2023 Mediterraneo – secondo semestre
Nei primi sei mesi del 2023 sulle vie di fuga verso l’Europa sono morti 2.602 profughi/migranti: 2.498 in mare e 104 sulle vie di terra. Rispetto alle 1.635 vittime alla stessa data del 2022 (1.473 in mare e 162 “a terra”), si registra un incremento del 37,2 per cento, pari, in cifre assolute, a quasi mille vittime in più (967). La rotta più pericolosa risulta quella del Mediterraneo centrale, dalla Libia e dalla Tunisia verso l’Italia, con 1.299 morti, ma l’incremento maggiore si registra su quella orientale (da 47 a ben 714) a causa della tragedia nelle acque di Pylos nel mese di giugno: almeno 600 vite stroncate nel naufragio del barcone che dalla Cirenaica stava cercando di raggiungere l’Italia. In generale, si ha una media di quasi 14 vittime al giorno (13,8): la più alta in assoluto di sempre, superiore di 3,6 punti anche a quella dell’intero 2022 che con 3.741 vittime in dodici mesi – 10,2 al giorno – è risultato finora l’anno più “mortale” di sempre.
Libia-Italia (Ras Lanuf), 1 luglio 2023
I cadaveri di due migranti sono stati trascinati dal mare sulla costa di Ras Lanuf, oltre 300 chilometri a sud ovest di Bengasi e 650 a est di Tripoli. Erano in due punti diversi del litorale, il primo ad Umm al Qandil e l’altro a Umm al Khanfs. Le operazioni di recupero sono state condotte dalla polizia. Il passaporto trovato nelle tasche degli abiti di una delle vittime ha consentito di stabilire che si tratta di un giovane bengalese e sulla base di questa prova si ritiene che anche l’altra vittima provenga dal Bangladesh.
Restano ignote le circostanze precise del naufragio.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Mauritania-Spagna (Tenerife), 2 luglio 2023
Un uomo è morto su un cayuco rimasto per giorni alla deriva con a bordo altri 64 migranti. Salpata dalla Mauritania, l’imbarcazione ha navigato senza essere intercettata fin quasi a Tenerife. Quando è stata avvistata era poco a sud dell’isola, all’altezza di playa La Mareta, nel municipio di Gradilla de Abona. Per i primi soccorsi sono partite due motovedette, una del Salvamento Maritimo e l’altra della Guardia Civil, che l’hanno scortata fino a porto de Los Cristianos, ad Arona. Il cadavere è stato scoperto al momento dello sbarco sul molo. Molto provati dalla lunga permanenza nell’Atlantico tutti i superstiti. Per sei di loro i medici del presidio della Croce Rossa allestito in porto hanno deciso il ricovero in una struttura ospedaliera dell’isola.
(Fonte: El Diario, La Provincia, Canarias 7, Europa Press, Helena Maleno portavoce di Caminando Fronteras)
Tunisia (confine con la Libia a est di Ben Guardane), 4 luglio 2023
Una giovane originaria della Guinea è morta nel deserto, nella terra di nessuno al confine tra la Tunisia e la Libia, dando alla luce un figlio. Anche il bimbo è morto. Lo hanno denunciato altri subsahariani espulsi dalla Tunisia con i quali hanno preso contatto gli operatori di Human Rights Watch che si stanno occupando della tragedia dei migranti deportati in massa verso le frontiere con la Libia e con l’Algeria e abbandonati a se stessi, spesso senza acqua né cibo. Il gruppo di cui faceva parte la donna, in avanzato stato di gravidanza, è stato trascinato dalla polizia alla frontiera che corre circa 35 chilometri a est di Ben Guardane, verso il posto di confine libico di Ras Agedir, lungo la costa. “Siamo al confine tra la Tunisia e la Libia, vicino al mare – ha riferito un richiedente asilo ivoriano ad Hrw il 4 luglio – Con noi c’era una donna incinta originaria della Guinea. Ha avuto le doglie ed è iniziato il travaglio. Ma questa mattina è morta così come il suo bambino. Tutti noi siamo stati maltrattati e picchiati dalle forze di sicurezza tunisine. Molti di noi sono feriti. Ci sono dei bambini ma da giorni ormai non abbiamo neanche l’acqua da bere”. Altri hanno riferito che, sempre nell’area di confine libico-tunisina, tra il 2 e il 5 luglio i militari della guardia nazionale hanno sparato e forse colpito o addirittura ucciso qualcuno. Maltrattamenti analoghi hanno subito dalle guardie di forntiera libiche. A quasi tutti è stato sequestrato e distrutto il cellulare. A conferma della situazione in cui sono stati precipitati hanno inviato una serie di foto e di video ad Human Rights Watch, che ha pubblicato un dossier su quanto è accaduto. Si parla di almeno 1.300 deportati tra Libia e Algeria.
(Fonte: Human Rigths Watch 6 luglio, Al Jazeera ediizone 10 luglio)
Marocco-Spagna (Ceuta), 4 luglio 2023
Un giovane harraga marocchino è annegato e altri due risultano dispersi (3 vittime) nel tentativo di raggiungere Ceuta a nuoto. Con indosso una tuta di neoprene per difendersi dal freddo, i tre sono partiti domenica 28 maggio da una spiaggia a sud della linea di confine tra il Marocco e l’enclave spagnola, nella zona di Castillejos. Da quel momento se ne sono perse le tracce. L’allarme è scattato alcuni giorni dopo, quando il mare ha trascinato sul litorale marocchino il cadavere di uno dei tre. Appresa la notizia, i familiari degli altri due – Ayoub, appena sedicenne, e Hamza, 20 anni – ne hanno segnalato la scomparsa alle autorità marocchine e si sono anche rivolti alla redazione del quotidiano di El Faro de Ceuta per un appello di ricerca. Gli accertamenti che ne sono seguiti sia in Marocco che in Spagna non hanno dato alcun esito.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 4 luglio 2023
Non sono riusciti a precisare quanti ma appena sbarcati a Lampedusa hanno denunciato con forza che diversi loro compagni erano scomparsi in mare. Si tratta di due giovani subsahariani che erano su una barca con altri 29 migranti soccorsa dalla motovedetta G129 della Guardia di Finanza a sud ovest delle Pelagie peima dell’alba di martedì 30 giugno. Hanno raccontato prima sul molo e poi agli agenti della squadra mobile di Agrigento di essere partiti da Sfax con un’altra barca affondata quando era ancora nelle acque tunisine. Alcuni naufraghi – hanno riferito – sono stati soccorsi da una motovedetta tunisina. Loro due sono rimasti in acqua fino a quando li hanno avvistati i 29 migranti che stavano facendo rotta verso la Sicilia sul barchino poi intercettato dalla G129. Sono sicuri, per averli visti, che in acqua, in mare aperto, sono rimasti altri compagni, sicuramente più di uno, che non hanno avuto la fortuna di essere trovati casualmenteo da un’altra barcache e risultano dunque dispersi. Nei giorni successivi hanno ribadito il loro racconto agli inquirenti ma dalle indagini condotte dalla squadra mobile non sono emersi nuovi particolari. Nessuna indicazione dalle autorità tunisine che si sono limitate a comunicare che tra il 27 e il 29 giugno hanno intercettato o soccorso 2.068 migranti (di cui 1.879 subsahariani) su un totale di 65 barche. In mancanza di dati precisi, nel dossier si considera l’ipotesi minima di 2 dispersi.
(Fonte: Agrigentonotizie, Adn Kronos, Rainews, Il Giornale di Sicilia, Agenzia Ansa, Tap News Agency)
Libia-Malta-Italia (Umm Al Qandil, Ras Lanuf), 4 luglio 2023
Il cadavere di un migrante sconosciuto è stato trascinato dal mare sulla spiaggia di Umm Al Qandil, nella zona di Ras Lanuf, circa 350 chilometri a sud ovest di Bengasi e 200 a est di Sirte. Per recuperarlo è intervenuta una pattuglia di polizia della 106° Brigata di Ras Lanuf, che lo ha trasferito nell’obitorio dell’ospedale Bin Jawad. Non sono emersi elementi utili per l’identificazione. E’ il terzo cadavere trovato dal primo luglio in quel tratto di litorale, punto di partenza di barche di migranti sulla rotta per Malta e la Sicilia. Prende consistenza l’ipotesi di un ennesimo naufragio fantasma.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Libia-Italia (Al Khums e Sabratha), 5-6 luglio 2023
I cadaveri di 6 migranti sono stati recuperati sul litorale libico tra mercoledì 5 e giovedì 6 luglio: uno ad Al Khums, circa 120 chilometri a est di Tripoli, e 5 a Sabratha, oltre 75 chilometri a ovest di Tripoli. Data la distanza – e come conferma anche il diverso stato di degrado – sono sicuramente vittime di due episodi distinti. Ad Al Khums la scoperta è stata fatta nelle prime ore di mercoledì. Il corpo è stato spinto dal mare in un tratto di litorale roccioso. A recuperarlo tra gli scogli è stata una squadra della Mezzaluna Rossa, che lo ha poi trasferito nell’obitorio del locale ospedale. Anche ad un esame sommatrio è apparso evidente che è rimasto in mare per molti giorni prima del ritrovamento. I 5 corpi scoperti a Sabratha sono affiorati giovedì 6 in un tratto di litorale sabbioso, all’altezza di Talil Beach, nell’arco di un breve lasso di tempo e in punti a non grande distanza l’uno dall’altro. Tutto lascia credere che provengano da un naufragio rimasto sconosciuto sulla rotta tra la costa libica a ovest di Tripoli e Lampedusa e c’è da temere, dunque, che ci siano numerose altre vittime. Anche in questo caso, su indicazione della polizia, è intervenuto per il recupero personale della Mezzaluna Rossa, che ha poi trasferito le salme nell’obitorio dell’ospedale di Sabratha, in attesa del completamento delle procedure di legge per l’inumazione
Aggiornamento 11 luglio. Poche ore dopo il recupero delle 5 salme, la polizia ha bloccato lungo il litorale 9 giovani migranti e ha trovato una barca in legno che sarebbe stata costretta a rientrare in Libia dopo un trentativo non riuscito di prendere fare rotta verso Lampedusa. Secondo un comunicato diffuso martedì 11 luglio, le 5 vittime potrebbero aver fatto parte dello stesso gruppo. Non si è precisato se ci siano o almeno si ritenga che ci siano anche dei dispersi.
(Fonte: Migrant Rescue Watch 6 luglio e 11 luglio)
Tunisia (Tunisi), 8 luglio 2023
Un giovane subsahariano è morto, colto da un malore, mentre stava partecipando ad un sit-in, insieme a numerosi altri migranti, di fronte alla sede dell’Organizzazione Internazionale per le Immigrazioni (Oim) di Tunisi. La protesta all’ingresso degli uffici Oim tunisini, situati circa 7 chilometri a nord est del centro della città, ha preso inizio dalla primavera, quando il governo ha deciso una linea di intrasigenza totale nei confronti dei profughi/migranti africani, parlando addirittura del rischio di “sostituzione etnica” nel tessuto demografico del paese e prospettando la necessità di espulsioni di massa coatte. Ne sono seguiti anche diversi episodi di violenza da parte di gruppi di tunisini contro gli “stranieri africani”. La manifestazione dei migranti è stata organizzata per chiedere all’Oim protezione e l’apertura di canali di immigrazione per poter lasciare la Libia verso un paese sicuro. Il giovane che è morto – hanno riferito i compagni – era malato ma non aveva mai avuto la possibilità di ricevere un’adeguata assistenza medico-sanitaria. Anche per questo aveva deciso di partecipare alla protesta. E’ probabile che il malore che lo ha ucciso sia legato alle sue condizioni di salute.
(Fonte: Refugee in Tunisia, sito Helena Maleno Caminando Fronteras)
Tunisia-Italia (Zarzis-Lampedusa), 9 luglio 2023
Almeno undici vittime (10 migranti dispersi e un corpo recuperato in mare) nel naufragio di una barca al largo della Tunisia, sulla rotta per Lampedusa. Il natante – secondo quanto ha riferito Faouzi Masmoudi, portavoce della Procura di Sfax – risulta partito dal litorale di Zarzis, oltre 250 chilometri a sud di Sfax, verso il confine con la Libia e a breve distanza dall’isola di Jerba. A bordo c’erano come minimo 22 persone. La tragedia è avvenuta nelle acque tunisine, non molto dopo la partenza. La Guardia Costiera tunisina, quando è giunta sul posto, è riuscita a recuperare solo 11 naufraghi, i quali hanno subito segnalato che mancavano numerosi compagni. Le ricerche hanno portato al ritrovamento di un solo cadavere. Nessuna traccia degli altri 10 dispersi.
(Fonte: Agenzia Reuters, La Stampa, Il Piccolo, Agenzia Ansa)
Marocco-Spagna (Ceuta), 10 luglio 2023
Risulta disperso un ragazzino di appena 15 anni, Marouane Sbai, che ha tentato di raggiungere a nuoto Ceuta dal Marocco. Lo ha segnalato alla redazione del Faro de Ceuta il collettivo No Name Kitchen, a cui si sono rivolti i familiari allarmati dalla assoluta mancanza di notizie. Studente di scuola media superiore, il giovane non sembra abbia mai manifestato in precedenza l’intenzione di andarsene dal Marocco. Sta di fatto che è sparito da più di due settimane e si è poi saputo che avrebbe tentato di attraversare la frontiera con l’enclave spagnola partendo da una spiaggia del villaggio di Castillejos. La famiglia si è prima rivolta alle autoritè e poi al collettivo ma, nonostante le ricerche, non se ne è trovata traccia né a Ceuta né in Marocco.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Senegal-Marocco-Spagna (Dakar-Dakhla-Canarie), 10-11 luglio 2023
Un migrante subsahariano è morto di sete e sfinimento su un cayuco rimasto alla deriva per 14 giorni, in pieno Atlantico, sulla rotta tra il Senegal e le Canarie. Il barcone, un natante tradizionale da pesca in legno, risulta partito dalla zona a sud di Dakar il 27 giugno. A bordo c’erano 87 persone, tutte di origine subsahariana. Puntavano verso Gran Canaria, a oltre 1.500 chilometri di distanza, ma devono aver perso la rotta o una qualche avaria li ha bloccatri in mare. L’allarme è stato lanciato da Helena Maleno, portavoce della Ong Caminando Fronteras. A trovarli, quando si stava ormai perdendo ogni speranza, è stata una motovedetta della Marina marocchina. Al momento dei soccorsi, uno del gruppo era ormai senza vita, morto – secondo quanto hanno riferito i compagni – uno o due giorni prima. I superstiti, tutti molto provati, sono stati sbarcati nel porto di Dakhla, nel Sahara occidentale.
(Fonte: La Provincia Canarias)
Libia-Italia (Misurata e Bengasi), 11 luglio 2023
I cadaveri di 2 migranti sconosciuti sono stati portati da mare sulla costa della Libia fra il primo e il 7 luglio. Il primo – come ha riferito il sito Migrant Rescue Watch – è affiorato sul litorale di Dafiniyah, poco più di 30 chilometri a ovest di Misurata e 180 a est di Tripoli. Per il recupero, su indicazione del dipartimento di polizia, è intervenuta una squadra della Mezzaluna Rossa, che lo ha trasferito nell’obitorio dell’ospedale di Misurata in attesa del nulla osta della magistratura per l’inumazione. Se ne ignora la provenienza. L’altro – secondo quanto è riportato nel rapporto settimanale dell’ufficio Oim Libia pubblicato martedì 11 luglio, in cui si fa riferimento anche al corpo trovato a Misurata – è stato individuato venerdì 7 luglio nell’area di Bengasi, in Cirenaica, oltre 800 chilometri più a est. Data l’enorme distanza, appare evidente che si tratta di due episodi distinti, senza alcun collegamento. L’unico punto in comune è che entrambe le salme sembra siano rimaste in acqua a lungo prima di essere ritorvate.
(Fonte: Migrant Rescue Watch, rapporto Oim Libia 11 luglio 2023)
Tunisia (deserto di Hazoua), 12 luglio 2023
I cadaveri di due migranti subsahariani sono stati trovati in tempi e punti diversi nel deserto di Hazoua, a sud ovest di Kasserine, non lontano dal confine con l’Algeria. La notizia è stata riferita da un dispaccio dell’agenzia France Presse poi ripresa in un rapporto di Infomigrants pubblicato mercoledì 12 luglio ma la scoperta risale per il primo cadavere all’inizio del mese e per il secondo alla notte di lunedì 10. Ai cronisti della France Presse l’informazione è stata fornita da gente del posto, verosimilmente proprio da qualcuno presente quando i due corpi sono stati trovati, ma successivamente è arrivata una conferma ufficiale da parte di un magistrato della zona. Tutti gli elementi a disposizione fanno ritenere che i due abbiano perso la vita nel contesto delle epsulsioni forzate di massa dei migranti subsahariani decise dal Governo tunisino. Nel giro di pochi giorni, a partire dall’inizio di luglio, risultano deportate e abbandonate nel deserto – come ha documentato anche un’inchiesta di Human Rights Watch – almeno 1.300 persone: circa 700 al confine con la Libia (soprattutto nella zona di Benguardane) e gli altri più a sud, verso la frontiera algerina, ai valichi di Taleb Larbi, Beni Guecha, Mides. I migranti deportati sono stati arrestati dalla polizia soprattutto a Sfax ma anche in retate condotte in altre parti del paese. Duri maltrattamenti da parte delle forze di sicurezza tunisine, sia al momento degli arresti che durante la deportazione nel deserto, sono state denunciate da numerosi migranti (nota del 4 luglio) anche alla frontiera con la Libia.
(Fonte: Infomigrants, Reuters)
Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 12 luglio 2023
Un morto, un bambino nigeriano di 4 anni, e 5 migranti dispersi (tra cui un altro bambino e sua madre) in un naufragio sulla rotta tra la Tunisia e Lampedusa avvenuto in circostanze poco chiare la notte tra martedì 11 e mercoledì 12 luglio. Secondo quanto hanno riferito i superstiti, a bordo della barca, partita dalla zona di Sfax, c’erano quasi 50 persone. Hanno navigato oltre il limite delle acque tunisine, entrando nella zona Sar maltese ma molto più vicino a Lampedusa che a La Valletta. La tragedia si sarebbe compiuta in pochi minuti, come se lo scafo avesse ceduto di colpo. I soccorsi sono arrivati da un peschereccio tunisino, l’Hassil Salah che, in navigazione nelle vicinanze, ha tratto in salvo 44 naufraghi e recuperato il bimbo di 4 anni che non è chiaro se fosse già senza vita o se sia morto proprio sul peschereccio. Nessuna traccia, invece, dei 5 segnalati come scomparsi in mare dai compagni. Sul posto, a sud ovest dalle Pelagie, è poi arrivata la nave Dattilo, della Guardia Costiera italiana, che ha preso a bordo tutti i superstiti e il cadavere del bambino. Alcuni che avevano bisogno di cure mediche urgenti sono stati prelevati dalla dalla motovedetta italiana Cp 305 che ha fatto rotta su Lampedusa. Trasferite in tutto 14 persone: in particolare, due donne incinte (una della Sierra Leone e un’altra del Camerun e i suoi 4 bambini) con i rispettivi mariti, una ragazza della Costa d’Avorio, una coppia con un bambino della Sierra Leone e un giovane nigeriano, marito della donna dispersa con il suo piccolo. Il cadavere del bimbo è stato portato dalla Dattilo a Reggio Calabria, dove nella tarda mattinata di giovedì 13 luglio sono stati fatti sbarcare la madre e gli altri superstiti. La Procura di Agrigento ha disposto un’inchiesta sul naufragio: il primo atto è stata la raccolta sistematica delle testimonianze dei superstiti da parte della squadra mobile. Quella di Reggio Calabria ha ordinato un’autopsia sulla salma del piccolo.
Aggiornamento 19 luglio. Sono saliti a 7 i dispersi nel naufragio: 3 adulti e 4 bambini. Le vittime, incluso il bimbo arrivato morto a Reggio Calabria sulla nave Dattilo, sono dunque 8 e non 6. Il nuovo, più pesante bilancio di morte è emerso dalle indagini condotte dalla squadra mobile di Agrigento che mercoledì 19 luglio hanno portato all’arresto dei presunti scafisti, due ragazzi di 20 e 19 anni originari della Sierra Leone. Sono stati appurati elementi più circostanziati sul naufragio: la piccola barca partita stracarica da Sfax si è capovolta ed è affondata subito dopo che è stata accostata dal peschereccio tunisino Hassil Salah per i soccorsi.
(Fonte: Agrigentonotizie, La Repubblica, Il Giornale di Sicilia, La Gazzetta del Sud, Sky Tg-24, Corriere della Calabria, Reggiotoday, Agenzia Ansa. Fonte aggiornamento: Sky Tg 24, Agrigentonotizie, La Gazzetta del Sud, Live Sicilia).
Senegal-Spagna (Mbour-Saint Louis-Canarie), 12 luglio 2023
Novantotto vittime (91 migranti dispersi e 7 cadaveri recuperati) in un naufragio al largo del Senegal, sulla rotta atlantica per le Canarie. Cinquanta i superstiti. La barca, un grosso cayuco da pesca, è rimasta per cinque giorni alla deriva, dopo essere partita presumibilmente il 2 luglio da Mbour, poco a sud di Dakar, puntando verso l’arcipelago spagnolo, una rotta di almeno 1.500 chilometri. A bordo erano in 148, quasi tutti maschi e senegalesi. La tragedia è avvenuta il 7 luglio circa 300 chilometri più a nord, al largo di Sain Louis, nelle acque tra il Senegal e la Mauritania, ma se ne è avuta conferma solo 5 giorni dopo. Ne ha dato notizia Ndiaga Beye, vicesegretario del Consiglio della Pesca di Saint Louis, precisando appunto che l’imbarcazione è stata localizzata venerdì 7 luglio. I primi soccorsi sono arrivati dalle barche di pescatori che hanno intercettato il cayuco in difficoltà, alle quali si sono poi unite motovedette della Guardia Costiera. “I primi giorni di viaggio – ha riferito uno dei superstiti, un ragazzo di Mbour che voleva arrivare in Spagna per trovare lavoro – sono stati tranquilli. Poi però la nostra barca è rimasta senza benzina e abbiamo esaurito la scorta d’acqua. Abbiamo vagato in balia del mare perdendoci tra la Mauritania e il Senegal. Alcuni di noi hanno tentato di contattare i pescatori di Mbour e di Saint Louis, ma non c’era rete telefonica. Ho visto un ragazzo morire. Forse aveva 15 o 16 anni e non ho potuto fare nulla per aiutarlo. Molti si sono gettati in mare per tentare di nuotare fino a riva ma sono scomparsi”. I superstiti e i 7 corpi recuperati sono stati portati a Saint Louis.
(Fonte: Associated Press).
Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 13 luglio 2023
Almeno 13 morti in un naufragio sulla rotta tra la Tunisia e le Pelagie. Ne ha dato notizia la Guardia Costiera tunisina, intervenuta per i soccorsi, senza però fornire dettagli sulle cause e le circostanze della tragedia. Si sa per certo solo che la barca puntava su Lampedusa ed è affondata al largo di Sfax, da dove era partita non molto prima. Non si sa quanto al largo: probabilmente oltre le isole Kerkennah. Le motovedette giunte sul posto hanno tratto in salvo 25 naufraghi e recuperato 13 corpi senza vita. Non è stato specificato se, come spesso in queste sciagure, ci siano anche dei dispersi. I superstiti sono stati sbarcati a Sfax.
(Fonte: Agenzia Reuters, Infomigrants, Tap News Agency In Terris)
Senegal-Spagna (Saint Louis), 13 luglio 2023
Sei migranti morti nel naufragio di una barca alla foce del fiume Senegal, vicino a Saint Louis e a breve distanza dal confine con la Mauritania. Lo ha riferito l’agenzia di stampa statale senegalese, senza tuttavia fornire particolari. Si sa soltanto che l’imbarcazione, presumibilmente un cayuco da pesca, aveva a bordo circa 60 persone, che faceva rotta verso le Canarie e che si è rovesciata, affondando rapidamente. La Guardia Costiera, interpellata dall’agenzia Reuters, non ha precisato né le circostanze né le cause del naufragio, limitandosi di fatto al dispaccio d’agenzia. Non è chiaro, dunque, se oltre ai sei annegati, ci siano dei dispersi o se tutti gli altri naufraghi siano stati tratti in salvo.
(Fonte: Reuters)
Algeria-Spagna (Orano-Almeria), 14 luglio 2023
Dieci migranti dispersi in un naufragio sulla rotta tra l’Algeria e la Spagna. Un solo superstite. La barca risulta partita da Orano intorno alle 18,30 di martedì 11 luglio. Da quel momento se ne sono perse le tracce fino a venerdì 14 quando la Ong Spagnola Cipimd, che si occupa delle ricerche dei migranti morti o dispersi nel Mediterraneo occidentale, ha comunicato che la tragedia è avvenuta poche ore dopo, nella notte tra martedì 11 e mercoledì 12, in acque internazionali. Lo ha riferito l’unico superstite, un ragazzo minorenne siriano, soccorso dalla Guardia Costiera algerina. Nessuna trraccia degli altri dieci naufraghi: 4 profughi siriani (un uomo, una donna, una bambina e un altro minore) e 6 giovani algerini. I familiari hanno lanciato un appello di ricerca per recuperare almeno i corpi delle dieci vittime. Della famiglia siriana sono state diffuse anche le foto nella speranza di facilitare le ricerche.
(Fonte: Ong Cipimd, Heroes del Mar)
Senegal-Marocco-Spagna (Dakhla) 14 luglio 2023
Almeno 20 migranti morti su un cayuco partito dal Senegal sulla rotta per le Canarie e rimasto per circa 18 giorni in balia del mare. L’imbarcazione ha preso il largo verso la fine di giugno, probabilmente tra il 26 e il 27, da un tratto della costa meridionale senegalese distante oltre 1.500 chilometri dall’arcipelago. A bordo erano in 60. Hanno navigato per giorni e poi, forse a causa di un guasto o del carburante esaurito, hanno vagato alla deriva al largo delle coste del Sahara occidentale. Un’agonia che si è protratta fino alla sera di giovedì 13 marzo, quando il cayuco è stato avvistato e raggiunto da una motovedetta della Marina marocchina. Ma nei lunghi giorni trascorsi in mare 20 migranti sono morti di sete e di sfinimento. I compagni hanno affidato i loro corpi al mare. Nella notte tra il 13 e il 14 luglio i superstiti sono stati sbarcati nel porto marocchino di Dakhla, nel Sahara Occidentasle. Parecchi erano allo stremo. La polizia li ha segnalati tutti al consolato senegalese per il rimpatrio.
(Fonte: sito web Helena Maleno Caminando Fronteras, El Diario)
Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 14 luglio 2023
Due giovani subsahariani sono scomparsi in mare cadendo da una barca rimasta alla deriva con 45 migranti a bordo, nel Mediterraneo centrale, sulla rotta tra la Tunisia e Lampedusa. Partito da Sfax nel pomeriggio di mercoledì 12 luglio, il natante era ancora al largo delle coste tunisine quando nello scafo si è aperta una falla ed ha cominciato ad imbarcare acqua. La richiesta di aiuto è stata captata nella serata di giovedì 13 dalla centrale operativa di Alarm Phone, che ha lanciato un Sos sia alle autorità italiane che algerine, senza però poter comunicare le coordinate perché da bordo non erano riusciti a indicare la posizione Gps. E’ in questa fase concitata che due dei ragazzi a bordo sono scivolati in acqua, scomparendo in pochi istanti, senza che i compagni riuscissero ad aiutarli. I soccorsi sono arrivati nella notte tra giovedì 13 e venerdì 14 da una barca di pescatori, che ha preso a bordo e trasportato a Sfax tutti i superstiti. Le ricerche dei due dispersi sono rimaste senza esito.
(Fonte: Alarm Phone)
Tunisia (Ben Gardane confine libico), 14 luglio 2023
Un giovane migrante subsahariano, Mousa Dembeley, si è sentito male ed è morto in pieno deserto, nella terra di nessuno tra la Tunisia e la Libia, dove era stato deportato dalla polizia tunisina insieme a decine di altri migranti bloccati a Sfax e in altre città nel contesto delle espulsioni di massa decise dal Governo verso la Libia e l’Algeria. La notizia è stata data da Al Jazeera venerdì 14 luglio sulla base del racconto fatto dal fratello, Ousman Dembeley, ma la morte risale a qualche giorno prima. Le centinaia di profughi e migranti espulsi verso la frontiera libica sono stati condotti sotto scorta nella zona di Ben Gardane, 35 chilometri a ovest del confine e di lì costretti a fermarsi nella terra di nessuno perché in Libia non riescono ad entrare. Una parte verso il mare, all’altezza del posto di confine di Ras Agedir, gli altri a sud est, nel deserto, in direzione di Bahiret el Bibane. Mousa e Ousman sono finiti in questa parte del deserto, senza acqua, senza cibo, senza la possibilità di muoversi, senza potersi riparare dal sole se non sotto qualche rado albero. “Mio fratello è morto a causa di queste condizioni due giorni fa – ha raccontato Ousman – Il suo corpo giace sotto il sole del deserto, a poche centinaia di metri di distanza, ma non posso neanche seppellirlo. Oggi è toccato a mio fratellpo. Domani toccherà a me o a qualche altro”. Altri deportati hanno confermato questa terribile situazione. Cini Kamada, originaria della Sierra Leone, è incinta di sette mesi: “Ogni notte vengono e ci picchiano. Sono stressata. Non so cosa succederà al mio bambino: non si muove più… Ho bisogna di un ospedale”. Con Mousa Dembelay salgono a 5 i migranti espulsi morti al confine tunisino dopo una donna e il suo bambino appena dato alla luce vicino a Ras Agedir (nota del 4 luglio) e i due a sud, a breve distanza dall’Algeria (nota del 12 luglio) nel deserto di Hazoua.
(Fonte: Al Jazeera)
Senegal-Spagna (Saint Louis), 14 luglio 2023
Almeno 8 morti e un numero imprecisato di dispersi (verosimilmente diverse decine) nel naufragio di un cayuco al largo di Saint Louis, nelle acque tra il Senegal e la Mauritania, sulla rotta per le Canarie. La notizia è stata data venerdì 14 luglio dal ministro degli interni senegalese, Felix Abdoulaye Diome, ma la tragedia si è verificata giovedì 13. Scarsissime le informazioni fornite. Si sa solo che il barcone si è capovolto e che i corpi sono stati recuperati dai vigili del fuoco e trasportati nell’obitorio di Saint Louis, mentre unità della Marina hanno organizzato una operaizone di soccorso e di ricerca dei superstiti. Le dimensioni della strage sono emerse successivamente grazie alle dichiarazioni del direttore dell’obitorio, Mourtalla Mbaye, il quale ha riferito che sul cayuco c’erano circa 155 persone e che numerosi superstiti sono stati condotti in un centro medico militare. Neanche lui, però, ha indicato quanti siano, sia pure in via approssimativa, i dispersi. Non è possibile stabilire, dunque, quanti siano i migranti sopravvissuti e quante le vittime.
(Fonte: Associated Press, Infomigrants, Abc News, News Channel, Kstp.com, The New Arab)
Libia-Italia (Qasr Bin Ghashir, Tripoli), 16 luglio 2023
Il cadavere di un migrante sconosciuto è affiorato sul litorale del municipio di Qasr Bin Ghashir, aller porte di Tripoli. Su segnalaizone della polizia, ha provveduto a recuperarlo una squadra della Mezzalubna Rossa, che lo ha poi trasferito nell’obitorio dell’ospedale Dar Al Rahma, in attesa del nulla osta della magistratura per l’inumazione. Ignote la provenienza e le circostanze della morte.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Algeria-Spagna (Orano-Almeria), 16 luglio 2023
Quattro migranti morti su una barca (uno scafo in fibra di sei metri) rimasta alla deriva per oltre cinque giorni sulla rotta tra l’Algeria e la Spagna. A bordo erano in diciassette: 16 marocchini e un algerino. Partiti da Orano, puntando su Almeria, la mattina di martedì 11 luglio, poche ore dopo se ne sono perse le tracce. Il primo allarme, su sollecitazione di alcuni familiari delle persone scomparse, è stato lanciato tre giorni dopo, venerdì 14, dalla Ong spagnola Cipimd, che ha diffuso una serie di Sos alle autorità algerine, al Salvamento Maritimo spagnolo e alla Guardia Civil, sollecitando una operazione di ricerca anche con mezzi aerei. Nulla per altri due giorni, fino a domenica 16 quando, 38 miglia a sud di Cabo de Gada, sulla costa di Almeria, nel mare di Alboran, il ferry Gnv Cristal, in servizio sulla rotta Africa-Barcellona, ha avvistato la barca, rimasta alla deriva, a quanto pare, a causa di una avaria al motore. Per i soccorsi è stata mobilitata la salvamare Algenib, della base di Garrucha (Almeria), che ha raggiunto in serata la barca. A bordo, però, c’erano soltanto 13 migranti: gli altri quattro sono morti di sete e sfinimento o scomparsi in mare nei gioni precedenti. Molto provati anche i superstiti, per alcuni dei quali si è reso necessario il ricovero nel centro medico della Croce Rossa dopo lo sbarco nel porto di Almeria.
Aggiornamento 20 luglio. Uno dei quattro harraga algerini dispersi è stato ritrovato ancora in vita la notte tra lunedì 17 e martedì 18 luglio. Era ancora sulla barca con cui era partito insieme ai compagni dall’Algeria. La vicenda presenta molti punti da chiarire. Stando a quanto ha appurato la polizia, il giovane si è gettato fuoribordo prima dei soccorsi ed è rimasto in mare fino a quando la salvamar Algenib, che ha recuperato i 13 compagni poi condotti ad Almeria, si è allontanata. Poco dopo ha raggiunto ed è di nuovo salito a bordo della barca, che era stata abbandonata alla deriva dalla salvamar. E sulla barca, appunto, lo ha poi individuato e recuperato un elicottero del Salvamento Maritimo. Nessuna traccia degli altri 3 dispersi. Le ricerche sono continuate nei giorni successivi.
(Fonte: Ong Cipim rapporti del 13-14 e 16 luglio, Europa Press. Fonte aggiornamento: Europa Press)
Senegal-Marocco-Spagna (Dakhla, Sahara Occidentale), 18 luglio 2023
Almeno 24 migranti morti in un naufragio sulla rotta delle Canarie, in pieno Atlantico, all’altezza delle coste del Sahara Occidentale. Sulla barca, una delle venti circa partite dal Senegal dall’inizio di luglio, c’erano 61 persone, senegalesi o comunque di origine subsahariana. Puntavano verso Gran Canaria, circa 1.300 chilometri più a nord. La tragedia è avvenuta tra sabato 15 e domenica 16 luglio (due giorni prima che la notizia fosse diffusa da Alarm Phone), nelle acque di Dakhla, il capoluogo del Sahara Occidentale, 1.088 chilometri a nord del porto senegalese di Saint Louis via terra. Non sono chiare le cause e le circostanze precise. Per certo si sa solo che quando unità della Marina imperiale marocchina sono giunte sul posto sono riuscite a recuperare 37 naufraghi. Morti o dispersi gli altri 24. Buona parte dei superstiti, sfiniti e disidratati, sono stati ricoverati nell’ospedale di Dakhla dopo lo sbarco.
(Fonte: Alarm Phone)
Marocco-Spagna (Rabat), 18-19 luglio 2023
La Marina marocchina ha recuperato in mare il cadavere di un migrante sconosciuto nel contesto di una serie di operazioni che, tra il 10 e il 17 luglio, hanno portato al blocco in mare e al respingimento di 845 persone che tentavano di raggiungere il territorio spagnolo. Circa la metà degli interventi sono stati condotti sulla rotta delle Canarie, nell’Atlantico e le altre nel Mediterraneo occidentale. Lo ha riferito un rapporto delle autorità militari pubblicato mercoledì 19 luglio. Nella relazione non si specifica né dove né quando il cadavere è stato trovato. Si specifica solo che il corpo è stato sbarcato “nel porto più vicino” al punto del ritorvamento in mare.
(Fonte: Infomigrants, Nadorcity.com)
Tunisia-Libia (deserto lungo il confine), 19 luglio
Una giovane donna ivoriana, Matyla (Fati) Dosso, 30 anni, e la sua bambina, Marie di appena 6 anni, sono morte di sete e di stenti nel deserto a cavallo del confine tra la Tunisia e la Libia. I due corpi senza vita sono stati trovati in territorio libico accanto a un basso cespuglio, come se la donna avesse cercato un disperato riparo dal sole: nella zona, in questa stagione, le temperature sono costantemnte al di sopra dei 42 gradi. Le foto, diffuse sul web, hanno suscitato una emozione vastissima. Tutto lascia credere – ha denunciato il sito Refugees in Libya – che sia altre due vittime delle deportazioni verso il confine est, in pieno deserto, decise dal Governo tunisino ed eseguite dalla polizia e dalle forze di sicurezza militari spesso con estrema violenza, contro i migranti subsahariani. “Qualcuno nega che questa tragedia sia avvenuta in Tunisia – scrive la Ong – dicendo che la tragedia sarebbe avvenuta nel Congo o nella Repubblica Centro-africana. Ma in questi paesi non c’è traccia di un deserto simile a quello in cui la giovane madre e la sua bambina sono state trovate. E in ogni caso, indipendentemente dal luogo, vanno ricordate la tragica condizione di queste due vittime e la loro drammatica fine, per lottare per un mondo in cui la compassione non muoia mai”. La polizia libica ha successivamente confermato che i due corpi erano vicino al confine con la Tunisia. Inizialmente sconosciuti, sono stati identificati cinque giorni dopo il ritrovamento. In numerosi interventi sul web numerose Ong e associazioni umanitarie hanno denunciato come l’accordo Ue-Tunisia per il blocco dei migranti rischi di moltiplicare tragedie terribili come questa.
Aggiornamento 27 luglio. La storia. La tragica storia di Matyla e sua figlia Marie è stata ricostruita, circa una settimana dopo il ritrovamento dei corpi, dal marito, Mbegue Nyimbilo Crepin, fuggito anni fa dal Camerun sconvolto dalla guerra civile. Matyla e lui si sono conosciuti e sposati in Libia, dove anche lei, cristiana, era arrivata come profuga, presentandosi col nome di Fati Dosso nel timore di persecuzioni religiose. Erano entrambi nel campo di prigionia di Garabulli. Era il 2016. Marie è nata nel marzo 2017. Hanno provato per cinque volte a raggiungere l’Italia con un barcone, ma ogni volta sono stati intercettati in mare e riportati indietro. E ogni volta sono finiti in un campo di detenzione: Bani Walid, Tarik al Sika, Ghout Alshaal e, infine, Tariq al Matar. Usciti dal carcere, per lasciarsi alle spalle l’inferno libico hanno deciso di fuggire in Tunisia. L’occasione si è presentata giovedì 13 luglio, insieme a quattro altri profughi, 3 uomini e una donna. La mattina di venerdì 14 la polizia tunisina li ha bloccati e repinti nel deserto ma poche ore dopo, in serata, sono riusciti a passare, raggiungendo la città frontaliera di Ben Gardane. Da qui sono arrivati a Zarzis. Poche ore e di nuovo a polizia li ha intercettati, riportandoli in prossimità del confine. Un giorno di detenzione, durante il quale Pato ha subito pesanti maltrattamenti, e poi sono stati deportati e abbandonati in pieno deserto insieme ad altri 30 migranti. L’intero gruppo, senza acqua né cibo, si è incamminato nel Sahara per cercare di raggiungere un posto abitato in Libia. Ferito e quasi privo di forze per le percosse ricevute dalla polizia tunisina, Pato non ce l’ha fatta a seguire il gruppo. Ha camminato per oltre un’ora poi, promettendo che l’avrebbe raggiunta al più presto, ha convinto Matyla a proseguire con la bambina e tutti gli altri, lasciandolo indietro. Da quel momento non ha più visto la moglie e la sua bambina. Sfinito e arso dalla sete ha perso i sensi. Durante la notte lo hanno trovato casualmente tre sudanesi, anch’essi diretti in Libia, che avevano una piccola scorta d’acqua e che sono riusciti a salvarlo, portandolo oltre il confine libico. Il suo primo pensiero è stato quello di ritrovare Matyla e Marie, fino a quando ha appreso la notizia della loro morte dai social network. “Quando mi hanno mostrato la foto – ha detto – ho riconosciuto subito i loro vestiti e i loro corpi”.
Giovane donna abortisce nel deserto. A conferma della violenza estrema contro i migranti subsahariani da parte della polizia tunisina, poche ore dopo la notizia della scoperta dei due cadaveri Refugees in Libia ha pubblicato che una giovane donna subsahariana ha perso il bambino che portava in grembo in seguito alle percosse ricevute da parte di alcuni agenti armati. Questa nuova tragedia è stata scoperta dopo che il marito della giovane, intercettato da una pattuglia della polizia di frontiera libica, ha raccontato di aver percorso 18 chilometri a piedi nel deserto per cercare aiuto per la moglie e la sorella, dopo che tutti e tre erano stati espulsi dalla Tunisia. Si era messo in cammino da solo – ha spiegato – perché le due donne non erano in grado di muoversi. Quando poi una pattuglia le ha raggiunte, la moglie di quell’uomo ha denunciato che, mentre il suo uomo era lontano, aveva avuto un aborto a causa dei duri colpi ricevuti sul ventre da parte di poliziotti tunisini durante la deportazione verso la linea di confine.
(Fonte: Refugees in Libya, Refugees in Tunisia, Corriere della Sera)
Libia (Rebiana, Sahara), 19 luglio 2023
Il cadavere di una giovane donna è stato trovato nel Sahara libico a 30 chilometri da Rebiana, una località situata circa 800 chilometri a sud di Bengasi. Grazie ai documenti recuperati tra gli abiti si è riusciti a identificarlo: si tratta di una ragazza di 20 anni, H.Z.A di nazionalità chadiana. Era lungo una pista poco battuta proveniente dal sud. A segnalarlo alla polizia è stata un autista che lo ha scoperto casualmente. Una pattuglia, coadiuvata da una squadra della Prpotezione Civile, lo ha poi recuperato e sepolto sul posto, segnando le coordinate per poterlo evebntualmente ritrovare. Il forte stato di degrado dimostra che la morte risale a parecchi giorni prima del ritrovamento. Secondo la polizia la ragazza potrebbe essere stata abbandonata nel deserto, cadendo magari dal pick-up che la stava conducendo verso la costa, dopo aver attraversato il confine con il Chad. Di sicuro la morte è da attribuire alla sete e alla disidratazione.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 20 luglio 2023
Il cadavere di un giovane – identificato nei giorni successivi come Bilal, 24 anni, di Tangeri – è affiorato in mare al largo di Playa de la Ribera, nel cuore di Ceuta, a sud del promontorio a cui, sul versante settentrionale, è addossato il porto commerciale. Segnalato da alcuni bagnanti mentre flottava all’altezza della rete antimedusa, a qualche decina di metri dalla riva, è stato recuperato da una squadra di agenti del Servizio Marittimo del Geas e trasportato su una banchina del molo dei pescatori. Ai piedi aveva ancora le pinne, come molti dei giovani migranti che raggiungono Ceuta via mare a nuoto e si ritiene, appunto, che il ragazzo sia morto tentando di arrivare nel territorio dell’enclave spagnola dove aver preso il largo da una spiaggia del vicino villaggio di Castillejos, distante una decina di chilometri dalla linea di frontiera.
(Fonte: El Faro de Ceuta, edizioni 20 e 25 luglio)
Marocco-Spagna (Nador), 21 luglio 2023
Almeno 6 migranti morti in un naufragio al largo di Nador, in Marocco. La barca, salpata nelle prime ore del giorno diretta verso l’Andalusia, con 56 harraga marocchini a bordo, è stata intercettata poco dopo la partenza da una motovedetta della polizia. Non ne sono chiare le cause precise, ma appare scontato che la tragedia è avvenuta durante le manovre per bloccarla. Lo scafo si è rovesciato e tutti i migranti sono finiti in acqua. Lo stesso equipaggio della motovedetta ha recuperato 50 naufraghi ancora in vita. Gli altri sei sono scomparsi in mare e quando i soccorritori li hanno raggiunti erano ormai morti. Le salme sono state trasferite nell’obitorio dell’ospedale Hassani di Nador. Presso lo stesso centro medico sono stati condotti numerosi superstiti bisognosi di cure e assistenza. Tutti i sopravvissuti, inclusi quelli inizialmente ricoverati, sono stati poi arrestati dalla Gendarmeria. La maggior parte viene dal quartiere Baraka di Nador. L’Asssociazione Marocchina per i diritti Umani ha chiesto alla magistratura di aprire un’inchiesta per ricostruire con esattezza le fasi e le cause del naufragio. I danni riscontrati sullo scafo fa sospettare che la barca dei migranti (un motoscafo veloce del tipo usato dai trafficanti di droga) sia stata speronata dalla motovedetta della Marina marocchina.
(Fonte: Association Marocaine Droits Humains, Nadorcity.com, Al Arabiya)
Libia-Italia (Brega, Aidabiya), 21 luglio 2023
Il cadavere di un migrante sconosciuto è affiorato sulla battigia della spiaggia di Brega, quasi 80 chilometri a sud est di Ajdabiya, nel golfo di Sirte. Lo hanno segnalato alcuni abitanti del posto al comando di polizia che ha provveduto a recuperarlo, trasferendolo nell’obitorio dell’ospedale di Ajdabiya in attesa del nulla osta della Procura per l’inunmazione. A giudicare dallo stato di degrado la morte risale a diversi giorni prima del ritrovamento. Da questo tratto di costa, quasi 800 chilometri a est di Tripoli, le barche dei migranti puntano verso Malta e Lampedusa.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Tunisia-Libia (Ben Gardane), 21-22 luglio 2023
Un giovane migrante sudanese è stato trovato privo di vita nella fascia di confine tra la Libia e la Tunisia, in territorio tunisino, nella zona di Ben Gardane. E’ stato possibile identificarlo grazie ai documenti reperiti tra gli abiti. La polizia tunisina, intervenuta per recuperarlo e trasferirlo all’obitorio dell’ospedale di Ben Gardane, ha dichiarato che veniva dalla Libia, senza però aggiungere alcun particolare sulle circostanze della morte e su come il ragazzo, profugo dal Sudan, sia finito in quel tratto di deserto. C’è da credere che sia uno delle centinaia di migranti subsahariani deportati dalle forze di sicurezza di Tunisi e abbandonati alla frontiera nella terra di nessuno.
(Fonte: Tap News Agency)
Marocco-Spagna (Nador-Almeria), 22 luglio 2023
Un harraga marocchino è morto durante la traversata verso la Spagna. Era su una barca partita da Nador con altri 34 migranti e arrivata sul litorale di Adra, 55 chilometri a ovest di Almeria, nelle prime ore del giorno. La salma è stata scoperta dalla polizia spagnola al momento dello sbarco. I compagni hanno dichiarato che era morto poche ore prima, senza però spiegarne con esattezza le ragioni. La magistratura ha aperto un’inchiesta, disponendo l’autopsia sulla salma. Non si trattava di una delle barche su cui normalmente arrivano i migranti: secondo quanto ha appurato la polizia, era un motoscafo veloce del tipo usato dai trafficanti di droga. Nella mattinata di sabato 22 luglio sono arrivate nello stesso tratto di costa spagnola a ovest di Almeria, tra Adra e El Ejido, altri due natanti dello stesso tipo e una barca identica era quella bloccata dalla marina marocchina il 21 luglio al largo di Nador, nel corso di un’operazione che si è conclusa con la morte di 6 migranti. Secondo la polizia potrebbe essere la dimostrazione di un “salto di qualità” nel traffico di esseri umani: barche più veloci e sicure ma anche prezzi molto più alti per la traversata.
(Fonte: Diario de Almeria, El Diario, Ong Cipimd)
Libia-Malta-Italia (Derna e Tocra), 22-23 luglio 2023
I cadaveri di 2 migranti sconosciuti sono affiorati sul litorale della Cirenaica nell’arco di 24 ore. Il primo è stato avvistato casualmente da gente del posto, sabato 22 luglio, ai piedi di un tratto di costa scosceso e roccioso, nella zona di Ras Al Tin, pochi chilometri a ovest di Derna. Per il recupero è intervenuta una pattuglia della polizia locale insieme a personale della Mezzaluna Rossa. Dopo un primo esame nell’obitorio dell’ospedale di Derna, su indicazione della magistratura la salma è stata sepolta nel cimitero di Umm Al Razam. Il secondo cadavere è stato trascinato dal mare su una spiaggia sabbiosa della zona di Boutraba, nei pressi di Tocra, oltre 220 chilometri più a ovest, dove domenica 23 luglio lo ha recuperato e trasferito nell’obitorio locale una squadra della Mezzaluna Rossa. Data la distanza tra Derna e Tocra si ritiene che si tratti di vittime di due diversi naufragi avvenuti sulla rotta dei migranti tra la Cirenaica, Malta e Lampedusa.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Turchia-Grecia (Edirne), 23-24 luglio 2023
Quattro profughi sono morti asfissiati all’interno del rimorchio di un Tir dei trasporti internazionali dove si erano nascosti nel tentativo di passare il confine tra la Grecia e la Turchia. La tragedia è stata scoperta a Edirne, in prossimità del valico di frontiera, dove il camionista ha lasciato a lungo il Tir in sosta in attesa di espletare le pratiche burocratiche doganali. L’allarme è stato dato dallo stesso camionista il quale, sentiti dei rumori sospetti all’interno del rimorchio, ha aperto lo sportellone, trovando i 4 profughi esanimi nascosti tra la merce: due erano ormai morti, gli altri in condiizoni critiche tanto che hanno cessato di vivere durante i primi soccorsi negli ospedali di Kesan e di Ipsala, dove erano stati fatti trasportare dall’equipe medica intervenuta sul posto. Il Tir era partito da Smirne, diretto a Salonicco. Secondo l’autista i quattro profughi potrebbero essersi nascosti nel rimorchio nell’ultima sosta fatta in un parcheggio di Gallipoli, circa 130 chilometri prima di arrivare a Edirne e a oltre 400 da Smirne. Sarebbero state fatali, dunque, le ore trascorse nell’area di sosta di Edirne, con una temperatura supeirore ai 40 gradi.
(Fonte: Hurriyet Daily News, Anadolu Agency, Prensa Latinas, Turkey Post, Us Muslims, Famagusta Gazette)
Libia (deserto fascia di confine con la Tunisia), 24 luglio 2023
Una pattuglia della 19° Brigata della Guardia di Frontiera libica ha scoperto il cadavere di un giovane donna subsahariana in pieno deserto, nella fascia al confine con la Tunisia, non lontano da una pista percorsa saltuariamente per i controlli. A giudicare dallo stato di degrado, la morte deve risalire a qualche giorno prima del ritrovamento. L’ipotesi formulata dalla polizia è che la donna, espulsa dalla Tunisia e condotta nella terra di nessuno oltre il confine con al Libia, abbia tentato di attraversare a piedi il deserto in cerca di un luogo dove chiedere aiuto e rifugiarsi in Libia ma il caldo torrido, con temperature costantemente sopra i 42 gradi, la sete e la fatica la hanno uccisa. Non sono stati trovati elementi per poterla identificare. Con questa, salgono a 8 le vittime tra i migranti deportati nel deserto dalla Tunisia (note del 4, 12, 14 e 19 luglio).
(Fonte: Migrant Rescue Watch, Agenzia Nova)
Libia-Tunisia (Al Assah, deserto), 24 luglio 2023
I corpi di 5 migranti subsahariani sono stati scoperti da una squadra della polizia di frontiera libica, in pieno deserto, durante un pattugliamento lungo il confine nel settore di Al Assah, una cinquantina di chilometri a sud del valico di Ras Jedir, 56 chilometri a sud est della città tunisina di Ben Gardane e a meno di 20 dal villaggio tunisino di Taguelmit. Erano quasi raggruppati o comunque a breve distanza l’uno dall’altro, morti per disidratazione e sfinimento qualche giorno prima di essere ritrovati. Secondo la polizia si tratta di profughi deportati dalle forze di sicurezza tunisine nella terra di nessuno, oltre la linea di confine. Abbandonati a se stessi senza acqua né cibo e nell’impossibilità di tornare indietro, devono aver tentato di muoversi a piedi tutti insieme, nella speranza di raggiungere il posto abitato più vicino in Libia, perdendosi però deserto. Con questi 5 salgono a 13 i migranti morti dopo essere stati deportati nel deserto dalle forze di sicurezza tunisine.
(Fonte: Migrant Rescue Watch, Agenzia Ansa, Agenzia Nova, Il Fatto Quotidiano)
Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 24 luglio 2023
Un migrante morto e almeno 5 dispersi in un naufragio a sud ovest di Lampedusa. La vittima è una trentacinquenne originaria della Costa d’Avorio. E dalla Costa d’Avorio provenivano anche 4 dei dispersi: una donna e il suo bambino, un’altra donna il cui marito è stato tratto in salvo, e un uomo. Il quinto è un migrante del Gambia. La barca era partita da Sfax sabato sera 22 luglio intorno alle 22. A bordo erano più di 40. La tragedia è avvenuta domenica sera, 23 luglio, nelle acque della zona Sar Maltese ma a poche decine di miglia dalle Pelagie. Secondo quanto hanno riferito i supertsiti, un peschereccio tunisino avrebbe accostato la loro imbarcazione per cercare di impossessarsi del motore. Nella confiusione che ne è seguita, lo scafo si è rovesciato ma il peschereccio si è allontanato senza aiutare in alcun modo i naufraghi, che sono rimasti in acqua fino a quando sono stati soccorsi da una motovedetta della Guardia Costiera. L’operazione di recupero si è protratta a lungo, ostacolata anche dal buio: sono stati tratti in salvo 37 migranti ed è stato recuperato il corpo della giovane ivoriana. Nessuna traccia degli altri 5 e non è da escludere che possano esserci anche altri dispersi perché alcuni dei superstiti hanno riferito che a bordo della barca sarebbero stati in 45. Lo sbarco dei naufraghi al molo Favarolo è avvenuto durante la notte tra domenica 23 e lunedì 24. Sedici di loro, con sintomi di ipotermia e ustioni, sono stati portati al Poliambularoio. La salma è stata trasferita nell’obitorio del cimitero di Cala Pisana, dove lunedì 25 è stata sottoposta ad autopsia.
(Fonte: Agrigentonotizie, Agenzia Ansa)
Senegal-Spagna (Kafountine e Mbou – Canarie), 24 luglio 2023
Oltre 300 migranti – almeno 315 – risultano dispersi su tre cayucos di cui si sono perse le tracce sulla rotta tra il Senegal e le Canarie da oltre due settimane. Il primo allarme è scattato per il barcone più grande: 200 persone a bordo, tra cui numerose donne e bambini. Lo ha lanciato, su segnalazione di alcuni familiari dei migranti, Helena Maleno, portavoce della Ong Caminando Fronteras, venerdì 7 luglio, precisando alle autorità spagnole e marocchine che il cayuco era partito martedì 27 giugno dal villaggio di Kafountine, nel sud del Senegal, oltre 2.300 chilometri via terra da Tarfaya (il punto della costa marocchina più vicino alle Canarie) e oltre 1.700 dalla costa meridionale di Gran Canaria, una rotta che, con quel tipo di barca, richiede in genere non meno di una settimana di navigazione. Il Salvamento Maritimo spagnolo di base alle Canarie ha organizzato ricerche a largo raggio con mezzi aerei, che sono rimaste però senza esito. Una speranza si è accesa la mattina di lunedì 10 luglio, quando uno degli aerei da ricognizione del Salvamento, il Sasemar 101, ha avvistato 132 chilometri a sud di Gran Canaria un grosso cayuco che corrispondeva alle caratteristiche di quello disperso. Quando la guardamar Caliope, l’unità navale inviata da Gran Canaria, lo ha raggiunto, però, si è scoperto che si trattava di un altro natante, sempre partito dal Senegal ma solo pochi giorni prima e con a bordo 86 migranti subsahariani, che sono stati tratti in salvo. Lo stato di allerta è così continuato, coinvolgendo anche tutte le navi in transito nella zona, ma senza esito.
Gli altri due cayucos. Sulla scia dell’allarme lanciato da Helena Maleno il 7 luglio si è appreso dalla Ong Caminando Fronteras che, grossomodo sulla stessa rotta tra il Senegal e le Canarie, erano scomparsi da ancora più giorni altri due cayucos più piccoli, con almeno 120 persone. Risultano partiti entrambi il 23 giugno da una spiaggia vicina al porto peschereccio di Mbour, circa 400 chilometri a nord di Kafountine, con un carico rispettivamente di 65 e di 50/60 migranti subsahariani (nel dossier si tiene conto del dato minimo, 50: ndr), anche in questo caso con parecchie donne e bambini. Le ricerche del Salvamento Maritimo spagnolo sono state ovviamente ampliate a tutti e tre i natanti dispersi. Helena Maleno, per Caminando Fronteras, ha rilanciato l’allarme più volte, segnalando come sulla rotta atlantica siano numerosi i “naufragi fantasma”, tragedie in cui le vittime scompaiono in mare senza lasciare traccia. Il ministro degli esteri senegalese, in una nota pubblicata il 12 luglio, ha dichiarato che i dispersi erano stati probabilmente intercettati dalla Marina marocchina, che tra il 28 giugno e il 9 luglio ha recuperato 260 migranti nelle acque di sua competenza. Caminando Fronteras ha replicato il giorno stesso che le barche intercettate non corrispondono minimamente alle tre di cui si sono perse le tracce e a bordo delle quali, a differenza delle altre, risultano presenti numerose donne e bambini. Da qui un nuovo appello a proseguire le ricerche, replicato nei giorni successivi. A un mese dalla partenza ancora nessuna traccia. Nel frattempo si sono moltiplicate le barche di migranti in fuga dal Senegal.
(Fonte: Helena Maleno Caminando Fronteras, El Diario, Reuters, Canarias 7, La Provincia, Anadolu Agency, Efsyn, Al Jazeera, Al Arabiya, Europatoday, Vox News, Bbc, Repubblica, Avvenire, La Stampa, Tg Com 24)
Niger (Seguedine-Dirkou), 24 luglio 2023
Ventidue migranti nigeriani (tra cui due donne) sono stati abbandonati nel Sahara dai trafficanti che dal Niger li stavano conducendo verso il confine libico. Tre sono morti di sete prima che arrivassero i soccorsi. Il gruppo ha raggiunto dalla Nigeria la zona di Agadez e da qui ha poroseguito lungo una delle piste che conducono a nord ovest, nella regione di Kaouar. Non è chiaro cosa sia accaduto durante questa fase del viaggio. Sta di fatto che i trafficanti li hanno lasciato senz’acqua, senza cibo in pieno deserto e senza alcuna possibilità di riparo, con temperature che di giorno, nella zona, non scendono mai, in questa stagione, sotto i 45 gradi. In queste condizioni hanno trascorso quattro giorni, fino a lunedì 24 luglio quando, ricevuta una richiesta di aiuto domenica 23, una delle squadre di soccorso di Alarm Phone, avvertita la polizia, li ha raggiunti, a circa 30 chilometri da Seguedine. A quel punto, però, tre di loro erano ormai senza vita, morti di sete e di sfinimento. Anche gli altri 19 erano ormai allo stremo: la polizia nigerina li ha trasferiti al centro accoglienza dell’Oim di Dirkou.
(Fonte: Alarm Phone Sahara, Vois for Africans News)
Senegal-Spagna (Thiaroye-Canarie), 24 luglio 2023
Diciannove corpi recuperati e tre soli superstiti. Imprecisato il numero dei dispersi: sicuramente qualche decina, verosimilmente almeno una trentina. E’ il bilancio di morte del naufragio di un cayuco carico di migranti avvenuto prima dell’alba di lunedì 24 luglio in Senegal, poco al largo di Dakar, di fronte al sobborgo di pescatori di Ouakam. Secondo le informazioni fornite dal ministro degli interni, Antoine Dione, il barcone è partito da Thiaroye, un piccolo centro 20 chilometri a est di Dakar. Non si sa con precisione in quanti fossero a bordo ma secondo Gora Sene, responsabile del porto dei pescherecci di Ouakam ed altri pescatori, su piroghe di quel tipo e quelle dimensioni, in genere si imbarcano almeno 50 migranti. Hanno seguito la costa fino a Yarakh e poi hanno preso il largo, puntando sulle Canarie. La tragedia è avvenuta poco dopo, quando il cayuco è stato intercettato da una motovedetta della Marina senegalese. “La Guardia Costiera ha chiesto di attraccare ma loro sono fuggiti”, ha spiegato Samba Kandji, vicesindaco di Oukam. Forse proprio una manovra azzardata durante la fuga ha provocato il naufragio “Vista la manovra che ha fatto, chi pilotava la piroga sicuramente non conosceva la zona. E la gente a bordo deve essersi fatta prendere dal panico. Probabilmente così si spiega il naufragio. La maggior parte non sapeva nuotare: ecco perché c’è stata una strage”, ha dichiarato un altro pescatore, Mamadou Sarr, che ha partecipato ai soccorsi e alle ricerche. La corrente ha trascinato a riva alcuni corpi, altri sono stati recuperati in mare. Dapprima 12, poi saliti a 15 e infine a 18 nella serata di lunedì 24 luglio. La mattina dopo un’altra salma è stata recuperata nelle acque di Ouakam da una delle squadre dei vigili del fuoco impegnati nelle ricerche insieme alla polizia e alla Marina. I tre superstiti, soccorsi e portati a riva subito dopo il naufragio, sono stati fermati dalla polizia.
(Fonte: Le Soleil, Le Quotidien, Associated Press, Agenzia Reuters, Infomigrants, Le Monde)
Senegal-Spagna (Canarie), 25 luglio 2023
Un migrante subsahariano è morto durante la traversata dal Senegal alle Canarie su un vecchio cayuco da pesca. A bordo c’erano complessivamente 85 persone: 84 uomini e una sola donna. Non è chiaro da dove esattamente siano partiti: se dalla zona di Saint Louis o da una località ancora più a sud. Sta di fatto che sono rimasti in mare per almeno nove giorni, fino a quando il barcone è stato avvistato 15,7 chilometri a sud di Gran Canaria da un elicottero del Sive (Sistema Integrado de Vigilancia Exterior), che nella notte tra lunedì 24 e martedì 25, all’1,35, ha dato l’allarme alla Guardia Civil. Sul posto è stata inviata la guardamar Caliope, del Salvamento Maritimo, che verso le 3 del mattino ha intercettato il cayuco e preso a bordo tutti i migranti. E’ stato appunto al momento del trasbordo che si è scoperto il cadavere del giovane, probabilmente morto per disidratazione e sfinimento. Una volta a terra, nel porto di Arguineguin a Gran Canaria, 8 dei supertsiti sono stati ricoverati in uno dei centri sanitari dell’isola. Gli altri sono stati affidati alle cure del presidio della Croce Rossa.
(Fonte: La Provincia, Canarias 7, El Diario, Helena Maleno Caminando Fronteras, Al Arabiya, Al Jazeera).
Marocco-Spagna (Nador-Melilla), 25 luglio 2023
Il corpo di un migrante è affiorato pochi metri al largo di Al Muhandis Beach, a Nador, in Marocco. Recuperato dalla Mezzaluna Rossa su indicazione della polizia, è stato traferito nell’obitorio dell’ospedale Al Hassani in attesa del nulla osta della procura per l’inumazione. Secondo la Ong Association Marocaine des Droits Humains, potrebbe trattarsi di un giovane marocchino, Ayoub, di cui si sono perse le tracce dopo che giovedì 6 luglio, sei giorni prima del ritrovamento del cadavere a Muhandis Beach, ha tentato di raggiungere Melilla a nuoto.
(Fonte: Association Marocaine Droits Humains, Nadorcity.com)
Libia-Tunisia (Al Assah deserto), 25-26 luglio 2023
I cadaveri di altri 4 migranti subsahariani sono stati scoperti dalla polizia nel deserto libico, a pochi chiolometri dalla linea di confine con la Tunisia. Con questi salgono a 17 i morti accertati tra le centinaia di migranti deportati allla frontiera dalle forze di sicurezza tunisine e abbandonati in pieno Sahara, nella terra di nessuno, senza acqua né cibo. Come quelli rinvenuti tra il 19 e il 24 luglio (inclusa la giovane madre ivoriana con la sua bambina) erano nella zona di Al Assah, circa 70 chilometri a sud del valico libico di Beni Ansar sulla costa e un centinaio a sud est della città frontaliera tunisina di Ben Gardane, ma a poche decine da altri insediamenti tunisini lungo la frontiera. Si tratta di un giovane con il suo bambino e di altri due uomini. Il bimbo era rannicchiato accanto al padre: a terra una bottiglia di plastica vuota, verosimilmente l’ultima scorta d’acqua conservata dall’uomo per il suo piccolo. Poco discosti gli altri due cadaveri. Prima di recuperare le 4 salme la polizia, una pattuglia della 19° Brigata delle guardie di frontiera, ha documentato il ritrovamento con un filmato, poi diffuso sul web. Nessun commento da parte delle autorità tunisine.
(Fonte: Migrant Rescue Watch, Refugees in Libya)
Marocco-Spagna (Dakhla-Canarie), 26 luglio 2023 (aggiornato il 28)
Sette migranti morti e almeno 20 dispersi in un naufragio al largo di Dakhla, nel Sahara occidentale. E’ accaduto lunedì 24 luglio ma si è saputo solo mercoledì 26 perché le autorità marocchine non hanno fornito informazioni. La notizia è filtrata solo grazie alla Ong Association Marocaine des Droits Humains, che ha raccolto diverse testimonianze prima di diffonderla. Sulla barca c’erano più di 60 persone, in parte marocchini e in parte di origine subsahariana. Partita dalla zona di Dakhla, puntando verso le Canarie, si è trovata subito in difficoltà a causa delle condizioni del mare. “Si è rovesciata non lontano dalla riva a causa della violenza delle onde. Alcuni sono riusciti a raggiungere la spiaggia a nuoto, ma molti non sapevano nuotare. Sono stati recuperati 5 corpi però per quanto ne sappiamo il bilancio potrebbe essere più pesante poiché ci sono dei dispersi”, ha riferito Mohamed Zendour, portavoce della Ong, all’agenzia France Presse. Nelle ore successive sono stati recuperati altri 2 cadaveri e si è appurato che vanno calcolati non meno di 20 dispersi. Meno di 40 i superstiti. Le 7 vittime accertate e molti dei nauffraghi che si sono salvati sono tutti giovani marocchini provenienti da Tighassaline, una città rurale di 15 mila abitanti nella regione dell’Atlante, vicino a Khenifra, 280 chilometri a est di Casablanca e più di 1.800 a nord est di Dakhla, dove si erano imbarcati per raggiungere la Spagna attraverso le Canarie.
(Fonte: Le Monde, Africa News, The New Arab, Newstrak Live, Infomigrants, Il Messaggero)
Libia-Tunisia (Al Assah, deserto frontiera tunisina), 26-27 luglio 2023
Il corpo senza vita di una giovane subsahariana è stato trovato in pieno deserto, non lontano dalla frontiera tunisina, dalla polizia libica. Era nell’area di Al Assah, a sud del valico libico di Beni Ansar e a sud est della città frontaliera tunisina di Ben Gardane, la stessa zona in cui nei giorni precedenti sono stati scoperti un’altra quindicina di cadaveri, inclusa una donna ivoriana con la sua bambina e un papà con il figlio piccolo. Con questa salgono a 18 le vittime tra i migranti subsahariani deportati ai confini dalle forze di sicurezza tunisine e abbandonatri nella terra di nessuno, nel Sahara, senza acqua né cibo. La stessa pattugglia di polizia che la ha trovata, dopo i primi accertamenti, ha rimosso la salma per trasferirla in un obitorio a disposizione della magistratura. La morte è stata causata da disidratazione e sfinimento.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Serbia-Ungheria (Hajdukovo), 27 luglio 2023
Un profugo afghano è rimasto ucciso e altri due feriti in una sparatoria vicino al confine tra la Serbia e l’Ungheria, alla periferia del villaggio serbo di Hajdukovo, meno di 3 chilometri a sud della frontiera e 10 circa a est della città di Subotica. Non sono note le circostanze precise dello scontro a fuoco, avvenuto la sera di lunedì 24 luglio. La polizia locale ha riferito di aver raggiunto la zona, all’interno di una foresta, allarmata da una fitta serie di colpi di arma da fuoco. Sul posto ha trovato il cadavere della vittima e i due feriti. Neesun altro. Si ritiene che si tratti di un conflitto tra bande rivali di trafficanti. Un caso analogo, nella stessa zona, si è verificato nel luglio del 2022, con un morto, anche in questo caso un profugo afghano, e sei feriti, alcuni afghani ed altri pakistani. La fascia di frontiera nei pressi di Hajdukovo, in gran parte ricoperta da boschi, è uno dei punti più battuti dai migranti che, seguendo la via balcanica, cercano di entrare in Ungheria e sono così sorti numerosi campi “spontanei”, con centinaia di persone in attesa di trovare l’occasione e il momento giusto per superare la recinzione eretta al confine dal governo ungherese. E’ verosimile che la sparatoria in cui è stato ucciso il profugo afghano sia maturata in questo contesto.
(Fonte: Infomigrants)
Marocco-Spagna (Zayo-Melilla), 27-28 luglio 2023
Un giovane marocchino è morto nel tentativo di arrivare a Melilla. Era residente nel quartiere di Maamal al Sukkar, nella città di Zayo, meno di 40 chilometri a sud est di Nador e poco più di 50 dalla frontiera meridionale dell’enclave spagnola. Se ne è andato da Zayo tra il 13 e il 14 luglio. Dopo alcuni giorni, avendo perso ogni contatto con lui, la famiglia ne ha denunciato la socmparsa alle autorità marocchine. Non se ne è saputo più nulla fino a giovedì 27 luglio, quando la polizia di Nador ha avvertito i familiari che il suo corpo era nell’obitorio dell’ospedale Al Hassani. Stando alle notizie della stampa locale il ragazzo sarebbe morto asfissiato all’interno di un Tir. Non è chiaro cosa possa essere accaduto. E’ verosimile che, per varcare il confine, si sia nascosto nel rimorchio. Il tragitto fino a Melilla non è lungo ma il Tir, magari a causa delle difficoltà e della lentezza delle pratiche alla frontiera, potrebbe essere rimasto a lungo, per più giorni, in un’area di sosta vicino al valico, con temperature molto superiori ai 40 gradi, senza aver modo di uscire o di chiedere aiuto.
(Fonte: Ariffino.net, Ong Association Marocaine Droits Humains)
Marocco-Spagna (Nador-Melilla), 29 luglio 2023
Un giovane marocchino, Omar Roqba, è scomparso cercando di raggiungere a nuoto l’enclave spagnola di Melilla da Nador. Residente a Nador nel quartiere di Tarqaa, Omar ha tentato l’impres il 19 luglio insieme a un amico, prendendo il largo da una sopiaggia non lontana dalla frontiera per cercare di aggirare la linea di confine. L’amico è riuscito ad arrivare ma ha perso di vista Omar. Lo ha cercato e poi ha dato l’allarme. Dopo giorni di ricerche, che non hanno dato alcun esito, il 28 luglio i familiari hanno lanciato un appello sul web tramite la Ong Association Marocaine Droits Humains.
(Fonte: Association Marocaine des Droits Humains, Ariffino.net)
Senegal-Marocco-Spagna (Dakhla), 29 luglio 2023
Decine di dispersi in un grosso gruppo di migranti rimasti alla deriva per giorni a bordo di un cayuco salpato dal Senegal sulla rotta per le Canarie. Il barcone è stato intercettato da una motovedetta della Guardia Costiera marocchina che sabato 29 luglio ha condotto a Dakhla, nel Sahara occidentale, oltre 60 naufraghi. Dopo lo sbarco i superstiti hanno riferito che nei giorni trascorsi in mare erano morti o comunque scomparsi quasi un centinaio di compagni. La notizia è stata riferita da Helena Garzon, portavoce della Ong Caminando Fronteras, e ripresa dall’agenzia Day Fr Euro ma non sono arrivate informazioni dalle autorità marocchine. C’è da credere che si tratti di uno delle decine di natanti sovraccarichi, alcuni con più di 150 persone, che a partire dall’ininizio di luglio hanno preso il mare verso le Canarie da varie tratti della costa senegalese: Saint Louis, Rufisque Mbour, Kayar, Kafountine. Potrebbe esserci un collegamento, in particolare, con il cayuco salpato a metà luglio da Fas Boye, circa 130 chilometri a sud di Saint Louis, con almeno 150 persone e dato per disperso fino a venerdì 4 agosto, quando si è avuta notizia che nei giorni precedenti era stato intercettato e soccorso da una nave portacontainer russa al largo del Sahara occidentale. A bordo c’erano oltre 70 persone (circa 80 in meno di quelle segnalate alla partenza), poi affidate dai soccorritori a una motovedetta marocchina, che le ha sbarcate a Dakhla. Che si tratti o no dello stesso barcone, vanno calcolati in ogni caso da 80 a 90 migranti scomparsi in mare. E sabato 5 agosto la Ong Caminando Fronteras ha precisato che, a questa data sulla rotta delle Canarie c’erano altri 4 cayucos dispersi.
(Fonte Helena Maleno Caminando Fronteras, Agenzia Dai Fr Euro, Le Quotidien)
Senegal-Spagna (Tenerife, Canarie), 30 luglio 2023
Un morto su un cayuco arrivato a Tenerife, nelle Canarie, dopo essere rimasto per diversi giorni in mare. A bordo del barcone, salpato dal Senegal, c’erano (inclusa la vittima) 191 migranti: 138 uomini, 2 donne e 51 minori. Non è chiaro da quale tratto della costa senegalese abbiano preso il largo, ma anche se sono partiti dalla zona più settentrionale, vicino a Saint Louis, hanno affrontato una traversata di circa 1.500 chilometri che, con quewl tipo di barca, se non ci sono difficoltà particolari, richiede oltre 7 giorni di viaggio. Quando sono stati avvistati dal Centro di Coordinamento del Salvamento Maritimo erano ormai due sole miglia a sud di Tenerife. Incontro al cayuco è stata inviata la salvamar Alpheratz, che lo ha poi scortato fino al porto di Granadilla, sulla costa meridionale dell’isola. E’ stato al momento dello sbarco che si è scoperto che c’era una vittima: un giovane morto durante la traversata – hanno riferito i compagni – forse per disidratazione e sfinimento. Tutti i migranti sbarcati sono stati affidati alle cure del centro medico della Croce Rossa, che ha disposto il ricovero in ospedale per tre di loro. Il cadavere è stato trasferito nell’obitorio di medicina legale a disposizione della magistratura.
(Fonte: Europa Press, El Diario, La Provincia, Efe Agenzia, Helena Maleno)
Libia-Malta-Italia (Derna, Cirenaica), 30 luglio 2023
Il corpo senza vita di un migrante sconosciuto è affiorato in mare a breve distanza dalla riva in un tratto di costa rocciosa a Ras Al Tin, nella zona di Al Tamimi, in Cirenaica, circa 70 chilometri a est di Derna e 90 a ovest di Tobruk. Segnalato al Dipartimento di Polizia locale da alcuni abitanti del posto, è stato recuperato dalla Mezzaluna Rossa, che lo ha trasferito nell’obitorio dell’ospedale Umm Al Razam, a Derna. A giudicare dallo stato di degrado la morte risale a diversi giorni prima del ritrovamento. Secondo la polizia si tratta della vittima di un naufragio sulla rotta verso Malta e Lampedusa.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Libia (Al Assah, deserto confine tunisino), 30 luglio 2023
Una pattuglia della polizia di frontiera libica ha recuperato nel deserto i cadaveri di altri 6 migranti subsahariani non lontano dalla linea di confine con la Tunisia. Erano nella zona di Al Assah, circa 60 chilometri a sud del valico di frontiera libico di Ras Agedir sulla costa e un centinaio a sud est della città frontaliera tunisina di Ben Gardane, la stessa area dove, nella seconda metà di luglio, sono stati trovati i corpi di numerosi altri migranti, tutti morti per disidratazione e sfinimento. Le salme sono state trasferite a Tripoli a disposizione della magistratura. Con queste 6, salgono a 24 le vittime tra i migranti arrestati e deportati al confine dalle forze di sicurezza tunisine e abbandonati nella terra di nessuno senz’acqua né cibo: 22 alla frontiera con la Libia e 2 alla frontiera con l’Algeria. Secondo diverse Ong sono almeno 1.200 i migranti subsahariani espulsi in questo modo dalla Tunisia.
(Fonte: Migrant Rescue Watch, Libyan News Agency, Ansamed)
Senegal-Marocco-Spagna (Saint Louis-Dakhla), 30-31 luglio
Quattordici migranti subsahariani scomparsi in mare da un cayuco rimasto alla deriva per giorni prima di essere intrercettato al largo del Sahara occidentale. Il barcone risulta partito dalla zona di Saint Louis, nel Senegal settentrionale, vicino al confine con la Mauritania. Puntava verso le Canarie, probabilmnete Gran Canaria, la meno lontana delle isole dell’arcipelago spagnolo da quel tratto di costa africana, circa 1.500 chilometri più a nord. Dopo qualche giorno si sono persi tutti i contatti. Nessuna notizia fino alla sera di venerdì 28 luglio, quando ha avvistato il cayuco una motovedetta della Marina marocchina, che ha condotto le 72 persone trovate a bordo nel porto di Dakhla. Per 19, appena sbarcate, i medici hanno disposto il ricovero in ospedale a causa delle condizioni di forte disidratazione e sfinimento: 17 senegalesi, 1 gambiano e 1 maliano. I superstiti hanno dichiarato alla Guardia Costiera e alla polizia che durante i lunghi giorni trascorsi in pieno oceano erano morti 14 loro compagni, i cui corpi sono stati affidati al mare. La notizia è stata comunicata dalle autorità marocchine e senegalesi tra il 30 e il 31 luglio, specificando che i 53 naufraghi non ricoverati sono stati immediatamnete rimpatriati in Senegal insieme ad altri 138 migranti.
Aggiornamento 1 agosto. Due dei 19 naufraghi trasferiti in ospedale poco dopo lo sbarco in grave stato di disidratazione e sfinimento sono morti circa 24 ore dopo il ricovero. Dalle testimonianze dei superstiti è emerso che il cayuco è partito il 15 luglio e che, dopo aver perso la rotta, è rimasto alla deriva per 14 giorni. I naufraghi non ancora rimpatriati sono stati alloggiati nel centro accoglienza di Khassab, a Dakhla.
(Fonte: Helena Maleno Ong Caminando Fronteras, Le Quotidien. Aggiornamento: Le Quiotidien)
Libia (Al Assah, deserto confine tunisino), 31 luglio 2023
I cadaveri di 2 migranti morti per disidratazione e sfinimento sono stati trovati dalla polizia di frontiera libica, tra il 30 e il 31 luglio, a qualche chilometro dalla Tunisia, in pieno deserto. Segnalati da una delle pattuglie impegnate nelle operazioni di controllo frontaliero, sono stati recuperati qualche ora dopo e trasferiti in un obitorio d Tripoli in attesa delle procedure di legge per l’inumazione. Erano anche questi nella zona di Al Assah (circa 60 chilometri a sud del valico di Beni Anzar e un centinaio a sud est della città tunisina di Ben Gardane), non lontano ma in un punto diverso da quello in cui, poco tempo prima, erano stati scoperti i corpi senza vita di altri 6 migranti (nota del 30 luglio). Le vittime tra i migranti espulsi dalla Tunisia e deportati nel deserto salgono a 26: al confine con la Libia 24 e 2 al confine con l’Algeria.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 31 luglio 2023
Un giovane marocchino, Muhammed, 20 anni, è scomparso in mare nel tentativo di raggiungere a nuoto Ceuta. E’ partito da Tetouan, 40 chilometri a sud dell’enclave spagnola, insieme a un amico, Marwan. Raggiunta la zona di Castillejos, alle soglie del confine meridionale dell’enclave spagnola, martedì 25 luglio hanno preso il largo per aggirare la linea di frontiera. Già di per sé pericoloso per le forti correnti e gli improvvisi colpi di mare, questo tragitto da qualche mese è diventato ancora più lungo e difficile a causa delle barriere di filo d’acciaio lamellato erette dal Marocco, che impediscono di avvicinarsi al confine. Secondo quanto ha riferito Marwan, che è riuscito ad arrivare a Ceuta, i due amici si sono persi di vista in mare. “Appena ho raggiunto la spiaggia ho aspettato e poi cercato Muhammed, ma non è mai arrivato. Allora ho avvertito i familiari”, ha raccontato Marwan. La famiglia ha denunciato la scomparsa alle autorità marocchine ma, non avendo dato esito le ricerche condotte a Castillejos e a Tetouan, la segnalazione è stata estesa a Ceuta, interessando anche le redazioni dei giornali locali.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Libia (Al Assah, deserto confine tunisino), 1 agosto 2023
Ancora un migrante subsahariano trovato privo di vita nel deserto libico, nella zona di Al Assah (circa 60 chilometri a sud del valico di Ras Agedir) a breve distanza dal confine tunisino e un centinaio di chilometri a sud est di Ben Gardane. Non sono stati trovati elmenenti per poterlo identificare. Recuperato da una pattuglia della polizia di forntiera, è stato trasferito in un obitorio a Tripoli. E’ il ventisettesimo da quando la Tunisia ha arrestato, deportato e abbandonato nel Sahara almeno 1.200 migranti subsahariani. In una nota pubblicata il primo agosto le autorità libiche hanno riferito che a partire dalla metà di luglio sono stati trovati almeno 600 migranti, incluse donne e bambini, che si erano incamminati nel deserto dopo essere stati espulsi dalla Tunisia. Molti in condizioni critiche per la sete e lo sfinimento fisico.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Algeria-Spagna (San Josè, Almeria), 1-2 agosto 2023
Un migrante marocchino è morto durante la traversata dal Nord Africa alla Spagna. La barca, una delle decine arrivate dall’Algeria in Andalusia nell’ultima settimana, con centinaia di migranti, è approdata nella zona di San Josè, circa 40 chilometri a est di Almeria tra domenica 30 e lunedì 31 luglio ma la notizia della presenza di una vittima ha trovato conferma solo tra martedì 1 e mercoledì 2 agosto con la pubblicazione sul sito della Ong spagnola Cipimd. Il cadavere, scoperto al momento dello sbarco, è stato trasferito all’obitorio dell’ospedale a disposizione della magistratura. La Ong Cipimd ha annunciato una serie di accertamenti per risalire alle circostanze della morte.
(Fonte: Ong Cipimd)
Ungheria (Lajosmizse), 1-2 agosto 2023
Un bambino è morto e 5 profughi adulti sono rimasti feriti su un’auto finita fuori strada in Ungheria a sud di Budapest. La vettura (con targa rumena e condotta da un giovane moldabo) proveniva dal confine con la Romania lungo l’autostrada M5. A bordo erano stipati 7 profughi (incluso il bambino), oltre al “passatore” al volante. L’incidente è avvenuto nei pressi di Lajosmizse, poco più di 130 chilometri a nord ovest del valico forntaliero di Makò e circa 50 da Budapest. L’autista deve aver perso il controllo della guida forse a causa della forte velocità e la macchina e finita fuori strada, rovesciandosi in un fossato laterale. Il bambino è morto sul colpo. I feriti sono stati soccorsi e trasferiti in ospedale dalla polizia e dalla Croce Rossa: nessuno, al momento del ricovero, risultava in pericolo di vita. Il contrabbandiere moldavo è stato bloccato e tratto in arresto.
(Fonte: Infomigrants, Infostart)
Libia (Al Assah, deserto confine tunisino), 2 agosto 2023
Il cadavere di un altro migrante subsahariano è stato trovato nel deserto tra la Libia e la Tunisia da una pattuglia della polizia di frontiera libica, non lontano dalla linea di confne. E’ la ventottesima vittima tra i migranti subsahariano arrestati e deportati nel Sahara dalle forze di sicurezza tunisime a partire dalla fine di giugno. Non è stato possibile identificarlo. Era anche questo nella zona di Al Assah, a sud del valico di Ras Agedir, nei pressi di Dharat Al Khas: lo stesso tratto di deserto dove tra il 30 e il 31 luglio sono stati scoperti i corpi senza vita di 6 migranti nel raggio di poche decine di metri. Gli agenti hanno documentato con un video il ritrovamento e, al termine del sopralluogo, hanno trasferito la salma in un obitorio di Tripoli.
(Fonte: Migrant Rescue Watch, Ansamed)
Grecia (Veria, campo di Aghia Varvara), 3 agosto 2023
Un profugo sudanese di 21 anni è stato trovato morto in un canale nei pressi del centro di accoglienza di Aghia Vavara dove alloggiava in attesa che la sua richiesta di asilo venisse esaminata, nei pressi di Veria, Grecia centrale, 70 chilometri circa a ovest di Salonicco. Ignote le circostanze precise della tragedia. Il giovane ha lasciato il campo mercoledì 26 luglio quando, secondo alcune testimonianze, insieme ad altri migranti, si sarebbe diretto verso il vicino fiume Aliakmonas, forse per fare un bagno e nuotare nel bacino artificiale creato da una diga. Da quel momento se ne sono perse le tracce. Dato inizialnmente per disperso, il suo corpo è stato trovato giovedì 3 agosto non nell’alveo dell’Aliakmonas ma in un canale affluente, parecchio prima del bacino e del corso naturale del fiume. E’ stata aperta un’indagine per stabilire se la morte sia dovuta ad annegamento e come mai il corpo sia finito in quel canale.
(Fonte: Ana Mpa, Ekathimerini)
Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 3-4 agosto 2023
Due migranti morti – un bambino nigeriano di appena un anno e mezzo e un ragazzo ivoriano di 28 anni – su una barca rimasta alla deriva per almeno cinque giorni sulla rotta tra la Tunisia e Lampedusa. Alla partenza erano in 41: ivoriani, nigeriani e burkinabè, stipati su uno scafo in metallo di 7 metri, uno dei tanti natanti artigianali saldati alla meglio e utilizzati per un solo viaggio. Hanno preso il largo da Sfax tra sabato 29 e domenica 30 luglio ma la rotta verso le Pelagie, forse anche a causa di un guasto al motore, si è rivelata molto più lunga e difficile del previsto. Dopo tre giorni hanno esaurito le scorte di acqua e di cibo. Un: una motovedetta della Guardia di Finanza li ha intercettati solo nel tardo pomeriggio di giovedì 3 agosto. A quel punto – come hanno raccontato i supertsiti ai soccorritori – due del gruppo erano già morti: il bimbo lunedì 31 luglio e successivamente il ragazzo. I loro corpi sono stati fatti scivolare in mare. Tra i 39 sbarcati al molo Favarolo di Lampedusa c’erano anche i genitori del bambino e la sorella del giovane ivoriano.
Aggiornamento 4 agosto: un’altra vittima. Una giovane nigeriana al nono mese di gravidanza ha perso il suo bambino Ha cominciato a sentirsi male dopo tre giorni di navigazione e si è via vi aggravata. Quando è giunta a Lampedusa ed è sbarcata al molo Favarolo insieme ai 38 compagni era quasi in condizioni critiche. I medici in servizio al poliambularoio hanno subito intuito la gravità della situazione, facendo intervenire un’eliambulanza per trasferirla in un ospedale in Sicilia . Il bimbo non ce l’ha fatta. La madre è stata ricoverata ad Agrigento.
(Fonte: Agrigentonotizie, Il Giornale di Sicilia edizioni 3 e 4 agosto, Sito Sergio Scandura Radio Radicale, Agenzia Ansa)
Marocco-Spagna (Ceuta), 4 agosto 2023
Il cadavere di un migrante marocchino – identificato due giorni dopo come Ahmed Yellouli, di Casablanca – è affiorato in mare di fronte a Playa de Fuente Caballo, a Ceuta. Avvistato mentre flottava tra le onde a circa 300 mertri dalla riva, è stato recuperato da una squadra del servizio di soccorso e trasferito nell’obitorio dell’istituto di medicina legale. Indossava una tuta da sub sopra una maglietta bianca e un paio di pantaloni corti azzurri. Stando ai primi esami medici sullo stato di degrado era in mare da diversi giorni. A giudicare dal punto in cui è stato trovato, si ritiene che il giovane sia annegato tentando di raggiungere Ceuta a nuoto partendo da una spiaggia di Castillejos, a sud del confine tra il Marocco e l’enclave spagnola.
(Fonte: El Faro de Ceuta
Tunisia-Italia (Sfax), 4-6 agosto 2023
Un ragazzo di 17 anni è annegato e altri 30 migranti risultano dispersi in un naufragio al largo della Tunisia sulla rotta per Lampedusa. La notizia della tragedia è stata data, con un comunicato twitter, dal giornalista Majdi Karbaj e poi ripresa da un’altra giornalista, Eleana Elefante. Secondo quanto hanno riferito i superstiti, il naufragio sarebbe stato provocato dalle manovre spericolate messe in atto da una motovedetta della Guardia Costiera tunisina per bloccare la barca, dopo averla intercettata. La stessa motovedetta ha poi prestato i primi soccorsi, portando a bordo i naufraghi superstiti. A conferma di questa testimonianza i migranti hanno diffuso un filmato nel quale si vedono alcune fasi concitate del soccorso, incluso il recupero del corpo senza vita del diciassettenne. Nessuna informazione dalle autorità tunisine al momento della tragedia. Due giorni dopo, domenica 6 agosto intorno alle 17, però, la Guardia Costiera ha comunicato che nelle 48 ore precedenti, tra venerdì 4 e sabato 5, dieci cadaveri erano stati recuperati al largo di Louata, circa 50 chilometri a nord di Sfax, sulla rotta per Lampedusa. Non si fa riferimento al naufragio denunciato da Majdi Karbaj, ma tempi e luogo della tragedia e del recupero dei corpi sono compatibili: potrebbe trattarsi di 10 dei 30 dispersi.
(Fonte: Majdi Karbai r Eleana Elefante giornalisti, Tap News Agency, Tg Com 24)
Senegal-Marocco-Spagna (Guerguerat, Sahara), 5 agosto 2023
Cinque migranti morti di sete e di sfinimento su un cayuco alla deriva per giorni sulla rotta per le Canarie con 194 persone a bordo, quasi tutti uomini. Salpato dal nord del Senegal, zona di Saint Louis, il barcone puntava presumibilmente su Gran Canaria, la più vicina delle isole dell’arcipelago spagnolo ma circa 1.200 chilometri più a nord. Non è chiaro cosa sia accaduto: forse un guasto al motore o forse un errore di rotta. Sta di fatto che i 194 migranti sono rimasti in balia del mare, esaurendo le scorte d’acqua e di cibo. Una nave della Marina Reale marocchina li ha intercettati sabato 5 agosto al largo di Guerguerat, un porto sulla costa sud del Sahara, vicino al confine con la Mauritania, circa 700 chilometri a nord di Saint Louis e quasi 500 a sud delle Canarie. Cinque di loro erano ormai morti. Altri 11 in condizioni critiche ma, in generale, erano tutti allo stremo e bisognosi di cure. L’unità militare marocchina ha preso tutti a bordo, trasferendoli poi a Dakhla, oltre 300 chilometri più a nord. Subito dopo lo sbarco gli undici naufraghi più gravi sono stati ricoverati nell’ospedale Hassan II, gli altri (tra cui una sola donna) affidati alle cure di un centro medico e poi consegnati alla Gendarmeria per l’espulsione in Senegal.
(Fonte: Map News Agency, Associated Press)
Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 5-6 agosto 2023
Trentacinque (non 33) vittime (33 migranti dispersi e 2 morti, tra cui un bambino di un anno e mezzo) nel naufragio di due barche sulla rotta tra la Tunisia e l’arcipelago delle Pelagie. Inizialmente, quando due motovedette della Capitaneria di Porto sono arrivate sul posto, 23 miglia a sud ovest di Lampedusa, trovando decine di naufraghi in mare, si è ritenuto che fosse affondata una sola barca. La realtà di due naufragi avvenuti nella stessa zona e a breve distanza di tempo l’uno dall’altro è emersa solo diverse ore più tardi, quando i superstiti, tutti molto provati, sono stati in grado di raccontare. Entrambe le barche erano partite da Sfax la notte di giovedì 3 agosto, incappando poi nella tempesta che si è scatenata nel Mediterraneo centrale a partire dalla nottata tra venerdì 4 e sabato 5. Sulla prima c’erano 48 persone, provenienti da Costa d’Avorio, Gambia, Guinea, Mali e Senegal: lo scafo non ha retto al forte vento di maestrale e alle onde, rovesciandosi. Pressoché identica la dinamica dell’altra tragedia. Sulla seconda barca i migranti erano 42, tutti subsahariani. Le due motovedette hanno recuperato in mare complessivamente 57 naufraghi e i cadaveri del bambino, originario della Costa d’Avorio, e della donna, anche lei ivoriana. Le due vittime erano entrambe sulla prima barca, così come 3 dei 31 dispersi: una donna e due uomini. Sul secondo battello i superstiti sono soltanto 14 su 42 e i dispersi, dunque, 28. I 57 naufraghi tratti in salvo sono stati sbarcati poco dopo le 22 di sabato 5 agosto sul molo Favarolo: 29 uomini e il cadavere del bimbo dalla prima motovedetta, gli altri 28 (tra cui la mamma del bimbo insieme ad altre 9 donne) qualche minuto più tardi dall’altra.
Aggiornamento 8 agosto: altri 2 dispersi. Dalle testimonianze dei superstiti è emerso che i migranti dispersi nei due naufragi sono 33, due in più dei 31 calcolati dopo lo sbarco a Lampedusa. Tenendo conto dei due cadaveri recuperati, il totale delle vittime sale a 35. E’ emerso anche che la madre del bimbo era convinta che il figlio si fosse salvato. Ha appreso la notizia della sua morte solo quando è stata invitata ad effettuare il riconosicmento ufficiale del cadaverinio presso la sala mortuaria del cimitero di Cala Pisana a Lampedusa.
(Fonte: Agrigentonotizie edizioni del 5 e del 6 agosto, La Stampa, Ansa, Repubblica, Il Giornale di Sicilia, Rainew, Al Jazeera, Anadolu Agency, Il Secolo XIX, Avvenire)
Libia (Khums), 6 agosto 2023
Il cadavere di un migrante sconosciuto è stato trovato nei pressi di Khums, circa 120 chilometri a est di Tripoli. Su indicazione della polizia, è stato recuperato e trasferito nell’obitorio dell’ospedale da una squadra della Mezzaluna Rossa, in attesa del nulla osta della magistratura per l’inumazione. Si ignorano le circostanze della morte, che a giudicare dal forte stato di degrado della salma deve risalire a diversi giorni prima del ritrovamento.
(Fonte: Migrant Rescue Watch).
Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 6-7 agosto 2023
Almeno 55 vittime (11 migranti morti e 44 dispersi) in un naufragio al largo delle isole Kerkennah, sulla rotta tra la Tunisia e Lampedusa. Due soltanto i superstiti dei 57 a bordo, tutti provenienti dall’Africa subsahariana. La barca era partita dalla zona di Sfax. La tragedia è avvenuta domenica 6 agosto dopo poche miglia, forse a causa delle condizioni meteomarine avverse, con mare mosso e forte vento. Quando i primi soccorsi sono arrivati sul posto era ormai troppo tardi: oltre a due naufraghi ancora in vita, sono stati recuperati 4 cadaveri. Nel corso delle ricerche succesive, fino a lunedì 7 agosto, la Guardia Costiera ha trovato in mare altri 7 corpi. Restano così 44 dispersi. Il portavoce del Tribunale di Sfax, Faouzi Masmoudi, confermando le dimensioni della strage, ha annunciato l’apertura di una inchiesta da parte della Procura.
(Fonte: Reuters, Ansamed, Al Hadah, Tg La 7 ore 13,30, Tg3 Rai ore 14, Avvenire)
Libia-Italia (Marina di Carrara), 6-7 ottobre 2023
Yaser Thane Airshead, un profugo siriano di 53 anni, è morto per un malore poche ore dopo essere stato sbarcato a Marina di Carrara dalla nave Ong Open Arms, che lo aveva tratto in salvo insieme al fratello Moutaz, 27 anni, e ad altre decine di migranti su un gommone alla deriva nel Mediterraneo centrale. Yaser, invalido per una gravissima ferita a una gamba provocata da una mina, aveva raggiunto la Libia attraverso il deserto con l’obiettivo di imbarcarsi per cercare rifugio e cure adeguate in Italia, lontano dalla guerra che ha devastato la Siria. Aveva difficoltà a muoversi a causa della mutilazione ma c’era Moutaz ad aiutarlo e ad assisterlo. Con gli ultimi risparmi i due fratelli hanno trovato un imbarco sulla costa di Tripoli, ma il gommone che doveva portarli a Lampedusa si è perso in mare fino a quando, il 30 settembre, è stato soccorso dall’equipaggio della Open Arms. Il Viminale ci ha messo quasi 24 ore per indicare alla nave il porto di sbarco, scegliendo poi Marina di Carrara: una rotta lunghissima, terminata il 4 ottobre, quando finalmente i naufraghi sono stati sbarcati. Un paio di giorni per gli accertamenti nella struttura approntata nei pressi del porto e poi sono stati trasferiti in un centro di accoglienza in Lunigiana. Yaser era stanco, molto provato dalle fatiche del viaggio. La tragedia è avvenuta la notte tra venerdì 6 e sabato 7 ottobre: poco dopo la mezzanotte Yaser ha svegliato Moutaz dicendo di avvertire un dolore al petto e di avere bisogno di un po’ d’aria. Poi è crollato a terra. E’ stato subito chiamato il 118, ma quando sono arrivati i soccorsi il suo cuore aveva ormai cessato di battere.
(Fonte: Il Tirreno, La Nazione, Repubblica, Granducato Tv)
Libia-Italia (Bengasi e Sabratha), 7 agosto 2023
I cadaveri di due migranti sconosciuti sono stati recuperati in tempi e punti diversi del litorale libico dalla polizia e dalla Mezzaluna Rossa. Lo ha riferito il rapporto settimanale della sede Oim di Tripoli pubblicato il 7 agosto. Il primo, trovato il 30 luglio, era nella zona di Bengasi, in Cirenaica, l’altro a Sabratha (3 agosto), in Tripolitania, oltre mille chilometri più a ovest. Si ignorano le circostanze precise della morte ma, stando al forte stato di degrado, entrambe le salme devono essere rimaste in mare per più giorni prima del ritrovamento.
(Fonte: Rapporto settimanale Oim Libya del 7 agosto)
Libia-Italia (Zawiya), 7 agosto 2023
Su indicazione della polizia, una squadra della Mezzaluna Rossa ha recuperato il cadavere di un migrante subsahariano, trascinato dal mare su una spiaggia nei pressi di Zawiya, nella zona del Joudaim Resort, circa 80 chilometri a ovest di Tripoli. La magistratura lo ha fatto trasportare nell’obitorio dell’ospedale locale, in attesa delle procedure di legge per l’inumazione. Non sono stati trovati elementi per l’identificazione o per stabilirne almeno la provenienza. Lo stato di degrado sembra dimostrare che il corpo è rimasto in acqua a lungo prima di essere avvistato.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 7-8 agosto 2023
Un migrante algerino – Hamza Mozarkat, 27 anni – è scomparso in mare nel tentativo di raggiungere Ceuta a nuoto dal Marocco. Le sue tracce si perdono poco dopo le 6 del mattino di venerdì 4 agosto, quando ha telefonato a un amico, anch’egli algerino, che stava per prendere il largo da una spiaggia vicino a Castillejos, per aggirare in mare la frontiera meridionale dell’enclave spagnola al valico del Tarajal. Da quel momento, più nulla. Dopo un paio di giorni, non ricevendo più notizie né da alcuni conoscenti residenti a Ceutà né tantomeno dallo stesso Hamza, l’amico che aveva ricevuto la telefonata ha dato l’allarme, informando anche le autorità spagnole e marocchine. Le ricerche non hanno sato esito. “Hamza era arrivato a Castillejos deciso a entrare in Spagna – ha raccontato il suo amico – Pensava di fermarsi un po’ a Ceuta per guadagnare un po’ di denaro con un lavoro qualsiasi e poi di proseguire per la Penisola: è in Spagna che voleva costruire la sua vita”. Un appello di ricerca, corredato da alcune foto, è stato lanciato attraverso la rfedazione del Faro de Ceuta.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Francia (Monginevro, Briancon), 7-8 agosto 2023
Il cadavere di un giovane maghrebino è stato trovato lungo un sentiero montano tra il passo del Monginevro e Briancon, in Francia, a pochi chilometri dal confine con l’Italia e a meno di 10 da Claviere, il paese in provincia di Torino dove spesso fanno base i migranti prima di tentare di varcare di nascosto la frontiera attraverso le Alpi. La notizia si è diffusa martedì 8 agosto ma a scoprirlo è stato un gruppo di escursionisti la mattina di lunedì 7. Riverso faccia a terra, era in una zona impervia, accessibile solo a piedi o con veicoli fuoristrada. Dovrebbe trattarsi di un uomo di 20-25 anni ma non sono emersi elementi per poterlo identificare. Dopo un primo sopralluogo sul posto, la polizia lo ha fatto trasferire nell’obitorio di Briancon. Secondo gli esami medici, non dovrebbe essere morto molto tempo prima del ritrovamento, forse per ipotermia o una crisi cardiaca. Il Procuratore di Gap, Florent Crouby, ha aperto un’inchiesta sul caso, disponendo anche il prelievo del Dna per l’eventuale identificazione.
(Fonte: La Provence, Infomigrants)
Libia (Al Assah, deserto confine tunisino), 8 agosto 2023
Sono 27 in tutto, a partire dai primi di luglio e fino al 7 agosto, i cadaveri di migranti recuperati nel deserto nella zona di Al Assah, vicino al confine tunisino, circa 50 chilometri a sud del valico di frontiera di Ras Agedir e a poche decine dai villaggi tunisini di Taguelmit e Bordj Sidi Toui. In maggioranza giovani uomini ma anche donne e bambini, inclusa la bimba trovata insieme alla madre e il piccolo abbracciato al papà. E’ quanto emerge da un dossier elaborato dal Criminal Investigation Directorate (Cid) libico. Complessivamente, un morto in più rispetto al censimento ricavato giorno per giorno dai rapporti delle pattuglie di polizia libiche. Ne consegue che le vittime tra i migranti espulsi e abbandonati nel Sahara dalle forze di sicurezza tunisine sono in tutto almeno 29: in particolare, 27 nella terra di nessuno al confine con la Libia e 2 più a sud, al confine con l’Algeria. Ma la realtà potrebbe essere ancora più grave: molti dei migranti trovati stremati ma ancora in vita hanno riferito (alla polizia, alla Mezzaluna Rossa o a varie Ong) di aver “lasciato indietro” dei compagni ormai privi di forze. E spesso anche la polizia libica ha respinto i migranti verso il confine con la Tunisia, come dimostrano – ha riferito l’emittente araba Al Hadath – diverse foto e video clip girati sul lato tunisino della frontiera: “Le scene – ha scritto Al Hadath – mostravano anche auto della polizia nelle zone di confine che inseguivano africani, mentre alcuni di loro (i migranti africani: ndr) stavano trasportando cadaveri avvolti in grandi teli di stoffa”.
(Fonte: Libya Observer, Migrant Rescue Watch, Al Hadath, Al Jazeera)
Libia (Brak, Sebha), 8 agosto 2023
Un migrante nigeriano è stato ucciso da una banda di trafficanti a Brak (Brach), nel sud della Libia, dopo un lungo sequestro fatto di pesanti maltrattamenti e torture per costringere la sua famiglia a versare un riscatto. Non è chiaro se sia morto proprio in seguito alle torture o se sia stato eliminato perché i parenti non avevano denaro sufficiente per pagarne il rilascio. Sull’omicidio ha aperto un’inchiesta la polizia di Brak, che ha arrestato un giovane sudanese ritenuto il capo o uno dei capi dell’organizzazione criminale. Altri 5 componenti della banda sarebbero stati identificati: un chadiano, un libico, un nigeriano come la vittima e un quarto uomo di cui non è stata comunicata l’origine. Il giovane assassinato deve essere entrato in Libia dal Niger, raggiungendo Sebha, il nodo su cui confluiscono le principali strade e piste provenienti non solo dal Niger ma dal Chad e dal Sudan. E’ verosimile, anzi, che sia stato sequestrato proprio a Sebha o durante il viaggio da qui alla costa del Mediterraneo e che i trafficanti lo abbiano poi tenuto sequestrato a Brak (dove è stato ucciso), 80 chilometri più a nord, lungo la strada di oltre 700 chilometri che conduce a Tripoli.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 9 agosto 2023
Quarantuno vittime (fra cui 3 bambini) nel naufragio di una barca di migranti a sud ovest di Lampedusa. E’ stato possibile ricostruire la tragedia grazie al racconto dei quattro soli supertsiti, due uomini, una donna e un ragazzo, originari della Costa d’Avorio e della Guinea Konakry. La barca (uno scafo in metallo di 7 metri) è partita da Sfax, in Tunisia, verso le dieci di giovedì 3 agosto. Ha navigato a nord est, sulla rotta per Lampedusa. Il mare era mosso. Dopo sei ore circa un’onda più alta delle altre lo ha capovolto. E’ stata la fine per quasi tutte le 45 persone a bordo. La maggioranza è scomparsa in mare poco dopo il naufragio. Una quindicina aveva un salvagente ed ha resistito più a lungo, ma anche queste, alla fine, sono annegate, vinte dal freddo e dalla fatica. I quattro superstiti, rimasti in acqua per ore, si sono salvati perché hanno avvistato per caso e avuto la forza di raggiungere a nuoto un’altra barca in ferro, senza motore, probabilmente abbandonata dopo un trasbordo di migranti. Su questa barca sono rimasti alla deriva per quasi cinque giorni. La corrente li ha trascinati verso est per quasi un centinaio di chilometri, al largo della Libia, all’altezza di Zuwara. E’ lì che li ha avvistati un aereo dell’agenzia Frontex, che ha subito dato l’allarme a Mrcc Italia. Il centro di coordinamento di Roma ha chiesto di intervenire per i soccorsi alla Guardia Costiera libica, che però non si è mossa. Constatata l’inerzia dei libici, l’operazione di ricerca e recupero è stata presa in carico dalla stessa Mrcc Roma, che ha inviato sul posto alcune motovedette e avvertito le navi in transito nella zona. Ed è stata appunto una nave commerciale, il cargo maltese Rimona, a raggiungere per primo il barchino e a trarre in salvo i quattro naufraghi, poi trasbordati sulla Cp 327 e trasferiti a Lampedusa, dove sono stati sbarcati al molo Favarolo. La Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta. Il rifiuto o l’impossibilità di intervenire dimostrano quanto sia inaffidabile la Guardia Costiera libica nonostante Tripoli, d’intesa con l’Italia e la Ue, si sia attribuita una enorme zone Sar di ricerca e soccorso in mare.
(Fonte: Agenzia Ansa, Il Fatto Quotidiano, Il Giornale di Sicilia, Agenzia La Presse, Europa Today, La Repubblica, La Stampa, Anadolu Agency, Daily Sabah Sergio Scandura Radio Radicale, Avvenire)
Libia-Italia (Tajoura), 10 agosto 2023
Almeno 5 morti in un naufragio al largo delle coste libiche, all’altezza di Ghout Al Rumman, vicino a Tajoura, meno di 30 chilometri a est di Tripoli. Altri 16 sono stati tratti in salvo. Imprecisato il numero dei dispersi. La notizia è stata riferita la sera di giovedì 10 agosto dalla Guardia Costiera libica, che però non ha fornito particolari sulle circostanze e le cause del naufragio, né ha specificato quanti fossero i migranti a bordo al momento della partenza, avvenuta quasi certamente dalla stessa zona di Tajoura, sulla rotta verso Lampedusa. Due giorni dopo, sabato 12 agosto, è emerso che lo scafo si è rovesciato (forse per il sovraccarico) e che a dare l’allarme e a occuparsi dei soccorsi è stata una barca di pescatori che, prima dell’arrivo della Guardia Costiera, hanno recuperato inizialmente 9 supertsiti e i 5 cadaveri. Poco dopo sono stati trovati altri 7 naufraghi portando così a 16 il numero dei superstiti: 12 bengalesi, 2 marocchini e 2 senegalesi. Le vittime sono 4 egiziani e un giovane somalo. Per uno dei superstiti si è reso necessario il ricovero in ospedale. Gli altri 15 li hanno trasferiti presso un centro di detenzione a Tripoli.
Aggiornamenti 13 e 16 agosto: altri 3 corpi. Nella giornata di sabato 12 agosto il mare ha restituito i corpi di altri 2 migranti riconducibili al naufragio di Ghot Al Rumman. Il primo lo ha recuperato una pattuglia della Guardia Costiera vicino a una scogliera di Lighthouse Point, a ovest di Tajoura; l’altro flottava tra le onde poco al largo di Souq Al Jumaa, dove è stato raggiunto e preso a bordo dalla motovedetta P-50. Entrambe le salme sono state trasferite in un obitorio ospedaliero in attesa del nulla osta della magistratura per l’inumazione. Un terzo cadavere, affiorato vicino a Tajoura su una spiaggia rocciosa, è stato recuperato mercoledì 16 agosto dalla Mezzaluna Rossa. Ancora nulla dalle autorità liche che si stanno occupando del naufragio sul numero prerciso dei dispersi.
(Fonte: Migrant Rescue Watch, edizioni 10 e 13 agosto)
Marocco-Spagna (Nador-Melilla), 10-11 agosto 2023
Due ragazzi marocchini sono scomparsi in mare nel tentativo di raggiungere a nuoto Melilla. L’allarme è stato lanciato dai familiari di uno dei due, Masoudi Hamza, residente a Nador nella zona di Zayo. Erano con altri due harraga. Insieme i quattro amici hanno preso il largo a nuoto il 3 agosto da una spiaggia di Bani Sheker, per cercare di aggirare la linea di frontiera meridionale dell’enclave spagnola. Durante il tragitto si sono persi di vista. Due sono riusciti ad arrivare ed hanno dato notizia di sé dal centro accoglienza profughi di Melilla, dove sono stati trasferiti dalla polizia spagnola quando li ha intracciati. Si è atteso per ore che anche Hamza e l’altro amico si mettessero in contatto e poi, in mancanza di qualsiasi informazione, ne è stata segnalata la scomparsa. Le ricerche dai due lati della frontiera non hanno dato esito e alla fine, giovedì 10 agosto, è stato lanciato un appello anche attraverso la Ong Association Marocaine Droits Humain. Le ultime tracce dei due ragazzi risalgono al momento in cui i due compagni arrivati a Melilla non li hanno più visti in mare.
(Fonte: Ong Asssociation Marocaine Droits Humains)
Senegal (Ndeppe), 11 agosto 2023
Un giovane senegalese – Mbaya Fall Ngom, 32 anni – è stato ucciso dalla polizia a colpi di arma da fuoco mentre si stava imbarcando su un cayuco sul molo di Ndeppe, 30 chilometri a est di Dakar, per cercare di raggiungere le Canarie. La tragedia risale alla notte tra mercoledì 9 e giovedì 10 agosto ma la notizia si è diffusa ed è stata ripresa dalla stampa venerdì 11 grazie al racconto del cugino di Mbaya, Momar Ngom, che (residente a Diokoul, quasi 170 chilometri a nord est di Ndeppe, nell’interno) non era presente alla sparatoria ma ha ricostruito i fatti rintracciando e ascoltando diversi testimoni. Il gruppo che doveva imbarcarsi era composto da diverse decine di persone, in parte della stessa Ndeppe in parte provenienti da varie città del Senegal. L’appuntamento per l’imbarco era al porto dei pescatori, in piena notte, ma la polizia ne era venuta al corrente ed è intervenuta poco prima che arrivasse il cayuco. “Eravamo sulla riva in attesa di salire sulla barca – ha riferito uno dei testimoni sentito da Momar – quando sono apparsi degli uomini in divisa che hanno aperto il fuoco sul nostro gruppo. C’è stato un fuggi fuggi generale. Alcuni si sono buttati in mare, altri si sono arrampicati sulle rocce. Non so dire se fossero gendarmi o poliziotti. Alcune ragazze, scappando, si sono ferite salendo o cadendo dalla scogliera”. Il corpo senza vita di Mbaya è stato trovato riverso a terra pochi minuti dopo la sparatoria: un proiettile gli aveva attraversato la gola uccidendolo all’istante. “Mi hanno informato alle 2 del mattino – ha aggto Momar –Io ero a Mbour ma sapevo del viaggio. Mbaya mi diceva tutto. Mi aveva chiamato per dirmi che il cayuco sarebbe partito in serata. Appena ho saputo della sua morte mi sono precipitato a Ndeppe e ho ricostruito quanto è accaduto. E’ una tragedia enorme. Mbaya era un pescatore, sposato, con un figlio di appena due mesi. Nel quartiere di Diokoul Kao, dove abitava, lo conoscevano tutti. Voleva partire per costruirsi una vita migliore. Non triesco a capire perché abbiamo sparato sulla folla. Chiediamo tutti un’inchiesta per individuare i responsabili”. Le indagini sono state affidate dalla magistraturfa al commissariato centrale di Rufisque.
(Fonte: Le Quotidien)
Tunisia-Italia (Gabes-Lampedusa), 12 agosto 2023
Due migranti morti (un neonato e un ragazzo di vent’anni) e 5 dispersi in un naufragio di fronte alle coste tunisine. Altri 5 risultano dispersi, per un totale di 7 vittime. Tredici i superstiti. La barca aveva preso il largo da Gabes, un centinaio di chilometri a sud di Sfax, sulla rotta per Lampedusa. Il gruppo a bordo era composto interamente da tunisini. La tragedia sarebbe avvenuta poco dopo la partenza, a meno di 150 metri dalla riva, intorno alle 2 del mattino. E’ probabile che, nonostante la vicinanza della costa, inizialmente nessuno si sia accorto dell’emergenza e poi il buio e le condizioni del mare hanno complicato le operazioni di ricerca e recupero. I soccorsi sono arrivati da unità della Guardia Costiera, ma a quel punto molti dei naufraghi erano già scomparsi in mare. Senza esito le ricerche dei dispersi condotte nella giornata di sabato.
(Fonte: Tap News Agency, Tg La 7 edizione 13,30, La Presse, Tg Com 24, Radio Med Tunisie, Avvenire, Gulf Times, Sky Tg-24)
Algeria-Italia (Marettimo, isole Egadi), 12-13 agosto 2023
Due vittime (un migrante morto e uno disperso) in un naufragio a ovest dell’arcipelago delle Egadi nella serata di sabato 12. Undici dei 13 a bordo, tutti giovani algerini, sono stati tratti in salvo dalla Guardia Costiera di Trapani. Secondo quanto hanno riferito i superstiti, il natante, un piccolo gommone, è partito dalla costa orientale dell’Algeria, presumibilmente la zona di Annaba, da cui le barche dei migranti puntano in genere verso la Sardegna o, appunto, le Egadi. Il naufragio è avvenuto poco più di 9 miglia a sud-ovest di Marettimo, forse per una lesione alle camere stagne pneumatiche. Per i soccorsi sono giunte sul posto, oltre alla Guardia Costiera, unità della Guardia di Finanza e dei Carabinieri, recuperando in mare prima 9 e poi altri 2 naufraghi. Nessuna traccia degli ultimi due fino alla tarda mattinata di domenica 13, quando una delle motovedette impegnata nelle ricerche ne ha avvistato e recuperato uno, un uomo sui trent’anni, trasferendolo all’obitorio del cimitero di Trapani.
(Fonte: Il Fatto Quotidiano, Agenzia Ansa, La Presse, Repubblica, Tgr Sicilia, Il Giornale di Sicilia, Open, Tiscali News)
Tunisia-Italia (Sidi Mansour – Lampedusa), 14 agosto 2023
Almeno 12 vittime (7 migranti dispersi e 5 morti) in un naufragio sulla rotta tra la Tunisia e Lampedusa. La barca – un vecchio e malandato scafo in legno – era partita da una spiaggia di Sidi Mansour, la località balneare situata meno di 9 chilometri a nord est di Sfax. Come ha riferito Faouzi Masmoudi, il magistrato portavoce del Tribunale di Sfax, che ha aperto un’inchiesta, la tragedia è avvenuta dopo appena un’ora di navigazione. Il mare era abbastanza buono ma è probabile che lo scafo abbia ugualmente ceduto per il sovraccarico, rovesciandosi. Sul posto sono intervenute barche di pescatori e alcune unità della Guardia Costiera della base di Sfax che hanno tratto in salvo 23 naufraghi e recuperato 5 cadaveri. Tra le vittime – ha precisato Faouzi Masmoudi – ci sono un bambino e 2 donne mentre tra i dispersi dovrebbero esserci anche dei migranti subsahariani.
(Fonte: Tap News Agency, Agenzia Agi, Agenzia Ansa)
Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 14-15 agosto 2023
Un ragazzo egiziano è morto intossicato da esalazioni di benzina durante la traversata dalla Tunisia a Lampedusa. Era insieme ad altri 36 migranti (egiziani, pakistani, sudanesi e somali) su una barca partita da Sfax lunedì 14 agosto, un vecchio peschereccio in legno di sette metri. Nella ressa provocata dal sovraffollamento si era sistemato insieme ad altri cinque ragazzi nella piccola stiva del natante, vicino al vano motore. A causa del mare piuttosto agitato e probabilmente delle condizioni stesse del fasciame, dopo alcune ore di navigazione lo scafo ha cominciato a imbarcare acqua e qualcuno sarebbe anche caduto in mare. Si è scatenato il panico e nella confusione che ne è seguita per recuperare le persone finite fuoribordo, si è rovesciata una tanica di benzina. Il carburante ha impregnato il legno e l’acqua di sentina, provocando vapori tossici che il ragazzo e i cinque compagni che erano con lui in fondo alla stiva hanno respirato a lungo. Quando li hanno tirati fuori lui era già morto mentre gli altri si sono gradualmente ripresi. Poco dopo, la notte tra lunedì 14 e martedì 15 agosto, la barca è stata intercettata da una motovedetta della Guardia Costiera, che ha recuperato i 36 naufraghi e il corpo senza vita del giovane egiziano, trasferendoli a Lampedusa.
(Fonte: Agenzia Ansa, Agrigentonotizie, Il Giornale di Siciulia, Tg La 7)
Senegal-Spagna (Capoverde da rotta Canarie), 14-16 agosto 2023
Novantadue migranti morti (29 in più del bilancio iniziale di 63) su un grosso cayuco salpato dal Senegal e intercettato verso l’arcipelago di Capoverde dopo essere rimasto in balia dell’Atlantico per oltre un mese. Trentotto sono stati trovati ancora in vita. Soltanto 7 i cadaveri recuperati a bordo: gli altri si sono persi in mare. Il barcone era partito dalla piccola città costiera di Fass Boye, sulla costa della municipalità di Thies, circa 140 chilometri a nord-est di Dakar. Le notizie su quanti fossero a bordo sono state subito discordanti. Secondo quanto ha ricostruito la Ong spagnola Caminando Fronteras, infatti, erano molti di più dei 101 dichiarati nei rapporti ufficiali: 130 in tutto, in massima parte pescatori e contadini senegalesi. Puntavano a raggiungere Gran Canaria, circa 1.600 chilometri più a nord, nel giro di una settimana, ma dopo pochi giorni se ne sono perse le tracce. Il primo allarme è stato lanciato il 20 luglio, quando un pescatore di Fass Boye, che aveva due nipoti su quel cayuco, ed altri familiari di giovani di Fass Boye e di Thies si sono rivolti a Caminando Fronteras, che ha subito allertato le autorità di tutti gli stati africani rivieraschi, fino alle Canarie. Le ricerche non hanno dato esito. Nulla fino a lunedì 14 agosto, quando il cayuco è stato avvistato circa 280 chilometri a est dell’isola del Sale, nell’arcipelago di Capoverde, dal peschereccio d’altura spagnolo Zillari, che ha lanciato un Sos sia alle autorità capoverdiane che alla centrale Mrcc di Madrid, provvedendo poi ai primi soccorsi. All’operazione si è unita una motovedetta della Marina di Capoverde, che ha raggiunto il barcone martedì 15 agosto. I 38 migranti superstiti e i 7 cadaveri sono stati sbarcati nel porto di Palmeira, sull’isola del Sal, a 600 chilometri circa dalla costa del Senegal. Una decina dei 38 tratti in salvo erano in condizioni critiche, tanto da dover essere ricoverati d’urgenza. La tragedia è iniziata quando il barcone ha perso la rotta e, rimasto in balia del mare forse a causa di un guasto al motore o dell’esaurimento della scorta di benzina, è stato trascinato dalla corrente verso ovest, in direzione delle isole di Capoverde, senza la possibilità di comunicare la posizione e di chiedere aiuto. E’ rimasto a lungo incerto il numero effettivo delle persone a bordo e di conseguenza, delle vittime: 63 morti secondo le autorità senegalesi ma 92 secondo Caminando Fronteras. Gli accertamenti condotti nei giorni successivi (aggiornamento del 19 agosto qui di seguito: ndr) hanno confermato i rapporti della Ong: 92 vittime di cui 85 scomparse in mare. Tra i superstiti, un bambino di 12 anni e tre adolescenti tra i 15 e i 16 anni. Capoverde non è meta di migrazione dal continente africano ma ogni anno sono centinaia i migranti che finiscono nelle sue acque su barche in panne e alla deriva, trasscinati dalle correnti occidentali. La ministra capoverdiana della sanità, Filomena Goncalves, presente al momento dello sbarco, ha lanciato un appello a tutti i governi della costa atlantica, africani ed europei, a moltiplicare gli sforzi per garantire i soccorsi in mare.
Aggiornamento 19 agosto: altre 29 vittime. Molti elementi inducono a credere che, come ha comunicato il 16 agosto Helena Maleno della Ong Caminando Fronteras, le vittime siano 29 in più: 92 anziché 63. Fin dall’inizio, del resto, si è fatta strada l’idea che il bilancio delle vittime poteva essere incompleto: quasi tutti i media hanno riferito che, in aggiunta ai 7 cadaveri recuperati sul cayuco insieme ai 38 superstiti, andavano calcolati almeno 56 migranti scomparsi in mare, facendo intendere che ce ne potevano essere altri oltre a quelli ufficialmente accertati perché, come ha scritto il quotidiano greco Efsyn, non era chiaro “esattamente in quanti fossero a bordo”. Il calcolo di 63 vittime (inclusi i 7 cadaveri recuperati) è derivato in sostanza dal comunicato del ministero degli interni senegalese (diffuso tra il 15 e il 16 agosto), secondo il quale sul cayuco c’erano 101 persone. Helena Maleno (la prima a lanciare l’allarme e tra le prime a riferire la notizia della strage), basandosi sulle testimonianze dei familiari che avevano chiesto il suo aiuto il 20 luglio, ha invece calcolato che a bordo c’erano non meno di 130 migranti. E infatti è appunto questo il dato che la portavoce di Caminando Fronteras ha segnalato nella richiesta di soccorso inoltrata il 20 luglio alle autorità di Senegal, Mauritania, Marocco e Spagna e confermato poi nel dispaccio messo in rete in data 23 luglio (tre giorni dopo il primo contatto con le famiglie e il primo Sos), dove si dice testualmente “Desaparecido un cayuco senegales con mas de 120 personas a bordo”, aggiungendo che la partenza risaliva a 14 giorni prima. Cioè, al 10 luglio. All’indomani e nei giorni successivi al ritrovamento del cayuco a est dell’Isola del Sale e sempre facendo riferimento alle testimonianze delle famiglie, infine, la Ong ha ribadito (Il Guardian 18 agosto) che i migranti imbarcati erano 130 (e non 101) e, di conseguenza, le vittime 29 in più dei 63 ipotizzati sulla base delle dichiarazioni del Governo senegalese. Ovvero, 92 in tutto: 7 cadaveri recuperati e 85 dispersi.
(Fonte: Helena Maleno Garzon Caminando Fronteras, Expresso des Islaa, Associated Press, El Diario, Infomigrants, Le Quotidien, Le Soleil, Agenzia Reuters. Fonte per l’aggiornamento: El Pais, The Guardian, Efsyn, siti web Lorenzo Tondo e Txema Santana, Cadena Ser, Al Jazeera)
Tunisia-Italia (Isole Kerkennah e Sfax), 15-16 agosto 2023
I cadaveri di 8 migranti sono stati recuperati in mare dalla Guardia Costiera e dalla Guardia Nazionale tunisine, tra il 15 e il 16 agosto, sulla rotta tra Sfax e Lampedusa. Lo ha riferito mercoledì 16 il portavoce del Tribunale di Sfax Faouzi Masmoudi, precisando che è stata aperta un’inchiesta. Sette erano poco al largo delle isole Kerkennah, l’ultimo nelle acque di Sfax. A giudicare dall’avanzato stato di degrado in cui erano le otto salme al momento del recupero, si dovrebbe trattare di vittime di uno o più naufragi avvenuti diversi giorni prima, ma né la Guardia Costiera né la Magistratura hanno fornito particolari in proposito. Le autorità tunisine si sono limitate a riferire che negli stessi giorni in cui sono stati scoperti gli 8 cadaveri sono state bloccate 18 barche con a bordo 630 persone sulla rotta per Lampedusa.
(Fonte: English News, China Org, Infomigrants)
Tunisia-Italia (Lampedusa), 17 agosto 2023
Il cadavere di un migrante in avanzato stato di degrado è stato avvistato e recuperato da una motovedetta della Guardia di Finanza circa 6 miglia a sud ovest dell’isolotto di Lampione, a ovest di Lampeduasa. E’ stato possibile identificarlo perché, dopo lo sbarco sul molo Favarolo avvenuto intorno alle 11, in una tasca degli abiti la polizia ha trovato un passaporto, intestato a un uomo di 56 anni originario della Costra d’Avorio. La salma è stata trasferita nell’obitorio del cimitero di Cala Pisana. A giudicare dalle condizioni deve essere rimasta in acqua almeno una settimana prinma del ritrovamento. Si ritiene che si tratti di un migrante che era su una delle tante barche arrivate a Lampedusa dalla Tunisia nei primi giorni di agosto.
(Fonte: Agrigentonotizia, Tg La 7)
Marocco-Spagna (Ceuta), 17 agosto 2023
Nelle acque di Ceuta è affiorato il cadavere di un giovane maghrebino sconosciuto, presumibilmente marocchino. Avvistato poco lontano dalla riva all’altezza della spiaggia di Almadraba, sulla costa meridionale dell’enclave spagnola, è stato recuperato da una pattuglia di sommozzatori della Guardia Civil e trasferito nell’obitorio dell’Istituto di Medicina legale. Si ritiene che sia annegato nel tentativo di entrare a nuoto a Ceuta, partendo dal litorale marocchino di Castillejos. Non è da escludere che sia uno degli oltre cento giovani che tra sabato 12 e domenica 13 agosto hanno tentato di superare a nuoto via mare la linea di frontiera ma sono stati in gran parte intercettati e respinti dalla polizia marocchina.
(Fonte: El Faro de Ceuta).
Algeria-Spagna (Torrevieja, Alicante), 17 agosto 2023
Due migranti sono scomparsi in mare in un naufragio sulla rotta tra l’Algeria e la Spagna. A bordo c’erano in tutto 17 persone, tra cui una donna con la figlia di 7 anni e un neonato di appena due mesi, oltre al marito. La tragedia è avvenuta circa 33 miglia al largo di Torrevieja, 50 chilometri circa a sud di Alicante. Forse a causa di un colpo di mare o di un movimento brusco lo scafo si è rovesciato. Fortunatamente quasi tutti i naufraghi, inclusi la bambina, avevano giubbotti di salvataggio che li hanno tenuti a galla mentre il neonato è stato adagiato su una grossa tanica e riparato dal sole con un panno. Le correnti li hanno però almeno in parte separati e allontanati. Sono rimasti in balia del mare per ore, fino a quando li ha avvistati un peschereccio, che ha dato l’allarme al Salvamento Maritimo di Alicante e recuperato 14 naufraghi. Trasbordati poi su una motovedetta del Salvamento Maritimo, i supertsiti sono stati trasportati ad Alicante, dove per sei di loro, tra cui i due bimbi e la madre, è stato necessario il ricovero in ospedale per sintomi di ipotermia e ustioni. Nel frattempo, saputo dai naufraghi che mancavano tre persone, erano scattate le ricerche, condotte sia con unità navali che con un elicottero. Alcune ore dopo uno dei tre è stato individuato e tratto in salvo. Nessuna traccia, invece, degli altri due.
(Fonte: Diario de Alicante, Europoa Press)
Marocco-Spagna (Beliones-Ceuta), 18 agosto 2023
Disperso in mare un giovane profugo yemenita che ha tentato di raggiungere a nuoto Ceuta dal Marocco. Si tratta di Maeen Hussein Obad Abdurabu Sharif, un ingegnere mineraio di 27 anni costretto a fuggire dalla guerra che insanguina lo Yemen da oltre otto anni. Raggiunto il Marocco, voleva arrivare a Ceuta per proseguire poi verso la Spagna e l’Europa. Per aggirare via mare la linea di frontiera tra il territoiro marocchino e quello dell’enclave spagnola ha scelto la zona occidentale, nei pressi del piccolo centro di Beliones, con l’obiettivo di approdare a Ceuta nella zona di Benzù. Ha tentato l’impresa con altri due yemeniti nelle prime ore di domenica 13 agosto, sfruttando la densa nebbia che gravava su tutta la zona per sfuggire ai controlli. Una unità della polizia marocchina ha però intercettato i tre prima che arrivassero al confine: i suoi due amici sono stati bloccati, Maeen è riuscito a sottrarsi alla cattura ma da quel momento se ne sono perse le tracce. Avvertita dai due che sono stati fermati e allarmata per la mancanza assoluta di notizie, la famiglia ne ha denunciato la scomparsa. Un fratello ha lanciato un appello anche alla redazione del Faro de Ceuta. La polizia spagnola ha riferito che sia domenica 13 che nei giorni successivi non è stato trovato alcun profugo yemenita nella zona di Benzù né ne risultano arrivati nei centri di accoglienza dell’enclave.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 19 agosto 2023
Un migrante marocchino è annegato nel tentativo di raggiungere Ceuta a nuoto. Si chiamava Ismael Arjas, di 35 anni, e abitava a Castillejos, a pochi chilometri dal confine con l’enclave spagnola. Se ne erano perse le tracce da oltre un mese. Ha lasciato Castillejos intorno al 10 di luglio. Alcuni giorni dopo, il 14, avendo perso ogni contatto, i familiari ne hanno denunciato la scomparsa. Il suo corpo, trascinato dalle correnti, è affiorato il 19 nella zona di Cabo Negro, quasi 40 chilometri a sud di Ceuta, ma prima di riuscire a identificarlo è trascorso un mese. Nel frattempo i familiari (i genitori e sei fratelli) hanno continuato a cercarlo sia in Marocco che a Ceuta, dove hanno dei parenti. Solo il 19 agosto la polizia marocchina ha informato la famiglia, mettendo a disposizione la salma, custodita nell’obitorio di un ospedale.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Algeria-Spagna (Orano), 20 agosto 2023
Due ragazzi algerini di 17 anni – Ghafour Ilyes e Zahaf Houwari – risultano scomparsi in mare da martedì 15 agosto nel naufragio della barca con cui stavano cercando di raggiungere l’Andalusia da Orano. Pochissimi i particolari sulla tragedia: nel silenzio totale delel autorità algerine, se ne è avuta notizia solo cinque giorni dopo, domenica 20 agosto, quando i familiari dei due giovani hanno lanciato un appello alla Ong Spagnola Cipimd, che si occupa delle ricerche dei migranti morti o dispersi nel Mediterraneo occidentale. Si sa soltanto che il naufragio è avvenuto circa 25 chilometri al largo della costa africana, quindi non molto dopo la partenza e comunque in acque di competenza algerina. Nulla su quanti harraga fossero a bordo e, dunque, su eventuali altre vittime o dispersi, sui soccorsi e sui naufraghi tratti in salvo. Le ricerche condotte dopo la segnalazione della Ong Cipimd, corredata anche dalle foto dei due dispersi, non hanno dato esito.
(Fonte: Ong Commissione Identificazione Migranti Morti o Dispersi)
Libia-Italia (Sabratha), 20 agosto 2023
Il cadavere di un migrante sconosciuto, di origine subsahariana, è affiorato il 18 agosto sulla spiaggia di Sabratha, circa 80 chilometri a ovest di Tripoli. Segnalato alla polizia da alcuni abitanti del posto, è stato recuperato da personale della Mezzaluna Rossa e trasferito nell’obitorio dell’ospedale locale, in attesa delle procedure legali per la sepoltura. Ignote la provenienza e le circostanze della morte, ma si ritiene che sia un giovane annegato in un naufragio sulla rotta tra Sabratha e Lampedusa. A giudicare dallo stato di degrado, il corpo deve essere rimasto a lungo in mare. Le autorità libiche hanno dato la notizia il 20 agosto, due giorni dopo il ritrovamento della salma.
(Fonte: Migrante Rescue Watch)
Algeria-Spagna (Gdyel), 21 agosto 2023
Il cadavere di un giovane probabilmente algerino, età presumibile 20-22 anni, è stato recuperato da una barca di pescatori poco al largo della spiaggia di Ain Defla, nel comune di Gdyel, circa 22 chilomnetri a nord est di Orano. A giudicare dallo stato di conservazione, non deve essere rimasto molto a lungo in mare. Anche se il ritrovamento risale a sabato 19 agosto le autorità algerine ne hanno dato notizia lunedì 21, senza peraltro fornire particolari, ma si ritiene che si tratti di un harraga annegato nel tentativo di raggiungere la Spagna. Il 15 agosto, pochi chilometri fuori Orano, sulla rotta per Almeria, è stato segnalato il naufragio di una piccola barca di migranti (nota del 20 agosto: ndr), con un numero imprecisato di dispersi.
(Fonte: Le Quotidien d’Oran)
Libia-Italia (Sirte), 21 agosto 2023
Il cadavere di un migrante sconosciuto è stato trovato martedì 15 agosto su una spiaggia di Sirte, 250 chilometri a est di Misurata e quasi 470 da Tripoli. Ne ha dato notizia il rapporto settimanale dell’ufficio Oim di Tripoli pubblicato lunedì 21 agosto. Su indicazione della polizia, personale della Mezzaluna Rossa lo ha recuperato e trasferito nell’obitorio dell’ospedale locale in attesa del nulla osta della magistratura per l’inumazione. A giudicare dallo stato di degrado, la salma è rimasta in mare più giorni. Si tratta sicuramente di un migrante annegato sulla rotta tra la Libia e l’Italia ma si ignorano le circostanze e il peirodo preciso.
(Fonte: Rapporto Iom Libya del 21 agosto 2023 ore 13,45)
Libia-Italia (Sorman), 21 agosto 2023
Il mare ha trascinato il corpo di un migrante sconosciuto su un tratto di costa rocciosa all’altezza di Sorman, circa 65 chilometri a ovest di Tripoli e una ventina da Zawiya. Avvistato da alcuni abitanti del posto mentre flottava tra gli scogli, è stato recuperato da personale della Mezzaluna Rossa che, dopo un sopralluogo della polizia, lo ha trasferito nell’obitorio dell’ospedale di Zawiya a disposizione della magistratura. Non sono noti i tempi e le circostanze precise della morte ma il corpo era in acqua da tempo e da questo tratto di litorale partono numerose barche di migranti sulla rotta per Lampedusa.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Libia (Abu Salim, Tripoli), 22 agosto 2023
Una ragazza nigeriana è morta di denutrizione e per i maltrattamenti subiti nel centro di detenzione lager di Abu Salim, nella peirferia sud di Tripoli. Lo hanno denunciato alcuni migranti rilasciati dal carcere dopo aver pagato un riscatto. A sostegno delle accuse hanno consegnato un video girato di nascosto in uno dei cameroni della prigione, affollatissimo di prigionieri. Riverso su un misero giaciglio si vede il corpo scheletrito ed esanime della giovane nigeriana, ormai morta o morente. Una copia del filmato è stata consegnata alle Ong Refugees in Libya e Refugees in Tunisia, che lo hanno diffuso in rete, sollecitando un’inchiesta all’ambasciata nigeriana e agli uffici di Tripoli dell’Unhcr e dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim). “Ad Abu Salim – accusano – le condizioni di detenzione sono inumane. Ogni settimana qualcuno muore e le donne vengono violentate sistematicamente”.
(Fonte: Refugees in Libya, Refugees in Tunisia, Sergio Scandura, Today Mondo)
Grecia (Evros, foresta di Dadia), 22 agosto 2023
Diciannove migranti sono morti avvolti tra le fiamme e il fumo nell’enorme incendio che ha investito su un fronte di decien di chilometri la foresta del parco nazionale di Dadia, Lefkimi e Soufli, lungo la fascia di confine con la Turchia, poco più di 60 chilometri a nord est di Alexandroupoli. Tra le vittime, tutti uomini, anche due bambini. I loro cadaveri sono stati scoperti dai vigili del fuoco affluiti in forze nella regione. Non essendo stati segnalati dispersi tra la popolazione del luogo ed essendo quest’area uno dei principali punti di transito dei gruppi che attraversano di nascosto la frontiera dalla Turchia, passando attraverso i boschi per eludere i controlli, si è subito sospettato che potessero essere profughi provenienti dal Medio Oriente, giunti da poco in Grecia e in procinto di proseguire la fuga lungo la rotta balcanica. La conferma è venuta alcune ore più tardi dal ministro dell’emigrazione Dimitris Keridis. La prima salma, isolata, è stata trovata lunedì 21, nella parte del bosco più vicina all’abitato di Lefkimi. Non è stato possibile identificarla. Le altre 18 vittime erano a sud del villaggio di Avantas, sparse a gruppi di due o tre in un raggio di 500 metri, intorno a una baracca, come se fossero morte mentre tentavo di mettersi disperatamente in salvo dall’incendio: probabilmente sono state soffocate dal fumo e poi il fuoco le ha raggiunte e carbonizzate. La Procura di Alexandroupoli ha aperto un’inchiesta. Il medico legale Pavlos Pavlidis ha ispezionato la zona e disposto il trasferimento dei corpi nell’obitorio dell’ospedale per sottoporli ad autopsia. Secondo notizie che si sono diffuse nella zona ci sarebbero altre 8 vittime, scoperte in un’altra parte della foresta. Il dottor Pavlidis ha dichiarato di non avere alcun elemento di conferma, ma diversi media hanno ripreso l’informazione. Nelle ore successive la Ong Alarm Phone ha lanciato l’allarme per altri 284 profughi che l’hanno contatta per chiedere aiuto: 250, suddivisi in due gruppi, vicino al fiume Evros e altri due gruppi (di 6 e 28 persone) nella zona del villaggio frontaliero di Soufli.
(Fonte: Efsyn, Ekathimerini, Associated Press, Agenzia Reuters, Al Jazeera, Anadolu Agency, Ana Mpa, Agenzia Ansa, El Pais, El Diario)
Libia-Italia (Al Harsha, Zawiya), 23 agosto 2023
Il cadavere di un migrante è stato trascinato dal mare sul litorale di Al Harsha, nei pressi di Zawiya, una sessantina di chilometri a ovest di Tripoli. Su indicazione della polizia, lo ha recuperato una squadra della Mezzaluna Rossa, trasferendolo nell’obitorio dell’ospedale locale a disposizione della magistratura. Non sono stati trovati elementi per poterlo identificare né per stabilirne la provenienza, ma appare evidente che si tratta della vittima del naufragio di una barca di migranti sulla rotta tra Zawiya e Lampedusa. Lo stato di degrado sembra indicare che la salma è rimasta in acqua a lungo prima di essere trovata.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Libia-Italia (Sabratha, Zawiya, Hos), 24 agosto 2023
Cinque cadaveri di migranti sono affiorati in tratti diversi del litorale libico: 4 a ovest di Tripoli, nel raggio di una trentina di chilometri, e il quinto a est. I primi due, recuperati dalla Mezzaluna Rossa di Zawiya, erano a poche decine di metri di distanza l’uno dall’altro, poco al largo del porto di Mars Dalah, circa 50 chilometri a ovest di Tripoli. Altri due una trentina di chilometri più a ovest, sulla costa rocciosa di Sabratha. Anche in questo caso, su segnalazione della polizia, è intervenuta una squadra delal Mezzaluna Rossa, che ha trasferito le salme nell’obitorio dell’ospedale locale. In questo stesso tratto di litorale, tra il 20 e il 21 agosto (note corrispondenti: ndr) sono stati trovati altri due cadaveri: uno a Sabratha e l’altro a Sorman. Si rafforza l’ipotesi du un naufragio “fantasma” avvenuto in queste acque sulla rotta per Lampedusa. Il quinto cadavere è stato recuperato infine, sempre dalla Mezzaluna Rossa, sulla battigia di una spiaggia di Homs, 118 chilometri a oriente di Tripoli e circa 170 da Sabratha. Date le distanze, si tratta sicuramente di un episodio distinto dal probabile naufragio al largo della costa occidentale di Tripoli. La salma è stata trasferita nell’obitorio dell’ospedale di Homs.
Aggiornamento 26-27 agosto. Sorman: confermato un naufragio. In data 24 agosto la Mezzaluna Rossa di Sorman ha comunicato di aver assistito e trasferito nell’ospedale locale un profugo sudanese recuperato in mare. Tre giorni dopo, sabato 27 agosto, la direzione della polizia di Sorman ha confermato un naufragio nella zona, precisando in un video che il giovane sudanese era stato salvato da una barca di pescatori e che erano stati recuperati dei corpi senza vita, senza tuttavia specificare né quanti né se i 4 cadaveri recuperati tra Zawiya e Sabratha siano ricollegabili allo stesso naufragio. Il comunicato parla comunque di più cadaveri e il video mostra anche il recupero di un corpo a Sorman, il quinto nella zona nell’arco di poche ore, in aggiunta ai 4 trovati tra Zawiya e Sabratha. Resta invece imprecisato il numero di eventuali dispersi, di cui il comunicato non fa cenno.
(Fonte: Migrant Rescue Watch 24 e 27 agosto, Libya Observer)
Senegal- Spagna (rotta Canarie), 24-25 agosto 2023
Si è persa ogni traccia di un cayuco con a bordo 54 migranti (tra cui 9 donne e un bambino), partito nella prima settimana di agosto sulla rotta per le Canarie. Alcuni familiari dei dispersi hanno chiesto aiuto ad Helena Maleno, portavoce delal Ong spagnola Caminando Fronteras, che ha lanciato il primo allarme la mattina di sabato 12 agosto, allertando le autorità di tutti i paesi atlantici a nord del Senegal (la Mauritania, il Marocco e la Spagna), sollecitando una vasta operazione di ricerca. La notizia è stata ripresa dai media delle Canarie e una nuova segnalazione a conferma della scomparsa è stata diffusa mercoledì 16 agosto. Le ricerche del Salvamento Maritimo spagnolo non hanno dato alcun esito. Nulla anche nella settimana successiva. Tenendo conto del numero e della composizione del gruppo di migranti a bordo, di sicuro questo cayuco non figura tra i 17 arrivati alle Canarie tra il 13 e il 24 agosto né tra i 5 intercettati dal Marocco. Un nuovo appello di ricerca è stato lanciato da Caminando Fronteras venerdì 25 agosto.
(Fonte: Helena Maleno Caminando Fronteras, El Diario Canarias Ahora)
Grecia (Evros, foresta di Dadia), 24-25 agosto 2023
Il corpo carbonizzato di un migrante è stato trovato nella foresta del parco nazionale di Dadia devastata da un incendio lungo la fascia di confine con la Turchia. Era ai margini di una strada forestale, nella stessa zona dove lunedì 21 agosto è stato scoperto il primo cadavere e martedì 22 il gruppo di 18 profughi (tra cui due bambini) sorpresi e uccisi dalle fiamme vicino al villaggio di Avas (Avantas). Lo hanno scoperto i vigili del fuoco e una pattuglia della polizia di frontiera del dipartimento di Tychero nell’area del villaggio frontaliero di Soufli. Su disposizione della magistratura è stato trasferito nell’obitorio dell’ospedale di Alexandroupolis per l’autopsia e il prelievo del Dna in modo da poterlo eventualmente identificare. Con questo sono saliti a 20 i migranti morti nel disastro di Dadia, ma si teme che possano essercene altri. Il presidente della comunità di Avantas, Gerge Hatzigeorgiu, in particolare, si è detto molto preoccupato per tre gruppi di profughi di cui gli era stata segnalata la presenza nell0l foresta pochi giorni prima dell’incendio.
(Fonte: Efsyn, Associated Press, Ekathimerini, Ana Mpa)
Bulgaria (Rosenovo), 26-27 agosto 2023
Un profugo siriano, Saif al Ahmad, 22 anni, è stato trovato ormai senza vita in una zona boscosa nel territorio del municipio di Rosenovo, in Bulgaria, a poche decine di chilometri dal confine con la Turchia. L’allarme per la sparizione del giovane è stato lanciato da United Rescou Group, che la mattina del 26 agosto si è rivolto per le ricerche al Collettivo Rotte Balcaniche Alto Vicentino, presente anche in Bulgaria. La Ong italiana ha subito raggiunto l’area di Rosovo, dove si erano perse le tracce di Saif, mettendosi subito in contatto con la polizia locale e il numero d’emergenza 112. Dopo alcune ore, guidati dalla presenza lungo un sentiero di vecchi abiti, scarpe e rifiuti che indicavano il passaggio frequente di profughi su quel percorso, sono stati i volontari di Rotte Balcaniche a ritrovare Saif, su una collina densa di foreste: “Era disteso in un sacco a pelo, con un panno sul viso – hanno raccontato – Ci siamo avvicinati e appena gli abbiamo scoperto il volto ci siamo resi conto che era morto”. A quel punto non è restato che segnalare il luogo esatto del ritrovamento e chiedere un’ambulanza per rimuovere il cadavere, ma prima dell’intervento delle autorità bulgare, che fin dall’inizio sembravano voler scoraggiare le ricerche, sono passate diverse altre ore, fino al mattino dopo.
(Fonte: Are You Syrious, Melting Pot)
Marocco-Spagna (Conil, Cadice), 26-27 agosto 2023
Un morto e due dispersi in un gruppo di 13 migranti (tra cui un ragazzo di 17 anni) arrivati nelle acque spagnole su un gommone salpato dal Marocco. La tragedia è maturata nella notte tra sabato 26 e domenica 27 agosto. Arrivato a circa 6 miglia dalla costa spagnola, il canotto è rimasto in panne per un guasto al motore. Dopo aver tentato invano di farlo ripartire, temendo di essere trascinati alla deriva quattro del gruppo hanno deciso di tentare di raggiungere la riva a nuoto. Da quel momento nessuno li ha più visti. Oltre tre ore più tardi, verso le 7,30 del mattino di domenica 27, riavviato in qualche modo il motore, il gommone ha raggiunto la spiaggia di Fuente del Gallo, nel comune di Conil, circa 45 chilometri a sud di Cadice. Lo sbarco dei nove rimasti a bordo non è passato inosservato: informato da diverse telefonate, il comando della polizia locale di Conil ha inviato sul posto diverse pattuglie, che hanno trovato sei migranti ancora sulla spiaggia e tre poco lontano, lungo la strada per Siviglia. Appena dai nove fermati si è saputo che quattro loro compagni avevano tentato di raggiungere la riva a nuoto, è scattata una operazione di ricerca condotta dal Salvamento Maritimo di Cadice (salvamar Enif e Suhail ed elicottero Helimer 223) e dalla Guardia Civil (motovedetta Rio Agueda, un elicottero e un aereo da ricognizione). Qualche ora dopo, oltre 5 miglia al largo, sono stati trovati un cadavere e uno dei dispersi, privo di sensi ma ancora in vita, che è stato trasportato d’urgenza all’ospedale di Cadice, dove i medici sono riusciti a rianimarlo. Nessuna traccia degli altri due anche nelle ricerche dei giorni successivi.
(Fonte: Europa Press, La Voz de Cadiz)
Turchia-Grecia (Lesbo e Samo), 27-28 agosto 2023
Cinque morti in due naufragi nell’Egeo tra le isole greche e la costa Turca: 4 al largo di Lesbo e uno a Samo.
Lesbo. Le quattro vittime, tutti bambini, erano su una barca partita dalla costa del distretto di Dikili, nel nord ovest della penisola anatolica, puntando verso Mandamados, nel nord est di Lesbo. A bordo c’erano altri 18 profughi, tra cui i familiari dei piccoli: un maschietto di 8 anni e tre bambine di 14 e 8 anni e, la terza, di appena 11 mesi. Secondo il portavoce della Guardia Costiera greca, Nikos Alexiou, il naufragio sarebbe avvenuto poco dopo la partenza, nelle acque turche, ma la Marina di Ankara non sarebbe intervenuta in alcun modo. Di fronte all’emergenza si sarebbe allora mosso un guardacoste greco, che ha recuperato 18 naufraghi ma non è arrivato in tempo per salvare anche i quattro bimbi. I corpi delle piccole vittime sono stati sbarcati nel porto di Mytilene insieme ai superstiti, due dei quali sono stati ricoverati per gravi sintomi di potermia. La Turchia ha replicato all’accusa mossa da Atene di non essere intervenuta pe ri soccorsi asserendo di aver mobilitato due motovedette, giunte però sul luogo dell’emergenza quando stava ghià operando una unità della Guardia Costiera greca.
Samos. Il secondo naufragio, avvenuto intorno all’una del mattino di lunedì 28 agosto, sarebbe stato provocato da qualcuno dei 37 profughi che erano a bordo del gommone che, salpato dalla costa del distretto di Kusadasi, oltre 250 chilometri più a sud di Dikili e Lesbo, puntava verso Samo. Il canotto, secondo quanto ha riferito la Guardia Costiera greca, era ormai in prossimità dell’isola quando è stato intercettato da una motovedetta che ha accostato per fermarlo. E’ a questo punto che, probabilmente nel timore di essere bloccati e respinti, a bordo avrebbero deciso di sabotare lo scafo, tagliando le camere pneumatiche, in modo da naufragare e costringere l’equipaggio della Guardia Costiera a soccorrerli e a partarli a terra, a Samo. Quando sono stati raggiunti, però, due dei naufraghi, una donna e un ragazzo, erano privi di sensi. Lei è morta poco dopo il trasferimento nell’ospedale di Samo. Il giovane, portato a riva e ricoverato, si è progressivamente ripreso. La magistratura ha aperto un’inchiesta.
(Fonte: Associated Press, Ekathimerini, Ana Mpa, Agenzia Ansa, Anadolu Agency, Efsyn, Aegean Boat Report, Al Jazeera, Al Arabiya, Infomigrants)
Libia-Italia (Garabulli e Ghout Al Rumman), 28 agosto 2023
I cadaveri di due migranti subsahariani sconosciuti sono stati trascinati dal mare sulla costa libica a est di Tripoli. Il primo era vicino al faro di Garabulli, a una sessantina di chilometri da Tripoli. Dopo un’ispezione della polizia di zona sul posto, una pattuglia della Mezzaluna Rossa lo ha trasferito con un’ambulanza dei servizi d’emergenza nell’obitorio di un ospedale tripolino a disposizone della magistratura. L’altro, in uno stato di degrado molto più avanzato e recuperato in mare dalla motovedetta Pb p 32 della Guardia Costiera, è stato trovato all’altezza di Ghout Al Rumman, nella zona di Tewergha, quasi 190 chilometri più a oriente. A giudicare dalla distanza dei due luoghi e dalle diverse condizioni di conservazione delle salme, si tratta di vittime di due episodi diversi, avvenuti però entrambi sulla rotta dalla Libia verso Lampedusa.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Marocco-Spagna (Casablanca), 28-29 agosto 2023
Non si ha più traccia di un gruppo di oltre dieci migranti marocchini partiti dalla costa di Casablanca verso la Spagna. L’allarme è stato lanciato il 26 agosto dai familiari di uno di loro, Abdelhamid Anbari, 32 anni, originario di Mohammedia, 25 chilometri a nord est di Casablanca. “L’ultimo contatto risale a giovedì 17 agosto. Da allora, più nulla. Non sappiamo nemmeno se sia vivo o morto. Sappiamo solo che è partito con un gruppo di oltre dieci compagni per tentare di attraversare le acque dello Stretto”, ha riferito uno zio, il 26 agosto, alla redazione del quotidiano spagnolo El Faro de Ceuta, aggiungendo che hanno cercato a lungo di chiamare Abdelhamid al cellulare senza ricevere mai risposta. Secondo informazioni raccolte dai familiari, tra il 17 e il 18 agosto sarebbero partite da Casablanca ben tre barche di migranti e che una sarebbe stata trovata alla deriva, al largo di Cadice, senza nessuno a bordo, ma non ci sono stati riscontri. Una conferma all’appello lanciato dai familiari di Abdelhamid è però venuta dalla segnalazione di altre famiglie, che hanno riferito alla piattaforma di ricerca Alarm Phone di non avere più notizie di una barca salpata da Casablanca il 18 agosto con a bordo circa 20 migranti.
(Fonte: El Faro de Ceuta, Alarm Phone)
Marocco-Spagna (Akhfenir-Lanzarote), 28-29 agosto 2023
Sei migranti subsahariani sono morti su una barca rimasta per una settimana alla deriva nell’Atlantico, sulla rotta tra il Marocco occidentale e le Canarie. Il battello, uno scafo in legno, era partito martedì 22 agosto da Akhfenir, un centinaio di chilometri a est del promontorio di Tarfaya, che è il tratto di costa marocchino più vicino all’arcipelago spagnolo. A bordo erano una sessantina, tutti subsahariani. Puntavano verso l’isola di Lanzarote ma poco dopo la partenza se ne sono perse le tracce. Il primo allarme è stato lanciato giovedì 24 agosto da Helena Maleno, portavoce della Ong Caminando Fronteras, alla quale, preoccupati per la totale mancanza di contatti, si erano rivolti alcuni familiari dei migranti. Richieste di aiuto sono state subito inviate dalla Ong sia al Marocco che alla Spagna, ma le ricerche non hanno dato alcun esito fino a lunedì 28, quando una motovedetta della Marina marocchina ha intercettato la barca alla deriva nell’Atlantico, bloccata, a quanto pare, da un guasto al motore. Nei sette giorni trascorsi in balia del mare, sei del gruppo sono morti di disidratazione e sfinimento.
(Fonte: Alarm Phone)
Marocco-Spagna (Fuengirola, Malaga), 30 agosto 2023
I cadaveri di due migranti sono stati avvistati e recuperati in mare da una motovedetta della Guardia Civil circa 8 miglia al largo di Fuengirola, 35 chilometri a sud ovest di Malaga. Il ritrovamento è stato fatto nel corso delle ricerche di due surfisti argentini scomparsi nei giorni precedenti ma è stato subito chiaro che doveva trattarsi di altre persone perché i due giovani indossavano normali abiti da passeggio, chiaramente inadatti per praticare il surf: il primo, il più giovane, sicuramente minorenne, una maglietta nera Lacoste di cotone con una striscia gialla in mezzo e pantaloni corti “mimetici”; il secondo, di 20-25 anni, una t-shirt nera con una scritta bianca e jeans corti. Si ritiene che siano due ragazzi marocchini o comunque maghrebini che hanno tentato di attraversare in kayak o con un piccolo canotto pneumatico simile lo Stretto di Gibilterra puntando verso il litorale meridionale di Malaga. Non è stato possibile identificarli ma nei giorni successivi la Ong spagnola Cipimd, che si occupa della ricerca dei migranti morti o dispersi nel Mediterraneo Occidentale, ha lanciato una campagna sul web e sui media per rintracciare le famiglie, pubblicando una descrizione precisa delle due vittime.
(Fonte: Canal Sur, Ong Cipimd, El Faro de Ceuta)
Libia o Tunisia – Italia (Lampedusa), 31 agosto 2023
Il cadavere di un migrante sconosciuto è stato recuperato al largo di Lampedusa da una unità della Guardia di Finanza e poi trasbordato sulla motovedetta Cp 327 della Guardia Costiera che lo ha sbarcato sul molo Favarolo. Dopo un primo esame medico, ne è stato disposto il trasferimento nell’obitorio del cimitero di Cala Pisana per una ispezione cadaverica più approfondita prima dell’inumazione. Se ne ignorano la provenienza (se dalla Libia o dalla Tunisia) e le circostanze della morte, ma a giudicare dall’avanzato stato di decomposizione il corpo deve essere rimasto a lungo in acqua prima del ritrovamento.
(Fonte: Agrigentonotizie, Agenzia Ansa)
Algeria-Spagna (Cabrera, Baleari), 31 agosto – 1 settembre 2023
Ilcorpo senza vita di un harraga algerino è stato trovato su una barca con a bordo altri 12 giovani migranti intercettata al largo delle Baleari dopo essere rimasta sei giorni alla deriva. Partito dalla costa tra Dellys e Bourmedes, 70-80 chilometri a est di Algeri venerdì 25 agosto, del battello si sono perse le tracce dopo poche ore. Il primo allarme è stato lanciato tra domenica 27 e lunedì 28, quasi in contemporanea, dalla piattaforma Alarm Phone e da Helena Maleno, della Ong Caminando Fronteras, ma le ricerche sono rimaste senza esito fino alle 18 circa di giovedì 31, quando l’imbarcazione, con il motore in panne e faticosamente governata a remi, è stata avvistata ad alcune miglia dell’isola di Cabrera, a sud di Maiorca, e poi raggiunta da una salvamar del Salvamento Maritimo di base alle Baleari. I superstiti, sbarcati a Portocolon, sulla costa sud di Maiorca, hanno riferito che il loro compagno, Aoudjit Lounis, 35 anni, di Bejaia, malato di diabete, esaurita la scorta di insulina, era morto poche ore prima dei soccorsi, probabilmente per sfinimento e disidratazione. La salma è stata trasferita nell’obitorio dell’ospedale in attesa dell’autopsia. Due giorni dopo ne è stato disposto il trasferimento in Algeria su richiesta dei familiari.
Aggiornamenti 4 e 6 settembre: altre 2 vittime. Nei giorni successivi ai soccorsi è emerso dalle testimonianze dei superstiti che erano partiti in 15 e che ci sono dunque altre 2 vittime: due giovani harraga i quali, dopo circa 5 giorni passati alla deriva senza alcuna possibilità di chiedere aiuto e ormai senza più scorte d’acqua e di cibo, presi dalla disperazione si sono gettai in mare, scomparendo in breve tra le onde. I compagni, colti di sorpresa, non sono riusciti a fermarli in tempo né a raggiungerli dopo che erano finiti in acqua per cercare di recuperarli.
(Fonte: Helena Maleno Caminando Fronteras, Europa Press, Alarm Phone. Fonte aggiornamento: Francisco Josè’ Clemente Marin Ong Cipimd, Europa Press)
Tunisia-Italia (Susa-Lampedusa), 1 settembre 2023
Un migrante tunisino residente a Roma, Rashid, ha denunciato a Lampedusa la scomparsa del fratello Nader, 32 anni, durante il viaggio da Susa alle Pelagie. Nader – ha riferito Rashid – si era imbarcato sul peschereccio bianco di dieci metri soccorso il 26 agosto a sud ovest di Lampedusa, oltre l’isolotto di Lampione. Quando una motovedetta della Finanza ha raggiunto il barcone, a bordo c’erano 80 migranti siriani e tunisini, fra cui 4 donne e 5 minori. In acqua, poco lontano, ce ne erano tre, che sono stati subito recuperati e portati a bordo. Circa due ore prima, inoltre, la motovedetta ne aveva trovati in mare altri 2, entrambi tunisini, i quali hanno riferito di essere caduti proprio da quel peschereccio bianco, venendo poi abbandonati o comunque senza ricevere soccorsi. Nader non figura né tra gli 80 a bordo né tra i 5 trovati in acqua. Gli 80 che erano sul peschereccio, prima ancora della denuncia di Rashid, hanno però riferito che durante il viaggio, oltre ai 5 tratti in salvo dalla Finanza in due fasi, altri migranti erano finiti in mare, in circostanze, tempi e luoghi diversi. Nader sarebbe caduto in acqua nella zona dell’isolotto di Lampione. I pattugliamenti condotti successivamente dalla Finanza e dalla Guardia Costiera, anche in seguito alla denuncia di Rashid, non hanno dato esito. Tra l’altro i due tunisini soccorsi in mare hanno dichiarato di essere partiti non da Susa ma da Madhia, circa 50 chilometri più a sud. Su tutta la vicenda è stata aperta un’inchiesta.
(Fonte: Agrigentonotizie, La Sicilia)
Marocco-Spagna (Ceuta), 2-3 settembre 2023
Tre harraga marocchini – Redouan Ben Hammoud, 35 anni, Fouad e Suleiman, 27 anni – risultano dispersi in mare nel tentativo di raggiungere la Spagna salpando dalla costa del Marocco, pare molto a ovest di Ceuta e a sud di Tangeri. Erano su una barca con altri 5 migranti, anch’essi marocchini, che risulta partita nelle prime ore di martedì 31 agosto. Da quel momento se ne sono perse le tracce fino a quando, nella stessa giornata di martedì 31, è arrivata la notizia che c’era stato un naufragio e la Marina Imperiale aveva recuperato 5 naufraghi. Nulla dei tre scomparsi anche dopo le ricerche condotte nei giorni successivi da unità della Guardia Costiera marocchina, tanto che i familiari hanno deciso di lanciare un appello attraverso i media tra cui la redazione del Faro de Ceuta, diffondendo sul web anche le foto dei tre amici. Un barlume di speranza si è acceso venerdì primo settembre, quando si è saputo che una unità militare spagnola, nel corso di un’esercitazione al largo di Ceuta, aveva recuperato in mare 2 naufraghi, affidandoli alla Guardia Civil, ma è poi emerso che si tratta di altre persone.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Libia-Malta-Italia (Zuwetina, Bengasi), 2-4 settembre 2023
Almeno 5 migranti annegati in un naufragio al largo della Cirenaica. La barca era partita dalla zona di Bengasi, sulla rotta verso Malta e Lampedusa. La tragedia è avvenuta ad alcune miglia da Zuwetina (circa 150 chilometri a sud di Bengasi e a meno di 30 da Aidabiya) presumibilmente fra mercoledì 30 e giovedì 31 agosto, ma la notizia è emersa solo il 2 settembre in un comunicato della Guardia Costiera estremamente scarno, che non riferisce alcun particolare sulle circostanze e le cause. Nel testo, ripreso dal sito Migrant Rescue Watch, si parla di “almeno 2 corpi recuperati” e trasferiti al Martyr Ahmed Al Maqrif Hospital di Aidabiya, come si evince anche da un video e alcune foto che mostrano prima due cadaveri riversi uno sulla battigia e l’altro sulla spiaggia e poi insieme, stesi sul fondo di una barca, l’uno accanto all’altro. La nota riferisce anche di decine di migranti tratti in salvo ma non fa cenno al numero dei dispersi. Altre notizie sono emerse lunedì 4 settembre: l’ufficio Oim Libia, nel suo rapporto settimanale, registra il recupero non di 2 ma di 5 cadaveri lungo la costa tra Bengasi e Zuwetina (Aidabiya): prima 2 a fine agosto, nel tratto più vicino a Bengasi, e poi, due giorni dopo, venerdì 1 settembre, 3 (inclusi i 2 segnalati dalla Guardia Costiera) più a sud, verso Zuwetina, trasferiti, anziché nell’obitorio di Bengasi come i primi due, in quello dell’ospedale di Ajdabiya. Anche l’Oim non specifica quanti siano i superstiti e quanti i dispersi.
(Fonte: Migrant Rescue Watch, Rapporto Oim Libia del 4 settembre)
Marocco-Spagna (Nador-Melilla), 4 settembre 2023
Due migranti sono annegati nel tentativo di raggiungere Melilla a nuoto dal Marocco. I loro cadaveri sono stati trascinati dal mare sulla costa tra Arkman e Nador. Dovrebbe trattarsi di due episodi distinti ma non è da escludere che fossero insieme nonostante i due corpi siano stati trovati in momenti e punti diversi. Uno era in posizione supina, con le braccia allargate, sulla battigia della spiaggia del villaggio di Arkman, poco più di 20 chilometri a est di Nador e a una trentina dalla linea di confine dell’enclave spagnola. Segnalato tra il 3 e il 4 settembre da alcuni abitanti del posto, lo ha recuperato e trasportato nell’obitorio del centro ospedaliero di Nador una pattuglia della Gendarmeria Reale. La magistratura ha ordinato di sottoporlo ad autopsia prima di procedere all’inumazione. Nelle prime ore di giovedì 31 agosto, presso lo stesso obitorio, su disposizione della magistratura e della polizia, era stato trasferito il corpo di un altro migrante, affiorato sulla spiaggia di Marchica, più a ovest, a una quindicina di chilometri da Melilla e a una ventina da Arkman. Nei giorni successivi è stato identificato come Abdul Samad Al Farmawy, studente universitario del Silwan.
Aggiornamento 8 settembre. Identificato il corpo, un altro morto. Giovedì 7 settembre la famiglia ha identificato il corpo del giovane trovato nei pressi di Arkman: si tratta di Abdel Salam Al Samour. E’ emerso nell’occasione che il ragazzo aveva tentato di raggiungere a nuoto Melilla partendo dalla spiaggia di Beni Ansar insieme a un amico, Rafiq Al Garawi, che è a sua volta annegato e la cui salma, nei giorni precedenti il ritrovamento di quella di Abdel, era stata a sua volta portata nell’obitorio di Nador, dove è rimasta fino alla sepoltura, avvenuta giovedì 7 ad Al Aroui, un piccolo centro dell’entroterra marocchino, poco più di 20 chilometri a sud ovest di Nador e Melilla., di cui erano originari entrambi i giovani.
(Fonte: Nadorcity.com. Association Marocaind. Fonte Aggiornamento: Association Marocaine, Ariffino)
Turchia-Grecia (isola di Farmakonisi, Leros), 4-5 settembre 2023
Un profugo malato e paralizzato è morto poche ore dopo essere sbarcato, con altri 14 profughi, sulla piccola isola egea disabitata di Farmakonisi, nei pressi di Leros. Salpato dalla vicina costa turca a bordo di un piccolo canotto pneumatico, il gruppo (6 donne, 3 bambini e 6 uomini, inclusa la vittima) puntava probabilmente su Leros ma è stato costretto dalle condizioni del mare ad approdare nella serata di lunedì 4 agosto a Farmakonisi, lanciando subito una richiesta di aiuto, raccolta da Alarm Phone e da Aegean Boat Report. Le due Ong hanno rilanciato in pochi minuti l’emergenza al centro operativo della Guardia Costiera greca: la prima telefonata, come risulta dal registro chiamate di Aegean Boat Report, è delle 22,23 e la nota di Alarm Phone di poco successiva, le 23 circa. In entrambe le chiamate si specificava che c’era un uomo in gravi condizioni e privo di conoscenza, ma le operazioni di soccorso sono iniziate solo poco prima dell’alba di martedì 5 e quando una motovedetta è finalmente arrivata sull’isola quell’uomo era ormai morto. Nel comunicato delle autorità greche, pubblicato la mattina di martedì 5, si afferma che la segnalazione d’emergenza a Farmakonisi sarebbe arrivata non la sera di lunedì 4 ma nelle prime ore di martedì 5. La smentita di Agean Boat Report è però circostanziata e precisa: “L’ora esatta della chiamata, lunedì sera, risulta dal nostro registro. La conversazione è durata 4 minuti: abbiamo fornito tutte le informazioni necessarie, sottolineando più volte l’importanza di un’assistenza medica immediata per un uomo paralizzato, in stato di incoscienza ma ancora vivo”. Non solo: Farmakonisi è disabitata ma ospita un piccolo presidio militare che avrebbe potuto raggiungere il gruppo di profughi nel giro di mezz’ora, tuttavia la Guardia Costiera non lo ha informato. Inutile anche il tentativo fatto dalla Ong presso il Centro Sar greco. “E’ stato perduto tempo prezioso – denuncia Aegean Boat Report – Probabilmnete molte ore. E il tempo in questi casi è uno dei fattori più importanti”. I 14 superstiti e il cadavere, prelevati dalla motovedetta greca nella mattinata di martedì 8, sono stati portati a Leros. Le Ong hanno sollecitato un’inchiesta della Procura per scoprire le ragioni del ritardo nelle operazioni di soccorso.
(Fonte: Aegean Boat Report, Alarm Phone, Ekathimerini, Ana Mpa, Associated Press, Efsyn, Al Jazeera, Al Arabiya, Infomigrants)
Libia (Tripoli), 5 settembre 2023
Un ragazzo etiope di etnia oromo, Mujahid Hajji, malato e debilitato, è morto senza ricevere alcuna assistenza, di fronte alla sede dell’Unhcr di Tripoli, dove da quasi due anni è in corso la protesta di centinaia di profughi e migranti che chiedono di essere aiutati dall’Onu ad essere accolti come richiedenti asilo e trasferiti in un paese sicuro. Il giovane, arrivato in Libia alla fine del 2021, si era subito unito alla manifestazione, fino a quando ripetuti, violenti interventi della polizia la hanno dispersa il 10 gennaio 2022. Risultati vani i tentativi di lasciare la Libia attraverso uno degli ormai rarissimi interventi di relocation attuati dall’Unhcr, nel marzo 2023 si è affidato a una “spedizione” clandestina, ma il barcone su cui aveva trovato posto è stato intercettato dalla Guardia Costiera libica e lui, riportato a terra ed arrestato, è finito nella prigione di Abu Issa, a Tripoli. Durante la detenzione ha subito privazioni, maltrattamenti, torture ed ha contratto la tubercolosi. Malato e ormai privo di forze, verso l’inizio di agosto è stato scarcerato e abbandonato per strada. E per strada, appunto, è stato trovato da altri migranti, che gli hanno dato rifugio nella zona di Sarraj, nei sobborghi di Tripoli, e che, nel tentativo di aiutarlo, assicurano di essersi più volte rivolti anche all’Unhcr, in modo da garantirgli un’assistenza sanitaria adeguata, ma che le loro richieste sarebbero rimaste senza risposta. Le sue condizioni, intanto, hanno continuato a peggiorare, inducendo gli amici ad accompagnarlo davanti agli uffici Unhcr (dove da mesi è intanto ripresa la protesta), nella speranza di poterlo finalmente affidare a una struttura in grado di assicurargli le cure necessarie. Stando a quanto riferisce l’organizzazione dei rifugiati in Libia, però, Mujahid rimasto ancora a lungo senza alcun tipo di assistenza medica, fino a spegnersi sul marciapiede poco lontano dall’ingresso alla sede Unhcr. Il recupero della salma, operato dalla Mezzaluna Rossa, è stato filmato dagli amici del ragazzo e diffuso sulla rete web come prova di quanto sta accadendo ai migranti in Libia.
(Fonte: Refugees in Libya)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 5 settembre 2023
Un giovane algerino – Adlen Kemmouche, 25 anni – è scomparso in mare tentando di raggiungere Ceuta a nuoto. L’allarme è stato dato da un amico che, oltre a denunciarne la sparizione, ha lanciato un appello di ricerca attraverso il quotidiano El Faro de Ceuta. Adlen, guida turistica di professione, aveva lasciato l’Algeria per cercare di raggiungere la Spagna. Pensava di arrivare a Ceuta solo come prima tappa, partendo dalla zona di Castillejos, il villaggio marocchino a sud dell’enclave spagnola. Si è procurato una muta di neoprene e domenica 3 settembre ha preso il largo. “Mi risulta che abbia portato con sé i suoi documenti e il cellulare in una busta impermeabile”, ha raccontato l’amico, che ha ricevuto una telefonata da Adlen al momento della partenza o subito dopo. A partire da quella chiamata, più nulla: contattato più volte, il cellulare è risultato irragiungibile e a Ceuta non risulta che Adlen sia mai arrivato. Perdurando, contrariamente alle attese, questo silenzio, l’amico ha cominciatio a cercarlo e poi ne ha segnalato la scomparsa.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Algeria-Spagna (Arzew), 5 settembre 2023
Il cadavere di un uomo in avanzato stato di decomposizione è stato recuperato in mare al largo del litorale di Arzew, sulla costa algerina occidentale, meno di 40 chilometri a nord est di Orano. Questo tratto di costa è la base di partenza per numerose barche di migranti sulla rotta verso Almeria ed è da ritenere, appunto, che quel corpo appartenga a un “harraga” algerino annegato nel tentativo di raggiungere la Penisola Iberica. Si ignorano però le circostanze della tragedia. L’unica cosa certa che la morte è avvenuta diversi giorni prima del ritrovamento della salma, che è stata trasportata nell’obitorio dell’ospedale di El Mohgoun per l’autopsia disposta dalla magistratura.
(Fonte: Le Quotidien d’Oran)
Algeria-Spagna (Ibiza, Baleari), 5 settembre 2023
Il mare ha restituito il corpo di un migrante nelle acque di fronte alla spiaggia del Cavallet, sulla costa meridionale di Ibiza Per il recupero è intervenuta, nella serata di martedì 5 settembre, una motovedetta della Guardia Civil. Al cadavere, in stato di decomposizione molto avanzata, era assicurata con una breve fune una tanica di benzina vuota. C’è da ritenere che l’uomo, vittima di un naufragio sulla rotta tra l’Algeria e le Baleari, l’abbia recuperata e legata a sé per usarla come galleggiante ma che sia poi morto in mare, vinto dalla fatica e dall’ipotermia. A giudicare dalle forti condizioni di degrado della salma, appare evidente che la morte deve risalire a molti giorni prima del ritrovamento: verosimilmente alla seconda metà del mese di agosto, quando si sono perse le tracce di diverse barche di migranti sulla rotta tra l’Algeria e le Baleari. A spingere il cadavere verso Ibiza potrebbe essere stata la forte burrasca registrata nella zona tra la fine di agosto e l’inizio di settembre.
(Fonte: Periodico de Ibiza, Ong Cipimd)
Turchia-Grecia (Ayvalik-Lesbo), 7 settembre 2023
Una donna è scomparsa in mare nel naufragio di una barca di migranti nell’Egeo. Il battello, partito dalla costa della provincia di Ayvalik con a bordo 44 persone, puntava verso la vicina isola di Lesbo. Era già nelle acque greche, di fronte alla costa sud orientale dell’isola, quando ha cominciato ad affondare. I soccorsi sono arrivati da una motovedetta della Guardia Costiera greca, che ha recuperato 43 naufraghi in mare o aggrappatri al relitto della barca. Appena a bordo i superstiti hanno segnalato che mancava ancora una donna. Le operazioni di ricerca si sono così protratte fino al tramonto e sono state riprese l’indomani, con l’impiego anche di un elicottero, ma senza trovare traccia della migrante dispersa.
(Fonte: Associated Press, Infomigrants)
Marocco-Spagna (Nador-Almeria), 8 settembre 2023
Si sono perse le tracce di un giovane marocchino – Anas Tamimi, 25 anni – partito da Nador ma mai arrivato in Spagna. A denunciarne la scomparsa è stata la famiglia, diffondendo la sua foto sul web e rivolgendosi alla Cipimd, la Ong spagnola che si occupa delle ricerche dei migranti morti o scomparsi nel Mediterraneo occidentale. Secondo quanto sanno i familiari, Anas Tamimi era su una “narcolancia”, uno dei motoscafi veloci che arrivano a pochi metri dalla riva, fanno scendere direttamente in mare i migranti presi a bordo e poi riprendono subito il largo, per evitare di essere intercettati dalla Guardia Civil o dalla polizia. La partenza è avvenuta il 26 agosto e il motoscafo risulta arrivato ad Almeria ma Anas Tamini non è tra i migranti sbarcati e la famiglia non è più riuscita a stabilire un contatto con lui. Si teme che sia caduto fuoribordo durante il viaggio e che nessuno lo abbia soccorso oppure che magari, all’ultimo momento, sia rimasto bloccato e sia scomparso in Marocco.
(Fonte: Francisco Jose Clemente Martin portavoce di Cipimd)
Algeria-Spagna (Orano, Corso e Mostaganem), 8 settembre 2023
La Ong spagnola Cipimd, che si occupa della ricerca di migranti morti o dispersi nel Mare di Alboran e nel Mediterraneo occidentale, ha denunciato la scomparsa di tre barche partite dall’Algeria verso la Spagna tra giovedì 24 e venerdì 25 agosto, con a bordo complessivamente 38 migranti. La prima, con 11 algerini, ha preso il largo da Orano, puntando su Almeria o comunque sulla costa della Penisola Iberica. Le altre due sono partite da una zona più a est, con rotta verso le Baleari: una da Mostaganem (20 chilometri circa a oriente di Algeri), anche questa con a bordo 11 harraga (tra cui una donna); l’altra da Corso, 30 chilometri ancora più a est, con 16 persone (12 subsahariani e 4 algerini). Di tutte e tre si sono perse le tracce dopo poche ore. “Si tratta di barche fragili – ha riferito la Ong Cipimd – Canotti pneumatici tipo Zodiac o scafi in vetroresina con piccoli motori fuoribordo di una potenza che varia tra 40 e 60 cavalli. E hanno deciso di salpare nonostante il brutto tempo e la previsione di un ulteriore peggioramento delle condizoni meteomarine, con vento molto forte e onde che nei giorni successivi sono arrivate a oltre 5 metri di altezza, con punte fino a 8, tanto che alcuni grossi natanti nel porto di Maiorca hanno rotto gli ormeggi e si sono scontrati”. Per la barca partita da Mostaganem, il 31 agosto è stato lanciato un appello anche dalla piattaforma di soccorso Alarm Phone ma le ricerche condotte da elicotteri del Salvamento Maritimo non hanno dato alcun esito. Cipimd, anche sulla base degli accertamenti condotti presso vari centri accoglienza, esclude che qualcuna delle tre barche sia arrivata in Spagna. Né risulta che siano rientrate in Algeria. Giovedì 7 settembre tra le Baleari e Denia, a ovest di Ibiza, è stata avvistata una barca in fibra lunga circa 7 metri rovesciata e senza naufraghi aggrappati o intorno. La tipologia dello scafo e il posto potrebbero essere compatibili con una delle tre barche scomparse, ma non sono arrivate conferme.
(Fonte: Ong Cipimd, Alarm Phone, Radioavisos Salvamento Maritimo)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 9 settembre 2023
Saidi Malik, un algerino di 26 anni, è scomparso in mare nel tentativo di raggiungere Ceuta a nuoto. L’allarme è stato lanciato dalla famiglia, preoccupata dalla mancanza totale di contatti dopo che Malik aveva comunicato che si accingeva all’impresa. Fuggito dall’Algeria, Malik aveva raggiunto direttamente Castillejos (il villaggio marocchino più vicino alla linea di frontiera con l’enclave spagnola) e dopo aver studiato la situazione per alcuni giorni, tra venerdì 1 e sabato 2 settembre ha preso il largo dalla spiaggia che arriva sino alla linea di confine. Contava probabilmente di allontanarsi per superare in mare le barriere erette sia sul versante marocchino che spagnolo, per approdare poi nella zona del Tarajal, meno di 4 chilometri dal centro di Ceuta. Per quanto se ne sa, a differenza di altri che hanno tentato la stessa impresa, non indossava una muta da sub ma comuni abiti da passeggio e per di più le condizioni meteo erano in peggioramento, con vento forte e onde piuttosto alte. Da quel momento nessuno lo ha più visto. Domenica 3 settembre la Guardia Civil ha soccorso e recuperato un giovane algerino all’altezza della spiaggia del Sarchal ma è emerso che si tratta di un’altra persona.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Marocco-Spagna (Laayoune-Fuerteventura), 10-11 settembre 2023
Dodici migranti (9 uomini e 3 donne) morti su uno Zodiac intercettato semi affondato a sud di Lanzarote. Il gommone era partito tra sabato 9 e domenica 10 agosto dalla zona di Laayoune, nel Sahara occidentale, circa 100 chilometri a sud di Tarfaya, che è il punto della costa marocchina più vicino all’arcipelago spagnolo. A bordo erano almeno in 50, tutti subsahariani. Puntava presumibilmente verso Furteventura o Gran Canaria, una rotta di oltre 200 chilometri, ma una delle camere stagne ha ceduto, cominciando a sgonfiarsi. L’ultima richiesta di aiuto è arrivata alla Ong Caminando Fronteras intorno alle 23 di domenica: lanciata con un telefono satellitare, diceva che il battello si stava inabissando. I soccorsi sono arrivati dalla salvamar Izar, partita da Fuerteventura, allertata da un aereo del Salvamento Maritimo, il Sasemar 101, in volo di ricognizione non in risposta all’Sos diramato dalla Ong ma in seguito alle numerose segnalazioni di barche in arrivo alle Canarie. Quando, in piena notte, la motovedetta è arrivata sul posto, molte persone erano in acqua, altre aggrappate al relitto ormai ingovernabile. In tutto, 39 naufraghi, che sono stati trasferiti al porto di Gran Tarajal, a Furteventura, ma che, probabilmente ancora choccati, non hanno fatto cenno dei compagni scomparsi né a bordo della salvamar Izar né subito dopo lo sbarco. Inizialmente, così, il naufragio non è stato ricollegato allo zodiac con 50 persone partito da Laayoune, segnalato da Caminando Fronteras e non si è saputo nulla delle 12 vittime. La tragedia è stata scoperta solo nella mattinata di lunedì 11 agosto, quando i familiari hanno riconosciuto alcuni superstiti nelle foto dello sbarco pubblicate dai media spagnoli ed hanno avvertito Caminando Fronteras. Nella stessa mattinata, poi, i superstiti hanno confermato che 12 compagni erano scomparsi in mare quando lo zodiac ha cominciato ad affondare e prima dell’arrivo dei soccorsi. Quanto all’equipaggio del Sasemar 101, che per primo ha avvistato lo zodiac a sud di Lanzarote, ha riferito di non aver visto cadaveri e che la presenza in zona di diversi pescherecci marocchini induceva a credere che non ci fossero vittime. I 39 superstiti (33 uomini e 6 donne) sono tutti subsahariani tranne uno, un giovane marocchino. La polizia spagnola sospetta che si tratti di un marinaio di uno dei pescherecci presenti in zona, che si sarebbe gettato in mare raggiungendo il relitto del gommone dopo aver visto che stavano arrivando i soccorsi.
(Fonte: Helena Maleno Ong Caminando Fronteras, Canarias7, El Diario Canarias Ahora, La Provincia Canarias, Agenzia Efe)
Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 10-11 settembre 2023
Quaranta migranti dispersi in un naufragio sulla rotta tra la Tunisia e Lampedusa. Lo hanno denunciato altri migranti, i 39 partiti da Sfax la notte di sabato 9 settembre, e intercettati su un battello in ferro alla deriva nella giornata di domenica 10 dal veliero Nadir, della Ong Resqship, che li ha sbarcati a Lampedusa la mattina di lunedì 11. Raccontare la tragedia di cui sono stati testimoni impotenti è stata la loro prima preoccupazione appena sono stati a bordo del Nadir. “Ci hanno detto di aver visto circa 40 persone in acqua poche ore prima del nostro arrivo, più a ovest rispetto a dove li abbiamo trovati”, ha riferito Paula Gaess, coordinatrice della comunicazione del Nadir. “La barca era capovolta – si legge nelle testimonianze raccolte dall’equipaggio del Nadir – Erano tutti in acqua e gridavano aiuto, ma noi non abbiamo potuto aiutarli. Erano troppi e ora non sappiamo che fine abbiano fatto. Non c’era alcun intervento di soccorso in vista, ma siamo stati costretti ad abbandonarli in mare”. A conferma di quanto hanno raccontato e del numero delle vittime, alcuni migranti hanno aggiunto di aver anche riconosciuto qualcuno dei naufraghi poiché la barca affondata era partita da Sfax poco tempo prima della loro. Tenendo conto del punto in cui la barca dei 39 è stata intercettata e del tempo trascorso da quando aveva incrociato il relitto capovolto fino all’arrivo del Nadir, la tragedia deve essere avvenuta in acque internazionali della zona Sar maltese, ma tra Lampedusa e le isole Kerkennah. L’equipaggio del Nadir ha più volte riferito le informazioni raccolte sul naufragio alle autorità italiane e tunisine e alle navi in zona, con la richiesta di avviare al più presto una operazione di soccorso. Sono andati alla ricerca dei naufraghi l’aereo Osprey 2 di Frontex e la nave Ong Sea Punk ma senza successo.
(Fonte: Ong Resqship, Alarm Phone, Adn Kronos, Today, Avvisatore, Rai News 24)
Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 13 settembre 2023
Un neonato guineano di 5 mesi è annegato finendo in acqua, insieme alla madre, quando la barca su cui stava per raggiungere Lampedusa dalla Tunisia si è rovesciata di colpo. La tragedia è avvenuta alle 4,18. La barca, partita da Sfax con 47 migranti a bordo nella giornata di martedì 12 settembre, ha navigato fino in prossimità delle Pelagie. Avvistata prima dell’alba, si è mossa per soccorrerla una motovedetta della Guardia di Costiera, ma mentre l’unità della Capitaneria si stava avvicinando per procedere alle operazioni di recupero, quasi tutte le persone a bordo si sono spostate d’istinto su una fiancata, compromettendo l’assetto già instabile dello scafo, che si è ribaltato. L’equipaggio della motovedetta ha recuperato tutti i naufraghi tranne il piccolo che, quando è stato raggiunto, era ormai morto. La salma è stata portata nell’obitorio del cimitero di Cala Pisana. Alla mamma, una ragazzina minorenne che viaggiava insieme alla sorella e al cognato, è stato diagnosticato un grave stato di choc: la polizia ha chiesto di assicurarle un supporto psicologico e il trasferimento, insieme ai familiari, ad Agrigento, per una eventuale assistenza più adeguata.
(Fonte: Agrigentonotizie, Il Giornale di Sicilia, Agenzia Ansa, Avvenire, Infomigrants)
Tunisia-Italia (Sfax), 13 settembre 2023
Almeno 4 migranti morti (3 bambini e una donna) in un naufragio nelle acque della Tunisia sud orientale, sulla rotta per Lampedusa. La barca era partita dalla costa di Sfax. Non si sa esattamente in quanti fossero a bordo: il portavoce della Procura di Sfax, Fawzi Al Masmoudi, che ha dato la notizia alla stampa, ha riferito solo che la Guardia Costiera ha tratto in salvo 21 naufraghi, oltre a recuperare le salme delle quattro vittime. Nessun dettaglio sulle cause e le circostanze della tragedia. Nulla, in particolare, su eventuali dispersi. Eppure è presumibile che sulla barca ci fossero altre persone, oltre ai 21 superstiti e alle 4 vittime: basti considerare che il carico medio delle imbarcazioni giunte a Lampedusa da Sfax nella prima fase del mese di settembre è di almeno 35/40 migranti, per lo più subsahariani.
(Fonte: Anadolu Agency)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 13 settembre 2023
Un meccanico diciottenne di Castillejos, Youness Aboudar, è scomparso in mare nel tentativo di raggiungere Ceuta a nuoto. Ha preso il largo la sera di domenica 10 settembre, insieme a un amico, da una spiaggia nei pressi della linea di frontiera tra il Marocco e l’enclave spagnola, contando di aggirare la scogliera e le barriere poste lungo il confine per approdare poi nella zona del Tarajal. Lungo il tragitto i due si sono persi di vista. L’amico è riuscito ad arrivare e, appena a riva, ha cominciato a cercare Youness fino a che, non trovandolo, ne ha avvertito la famiglia, a Castillejos. Dopo averlo a loro volta cercato sia a Castillejos che a Ceuta, il padre e il fratello hanno rivolto un appello alla redazione del Faro de Ceuta: “Il suo amico ci ha chiamato – hanno riferito – dicendoci che era a Ceuta e stava bene ma che di Youness aveva perso ogni traccia. Non sappiamo più nulla di lui da quando, domenica pomeriggio, si è allontanato dal nostro quartiere”.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Marocco-Spagna (Tan Tan – Canarie), 14 settembre 2023
Si è persa ogni traccia di un gommone salpato da Tan Tan sulla rotta per le Canarie con 46 migranti a bordo (tra cui 4 donne): 39 subsahariani e 7 bengalesi. Si sa per certo che ha preso il mare tra venerdì 25 e sabato 26 agosto, puntando verso Lanzarote o Furteventura, le due isole dell’arcipelago spagnolo più vicine a quel tratto di costa del Marocco occidentale. Da quel momento non se ne è saputo più nulla. Il primo allarme, su segnalazione dei familiari di alcune delle persone a bordo, è stato lanciato lunedì 28 agosto dalla piattaforma di soccorso Alarm Phone e dalla Ong spagnola Caminando Fronteras, che hanno allertato sia le autorità marocchine che i servizi di salvamento delle Canarie. Le ricerche non hanno dato esito e per di più proprio in quei giorni la zona è stata interessata da condizioni meteomarine molto difficili. Caminando Fronteras, sempre in contatto con le famiglie dei dispersi, ha continuato a monitorare la situazione nelle settimane successive, sollecitando nuove ricerche, anche queste, però, senza risultato. Il 10 settembre è stato segnalato che un giovane ivoriano è scomparso a Tan Tan il 25 agosto, proprio il giorno della partenza del gommone, e si teme che possa essere uno dei migranti del gruppo di 46 che era a bordo. Sempre il 10 settembre è stato avvistato un cadavere in mare a sud di Furteventura, ma non si hanno conferme che si tratti di uno dei dispersi.
(Fonte: Ong Caminando Fronteras, Alarm Phone, El Diario, La Provincia Canarias)
Algeria-Tunisia, 15 settembre 2023
Due giovani guineani – Mohamed Keita e Ibrahim Keita – sono scomparsi dopo essere partiti dall’Algeria per la Tunisia. Secondo l’appello di ricerca lanciato dai familiari attraverso Alarm Phone Sahara, si sono messi in viaggio sabato 2 agosto. Non è chiaro o comunque non sono state fornite informazioni sull’itinerario programmato e verso quale valico di frontiera si siano diretti: se, ad esempio, a Taleb Arbi in direzione di Tozeur oppure verso Kasserine passando dal valico di El Alouinia o, più a nord, da Tebessa. Forse volevano raggiungere Sfax e da qui Lampedusa, ma non risulta che a Sfax siano mai arrivati né tantomeno che si siano imbarcati. I familiari non hanno ricevuto alcuna notizia in proposito: l’ultimo contatto risale al 2 agosto, il gionro della partenza dall’Algeria. Poi, più nulla. L’appello sul web, corredato delle foto dei due ragazzi dispersi, è stato pubblicato lunedì 11 settembre ma non ha avuto riscontri.
(Fonte: Alarm Phone Sahara)
Algeria-Spagna (Nijar e Carboneras), 15 settembre 2023
I cadaveri di due migranti son stati recuperati nelle acque del litorale del parco di Cabo de Gata, a est di Almeria, in Andalusia. Uno è affiorato a pochi metri dalla battigia di playa de los Escullos, nel comune di Nijar, una trentina di chilometri da Almeria. La segnalazione è arrivata alle 13,10 al servizio d’emergenza 112, che ha allertato la polizia locale e la Guardia Civil per procedere al recupero. Il ritrovamento dell’altro cadavere risale a quattro giorni prima, lunedì 11 settembre: una motovedetta della Guardia Civil lo ha recuperato al largo della spiaggia di Carboneras, 30 chilometri circa a nord est di playa de los Escullos. Entrambe le salme erano in forte stato di degrado e non è stato possibile identificarle né stabilirne la provenienza. L’unica cosa certa è che sono rimaste a lungo in acqua. Il delegato del governo in Andalusia, Pedro Fernandez, ha escluso che si tratti di due turisti argentini scomparsi in mare durante una burrasca dopo essersi allontanati su tavole da surf. L’ipotesi più accreditata è che siano migranti annegati nel tentativo di arrivare in Spagna: questo tratto di costa andaluso è uno dei punti di arrivo più frequenti sia di piccole barche provenienti in genere dall’Algeria, sia di motoscafi veloci che, partendo soprattutto dalla costa marocchina, si fermano solo il tempo necessario per scaricare i migranti direttamente in mare a pochi metri dalla riva, per poi riprendere rapidamnete il largo.
(Fonte: La Vanguardia, Europa Press, Diario de Almeria, Telemadrid)
Turchia (Istanbul), 15-16 settembre 2023
Il cadavere di un migrante subsahariano dell’età apparente di 30-40 anni è stato trovato nell’aeroporto di Istanbul nel vano di un carrello di atterraggio di un Airbus A330 della Turkish Airlines arrivato da Amsterdam alle 23,30 di sabato 14 settembre. La scoperta è stata fatta tra domenica 15 e lunedì 16 da una squadra di tecnici durante i lavori di manutenzione e i controlli previsti prima di un nuovo volo. Dall’esame dei video delle telecamere di sicurezza dell’aeroporto registrati nelle 48 ore precedenti la scoperta non è emerso nulla. L’attenzione si è spostata allora sui voli precedenti quello per Amsterdam e ritorno. Quell’airbus è destinato abitualmente alle linee di collegamento tra Istanbul e l’Africa. A partire dal 10 settembre è stato a Nouakchott in Mauritania, a Banjul in Gambia, a Libreville nel Gabon e infine a Luanda in Angola. Si ritene che quell’uomo sia riuscito a salire di nascosto nel vano del carrello in uno di questi aeroporti nel tentativo di raggiungere l’Europa e che sia morto durante il volo, senza che nessuno si sia accorto di nulla fino ai lavori effettuati a Istanbul. Le indagini si sono così concentrate sui quattro paesi africani.
(Fonte: Hurriyet Daily News)
Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 16 settembre 2023
Un bimbo è morto poco dopo essere venuto alla luce su una barca carica di migranti in navigazione sulla rotta tra la Tunisia e Lampedusa. A bordo erano in una quarantina inclusa la mamma del piccolo. Erano partiti da Sfax prima dell’alba di venerdì 15 settembre. La giovane donna ha cominciato ad avere le contrazioni dopo alcune ore di navigazione e ha partorito sulla barca stessa, con l’aiuto di alcune altre migranti. Lampedusa era ancora lontana e il neonato è morto poco dopo, senza alcuna possibilità di assisterlo e tentare di salvarlo. Di sicuro era ormai senza vita quando, verso le 4,30 di sabato 16, la barca è stata raggiunta a sud ovest delle Pelagie da una motovedetta della Capitaneria di porto di Lampedusa, che ha preso a bordo tutti i naufraghi e la piccola salma, facendo poi rotta verso il molo Favarolo. Al momento dello sbarco era già pronta una piccola bara bianca.
(Fonte: Agrigentonotizie, Agenzia Ansa, Il Fatto Quotidiano, Repubblica)
Algeria-Spagna (Mostaganem-Alneria), 17 settembre 2023
Almeno 25 migranti morti sulla rotta tra l’Algeria e la Penisola Iberica. Erano su una o due barche salpate lunedì 11 settembre da Mostaganem, circa 60 chilometri a est di Orano, un tratto di costa dal quale le “spedizioni” puntano prevalentemente verso il litorale di Almeria. Quel giorno risultano sei le barche partite da questa zona delle quali si sono perse le tracce dopo poche ore: scafi di piccole dimensioni con a bordo da 10 a 20 persone al massimo e motori fuoribordo di potenza limitata. Il primo allarme, su segnalazione di alcuni familiari, è stato lanciato tra mercoledì 13 settembre e la mattina di giovedì 14, da Alarm Phone, che ha avvertito sia le autorità spagnole che quelle algerine. Le prime ricerche in mare non hanno dato esito ma la Ong ha saputo che nella stessa giornata di giovedì 14 almeno due erano rientrate in Algeria. Nella serata di domenica 17, poi, è stata diffusa la notizia del naufragio con “più di 25 morti”. Non sono stati forniti particolari sulle cause e le circostanze della tragedia.
(Fonte: Alarm Phone, rapporti del 14 e del 17 settembre)
Marocco-Spagna (Tan Tan – Canarie), 19 settembre 2023
Non si ha più notizia dal 21-22 agosto di un gommone salpato dalla zona di Tan Tan, nel Marocco occidentale, sulla rotta per le Canarie, con a bordo 58 persone, tra cui 10 donne e un bambino. Puntavano presumibilmente verso Lanzarote o Fuertevetura, le due isole spagnole più vicine a quel tratto di costa marocchina, poco più di 300 chilometri di navigazione da Tan Tan e un centinaio circa da Tarfaya. I contatti si sono interrotti poco dopo la partenza. Il primo allarme, su segnalazione di alcuni familiari dei migranti, è stato lanciato sia alle autorità marocchine che al Salvamento Maritimo spagnolo da Helena Maleno, della Ong Caminando Fronteras, giovedì 24 agosto. Le ricerche non hanno dato esito. In mancanza di notizie, la Ong ha rilanciato l’appello anche nei giorni successivi ma del gommone non si è trovata traccia. Nessuno dei natanti arrivati alle Canarie nell’ultimo mese corrisponde alle caratteristiche di quel gommone e del gruppo di migranti a bordo: 47 uomini, 10 donne e 1 bambino. Né risulta, stando alle dichiarazioni dei familiari dei dispersi, che sia stato intercettato dalla marina marocchina o sia rientrato in Marocco.
(Fonte: Helena Maleno, Ong Caminando Fronteras)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 19 settembre 2023
Il corpo senza vita di un migrante sconosciuto è stato recuperato intorno alle 20 da una squadra di agenti del servizio sommozzatori della Guardia Civil nel mare di Ceuta, all’altezza della spiaggia de la Ribera, a sud dell’antemurale del porto commerciale. Dopo un primo esame da parte di un medico forense al momento dello sbarco, è stato trasferito nell’obitorio dell’istituto di medicina legale per l’autiopsia. Si tratta di un uomo di mezza età, con indosso una maglietta, un costume da bagno e pinne ai piedi. A giudicare dallo stato di degrado del cadavere, la morte è avvenuta parecchi giorni prima del ritrovamento. Il luogo in cui è stato scoperto ormai cadavere, fa ritenere che l’uomo abbia cercato di raggiungere Ceuta a nuoto dalla frontiera meridionale, prendendo il largo dalla spiaggia del villaggio di Castillejos che arriva fino alla frontiera ma è stata munita anche dal lato marocchino di barriere ed ostacoli che costringono ad allontanarsi parecchio in mare per entrare nelle acque spagnole.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Libia-Italia (Pozzallo), 19-20 settembre 2023
Quattro migranti subsahariani sono scomparsi in mare dopo essere caduti dal barcone con cui stavano cercando di raggiungere Lampedusa dalla Libia. Il natante, uno scafo in legno monouso con 40 persone, è stato intercettato dalla nave umanitaria Aurora, della Ong Sea Watch, oltre 300 chilometri a sud della Sicilia, in acque internazionali, ai margini della zona Sar libica. Appena le operazioni di soccorso si sono concluse, i naufraghi, ormai al sicuro sull’Aurora, hanno riferito che, poche ore prima, durante la notte, quattro di loro, forse vinti dalla stanchezza e dal sonno, erano scivolati fuoribordo e non era stato possibile raggiungerli e recuperarli. Nella stessa zona, poco distante, c’era un altro barcone, anche questo con una quarantina di migranti, ma quando è arrivata la nave di Sea Watch una motovedetta libica lo aveva già bloccato e portato a bordo tutti gli occupanti. I 40 tratti in salvo dall’Aurora sono stati sbarcati mercoledì 20 settembre a Pozzallo, 370 chilometri a nord del punto in cui sono stati trovati.
(Fonte: Ong Sea Watch, Telegiornale La 7 delle ore 13,30)
Libia (Tripoli), 20 settembre 2023
Un giovane migrante subsahariano è stato trovato privo di vita in un quartiere periferico di Tripoli. Il cadavere era adagiato supino, con le braccia allargate, in un leggero avvallamento al margine di una strada, costeggiata sull’altro lato da un lungo muro di cinta. Non è stato possibile identificarlo e non è chiaro come sia morto. Secondo alcune voci, sarebbe stato investio da un’auto e poi abbandonato lì dove è stato trovato, ma sul corpo non sembra siano state trovato ferite o lesioni compatibili con questa ricostruzione. Secondo altre versioni, lo avrebbe ucciso una scarica elettrica ma, in questo caso, c’è da ritenere che evidentemente qualcuno deve averlo trasportato e poi scaricato nell’avvallamento dove è stato trovato, altrimenti non si spiega come mai sia finito al margine di quella strada periferica. La Ong Refugees in Libya ha lanciato una campagna sul web, pubblicando anche un video della zona e del cadavere, per cercare almeno di risalire all’identità del ragazzo.
(Fonte: Ong Refugees in Libya)
Libia-Italia (Sidi Bennour, Garabulli), 19-20 settembre 2023
Il cadavere di un migrante egiziano è affiorato in mare al largo di Sidi Bennour Bridge, a circa metà strada tra Tajoura e Garabulli. Avvistato e recuperato dalla motovedetta Pb P-32, della Guardia Costiera libica, durante un servizio di perlustrazione di routine, è stato possibile identificarlo dopo lo sbarco grazie a una carta d’identità trovata in una tasca degli abiti: si tratta di un uomo di 38 anni residente a Sharqia, nel Basso Egitto. A giudicare dallo stato di degrado, la salma è rimasta in acqua a lungo prima del ritrovamento. Ignote le circostanze della morte, ma deve essere una vittima del naufragio di una barca di migranti: sono anni che da questo tratto di costa si verificano frequenti partenze verso l’Italia.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 22 settembre 2023
Un ragazzo marocchino di 15 anni – Hamza Faili, originario di Belksiri – è scomparso in mare nel tentativo di raggiungere Ceuta a nuoto. Le sue tracce si perdono il primo settembre, quando ha preso il largo da una spiaggia di Castillejos insieme a tre compagni, tutti provenienti dal quartiere di Condesa. I quattro giovani volevano superare via mare la linea di confine per approdare poi in territorio spagnolo nella zona di Tarajal, nella zona sud dell’enclave spagnola. Durante la traversata si sono persi di vista. Uno ha deciso di rientrare in Marocco. Due sono riusciti ad arrivare a Ceuta. Di Hamza non si è saputo più nulla. Non vedendolo arrivare i compagni approdati sulla spiaggia del Tarajal hanno dato l’allarme. La famiglia lo ha cercato a lungo, sia sul versante marocchino che su quello spagnolo, interperpellando decine di persone. Nessuno ha saputo fornire informazioni: né nei centri di accoglienza di Ceuta, né tra i migranti che stazionano nella zona del porto, né tra gli amici in Marocco. Da qui la decisione dei familiari di rivolgersi venerdì 22 settembre alla redazione del Faro de Ceuta per lanciare un appello di ricerca. Nella sua ultima foto, fatta alla vigilia del tentativo di arrivare a Ceuta, indossava una maglietta della squadra di calcio del Manchester City. Diverse altre foto sono state pubblicate sul web.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Marocco-Spagna (Tan Tan – Canarie), 22 settembre 2023
Almeno 38 vittime, tra migranti morti e dispersi, su un canotto andato a fuoco sulla rotta tra Tan Tan, nel Marocco Occidentale, e le Canarie. Poco più di dieci i superstiti. La notizia è stata diffusa venerdì 22 settembre dalla piattaforma di soccorso Alarm Phone, ma la tragedia è avvenuta sei giorni prima, tra il 16 e il 17 settembre. Sulla barca c’erano, a quanto pare, oltre una cinquantina di migranti. Puntavano verso le isole di Lanzarote o Fuerteventura, le più vicine a quel tratto di costa del Marocco. Molto scarne le notizie sulle cause e le circostanze precise della strage. Quasi nessuna informazione è stata fornita dalle autorità marocchine. Si sa solo che durante la navigazione, probabilmente dal serbatoio del motore o dalle taniche della benzina di scorta, è scoppiato a bordo un un furioso incedio, che ha investito direttamente diverse persone. “I superstiti – si legge nella nota di Alarm Phone – hanno riferito che alcune persone sono bruciate ivve e che molte altre si sono gettate in mare senza essere più ritrovate”. I superstiti sarebbero stati riportatio a riva da unità della Marina Imperiale. Dieci lamentano gravi ustioni, tanto da dover essere ricoverati.
(Fonte: Alarm Phone)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 22 settembre 2023
Il corpo senza vita di un migrante è affiorato nelle acque di Ceuta, nella zona del Recinto, la penisola che delimita a sud il porto commerciale. Per recuperarlo è intervenuta una pattuglia del servizio sommozzatori della Guardia Civil, che lo ha sbarcato sul molo dei pescatori, trasferendolo poi nell’obitorio dell’istituto di medicina legale per l’autopsia disposta dalla magistraturas anche nella speranza di trovare elementi utili per l’identificazione. A giudicare dallo stato di conservazione, la salma è rimasta in acqua per più giorni prima del ritrovamento. Secondo la polizia deve certamente trattarsi di un migrante partito da una spiaggia del villaggio di Castillejos, alla frontiera sud, contando di approdare nella zona del Tarajal. Le correnti avrebbero poi trascinato il corpo qualche chilometro più avanti, fino alla zona del Recinto.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 23 settembre 2023
Risulta disperso un ragazzo marocchino, Bilal, di 16 anni, che il 14 settembre ha tentato di raggiungere Ceuta a nuoto partendo dal litorale di Castillejos. Dopo averlo cercato invano, mobilitando parenti e amici e rivolgendosi alle autorità marocchine, sabato 23 settembre la famiglia ha lanciato un appello anche attraverso il quotidiano El Faro de Ceuta. “Bilal – ha raccontato la sorella – ha deciso di partire nonostante l’età così giovane perché pensava di poter trovare lavoro in Spagna per aiutare la nostra famiglia. Da quando è andato via non ne abbiamo saputo più nulla”. L’ultima volta che è stato visto indossava una camicia bianca con piccoli punti verdi, senza alcuna scritta particolare. Ha sicuramente preso il largo da una spiaggia limitrofa alla frontiera sud dell’enclave spagnolara, contando di tornare a riva all’altezza della spiaggia del Tarajal ma nessuno lo ha più visto. I familiari sono convinti che se tutto fosse andato bene avrebbe preso contatto con loro prima possibile.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Bielorussia-Polonia (Bialystok e Minsk), 24 settembre 2023
Una profuga somala morta nel tentativo di attraversare il confine con la Polonia è stata sepolta a Minsk, in Bielorussia, domenica 24 settembre. Stava per compiere 21 anni. Secondo quanto ha potuto ricostruire la Ong Hope Humanity Poland, la ragazza ha passato settimane intere nei boschi lungo la fascia di frontiera cercando l’occasione per arrivare in Polonia, nella zona di Bialistok. Ci ha provato almeno due volte, ma ogni volta è stata intercettata e respinta dalla polizia polacca. L’ultimo tentativo risale a lunedì 11 settembre. Dopo questo nuovo fallimento era stremata: ha lasciato la foresta ed è tornata indietro verso Minsk, forse pensando di recuperare un po’ le forze ma è morta poco dopo.
(Fonte: Ong Hope Humanity Poland, Are You Syrious)
Tunisia (Nasrallah-Kairouan), 24-25 settembre 2023
Otto migranti subsahariani sono morti su un camion finito fuori strada. Morto anche l’autista, un tunisino. A bordo c’erano in tutto 14 persone: 12 migranti nascosti nel piano di carico e due autisti. Viaggiavano da sud verso la costa orientale, sulla strada che conduce a Kairouan e da qui al litorale di Susa e Monastir. L’incidente è avvenuto nella notte tra domenica 24 e lunedì 25 settembre, a una cinquantina di chilometri da Kairouan, nel tratto di 9 chilometri tra Nasrallah e Menzel Mehiri. Stando al rapporto della polizia, l’autista non si sarebbe accordo dei segnali di lavori in corso sulla carreggiata e sarebbe finito in piena velocità nella zona sconnessa del cantire, perdendo il controllo dell’autocarro che ha sbandato bruscamente e poi si è rovesciato fuori strada. Quando sono arrivati i primi soccorsi 8 dei giovani nascosti nel piano di carico erano ormai morti così come l’uomo alla guida. I due migranti feriti più gravemnte sono stati trasportati all’ospedale di Kairouan: gli altri due e il secondo autista in quello di Nasrallah.
(Fonte: La Presse, Tap News Agency)
Libia-Italia (Sabratha e Zawiya), 25 settembre 2023
I cadaveri di due migranti sono affiorati in due punti diversi del litorale a ovest di Tripoli. Il primo è stato trovato su un tratto di bassa costa rocciosa nei dintorni di Sabratha, a circa 70 chilometri da Tripoli; il secondo era ai piedi di una scogliera di Zawiya, nell’area dello Spanish Family Resirt, una ventina id chilometri più a est. Segnalati alla polizia da abitanti del posto, sono stati recuperati dalla Mezzaluna Rossa e trasferiti in obitori ospedalieri in attesa del nulla osta della magistratura per l’inumazione. Non sono stati trovati elementi utili per l’identificazione. A giudicare dallo stato di degrado devono essere entrami rimasti a lungo in acqua. E’ verosimile che provengano dal naufragio della stessa barca sulla rotta per Lampedusa.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Libia-Italia (Tripoli Al Andalus), 26 settembre 2023
Dopo quelli di Zawiya e Sabrata (nota del 25 settembre) i cadaveri di altri due migranti sono stati trascinati dal mare sul litorale a ovest di Tripoli. Il primo è emerso all’altezza della spiaggia del municipio metropolitano di Al Andalus, circa 6 chilometri dal centro. Su indicazione della polizia, lo ha recuperato e trasferito nell’obitorio dell’ospedale di zona una squadra della Mezzaluna Rossa. Non sono emersi elementi per poterlo identificare e stabilirne la provenienza. Il secondo è stato avvistato poche ore dopo sul litorale di Sabratha, a breve distanza dal punto in cui lunedì 25 settembre era stato trovato un altro cadavere. Anche in questo caso per il recupero è intervenuta una squadra della Mezzaluna Rossa. Lo stato di degrado dei quattro cadaveri sembra indicare che sono rimasti in acqua grossomodo per lo stesso periodo di tempo.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Libia-Italia (Tripoli e Zawiya), 26-27 settembre 2023
I corpi di altri due migranti sono affiorati sulla costa a ovest di Tripoli. Il primo, ritrovato nel tardo pomeriggio di martedì 26 settembre, sul litorale di Ghout Al Shaal, nella zona di Janzour, ad appena 11 chilometri dal centro di Tripoli. L’altro, emerso mercoledì 27, venti chilometri più a ovest, nell’area di Zawiya, all’altezza di Spanish Beach. In entrambi i casi per il recupero è intervenuta la Mezzaluna Rossa, che ha trasferito le salme in due obitori diversi, a Tripoli e a Zawiya, in attesa delle disposizioni della magistratura per l’inumazione. Non sono stati trovati elementi per l’identificazione o stabilirne la provenienza, ma il ritrovamento di 6 cadaveri nell’arco di poche decine di chilometri in appena due giorni sembra confermare l’ipotesi di un naufragio “fantasma” sulla rotta per Lampedusa.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Tunisia-Italia (Brindisi), 27 settembre 2023
Una giovane profuga del Burkina Faso– Sephora Niangane, 24 anni – è morta nell’ospedale Perrino di Brindisi dopo aver dato alla luce una bambina. La ragazza era una delle 7 donne in stato di gravidanza del gruppo di 471 migranti soccorsi nel Mediterraneo, sulla rotta tra la Tunisia e Lampedusa, dalla Geo Barents, la nave umanitaria di Medici Senza Frontiere. Già al momento dello sbarco nel porto di Brindisi, mercoledì 19 settembre, la ragazza, incinta di otto mesi, era apparsa in gravi condizioni per le fatiche patite in mare e durante il viaggio in Africa e a causa di alcune complicanze della gravidanza legate verosimilmente proprio dalle sofferenze che ha dovuto affrontare. Ricoverata inizialmente al pronto soccorso, nella serata di sabato 23, in seguito a un malore, è stata trasferita nel reparto ostetricia, dove i medici hanno effettuato un parto cesareo d’urgenza. Subito dopo Sephora è stata portata in terapia intensiva ma, nonostante le cure, è morta la mattina di mercoledì 27 settembre. La bimba sta bene: si chiamna Kone Airon, come ha chiesto la madre prima di entrare in rianimazione. Il papà, rimasto bloccato in Tunisia, è stato rintracciato da Drissa Doumbya, presidente della Comunità africana di Brindisi.
(Fonte: Brindisi Report, Adn Kronos,Sky Tg 24, La Gazzetta del Mezzogiorno)
Marocco-Spagna (Puerto Santa Maria, Cadice), 28 settembre 2023
Un migrante è morto a bordo di uno Zodiac durante la traversata dal Marocco alla Spagna durata oltre 6 giorni. Il gommone, partito a quanto pare la notte tra giovedì 21 e venerdì 22 settembre con una cinquantina di migranti maghrebini, è arrivato la mattina di giovedì 28 sulla costa di Cadice, approdando sulla spiaggia del Cangrejo Rojo, nel municipio di Puerto Santa Maria, 20 chilometri a nord di Cadice. Appena a terra i migranti hanno cercato di dileguarsi, ma 35 sono stati intercettati poco dopo dalla polizia, in parte già in fuga in parte sulla spiaggia. E alcuni di loro hanno riferito che sullo Zodiac c’era anche il cadavere di un compagno, morto – hanno detto – circa due giorni prima dello sbarco probabilmente di ipotermia e sfinimento. Per risalire alle circostanze precise della morte è stata aperta un’inchiesta mentre sono scattate le ricerche per rintracciare i circa 15 migranti che sono riusciti ad allontanarsi.
(Fonte: La Voz de Cadiz, Ong Cipimd, Helena Maleno Ong Caminando Fronteras)
Libia-Italia (Souq Al Khamis, Al Khums) 28 settembre 2023
Il cadavere di un migrante sconosciuto è stato portato dal mare sul litorale di Suq al Khamis, poco più di 20 chilometri a ovest di Al Khums (Homs) e una novantina a est di Tripoli. Per il recupero è intervenuta la Mezzaluna Rossa, che lo ha poi trasfeito nell’obitorio di un ospedale di Al Khums in attesa delle disposizioni della procura. Da questa costa sono frequenti le partenze di barche di migranti verso Lampedusa.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 29-30 settembre 2023
Un harraga algerino è scomparso in mare nel tentativo di raggiungere Ceuta a nuoto dal Marocco. Il giovane ha preso il largo la notte tra venerdì 29 e sabato 30 settembre da una spiaggia di Castillejos, a sud dell’enclave spagnola, insieme al fratello e ad altri due harraga. Durante la traversata si sono persi di vista. Il primo del gruppo ad arrivare è stato il fratello del ragazzo disperso: ha raggiunto Playa de la Almadraba, la spiaggia più vicina alla frontiera, ed ha aspettato gli altri. Poco più tardi sono arrivati i due amici. Nessuna traccia, invece, del quarto del piccolo gruppo. Ancora una breve attesa e poi il fratello ha dato l’allarme alle autorità spagnole, che hanno disposto una operazione di ricerca condotta per l’intera giornata di sabato 30 da un elicottero Helimer 223 e dalla salvamar Atria del Salvamento Maritimpo, da una motovedetta della Guardia Civil e da una lancia della Croce Rossa. Senza alcun esito. Nulla anche nei giorni successivi.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Tunisia.Italia (Lampedusa), 1 ottobre
Il cadavere di un migrante è stato trascinato dal mare nelle acque di Lampedusa, di fronte a Punta Alaimo. Avvistato verso le 16, è stato recuperato da una motovedetta della Guardia di Finanza solo in serata, dopo le 19, perché l’operazione è stata ostacolata dalle condizioni del mare, aggravate dal molto frastagliato della costa che non consentiva di avvicinarsi troppo. Una volta a terra, ne è stato disposto subito il trasferimento nell’obitorio del cimitero, a Cala Pisana, a causa delle condizooni di degrado molto avanzato, tanto che mancano la testa e le braccia. Impossibile l’identificazione: si sa solo che si tratta di un uomo e che la morte risale a molte settimane prima del ritrovamento.
(Fonte: Agrigentonotizie, Il Giornale di Sicilia)
Marocco-Spagna (Tan Tan – Lanzarote), 1-2 ottobre 2023
Sette migranti scomparsi in mare nel naufragio di uno Zodiac sulla rotta atlantica tra il Marocco e le Canarie. Sono un bambino di quattro anni, 3 donne e 3 uomini. Il gommone era partito nella notte tra sabato 30 settembre e domenica primo ottobre dalla zona di Tan Tan, a oltre 300 chilometri dalle isole di Lanzarote e Fuerteventura, le più vicine alla costa occidentale marocchina. A bordo erano in 50. La tragedia è avvenuta a oltre due terzi del percorso, 78 chilometri a est di Lanzarote, forse a causa di un cedimento dello scafo. I primi soccorsi sono arrivati intorno alle 18,15 da un peschereccio marocchino, il Maranda, che ha tratto in salvo 41 persone, sparse in acqua intorno al relitto dello Zodiac. Mentre il peschereccio stava ancora operando per recuperare i naufraghi, verso le 20, sono arrivati in zona anche un elicottero, l’Helimer 204, alle 20 circa, e un’ora più tardi la guardamar Polimnia, inviati dalla centrale del Salvamento Maritimo delle Canarie che aveva intercettato un Sos. Proprio la Polimnia ha trovato altri 2 naufraghi e subito dopo ha preso a bordo i 41 salvati dal Maranda. La segnalazione dei superstiti che mancavano alcuni compagni ha indotto a proseguire le ricerche ancora per ore, in piena notte, ma senza esito. Prima di rientrare in porto ad Arrecife la Polimnia, 81 chilometri a est di Lanzarote, ha soccorso un altro Zodiac semi-affondato con 50 uomini e una donna.
(Fonte: El Diario, Helena Maleno Ong Caminando Fronteras)
Libia-Italia (Zawiya e Sabratha), 2 ottobre 2023
I cadaveri di altri 2 migranti sono affiorati sulla costa a ovest di Tripoli. Il primo è stato avvistato in mattinata su un tratto di litorale roccioso ad Al Mutrad, un sobborgo di Zawiya distante poco più di 50 chilometri da Tripoli. Quasi nelle stesse ore si è poi scoperto il secondo, meno di 40 chilometri più a ovest, nelal zona di Sabratha. Per il recupero delle salme sono internute squadre della Mezzaluna Rossa, che le hanno trasferite negli obitori di Zawiya e Sabratha. Con questi due salgono a 8 i cadaveri di migranti recuperati a partire dal 25 settembre sulla costa fra Tripoli e Sabratha.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Libia-Malta-Italia (Al Aqila, Tobruk), 3 ottobre
Il cadavere di un migrante sconosciuto è stato trascinato dal mare sulla spiaggia di Al Aqila, a est di Tobruk, in Cirenaica. Su segnalazione della Libyan Coast Security, è intervenuta per il recupero una squadra della Mezzaluna Rossa, che in serata lo ha trasferito nell’obitorio del Tobruc Medical Center per le procedure di legge prima dell’inumazione. A giudicare dallo stato di degrado avanzato la salma è rimasta a lungo in acqua. Deve trattarsi della vittima di un naufragio avvenuto sulla rotta tra la Cirenaica e Malta o Lampedusa.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Libia-Italia (Marina di Carrara), 6-7 ottobre 2023
Yaser Thane Airshead, un profugo siriano di 53 anni, è morto per un malore dopo essere stato sbarcato a Marina di Carrara dalla nave Ong Open Arms, che lo aveva tratto in salvo insieme al fratello Moutaz, 27 anni, e ad altre decine di migranti su un gommone alla deriva nel Mediterraneo centrale. Yaser, invalido per una gravissima ferita a una gamba provocata da una mina, aveva raggiunto la Libia attraverso il deserto con l’obiettivo di imbarcarsi per cercare rifugio e cure adeguate in Italia, lontano dalla guerra che ha devastato la Siria. Aveva difficoltà a muoversi a causa della mutilazione ma c’era Moutaz ad aiutarlo e ad assisterlo. Con gli ultimi risparmi i due fratelli hanno trovato un imbarco sulla costa di Tripoli, però il gommone che doveva portarli a Lampedusa si è perso in mare fino a quando, il 30 settembre, è stato soccorso dall’equipaggio della Open Arms. Il Viminale ci ha messo quasi 24 ore per indicare alla nave il porto di sbarco, scegliendo infine Marina di Carrara: una rotta lunghissima, terminata il 4 ottobre, quando finalmente i naufraghi sono stati sbarcati. Un paio di giorni per gli accertamenti nella struttura approntata nei pressi del porto e poi i due fratelli sono stati trasferiti in un centro di accoglienza in Lunigiana. Yaser era stanco, molto provato dalle fatiche del viaggio. La tragedia è avvenuta la notte tra venerdì 6 e sabato 7 ottobre: poco dopo la mezzanotte Yaser ha svegliato Moutaz dicendo di avvertire un dolore al petto e di avere bisogno di un po’ d’aria. Poi è crollato a terra. E’ stato subito chiamato il 118, ma quando sono arrivati i soccorsi il suo cuore aveva ormai cessato di battere.
(Fonte: Il Tirreno, La Nazione, Repubblica, Granducato Tv)
Libia-Italia (Sabratha), 7 ottobre 2023
Il mare ha gettato sulla spiaggia di Sabratha, circa 70 chilometri a ovest di Tripoli, il cadavere di un altro migrante. E’ il nono caso registrato dal 26 settembre su questo tratto di costa, da anni base di partenza di frequenti “spedizioni” di migranti verso l’Italia, sulla rotta per Lampedusa. Per il recupero, su segnalazione della polizia, è intervenuto personale della Mezzaluna Rossa, che ha trasferito la salma nell’obitorio dell’ospedale in attesa delle decisioni della magistratura per l’inumazione. Non sono stati trovati elementi utili per l’identificazione.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Libia-Italia (Zawiya-Lampedusa), 9 ottobre 2023
Nove dispersi nel corso di due diverse operazioni di intercettazione e blocco di barche di migranti sulla rotta tra la Libia e Lampedusa al largo di Zawiya, meno di 50 chilometri a ovest di Tripoli. Lo riferisce il rapporto settimanale della sede Oim in Libia, senza però fornire particolari sulle circostanze e le dinamiche esatte dei due episodi. Il primo, con 6 vittime, risale a venerdì 6 ottobre. Il dossier dell’Oim riferisce di 84 migranti bloccati in mare (80 uomini e 4 donne) e poi sbarcati a Zawiya dalla Guardia Costiera, mentre di altri 6 si sono perse le tracce. Nel secondo caso, avvenuto sabato 7 ottobre, i migranti ricondotti in Libia risultano 39 (pari a 30 uomini, 7 donne e 2 bambini), mentre sono 3 quelli da considerarsi dispersi. Le autorità libiche non hanno fornito alcuna informaizone sui due episodi.
(Fonte: Iom Libya, rapporto del 9 ottobre)
Algeria-Spagna (Ain Taya, Algeri), 9 ottobre 2023
Si è persa ogni traccia di uno Zodiac con 8 migranti algerini, tutti uomini, sulla rotta tra l’Algeria e la Spagna. Le ultime notizie risalgono a martedì 3 ottobre, quando il gommone, motore fuoribordo da 50 cavalli, ha lasciato il litorale di Ain Taya, poco più di 30 chilometri a est di Algeri, puntando presumibilmente verso le Baleari o la costa valenciana. I familiari degli otto harraga hanno lanciato l’allarme tra il 5 e il 6 ottobre, rivolgendosi alla Ong spagnola Cipimd, che ha inoltrato una richiesta di soccorso al Centro di Coordinamento del Salvamento Maritimo di Valencia e delle Baleari, al servizio marittimo della Guardia Civil e all’agenzia europea Frontex. Ne è seguita una operazione di ricerca condotta essenzialmente con i mezzi aerei del Salvamento Maritimo e che si è protratta per tre giorni nella fascia della zona Sar spagnola compresa tra la Penisola Iberica, le Baleari e i limiti delle acque algerine, ma senza alcun esito. Nel frattempo l’allarme è stato lanciato anche alla piattaforma di soccorso Alarm Phone, che a sua volta ha interessato le autorità spagnole. Lunedì 9 ottobre, infine, in mancanza di qualsiasi riscontro anche presso la marina algerina, l’operazione è stata sospesa.
Aggiornamento 16-18 ottobre. La barca è stata intercettata la mattina di lunedì 16 ottobre da una motovedetta del Salvamento Maritimo della base di Alicante. A bordo c’erano solo 7 degli 8 harraga segnalati alla partenza, tutti allo stremo per gli oltre 12 giorni trascosi alla deriva. La conferma che si tratta della barca partita da Ain Taya è stata data da alcuni familiari che hanno riconosciuto i loro ragazzi nelle foto pubblicate dalla Ong spagnola Cipimd. I superstiti hanno raccontato che dopo 9 giorni passati alla deriva il loro compagno, preso dalla disperazione, si è gettato in acqua. “Abbiamo cercato di recuperarlo – hanno riferito – ma quando siamo riusciti a raggiungerlo era ormai morto e allora abbiamo deciso insieme di affidarlo al mare”.
(Fonte: Ong Cipimd, Alarm Phone. Aggiornamento: Ong Cipimd)
Serbia-Ungheria (Subotica- Kiskunmajsa), 11-12 ottobre 2023
Due profughi morti e 6 feriti, alcuni in modo grave, su un furgone inseguito dalla polizia e finito fuori strada nell’Ungheria meridionale, poco lontano dal confine con la Serbia. L’automezzo, marca Renaul e targa francese, veniva da sud. Era entrato in Ungheria dalla Serbia passando probabilmente dal valico di Subotica e viaggiava in direzione nord-ovest per raggiungere il confine con la Slovacchia e poi l’Austria. Verso le tre del mattino di giovedì 12 ottobre, nei pressi di Kiskunmajsa, a una sessantina id chilometri dalla frontiera serba, è incappato in un posto di blocco. Anziché fermarsi l’autista ha accelerato, cercando di fuggire, tallonato da un’auto delle forze di sicurezza ungheresi, ma nella corsa ha perso il controllo della guida e il furgone, dopo una brusca sbandata, è finito contro un albero in piena velocità, rovesciandosi infine su un fianco. Nell’impatto – ha riferito Josef Hangai, portavoce del servizio ambulanze – due delle persone a bordo sono morte all’istante, mentre altre sei sono state trasferite in vari ospedali della zona. La polizia non ha comunicato la nazionalità delle vittime, ma dovrebbe trattarsi di afghani o pakistani.
(Fonte: Associated Press, Infomigrants, Tvp World)
Bielorussia-Polonia (zona confine di Bialowieza), 12 ottobre 2023
Un giovane profugo afghano è morto al confine tra la Bielorussia e la Polonia, nella zona della municipalità polacca di Bialowieza, 80 chilometri a sud est di Bialystok, ma in territorio bielorusso. La notizia è stata riferita dalla polizia di frontiera bielorussa, precisando che il corpo è stato trovato tra il nuovo muro di recinzione sul confine polacco e la barriera più vecchia sul versante della Bielorussia. Non è stato possibile identificarlo. Secondo quanto hanno riferito altri profughi, il ragazzo era arrivato da tempo nella zona, accampandosi alla meglio nei boschi, nella speranza di trovare il modo di entrare in Polonia. Era stanco e molto provato. Negli ultimi giorni le sue condizioni di salute sono rapidamente peggiorate. Il freddo e i disagi lo hanno ucciso prima dell’alba di giovedì 12 ottobre.
(Fonte: sito web Ong Grupa Granica)
Austria-Germania (Monaco), 12-13 ottobre 2023
Sette migranti morti e 16 feriti, la notte tra giovedì 12 e venerdì 13 ottobre, su un caravan finito fuori strada alle porte di Monaco, in Germania. Il furgone, abilitato per il trasporto di 9 persone al massimo, proveniva dal confine con l’Austria, probabilmente dal valico di frontiera di Kufstein, circa 90 chilometri a sud est di Monaco. Sull’autostrada A 94, alla periferia est di Monaco, poco dopo le tre del mattino di venerdì, ha incontrato un posto di controllo della polizia. L’autista, un giovane austriaco, ha cercato di fuggire, accelerando fortemente l’andatura, fino a raggiungere i 180 chilometri orari. A questa velocità, quando ha imboccato uno svincolo per uscire dall’A 94, ha perso il controllo della guida e il caravan è volato fuori strada, rovesciandosi e rotolando in fondo a una scarpata di diversi metri. Per i 23 profughi a bordo (tutti curdi siriani o turchi) non c’è stato scampo: 7 sono morti all’istante e gli altri sedici sono stati ricoverati in vari ospedali, alcuni in condizioni molto gravi. L’autista, a sua volta ferito, è stato arrestato.
(Fonte: Associated Press, Dw.com, Anadolu Agency, Le Monde, The Journal, Huf Post, Euronews, Wion, Ndtv, Sky News, Barron’s)
Turchia-Grecia (Symi, Dodecaneso), 15-16 ottobre 2023
Tre profughi morti nel naufragio di un canotto pneumatico nelle acque dell’isola di Symi, nel Dodecaneso, meno di 50 chilometri a nord di Rodi. Altri dieci si sono salvati. Il natante era partito dalla vicina costa turca. Era ormai a breve distanza dalla riva settentrionale di Symi quando, domenica 15 ottobre, si è verificata l’emergenza. Il primo allarme è stato lanciato dalla centrale operativa di Alarm Phone, che ha allertato la Guardia Costiera greca, avvisando che diverse persone erano già in acqua. I soccorsi sono arrivati troppo tardi: quando una motovedetta ha raggiunto la zona, 3 naufraghi (2 uomini e una donna) erano ormai morti. Altri 8 sono stati recuperati e sbarcati a Symi. Mancavano, a questo punto, 2 uomini i quali, dati inizialmente per dispersi, nella mattinata di lunedì 16 sono stati trovati sull’isola, che erano riusciti a raggiungere a nuoto dopo il naufragio.
(Fonte: Efsyn, Associated Press, Alarm Phone, Ekathimerini, Ana Mpa Agency)
Libia-Italia (rotta per Lampedusa), 16 ottobre 2023
Oltre 40 migranti dispersi sulla rotta tra la Libia e l’Italia. Lo riferisce il rapporto settimanale pubblicato lunedì 16 ottobre dall’ufficio Oim di Tripoli, segnalando che, rispetto al dossier di sabato 8 ottobre, il numero dei dispersi sulla rotta del Mediterraneo centrale verso Lampedusa è aumentato di 43 unità, passando da 1.190 a 1.233. Nel rapporto non si specificano le circostanze precise, ma nel corso della settimana di riferimento sono state registrate due emergenze: una barca con oltre 60 migranti alla deriva al largo di Harawah, 75 chilometri a est di Sirte, giovedì 12 ottobre; un naufragio martedì 10 al largo di Zuwara. Nel primo caso, per i soccorsi sono intervenute alcune barche di pescatori, che hanno tratto in salvo 63 naufraghi, presi poi in consegna dalll Guardia Costiera. La notizia del secondo episodio è stata riferita dal sito Migrant Rescue Watch che, citando come fonte la Coast Security Patrol, ha parlato di una barca rovesciata con 22 naufraghi, tutti subsahariani, tratti in salvo, senza aggiungere nulla – come accade spesso nei rapporti della Guardia Costiera libica – sul numero di morti e dispersi. E’ verosimile che i 43 dispersi citati nel rapporto Oim si riferiscano a questo episodio di Zuwara.
(Fonte: Rapporto Oim Libya del 16 ottobre, Migrant Rescue Watch)
Turchia-Grecia (Ayvalik-Lesbo), 16-17 ottobre 2023
Un profugo yemenita è morto in un naufragio nell’Egeo nelle acque dell’isola di Lesbo. La barca era partita prima dell’alba dalla costa turca di Ayvalik. A bordo erano in 38. L’emergenza è scattata poco prima di arrivare sull’isola, a sud della penisola di Agrilia e del porto di Mytilene, quando lo scafo ha ceduto, cominciando a imbarcare acqua velocemente tanto da diventare ingovernabile. Prima di affondare alcuni del gruppo sono riusciti a mettersi in contatto con Alarm Phone e la Guardia Costiera greca. I soccorsi sono arrivati da una motovedetta salpata da Mytilene, che ha recuperato tutti i 38 naufraghi. Il giovane che è poi morto era però ormai privo di sensi: subito dopo lo sbarco è stato trasferito d’urgenza in ospedale, ma i medici non sono riusciti a rianimarlo. A riferire che si tratta di un profugo fuggito dallo Yemen sono stati i compagni.
(Fonte: Agenzia Ana Mpa, Ansamed)
Turchia-Grecia (Kusadasi-Samo), 18 ottobre 2023
Una giovane donna è morta nel tentativo di raggiungere l’isola greca di Samo dalla Turchia. Era su un gommone partito dalla costa turca del distretto di Kusadasi con altri 47 profughi: 14 uomini, 17 donne, 5 ragazzi e 11 ragazze. Il battello si è trovato in difficoltà quando era nelle acque greche dell’Egeo, al largo della costa nord-est dell’isola. Per i soccorsi è intervenuta una motovedetta della Guardia Costiera partita da Vathi, il porto principale di Samo. Quando l’unità è giunta sul posto dell’emergenza ha potuto recuperare tutti i 48 naufraghi, ma la giovane donna era ormai priva di conoscenza e all’ospedale di Samo, dove è stata trasferita d’urgenza subito dopo lo sbarco, i medici non hanno potuto che certificarne la morte. I superstiti hanno riferito che lo scafista alla guida del gommone si era gettato fuoribordo ed era sparito in mare poco prima dell’arrivo della motovedetta.
(Fonte: Ana Mpa, Ekathimerini, Infomigrants, The National Herald)
Libia (Kufra), 20 ottobre 2023.
Il cadavere di un migrante sconosciuto è stato trovato nel deserto libico a est di Kufra, lungo uno degli itinerari percorsi dai pick-up dei trafficanti provenienti dal confine con il Sudan. Segnalato da alcuni automobilisti in transito, è stato recuperato e trasferito nell’obitorio di Kufra da una squadra dei servizi sanitari d’emergenza. Secondo gli esami medici è morto per disidratazione e sfinimento. Si ritiene che sia rimasto isolato nel Sahara: potrebbe essere caduto da un pick-up e poi, come è capitato ad altri migranti, abbandonato dai trafficanti.
(Fonte: Migrant Rescue Watch, del 22 ottobre)
Libia-Italia (Sabratha), 20 ottobre 2023
Su segnalazione della polizia, una squadra della Mezzaluna Rossa ha recuperato il cadavere di un migrante affiorato sul litorale di Sabratha, circa 70 chilometri a ovest di Tripoli. A notare la salma, trascinata dal mare su un tratto di costa rocciosa, sono stati alcuni abitanti della zona. Dopo un primo esame sul posto, è stata trasferita nell’obitorio dell’ospedale locale a disposizione della magistratura. A giudicare dallo stato di degrado, è rimasta in acqua a lungo prima del ritrovamento. Si ritiene che il giovane, rimasto sconosciuto, sia annegato sulla rotta tra la Libia e Lampedusa.
(Fonte: Migrant Rescue Watch del 22 ottobre)
Turchia-Grecia (Cesme-Chios), 20 ottobre 2023
Un siriano trentenne è morto e altri 4 profughi sono rimasti feriti nella collisione in piena velocità, nelle acque di Chios, tra una motovedetta della Guardia Costiera greca e un gommone con a bordo 20 persone (19 migranti e il pilota). Il canotto, partito all’alba di venerdì 20 ottobre dalla vicina costa turca del distretto di Cesme, è stato intercettato quando era ormai in prossimità dell’isola. Secondo il rapporto della Guardia Costiera greca, anziché fermarsi all’alt intimato con segnalazioni sia sonore che luminose, per sottrarsi alla cattura il pilota avrebbe effettuato una serie di manovre pericolose con il motore a tutta forza e, durante una di queste, avrebbe schiantato lo scafo contro la fiancata della motovedetta. La violenza dell’impatto avrebbe fatto cadere in mare il trentenne siriano, annegato prima che potessero raggiungerlo e recuperarlo. Tenendo conto che ci sono anche 4 feriti a evidenziare la violenza dello scontro, questa versione è stata però contestata da varie associazioni umanitarie e dal Kke di Chios, che sospettano non una collisione fortuita ma lo speronamento del canotto dei profughi da parte della motovedetta nel tentativo di respingerlo verso le acque turche, come è accaduto in altri casi analoghi. “Non si spiega – si fa rilevare – perché la motovedetta si sia avvicinata tanto da rischiare una collisione. Per quanto il motore fosse potente, avendo 20 persone a bordo il gommone era così carico da non aver alcuna possibilità di fuggire. E’ più credibile uno speronamento da parte della Guardia Costiera: il Governo deve assumersi la responsabilità di dire la verità sugli ordini impartiti alla Guardia Costiera”. Subito dopo lo sbarco nel porto di Chios, i feriti (uno dei quali con una gamba spezzata) sono stati condotti in ospedale, gli altri 14 nel centro di accoglienza dell’isola.
(Fonte: Efsyn, edizione del 22 ottobre)
Marocco-Spagna (Barbate, Cadice), 21 ottobre 2023
Un migrante maghrebino, costretto a gettarsi in mare dagli scafisti, è annegato e meno di 100 metri dalla riva sul litorale di Canos de Meca, nel municipio di Barbate, circa 75 chilometri a sud est di Cadice. La barca su cui era insieme a un’altra decina di migranti è stata notata verso le 14,10 all’altezza di Playa de Los Castillejos, 10 chilometri a ovest di Barbate. Alcune persone hanno segnalato alla polizia che stava navigando con rotta parallela alla costa e che, a un certo punto, si erano gettate in acqua almeno 10 uomini, due dei quali apparivano in evidente difficoltà e non in grado di raggiungere terra a nuoto. Sono state mobilitate immediatamente la polizia locale e la Guardia Civil e nello stesso tempo sono partiti una motovedetta e un elicottero. Quando i primi agenti sono arrivati sul posto, a Canos de Meca, hanno trovato diverse persone che cercavano di assitere due giovani, recuperati in mare e da poco portati a riva. Uno reagiva alle terapie di rianimazione, l’altro appariva inerte, privo di conoscenza. E’ subentrata per l’assistenza una squadra di operatori sanitari che, arrivata insieme alla polizia locale, ha proseguito i tentativo di rianimare il ragazzo per oltre mezz’ora, ma senza alcun risultato. La salma è stata composta presso l’obitorio locale. La Guardia Civil ha lanciato un’operazione di ricerca della barca, un motoscafo veloce, che si è allontanata subito dopo aver gettato fuoribordo i migranti.
(Fonte: La Voz de Cadiz, Europa Press)
Senegal-Spagna (Gran Canaria), 21 ottobre 2023
Un senegalese è morto sul cayuco arrivato a Gran Canaria il 10 ottobre con decine di migranti subsahariani, tra cui 10 bambini. Lo ha riferito il 21 ottobre a Natalia Vargas, cronista del quotidiano El Diario, un altro migrante senegalese – Mamadou, 28 anni, ex tassista originario di Pikine, nei sobborghi di Dakar – ricostruendo la sua fuga dal Senegal verso le Canarie. “Sono riuscito ad arrivare – ha riferito Mamadou – dopo tre tentativi falliti: ogni volta il battello su cui mi ero imbarcato è stato intercettato dalla Guardia Costiera. Partiti da Dakar, la traversata è durata 5 giorni. Abbiamo sofferto molto. La notte non ho mai dormito. Per mantenere la calma mi sono ripetuto per tutto il tempo quello che mi raccontava mio padre, che era un pescatore e sapeva ‘trattare’ col mare. Non c’era quasi da mangiare. Solo grida, pianti e lamenti. Quelli di noi che non conoscevano il mare sono quelli che hanno patito di più: erano pieni di paura perché intorno vedevano solo acqua. C’era anche un uomo, ancora giovane, malato di diabete. Ha sofferto tantissimo. Al secondo giorno ha avuto una crisi ed ha perso i sensi. E’ rimasto prostrato a lungo sul fondo del cayuco. Poi, più o meno a metà traversata, ci siamo accorti che era morto senza riprendere conoscenza e allora abbiamo deciso insieme di affidarne il corpo al mare”. Dopo altri due giorni di navigazione la barca è stata intercettata nelle acque di Gran Canaria. Terminati gli accertamenti e le procedure seguite allo sbarco, Mamadou è stato trasferito in un centro accoglienza di Tenerife, dove Natalia Vargas ha raccolto la sua storia.
(Fonte: El Diario Canarias Ahora, edizione del 21-22 ottobre)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 21-22 ottobre 2023
Due adolescenti marocchini – Naoufal Alichy, 16 anni, e Mohamed Chairi Hatti, 17 anni, entrambi di Castillejos – sono scomparsi in mare nel tentativo di raggiungere Ceuta a nuoto. Le loro sparizioni sono state segnalate dai familiari in momenti diversi, ma tutto lascia credere che i due ragazzi fossero insieme la sera di giovedì 19 ottobre quando, nonostante una terribile burrasca, hanno preso il largo da una spiaggia in prossimità della linea di confine, con l’obiettivo di aggirare la lunga scogliera antemurale che divide le acque marocchine da quelle spagnole nella zona del Tarajal. Il primo allarme è scattato per Naoufal. Lo hanno lanciato due coetanei che avevano tentato l’impresa con lui ma che, viste le condizioni del mare, erano tornati indietro, avvertendo subito la famiglia dell’amico. Da quel momento se ne sono perse le tracce: si sa solo che, vestito di pantaloni e maglietta, aveva ai piedi delle pinne colore arancio e si serviva come salvagente della camera d’aria di un pneumatico per auto. I genitori si sono rivolti sia alle autorità marocchine che a quelle spagnole, ma Naoufal non risulta né rientrato in Marocco né arrivato a Ceuta. Poche ore dopo si è saputo della sparizione di Mohamed: anche lui aveva ai piedi un paio di pinne, in questo caso nere, e una camera d’aria come salvagente per aiutarsi a stare a galla. Le stesse “dotazioni” di Naoufal, come se i due ragazzi avessero preparato insieme il loro piano per arrivare fino a Ceuta via mare, scegliendo forse la sera di giovedì 19 nella convinzione che i controlli alla frontiera sarebbero stati meno rigidi a causa della tempesta. Anche le nuove ricerche presso la Guardia Civil e tutte le strutture di accoglienza per i migranti a Ceuta non hanno portato a nulla, mentre la polizia marocchina esclude che i due ragazzi siano approdati in Marocco. Nessun riscontro anche all’appello lanciato per entrambi attraverso la redazione del Faro de Ceuta.
(Fonte: El Faro de Ceuta 21 e 22 ottobre)
Bielorussia-Polonia (zona di Bialystok), 22-23 ottobre 2023
Due profughi sono morti al confine fra la Bielorussia e la Polonia tra domenica 22 e lunedì 23 ottobre. Entrambi in territorio polacco. Il primo faceva parte di un piccolo gruppo di giovani che erano riusciti ad entrare in Polonia, nella zona di Bialowieza, 60 chilometri a sud est di Bialystok, attraverso un buco aperto nella barriera di recinzione metallica. Appena una pattuglia della polizia di frontiera li ha visti sono fuggiti, cercando scampo tra i boschi e in una palude. Il ragazzo che poi è morto è rimasto a lungo nascosto tra gli acquitrini e la vegetazione. Quando, dopo ore di ricerche, gli agenti lo hanno costretto a uscire, era esausto, quasi esanime, tanto che da dover chiamare un’ambulanza, ma ha cessato di vivere prima che arrivassero i soccorsi. L’altra vittima è un giovane sconosciuto trovato verso le 7 di lunedì 23 ormai privo di vita da una pattuglia della polizia di Bielsk Podlaski lungo un sentiero appartato nei pressi di Hainowka, un piccolo centro non lontano dal confine, poco più di 50 chilometri a sud di Bialystok e una trentina a est di Podlaski. Si ignorano le circostanze della morte, come ed eventualmente con chi sia arrivato lì dove è stato scoperto. La Procura di Bialystok ha aperto un’inchiesta su entrambi i casi.
(Fonte: Grupa Granica Ong)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 23 ottobre 2023
Non si sa più nulla di Youcef Bazine, un migrante algerino di 23 anni, disperso in mare nel tentativo di raggiungere Ceuta a nuoto. E’ il terzo caso in pochi giorni, dopo la scomparsa di due adolescenti marocchini (nota del 21-22 ottobre: ndr). Le tracce si perdono giovedì 19 ottobre quando Youcef ha telefonato alla famiglia in Algeria che, nonostante il mare in tempesta, stava per prendere il largo a nuoto con l’intenzione di aggirare la linea di confine da una spiaggia di Castillejos ed approdare nella zona del Tarajal, in territorio spagnolo. Da Ceuta, poi, voleva trasferirsi in Spagna. Allarmata dalla mancanza di notizie, è stata la famiglia stessa a denunciarne la scomparsa, rivolgendo anche un appello attraverso il quotidiano El Faro de Ceuta. Le ricerche condotte sia in Marocco che a Ceuta non hanno dato alcun esito. Il servizio marittimo della Guardia Civil nel fine settimana ha individuato e soccorso 5 algerini che a loro volta avevano sfidato la burrasca, ma tra loro non c’è Youcef. Nulla su Youcef anche nei centri accoglienza o comunque nei luoghi frequentati dai migranti nel territorio dell’enclave, né risulta che sia rientrato in Marocco. D’altra parte le condizioni meteomarine erano estreme, tanto da sospendere la navigazione anche delle unità più grandi e sicure in tutto il fine settimana.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Senegal-Spagna (El Hierro, Canarie), 24 ottobre 2023
Un giovane sengalese è morto durante la traversata verso le Canarie. Era su un cayuco salpato dalla costa del Senegal con altri 87 migranti e rimasto in mare per diversi giorni prima di arrivare nelle acque di El Hierro, la più occidentale delle isole dell’arcipelago spagnolo. Per i soccorsi è partita dal porto di La Restiga la salvamar Adhara, che ha raggiunto il cayuco verso le tre del mattino, alcune miglia a sud est. Nella richiesta di aiuto era stato già segnalato che uno dei migranti a bordo era morto: dopo lo sbarco, il suo corpo è stato trasferito nell’obitorio del centro medico a disposizione della magistratura. I compagni hanno riferito che ha avuto un malore e non si è più ripreso. Quando è arrivata l’unità del Salvamento Maritimo era morto già da ore. Nel gruppo degli 87 migranti ci sono nove minori.
(Fonte: El Diario, Helena Maleno della Ong Caminando Fronteras, Canarias 7, La Provincia, Europa Press)
Senegal-Canarie (Dakhla, Marocco), 24-25 ottobre 2023
I corpi di 3 migranti senegalesi sono stati trovati su uno dei due cayucos intercettati dalla marina marocchina al largo di Dakhla, nel Sahara occidentale, martedì 24 ottobre. A bordo c’erano complessivamente 189 persone. I due barconi erano partiti entrambi dalla costa del Senegal, tra Dakar e Saint Louis, puntando verso le Canarie: uno il due ottobre, l’altro il 17. Le tre vittime erano sul primo che, persa la rotta per l’arcipelago spagnolo (non meno di 1.500 chilometri da Saint Louis) è rimasto in balia del mare per tre settimane. I tre giovani sono morti per disidratazione e sfinimento: i loro corpi sono statri trasferiti dopo lo sbarco nell’obitorio dell’ospedale di Dakhla. Molto provati e bisognosi di cure mediche anche tutti i supersiti. Tra i 189 migranti recuperati, quasi tutti senegalesi, ci sono 18 donne e 29 ragazzi minorenni.
(Fonte: Infomigrants)
Libia (Bani Walid), 25 ottobre 2023
I corpi di almeno due migranti sconosciuti sono sati trovati semisepolti in una fossa comune in una zona desertica nei pressi di Bani Walid, oltre 170 chilometri a sud est di Tripoli. La polizia è intervenuta sulla base di una segnalazione anonima arrivata al comando. Seguendo le indicazioni ricevute, una pattuglia ha individuato il luogo e le due salme, coperte da poche manciate di terra e da alcune grosse pietre. Personale del servizio sanitario d’emergenza ha poi provveduto al recupero, trasferendo i cadaveri nell’obitorio dell’ospedale locale. Si ignorano la provenienza e le circostanze in cui i due hanno trovato la morte. Scoperte analoghe sono però state fatte anche in passato nella zona. Bani Walid è sede di uno dei più famigerati centri di detenzione statali e di prigioni “private” di varie organizzazioni di trafficanti, oltre che snodo di traffico delle piste provenienti dal sud percorse dai “trasporti” di migranti partiti dall’area di Sabha, dove confluiscono i pick-up dei passatori in arrivo dal Niger e dal Chad. La magistratura ha aperto un’inchiesta.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Senegal-Canarie (Louga-Ndiambur), 26 ottobre 2023
Sei giovani senegalesi sono morti su un cayuco arrivato alle Canarie nel mese di luglio. I loro corpi sono stati affidati al mare. Della tragedia, rimasta sconosciuta al momento dello sbarco dei supersiti, si è avuta notizia solo in seguito a una indagine, pubblicata il 26 ottobre dal quotidiano Le Soleil, sullo stress e i problemi psichici dei migranti senegalesi vittime di naufragi o altri tipi di trauma, specie se espulsi e ricondotti in Senegal contro la loro volontà. Ne ha parlato Issa, un ex sarto originario del dipartimento di Louga, a nord est di Dakar, rimpatriato una decina di giorni dopo che era arrivato alle Canarie. Tra le sei vittime c’era anche Ibra, il suo migliore amico. Issa non ha specificato la data esatta dello sbarco in territorio spagnolo, ma nel mese di luglio hanno raggiunto l’arcipelago dal Senegal oltre 10 cayucos con centinaia di persone. Lui era al suo terzo tentativo di emigrare, ma ha dichiarato agli autori dell’inchiesta che, dopo la terribile esperienza vissuta, non tenterà più di imbarcarsi: ha deciso di cercare di guadagnarsi da vivere facendo il contadino nella zona di Ndiambour. In particolare è rimasto traumatizzato dalla morte del suo compagno di sempre. “Ibra – ha raccontato Issa – era mio amico fin dall’infanzia. Durante la traversata ha perso conoscenza già la prima notte. Eppure era un giovane coraggioso e pieno di spirito. Anzi, è stato lui a convincermi a prendere la strada dell’emigrazione. Prima di perdere i sensi, sulla barca, mi ha riferito di aver visto un uccello che gli diceva che sarebbe morto di lì a poche ore. Non si è più liberato di questo fantasma. Il giorno dopo, verso le 11, è come andato in trance…”. Oltre a Ibra sono morti a poco a poco altri 5 ragazzi e di volta in volta sulla barca si è deciso di farli scivolare fuoribordo. “Da allora – ha concluso Issa – non ho mai smesso di pensare a quella scena terribile. A volte, di notte, ho degli incubi, come se fossi perseguitato da qualcosa di soprannaturale, e allora esco da solo, nel cortile della nostra casa”.
(Fonte: Le Soleil)
Serbia-Ungheria (Horgos), 27 ottobre 2023
Tre profughi sono rimasti uccisi e un altro ferito in una sparatoria poco a sud del confine tra la Serbia e l’Ungheria. Si tratta certamente di un capitolo del conflitto tra bande di trafficanti rivali che gestiscono il passaggio clandestino dei migranti da una parte all’altra della frontiera. Lo scontro è avvenuto in una zona di edifici abbandonati nell’area della ex tenuta agricola Backa, nei pressi del villaggio di Horgos, in Serbia, che dista appena 3 chilometri dal posto di confine e meno di 9 da Roszke, la prima città ungherese oltrefrontiera. L’allarme è stato dato da alcuni abitanti di Horgos, preoccupati per il lungo scambio di colpi che si sentiva poco oltre la periferia dell’abitato. Sul posto sono confluite numerose squadre di agenti, che hanno scoperto i tre cadaveri e circondato la zona ma degli autori della strage non si è trovata traccia.
(Fonte: Euronews)
Libia-Italia (Sabratha-Zuwara), 27-28 ottobre 2023
Quattro migranti morti e un neonato che ha cessato di vivere nel grembo della madre nella tragedia di un gommone in difficoltà intercettato dalla guardia costiera libica e poi soccorso dalla Ong Sea Eye al largo della costa tra Sabratha e Zuwara, a ovest di Tripoli. La notizia dell’emergenza è arrivata alla centrale operativa di Alarm Phone, che ha lanciato un Sos alla nave Sea Eye 4, segnalando che c’erano almeno 49 persone in pericolo, tra cui alcune donne. Quando l’unità è giunta sul posto già c’erano in acqua diversi naufraghi e il gommone era stato agganciato da una motovedetta libica, che ha minacciato di sparare se i volontari non si fossero allontanati. Nella confusione che ne è seguita, il gommone è riuscito ad allontanarsi dalla motovedetta, per sottrarsi alla cattura, ma nella manovra altre persone sotto cadute fuoribordo. La Sea Eye 4 è riuscita a salvare tutte le persone in mare e a raggiungere il canotto, scoprendo che a bordo c’erano i cadaveri di 4 giovani, che sono stati recuperati. Tre dei naufraghi trovati in mare, inoltre, erano privi di conoscenza e in gravi condizioni: due giovani e una ragazza in stato di gravidanza. Il personasle sanitario della Sea Eye 4 ha potuto rianimare i primi due, ma la donna ha continua a peggiorare. Da qui la decisione di chiedere all’Italia una evacuazione medica d’urgenza, tanto più che i toni cardiaci del nascituro non erano rilevabili e si profilava dunque un pericolo di vita. “Un elicottero – ha fatto rilevare la Ong – sarebbe potuto arrivare in meno di 60 minuti ma l’Italia, ripetendo ogni volta di rivogerci alla Libia, ha continuato a discutere per ore prima di ordinare l’evazuazione d’urgenza”. Evacuazione decisa, peraltro, soltanto dopo il parere del servizio di telemedicina italiano ed effettuata nella notte tra venerdì 27 e sabato 28 ottobre, non da un elicottero ma dalla motovedetta Cp 306 partita da Lampedusa, verso cui nel frattempo aveva fatto rotta la Sea Eye 4. Subito dopo lo sbarco la ragazza è stata portata al poliambulatorio ma per il suo bambino, di 6-7 mesi, era ormai tardi. In nottata, poi, è stata trasferita all’ospedale di Palermo. Per gli altri naufraghi è stata indicata Vibo Valentia come porto di sbarco, pur essendo ormai la Sea Eye 4 in prossimità di Lampedusa.
(Fonte: Ong Sea Eye, La Sicilia, Agrigentonotizie)
Gambia-Spagna (Banjul-Tenerife), 27-28 ottobre 2023
Almeno 21 vittime su un grosso cayuco partito dal Gambia con più di 240 persone sulla rotta per le Canarie e rimasto in mare per oltre una decina di giorni. Ad avvistarlo, dopo quasi 2 mila chilometri di navigazione, è stato, venerdì sera 27 ottobre, un aereo da ricognizione del Salvamento Maritimo, il Sasemar 101, in servizio di perlustrazione sull’Atlantico. In quel momento era 82 miglia (152 chilometri) a sud di Granadilla de Abona, sulla costa meridionale di Tenerife. La centrale operatiova ha inviato in soccorso il pattugliatore Rio Tajo, della Guardia Civil, e la guardamar Caliope, che hanno raggiunto il barcone durante la notte. A bordo erano rimasti in 121 oltre a un ragazzino di 12/13 anni morto di sete, ipotermia e sfinimento poche ore prima. Altri 15 erano in gravi condizioni: 4, privi di conoscenza, li ha prelevati un elicottero del Salvamento Maritimo e trasportati all’ospedale di Tenerife. Gli altri 11, tra cui diversi bambini, hanno ricevuto le prime cure sulle navi di soccorso e a loro volta sono stati poi ricoverati subito dopo lo sbarco nel porto di Los Cristianos, nel sud di Tenerife. E’ emerso inoltre dal racconto dei naufraghi che almeno altri 20 del gruppo sono morti durante i lunghi giorni passati alla deriva. I loro corpi sono stati via via fatti scivolare fuoribordo e affidati al mare. Le vittime risultano così 21 come minimo (1 morto e 20 dispersi) ma non essendo stato ricostruito con precisione il numero esatto delle persone al momento della partenza, non è da escludere che il bilancio di morte sia ancora più pesante.
(Fonte: Helena Maleno Ong Caminando Fronteras, El Diario, La Provincia, Canarias 7, Europa Press)
Marocco-Spagna (Tan Tan), 27-28 ottobre 2023
Sono morti 54 migranti (tra cui 18 donne e 2 bambini) su 58 nel naufragio di una barca data per dispersa per settimane. Partita da Tan Tan, nel Marocco occidentale, la notte tra il sette e l’otto ottobre, puntando verso le Canarie, oltre 200 chilometri a ovest, se ne sono perse le tracce poche ore dopo. L’allarme è stato lanciato da Helena Maleno, della Ong Caminando Fronteras, la quale, avvertita da alcuni familiari, ha mobilitato sia il Salvamento Maritimo spagnolo che le autorità marocchine. Le ricerche sono rimaste senza esito fino al 27-28 ottobre, quando Caminando Fronteras ha potuto verificare che la barca era affondata e c’erano soltanto 4 superstiti (una donna con il suo bambino e due uomini, tutti senegalesi), soccorsi dalla Marina marocchina e ricoverati nell’ospedale di Laayoune, a circa cento chilometri da Tan Tan. Tutti gli altri 54 risultano scomparsi in mare.
(Fonte: Helena Maleno Ong Camianndo Fronteras)
Senegal-Canarie (Gandiol, Senegal), 27-28 ottobre 2023
Morti 5 migranti e decine dispersi, probabilmente almeno fra 35 e 40, nel naufragio di un cayuco poco al largo di Gandiol, alla foce del fiume Senegal, a sud di Saint Louis. La tragedia è iniziata verso le due del mattino di venerdì 27 ottobre (e si è protratta fino all’indomani, sabato 28) durante le operazioni di imbarco di un grosso gruppo di migranti che avrebbero dovuto raggiungere le Canarie, 1.500 chilometri più a nord. Secondo quanto ha ricostruito la polizia, un cayuco molto grande, in grado di caricare anche 200 persone, era in attesa parecchio al largo, in modo da eludere la sorveglianza. Quello naufragato, più piccolo, faceva la spola dalla costa per trasbordare i migranti alcune decine per volta, presumibilmente non meno di 40 per ogni viaggio. Il naufragio sarebbe avvenuto durante il secondo turno di trasbordo, a poche centinaia di metri dalla riva, di fronte a Pilote Barre, 20 chilometri circa da Saint Louis: lo scafo si è rovesciato, forse per il sovraccarico e le condizioni del mare, e per le persone a bordo, molte delle quali non sapevano nuotare, non c’è stato scampo. Nelle ore successive sono cominciati ad affiorare i corpi sulla spiaggia e lungo una scogliera: prima quello di una ragazza e poi altri 4. Ma i dispersi sono decine: lo hanno segnalato numerose famiglie, asserendo che erano tantissime le persone (incluse molte ragazze) che si erano messe in lista per la partenza e di cui si è persa ogni traccia, tanto che i parenti stessi hanno dichiarato di disperare di poterle trovare ancora in vita. Una conferma indiretta delle dimensioni della strage è venuta da Mamadou Ndiaye, vicesindaco di Gandiol, il quale, invocando maggiori controlli, ha segnalato che ogni giorno prendono il mare centinaia di persone da questo tratto di costa, con l’obiettivo di raggiungere la Spagna attraverso l’arcipelago delle Canarie.
(Fonte: Le Quotidien, Le Soleil)
Tunisia-Italia (Madhia-Selinunte), 27-28 ottobre 2023
Cinque morti e presumibilmente 15 dispersi nel naufragio di un peschereccio con a bordo 60 migranti sul litorale di Selinunte, tra Menfi e Castelvetrano, nella Sicilia occidentale. Il barcone, un vecchio scafo in legno lungo 8 metri, era partito la mattina di giovedì 26 ottobre verso le 4 da Madhia, nella Tunisia orientale, circa 120 chilometri a nord di Sfax. Nelle acque siciliane è arrivato nella nottata di venerdì. Il mare era piuttosto mosso, con onde alte 1,2 metri e con raffiche di vento fino a 16 nodi. Mancavano ancora 100-200 metri alla riva quando lo scafo si è fortemente inclinato, fin quasi a rovesciarsi, facendo precipitare in mare buona parte delle persone a bordo. Poi è tornato in assetto ma è finito contro una secca, squarciandosi in più punti. La forza delle onde lo ha spinto infine a incagliarsi sulla battigia, adagiato su un fianco. Trentacinque migranti sono riusciti a raggiungere la spiaggia e si sono dileguati ma nel corso della mattinata sono stati tutti rintracciati, in parte a Castelvetrano e in parte a Menfi. Non è escluso che anche altri, oltre a quelli trovati, si siano salvati a nuoto. Uno dei superstiti, un quattordicenne, ha chiesto aiuto al custode di un ristorante distante circa 2 chilometri dal punto del naufragio: è stato lui il primo a raccontare nei dettagli quanto era accaduto, riferendo che mentre nuotava verso la riva e appena arrivato a terra aveva contato in acqua almeno 15 cadaveri. Poco dopo l’alba un primo corpo senza vita, quello di una ragazza, è stato trascinato sulla spiaggia dalla corrente. Altri 4 si sono spiaggiati nel corso della mattinata. Le 5 salme, recuperate dai vigili del fuoco, sono state trasferite nell’obitorio del cimitero di Castelvetrano. Se a bordo erano in 60 come hanno riferito i naufraghi, mancano dunque almeno 15 persone.
(Fonte: Sergio Scandura Radio Radicale, La Sicilia, Il Giornale di Sicilia, Agenzia Ansa, Repubblica, Agrigentonotizie).
Libia-Italia (Zawiya), 30 ottobre 2023
Il cadavere di un migrante sconosciuto è affiorato domenica 22 ottobre sul litorale di Zawiya, circa 50 chilometri a ovest di Tripoli, uno dei tratti di costa libica da cui sono più frequenti le “spedizioni” dei trafficanti sulla rotta per Lampedusa. Lo ha riferito il rapporto settimanale dell’ufficio Oim Libya pubblicato lunedì 30 ottobre. Recuperata da una squadra della Mezzaluna Rossa dopo l’intervento della polizia, la salma è stata trasferita nell’obitorio dell’ospedale locale. A giudicare dallo stato di degrado è rimasta in acqua a lungo prima del ritrovamento.
(Fonte: Rapporto Oim Libia 22-28 ottobre)
Senegal-Spagna (El Hierro, Canarie), 30 ottobre 2023
Due dei 122 migranti senegalesi del cayuco arrivato a El Hierro venerdì 26 ottobre sono morti nei giorni successivi allo sbarco. Il barcone è rimasto in mare per giorni prima di essere intercettato nelle acque delle Canarie, ormai alla fine di una rotta lunga circa 1.500 chilometri. Molti del gruppo (di cui facevano parte 3 donne e 18 minori) erano estremamente provati dalle fatiche della traversata. Uno in particolare è apparso subito in condizioni critiche, tanto da dover essere ricoverato nell’ospedale dell’isola, nel municipio di Valverde, ma non ce l’ha fatta a riprendersi. Il giorno dopo si è registrato il secondo decesso. Ne è rimasto vittima un altro giovane che, riprese almeno in parte le forze dopo le prime cure mediche, è stato assegnato al centro accoglienza di El Hierro, in un ex convento situato sempre nella zona di Valverde, ma avrebbe poi avuto un malore che è risultato fatale. Il suo corpo senza vita è stato trovato nella zona dei bagni da un altro migrante. La magistratura ha disposto un’autopsia per risalire alle cause esatte della morte.
(Fonte: El Diario, Helena Maleno Ong Caminando Fronteras)
Senegal-Spagna (Tenerife, Canarie), 30 ottobre 2023
Tre giovani senegalesi morti su un cayuco intercettato a sud delle Canarie: 2 durante la traversata dal Senegal e uno subito dopo lo sbarco. Il barcone era partito da circa una settimana. A bordo erano in 209 di cui 154 uomini, 21 donne e 34 minori. I soccorsi sono scattati verso le 7 quando la Guardia Civil ha intercettato sul radar dei segnali sospetti circa 9 miglia a sud di Punta Rasca, sulla costa meridionale di Tenerife, informando il Salvamento Maritimo. A intercettare il cayuco è stata poi la salvamar Caliope, che lo ha scortato fino al porto di Los Cristianos, avvertendo che occorreva predispore un vasto servizio di assistenza medica perché tutti i migranti apparivano in cattive condizioni. Al momento dello sbarco, avvenuto intorno alle 11, sono stati scoperti i cadaveri di due giovani, morti di freddo e sfinimento – hanno riferito i compagni – durante la traversata. Poco dopo è morto un altro del gruppo, prima ancora che i medici del servizio d’urgenza e i volontari della Croce Rossa presenti sul molo avessero il tempo di trasferirlo in ospedale. Anche per altri è stato necessario il ricovero.
(Fonte: El Diario, Helena Maleno Ong Camionando Fronteras, Europa Press)
Algeria-Spagna (Arzew), 31 ottobre 2023
E’ annegato cercando di imbarcarsi dall’Algeria per la Spagna. Per settimane è rimasto senza identità. A dargli un nome e a ricostruirne la storia è stata la Ong spagnola Cipimd, che si occupa delle ricerche dei migranti morti o dispersi nel Mediterraneo occidentale. Si tratta di Mohamed Yousfi, 28 anni. Era scomparso dal 12 ottobre quando, in serata, doveva prendere il largo con altri harraga dal litorale di Arzew, meno di 40 chilometri a nord est di Orano. Secondo quanto è stato possibile accertare, è annegato cadendo in mare da una scogliera prima di unirsi al gruppo dei compagni. Il suo corpo, trovato nei giorni successivi tra le rocce e recuperato dalla polizia, è stato trasferito nell’obitorio locale. Le ricerche della Ong sono partite da alcuni oggetti personali: in particolare una catenina con un piccolo pendaglio a forma di stella. La mattina di martedì 31 ottobre è arrivato il riconoscimento ufficiale da parte della famiglia, a cui la salma è stata consegnata per le esequie.
(Fonte; Ong Cipimd Centro identificazione mnorti e dispersi)
Senegal-Spagna (El Hierro, Canarie),2-3 novembre 2023
Un migrante senegalese è morto di sfinimento, disidratazione e ipotermia nell’ospedale di El Hierro, la più occidentale delle Canarie, poche ore dopo lo sbarco. Era su un cayuco con altri 82 migranti subsahariani, in maggioranza senegalesi, rimasto in mare per circa una settimana prima di raggiungere le acque dell’arcipleago spagnolo. Avvistato nella serata di giovedì 2 novembre, il barcone è stato raggiunto da una motovedetta e scortato fino al porto di La Estaca, dove è arrivato in piena notte. A bordo erano tutti molto provati dalla lunga traversata. Quattro, in particolare, trovati in condizioni critiche, sono stati subito trasferiti dal molo all’ospedale ma poche ore uno di loro ha cessato di vivere. Altri otto, meno gravi, sono stati trasferiti, dopo le prime cure da parte del personale della Croce Rossa, in un centro medico. La salma è stata sepolta nel cimitero di Valverde.
Aggiornamento 17 dicembre 2023. Sepolto senza un nome, con la sola data e il numero di registrazione, dopo oltre un mese di indagini il migrante morto è stato identificato: si tratta di Alieu Jallow, 34 anni, figlio di Jenaba e Mamadou. Viveva a Sare Bohoum, un villaggio del Gambia non lontano dalla frontiera con il Senegal.
(Fonte: La Provincia, El Diario. Aggiornamento: sito web Txema Santana giornalista)
Senegal-Spagna (El Hierro, Canarie), 4 novembre 2023
Quattro morti tra i circa 740 migranti arrivati a El Hierro, nelle Canarie, su quattro cayucos rimasti in mare per più giorni prima di essere intercettati nelle acque spagnole da unità del Salvamento Maritimo e della Guardia Civil. L’allarme è scattato poco dopo le 18 di venerdì 3 novembre, quando sono stati segnalati i primi due barconi oltre 70 miglia a sud est di El Hierro, l’isola più occidentale dell’arcipelago. Per i soccorsi la centrale operativa del Salvamento Maritimo di Tenerife ha mobilitato la guardamar Caliope, la salvamar Adhara e il pattugliatore Rio Tajo della Guardia Civil. La Adhara ha raggiunto quello più lontano, che aveva il motore in avaria, e lo ha rimorchiato fino al porto di La Restiga, arrivando verso le 2 di notte. Quasi alla stessa ora è approdato al molo il secondo cayuco, scortato dalla Caliope. Tutte le persone sbarcate apparivano molto provate ma nessuna in pericolo di vita. Nel frattempo si era avuta notizia degli altri due natanti, verso i quali si è mosso il pattugliatore Rio Tajo, che li ha accompagnati fino a La Restiga, dove sono arrivati verso le 5 del mattino di sabato. Le condizioni delle persone a bordo sono risultate subito molto più gravi di quelle dei due barconi arrivati in precedenza. Sul primo, con a bordo circa 250 migranti, c’erano 13 persone in condizioni critiche: sono state subito trasferite nell’ospedale Virgen de los Reyes, ma due sono morte nel giro di poche ore. Sull’altro, quello verosimilmente rimasto più a lungo in mare lungo una rotta di oltre 1.500 chiolometri, c’erano due ragazzi morti da almeno 24 ore e per un altro è stato necessario un ricovero d’urgenza.
Aggiornamento 6 novembre. E’ morto uno dei quattro migranti ricoverati in condizioni critiche all’ospedale di El Hierro sabato 4 novembre subito dopo essere sbarcati da un cayuco arrivato dal Senegal con 250 persone. E’ stato sepolto nel cimitero di Valverde come gli altri due deceduti poche ore dopo lo sbarco e i due arrivati già privi di vita su un altro barcone.
(Fonte: Helena Maleno Ong Caminando Fronteras, El Diario, Europa Press)
Polonia-Bielorussia (Bialowieska), 4 novembre 2023
Un profugo siriano è morto alla frontiera tra la Polonia e la Bielorussia, in territorio polacco. Aveva 23 anni. Le sue tracce si erano perse verso la fine di ottobre. Il gruppo di volontari Emergenza Umanitaria Podlaski ne ha ha informato il servizio persone scomparse della polizia non appena ha saputo la notizia, mercoledì primo novembre, ma non è stato coinvolto nelle ricerche. Con il passare dei giorni i timori si sono moltiplicati, fino a che nella giornata di sabato 4 è stato trovato il corpo ormai senza vita del giovane. Era nella foresta di Bialowieska, vicino al fiume Narewka, a pochissimi chilometri dalla linea di frontiera con la Bielorussia. E’ verosimile che, dopo essere riuscito a superare le barriere erette lungo il confine, si sia nascosto nella foresta per sottrarsi ad eventuali pattuglie della polizia che ispezionano costantemente la zona o che, stremato, si sia fermato per riposarsi, ma non ce l’abbia più fatta a rimettersi in cammino.
(Fonte: Grupa Granica, Gazeta Wyborcza)
Senegal-Spagna (Dakar-Canarie), 4-5 novembre 2023
Tre migranti annegati nei naufragi di due cayucos nelle acque di Dakar, sulla rotta atlantica verso le Canarie. Una delle due piroghe aveva preso il largo nella serata di sabato 4 da Bargny, poco a sud di Dakar. A bordo erano in circa 300. Superato il promontorio di Dakar, ha puntato in direzione di Saint Louis, per proseguire poi verso le Canarie, distanti circa 1.500 chilometri, ma ci sono state subito grosse difficoltà dovute al mare molto mosso. Verso le 18, probabilmente a causa della violenza delle onde, si è aperta una falla su una fiancata e lo scafo ha cominciato a imbarcare acqua, costringendo ad accostare per cercare di mettersi in salvo prima di affondare. Il naufragio è avvenuto all’altezza della spiaggia di Gadaye, a nord est di Dakar, dopo una quarantina di chilometri di navigazione. Per fortuna la riva non era lontana e quasi tutti si sono salvati, aiutati da pescatori del posto a cui si sono aggiunti i vigili del fuoco e la polizia. Una donna e un ragazzo, però, sono scomparsi in acqua, travolti dalle onde, prima di poterli raggiungere. Un’altra donna, in stato di gravidanza, temendo di essere arrestata dalla polizia arrivata sulla spiaggia, si è gettata in acqua ed ha rischiato di annegare: l’hanno salvata alcuni abitanti del posto. L’altro naufragio si è verificato un paio di giorni prima di fronte alla spiaggia di Hamo 4, alla periferia settentrionale di Dakar. Il cayuco, con 170 migranti, era partito da un tratto di costa molto più a sud, verso il Gambia, ed è rimasto in mare tre giorni, finché bordo hanno deciso di rientrare verso la costa a causa del mare troppo mosso. Erano ormai vicini alla riva quando lo scafo si è rovesciato Anche in questo caso i primi soccorsi sono arrivati dai pescatori. Si sono salvati tutti tranne giovane che era al timone e che non è riemerse dopo che lo scafo si è ribaltato.
(Fonte: Le Quotidien)
Tunisia o Libia – Italia (Lampedusa), 5 novembre 2023
Il cadavere di un migrante è affiorato a Lampedusa nella zona di Cala Pulcino, circa 10 chilometri a ovest del porto e non lontano dalla spiaggia e dall’isola dei Conigli. Ad avvistarlo sono stati alcuni turisti, che hanno avvisato i carabinieri. Per il recupero è intervenuta una squadra dei vigili del fuoco. La salma aveva indosso solo una maglia bianca ed era irriconoscibile a causa dell’avanzatissimo stato di degrado, tanto che è risultato difficile persino stabilirne il sesso. Una corda nera lo legava a uno pneumatico, utilizzato evidentemente come salvagente. Nessun indizio per stabilirne la provenienza, anche se appare evidnete che si tratta della vittima del naufragio di una barca proveniente o dalla Tunisia o dalla Libia.
(Fonte: Agrigentonotizie)
Senegal-Mauritania-Spagna (Nouadhibou), 6 novembre 2023
Almeno 113 migranti morti su alcuni cayucos (come minimo 5 o 6) salpati dal Senegal per le Canarie ma intercettati nelle acque della Mauritania, dopo essere rimasti a lungo in mare, e condotti a Nouadhibou, circa 480 chilometri a nord di Nouakchott e oltre 700 dal confine senegalese. Gli sbarchi si sono succeduti dal 3-4 novembre al 5-6, per un totale di quasi 850 senegalesi e 6 gambiani, tra cui numerose donne (qualcuna in stato di gravidanza), bambini e neonati. Su uno dei barconi c’erano 13 cadaveri, tutti in grave stato di degrado, tanto che è stato necessario seppellirli immediatamente. Alcuni sono di donne e bambini. I superstiti hanno riferito che erano morti diversi giorni prima, mentre il cayuco era alla deriva dopo aver perso la rotta. Altre vittime, un centinaio in totale, sono state gettate in mare da quello stesso cayuco e da altri, prima dei soccorsi. La strage, documentata con un filmato di parte degli sbarchi e della scoperta e inumazione dei 13 cadaveri, è stata diffusa da Le Quotidien e poi confermata dal ministero degli esteri senegalese. Non sono stati riferiti i punti di partenza dei cayucos dal Senegal. Quello più vicino è tuttavia Saint Louis, che dista 750 chilometri da Nouadhibou. Molto più lontani gli altri tratti di costa senegalese da cui avvengono più di frequente le “spedizioni” dei barconi di migranti: Dakar almeno 1.000 chilometri, Banijul in Gambia 1.300. Specialmente per i barconi su cui sono state segnalate più vittime c’è da ritenere che le partenze siano avvenute dai porti più a sud, distanti tra 1.500 e 2.000 chilometri dalle Canarie. Una volta a terra, dei sopravvissuti, in attesa del rimpatrio, si è presa cura l’Associazione Senegalese, in collaborazione con le autorità mauritane e l’Oim.
Aggiornamento 6-11 novembre. Piroghe partite dal Senagal e rimaste per giorni in mare sono approdate in Mauritania anche a Nouamgha, una città costiera situata al confine meridionale del parco nazionale di Banc d’Arguin, circa 150 chilometri a nord di Nouakchott e 350 a sud di Nouadhibu. Una Aveva a bordo 13 cadaveri. Anche tutti gli 80 superstiti erano allos tremo: sei sono stati ricoverati in condiizoni critiche. Se ne è avuta conferma sabato 11 nel contesto della notizia del rimpatrio dalla Mauritania e dal Marocco di circa 800 migranti senegalesi intercettati in mare, ma ne avevano già parlato diverse testate locali, sia in Senegal che in Mauritania, fin dal 6 novembre. Il numero esatto delle vittime è stato pubblicato dal sito web di Alarm Phone la sera di sabato 11.
(Fonte: Le Quotidien. Aggiornamento: Le Quotidien, Seneplus, Ndar Info, Leral.net, Alarm Phone)
Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 6 novembre 2023
Un profugo sudanese è scomparso in mare cadendo da un gommone sulla rotta tra la Tunisia e Lampedusa. Lo hanno riferito i 49 migranti trovati bordo del canotto quando è stato raggiunto e soccorso, prima dell’alba, dalla motovedetta Cp 306 della Guardia Costiera e da una unità dell’agenzia Frontex: “E’ finito fuoribordo – hanno detto – e non è riuscito a risalire. Poi è scomparso nel buio prima che potessimo fare qualcosa per tentare di recuperarlo”. Sempre secondo quanto hanno riferito i 49 migranti, erano partiti da Sfax il giorno prima. Stranamente, però, il gommone, lungo otto metri, era privo del motore, sicché resta da spiegare come sia potuto arrivare fino a poche miglia da Lampedusa. Una delle ipotesi è che sia stato rimorchiato o scortato da una barca più grande, che poi ha prelevato il motore prima che arrivassero la motovedetta italiana e quella di Frontex.
(Fonte: Agrigentonotizie)
Libia-Italia (Misurata), 6 novembre 2023
I cadaveri di tre migranti sconosciuti sono affiorati in mare al largo di Misurata, oltre 200 chilometri a est di Tripoli. Il recupero, su segnalazione del servizio Marine Radio Station, è stato effettuato dalla motovedetta P-52 Wadi Al Atl, della guardia costiera libica. Sbarcati su un molo del porto peschereccio di Misurata, i tre corpi sono stati poi trasferiti da personale della Mezzaluna Rossa presso l’obitorio dell’ospedale, in attesa del nulla osta della Procura per l’inumazione. A giudicare dallo stato di conservazione non sono rimasti in acqua a lungo. Tutto lascia credere che si tratti di migranti annegati in seguito a un naufragio fantasma sulla rotta per Lampedusa: una nuova tragedia di cui non si conoscono né il numero delle vittime né le circostanze.
Aggiornamento 8 novembre. Due giorni dopo i primi ritrovamenti, mercoledì 8 novembre, il corpo di un altro migrante sconosciuto è stato avvistato nelle acque di Misurata, rafforzando i timori di un naufragio fantasma con un numero imprecisato di vittime. Recuperato dalla Lybian Coast Security e sbarcato nel porto peschereccio, è stato trasferito dalla Mezzaluna Rossa nell’obitorio dell’ospedale.
(Fonte: Migrant Rescue Watch, rapporti del 6 e 8 novembre)
Marocco (Nador), 7 novembre 2023
E’ morto in stato di detenzione un migrante guineano in carcere a Nador per aver tentato di raggiungere la Spagna. Si chiamava Moussa Camara. La notizia è stata diffusa martedì 7 novembre dalla Ong Association Marocaiune des Droits Humains, ma la morte del giovane risale al 30 ottobre, più di una settimana prima. Moussa doveva scontare 10 anni di carcere: era stato accusato di essere uno degli scafisti di una barca intercettata nel 2019 ma lui ha sempre sostenuto di essere solo un migrante che sperava di costruirsi un futuro migliore in Europa. Dopo la condanna è stato rinchiuso nel carcere di Selouane. Verso la fine di ottobre si è sentito male e venerdì 27 è stato trasferito d’urgenza all’ospedale Hassani, dove i medici lo hanno ricoverato in terapia intensiva, ma giovedì 30 ha cessato di vivere. Association Marocaine ha sollecitato un’autopsia e una inchiesta sia alla magistratura che all’amministrazione del carcere per far luce sulla morte di Moussa ma anche sulle condizioni di detenzione dei numerosi migranti prigionieri.
(Fonte: Ong Association Marocaine des Droits Humains)
Marocco-Spagna (Nador-Melilla), 9 novembre 2023
Un giovane marocchino è scomparso in mare cercando di raggiungere Melilla a nuoto. E’ accaduto domenica 29 ottobre ma non se ne è saputo nulla fino a quando, giovedì 9 novembre, la notizia è stata pubblicata dal sito della Ong Association Marocain Droits Humains, rilanciando un appello di ricerca dei familiari. Il ragazzo ha attuato il suo tentativo partendo dalla spiaggia di Beni Ensar, il sobborgo di Nador dove vive la sua famiglia. Secondo alcuni amici che lo seguivano a vista da lontano, quando era già piuttosto al largo è stato scoperto da una motovedetta spagnola, che avrebbe cercato di respingerlo, ma lui avrebbe continuato a nuotare per non essere costretto a rientrare. Da quel momento nessuno lo ha più visto. A vuoto tutti i tentativi di contattarlo, fino a quando la mancanza assoluta di notizie per oltre dieci giorni ha indotto i familiari a rivolgersi alla Ong.
(Fonte: Ong Association Marocaine Droits Humains)
Senegal-Spagna (El Hierro), 9 novembre 2023
Un migrante è morto durante la traversata dal Senegal alle Canarie. Era su un cayuco con altre 80 persone a bordo rimasto in mare per più giorni prima di essere localizzato alcune miglia a sud di El Hierro, la più occidentale della Canarie. Dall’isola è partita per intercettarlo una motovedetta della Guardia Civil, che lo ha poi scortato fino al porto di La Restiga, dove era stato allestito un presidio sanitario d’emergenza della Croce Rossa e del Servicio Urgencias Canario (Suc). Il cadavere, segnalato dagli altri migranti non appena la motovedetta ha accostato, è stato sbarcato sul molo dove è il presidio medico e da qui trasferito all’obitorio dell’ospedale. I compagni hanno riferito che il giovane è morto almeno un giorno prima di arrivare nelle acque di El Hierro.
(Fonte: El Diario, Europa Press)
Senegal-Mauritania-Spagna (La Guera, Mauritania), 9 novembre 2023
I corpi di 16 migranti subsahariani sono stati trascinati dal mare sulla spiaggia di La Guera, quasi all’estremità meridionale di Cap Blanc, in Mauritania, a una quindicina di chilometri dal porto di Naouadhibou e quasi 500 a nord di Nouakchott. Erano su un grosso cayuco che si è schiantato su una scogliera. Secondo quanto hanno appreso i cronisti di Le Quotidien (il giornale senegalese che ha pubblicato la notizia lunedì 13 novembre) ci sarebbero decine di dispersi. Il barcone naufragato era infatti di grosse dimensioni, in grado di trasportare anche oltre cento persone. Le autorità di Naouadhibou hanno disposto una operazione di ricerca dei dispersi nel tratto di mare antistante La Guera. Si è appurato intanto che il barcone era partito dal Senegal, sulla rotta per le Canarie, qualche giorno prima del disastro, un altro naufragio rimasto “fantasma” fino a quando sono affiorati i primi corpi delle vittime.
(Fonte: Le Quotidien)
Libia (Umm al Aranib – Majdul), 10 novembre 2023
Il corpo di un migrante subsahariano sconosciuto è stato trovato nel Sahara libico tra Umm Al Aranib e Majdul, circa 180 chilometri a est di Murzuch e 150 a sud di Sabha, lo snodo delle piste provenienti dal confine con il Niger e il Ciad. Lo ha scoperto, semisepolto dalla sabbia, al margine di una strada sterrata appena tracciata, una pattuglia di militari in servizio di perlustrazione, che ha poi interessato la polizia di zona per il recupero e il trasporto nel più vicino obitorio. Si tratta con ogni probabilità di un migrante forse caduto o rimasto comunque tagliato fuori dal pick-up con cui stava cercando di raggiungere Tripoli, quasi mille chilometri più a nord.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Tunisia-Italia (Al Amra e Sfax – Lampedusa), 11 novembre 2023
Tre migranti morti in due barche diverse sulla rotta tra la Tunisia e Lampedusa. Uno, un giovane eritreo di 28-29 anni, è annegato quando la salvezza sembrava ormai prossima. Era con altri 39 eritrei e sudanesi su una barca in ferro “usa e getta” di sette metri partita da Al Amra, una trentina di chilometri a nord di Sfax, venerdì 10 novembre intorno a mezzogiorno. La navigazione è stata lenta e precaria per l’assoluta instabilità dello scafo ma, a quanto hanno riferito i compagni, il giovane eritreo stava bene. Poi, la mattina di sabato 11, a sud est di Lampedusa, la barca ha ceduto e si è rovesciata di colpo proprio mentre si stavano avvicinando una motovedetta della Guardia Costiera e una della Guardia di Finanza. Il ragazzo eritreo è scomparso in mare subito dopo il naufragio e i soccorritori non sono arrivati in tempo per salvarlo. Tutti gli altri naufraghi sono stati portati a bordo delle due unità, che hanno poi recuperato anche il cadavere. Le altre vittime sono due senegalesi. Erano partiti venerdì 10 su una barca in ferro da Sfax. Lo scafo era di appena sei metri ma a bordo erano stipati in 69. Prima dell’alba di sabato 11 il natante è stato intercettato e soccorso dalla motovedetta CP 281 della Guardia Costiera, che ha trovato a bordo 67 tra somali, gambiani, senegalesi e ivoriani portandoli in salvofino al molo Favarolo di Lampedusa. Alcuni dei superstiti hanno subito riferito che durante la notte due compagni erano scivolati fuoribordo, scomparendo in mare. Non hanno saputo indicare dove con precisione, ma la Guardia Costiera ha ugualmente inviato una motovedetta per la ricerca lungo la rotta presumibile. Senza alcun esito.
(Fonte: Agrigentonotizie, Agenzia Ansa, La Repubblica, La Sicilia)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 12 novembre 2023
Due giovani marocchini – Ilyas El Antabi e Ismail Ait Ouballa, di 24 e 25 anni – sono scomparsi nel tentativo di arrivare a Ceuta via mare. E’ stato ritrovato, invece, un amico che era con loro, Medhi Idrissi. Partiti da El Jadida, dove vivono le famiglie, le loro tracce si sono perse dal pomeriggio di lunedì 6 novembre a Castillejos, a sud dell’enclave spagnola. I tre giovani hanno preso il mare muniti di salvagenti pneumatici di colore blu per aiutarsi a tenersi a galla e indossando tute di neoprene per difendersi dal freddo. A Ceuta, però, non sono mai arrivati. C’è da pensare che la corrente li abbia trascinati molto al largo, perché Medhi è stato soccorso lontano dalla costa, con l’intervento anche di un elicottero, da una nave mercantile cinese che lo ha sbarcato ad Algeciras, in Spagna. A scoprire che Medhi si era salvato sono state le famiglie dei due dispersi le quali, non ricevendo notizie per giorni, hanno avviato una serie di ricerche che le hanno portate prima a Gibilterra e poi, appunto, ad Algeciras. Spinti da una estrema speranza i familiari hanno lanciato un appello attraverso il quotidiano El Faro de Ceuta, ma loro stessi hanno ribadito che i due ragazzi dal 6 non si sono più messi in contatto e che i loro cellulari risultano irraggiungibili.
Aggiornamento 22 novembre. Il cadavere di Ilyas El Antabi è stato trovato nelle acque algerine, poco oltre il confine con il Marocco, a centinaia di chilometri di distanza da Castillejos. Dopo il recupero in mare è stato trasferito nell’obitorio di un ospedale della zona. La conferma è arrivata all’indomani dell’ennesimo appello di ricerca lanciato dalla madre, Soumaya Farhi. Resta un mistero capire come il corpo sia potuto arrivare così lontano, pur tenendo conto delle forti correnti.
(Fonte: El Faro de Ceuta. Aggiornamento: El Faro de Ceuta edizione del 22 novembre)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 13 novembre 2023
Si è persa ogni traccia di un altro ragazzo marocchino che ha tentato di raggiungere Ceuta a nuoto. Si tratta di Mohamed El Sabti, 22 anni, originario di El Jadida, sulla costa atlantica, 500 chilometri a sud est di Ceuta, come gli altri due giovani scomparsi da lunedì 6 novembre. I due episodi non sono correlati. Mohamed ha lasciato El Jadida tra martedì 7 e mercoledì 8 novembre, raggiungendo insieme a tre amici, in pullman, Castillejos, il piccolo centro marocchino situato a breve distanza dal confine meridionale dell’enclave spagnola. Ha preso il mare, sempre insieme ai tre amici, la sera di giovedì 9. Indossava una muta da sub e calzava un paio di pinne ai piedi. I quattro si sono allontanati verso il largo. Dopo un paio di ore Mohamed è stato preso da crampi alle gambe, probabilmente per la fatica e il freddo. Gli amici hanno cercato di aiutarlo e lui si è almeno in parte ripreso, ricominciando a nuotare. Poco dopo, però, è scomparso nel buio mentre gli altri tre, a loro volta stremati di fatica, hanno iniziato a rientrare verso la riva e sono stati intercettati da una unità della marina marocchina. E’ stato appunto uno di loro a prendere contatto con la famiglia di Mohamed e a raccontare quanto era accaduto. La sorella ha lanciato un appello di ricerca attraverso la redazione del Faro de Ceuta, precisando che Mohamed non aveva manifestato a nessuno dei familiari la sua intenzione di tentare di arrivare in Spagna.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Turchia-Grecia (Cesme-Chio), 13 novembre 2023
Cinque profughi morti e 2 dispersi nel naufragio di un canotto pneumatico nell’Egeo, tra la Turchia e la Grecia. Il gommone aveva preso il largo nelle prime ore del mattino dalla costa meridionale della penisola di Cesme, puntando verso la vicina isola di Chio. A bordo erano in 13. La tragedia è avvenuta poco dopo la partenza, di fronte a Kleopatra Koyu, dodici chilometri a sud di Cesme: sovraccarico e instabile, lo scafo non ha retto le difficili condizioni meteomarine (vento forte, con onde alte oltre due metri) e si è rovesciato. I soccorsi sono arrivati da unità della Guardia Costiera turca, che ha tratto in salvo un naufrago e ne ha aiutati poi altri 5 che erano riusciti a raggiungere a nuoto la riva. Poco dopo sono stati recuperati in mare 4 cadaveri e un quinto è stato spinto dalla corrente fino alla spiaggia. Le ricerche sono continuate per l’intera giornata ma non è stata trovata traccia degli altri due naufraghi.
(Fonte: Aegean Boat Report)
Marocco-Spagna (Alhucemas-Motril), 14 novembre 2023
Un giovane marocchino è annegato nel naufragio di un vecchio peschereccio con a bordo altri 36 migranti sulla rotta per l’Andalusia. Erano partiti dalla costa di Alhucemas, vicino a Nador, la notte tra lunedì 13 e martedì 14 novembre. Le condizioni meteo non erano favorevoli. L’emergenza è scattata verso le 3. A dare l’allarme è stato il pattugliatore Antalya della Marina spagnola, che alle 3,15 ha avvisato la base del Salvamento Maritimo di Almeria di aver avvistato un battello in grave difficoltà nel Mare di Alboran, 44 miglia a sud di Motril. Venti minuti dopo, alle 3.36, il pattugliatore ha poi comunicato che stava attuando una complessa operazione di soccorso perché il natante stava affondando e molte delle persone a bordo si erano già gettate in acqua. Da Almeria era partita intanto la salvamar Gienah che ha preso a bordo i 36 naufraghi recuperati dall’Antalya. I superstiti hanno subito segnalato che mancava uno del gruppo, forse rimasto intrappolato sotto lo scafo al momento del naufragio. Le ricerche condotte per ritrovarlo non hanno dato esito. I 36 naufraghi sono stati sbarcati nel porto di Motril.
(Fonte: Ong Cipimd, Europa Press)
Tunisia (Tunisi), 14 novembre 2023
Un giovane profugo sudanese, Jumma, 23 anni, è morto a Tunisi di denutrizione e per la manzanza di un’assistenza sanitaria adeguata. Arrivato in Tunisia da mesi, con la speranza di trovare un imbarco per l’Italia, era rimasto intrappolato, continuamente a rischio di essere espulso oltre la frontiera con la Libia, come è capitato a centinaia di migranti negli ultimi mesi. Era in contatto con alcuni volontari di Baobab Experience, che lo hanno visto per l’ultima volta il 16 ottobre. Già allora era in condizioni precarie: benché malato, viveva in un rifugio di fortuna in un palazzo rimasto incompiuto. L’ospedale Mongi Slim, di La Marsa, alla periferia di Tunisi, gli aveva prescritto dei medicinali. ma lui non aveva il denaro per comprarli. A malapena, anzi, riusciva a procurarsi il cibo. Finalmente, dopo un mese da quell’incontro con i volontari di Baobab, ha ricevuto delle medicine ed ha trovato ospitalità presso un centro di transito per migranti. Ma era ormai troppo debilitato. La mattina del 13 novembre il gestore del centro lo ha trovato morto ed ha chiamato la polizia, che ha informato l’Unhcr a cui Jumma si era rivolto più volte in cerca di aiuto. Il cugino del ragazzo, anche lui profugo in Tunisia, ha chiamato in causa l’Unhcr: “Tre volte – ha detto – il personale dell’Unhcr ha promesso a Jumma una visita del medico, ma il medico non si è mai presentato”.
(Fonte: Refugee in Libya-Tunisia)
Turchia-Grecia (Ayvalik-Lesbo), 14-15 novembre 2023
Un bambino è scomparso in mare cadendo da una barca di migranti nell’Egeo tra la penisola turca di Ayvalik e l’isola greca di Lesbo. Il battello era arrivato nelle acque greche quando è stato intercettato e costretto a invertire la rotta da una motovedetta. La tragedia sarebbe avvenuta poco dopo, senza che nessuno riuscisse a soccorrere e recuperare il bimbo. Ricerche sistematiche sono iniziate solo più tardi, quando il gruppo di profughi è stato avvistato e soccorso dalla Guardia Costiera turca. Alcune unità hanno pattugliato la zona, partendo dal punto presumibile in cui il piccolo è finito fuoribordo e ripercorrendo la rotta fatta dalla barca, ma senza alcun esito.
(Fonte: Aegean Boat Report)
Gambia-Spagna (El Hierro, Canarie), 15-16 novembre 2023
Almeno 7 morti (forse 9) su un cayuco salpato dal Gambia per le Canarie e rimasto in mare più di due settimane prima di essere avvistato nel pomeriggio di mercoledì 15 novembre circa 155 chilometri a sud est di El Hierro. In quel momento c’erano a bordo 54 persone (tra cui 4 donne e un bambino) e un cadavere. A dare l’allarme è stato un veliero britannico, il Thestral, che ha avvertito dell’emergenza la centrale operativa del Salvamento Maritimo di Tenerife e poi ha affiancato il cayuco per offrire assistenza e rifornire d’acqua i 54 migranti. Per i soccorsi è subito partita la guardamar Polimnia che ha recuperato i naufraghi e scoperto, al momento del trasbordo, che c’era anche un morto. Subito dopo ha fatto rotta verso il porto di La Restinga, a El Hierro, dove è arrivata durante la notte. Tutti i naufraghi erano ormai allo stremo. Tre, in particolare, risultati molto gravi ai primi esami dell’equipe medica presente sul molo, sono stati ricoverati. All’indomani dello sbarco è poi emerso che il cayuco era rimasto alla deriva almeno 15 giorni, dopo essere partito da una piccola località costiera del Gambia, Kartong, distante 1.650 chilometri da El Hierro. Il ragazzo trovato senza vita al momento dei soccorsi non è l’unica vittima. Durante quelle due terribili settimane passate nell’Atlantico i superstiti hanno riferito che altri giovani sono morti di disidratazione e ipotermia: i loro corpi sono stati fatti scivolare fuoribordo e affidati al mare. Quanto al numero, le testimonianze sono discordi: alcuni dicono 6, altri 8. E qualcuno dice che sono 19 e non 15 i giorni passati alla deriva.
Aggiornamento 16 novembre. Come era emerso subito da alcune testimonianze, le vittime sono 9 e non 7. E’ quanto ha scritto Txema Santana, uno dei giornalisti spagnoli più esperti sui paesi della rotta atlantica verso le Canarie: “Sono partiti dal Gambia: 55 sono sopravvissuti ma all’inizio a bordo erano in 64. Negli ultimi mesi l’attenzione si è focalizzata sul Senegal, però non sono pochi i cayucos partiti dal Gambia e i migranti di questo paese che hanno prerso il mare”.
(Fonte: El Diario, La Provincia, Canarias 7, Agenzia Ansa, Europa Press. Aggiornamento: Sito web Txema Santana)
Marocco (Al Hoceima), 16 novembre 2023
Il cadavere di un uomo in avanzato stato di decomposizione è stato trovato a breve distanza dalla riva dall’equipaggio di un peschereccio di fronte alla spiaggia do Jabroun, nella provincia di Al Hoceima, oltre 140 chilometri a ovest di Nador e dell’enclave spagnola di Melilla. Aveva indosso una muta da sub ed era collegato a un galleggiante. Si è subito ipotizzato che fosse un migrante annegato nel tentativo di arrivare in Spagna. La conferma è arrivata sei giorni dopo, mercoledì 22 novembre, quando il cadavere è stato identificato dai familiari attraverso la descrizione degli abiti e delle caratteristiche con l’aiuto di una Ong locale: si tratta di un harraga algerino di 21 anni.
(Fonte: Nadorcity.com edizioni del 16 e del 22 novembre)
Algeria-Spagna (Bourmedes-Baleari), 17 novembre 2023
Sono tutti morti i 28 migranti subsahariani che erano su una barca naufragata nel Mediterraneo, sulla rotta tra l’Algeria e la Spagna. La partenza è avvenuta martedì 7 novembre dalla costa di Bourmedes, 45 chilometri a est di Algeri, puntando verosimilmente sulle Baleari. Da allora se ne è persa ogni traccia e con il passare dei giorni si è cominciato a temere un ennesimo “naufragio fantasma”. La conferma è arrivata tra giovedì 16 e venerdì 17, quando si è avuta notizia del recupero in mare dei corpi senza vita di alcuni dei 28 del gruppo. Lo ha comunicato Helena Maleno, della Ong Caminando Fronteras, specificando sono 8 i cadaveri recuperati: 7 di giovani uomini e uno di ragazza. Nessuna traccia degli altri 20.
(Fonte: Helena Maleno Ong Caminando Fronteras)
Turchia-Grecia (Yalikoy-Agathonisi), 17 novembre 2023
Una donna è annegata nel naufragio di un gommone con a bordo 19 migranti nelle acque della piccola isola greca di Agathonisi. Il canotto era partito dalla vicina costa turca di Yalikoy, nel distretto di Didim. Era ormai in prosismità di Agathonisi quando – secondo le dichiarazioni delle autorità greche – da bordo è stato lanciato un segnale di soccorso a cui la Guardia Costiera ha risposto inviando nella zona un elicottero e diverse motovedette. Quando le navi sono arrivate, il gommone era capovolto e le persone erano già in acqua: inizialmente ne sono state recuperate 16 e poi ancora una, una giovane donna. Mancava a quel punto un’altra donna, trovata quando era ormai senza vita. I 18 sopravvisuti sono stati sbarcati a Samo. Non sono state chiarite le circostanze e le cause del naufragio. La Ong Aegean Boat Report ha sollecitato una inchiesta, ascoltando le testimonianze dirette dei superstriti.
(Fonte: Ekathimerini, Agenzia Ana Mpa, Ong Aegean Boat Report)
Algeria-Spagna (Orano), 17 novembre 2023
Un giovane algerino è stato ucciso da un proiettile sparato dalla polizia che non avrebbe esitato a fare fuoco per bloccare una barca di migranti salpata sulla rotta per l’Andalusia. Aveva 22 anni. Lo ha riferito la Ong spagnola Cipimd, che si occupa delle ricerche dei migranti morti o dispersi nel Mediterraneo occidentale, lungo le vie di fuga verso la Penisola Iberica o le Baleari. Sono scarsissimi i particolari sulla tragedia. Si sa per certo solo che la barca era partita dal litorale di Orano e che è stata intercettata poco dopo: probabilmente non si è fermata all’alt e da una motovedetta sono partite delle raffiche e almeno uno dei migranti è stato colpito e ucciso. Tutti gli altri sono stati arrestati, rileva Francisco Jose Clemente Martin, portavoce della Ong, aggiungendo che da diverse settimane si registrano azioni particolarmente decise per intercettate e fermare le barche dei migranti.
(Fonte: Ong Cipimd)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 19 novembre 2023
Si è persa ogni traccia di un giovane algerino – Badr Al Din Belhassa, 20 anni – arrivato a Castillejos per raggiungere poi l’enclave spagnola di Ceuta. L’ultimo contatto con la famiglia risale all’8-9 novembre, quando ha comunicato l’intenzione di tentare. Da allora è sparito e, in mancanza di notizie, i familiari hanno lanciato un appello di ricerca, rivolgendosi alla redazione del Faro de Ceuta. Anche le indagini condotte dai cronisti sono rimaste senza esito: la Guardia Civil ha precisato di aver intensificato i pattugliamenti in mare, proprio in seguito al numero crescente di giovani che tentano la traversata a nuoto, ma di non aver mai incontrato Badr. La stessa risposta è arrivata dalla Croce Rossa o da altre organizzazioni di assistenza. Nulla anche nei centri di accoglienza per migranti. Non è escluso che Badr fosse insieme ad altri algerini, ma nessuno degli algerini presenti a Castillejos ha saputo fornire informazioni.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 20 novembre 2023
Nove vittime (8 migranti dispersi e un morto) in un naufragio alle soglie di Lampedusa. La barca, un precario scafo in metallo lungo circa 7 metri, era partito la sera di domenica 19 novembre da Sfax. A bordo erano in 54, tutti subsahariani. La tragedia è avvenuta intorno alle 14,30 a breve distanza dalla punta occidentale di Lampedusa, quando lo scafo, probabilmente a causa delle condiizoni difficili del mare e del sovraccarico, si è rovesciato di colpo. Quarantare naufraghi sono riusciti a raggiungere, in vari gruppi, diversi punti delle scogliere di Capo Ponente. Altri due, spinti dalla corrente, sono finiti sulla costa più a est, nella zona di Muro Vecchio. L’allarme è stato lanciato da un ispettore di polizia dell’ufficio immigrazione che, visti i naufraghi che cercavano di metteris in salvo, ha avvertito la Capitaneria. Dal porto sono partite diverse motovedette, che hanno recuperato i 43 arrivati a Capo Ponente. Tra questi una bimba di due anni, che è morta però poco dopo, durante il tragitto verso il molo. I due finiti a Muro Vecchio sono stati invece tratti in dalvo da due pescatori, che li hanno condotti a Cala Pisana, affidandoli alle cure dei sanitari del 118. Appena a terra, mentre venivano assistiti dal personale medico dell’ambulario, i naufraghi hanno segnalato che mancavano ancora 8 del gruppo, tra cui due bambini.
(Fonte: Agrigentonotizie, Il Giornale di Sicilia, La Sicilia, Repubblica, Ansa)
Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 21-22 novembre 2023
Una ivoriana di 26 anni è annegata nel naufragio di una barca di migranti a sud ovest di Lampedusa. E’ il secondo naufragio nelle vicinanze dell’isola nell’arco di 24 ore e anche questa volta si tratta di uno scafo in metallo di circa 7 metri “usa e getta”, precariamente costruito per una sola traversata. Il natante risulta partito da Sfax la sera di lunedì 20. A bordo erano in 47, originari della Guinea, del Mali e della Costa d’Avorio. Oltre 24 ore dopo, quando erano arrivati circa 28 miglia a sud ovest di Lampedusa, si è mossa per i soccorsi una motovedetta della Guardia di Finanza. La tragedia è avvenuta durante il trasbordo: nella ressa che si è creata per salire sull’unità militare lo scafo, già in equilibrio precario, si è rovesciato di colpo, scaraventando in mare tutti i 47 migranti. L’equipaggio della motovedetta ha recuperato tutti, inclusa la giovane ivoriana, che era però già esanime nonostante sia rimasta in acqua per non più di dieci minuti. Inutili i tentativi di rianimarla. Lo sbarco al molo Favarolo è avvenuto durante la notte. I superstiti hanno riferito che non ci sono dispersi.
(Fonte: La Stanpa, Agenzia Ansa, Agrigentonotizie)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 22 novembre 2023
Il corpo di un migrante, un ragazzo probabilmente minorenne, è stato avvistato in mare, a pochi metri dalla spiaggia del Chorrillo, nel centro di Ceuta, versante meridionale. Per il recupero è intervenuta una squadra del servizio sommozzatori della Guardia Civil (Geas), che lo ha poi trasferito nell’obitorio dell’istituto di medicina legale per le indagini. Stando agli esami medici, la morte risale a poche ore prima del ritrovamento. Si ritiene che il giovane abbia tentato di raggiungere Ceuta a nuoto partendo da una spiaggia di Castillejos, in Marocco. Indossava una muta da sub ed aveva con sé un galleggiante pneumatico a cui appoggiarsi durante la traversata. Non sono stati trovati elementi utili per poterlo identificare.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 24 novembre 2023
Due giovani marocchini – Saad di 19 anni e Mahdi di 25 – sono scomparsi in mare tentando di raggiungere Ceuta a nuoto. Originari di El Jadida, 500 chilometri a sud ovest dell’enclave spagnola, sono arrivati in pullman fino a Cstillejos, la piccola città immediatamente a sud del confine spagnolo, preparando da qui la traversata. Con loro c’era un altro ragazzo, sempre di El Jadida. Il giorno prima si sono fatti una foto insieme, con indosso una muta da sub e con in mano delle pine, inviandola poi a parenti e amici, quasi ad annunciare che stavano per partire. Hanno preso il largo insieme da una spiaggia a sud del Tarajal, contando di aggirare la lunga scogliera antemurale che segna la linea di frontiera. In mare, di notte, si sono persi di vista. L’amico di Saad e Madhi ce l’ha fatta ad approdare, raggiungendo la riva sulla spiaggia del Tarajal, ma loro due sono scomparsi. Non vedendoli arrivare, dopo un po’ l’amico ha avvertito le loro famiglie, facendo scattare l’allarme. La segnalazione di scomparsa ha fatto scattare le ricerche, ma dei due non si è trovata traccia né a Ceuta né in Marocco. In mancanza di notizie le famiglie hanno deciso allora di lanciare un appello attraverso la redazione del Faro de Ceuta. Anche gli accertamenti fatti dai cronisti del quotidiano, però, non hanno dato alcun esito.
(Fonte: El Faro de Ceuta)
Italia (Cerda, Palermo), 24 novembre 2023
Un ragazzino eritreo appena quindicenne, fuggito da un centro accoglienza, è stato travolto e ucciso da un treno nei pressi di Termini Imerese, in Sicilia. Ferito un altro minorenne, un sudanese, che era con lui. I due ragazzi, arrivati a Lampedusa circa due settimane prima della tragedia, si sono allontanati dal campo per migranti di Montevago, in provincia di Agrigento, a cui erano stati assegnati, con l’intenzione probabilmente di raggiungere Palermo e poi proseguire la fuga. Con loro era un terzo compagno. I tre hanno preso un treno per Cefalù ma sono scesi alla stazione di Cerda, vicino alla zona industriale di Termini Imerese. Quando si sono accorti dell’errore il terzo ha deciso di prendere un pullman mentre i primi due hanno proseguito a piedi lungo i binari. Si erano incamminati da poco quando è sopraggiunto un treno che li ha travolti in pieno. Il ragazzo eritreo, apparso subito in condizioni disperate, è morto poco dopo il ricovero nell’ospedale Villa Sofia. Il suo compagno dopo le pirme cure è stata dichiarato fuori pericolo. La Procura dei minori di Palermo ha aperto un’inchiesta.
(Fonte: Il Giornale di Sicilia, Agenzia Ansa)
Algeria-Spagna (Mostaganem-Andalusia),25 novembre 2023
Si è persa ogni traccia di uno zodiac salpato dall’Algeria sulla rotta per Almeria o Motril, in Andalusia, con a bordo 17 migranti: 14 uomini, 2 donne e un minore. La partenza è avvenuta l’otto novembre da Mostaganem, circa 80 chilometri a nord est di Orano, nell’Algeria occidentale. Dopo poche ore non se ne è saputo più nulla. Il primo allarme è stato lanciato l’undici novembre dai familiari rivolgendosi, in mancanza di notizie, alla Ong spagnola Cipimd che, con sede ad Almeria, si occupa delle ricerche dei migranti morti o dispersi nel Mediterraneo occidentale. Dopo la segnalazione di Cipimd alle autorità spagnole, la Guardia Civil e il Salvamento Maritimo hanno condotto operazioni di ricerca lungo la rotta presumibile, ma senza alcun esito. Il caso è stato rilanciato il 22 novembre da Alarm Phone, di nuovo senza risultati. Sabato 25, a 17 giorni dalla partenza, infine, su richiesta dei familiari, Cipim ha ripetuto l’appello, pubblicando anche le foto dei 17 migranti, nella speranza che possano agevolare le ricerche.
(Fonte: Ong Cipmd Almeria, Alarm Phone, Association Marocaine Droits Humains)
Libia-Italia (Tripoli), 25 novembre 2023
Il cadavere di un migrante sconosciuto è affiorato nelle acque di Tripoli. Lo ha riferito il rapporto settimanale dell’ufficio Oim in Libia pubblicato lunedì 27 novembre, senza specificare in quale tratto della costa tripolina sia avvenuto il ritrovamento. Per il recupero sono intervenute la polizia e la Mezzaluna Rossa. Non è stato possibile risalire alla provenienza della salma né ricostruire le circostanze in cui la vittima è annegata. L’unico dato certo è che da quel tratto di litorale le “spedizioni” di migranti puntano su Lampedusa.
(Fonte: Rapporto Oim Libia del 27 novembre)
Tunisia (Al Amra, Sfax), 26 novembre 2023
Almeno un morto nei violenti scontri che si sono sviluppati tra venerdì 24 novembre e domenica 26 tra i migranti subsahariani nella zona di Al Amra, circa 30 chilome a nord di Sfax. La vittima, secondo quanto denunciano i migranti, si chiamava Muhammad Ceesay, un giovane gambiano fortemente impegnato nella lotta per i diritti dei subsahariani presenti in Tunisia. L’antecedente della tragedia è nel trasferimento forzato da Sfax alle campagne di Al Amra, il 24 settembre, di oltre un migliaio di migranti. A questi nelle settimane successive se ne sono aggiunte altre centinaia. Tutti in attesa di trovare l’occasione per imbarcarsi verso Lampedusa ma intanto abbandonati a se stessi e oggetto spesso di una vera e propria campagna persecutoria e xenofoba. Una miscela esplosiva che è scoppiata il 24 novembre, quando la polizia ha scoperto e distrutto numerose barche in metallo che erano state sepolte nella sabbia prima di essere utilizzate per la traversata. Per molti migranti, alcuni dei quali avevano già pagato la quota per imbarcarsi, la distruzione di quei battelli precari era come la fine di un sogno ed hanno cercato di opporsi. Ne sono nati degli scontri che le forze di sicurezza hanno affrontato con estrema decisione, sparando anche gas lacrimogeni e bombe assordanti. E’ in questa fase o subito dopo che Muhammad Ceesay sarebbe morto. “Il suo corpo – ha scritto Ebrima Dramme4h, dell’Associazione Gambiana – è stato portato via da quattro compagni”. I disordini sono proseguiti per altri due giorni, in seguito alle ispezioni e ai controlli negli accampamenti dei migranti condotti dalla polizia, ritornata più volte nella zona per recuperare una pistola perduta da un agente durante i primi scontri. Dall’inizio dei tumulti fino a lunedì 27, secondo alcuni migranti, sarebbero morti altri quattro subsahariani, due il 24 e altri due il 26 novembre, cadendo da un tetto mentre fuggivano all’arrivo di una squadra di agenti. La notizia, però, è stata smentita dalle autorità tunisine e a differenza del caso di Muhammad Ceesay, non sono stati riferiti né nomi né particolari da parte di chi l’ha diffusa.
(Fonte: Gasmbiana, Al Jazeera)
Libia (Tripoli), 26 novembre 2023
Un migrante subsahariano è stato ucciso a Tripoli in una lite con altri due migranti, anch’essi subsahariani. La polizia libica ha tratto in arresto i due giovani imputati dell’omicidio, ma non sono emerse o comunque non sono state comunicate le cause e le circostanze precise del delitto. Si sa soltanto che i tre giovani vivevano nel sottobosco che si è creato nelle periferie e nei sobborghi della città dove migliaia di migranti, arrivati nella speranza di torvare un imbarco verso l’Europa, sopravvivono di lavori porecari o di espedienti. E’ in questio contesto che i tre si sono scontrati e i due imputati, al culmine della lite, avrebbero sferrato numerose coltellate alla vittima, causandone la morte per emorragia.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Bulgaria (Sofia), 27-28 novembre 2023
Un profugo è morto di freddo alla periferia di Sofia, in Bulgaria. L’uomo era insieme ad altri nove profughi che la notte tra lunedì 27 e martedì 28 novembre sono stati intercettati in un sobborgo della città mentre, all’aperto, cercavano di ripararsi alla meglio dal freddo intenso, con temperature che, anche a causa del maltempo registrato nella zona nei giorni precedenti, sono scese abbondantemente sotto lo zero termico dopo il tramonto. Altri due del gruppo, in stato di semi-incoscienza per una forte ipotermia, sono stati ricoverati in ospedale. I sette rimanenti li hanno accompagnati in un centro accoglienza per migranti. Si presume che i dieci siano entrati in Bulgaria dal confine con la Turchia, distante circa 400 chilometri da Sofia, e che stessero cercando di proseguire verso l’Europa centrale. Non ne è stata comunicata la nazionalità ma in genere i migranti che percorrono questo itinerario vengono dalla Siria o dall’Iraq o anche dall’Afghanistan.
(Fonte: Infomigrants)
Marocco-Spagna (San Fernando, Cadice), 29 novembre 2023
Quattro migranti sono annegati dopo essere stati costretti a gettarsi in mare dalla barca che li ha portati dal Marocco alla Spagna. Le vittime erano insieme ad altri 23 migranti su uno dei motoscafi semirigidi molto veloci che gli scafisti, senza approdare, fermano per pochi minuti ad alcuni metri dalla riva, obbligando i migranti a raggiungere la spiaggia a nuoto, per ripartire poi prima che possa intervenire la polizia. Salpato probabilmente dalla costa tra Nador e Al Hoceima in Marocco, il natante ha raggiunto la Spagna all’alba, di fronte alla spiaggia di Camposoto, nel municipio di San Fernando, una quindicina di chilometri a sud di Cadice. A quell’ora la zona era deserta e nessuno ha potuto aiutare i 27 migranti costretti a tuffarsi. Quattro non ce l’hanno fatta. I loro corpi sono stati recuperati in mattinata. Una tragedia analoga si è sfiorata in quelle stesse ore di fronte a un’altra spiaggia della zona di Cadice, quella di Sancti Petri, nel municipio di Chiclana, una venitna di chilometri più a sud-est, dove è arrivato un motoscafo veloce con 8 migranti, tre dei quali sono stati recuperati in extremis e poi trasferiti in ambulanza all’ospedale di Puerto Real per un grave stato di ipotermia.
(Fonte: La Voz de Cadiz, Europa Press Andalucia, Infomigrants).
Algeria-Spagna (Boumerdes-Baleari), 29 novembre 2023
Non si sa più nulla di una barca salpata mercoledì 8 novembre dall’Algeria con 19 migranti a bordo. La partenza è avvenuta dalla zona di Boumerdes, poco più di 40 chilometri a est di Algeri, un tratto di costa da cui le “spedizioni” degli harraga algerini puntano verso le Baleari. Le tracce del gruppo, tutti uomini e di giovane età, si sono perse dopo poche ore. In manzanza di qualsiasi contatto, nei giorni successivi i familiari si sono rivolti alla Ong spagnola Cipimd, che ha lanciato l’allarme sia alle autorità algerine che ai servizi di soccorso delle Baleari, ma le ricerche non hanno dato esito. Il 22 novembre un’altra segnalazione è stata diffusa da Alarm Phone, ma sempre senza esito. Mercoledì 29 novembre i familiari di 14 componenti del gruppo si sono rivolti di nuovo alla Ong Cipim chiedendo di rinnovare l’appello e di pubblicare le foto dei loro ragazzi, nella speranza che siano d’aiuto nelle ricerche,
(Fonte: Cipimd, Alarm Phone)
Polonia-Bielorussia (Bialowieza-Pierarova), 29 novembre 2023
Il cadavere di un profugo sconosciuto è stato trovato dalla polizia nella fascia di confine tra la Polonia e la Bielorussia in territorio bielorusso. Lo ha riferito il Comitato statale di frontiera della Repubblica di Bielorussia asserendo che la vittima sarebbe stata portata o comunque costretta dalla polizia polacca a rientrare in territorio bielorusso dove, abbandonata a se stessa, è poi morta per ipotermia e sfinimento nel bosco in cui ne è stato recuperato il cadavere. Si tratta della zona della foresta polacca di Bialowieza, non lontano dal varco di confine bielorusso di Pierarova. Nella stessa area è morto in circostanze simili il profugo siriano il cui corpo è stato trovato il 4 novembre, ma in territorio polacco.
(Fonte: Grupa Granica)
Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 30 novembre 2023
Un giovanissimo migrante marocchino – Adil Dahmuni, 17 anni – è scomparso in mare tra Castillejos e Ceuta. Lo hanno segnalato i genitori, chiedendo alla redazione del Faro de Ceuta di lanciare un appello di ricerca. Di lui non si sa più nulla dalla metà di novembre, quando ha comunicato di aver deciso di tentare di raggiungere a nuoto l’enclave spagnola, aggirando la lunga costiera frangiflutti del Tarajal. Per quanto ne sanno i familiari era in compagnia di alcuni compagni, almeno due, che potrebbero essere riusciti ad arrivare a Ceuta o forse a rientrare in Marocco, ma non è da escludere che anche qualcuno di loro debba essere considerato disperso. Sta di fatto che nessuno si è messo in contatto con la famiglia per comunicare notizie. Dopo la denuncia dei genitori si è pensato che Adil potesse essere il ragazzo trovato senza vita il 22 novembre di fronte alla spiaggia del Chorillo, sepolto quattro giorni dopo nel cimitero musulmano, ma le caratteristiche fisiche non corrispondono.
(Fonte: El Faro de Ceuta
Marocco-Canarie (Dakhla-Gran Canaria), 1 dicembre 2023
Tre migranti subsahariani (un uomo, una donna e una ragazzina di 14 anni) sono morti su un gommone rimasto in mare per tre giorni dopo la partenza di Dakhla, nel Sahara Occidentale, sulla rotta per le Canarie, distanti almeno 450 chilometri. A bordo erano in 58, tra cui 12 minorenni e alcune donne in stato di gravidanza. Le cattive condizioni del mare hanno ostacolato la traversata. L’allarme è stato dato verso le 11,40 quando il canotto, ormai in gravi difficoltà, è stato avvistato circa 185 chilometri a sud di Gran Canaria dal cargo britannico Hartland Point in navigazione verso Southampton, che ha avvisato la centrale operativa del Salvamento Maritimo, ricevendo la disposizone di monitorare la situazione fino all’arrivo della salvamar Macondo. Le cose si sono però aggravate rapidamente sia a causa delle condizioni meteo, con venti a 50 chilometri orari e onde molto alte, sia perché lo scafo dello zodiac mostrava segni di cedimento. Da qui la decisione del comandante del cargo di procedere direttamente al salvataggio. I soccorritori sono riusciti a recuperare 55 naufraghi ma a causa del mare sempre più mosso non hanno potuto raggiungere il corpo senza vita della ragazzina, morta poche ore prima, che si è perso così insieme al relitto del gommone. Una volta a bordo della nave, i superstiti hanno riferito che durante la navigazione erano morti, probabilmente per ipotermi e sfinimento, altri due del gruppo e che i loro corpi erano stati affidati al mare. Per una donna incinta è stato necessario il trasferimento urgente in ospedale, a Gran Canaria, con un elicottero. Dopo lo sbarco a Las Palmas, altri 9 sono stati ricoverati.
(Fonte: El Diario, Efe Canarias, Helena Maleno Caminando Frontreras)
Marocco (Nador), 2 dicembre 2023
Un giovane profugo della Guinea Conakri, Moussa Camara, è morto dopo due anni di detenzione nel carcere di Silouane, a Nador, in Marocco. Stava scontando una pena di 10 anni come trafficante di esseri umani ma lui si è sempre dichiarato innocente. La morte, avvenuta nell’ospedale Hasani di Nador, risale al 30 ottobre. La notizia si è però diffusa solo un mese più tardi grazie all’Association Marocain Droits Humains la quale, dopo aver a suo tempo denunciato la conduzione del processo a carico di Moussa, ha sollecitato un’inchiesta ritenendo che ci siano molti punti da chiarire. Il giovane era su una barca bloccata dalla Guardia Costiera al largo di Nador nel 2021. I 53 migranti a bordo erano quasi tutti mauritani. Moussa l’unico guineano. Proprio per questo, probabilmente, è stato ritenuto lo scafista e, nonostante abbia sempre sostenuto di essere un immigrato come gli altri, condannato in un processo condotto, secondo la Ong, senza prove concrete. L’associazione Kadem, che si occupa della difesa dei diritti degli immigrati, in un rapporto pubblicato sul suo sito ha evidenziato “gravi violazioni nelle procedure”, a cominciare dal momento dell’arresto, quando i verbali sono stati redatti dalla polizia senza traduzione, fino al processo stesso, “dove il traduttore era presente solo quando è stato pronunciato il verdetto”. In carcere Moussa si è ammalto e non avrebbe ricevuto un’assistenza adeguata tanto da peggiorare rapidamente. Quando è stato portato al pronto soccorso dell’ospedale Hasani, il 27 ottobre, era in condizioni critiche. Tre giorni dopo è morto.
(Fonte: Association Marocaine des Droits Humains)
Marocco-Spagna (Nador-Melilla), 3 dicembre 2023
Il cadavere di un migrante è affiorato in mare a Melilla, nelle prime ore del mattino, poco a largo della spiaggia di Horcas Coloradas, nella parte settentrionale dell’enclave spagnola. Recuperato da una squadra del reparto sommozzatori della Guardia Civil (Geas), è stato sbarcato sul molo di Puerto Noray e preso in consegna dalla polizia, che lo ha trasferito nell’obitorio di medicina legale. Stando ai primi esami medici, si tratta di un giovane sui vent’anni e il corpo, protetto da una muta da sub, non deve essere rimasto a lungo in acqua. Non sono emersi elementi per poterlo identificare, ma si ritiene che si tratti di un harraga marocchino che ha tentato di raggiungere Melilla a nuoto partendo da una delle spiagge di Nador.
Aggiornamento 5-8 dicembre. Il giovane trovato senza vita a Horcas Coloradas è stato identificato martedì 5 dicembre grazie a un amico, Abdellah, che era con lui ed è riuscito ad arrivare a Melilla: si tratta di Zakaria Bufalam di Marrakech. I due ragazzi hanno tentato la traversata la sera di sabato 2 dicembre. Abdellah ha riferito che quando si trovavano più di 500 metri al largo, un motoscafo della polizia spagnola li ha individuati e raggiunti, iniziando a compiere una serie di manovre per respingerli. E’ in questa fase che Zakaria sarebbe scomparso, forse investito dal motoscafo, fino a quando il mare ne ha spinto il cadavere verso la riva. Abdellah ha detto di non averlo più visto dopo essere riaffiorato da una profonda e prolungata immersione fatta proprio per sottrarsi all’unità della polizia spagnola. L’Association Marocaine Droits Humain ha sollecitato un’inchiesta della magistratura.
(Fonte: El Faro de Melilla, Association Marocaine Droits Humains)
(Fonte: El Faro de Melilla, Association Marocaine Droits Humains)
Libia-Italia (Sabratha-Lampedusa), 3 dicembre 2023
Il cadavere di una giovane eritrea è stato trovato su una grossa lancia con a bordo 107 migranti soccorsa poco dopo l’alba a sud di Lampedusa dalla motovedetta G-125 della Guardia di Finanza. Messa in sicurezza la situazione, la barca è stata agganciata e trainata fino al molo Favarolo. Il corpo senza vita della donna, segnalato fin dall’inizio dell’operazione, è stato sbarcato subito dopo l’arrivo in porto e trasferito nell’obitorio del cimitero di Cala Pisana. La lancia, secondo quanto hanno riferito i migranti stessi, era partita tre giorni prima del soccorso da Sabratha, circa 80 chilometri a ovest di Tripoli. La giovane, 24 anni, è morta durante la traversata probabilmente per ipotermia e sfinimento. E’ stato possibile identificarla subito perché viaggiava insieme al marito, che è stato ascoltato da agenti della squadra mobile di Agrigento nel contesto dell’inchiesta disposta dalla magistratura. Sono eritrei anche numerosi dei 107 sbarcati. Gli altri vengono da Sudan, Siria, Egitto ed Etiopia. Hanno detto di aver pagato ai trafficanti, per la traversata, da 2 a 4 mila dollari a testa.
(Fonte: Agrigentonotizie, Il Giornale di Sicilia, La Sicilia, Agenzia Ansa, Repubblica)
Algeria-Spagna (El Ejido, Almeria), 3 dicembre 2023
Un giovane maghrebino è morto su una barca di migranti durante la traversata dall’Algeria alla costa andalusa. Il suo corpo è stato recuperato dalla Guardia Civil quando l’imbarcazione, la mattina di domenica 3 dicembre intorno alle 11, è approdata sulla spiaggia di Guardia Viejas, nel municipio di El Ejido, circa 45 chilometri a ovest di Almeria. A bordo c’era anche un ferito, con gravi lesioni alle gambe, che è stato ricoverato all’ospedale di Almeria. Tutti gli altri migranti (oltre una trentina, incluso un piccolo gruppo arrivato con una seconda barca) sono stati trasferiti al centro di accoglienza per stranieri, sempre ad Almeria.
(Fonte: Europapress Andalucia)
Rotta balcanica, 4 dicembre 2023
Sono almeno 44 i migranti morti dall’inizio dell’anno lungo la rotta balcanica tra la Macedonia e la Slovenia, attraverso la Bulgaria, l’Ungheria, la Serbia e la Croazia. Diciassette in più di quelli registrati nel censimento Nuovi Desaparecidos. E’ quanto emerge da un’inchiesta dall’European Media Outlets (cui partecipano testate come Spiegel, Independent, Lighthouse Reports, Guardian, ecc.) citando il dato base dell’Oim ma avvertendo che in realtà il numero potrebbe essere molto più alto: forse addirittura 155 dall’inizio del 2022 di cui la maggioranza, 92, nei primi undici mesi del 2023. Le indagini sono state condotte consultando soprattutto comandi di polizia, magistrati, medici legali e registri degli obitori. Il dottor Vidak Simic, medico legale in Bosnia, ad esempio, ha riferito che nella Drina, che scorre lungo il confine con la Serbia, o nelle immediate vicinanze nel solo 2023 è stato chiamato ad esaminare ben 28 salme. Quasi tutti questi 28 morti, come le altre decine recuperati altrove, sono stati sepolti come “sconosciuti”, anche se è stato prelevato il Dna in modo da poterli eventualmente identificare in futuro. E proprio perché la gran parte delle vittime sono sconosciute non è stato possibile ricostruirne la storia. Fa eccezione il caso di Majd Addin Bibars, trovato privo di vita il 25 settembre in Bulgaria, vicino al confine con la Turchia. La sua tragedia è venuta alla luce grazie alle ricerche condotte dal padre, Husam Adin Bibars, che ora vive in Danimarca. Majd, costretto a lasciare la Siria sconvolta da oltre dieci anni di guerra, si era rifugiato a Istanbul, insieme alla moglie. Le difficoltà economiche e la mancanza di prospettive per il futuro, lo hanno indotto a lasciare anche la Turchia per cercare di arrivare nell’Europa centrale, dove aveva poi intenzione di farsi raggiungere dalla giovane moglie, che era in attesa di un bambino. Da quando è partito da Instanbul se ne sono perse le tracce fino a quando Husan, il padre, ha stabilito un contatto con uno dei contrabbandieri che lo avevano aiutato a passare il confine tra la Turchia e la Bulgaria. L’uomo ha assicurato di averlo accompagnato all’interno del territorio bulgaro, almeno un chilometro oltre la linea di frontiera, in una zona boscosa. Partendo da questo indizio, Husan ha cominciato a cercare presso vari comandi di polizia di frontiera, fino a quando un agente gli ha mostrato la foto di un corpo senza vita in cui ha riconosciuto Majd. Il cadavere – come ha riportato anche lo Spiegel – è stato trovato casualmente da un contadino il 25 settembre e sepolto il 29, subito dopo l’autopsia. Non aveva segni di violenza: la morte sarebbe dovuta a sfinimento, disidratazione e ipotermia.
(Fonte: Infomigrants)
Marocco-Spagna (Beni Ensar e Boudinar), 4 dicembre 2023
Due migranti senza vita sono stati trovati sul litorale marocchino di Nador non lontano dal territorio dell’enclave spagnola di Melilla. Il primo era nelle acque di Beni Ensar, poco a sud della linea di frontiera con Melilla, l’altro circa 90 chilometri più a ovest, nella zona di Boudinar. Recuperati dalla Guardia Costiera, i cadaveri sono stati trasferiti nell’obitorio dell’ospedale Hassani di Nador, a disposizione dell’autorità giudiziaria. A giudicare dall’avanzato stato di degrado, sono rimasti entrambi molto a lungo in acqua. Si ritiene che si tratti di giovani che hanno tentato di raggiungere Melilla a nuoto, non è chiaro se insieme o in due episodi separati. Non sorprende la distanza abbastanza lunga tra i due luoghi del ritrovamento: è giù accaduto in passato che salme di harraga morti nel tentativo di entrare a Melilla siano state trascinate verso ovest per decine di chilometri dalle forti correnti presenti in quel tratto di mare.
(Fonte: Association Marocaine Droits Humains)
Marocco-Spagna (San Fernando, Cadice), 7-8 dicembre 2023
I cadaveri di due migranti sono stati recuperati sul litorale di Cadice nell’arco di meno di 24 ore. Il primo è stato avvistato in mare giovedì 7, a non grande distanza dalla riva, dall’equipaggio del peschereccio Villa de Rota, che ha avvertito il numero di emergenza 112. Poco dopo la salvamar Suhail, del Salvamento Maritimo , ha raggiunto la zona e trasferito il cadavere al porto di Cadice. Il secondo corpo, in stato di degrado più avanzato, è affiorato la mattina di venerdì 8 sulla battigia della spiaggia di Camposoto, nel municipio di San Fernando, una quindicina di chilometri a sud est di Cadice. Lo ha trovato casualmente un passante, che ha avvertito la polizia nazionale e la Guardia Civil. Entrambe le salme sono state trasferite nell’obitorio dell’istituto di medicina legale per le indagini. Si tratta di un tratto di costa dove sono frequenti gli sbarchi da motoscafi veloci, provenienti dal Marocco, dai quali i trafficanti, per potersi allontanare più in fretta, costringono i migranti a gettarsi in mare e a raggiungere la spiaggia a nuoto. In questo modo, sullo stesso tratto di costa, il 29 novembre sono annegati 4 migranti.
(Fonte: Infobae, Europa Press, La Sexsta, La Voz de Cadiz)
Gambia-Spagna (Kartog-El Hierro), 8 dicembre 2023
Quarantuno giovani senegalesi sono scmparsi in mare nel tentativo di raggiungere le Canarie. La tragedia si è compiuta nella seconda metà di ottobre ma si è riusciti a definirne con esattezza i termini soltanto oltre un mese a mezzo più tardi, tra il 7 e l’8 dicembre, grazie al lavoro di ricerca fatto da alcuni giornalisti e volontari locali, che hanno identificato e pubblicato i nomi di tutte le vittime. La maggioranza veniva da Jambur, un villaggio situato meno di 30 chilometri a sud di Vanjul. L’intero gruppo si è imbarcato su un cayuco la sera del 14 ottobre dalla costa di Kartog, poco più di 30 chilometri a sud di Jambur, puntando verso El Hierro, una rotta di oltre 2.000 chilometri. Da quel mometo non se ne è saputo più nulla, fino a quando, diversi giorni dopo la partenza, qualche corpo ormai senza vita e relitti di un naufragio sono stati trovati sulla costa della Mauritania. In un primo tempo sono state identificati, tra morti e dispersi, 27 giovani ma gli stessi volontari impegnati nella ricerca hanno avvertito che si trattava solo di una lista provvisoria. Gli ulteriori accertamenti hanno permesso di risalire all’identità di tutte le 41 vittime. L’elenco completo è stato reso noto tra giovedì 7 e venerdì 8 dicembre, confermando che non ci sono superstiti. Di alcuni dei giovani scomparsi è stata pubblicata anche la foto. Tra questi, Mutarr Fadera, un ragazzo piuttosto conosciuto che tutti chiamavano Dybala e che sognava di poter giocare al calcio in Europa.
(Fonte: siti web Kemo Boiang, Musaib Abdul Kadir, Txema Santana)
Libia-Malta (Bengasi-Malta) 11 dicembre 2023
Un profugo egiziano è stato ucciso da un miliziano libico del gruppo Tareq Bin Zayed (Tbz) durante un rientro forzato in Libia. E’ uno degli episodi emersi dall’indagine condotta da un pool internazionale di media (tra cui Al Jazeera, Le Monde, Maltatoday, Der Spiegel, Lighthouse Report e Syrian Investigative Reporting) sui respingimenti in mare commissionati (in particolare a partire dal mese di maggio) alle milizie della Guardia Costiera libica da parte di Malta e dell’Italia. L’omicidio risale al mese di maggio ma se ne è avuta notizia solo in seguito al servizio pubblicato da Al Jazeera l’undici dicembre. A denunciarlo è uno dei sette profughi rintracciati e intervistati, un adolescente siriano. “Uno dei miliziani che avevano fermato la nostra barca – ha detto il ragazzo – ha chiesto a tutti di identificare il capitano. Si è rivolto più volte, in particolare, a un profugo egiziano. Lui ha risposto che non lo sapeva. Così il soldato gli ha sparato, uccidendolo, e poi ne ha gettato il corpo in mare”. Orrori analoghi sono stati riferiti dagli altri testimoni, bloccati in mare tra maggio e agosto e consegnati ai lager libici gestiti dal gruppo Tbz. Sulle responsabilità per questi blocchi in mare appare significativa in particolare la testimonianza di un altro siriano, Bilal, di 23 anni, che era su un barcone salpato dalla zona di Bengasi il 24 luglio con 250 egiziani, siriani e bengalesi. Due giorni dopo la partenza, quando il battello era nella zona sar libica ma alle soglie di quella maltese, l’agenzia Frontex ha lanciato una segnalazione d’emergenza. Nessuno è intervenuto, né da Malta né dalla Libia. Nelle vicinanze c’erano due navi commerciali ma non sono state coinvolte per i soccorsi. Sette ore più tardi è arrivata invece da Bengasi una unità del gruppo Tbz e alcuni miliziani, saliti sul peschereccio, nonostante fossero in zona sar maltese, hanno costretto i 250 migranti a trasbordare, riportandoli in Cirenaica. Sia la navigazione di rientro che lo sbarco a Bengasi sono stati una sequela continua di maltrattamenti, pestaggi e soprusi, ha detto Bilal. Al Jazeera ha contattato il gruppo Tbz per avere spiegazioni o quanto meno un commento, ma senza ricevere risposta.
(Fonte: Al Jazeera)
Mauritania-Spagna (Nouakchott-Tenerife), 12 dicembre 2023
Un giovane subsahariano è morto poco prima di toccare terra a Tenerife su un cayuco salpato dalla Mauritania con a bordo 144 migranti (130 uomini e 14 donne) di cui 26 minori. Partito dalla costa di Nouakchott, il barcone è rimasto per molti giorni in mare prima di raggiungere le Canarie. Stava per approdare a Playa del Camison, nel municipio di Arona, circa 50 chilometri a sud di Tenerife, dopo una rotta di quasi 1.300 chilometri, quando il giovane, debilitato dalle fatiche della traversata, è stato colto da una crisi cardiorespiratoria. Al momento dello sbarco era privo di sensi. Il personale medico del servizio di emergenza ha cercato di rianimarlo ma non si è ripreso. Il cadavere è stato trasferito nell’obitorio dell’ospedale. L’intero gruppo era molto provato: per 18 (12 uomini e 6 donne) è stato necessario il ricovero d’urgenza.
(Fonte: El Diario, Helena Maleno Caminando Fronteras)
Algeria-Spagna (Ain el Turk, Orano), 12-13 dicembre 2023
Un giovane marocchino è annegato nel naufragio di una piccola barca carica di migranti di fronte alle coste algerine. Il natante era partito dalla costa di Ain el Turk, meno di 20 chilometri a ovest di Orano, diretto verso l’Andalusia. A bordo erano in tredici, tutti marocchini. La tragedia è avvenuta poco al largo della spiaggia di Palmiers: forse a causa del sovraccarico lo scafo si è rovesciato e nessuno a bordo era munito di giubbotto di salvataggio. I soccorsi sono arrivati da una unità della Guardia Costiera algerina, che ha tratto in salvo 12 naufraghi. Il tredicesimo, un giovane di 21 anni, è stato raggiunto quando era ormai privo di vita. Il corpo è stato recuperato e trasferito nell’obitorio dell’ospedale di Medjber Tami, ad Ain el Turk. Presso lo stesso ospedale è stato ricoverato uno dei naufraghi, colto da una grave crisi di asma subito dopo lo sbarco.
(Fonte: Le Quotidien d’Oran)
Libia-Italia (Zuwara-Lampedusa), 16 dicembre 2023
Sessantuno migranti sono scomparsi in mare nel naufragio di un gommone al largo della Libia. Il battello era partito la notte tra mercoledì 13 e giovedì 14 dicembre dalla costa di Zuwara, circa 120 chilometri a ovest di Tripoli, sulla rotta verso Lampedusa. A bordo erano in 86, tutti subsahariani, incluse alcune giovani donne. La navigazione si è rivelata subito molto difficile a causa delle cattive condizioni meteomarine e del sovraccarico. Poi lo scafo ha cominciato a imbarcare acqua e da bordo hanno lanciato una richiesta di aiuto. L’emergenza è stata segnalata intorno alle 17 di giovedì 14 da Alarm Phone a Mrcc Italia, a Malta e alla Guardia Costiera libica, precisando anche la posizione Gps. Fino al giorno prima era in zona la nave umanitaria Ocean Viking ma in base al decreto italiano sulle Ong si è dovuta allontanare per raggiungere Livorno con i 26 naufraghi salvati in una precedente operazione di soccorso. L’unica nave Ong disponibile era la Sea Eye 4, ma molto distante: il comandante ha comunque assicurato che avrebbe fatto subito rotta verso la zona dell’emergenza, ma che sarebbe potuto arrivare solo alle 6 del mattino di venerdì 15. Mrcc Italia, intanto, ha avvertito l’agenzia Frontex, che con uno dei suoi aerei ha rilevato e tracciato la posizione del gommone in difficoltà, confermando la situazione di estremo pericolo: lo scafo era semisgonfio e diverse persone già in acqua. Solo a questo punto, verso le 20,30 Mrcc Italia ha emesso un Immarsat, il dispaccio d’emergenza per un battello in pericolo, e alle 21,40 ha allertato la Vos Triton, una delle navi a servizio della piattaforma Eni di Zuwara. Ma, come è poi emerso da un comunicato di Frontex nel quale si cita quanto ha constatato l’aereo da ricognizione inviato sul posto – “La maggior parte delle persone sono state trovate in acqua. Erano in grave pericolo a causa delle condizioni meteorologiche avverse, con onde alte fino a 2,5 metri” – la tragedia era ormai in atto. I soccorsi della Vos Triton sono arrivati dopo la mezzanotte, nelle primissime ore di venerdì 15 dicembre, quando era troppo tardi. Nel mare in burrasca la nave ha portato in salvo 25 naufraghi, sbarcandoli poi a Tripoli nella mattinata. Nessuna traccia degli altri. Non risulta che la Guardia Costiera libica abbia inviato alcuna motovedetta di soccorso, nemmeno a supporto della Vos Triton. Le dimensioni della strage sono emerse subito perché appariva evidente che sul gommone naufragato c’erano molte più persone delle 25 sopravvissute. Dapprima si è parlato di almeno 50 dispersi. Subito dopo lo sbarco i superstiti sono stati trasferiti al centro di detenzione di Tarek al Sika, nell’entroterra di Tripoli. In base alle loro dichiarazioni si è poi accertato che le persone scomparse nel naufragio sono in realtà 61.
(Fonte: Sergio Scandura Radio Radicale, Migrant Rescue Watch, Iom Libya, Adif, Il Fatto Quotidiano, Alarm Phone, Middle East Eye, Mediterranea)
Libia-Italia (Al Jazira, Misurata), 18 dicembre 2023
Il cadavere di un migrante sconosciuto è stato recuperato dalla Mezzaluna Rossa sul litorale di Misurata, oltre 200 chilometri a est di Tripoli. Era stato trascinato dal mare su un tratto di costa sabbiosa, nell’area di Al Jazira. Dopo un primo sopralluogo della polizia, il corpo è stato trasferito nell’obitorio del locale ospedale, in attesa delle disposizioni della magistratura. A giudicare dallo stato di degrado deve essere rimasto in acqua per più giorni. Se ne ignora la provenienza precisa, ma appare evidente che deve trattarsi di un giovane annegato sulla rotta Libia-Lampedusa nel tentativo di raggiungere l’Europa.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Mauritania-Spagna (Nouakchott-Gran Canaria), 20 dicembre 2023
Due migranti maliani, un bambino di 10 anni e un ragazzo di 18, sono morti durante la traversata dalla Mauritania alle Canarie. Salpato presumibilmente dalla zona di Nouakchott con 52 persone a bordo, il cayuco è rimasto per diversi giorni in mare, fino a quando è stato intercettato 17 chilometri a sud di Gran Canaria, dopo aver navigato per circa 1.300 chilometri. La salvamar Conception Arenal del Salvamento Maritimo lo ha scortato fino al porto di Maspalomas, dove era stato allestito un servizio di assistenza della Croce Rossa. I due cadaveri sono stati scoperti al momento dello sbarco. La morte – secondo quanto hanno riferito i compagni – risale a poche ore prima dell’arrivo nelle acque spagnole: sarebbe dovuta a ipotermia e sfinimento. Uno dei superstiti è stato ricoverato in gravi condizioni per varie patologie. Nelle stesse ore sono state intercettate e soccorse dal Salvamento Maritimo, con varie unità, altre sei barche con a bordo quasi 300 migranti maghrebini o subsahariani, tutte partite da Tan Tan e condotte a Lanzarote.
(Fonte: sito web Helena Maleno Caminando Fronteras, El Diario, Europa Press)
Senegal-Spagna (Bargny, Mbour, Cayar), 20 dicembre 2023
Da oltre due mesi non si ha più traccia di tre cayucos partiti dal Senegal sulla rotta per le Canarie con a bordo complessivamente oltre 280 persone. Lo ha denunciato Pierre Mboup, presidente della Rete Nazionale dei Porti Pescherecci, precisando che tutte le ricerche condotte sono rimaste senza esito. Secondo le informazioni pervenute alla Rete dei Porti, anzi, le piroghe scomparse sarebbero addirittura una decina ma solo di tre si hanno notizie più precise. Sono partite all’inizio del mese di ottobre dallo stesso tratto di costa ma da punti diversi, distanti qualche decina di chilometri l’uno dall’altro. La prima, con 173 migranti a bordo, risulta salpata dalla zona di Bargny, poco più di 230 chilometri a sud di Saint Louis. Sulla seconda, che ha preso il largo da Mbour, qualche decina di chilometri più a sud, erano in 30. La terza, infine, ha preso il mare più a nord, da Cayar, poco più di 200 chilometri da Saint Louis, con non meno di 80 persone a bordo. “Abbiamo allertato le autorità per avviare una ricerca ma senza successo – ha precisato Pierre Mboup – Abbiamo perso molti pescatori che stavano cercando di emigrare illegalmente. Ci appelliamo ancora alle istituzioni perché ci aiutino a trovarli”. Se dovesse essere confermata la scomparsa anche delle altre barche segnalate da centri di pesca come Thiaroye, Yarakh, Saint Louis, Joal e il litorale della Casamance, i dispersi sarebbero complessivamente circa 1.500.
(Fonte: Le Soleil)
Marocco-Spagna (Melilla), 22 dicembre 2023
Il cadavere di un migrante è affiorato nel primo pomeriggio all’imboccatura del porto di Melilla. Per il recupero è intervenuta una squadra dell’unità sub della Guardia Civil, che dopo un primo esame medico allo sbarco, lo ha trasferito all’istituto di medicina legale. Si tratta di un giovane dell’età apparente di 20-25 anni che indossava pantaloncini corti scuri e una maglietta a righe orizzontali. Proprio questo tipo di abbigliamento ha indotto la polizia a credere che il giovane sia annegato dopo essere stato costretto a gettarsi in mare dalla barca che lo ha portato nelle acque dell’enclave spagnola partendo dalla costa marocchina. La Ong spagnola Cipimd ha lanciato un appello per cercare di identificarlo e di rintracciare la famiglia, diffondendo sul web anche le foto degli abiti per facilitare un eventuale riconoscimento.
(Fonte: El Faro de Melilla, Ong Cipmd, Association Marocaine)
Libia-Italia (Sorman-Lampedusa), 23 dicembre 2023
Il corpo di un migrante è affiorato sul litorale di Sorman, 65 chilometri a ovest di Tripoli. Recuperato dalla Mezzaluna Rossa, è stato trasferito nell’obitorio del locale ospedale a disposizione della magistratura. Non sono stati trovati elementi utili per poterlo identificare, ma si ritiene che sia la vittima di un naufragio avvenuto sulll rotta per Lampedusa. A giudicare dallo stato di degrado, deve essere rimasto in acqua per più giorni prima del ritrovamento.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Libia-Italia (Zuwara-Lampedusa), 26-27 dicembre 2023
Un migrante morto e uno ferito da un colpo di pistola su una barca con 47 egiziani e pakistani partita da Zuwara, a ovest di Tripoli, e intercettata al largo di Lampedusa. Il natante, un peschereccio di 12 metri, è stato raggiunto nella tarda mattinata di martedì 26 dicembre alcune miglia a sud delle Pelagie dalla motovedetta V 1302 della Guardia di Finanza, che l’ha scortata fino al porto di Lampedusa. Subito dopo lo sbarco il ferito, raggiunto da un proiettile a una gamba, è stato portato al poliambulatorio di contrada Grecale in attesa di essere trasferito in un ospedale siciliano. Il morto è un uomo di 32 anni identificato grazie alle informaizioni fornite da altri migranti. Non sono chiare le circostanze della sparatoria: non si sa con esattezza nemmeno se sia avvenuta al momento dell’imbarco o se i due siano stati feriti prima. La Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta.
(Fonte: Agrigentonotizie, La Repubblica, Sergio Scandura Radio Radicale)
Marocco-Spagna (Boujdour-Gran Canaria), 27 dicembre 2022
Quattro vittime, tutti uomini, su una barca con 60 migranti (tra cui 11 donne e 2 bambini) partita dal Sahara Occidentale e affondata lungo la rotta verso Gran Canaria poco a nord ovest di Cabo Boujdour, nelle acque di competenza del Marocco. Per i soccorsi è intervenuta una unità della Marina marocchina, che ha tratto in salvo 56 naufraghi e recuperato due cadaveri nelle vicinanze del relitto. Nessuna traccia degli altri due. La notizia della tragedia è stata comunicata dalla Ong Caminando Fronteras tre giorni dopo. Nessuna informazione da parte delle autorità di Rabat.
(Fonte: Helena Maleno Ong Caminando Fronteras)
Italia (Arma di Taggia, Imperia), 28 dicembre 2023
Il cadavere di un giovane migrante è stato trovato all’interno della galleria ferroviaria di Taggia, 20 chilometri a ovest di Imperia e 30 a est di Ventimiglia. Lo ha scoperto un’ora dopo la mezzanotte di mercoledì 27 un tecnico addetto alla manutenzione durante una ispezione agli impianti. La morte, tuttavia, risale ad almeno uno o due giorni prima ma forse anche di più Non è chiara nemmeno la dinamica. Il giovane potrebbe essere stato travolto nella galleria (o all’imbocco e poi trascinato per molti metri), mentre camminava lungo i binari in direzione del posto di frontiera di Ventimiglia. Il convoglio avrebbe poi proseguito la corsa senza che il macchinista si accorgesse di nulla e senza che il corpo venisse notato fino all’ispezione della notte tra mercoledì 27 e giovedì 28. Non è da escludere tuttavia che sia salito sul tetto dela motrice o di un vagone alla stazione di Imperia, per passare di nascosto la frontiera con la Francia, ma che sia rimasto folgorato toccando inavvertitamente i cavi dell’alta tensione e cadendo poi dal treno. Oppure che sia magari scivolato perdendo l’equilibrio e finendo tra i binari in galleria. Per cercare di capire con più precisione è stata disposta un’autopsia. Non è stato identificato: sul cadavere non sono stati trovati documenti né uno zaino, una borsa o altri effetti nelle vicinanze.
(Fonte: Ansa Liguria, Il Secolo XIX, Riviera Tv, Tg Regionale Rai, Dagospia, Today)
Marocco-Spagna (Dakhla-Gran Canaria), 28-29 dicembre 2023
Quattordici vittime nel naufragio di un gommone carico di migranti sulla rotta per le Canarie. Il battello era partito dalla costa di Dakhla, nel Sahara Occidentale, puntando verso Gran Canaria, una rotta lunga oltre 600 chilometri. A bordo erano in 58, tra cui 7 donne (una incinta di nove mesi) e 2 bambini, tutti subsahariani. L’emergenza è scattata nella tarda mattinata di giovedì 28 dicembre, in acque internazionali di competenza del Marocco, circa 55 chilometri a sud est di Cabo Boujdour, quando uno dei tubolari pneumatici ha cominciato a cedere. La prima richiesta di aiuto è stata captata da Helena Maleno, della Ong Caminando Fronteras, che ha avvertito le autorità marocchine e spagnole ed ha continuato a seguire la situazione fino a notte. Per ore nessuno è intervenuto. In piena Helena Maleno notte ha inviato un nuovo drammatico Sos, con un breve filmato e un messaggio ricevuto da una delle donne a bordo: “Siamo qui. Sono una donna incinta di nove mesi, sono sul galleggiante (del gommone: ndr). Tutti i ragazzi al centro (della barca: ndr) sono scomparsi. Le persone stanno scomparendo. Finora non abbiamo visto la Marina. Per favore aiutateci, aiutateci! E’ molto pericoloso, l’acqua sta entrando…”. Solo più tardi una unità della Marina marocchina ha raggiunto il natante, traendo in salvo 44 naufraghi (alcuni in condizioni gravi) tra cui 7 donne e un bambino e recuperando un cadavere. Nessuna traccia degli altri 13. Tra le vittime ci sono 7 donne e un bambino).
(Fonte: Helena Maleno Ong Caminando Fronteras, Agenzia Efe, El Diario, Canarias 7, Txema Santana)
Libia-Italia (Brega, golfo di Sirte), 28-29 dicembre 2023
Sei morti, tutti profughi pakistani, nel naufragio di una piccola barca nel golfo di Sirte, poco al largo del porto industriale di Brega. La tragedia è stata ricostruita in base alla testimonianza dell’unico superstite, anch’egli pakistano. I sette si sono imbarcati dalla zona dove sono installate le strutture litoranee della sede di Brega della Sirte Oil Company, circa 500 chilometri a est di Sirte, nel punto più a sud del golfo. Puntavano verso l’Italia ma, anche a causa delle cattive condizioni del mare, hanno percorso solo pochi chilometri. Un’ondata ha rovesciato lo scafo che poco dopo è affondato. Quando sono arrivati i soccorsi condotti dalla polizia costiera, uno solo dei naufraghi era ancora in vita, aggrappato a un relitto. Nelle vicinanze sono stati recuperati due corpi ormai senza vita. Nessuna traccia degli altri quattro. Il superstite è stato ricoverato nell’ospedale di Brega per una grave forma di ipotermia.
(Fonte: Migrant Rescue Watch)
Libia-Italia (Ras Ajdir, Zuwara), 28-29 dicembre 2023
Una barca di migranti è affondata a ovest di Zuwara, a non grande distanza dal confine con la Tunisia. Ne ha dato notizia il servizio d’emergenza della Mezzaluna Rossa della sede di Ras Ajdir, il posto di frontiera libico-tunisino, che dista circa 50 chilometri da Zuwara. Nel comunicato non si specificano le circostanze né il numero delle vittime. Si afferma solo che è stata assicurata assistenza ai naufraghi e sono stati recuperati alcuni corpi. Nel video diffuso insieme al comunicato si notano però almeno due cadaveri sulla battigia.
Aggiornamento 7 gennaio 2024. In base agli accertamenti condotti dall’ufficio Oim di Tripoli, le vittime del naufragio risultano almeno 35 di cui 11 migranti morti e 24 dispersi. In salvo 27 naufraghi.
(Fonte: Migrant Rescue Watch, Alarm Phone, rapporto Oim 2 gennaio 2024)
Libia-Italia (Tripoli-Lampedusa), 29 dicembre 2023
Un profugo venticinquenne pakistano è morto durante la traversata del Mediterraneo centrale dalla Libia a Lampedusa. Era con altri 132 migranti su un barcone da pesca intercettatopoco a sud delle Pelagie da una motovedetta della Guardia Costiera. I compagni hanno dichiarato che ha perso conoscenza alcune ore prima dei soccorsi e non si è più ripreso. Secondo quanto è emerso dall’esame del cadavere, eseguito presso l’obitorio del cimitero di Lampedusa, a Cala Pisana, il giovane sarebbe morto asfissiato dai gas di scarico del motore. Altri tre migranti che erano nella stessa parte del barcone, sottocoperta, risultano intossicati, sia pure in maniera non grave. Il gruppo a bordo era compostoda migranti provenienti da Bangladesh, Ghana, Siria, Egitto, Eritrea, Nigeria, Sudan e Somalia.
(Fonte: Sergio Scandura Radio Radicale, Agrigentonotizie)
Libia-Italia (Sabratha), 29 dicembre 2023
I cadaveri di 7 migranti sono affiorati sul litorale di Sabratha, circa 80 chilometriu a ovest di Tripoli. Avvistati mentre flottavano in mare a pochi metri dalla riva, sono stati recuperati dalla Mezzaluna Rossa che, dopo una prima ispezione sul posto della polizia, li ha trasferiti nell’obitorio dell’ospedale locale a disposizione della magistratura. Né la polizia né la Guardia Costiera hanno fornito indicazioni sulla provenienza di quei corpi ma appatre evidente che deve esserci stato un grave naufragio “fantasma” sulla rotta tra Sabratha e l’Italia.
Aggiornamento 7 gennaio 2024. In base agli accertamenti condotti dall’uffiico Oim di Tripoli le vittime del naufragio risultano almeno 43 di cui 15 migranti morti e 28 dispersi. Trenta naufraghi in salvo.
(Fonte: Migrant Rescue Watch, Alarm Phone, Rapporto Oim del 2 gennaio 2024)
Mauritania-Spagna (El Hierro), 30-31 dicembre 2023
Almeno 33 migranti subsahariani morti su un cayuco partito dalla Mauritania per le Canarie e rimasto alla deriva nell’Atlanticoper quindici giorni. Il barcone è stato intercettato casualmente da un catamarono privato 170 miglia, oltre 300 chilometri, a sud di El Hierro, l’isola più occidentale dell’arcipelago. A bordo c’erano quindici persone ormai allo stremo e 3 cadaveri. Immediato l’allarme alla centrale del Salvamento Maritimo spagnolo, che ha inviato sul posto due elicotteri di soccorso, gli Helimer 206 e 204, che hanno preso a bordo i naufraghi: 8, i più gravi, il 206 e 7 il 204, trasferendoli in ospedale a El Hierro. Presentavanio tutti forti sintomi di ipotermia, denutrizione e disidratazione. Uno, in condizioni più critiche, dopo le prime cure è stato trasportato a Tenerife. Non è stato possibile recuperare anche i tre cadaveri, che sono stati lasciati sul cayuco in attesa di un secondo intervento. “Quasi tutti – hanno riferito i medici – non erano in grado neanche di articolare una parola”. Quando alcuni si sono ripresi hanno riferito di essere partiti dalla Mauritania ma di aver perso la rotta, rimanendo per oltre due settimane in balia del mare: giorni terribili durante i quali molti dei migranti del gruppo, la maggior parte, sono morti. I loro corpi sono stati affidati all’Atlantico. Secondo alcuni dei superstiti, oltre ai 3 che erano ancora sul cayuco al momento dei soccorsi, sarebbero 30 i compagni che hanno perso la vita durante la traversata. Secondo altri addirittura 40.
(Fonte: Helena Maleno Ong Caminando Fronteras, El Diario, Efe Angenzia, Canarias7)