disperso le ricerche sono proseguite per l’intera giornata ma senza risultati.
(Fonte: Europa Press, Ong Cipimd. Salvamento Maritimo)
Libia (Janzour, Tripoli), 8-9 novembre 2024
Alcuni richiedenti asilo subsahariani, verosimilmente almeno 3, sono rimasti uccisi a Janzour, un sobborgo situato 27 chilometri a ovest di Tripoli, nel crollo di un palazzo abitato esclusivamente da migranti, per lo più “stanziali” in Libia. Nel disastro altre 5 persone sono morte e 12 ferite (due ricoverate in condizioni critiche). La maggior parte delle vittime, tra morti e feriti, sono egiziani che risultano residenti a Tripoli, ma non mancano diversi subsahariani (inclusa una coppia di rifugiati somali con il figlio piccolo) che, rimasti intrappolati in Libia, si sono rivolti all’ufficio Unhcr di Tripoli per essere registrati come richiedenti asilo nella speranza di poter entrare in uno dei canali umanitari di trasferimento verso l’Europa o comunque verso un paese più sicuro. L’edificio è andato completamente distrutto. Le cause del crollo andrebbero ricercate in un difetto strutturale di costruzione.
(Fonte: Ong Refugees in Libya, Libya Review, Libya Observer, sito web Tarik Lamoun giornalista, Ufficio Oim Libya)
Libia (Tripoli), 9 novembre 2024
Un giovane migrante gambiano, Omar Kolley, è morto a Tripoli per mancanza di cure mediche. Veniva da Foni Kansala, un piccolo centro circa 100 chilometri a est di Banjul, vicino al confine con il Senegal. Bloccato in Libia, aveva trovato un alloggio di fortuna e lavorava saltuariamente ma quando si è ammalato il padrone di casa lo ha scacciato e l’ospedale a cui si era rivolto non ha voluto ricoverarlo. Gli ultimi tempi li ha passati vivendo in ripari precari. “Si è registrato per tre volte presso l’ufficio Oim di Tripoli, chiedendo di essere rimpatriato, ma gli hanno risposto che nelle sue condizioni non potevano farlo viaggiare per riportarlo in Gambia – ha riferito l’organizzazione Ebrima Migrants Situation – Abbandonato senza alcun tipo di cure, costretto a vivere in pratica per strada, esposto al maltempo e a ogni genere di disagi, si è aggravato rapidamente fino a che, nella serata di sabato 9 novembre, è morto”.
(Fonte: Organizzazione Ebrima Migrants Situation)
Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 10 novembre 2024
Trenta vittime (14 morti e 16 dispersi) nel naufragio di una barca di migranti al largo della Tunisia orientale, sulla rotta per Lampedusa. E’ accaduto tra giovedì 7 e venerdì 8 novembre ma la notizia è emersa soltanto domenica 10 grazie a un report dell’organizzazione Ebrima Migrants Situation, contattata da alcuni superstiti. Nessuna informazione da parte delle autorità tunisine. Secondo quanto Ebrima ha potuto sapere, la barca è partita dai pressi di Bou Derbala, circa 19 chilometri a nord di Sfax. E’ da presumere che si trattasse di uno degli scafi “monouso” in metallo usati ormai abitualmente per queste “spedizioni” dalla Tunisia. A bordo erano in 48, tra cui 15 donne e 3 bambini, tutti subsahariani provenienti presumibilmente da una delle tendopoli improvvisate della zona dove si sono rifugiati centinaia di migranti. Non sono chiare le circostanze del naufragio e dei soccorsi. Appare certo invece che tra le vittime figurano almeno una delle donne e il suo bambino.
Aggiornamento 19 novembre: “La barca è stata speronata: 53 vittime”. A bordo della barca c’erano non 48 ma quasi 80 persone, tra cui una ventina di donne (13 incinte) e bambini piccoli. Soltanto 23 (non 18) si sono salvate. E’ dunque molto più pesante di quanto sia emerso inizialmente il bilancio delle vittime: 53 in tutto tra morti e dispersi, in particolare donne. Ben 23 in più delle 30 censite nell’immediatezza della tragedia. E’ quanto è emerso da accertamenti più approfonditi condotti ascoltando le testimonianze dei superstiti e dei familiari. In particolare è risultato prezioso quanto ha potuto verificare un profugo sudanese (cugino di un ragazzo di 16 anni, Musa, scomparso in mare), raggiunto e intervistato da Lidia Ginestra Giuffrida di Fanpage. Basandosi sulle testimonianze di alcuni amici di Musa che erano con lui sulla barca, il giovane, oltre a precisare le dimensioni della strage (“Mio cugino Musa è uno dei minori annegati quella notte insieme ad altre 52 persone”), ha fornito particolari drammatici sulla dinamica della tragedia, chiamando pesantemente in causa la Guardia Costiera tunisina. La barca, come si era intuito fin dall’inizio, era ancora vicino alla costa quando è stata intercettata: “Sono arrivati i tunisini – ha raccontato il cugino di Musa – Li hanno speronati, poi li hanno fatti ribaltare e li hanno guardati affogare…”. E’ un’accusa che richiederebbe un’inchiesta giudiziaria approfondita: le autorità tunisine non hanno mai fornito informazioni sull’episodio e resta il fatto che quasi tutti i superstiti hanno riferito che a soccorrerli è stato un peschereccio e non la Guardia Costiera. “Una volta sbarcati a Sfax, poi, i naufraghi sono stati presi in consegna dalla polizia, che li ha divisi in due gruppi: il primo (con numerose donne, anche incinte) è stato abbandonato nel deserto tra la Libia e la Tunisia, l’altro venduto ai libici nel centro di Al Assah”.
(Fonte: Ebrima Migrants Situation. Aggiornamento: Fanpage)
Turchia-Grecia (Kusadasi-Samos), 10 novembre 2024
Un ragazzo minorenne è scomparso in mare cadendo da una barca carica di migranti che, salpata dalla Turchia, si è incagliata su una secca rocciosa sulla costa nord orientale dell’isola di Samo. Il natante era partito nelle prime ore del mattino dal litorale del distretto di Kusadasi. A bordo c’erano 47 persone, tra cui 11 donne e 19 bambini o minori. Ha navigato senza grossi problemi fino all’altezza del villaggio di Galazio, una decina di chilometri a nord est di Samo ma accostando alla riva è finito contro una scogliera, arenandosi. Alcuni dei migranti a bordo sono riusciti a raggiungere a nuoto la costa, dove poco dopo sono stati intercettati dalla polizia e da personale dell’agenzia Frontex. Nelle ore successive, fino a mezzogiorno, sono stati via via trovati in tutto 46 naufraghi. Tra questi, una delle undici donne ha subito segnalato di aver perso di vista il figlio minorenne, caduto in acqua e scomparso in pochi istanti dopo l’urto contro la scogliera. Ne è seguita una vasta operazione di ricerca che, con la partecipazione di tre unità della Guardia Costiera e della squadra di soccorso di Samo, oltre che di 2 pattuglie a terra e di un gruppo di sommozzatori, si è protratta fino alla serata di lunedì 11 novembre ma senza esito.
(Fonte: Efsyn, Aegean Boat Report)
Marocco (Nador), 11 novembre 2024
E’ morto nel carcere di Nador Yasser Abdul Rahman, un ragazzo sudanese arrestato nel giugno 2022 in occasione del tentativo di centinaia di migranti, quasi tutti sudanesi come Yasser, di superare il vallo della frontiera con l’enclave spagnola di Melilla. Si è trattato del più clamoroso e sanguinoso “assalto” alla duplice barriera di cemento, acciaio e rotoli di filo lamellato eretta dalla Spagna lungo tutto il perimetro di confine: decine di morti, un numero di “desaparecidos” mai precisato e l’arresto, da parte della polizia marocchina, di centinaia di profughi, poi processati e condannati. Non risultano invece sentenze a carico degli agenti e dei militari autori della strage. Processato poche settimane dopo l’arresto dal Tribunale di Nador, per Yasser la Corte aveva deciso una pena di 3 anni da scontare in Marocco. In prigione si è ammalato e, secondo quanto hanno riferito i compagni, le sue condizioni di salute si sono poi rapidamente aggravate, fino a portarlo alla morte.
(Fonte: Association Marocaine Droits Humains)
Libia (Al Aodah, Tobruk), 11 novembre 2024
Il mare ha trascinato il cadavere di un migrante sul litorale di Al Aodah, meno di 6 chilometri a nord ovest di Tobruk, in Cirenaica. Su segnalazione della polizia, è intervenuta per il recupero una squadra della Mezzaluna Rossa, che ha poi trasferito la salma nell’obitorio del centro medico di Tobruk, in attesa delle decisioni della magistraura per l’inumazione. Non sono emersi elementi per arrivare all’identificazione o stabilirne la provenienza ma la polizia ritiene che si tratti di un giovane annegato nel tentativo di raggiungere l’Italia o comuque l’Europa.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Libia-Italia (Tajoura-Lampedusa), 11 novembre 2024
Un migrante morto e un numero imprecisato di dispersi in un naufragio sulla rotta tra la Libia e Lampedusa. La barca, partita dal litorale di Tajoura, una ventina di chilometri a est di Tripoli, si è capovolta quando era ancora nelle acque territoriali libiche. Nessuno si è accorto di nulla fino a quando le onde e le correnti hanno spinto verso la riva i rottami dello scafo e alcuni naufraghi. A dare l’allarme e a intervenire per i primi soccorsi è stata, da terra, una unità del settantesimo battaglione di fanteria che ha tratto in salvo 21 persone e recuperato un cadavere, trascinato sulla battigia dalla risacca. Le ricerche sono proseguite fino a notte senza trovare nessun altro. Non è chiaro quante persone si fossero imbarcate ma barche come quella naufragata in genere trasportano molto più di una ventina di migranti e c’è da temere dunque che ci siano parecchi dispersi. I supertsiti sono stati trasferiti in un centro di detenzione: vengono dal Bangladesh e da diversi paesi arabi.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Libia-Italia (Tobruk), 11-12 novembre 2024
Il mare ha depositato il cadavere di un migrante su una delle spiagge del centro di Tobruk, in Cirenaica. Segnalato da diverse persone, è stato recuperato e trasferito nell’obitorio del Centro Medico da una pattuglia della Libyan Coast Security. E’ il secondo sulla costa di Tobruk nell’arco di meno di 24 ore dopo il corpo trovato sul litorale di Al Aodah, 6 chilometri più a nord ovest. Anche in questo caso non sono emersi elementi utili per risalire all’identità e alla provenienza ma non ci sono dubbi che si tratti di un migrante annegato nel tentativo di raggiungere l’Italia e l’Europa. I due episodi potrebbero essere collegati.
(Fonte: Migrant Rescu Watch)
Algeria-Spagna (Boumerdes), 12-13 novembre 2024
I cadaveri di almeno 2 migranti subsahariani sono stati avvistati in mare, ad alcune decine di metri dalla riva, sul litorale algerino tra Boumerdes e Algeri. Non è stato possibile identificarli né stabilirne la provenienza. Francisco Josè Clemente Martin, responsabile della Ong spagnola Cipimd, segnala tuttavia che si sono perse le tracce di una barca partita per la Spagna il 15 ottobre da Boumerdes, 50 chilometri a ovest di Algeri: uno scafo in fibra di colore azzurro, motore fuoribordo da 60 cavalli, con a bordo 24 giovani subsahariani. Non si hanno conferme che si tratti della stessa barca dei due migranti trovati in mare senza vita, ma in ogni caso è stata avviata un’inchiesta partendo dagli abiti e dagli effetti personali recuperati sui cadaveri.
(Fonte: Ong Cipimd)
Libia-Italia (Al Khums), 13-14 novembre 2024
Due migranti annegati in un naufragio sulla rotta dalla Libia per Lampedusa. La barca era partita dal litorale di Al Khums (Homs), 110 chilometri a est di Tripoli. A bordo c’erano almeno 35 persone, tra siriani ed egiziani, tutti uomini. Era ancora nelle acque territoriali libiche quando si è rovesciata, probabilmente a causa delle cattive condizioni meteo e del sovraccarico. “Appena si è saputo del naufragio – ha dichiarato Osama Ali, portavoce dell’apparato per le emergenze – sono partite per i soccorsi unità delle basi di Al Khums, Msallata, Garabulli e Qasr Al Akhyar che, individuato il relitto, hanno tratto in salvo decine di naufraghi e recuperato due corpi ormai senza vita”. Inizialmente si è parlato di 2 morti, 26 supertsiti e 2 dispersi ma un rapporto successivo della Guardia Costiera, oltre a confermare il recupero di due cadaveri, ha precisato che i naufraghi tratti in salvo sono 33, senza fare alcun cenno a eventuali dispersi. Quattro dei supersiti, subito dopo lo sbarco ad Al Khums, sono stati ricoverati in ospedale, gli altri trasferiti in un centro di detenzione.
(Fonte: Migrant Rescue Watch, Libya Observer, Libya Review)
Marocco-Spagna (Beni Ensar-Melilla), 14 novembre 2024
Un marocchino ventottenne risulta disperso in mare nel tentativo di raggiungere Melilla a nuoto dalla zona di Nador. La notizia è emersa giovedì 14 dicembre in seguito a un appello di ricerca lanciato dalla famiglia ma la scomparsa risale a venerdì 8 quando, verso sera, il giovane ha preso il largo dalla spiaggia di Beni Ensar, 11 chilometri a nord di Nador e circa 5 dall’enclave spagnola. Era con tre amici, con i quali aveva concordato la fuga verso la Spagna. Durante la traversata i quattro ragazzi si sono persi di vista. Ad uno ad uno i tre compagni del ventottenne sono riusciti ad approdare oltre il confine e poi, non vedendolo arrivare, hanno avvertito i suoi familiari. Ancora qualche ora di attesa e poi, in mancanza di notizie, sono iniziate le ricerche, interessando sia le autorità marocchine che quelle spagnole. Dopo sei giorni è stato rivolto un appello anche alla stampa locale.
(Fonte: Nadorcity.com)
Libia (Tobruk), 14 novembre 2024
Altri 3 cadaveri sono stati trovati lungo la costa della Cirenaica, all’altezza di Tobruk, dopo quelli segnalati tra lunedì 11 e martedì 12 novembre. Anche questi 3 sono stati avvistati tra i giorni 11 e 12 ma la notizia del ritrovamento è stata diramata solo nella serata di giovedì 14. Unità delle Forze Navali di Tobruk li hanno recuperati, con tre distinte operazioni, in punti diversi ma a non grande distanza l’uno dall’altro e dai luoghi (la spiaggia di Al Adah, meno di 6 chilometri a nord ovest di Tobruk e una spiaggia urbana della stessa Tobruk, note 11 e 12 novembre: ndr) dove sono stati trovati i primi due. Uno dei tre è stato identificato grazie a una carta d’identità che era tra gli abiti: si tratta di un giovane pakistano, Kasmar Shahzad, 25 anni. Per gli altri due, entrambi subsahariani, non sono emersi elementi utili per poterlo identificare. Il ritrovamento di 5 cadaveri sullo stesso tratto di costa nell’arco di appena due giorni sembra confermare che deve esserci stato il naufragio “fantasma” di una barca salpata verso l’Europa dalla costa cirenaica, rimasto sconosciuto fino a quando non sono affiorati i primi cadaveri. Resta imprecisato il numero delle vittime: oltre ai 5 corpi recuperati vanno sicuramente calcolati dei dispersi.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Libia-Italia (Al Khums), 14 novembre 2024
Due profughi morti e 4 dispersi in un naufragio al largo della costa libica a est di Tripoli, sulla rotta verso l’Italia. La barca era salpata dalla zona di Al Khums, 100 chilometri circa da Tripoli. A bordo erano in più di 30, tutti siriani. Era ancora all’interno delle acque territoriali libiche quando, forse a causa del sovraccarico e delle cattive condizioni meteo, si è rovesciata. I soccorsi sono arrivati da unità dello Stability Support Apparatus, che hanno recuperato in mare 31 naufraghi: 2 sono morti quasi subito, prima ancora di poter essere trasferiti in ospedale mentre altri 4 sono stati ricoverati in condizioni molto gravi per ipotermia, disidratazione e sfinimento fisico. Gli altri 25 si sono ripresi dopo le prime cure. Le autorità libiche non hanno fatto cenno ad eventuali dispersi ma dal rapporto dell’ufficio tripolino dell’Oim pubblicato il 18 novembre risulta che ce ne sono almeno 4.
(Fonte: Libya Observer, Libya Review, Iom Libya, Tarik Lalloun giornalista)
Marocco-Spagna (Al Hoceima), 15 novembre 2024
Il cadavere di un migrante è rimasto impigliato nelle reti di un peschereccio marocchino al largo del litorale di Al Hoceima, a est di Nador. Interrotte le operazioni di pesca, l’equipaggio ha fatto rotta verso il porto di Al Hoceima, dove il corpo è stato preso in consegna dalla polizia e da una squadra della Mezzaluna Rossa per trasferirlo nell’obitorio dell’ospedale Mohammed VI di Ajdir, a disposizione della magistratura. A causa dell’avanzato stato di decomposizione non sono emersi elementi utili per l’identificazione o per stabilirne la provenienza ma non sembrano esserci dubbi che si tratti di un giovane annegato tentando di raggiungere il territorio spagnolo, o direttamente nella Penisola Iberica o nella vicina enclave di Melilla. Un ritrovamento analogo, nello stesso tratto di mare, è stato fatto da un altro peschereccio il 28 ottobre.
(Fonte: Nadorcity.com)
Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 15 novembre 2024
Sedici migranti subsahariani, tra cui una donna e due bambini piccoli, sono scomparsi in mare in un naufragio sulla rotta per Lampedusa. La tragedia è avvenuta tra venerdì 8 e sabato 9 novembre ma se ne è avuta notizia solo una settimana dopo, venerdì 15 novembre, quando uno dei sopravvissuti è riuscito a mettersi in contatto con la piattaforma Alarm Phone. Nessuna comunicazione da parte delle autorità tunisine. La barca, uno scafo in metallo di otto metri, ha preso il largo dal litorale a nord di Sfax. A bordo erano in 52, incluse donne e bambini. La navigazione si è interrotta dopo poche ore a causa di un guasto al motore. Rimasta in balia del mare, mentre le condizioni meteo andavano peggiorando rapidamente, verso mezzogiorno l’imbarcazione si è rovesciata ed è poi affondata in pochi minuti. I naufraghi hanno cercato di tenersi a galla come potevano, aggrappandosi ai rottami o con l’aiuto di pneumatici usati come salvagente, ma presto molti hanno cominciato a cedere e a scomparire. I soccorsi sono arrivati, diverse ore più tardi, da un peschereccio tunisino che ha avvistato casualmente i naufraghi ed è riuscito a trarne in salvo 36, sbarcandoli poi a Sfax. Nessuna traccia degli altri 16 migranti.
(Fonte: Alarm Phone, Organizzazione Ebrima Migrants Situation)
Libia-Italia (Zawiya-Tripoli), 15 novembre 2024
Tredici migranti dispersi in mare in un naufragio sulla rotta tra la Libia e Lampedusa. La barca era partita dal litorale tra Zawiya e Tripoli con a bordo 30 persone. Il primo allarme è stato lanciato dalla piattaforma di soccorso Alarm Phone, a cui era arrivata una richiesta di aiuto direttamente da bordo. In quel momento la barca era già molto al largo, nella posizione di 33° 23’ Nord e 13° 2’ est. Poco dopo i contatti si sono interrotti e non si è più riusciti a ripristinarli. “In seguito abbiamo saputo – ha riferito la Ong – che la barca era affondata e la Guardia Costiera libica ha poi precisato che c’erano solo 17 superstiti mentre 13 erano scomparsi in mare”.
Aggiornamento 18 novembre: 50 dispersi. I migranti dispersi risultano 50: rispetto ai 13 comunicati dalla Guardia costiera libica 37 in più. E a bordo della barca c’erano almeno 67 persone e non 30. E’ quanto emerge dal rapporto settimanale 10-16 novembre della sede Oim Libya pubblicato lunedì 18, che conferma il recupero di 17 naufraghi (14 uomini e 3 donne) al largo di Zawiya ma segnala che i migranti scomparsi in mare sono una cinquantina. Non sono stati forniti particolari sulle circostanze del naufragio, ma potrebbe trattarsi della barca che, secondo la Ong Ebrima Migrants Situation, è partita dalla zona di Zawiya la notte di giovedì 14 ed è affondata venerdì 15. Tutti i migranti a bordo, ha segnalato la Ong, erano subsahariani: diverse decine, tra cui almeno 27 donne e alcuni bambini.
(Fonte: Alarm Phone, Ebrima Migrants Situazion. Aggiornamento: Rapporto Oim Libya 10-16 novembre, Ebrima Migrants Situation)
Tunisia (Sfax e confine sahariano), 16 novembre 2024
Una giovane donna in stato di gravidanza è morta di sfinimento e di stenti nel deserto tunisino dove era stata deportata dalla polizia. Si chiamava Nana e veniva dalla Guinea. Era su una barca partita da Sfax la sera di martedì 12 novembre con 46 migranti e intercettata l’indomani, mercoledì 12 novembre, sulla rotta per Lampedusa, dalla Guardia Costiera. Con lei erano il suo primo figlio, un bambino di 10 anni, e i fratelli. Costretto a rientrare a Sfax, l’intero gruppo è stato consegnato alla polizia, che lo ha trasferito a sud, verso il confine con l’Algeria, abbandonandolo poi in pieno deserto. Nana, incinta di otto mesi, non ha resistito a lungo. “Ha detto ai suoi fratelli – ha riferito la Ong Refugees in Libya – di essere troppo stanca per continuare il viaggio… Ha raccomandato di prendersi cura di suo figlio e poco dopo è morta”.
(Fonte: Refugees in Libya)
Libia (Ain Zara), 17 novembre 2024
Un migrante gambiano, Mamadou Jallow, è morto in Libia, durante la lunga attesa di poter lasciare il paese. Originario di Dippamakund, un piccolo centro 15 chilometri a est Banjul, era rimasto bloccato in Libia tentando di raggiungere l’Europa. Negli ultimi mesi aveva trovato alloggio nella zona di Ain Zara, nei sobborghi di Tripoli. Malato, aveva deciso di tornare in Gambia, rivolgendosi all’ufficio Oim di Tripoli per un rimpatrio volontario. Era stato messo in lista ma sono sorti problemi proprio perché era malato: i funzionari Oim – secondo quanto ha riferito l’Organizzazione Ebrima Migrants Situation – gli avrebbero comunicato che nelle sue condizioni di salute non potevano farlo viaggiare fino in Gambia. Alcune settimane più tardi è morto.
(Fonte: Ebrima Migrants Situation)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 17 novembre 2924
Un marocchino diciannovenne, Marwan Nalmir, risulta disperso in mare nel tentativo di raggiungere Ceuta a nuoto. L’allarme è stato dato dalla famiglia domenica 17 novembre, almeno due giorni dopo la scomparsa. A casa non sapevano nulla della sua intenzione di fuggire nell’enclave spagnola e non sono stati in grado di riferire se fosse da solo o con altri e come si sia organizzato. L’unico dato certo è che ha preso il largo da una spiaggia di Castillejos prima dell’alba di venerdì 15 novembre. Da quel momento le sue tracce si sono perse, né lui si è messo in contatto con i familiari o qualche amico. Le ricerche in Marocco non hanno dato esito così come l’appello lanciato attraverso la redazione del quotidiano El Faro de Ceuta.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Marocco-Spagna (Gibilterra e La Linea), 17 novembre
Nell’arco di tre giorni sono affiorati i cadaveri di due migranti nelle acque tra Gibilterra e la Spagna. La mattina di domenica 17 novembre, intorno alle 8,45, uno dei due corpi è stato segnalato da un privato all’Autorità Portuaria di Gibilterra poco meno di un miglio a sud di Punta Europa. Per il recupero è intervenuta una unità della sezione marittima della polizia, che ha poi trasferito la salma nell’obitorio dell’Istituto di Medicina legale per le indagini. L’episodio è stato presto collegato al ritrovamento di un altro cadavere, avvenuto nella mattinata di giovedì 14 novembre una decina di chilometri più a nord, in territorio spagnolo, a La Linea de la Conception, a pochi metri dalla riva di Playa de Levante e a breve distanza dal confine tra la Spagna e Gibilterra. Entrambi i corpi sono in stato di decomposizione molto avanzato. Secondo la Ong Comitato per l’identificazione dei migranti morti o dispersi potrebbe trattarsi di due giovani marocchini annegati nel tentativo di raggiungere la Spagna e poi trascinati in questo tratto di mare dalla burrasca di levante dei giorni precedenti.
(Fonte: Europa Sur, Ong Cipimd)
Marocco-Spagna (Nador-Almeria), 18 novembre 2024
I cadaveri di 2 migranti sono stati trascinati dal mare sulla spiaggia del parco naturale di Punta Entinas Sabinar, circa 40 chilometri a sud ovest di Almeria. Li ha scoperti verso le 11 un passante, che ha subito informato il servizio d’emergenza 112. Per il recupero è intervenuta una squadra della Croce Rossa che, dopo un sopralluogo della Guardia Civil, ha trasferito le due salme nell’obitorio dell’Istituto di Medicina Legale. Secondo quanto è emerso dalle indagini si tratta di due giovani marocchini partiti da Nador su un motoscafo veloce phantom il cui “capitano”, anziché approdare, avrebbe costretto tutti i migranti a bordo a scendere in acqua per raggiungere la riva a nuoto. Nel corso della giornata almeno 4 altre barche di migranti state avvistate lungo lo stesso tratto di costa a ovest di Almeria: una ha raggiunto da sola la riva, all’altezza della spiaggia di Los Percheles, 4 chilometri a ovest di Punta Entinas. A bordo, insieme a decine di altri migranti intercettati dopo lo sbarco dalla polizia di El Ejido, c’era un giovane ferito.
(Fonte: Europa Press, Ong Cipimd)
Spagna (Malaga), 18 novembre 2024
Un peschereccio spagnolo ha avvistato in mare, alcuni chilometri a sud est di Malaga, il corpo di un uomo adulto, di corporatura robusta. Avvisata la centrale operativa del Salvamento Maritimo e la Guardia Civil, è stata mobilitata per il recupero la salvamar Alnitak. Dopo lo sbarco nel porto di Malaga, la salma è stata trasferita nell’obitorio dell’ospedale, a disposizione della polizia giudiziaria per le indagini. A giudicare dallo stato di decomposizione, deve essere rimasta in acqua per almeno quindici giorni prima del ritrovamento. Non sono emersi elementi per stabilirne l’identità e la provenienza ma c’è da ritenere che si tratti di un migrante annegato nel tentativo di raggiungere la Spagna, probabilmente dall’Algeria.
(Fonte: Europa Press, La Opinion, Ong Cipimd)
Marocco-Spagna (Rincon-Castillejos-Ceuta), 19 novembre 2024
Un sedicenne marocchino, Ibrahim Oulad Alhaj, originario di Rincon, è scomparso in mare tentando di raggiungere Ceuta a nuoto. Un appello di ricerca è stato lanciato dai familiari martedì 19 novembre ma le sue tracce si sono perse giovedì 14 quando ha lasciato Rincon, senza avvertire nessuno, per raggiungere Castillejos, circa 20 chilometri più a nord. La sera stessa ha preso il largo dal versante marocchino della spiaggia del Tarajal, con l’idea di spingersi al largo per aggirare a nuoto la barriera e l’antemurale che segnano la linea di confine ed approdare sul versante spagnolo. Da quel momento non se ne è saputo più nulla. La famiglia ha aspettato per alcuni giorni che si mettesse in contatto e poi ha cominciato a cercarlo, rivolgendosi sia alle autorità marocchine che spagnole. Martedì 19 novembre ha poi chiesto l’aiuto anche della redazione del quotidiano El Faro de Ceuta, diffondendo alcune foto e numeri telefonici nella speranza di facilitare le ricerche e un eventuale riconoscimento.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Libia-Italia (Tripoli-Lampedusa), 20 novembre 2024
Almeno 15 profughi siriani morti o dispersi in un naufragio al largo di Tripoli sulla rotta per Lampedusa. Insieme ad altri 10 siriani erano su una barca in vetroresina di 7 metri, con due motori fuoribordo, salpata dal litorale tripolino all’alba di mercoledì 20 novembre. La tragedia è avvenuta dopo circa due ore di navigazione. Le circostanze non sono state chiarite con esattezza, ma i supertsiti hanno riferito che lo scafista, un giovane sudanese, li aveva abbandonati, rientrando in Libia, poco prima che lo scafo si ribaltasse, forse per un colpo di mare o il sovraccarico. Finiti in acqua, i naufraghi sono rimasti in balia delle correnti per oltre quattro ore, senza poter dare l’allarme o chiedere aiuto perché nessuno di loro aveva strumenti di comunicazione adatti, come telefoni satellitari o dispositivi di navigazione. I soccorsi sono arrivati solo nel primo pomeriggio, quando una barca di pescatori ha scoperto casualmente il naufragio, recuperando 4 superstiti e dando l’allarme alla Guardia Costiera. La motovedetta Ras Jadar ha poi tratto in salvo altri 6 naufraghi e recuperato 7 cadaveri. Nessuna traccia degli altri, almeno 8, che risultano dispersi. Secondo alcune fonti, secondo le quali a bordo erano in realtà una trentina (con diverse donne e bambini), il bilancio di morte potrebbe essere anche più pesante.
(Fonte: Libya Review, Migrant Rescue Watch, Ebrima Migrants Situation, Tarik Lamlous giornalista)
Senegal-Spagna (Djiffere-Canarie), 22 novembre 2024
Da oltre un mese non si hanno più notizie di un grosso cayuco salpato il 20 ottobre da Djifere, circa 180 chilometri a sud di Dakar. A bordo erano in gran parte senegalesi insieme ad alcuni gruppi provenienti da altri paesi subsahariani: in tutto almeno 160 persone (ma alcune fonti ne indicano quasi 180). Puntavano verso le Canarie, una rotta di circa 1.900 chilometri che barconi come quello scomparso percorrono generalmente in una decina di giorni. Dopo la partenza non risulta che ci siano stati contatti ma considerate la lunghezza e le difficoltà del viaggio è probabile che inizialmente questo “silenzio” sia stato considerato quasi “normale”. L’allarme ha cominciato a diffondersi tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre attraverso la piattaforma di soccorso Alarm Phone che, contattata da alcuni familiari, ha diramato il 3 novembre una segnalazione di scomparsa, sollecitando operazioni di ricerca alle autorità di tutti i paesi situati lungo la rotta da Djiffere alle Canarie: lo stesso Senegal, la Mauritania, il Marocco e la Spagna. La richiesta di aiuto è stata ripetuta dopo 24 ore, la mattina di giovedì 4 novembre, a oltre due settimane dalla partenza. Nei giorni successivi la Ong ha continuato a monitorare la situazione, sempre senza esito. Nessun contatto anche con le famiglie. Tutto lascia pensare a un nuovo “naufragio fantasma” senza superstiti: un altro barcone scomparso nell’Atlantico, con tutte le persone a bordo, come numerosi altri segnalati dalla Ong Caminando Fronteras la quale, proprio tenendo conto anche di casi del genere, calcola che dall’inizio dell’anno si debbano contare più di 6 mila vittime, tra morti e dispersi, sulla rotta per le Canarie dalla costa africana occidentale compresa tra la Guinea e il Marocco, definita “la più pericolosa e mortale del mondo”.
(Fonte: Alarm Phone, Ebrima Migrants Situation)
Turchia-Grecia (Farmakonisi), 23 novembre 2024
Una migrante è scomparsa in mare in seguito a un naufragio nell’Egeo di fronte alla piccola e semi disdabitata isola greca di Farmakonisi. Era con altre 19 persone su una barca partita dalla vicina costa anatolica della provincia di Didim. Probabilmente i 20 migranti volevano raggiungere e chiedere asilo nella più lontana Leros ma sono finiti contro una scogliera sulla costa orientale di Farmakonisi. Nell’urto sono tutti finiti in acqua. Quattordici, inclusi alcuni bambini, sono riusciti a guadagnare a nuoto, in punti diversi, la riva, dove nel corso della mattinata sono stati intercettati dalla polizia, divisi in piccoli gruppi. Alcuni erano estremamente provati. In particolare un bimbo piccolo, che era privo di conoscenza quando è stato rintracciato insieme alla madre. Degli altri 5 naufraghi, persi di vista quando lo scafo si è schiantato sugli scogli e dati inizialmente per dispersi, 4 sono stati recuperati nelle ore successive, mentre non si è trovata traccia del quinto, una giovane donna. Sei dei superstiti, tra cui il bimbo privo di sensi, sono stati avviati d’urgenza in ospedale, tutti gli altri avviati a un centro di accoglienza. Per i soccorsi e le ricerche è stato chiesto l’intervento di navi e personale da Leros, perché Farmakonisi, a parte un presidio militare, è pressoché priva di strutture e servizi.
(Fonte: Alarm Phone, Aegean Boat Report, Infomigrants)
Turchia-Grecia (Dikili-Lesbo), 24-25 novembre 2024
Il cadavere di un uomo è stato recuperato nelle prime ore del mattino di lunedì 25 novembre sulla costa meridionale di Lesbo. La vittima era con altri 26 migranti su una barca salpata dalla vicina costa turca del distretto di Dikili e naufragata la notte di domenica 24 a ovest della spiaggia di Fara, 55 chilometri a sud dell’abitato di Lesbo. I superstiti sono riusciti a raggiungere a nuoto vari punti della riva, dove sono stati poi trovati a piccoli gruppi dalla polizia locale. Quando sono stati tutti riuniti è emerso che mancava ancora una persona. L’indomani il mare ne ha restituito il corpo.
(Fonte: Aegean Boat Report)
Turchia-Grecia (Kusadasi-Samo), 25 novembre 2024
Morti 8 migranti e 3 dispersi nell’Egeo orientale in seguito al naufragio di uno zodiac che stava per approdare a Samos poco prima dell’alba. Salpato dal litorale del distretto di Kusadasi, il gommone è arrivato fino alla costa settentrionale dell’isola, all’altezza del villaggio di Galazio, meno di 10 chilometri a nord est dell’abitato di Samos, ma in vicinanza della riva si è schiantato contro una scogliera. L’urto contro le rocce ha distrutto lo scafo e gettato tutte le persone a bordo in acqua. Poco prima qualcuno dei migranti era riuscito a mettersi in contatto con varie Ong locali, segnalando di essere in grosse difficoltà a causa del mare mosso e del vento forte che rendevano quasi ingovernabile lo zodiac. Persi i contatti, intuendo che doveva essere accaduto qualcosa di grave, sono state appunto queste Ong a far scattare l’allarme, avvertendo la centrale operativa della Guardia Costiera. Nel frattempo, mentre stavano arrivando i soccorsi, 36 naufraghi sono riusciti a superare la scogliera e, scalato un costone, si sono rifugiati in una chiesetta, la cappella di Agios Antonio, dove poi li ha trovati la polizia locale. Altri 3 naufraghi sono stati recuperati dai soccorritori sulla scogliera, vicino al relitto del gommone. Le ricerche hanno poi portato al ritrovamento di 8 cadaveri: 6 bambini e 2 donne. I superstiti hanno però segnalato che a bordo, prima del naufragio, c’erano almeno 50 persone. Sono dunque da calcolare 3 dispersi, per un totale di 11 vittime.
(Fonte: Ekathimerini, Aegean Boat Report, Efsyn, Rosa.gr, Ana Mpa, Associated Press, Agenzia Reuters, Alarm Phone, Infomigrants)
Libia (Tripoli), 26 novembre 2024
Un giovane migrante gambiano, Mustafa Bah, è morto in Libia di Tbc mentre attendeva di poter essere rimpatriato a Latri Kunda German, il suo paese di residenza, 14 chilometri a ovest di Banjiul, dove vivono i genitori. Arrivato da molti mesi con l’intenzione di proseguire verso l’Europa, è rimasto intrappolato senza riuscire ad imbarcarsi finché ha cominciato a sentirsi male. Sono molti – ha rilevato la Ong Ebrima Migrants Situation – i migranti gambiani che hanno contratto la Tbc nelle prigioni libiche. Non è da escludere che Mustafa sia stato contagiato da qualche amico che si era ammalato in un centro di detenzione e con il quale divideva un alloggio precario a Tripoli oppure che lui stesso abbia trascorso qualche tempo in un carcere. Sta di fatto che le sue condizioni sono peggiorate rapidamente e non si è più ripreso.
(Fonte: Organizzazione Ebrima Migrants Situation)
Libia (Umm Rukba, Cirenaica), 26 novembre 2024
Il mare ha trascinato i cadaveri di 4 migranti sulla spiaggia di Umm Rukba, in Cirenaica, 100 chilometri circa a est di Tobruk e pochi chilometri a nord di Bardia. Li hanno trovati in punti diversi ma a breve distanza l’uno dall’altro. Per il recupero, su indicazione della Libyan Special Naval Forces, è intervenuta la Mezzaluna Rossa, che ha poi trasferito le salme nell’obitorio del centro medico di Tobruk. Una delle vittime è stata identificata grazie ai documenti trovati tra gli abiti: si tratta di un bengalese di 38 anni, Imdadul Haque, proveniente da Yeaz Uddin Abir, 200 chilometri a sud ovest di Dacca. E’ probabile che siano bengalesi anche gli altri 3. Non sono emersi elementi per stabilirne la provenienza, ma appare evidente che si tratta di migranti annegati nel tentativo di arrivare in Europa dalla Cirenaica. C’è da pensare a un “naufragio fantasma” con numerosi dispersi sulla rotta per Lampedusa oppure su quella per Creta, la nuova via di fuga percorsa sempre più di frequente dall’inizio dell’anno. Nessuna indicazione da parte delle autorità libiche.
Aggiornamento 2 novembre: un altro cadavere. Sabato 30 novembre un altro cadavere è affiorato sul litorale di Umm Rukba. E’ quanto emerge dal rapporto settimanale dell’ufficio Oim Libya pubblicato lunedì 2 dicembre. Si rafforza l’ipotesi di un naufragio “fantasma” con un numero imprecisato di vittime tra morti e dispersi.
(Fonte: Migrant Rescue Watch. Aggiornamento: rapporto Oim Libya 24-30 novembre)
Algeria-Spagna (La Pointe Sidi Abdelkader), 26-27 novembre 2024
Quindici migranti sono scomparsi in mare in seguito a un naufragio al largo dell’Algeria. Tre soltanto i superstiti: 2 uomini e una bambina. Nessuna informazione ufficiale da parte delle autorità o della Marina algerine: la notizia è stata diffusa da una Ong spagnola, il Comitato identificazione migranti morti e dispersi (Cipimd). La barca – ha riferito la Ong – è partita verso le 20 di martedì 26 novembre dalla zona di La Pointe Sidi Abdelkader, circa 50 chilometri da est di Boumerdes e un centinaio da Algeri. Doveva far rotta verso le Baleari, due giorni circa di navigazione, ma è affondata dopo poche miglia, nelle prime ore di mercoledì 27, mentre era ancora all’interno delle acque territoriali algerine. Quando i soccorritori sono giunti sul posto tre soli dei naufraghi erano ancora in vita.
(Fonte: Comitato identificazione migranti morti e dispersi Cipimd)
Libia-Italia (Ras Lanauf), 27 novembre 2024
Alcuni pescatori libici hanno recuperato in mare, nel golfo di Sirte, i cadaveri di 4 giovani egiziani e tratto in salvo 8 naufraghi. Altri 6 migranti sono riusciti a raggiungere la riva a nuoto. Erano tutti su una barca salpata dalla zona di Ras Lanauf, sulla rotta verso Lampedusa, ma che è affondata dopo pochi chilometri di navigazione. Non sono chiare le circostanze e le cause del naufragio: si sa solo per certo che lo scafo si è rovesciato mentre era ancora all’interno delle acque territoriali libiche. A dare l’allarme è stata una barca da pesca che ha avvistato casualmente il relitto e recuperato i naufraghi e i cadaveri prima dell’arrivo della Guardia Costiera e della polizia. Le ricerche di eventuali dispersi erano ancora in corso quando una pattuglia della polizia ha intercettato a terra i 6 migranti che si erano messi in salvo nuotando fino alla spiaggia. A bordo c’erano dunque almeno 18 persone e non è da escludere che qualcun altro, oltre alle 4 vittime di cui è stato recuperato il cadavere, sia annegato. Le salme sono state trasferite nell’obitorio dell’ospedale di Bin Jawad. Anche i superstiti, come le vittime, sono egiziani. Il più giovane dei 4 annegati si chiamava Mustafa Reda Hassan, aveva solo 14 anni, e veniva dal governatorato di Beheira.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Turchia-Grecia (Kusadasi-Samo), 28 novembre 2024
Due donne e due bambini piccoli sono annegati cadendo in mare da uno zodiac bianco che si è schiantato contro una scogliera sulla costa nord orientale di Samo. Il gommone, partito prima dell’alba dalla vicina provincia turca di Kusadasi, si è diretto verso Capo Prason, quasi all’estremità di una piccola penisola rocciosa, pochi chilometri più a est del litorale di Galazio dove appena 3 giorni prima, lunedì 25 ottobre c’è stato il naufragio di un’altra barca di migranti, con 8 morti e 3 dispersi. All’altezza del villaggio di Ai Giannakis ha accostato a forte velocità, finendo contro una serie di scogli semisommersi. Nell’urto lo scafo si è squaraciato e le persone a bordo sono tutte finite in acqua. Sedici naufraghi si sono salvati, in parte da soli in parte con l’aiuto dei primi soccorritori. Poco dopo la Guardia Costiera ha trovato in mare le due donne e i due bambini privi di conoscenza: appena riportati a riva, hanno cercato di rianimarli ma si è dovuto constatare che erano ormai morti. I superstiti non hanno saputo precisare in quanti fossero a bordo, ma le ricerche di eventuali dispersi sono continuate fino al tramonto, con l’intervento di unità della Guardia Costiera e dell’Hellenic Rescue Team oltre che di pattuglie a terra.
(Fonte: Agean Boat Report, Efsyn, Associated Press, Ana Mpa, Ekathimerini, Ashar Al Awsat, Infomigrants)
Marocco-Spagna (Nador-Adra), 28 novembre 2024
Nove vittime (2 migranti morti e 7 dispersi) in un naufragio sulla rotta tra il Marocco e l’Andalusia. Solo due si sono salvati. La barca, partita dal litorale di Nador, è arrivata fino a 5 miglia dalla costa spagnola, al largo di Adra, una sessantina di chilometri a ovest di Almeria, dove si è rovesciata. La segnalazione dell’emergenza è arrivata verso le 17,30 alla centrale operativa del servizio 112, che ha mobilitato la Guardia Civil e il Salvamento Maritimo. Una unità di soccorso ha recuperato in tarda serata due naufraghi e 2 corpi ormai senza vita. Nessuna traccia degli altri 7 harraga segnalati a bordo dai superstiti. Senza esito anche le ricerche condotte dall’alba di venerdì 29 novembre, con l’impiego di più unità navali e un elicottero del Salvamento Maritimo.
(Fonte: Ong Cipid, Europa Press)
Libia-Italia (Ras Lanuf), 30 novembre 2024
I cadaveri di 2 migranti sono stati depositati dal mare, a breve distanza l’uno dall’altro, su una spiaggia di Ras Lanuf, nel golfo di Sirte. Per il recupero, dopo un sopralluogo della polizia, è intervenuta la Mezzaluna Rossa. Non sono emersi elementi per poterli identificare ma appare chiaro che si tratti di altre 2 vittime del naufragio avvenuto tre giorni prima, mercoledì 27 novembre (nota del 27 novembre). Il numero dei cadaveri recuperati sale così a 6. Resta imprecisato il numero dei dispersi. Stando a quanto ha riferito la stampa locale, il naufragio, avvenuto non lontano dalla riva, sarebbe stato causato dal sovraccarico della barca e dalle cattive condizioni meteomarine.
(Fonte: Libya Review)
Marocco-Spagna (Los Escullos, Almeria), 1 dicembre 2024
Un migrante costretto dagli scafisti a gettarsi in mare lontano da terra, sulla costa di Almeria, è annegato senza riuscire a raggiungere la riva. Era con altri 16 migranti su un phantom, uno dei motoscafi veloci semirigidi usati per il contrabbando di droga e di uomini, partito dal Marocco. Arrivato sul litorale a est del parco di Cabo de Gata, nel muniicpio di Nijar, tra la spiaggia di Los Esculos e Cala Chica, meno di 50 chilometri da Almeria, tutto il gruppo di harraga ha dovuto calarsi fuoribordo per raggiungere la riva a nuoto, mentre gli scafisti si allontanavano velocemente verso sud nel timore di essere intercettati dalla polizia. L’allarme è scattato quando alcuni passanti hanno visto i migranti che annaspavano tra le onde, avvertendo il servizio d’emergenza 112. Sul posto sono confluite la polizia, la Guardia Civil e unità del Salvamento Maritimo che, al loro arrivo, hanno trovato 15 persone già a terra, in salvo, mentre un’altra è stata recuperata in mare aggrappata a uno scoglio. Poco dopo, alcune decine di metri al largo, è stato trovato il corpo ormai senza vita dell’ultimo migrante. I 16 superstiti sono stati trasferiti ad Almeria nel centro di accoglienza temporanea e la salma nell’obitorio dell’istituto di medicina legale.
(Fonte: Europa Press, La Razon)
Libia-Malta-Italia (zona Sar Malta), 1-2 dicembre 2024
Due morti in un gruppo di 70 migranti respinti in Libia dalla zona Sar di Malta. Uno era un bimbo di appena otto mesi. Erano su una barca che, salpata dalla Libia orientale, ha attarversato verso nord tutta l’area Sar libica, fino ad arrivare ampiamente nella zona di soccorso maltese, dove si è trovata in grave pericolo a causa delle condizioni meteomarine in peggioramento. Era nella posiizone di 34° 59’ nord e 13° 23’ est quando, domenica 30 novembre, la piattaforma Alarm Phone, intercettate le richieste di soccorso lanciate da bordo, ha segnalato l’emergenza sia a La Valletta, competente come zona Sar, che a Roma, essendo Lampedusa il porto più vicino dal quale far partire una operazione di ricerca e recupero. Nessuna unità si è mossa né da Malta né da Lampedusa ma La Valletta ha mobilitato un mercantile che il primo dicembre ha preso a bordo i naufraghi, trasferendoli poi in Libia. La mattina del 2 dicembre Alarm Phone ha appreso che, prima dell’intervento del mercantile, un bambino di 8 mesi è morto in mare, presumibilmente di ipotermia e sfinimento, e che poco dopo lo sbarco in Libia un altro dei naufraghi, un uomo di giovane età, ricoverato in condizioni critiche, non si è più ripreso. Secondo altre fonti, citate dalla organizzazione Ebrima Migrant Situation, i morti sarebbero molti di più, almeno 15, tra cui 2 ragazzi subsahariani che prima di imbarcarsi avevano diffuso un video su tik-tok. Sempre Ebrima ha pubblicato un video, ricevuto da familiari dei naufraghi, che testimonia la protesta inscenata a bordo della nave da numerosi giovani del gruppo quando hanno scoperto che stavano navigando verso la Libia anziché verso l’Europa.
(Fonte: Alarm Phone, Ebrima Migrants Situation)
Tunisia-Italia (Teboulba-Lampedusa), 2 dicembre 2024
Tre vittime (2 corpi recuperati e almeno un migrante disperso) in un naufragio sulla rotta tra la Tunisia e Lamperdusa. La barca, con oltre 30 persone a bordo, era partita dal litorale di Teboulba, poco più di 20 chilometri a nord di Madhia e circa 200 a sud di Tunisi. Era ancora nelle acque tunisine, al largo di Madhia, quando, probabilmente a causa del sovraccarico e delle difficili condizioni meteomerine, si è rovesciata ed è andata a fondo. La Guardia Costiera tunisina ha recuperato 28 naufraghi e due cadaveri ma, secondo le testimonianze dei superstiti, almeno un’altra persona è scomparsa in mare. Le ricerche per ritrovarla non hanno dato esito.
(Fonte: Infomigrants)
Tunisia (campo km 19 Sfax), 3 dicembre 2024
Un giovane migrante subsahariano è morto nel campo improvvisato km 19 a nord di Sfax, dove aveva trovato un rifugio precario insieme a centinaia di altri migranti. Si chiamava Seck Ali Camara e veniva dalla Guinea Bissau. Intrappolato in Tunisia, senza riuscire a imbarcarsi e vivendo ogni giorno nelle durissime condizioni degli accampamenti spontanei dove sono finiti i subsahariani arrivati nel paese dopo le pesanti restrizioni e l’aperto ostilità nei loro confronti da parte del governo di Tunisi, si è ammalato e non si è più ripreso. Alcuni compagni hanno riferito alla organizzazione Ebrima che nella notte tra lunedì 2 e martedì 3 dicembre ha avuto una crisi ed ha cessato di vivere poco dopo le 5 del mattino. Gli stessi compagni hanno diffuso la sua foto sul web: “Vogliamo – hanno detto – che tutto questo si sappia…”.
(Fonte: Ebrima Migrants Situation)