Calais dal 2014
Chilometri di cemento e filo spinato tra la Bulgaria e la Turchia o alla frontiera greco-turca, sul fiume Evros, così come intorno alle enclave spagnole di Ceuta e Melilla, in Marocco, oppure, più di recente, tra l’Ungheria e la Serbia. Ma non sono sorti solo ai confini europei questi muri: c’è una barriera pressoché insormontabile anche nel cuore stesso dell’Europa, a Calais, tra la Francia e il regno Unito. Una barriera militarizzata, voluta soprattutto da Londra, fatta di controlli di polizia stringenti, pattugliamenti continui, recinzioni, blocchi, respingimenti e che, tra non molto, sarà rinforzata da un altro muro di cemento e filo spinato nel tratto finale dell’autostrada che conduce al tunnel della Manica: milioni di sterline di spesa, per “proteggere” i Tir dai migranti che cercano di salire in corsa, di nascosto. E anche questa barriera, come tutte le altre, produce morte e sofferenza. Decine di vittime ogni anno. Nella quasi totale indifferenza.
Vittime dal gennaio 2014 a oggi: 260
La cronaca anno per anno
Anno 2025: morti 1
11 gennaio 2025. Profugo siriano morto in un naufragio a Sangatte
Un profugo siriano è annegato in un naufragio nella Manica tentando di raggiungere l’Inghilterra dalla Francia. Era su una barca salpata prima dell’alba dal litorale di Sangatte, circa 9 chilometri a ovest di Calais, con a bordo una cinquantina di persone di varie nazionalità. Il naufragio è avvenuto verso le 5,30 nelle acque francesi. I soccorritori, giunti da Sangatte e Calais, hanno recuperato tutti i naufraghi. Quando è stato raggiunto il profugo siriano era privo di conoscenza e non si è più ripreso.
(Fonte: Nord Littorale, La Voix du Nord)
Anno 2024: morti 86
14 gennaio 2024. Naufragio a Wimereux: morti 5 migranti
Cinque migranti sono annegati in un naufragio nella Manica, poco distante dalle coste francesi di Boulogne. Erano con altre 72 persone su una barca salpata la notte di sabato 13 gennaio dalla zona di Wimeraux, 7 chilometri circa a nord di Boulogne, sulla rotta verso l’Inghilterra. La sciagura è avvenuta poco dopo la partenza. Le condizioni del mare erano abbastanza buone ma lo scafo era sovraccarico e probabilmente proprio questa è stata la causa del naufragio. I soccorsi sono arrivati da un rimorchiatore e da varie unità della Marina francese. Settantadue naufraghi sono stati tratti in salvo e contemporaneamente sono stati trovati 4 cadaveri. Nelle ore successive il corpo di un’altra vittima è stato trascinato verso la riva e depositato dalla corrente ai piedi di una falesia dove è stato recuperato dai vigili del fuoco e da personale della Protezione Civile. Uno dei superstiti, in gravi condizioni per un forte stato di ipotermia e sintomi da annegamento, è stato ricoverato all’ospedale di Boulogne.
(Fonte: France Blu, Sergio Scandura Radio Radicale, La Voix du Nor, sito web Mathilde Auvillain)
8 febbraio 2024. Parigi: folgorato sul treno dell’Eurotunnel
Un migrante è rimasto folgorato alla Gare du Nord di Parigi sul tetto di uno dei treni che collegano giornalmente la Francia al Regno Unito attraverso l’Eurotunnel della Manica. Stando a quanto emerge anche dal video delle telecamere di sorveglianza, il giovane, verso le dieci di sera, ha cercato di nascondersi sulla sommità di uno dei vagoni di un convoglio che di lì a non molto doveva partire per Calais ma deve aver toccato inavvertitamente uno dei cavi dell’alta tensione. Ne è scaturita una scarica che lo ha investito in pieno, uccidendolo all’istante. Agenti di polizia e personale ferroviario lo hanno subito soccorso ma quando lo hanno raggiunto era ormai morto.
(Fonte: Infomigrants)
28 febbraio. Manica. Naufragio: 1 migrante morto e 2 dispersi
Un migrante morto e 2 dispersi in un naufragio nella Manica. La barca, uno scafo di pochi metri, era partita dalla costa di Calais. Dopo poche miglia si è trovata in difficoltà ed è affondata. I soccorsi sono arrivati dalla Guardia Costiera francese. Al termine dell’operazione alcuni naufraghi tratti in salvo hanno segnalato che mancavano tre compagni. Le ricerche successive hanno portato al recupero di un corpo ormai senza vita. Nessuna traccia degli altri due dispersi. Le autorità francesi hanno comunicato che nello stesso giorno, nel giro di poche ore, la Marina è intervenuta per portare soccorso a tre barche di migranti nella Manica, per un totale di 180 persone.
(Fonte: Infomigrants)
3 marzo. Dunkerque. Affonda barca di migranti: annega bimba di 7 anni
Una bambina di 7 anni è annegata nel naufragio di una barca carica di migranti nella Manica. Il natante, un piccolo scafo di legno, era partito dalla zona di Dunkerque nelle primissime ore del mattino. A bordo c’erano 16 persone: la piccola con la famiglia (i genitori e tre fratellini) ed altri 10 migranti, inclusi altri due bambini. La tragedia è avvenuta verso le 7,30, verosimilmente a causa del sovraccarico e delle condizioni del mare che hanno rovesciato lo scafo. L’allarme è stato lanciato da alcuni pescatori che hanno assistito da lontano al naufragio. Per i soccorsi sono intervenuti mezzi dei pompieri e della polizia ma quando sono arrivati per la piccola era ormai troppo tardi: il suo corpo è stato trasferito nell’obitorio dell’ospedale, lo stesso dove alcuni dei naufraghi sono stati ricoverati per sintomi di ipotermia e annegamento.
(Fonte: La Voix du Nord, Al Jazeera, Agenzia Ansa)
22-23 aprile. Wimeraux. Cinque migranti morti cadendo da un gommone
Almeno 5 migranti sono annegati tentando si attraversare la Manica verso l’Inghilterra. Erano in un gruppo di 112 persone, provenienti dalla Siria e dall’Iraq, che verso le 6 del mattino si erano imbarcate su un canotto pneumatico nella zona di Wimereux, meno di 30 chilometri a sud di Calais. Il battello, inadeguato per un carico di donne, uomini e bambini così numeroso, ha navigato solo per poche centinaia di metri. Poi il motore si è bloccato e, forse nel tentativo di riavviarlo, muovendosi a bordo, hanno compromesso la tenuta già instabile dello scafo, che si è quasi rovesciato. Molti sono caduti in acqua e prima che da riva arrivassero i soccorsi sono annegati tre uomini, una donna e una bambina di 7 anni. Una cinquantina di superstiti, recuperati dalla Guardia Costiera, sono stati sbarcati a Boulogne sur Mer, ma 58 hanno preferito continuare la rotta verso il Regno Unito. Elicotteri francesi hanno perlustrato la zona fino al pomeriggio alla ricerca di eventuali dispersi.
(Fonte: Le Monde, La Voix du Nord, Infomigrants)
11-12 luglio. Boulogne sur Mere. Naufragio: annegati 4 migranti
Quattro migranti sono annegati in un naufragio nella Manica tentando di arrivare in Inghilterra. Erano con altre decine di migranti su un barcone partito nella notte tra giovedì 11 e venerdì 12 luglio dalla costa francese nei pressi di Boulogne sur Mere, 35 chilometri a sud ovest di Calais. La tragedia è avvenuta prima dell’alba, quando, forse a causa del sovraccarico, la barca si è rovesciata a non grande distanza dalla riva. I soccorsi sono arrivati dalla Marina francese che ha mobilitato un elicottero e diverse unità. Il pattugliatore Cormoran, il primo ad arrivare sul posto, ha recuperato una sessantina di persone. Quattro, prive di conoscenza, sono state trasferite d’urgenza nel più vicino centro medico ma quando sono arrivate a terra, intorno alle 7 del mattino, erano ormai prive di vita. Nel Bassin Loubet di Boulogne è stato allestito un centro assistenza per i naufraghi, gestito dalla Protezione Civile e dalla Croce Rossa.
(Fonte: La Voix du Nord, Avvenire, Europatoday, Ticinonline, In Terris)
17 luglio. Gravelines. Affonda un gommone con oltre 70 migranti: 1 morto
Un migrante è annegato nel naufragio di un gommone nella Manica. Il battello era partito dalla costa di Gravelines, a circa metà strada tra Dunkerque (28 chilometri) e Calais (24 chilometri). A bordo c’erano oltre 70 subsahariani, uomini e donne. Dopo poche miglia le camere stagne pneumatiche hanno ceduto e lo scafo ha cominciato a sgonfiarsi. Molti sono caduti in acqua. A segnalare l’emergenza e a intervenire per prima è stata una motovedetta francese che, verso sera, stava rientrando da una missione di pattugliamento ed ha recuperato 59 naufraghi tra i quali un giovane privo di conoscenza. Nel frattempo si sono mobilitate per i soccorsi altre unità, inclusa una motovedetta britannica della Border Force, con il supporto di un elicottero della Marina francese. Mentre l’unità inglese recuperava altri 13 naufraghi, a bordo della motovedetta francese personale medico della squadra marittima mobile di Boulogne ha cercato di rianimare il giovane svenuto che è morto però prima ancora di arrivare a terra. Elicotteri, aerei da ricognizione e mezzi navali hanno continuato a perlustrare la zona in cerca di eventuali dispersi. I superstiti sono stati sbarcati a Calais.
(Fonte: Infomigrants, La Voix du Nord)
18-19 luglio. Calais. Migrante morta su gommone soccorso nella Manica
Una giovane migrante è stata trovata priva di vita su un gommone che stava tentando di raggiungere le coste inglesi dalla zona di Calais. Partito durante la notte di giovedì 18 luglio, con 86 persone a bordo, uomini e donne, il natante è stato intercettato prima della mezzanotte dai radar del Centro regionale di sorveglianza e soccorso di Griz Nez, circa 30 chilometri a ovest di Calais, che ha fatto partire il pattugliatore Cormoran della Marina francese. Inizialmente i migranti hanno rifiutato ogni tipo di soccorso, sostenendo di voler raggiungere l’Inghilterra, ma poco più di un’ora più tardi lo scafo ha avuto gravi problemi di tenuta a causa del sovraccarico, cominciando ad affondare e a quel punto, intorno all’una di venerdì 19 luglio, hanno chiesto assistenza. Il Cormoran, rimasto in zona, è intervenuto poco dopo: dapprima ha recuperato cinque persone che erano cadute in acqua e poi ha soccorso le altre a bordo del gommone, trovando una giovane donna esanime. Mentre il pattugliatore rientrava, un elicottero ha portato a bordo una squadra dei servizi medici d’emergenza ma la ragazza non si è ripresa. I superstiti e il cadavere sono stati sbarcati a Calais.
(Fonte: La Voix du Nord, Bfm Littoral)
27-28 luglio. Calais. Migrante siriana morta su un gommone nella Manica
Una giovane siriana è morta su un gommone carico di migranti nella Manica. Il natante era partito nella tarda serata di sabato 27 luglio dalla costa di Calais. Nel corso della notte è stata lanciata una chiamata di soccorso intercettata dalla Prefettura Marittima, che ha mobilitato una motovedetta della polizia navale, la Armoise, e il pattugliatore Kermorvan, della Guardia Costiera. Le due unità hanno intercettato il gommone verso le 5,30 di domenica 28 luglio. A bordo c’erano 75 persone, in buona parte siriane, che apparivano in evidente difficoltà, ma non tutte hanno chiesto assistenza. Per organizzare i soccorsi e provvedere al trasbordo sono state messi in mare dei canotti. Le prime quattro persone sono state prelevate dalla Kermorvan. Tra queste, la giovane siriana che era priva di sensi. Le sue condizioni sono apparse subito critiche, tanto da trasferirla d’urgenza con un elicottero all’ospedale di Boulogne sur Mer, dove però è giunta ormai senza vita. La Armoise ha preso a bordo a sua volta 31 migranti mentre gli altri 40 hanno rifiutato ogni tipo di aiuto, preferendo proseguire la rotta verso l’Inghilterra. Tutti i naufraghi sono stati sbarcati a Calais e consegnati alla polizia di frontiera. Nelle stesse ore e fino a lunedì mattina 29 luglio sono partite diverse altre barche sovraccariche. “Su ogni barca ora ci sono più persone e quindi c’è più rischio”, ha riferito un volontario di Utopia 56, una organizzazione che assiste i migranti. La causa potrebbero essere i sempre più frequenti sequestri di imbarcazioni da parte della polizia francese che riducono le possibilità di imbarco.
(Fonte: Infomigrants, Rapporto Prefettura Marittima della Manica)
11 agosto. Calais. Naufragio nella Manica: 2 migranti morti
Due migranti sono morti in un naufragio avvenuto nelle primissime ore del mattino nella Manica, al largo di Calais. La barca, con 55 migranti a bordo, era partita dalla costa tra Calais e Dunkerque. L’allarme è scattato quando era ancora nelle acque francesi. Sono intervenute diverse unità della Marina e della Guardia Costiera, che hanno recuperato tutti i naufraghi, ma uno è morto pochi minuti dopo lo sbarco sulla banchina del porto di Calais e un altro nell’ospedale di Boulogne sur Mer, dove sono stati ricoverati anche altri 5 superstiti in gravi condizioni. La tragedia è dovuta probabilmente al sovraccarico della barca. La magistratura di Boulogne sud Mer ha aperto un’inchiesta condotta dal procuratore Guirec Le Brass. Nelle stesse ore è stata condotta una seconda operazione di salvataggio per un gommone con a bordo 36 tra uomini e donne.
(Fonte: Le Monde, La Voix du Nord, France Bleu Nord)
3 settembre. Wimereux-Portel. Naufragio: 12 morti e 2 dispersi
Dodici migranti morti e 2 dispersi in un naufragio nelle acque francesi della Manica. La barca aveva preso il largo stracarica, circa 70 persone a bordo in gran parte eritrei, nelle prime ore del giorno dalla costa di Vimeraux (30 chilometri a sud ovest di Calais), puntando verso l’Inghilterra. La tragedia è avvenuta poco dopo la partenza: a causa del sovraccarico il fondo ha ceduto e si è squarciato di colpo. Tutte le persone a bordo sono finite in mare. Con una temperatura dell’acqua di meno di 20 gradi per molti è stata la fine. Dalla costa francese sono partite numerose unità di soccorso ma quando sono arrivate per 12 naufraghi era già troppo tardi: i soccorritori hanno potuto solo recuperarne i cadaveri. Altri 2 sono scomparsi tra le onde e risultano dispersi. Molto provati e con forti sintomi di ipotermia e problemi cardiocircolatori anche gli oltre 50 tratti in salvo, per alcuni dei quali si è reso necessario il ricovero in ospedale.
(Fonte: La Voix du Nord, Infomigrants, Il Fatto Quotidiano, Al Jazeera, Anadolu Agency, Midi Libre, L’Humanité, Le Monde, Europe1)
14-15 settembre. Ambleteuse. Barca si capovolge: 8 migranti morti
Otto migranti sono morti nella Manica in un naufragio nelle acque di Ambleteuse, meno di 6 chilometri a nord di Wimereux, dove due settimane prima si è registrata un’altra tragedia simile con 14 vittime. Sulla barca c’erano 59 persone, in fuga da Siria, Eritrea, Sudan, Afghanistan, Egitto ed Iran. Ancora una volta il naufragio è stato provocato dal sovraccarico dello scafo che, a causa anche delle condizioni del mare, si è rovesciato di colpo poco dopo la partenza. La costa non era lontana ma quando i soccorritori sono arrivati sul posto 8 naufraghi erano già morti: i loro corpi sono stati recuperati e traferiti nell’obitorio di Wimereux. Molti dei superstiti presentavano gravi sintomi di ipotermia: per sei di loro i medici hanno disposto il ricovero d’urgenza.
(Fonte: La Croix, Tfi, Le Figaro, Daily Sabah)
5 ottobre. Calais-Boulogne. Morti 4 migranti su due barche sovraccariche
Quattro migranti, tra cui un bambino di due anni, sono morti su due gommoni sovraccarichi partiti dalla costa tra Calais e Boulogne sur Mer, tentando di raggiungere il Regno Unito attraverso la Manica, la notte tra venerdì 4 e sabato 5 settembre. Sul primo c’erano almeno 90 persone. Aveva preso il largo da poco quando il motore è andato in avaria. Rimasti in balia del mare, da bordo hanno lanciato diverse richieste di aiuto. I soccorsi sono arrivati da una motovedetta della Guardia Costiera francese, che ha fatto salire numerose persone e rimorchiato il natante a Calais. E’ in questa fase – come ha riferito Jacques Billant, prefetto di Pas de Calais – che al centro dello scafo è stato trovato il corpo esanime del bimbo, morto schiacciato e soffocato dalla ressa dei 90 stipati sul natante. Il secondo gommone, anche questo con una novantina di migranti, si è a sua volta fermato alla deriva perché il motore ha cessato di funzionare. Con lo scafo ormai ingovernabile, a bordo si è scatenato il panico e diverse persone sono cadute in mare. Una motovedetta è giunta in tempo per recuperarle tutte e poi è cominciato il trasbordo degli altri naufraghi ma sul fondo del gommone, immersi in alcuni centimetri d’acqua, sono stati trovati i corpi senza vita di 2 uomini e di una donna sui trent’anni, schiacciati e soffocati anch’essi nella ressa. I superstiti e i cadaveri sono stati sbarcati a Calais. Il bimbo è di origine somala. Gli altri migranti, incluse le tre vittime adulte, sono originari di Vietnam, Afghanistan, Eritrea, Iran, Libia, Etiopia, Siria, Egitto, Kuwait, Irak.
(Fonte: Le Monde, La Voix du Nord, Dakaractu.com, Anadolu Agency)
17 ottobre. Wissant. Bimba curda di 4 mesi muore in un naufragio
Una bimba curdo-irachena di appena quattro mesi è morta nella Manica nel naufragio di uno zodiac carico di migranti. Il gommone aveva preso il largo la sera di giovedì 17 ottobre dal litorale di Wissant, sulla costa tra Boulogne sur Mer e Calais. A bordo c’erano, oltre alla piccola, 65 persone: un carico enorme rispetto alla stazza del battello. E verosimilmente proprio al sovraccarico è dovuta la tragedia: dopo poche miglia di navigazione lo scafo ha ceduto verso il centro e buona parte delle persone sono finite in acqua mentre altre sono riuscite ad aggrapparsi alle camere stagne. Fortunatamente, dopo che ne era stata segnalata la partenza, sulle tracce dello zodiac si erano già mosse alcune unità della Guardia Costiera e della Marina francesi, che sono arrivate in tempo per recuperare tutti i naufraghi. Anche la bimba è stata avvistata e portata a bordo di una delle unità di soccorso insieme ai genitori e a due fratellini maggiori. Priva di conoscenza, le sue condizioni sono però subito apparse disperate e i medici fatti intervenire dai soccorritori non sono riusciti a rianimarla. Tutti i naufraghi sono stati sbarcati a Boulogne sur Mer.
(Fonte: Tv5 Monde, Le Monde, L’Humanité, L’Indepandant, La Voix du Nord)
23 ottobre. Calais. Naufragio nella Manica: morti 3 migranti
Tre migranti – due uomini e una donna – sono morti in un naufragio nella Manica sulla rotta verso Dover. Erano su una barca di fortuna salpata dalla costa francese tra Calais e Boulogne sur Mer, con circa 50 persone, nelle prime ore del mattino. Ancora una volta la tragedia va collegata al sovraccarico dell’imbarcazione: lo scafo ha ceduto dopo pochi chilometri di navigazione senza neanche dare il tempo a chi era a bordo di chiedere aiuto. L’allarme è scattato quando una nave ha notato flottare in mare almeno un giubbotto di salvataggio, avvertendo il comando della Guardia Costiera di Calais e facendo scattare le ricerche. La prima unità di soccorso ad arrivare sul posto è stata la Mink, una motovedetta dei servizi di salvataggio di Pas de Calais, che ha recuperato 40 naufraghi che erano in acqua nei pressi del relitto. Un motoscafo del gruppo privato di soccorso Snsm di Calais, il Notre Dame de Risban, ha tratto in salvo altre 8 persone, trasferendole poi sulla Mink. I 48 naufraghi sono stati trasferiti d’urgenza e sbarcati a Calais: due, privi di conoscenza, sono stati subito portati in ospedale ma i medici non sono riusciti a rianimarli. Poco dopo il ferry di linea Oscar Wilde, della compagnia Irish Ferries, ha avvistato e preso a bordo un altro naufrago in forte stato di ipotermia e un cadavere. Le ricerche sono proseguite fino al tramonto, con l’ausilio anche di un elicottero della Marina Militare francese. La Procura di Boulogne sur Mer ha aperto un’inchiesta. Un servizio giornalistico del quotidiano francese La Voix du Nord ha rilevato che oltre il 71 per cento dei profughi/migranti che riescono ad arrivare in Inghilterra attraversando la Manica su barche di fortuna ottengono l’asilo o comunque una forma di tutela nel Regno Unito, chiedendosi dunque, alla luce del numero crescente delle vittime, che senso abbia non istituire canali legali di immigrazione anziché perpetuare un blocco che produce solo morte.
Aggiornamento 6-8 novembre: altre vittime. Tra il 6 e l’8 novembre Osama Ahmed, un profugo siriano ventenne, ha dichiarato che nella tragedia del 23 ottobre sono scomparse nella Manica, incluso suo padre, almeno 14 persone. Senza contare i 2 uomini e la donna di cui sono stati recuperati i corpi. Osama stesso era a bordo del gommone e, rimasto a lungo in acqua dopo il naufragio, è stato salvato in extremis e condotto esanime in ospedale a Boulogne sur Mer. Quando, qualche giorno dopo, ha ripreso conoscenza ed è stato in grado di muoversi, ha cominciato a cercare il padre e, più in generale, a indagare sulla tragedia, ricostruendo le circostanze precise del naufragio, (provocato sicuramente – ha riferito – dal cedimento dello scafo a causa del sovraccarico) e precisando che a bordo c’erano non circa 50 ma più di 60, forse quasi 70, persone. Quasi in contemporanea con queste affermazioni è arrivata la notizia che tra il 5 e il 6 novembre sono stati recuperati nella zona di Calais i corpi di 5 migranti. Per quattro il forte stato di degrado ha reso pressoché impossibile l’identificazione ma, come si desume dai documenti trovati tra gli abiti, il quinto, anch’esso in avanzata decomposizione, è sicuramente un siriano (nota del 5-6 novembre di seguito: ndr), al pari di Osama Ahmed e di altri profughi che erano sul gommone affondato. Tutti e 5, dunque, potrebbero essere vittime della tragedia del 23 ottobre. Se è così, vanno calcolati ancora 9 dispersi. Sia Osama Ahmed che Infomigrants ed altre testate giornalistiche hanno chiesto informazioni in proposito alla Prefettura Marittima della Manica. Le autorità francesi hanno risposto di non essere informate dei 14 migranti dispersi ma che, in ogni caso, le persone scomparse vengono conteggiate soltanto se i loro corpi sono stati visti in mare prima di scomparire. Ovvero, a differenza di quanto fa l’Oim (Organizzazione Internazionale per l’emigrazione), per determinare il numero dei dispersi non ci si basa sulle dichiarazioni dei sopravvissuti. Secondo i parametri Oim, tuttavia, tenendo conto della testimonianza secondo cui a bordo erano “più di 60” (come lascia intendere del resto anche la causa del naufragio, sicuramente dovuto all’enorme sovraccarico), vanno complessivamente calcolate 17 vittime: i 3 cadaveri recuperati subito dopo il naufragio, verosimilmente i 5 (già inseriti nel censimento generale 2024 Nuovi Desaparecidos: ndr) trovati il 5-6 novembre e i 9 ancora dispersi di cui fino alle dichiarazioni di Osama Ahmed non si era saputo nulla.
(Fonte: La Voix du Nord, The Guardian, Bbc News, Abc News, The Independent, Asharq al Awsat. Aggiornamento: Infomigrants edizioni 6 e 8 novembre)
27 ottobre. Tardhingen. Migrante indiano annega nella Manica
Un migrante indiano quarantenne è annegato tentando di attraversare la Manica dalla Francia per raggiungere l’Inghilterra. L’uomo era a bordo di una piccola barca, sovraccarica e in pessime condizioni, salpata dalla spiaggia di Tardhingen, circa 25 chilometri a sud ovest di Calais. Il naufragio è avvenuto verso le 5,30 del mattino di domenica 27 ottobre: lo scafo ha ceduto, rovesciandosi, e tutti a bordo sono finiti in acqua. La riva non era lontana e molti sono riusciti a mettersi in salvo da soli a nuoto. Altri naufraghi sono stati recuperati da motovedette giunte da Calais. Il quarantenne indiano, tuttavia, quando sono arrivati i soccorsi era già esanime, ucciso forse da un malore, per la paura e il freddo, quando si è ritrovato in mare, inesperto del nuoto e senza giubbotto di salvataggio.
(Fonte: Infomigrants, Agenzia France Presse)
29-30 ottobre. Morti 4 migranti nella Manica in due naufragi
Quattro migranti sono morti in due naufragi nella Manica sulla rotta tra le coste francesi di Pass de Calais e l’Inghilterra. Il primo allarme è scattato nella tarda serata di martedì 29 ottobre per una barca salpata a sud di Calais, al largo delle spiagge di Hardelot. Ancora una volta alla base della tragedia ci sono il sovraccarico e le pessime condizioni dell’imbarcazione: lo scafo ha ceduto e almeno 15 persone sono finite in acqua. La vittima, un uomo, era tra queste: recuperato in mare privo di conoscenza da una unità della Guardia Costiera francese, è stato trasferito all’ospedale di Boulogne sur Mer con un elicottero militare, ma i medici non sono riusciti a rianimarlo. Presso lo stesso ospedale sono stati successivamente ricoverati altri 6 naufraghi, uno in condizioni critiche e gli altri gravi ma non in pericolo di vita per un forte stato di ipotermia e sintomi di annegamento. Complessivamente sono state tratte in salvo 61 persone. Durante la notte tra mercoledì e giovedì, favorite dalle condizioni meteo di bonaccia, diverse altre barche hanno preso il largo dallo stesso tratto di costa e almeno una è affondata, probabilmente mentre erano ancora in corso le operazioni di ricerca per il primo naufragio. Nessuno si è accorto di nulla fino a quando, verso l’alba, durante la bassa marea, i cadaveri di tre migranti sono affiorati sul litorale tra Berck e Merlimont, un arco di 6 chilometri situato circa 90 chilometri a sud di Calais e una quarantina da Hardelot. Per il recupero sono intervenute alcune squadre di pompieri, mobilitati lungo la costa fin dal primo allarme. Unità della Marina e pattuglie di polizia hanno poi prestato aiuto ad altri naufraghi: si calcola che durante la notte e nelle prime ore del giorno di mercoledì 30 siano state soccorse in tutto (incluse le 61 del primo naufragio) circa 130 persone. La conferma che tra la serata di martedì 29 e l’alba di mercoledì 30 ci sono state numerose partenze è venuta da alcuni giornalisti della France Press i quali hanno visto due gruppi prendere il largo nel buio vicino a Sangatte, più a nord, nei pressi di Calais. Anche la Prefettura di Pas de Calais e la Procura di Boulogne sur Mer hanno rilevato che le “spedizioni” si sono moltiplicate, con gruppi di migranti sempre maggiori su barche sempre più malandate e insicure.
(Fonte: France 24, Lemann Ouest, Huffpost, France 3, Infomigrants)
2 novembre. Trovato un migrante morto sulla spiaggia di Sangatte
Il cadavere di un migrante sconosciuto è stato trovato nelle prime ore del giorno sulla spiaggia di Sangatte, 18 chilometri circa a sud ovest di Calais. La marea deve averlo trascinato a riva prima dell’alba, depositandolo sulla battigia dove è stato scoperto da alcuni passanti che hanno avvertito la polizia. Per recuperarlo, dopo un sopralluogo del procuratore di Boulogne sur Mer, sono intervenuti una ventina tra agenti e pompieri, che lo hanno trasferito nell’obitorio dell’ospedale. Si ritiene che sia la vittima di uno dei naufragi avvenuti al largo di Sangatte la notte tra il 29 e il 30 ottobre, quando numerose barche di migranti hanno preso il largo da questo tratto di costa nel tentativo di attraversare la Manica verso l’Inghilterra.
(Fonte: Franceblu, La Voix du Nord, 20 Minutes, Ouest France, Nord Littoral)
5-6 novembre: Manica: trovati i cadaveri di 6 migranti: 5 a Calais, 1 a Dover
Nell’arco di 48 ore il mare ha restituito i corpi di 6 migranti annegati nel tentativo di arrivare nel Regno Unito dalla Francia attraversando la Manica su gommoni di fortuna sovraffollati: 5 lungo le coste francesi e 1 su quelle inglesi. Il primo allerta è scattato martedì 5 quando un ferry di linea ha segnalato di aver avvistato un cadavere al largo di Calais. La Marina francese ha mobilitato una motovedetta che ha trovato non uno ma due cadaveri: quello indicato dal ferry e un altro a non molta distanza. Il giorno dopo, sempre sul litorale di Pass de Calais ne sono affiorati ancora due (uno in acqua a non grande distanza dalla riva, e uno sulla spiaggia), poi recuperati entrambi dalla Guardia Costiera. Poche ore dopo, di nuovo al largo di Calais, un quinto corpo. Il sesto, infine, come ha riferito la polizia del Kent, è stato recuperato nella zona di Dover. Le salme affiorate sulla costa francese sono state trasferite in un obitorio di medicina legale a Boulogne sur Mer. Il procuratore di Pas de Calais ha riferito che l’avanzato stato di decomposizione in cui sono state trovate ne rende molto difficile l’identificazione. Fa eccezione, pur essendo anch’essa in forte degrado, quella recuperata sulla spiaggia di Calais, perché tra gli abiti sono stati trovati documenti d’identità siriani.
(Fonte: The Guardian Infomigrants, La Voix du Nord)
12 novembre. Manica: trovati i cadaveri di 2 migranti a Sangatte e Wissant
I cadaveri di due migranti sconosciuti sono stati depositati dal mare sulla costa francese della Manica, nella zona di Pas de Calais: il primo era su una spiaggia di Sangatte, una decina di chilometri a ovest di Calais, e l’altro 11 chilometri più a sud ovest, all’altezza di Wissant. Recuperati da squadre di pompieri, sono stati trasferiti nell’obitorio di un istituto di medicina legale per l’autopsia. Secondo quanto ha riferito Guirec Le Bras, procuratore di Boulogne sur Mer, sono entrambi in avanzato stato di decomposizione e devono essere rimasti in acqua per più di una settimana. Si tratta verosimilmente di vittime di uno dei naufragi avvenuti negli ultimi giorni di ottobre, forse quello del 23, per il quale sono stati segnalati numerosi dispersi.
(Fonte: Ici, La Voix du Nord, Le Figaro, Bfm Littoral, Sud Info)
14 novembre. Calais. Un altro cadavere portato dalla marea sulla spiaggia
Il cadavere di un altro migrante, dopo i ritrovamenti iniziati dal 2 novembre, è stato portato sulla spiaggia di Calais dalla marea montante. Ad avvistarlo è stato un uomo che camminava lungo la battigia e che ha immediatamente avvertito la polizia. Per il recupero è intervenuta una squadra dei pompieri. Il procuratore di Boulogne sur Mer, Guirec Le Bras, ha ribadito che deve trattarsi delle vittime di un naufragio sulla rotta verso l’Inghilterra avvenuto presumibilmente nel mese di ottobre.
(Fonte: Infomigrants)
17 novembre. Trovato il cadavere di un migrante sulla spiaggia di Quend
Il cadavere di un migrante sconosciuto è stato depositato dalla marea sulla spiaggia di Quend, 90 chilometri a sud di Calais. Lo ha trovato casualmente un passante che ha subito avvisato la polizia. Per il recupero è intervenuta una squadra di pompieri. A giudicare dallo stato di degrado, la salma è rimasta a lungo in acqua prima del ritrovamento. Si ritiene si tratti di una delle vittime dei naufragi registrati nella Manica lungo la costa del Pas de Calais verso la fine di ottobre.
(Fonte: Infomigrants).
8 dicembre. Escalles. Migrante morto sulla spiaggia di Cap Blanc Nez
Il cadavere di un migrante in avanzato stato di decomposizione è stato trascinato dalla marea a poche decine di metri dalla spiaggia situata ai piedi di Cap Blanz Nez, nel municipio di Escalles, una quindicina di chilometri a ovest di Calais. A dare l’allarme, poco prima delle 15,30, sono stati alcuni passati che hanno avvertito la polizia. Circa un’ora dopo la Prefettura Marittima ha provveduto al recupero. Non sono emersi elementi utili per l’identificazione. Di certo, a giudicare dal forte stato di degrado, la salma è rimasta a lungo in acqua prima del ritrovamento. Non ci sono dubbi che deve trattarsi di un migrante annegato nel tentativo di attraversare la Manica verso il Regno Unito.
(Fonte: La Voix du Nord, Nord Littoral, Delta Fm)
14 dicembre. Dunkerque: due migranti uccisi nel campo di Loon Plage
Due migranti alloggiati nel campo improvvisato di Loon Plage, 14 chilometri a ovest di Dunkerque, sono le ultime due vittime della strage con 5 vittime uccise a colpi di pistola da un uomo di 22 anni residente nella zona. L’autore delle uccisioni, avvenute nell’arco di meno di due ore, si è consegnato alla polizia ma non ha dato spiegazioni plausibili sui motivi che lo hanno spinto a sparare. La strage è iniziata a Wormhout, un piccolo centro situato 20 chilometri a sud di Dunkerque, dove il pluriomicida ha ucciso il titolare di una società di trasporti. Da lì poi ha raggiunto la zona di Loon Plage, dove ha colpito a morte due agenti di una compagnia di vigilanza, avvicinati mentre stavano pattugliando le strutture aziendali. Poco dopo si è spostato verso l’accampamento dei migranti, uccidendo a sangue freddo, senza una ragione apparente, due profughi, di 19 e 30 anni, sorpresi lungo il sentiero che conduce alle tende e alle baracche disseminate vicino alla spiaggia dove, insieme a numerosi altri, avevano trovato un riparo precario nell’attesa di riuscire a imbarcarsi per l’Inghilterra. La strage ha creato un clima insieme di dolore e terrore nell’accampamento, dove vivono circa 500 persone, incluse diverse famiglie, e già diverse volte oggetto di violenze e attacchi, incluse sparatorie tra le bande rivali che gestiscono il traffico dei rifugiati sulle rotte della Manica.
(Fonte: Infomigrants Bbc France)
29 dicembre. Sangatte: 4 morti nel naufragio di una barca di migranti
Tre migranti sono annegati nel naufragio di una barca tentando di raggiungere le coste dell’Inghilterra dalla Francia. La tragedia è avvenuta nelle prime ore del mattino. La barca era partita all’altezza della spiaggia di Bleriot, 5 chilometri a est di Sangatte e circa 4 da Calais. Aveva preso il mare da poco quando, a causa del sovraccarico che la rendeva estremamente instabile, sono bastati alcuni movimenti bruschi delle persone a bordo per rovesciarla. I soccorritori, giunti sia via mare che da terra, hanno tratto in salvo 45 naufraghi ma si è subito intuito che dovevano esserci delle vittime. Poco dopo, infatti, come ha confermato anche il sindaco di Sangatte, Guy Allemand, sono affiorati tre corpi ormai senza vita. Le ricerche sono proseguite per l’intera giornata per trovare eventuali dispersi. La Procura di Boulogne sur Mer ha aperto un’inchiesta.
Aggiornamento 30 dicembre: un altro cadavere. Il corpo senza vita di un altro migrante è affiorato la mattina di lunedì 30 dicembre nella zona di Belriot, a Sangatte. Secondo quanto ha riferito il sindaco di Sangatte, Guy Allemand, è stato avvistato da alcuni passanti mentre flottava in mare a breve distanza dalla riva all’altezza di Fort Lapin. Per il recupero è intervenuta una squadra dei pompieri. Le vittime del naufragio avvenuto nelle prime ore di domenica 29 risultano dunque almeno quattro.
(Fonte: Le Monde, La Presse Tunisia, La Voix du Nord)
Anno 2023: morti 28
3 gennaio. Calais. Migrante ucciso da un treno a un passaggio a livello
Un migrante sudanese di circa 30 anni è stato travolto e ucciso da un treno merci, alla periferia di Calais, all’altezza del passaggio a livello di rue Foissey, vicino a una mensa che distribuisce pasti ai tanti che sostano nella zona nella speranza di potersi imbarcare per l’Inghilterra. Stando a diversi testimoni, si sarebbe trattato di un suicidio. Verso le 10,30 il giovane sostava accanto alle sbarre chiuse, come in attesa che passasse il convoglio, un merci diretto verso nord. Quando il treno è arrivato, alle 10,40, è corso tra i binari. “Una volontaria mi ha detto di aver visto il ragazzo gettarsi sotto al treno. Ha suonato il clacson per avvertirlo che il treno stava arrivando, ma lui ha salutato e si è buttato tra i binari. Era una persona che, secondo quanto aveva avuto modo di notare, non stava bene”, ha dichiarato alla France Presse Claire Millot, responsabile dell’associazione Salam. Dopo il sopralluogo del procuratore Guirec Le Bras, il corpo è stato rimosso dai vigili del fuoco”
(Fonte: La Voix du Nord, 3 Hauts de France)
10 maggio. Calais. Sudanese ucciso da un Tir sull’autostrada
Un profugo sudanese è stato travolto e ucciso da un Tir nei pressi del porto di Calais. Non è chiara la dinamica dell’incidente. Di sicuro il giovane, verso le 13,30, ha attraversato o stava camminando sulla circonvallazione dell’area portuale, vicino allo svincolo che conduce all’autostrada A-26. E’ un tratto di strada molto pericoloso, dove auto e camion sono autorizzati a viaggiare fino a un limite di 90 chilometri l’ora di velocità e dove già si sono verificati numerosi gravi incidenti. Forse il camionista non lo ha notato o forse lo ha visto solo all’ultimo momento. Sta di fatto che il giovane è stato travolto in pieno. I servizi di emergenza (Croce Rossa e Vigili del Fuoco) sono arrivati in pochi minuti ma non c’è stato nulla da fare.
(Fonte: La Voix du Nord, Infomigrants)
31 Maggio. Marck. Sudanese muore cadendo da un camion
Un ragazzo sudanese – Sami, poco più che ventenne – è morto finendo sotto le ruote di un camion nel tentativo di imbarcarsi di nascosto su un ferry diretto in Inghilterra. Il giovane aveva raggiunto la zona di Calais già da qualche tempo. Pare che già altre volte avesse cercato di passare la frontiera. Mercoledì 31 maggio, nelle prime ore del mattino, ci ha provato di nuovo. Verso le 6,30 si è appostato in via Ravisse, nel piccolo comune di Marck, distante meno di 8 chilometri dalla zona d’imbarco di Calais, ed ha tentato di arrampicarsi a bordo, ma deve aver perduto l’equilibrio e, cadendo a terra, è stato travolto in pieno, morendo all’istante. La magistratura ha disposto un’inchiesta. L’indomani, giovedì 1 giugno, alcune decine di migranti hanno organizzato una manifestazione a Calais in memoria di Sami e per chiedere canali di immigrazione legali.
(Fonte: La Voix du Nord, Nord Litoral).
4-5 luglio. Calais. Migrante muore cadendo da un camion sull’autostrada
Un migrante è morto per le gravissime ferite riportate cadendo da un camion in transito sull’autostrada A16, alle porte di Calais. Il suo corpo agonizzante è stato trovato verso le 18,30 di martedì 4 luglio nei pressi dello svincolo tra l’autostrada A16 e la A26, verso Boulogne sur Mer. Doveva essere caduto poco prima, ma non si conoscono né il camion sul quale si era nascosto né l’autista, che probabilmente non si è accordo di nulla e ha proseguito la corsa. Un’ambulanza della Croce Rossa lo ha trasferito all’ospedale di Calais ma ha cessato di vivere durante la notte tra martedì 4 e mercoledì 5. Non aveva documenti e non sono stati trovati elementi utili per poterlo identificare. Si sa soltanto che doveva avere tra i 20 e i 30. Non ci sono testimoni oculari dell’incidente e si è anche ipotizzato inizialmente che potesse essere stato investito mentre camminava lungo l’autostrada o tentava di attraversarla ma, come ha precisato il procuratore di Boulogna sur Mer, Guirec Le Bras, il tipo di ferite riscontrate dal medico legale induce a credere che sia caduto (o abbia tentato di saltare) da un camion in corsa.
(Fonte: La Voix du Nord, Nice Matin)
12 agosto. Sangatte, naufragio: 6 morti e 5 dispersi
Undici vittime (6 morti e 5 dispersi) nel naufragio di una barca con 69 migranti nella Manica. La barca era partita la notte tra venerdì 11 e sabato 12 agosto da una spiaggia di Sangatte, meno di dieci chilometri a ovest di Calais. Verso le cinque del mattino l’associazione Utopia, che si occupa di assistenza ai migranti, ha ricevuto una richiesta di aiuto, che ha immediatamente girato alle autorità francesi, facendo scattare una operazione di soccorso da parte della Guardia Costiera a cui si sono poi unite anche unità britanniche con base a Dover. La tragedia è avvenuta a circa metà rotta ma ancora in acque di competenza francese. Le motovedette salpate da Calais hanno recuperato 5 corpi e 37 naufraghi ancora in vita, uno dei quali però è morto poco dopo il ricovero in ospedale. Altri 22 naufraghi sono stati tratti in salvo dalla Marina inglese e condotti a Dover. Le ricerche dei dispersi sono proseguite per l’intera giornata di sabato e nei giorni successivi ma senza alcun esito: inizialmente si pensava fossero 2 ma in seguito alle indagini condotte dalla magistratura francese è emerso che sono 5. Tutte le vittime erano profughi afghani, così come la maggioranza dei naufraghi che asono riusciti a salvarsi.
(Fonte: La Voix du Nord, Corriere della Sera, Efsyn, Anadolu Agency, Al Jazeera, Avvenire, Sky Tg 24)
25 settembre. Bleriot. Eritrea annega cadendo da una barca
Una profuga eritrea ventiquattrenne è annegata nel tentativo di attraversare la Manica dalla costa di Calais per arrivare in Inghilterra. Il suo corpo esanime è stato trovato sulla battigia della spiaggia di Bleriot, 3 chilometri circa a ovest di Calais. Quando la polizia e i vigili del fuoco sono arrivati sul posto, verso le 5 del mattino, accanto a lei c’erano il marito e un altro profugo eritreo. I vigili hanno cercato di rianimarla ma non si è più ripresa. Secondo quanto è emerso dalle indagini, la giovane era partita durante la notte dal litorale di Sangatte su una barca precaria stracarica. Quando erano già abbastanza al largo, probabilmente a causa della calca che c’era a bordo, è caduta in acqua, sparendo nel buio. Il marito si è a sua volta gettato in mare per cercare di soccorrerla: l’ha raggiunta e in qualche modo l’ha trascinata a riva fino alla spiaggia di Bleriot, ma quando hanno toccato terra lei era ormai esanime. Il procuratore di Boulogne sur Mer, Philippe Sabatier, ha disposto un’autopsia per stabilire le cause esatte della morte. Nella notte tra il 24 e il 25 settembre cinque barche di migranti hanno preso il largo verso l’Inghilterra dalla costa di Calais: 3 sono state intercettate dalla polizia francese e 2 sono riuscite attraversare la Manica.
(Fonte: La Voix du Nord)
30 settembre. Calais. Migrante travolto e ucciso da un treno
Un migrante sconosciuto è stato ucciso da un treno sulla linea tra Calais e Dunkerque. La tragedia è avvenuta verso le 17,15 all’altezza di un passaggio a livello nel quartiere di Beau Marais, che è completamente attraversato dalla ferrovia. Non è chiaro se il giovane stesse attraversando o camminando lungo i binari senza essersi accorto del pericolo o se si tratti di un suicidio. Sta di fatto che la motrice di un convoglio merci, che viaggiava a una velocità tra 90 e 110 chilometri orari in direzione di Dunkerque, lo ha investito in pieno, uccidendolo all’istante. La salma è stata trasferita presso l’obitorio locale, a disposizione della magistratura di Boulogne sur Mer. Non sono emersi elementi utili per l’identificazione, ma è evidente che deve trattarsi di uno delle centinaia di giovani che hanno raggiunto Calais nella speranza di trovare un imbarco per l’Inghilterra.
(Fonte: La Voix du Nord)
2 ottobre. Migrante annega nella Manica
Un giovane subsahariano è annegato nella Manica nel tentativo di raggiungere il Regno Unito dalla Francia. Lo ha comunicato la Ong francese Utopia 56, che opera in particolare nella zona di Calais, sottolineando che, nell’arco di una settimana, si tratta della terza vittima tra i migranti giunti nella regione di Calais nella speranza di trovare il modo di imbarcarsi per l’Inghilterra. Non sono state specificate le circostanze precise della morte. Si sa solo che il giovane è annegato nelle acque comprese tra Calais e Dunkerque, il tratto di costa francese sulla Manica da cui sono più frequenti le partenze di barche di fortuna cariche di migranti.
(Fonte: Ong Utopia 56, Are You Syrious)
16-17 novembre. Calais, furgone contro un gruppo di migranti: 2 morti
Un gruppo di una quindicina di migranti è stato investito a Calais da un furgone: 2 sono morti e 4 hanno riportato gravi ferite. E’ accaduto la notte tra giovedì 16 e venerdì 17 novembre. I migranti stavano camminando lungo l’autostrada A-26, in prossimità della zona del porto. L’autista del furgone probabilmente deve averli visti solo all’ultimo istante. Sta di fatto che li ha travolti in piena velocità e subito dopo, anziché fermarsi per cercare soccorso, si è dato alla fuga, facendo perdere le proprie tracce. L’allarme è stato dato dai superstiti e da altri automobilisti di passaggio. Quando sul posto sono arrivate le prime ambulanze, però, per due dei migranti era ormai troppo tardi. Altri quattro sono stati ricoverati d’urgenza: due in condizioni critiche.
(Fonte: Nord Littoral)
22 novembre. Tre migranti annegati nella Manica
Tre migranti, due donne e un uomo, sono annegati nella Manica nel naufragio di una barca diretta verso l’Inghilterra. A bordo erano in 61. La tragedia è avvenuta intorno all’1,30 del pomeriggio poco al largo di Equihen Plage, circa 40 chilometri a sud ovest di Calais. Come ha raccontato una delle superstiti – Mimi, che si era imbarcata con i due figli piccoli – il natante si è trovato in difficoltà, a causa del sovraccarico, già una decina di minuti dopo la partenza. Prima tre persone – due donne eritree e un uomo – sono cadute in acqua senza che nessuno riuscisse ad aiutarle e subito dopo, forse proprio a causa dell’agitazione che si è creata a bordo, lo scafo si è rovesciato, colando a picco. Sono intervenute per i soccorsi diverse motovedette della Guardia Costiera francese, che hanno tratto in salvo 58 naufraghi e recuperato i cadaveri delle due donne finite in mare prima del naufragio. Poi, nella convinzione che fossero partiti in 60, le ricerche si sono interrotte. In realtà a bordo c’era anche un profugo etiope, Eskiel Sebsbea Tsgaye, di 34 anni, ma nella concitazione del momento non ci si è accorti della sua scomparsa. A segnalare per primi che non risultava tra i superstiti sono stati alcuni familiari i quali, sapendo per certo che era su quella barca, si sono rivolti alle autorità francesi e poi hanno cominciato a condurre accertamenti anche “in proprio”. In particolare uno zio che vive in Inghilterra, un cugino che abita a Rennes e la sorella emigrata negli Stati Uniti. La conferma che Eskiel era effettivamente a bordo della barca naufragata è venuta, all’inizio di dicembre, da una foto scattata al momento dell’imbarco. L’ipotesi più plausibile è che sia lui l’uomo caduto in acqua insieme alle due donne eritree di cui è stato ritrovato il corpo durante i soccorsi.
Aggiornamento 17 dicembre. Il cadavere di Eskiel Sebsbea Tsgaye è affiorato sulla battigia della spiaggia di Dannes, circa 50 chilometri a sud di Calais: è quanto risulta dall’autopsia e dagli esami medici disposti dalla magistratura sulla salma subito dopo il ritrovamento.
(Fonte: Infomigrants 22 novembre e 7 dicembre, The Guardian. Aggiornamento: La Voix du Nord)
9 dicembre. Calais, profugo morto nell’incendio di un vagone a Frethun
Un profugo sconosciuto è morto nell’incendio del vagone ferroviario di un treno in attesa di raggiungere l’Inghilterra attraverso l’Eurotunnel della Manica. L’allarme è stato dato verso le 20,30, mentre il convoglio era fermo nel deposito di Frethun, alle soglie dell’area d’ingresso del tunnel e circa 5 chilometri a sud ovest di Calais. Il vagone avvolto dalle fiamme aveva un carico di carta. I vigili del fuoco l’hanno isolato ma c’è voluto parecchio tempo per soffocare l’incendio. E’ stato nel corso dell’operazione che è stato scoperto il corpo ormai senza vita del profugo. Non è stato identificato, ma poco lontano è stato rintracciato un ragazzo sudanese di 16 anni ferito e si suppone dunque che anche la vittima possa provenire dal Sudan. Secondo i vigili del fuoco il giovane potrebbe essere morto folgorato dall’alta tensione toccando i cavi elettrici mentre tentava di salire sul vagone. Il corto circuito che ne è derivato potrebbe poi aver appiccato l’incendio.
(Fonte: La Voix du Nord Calais)
14-15 dicembre. Calais: 2 migranti morti e 2 dispersi in due naufragi
Due migranti sono annegati e altri 2 risultano dispersi in due distinti naufragi avvenuti nella Manica, nella zona di Calais, nella notte tra giovedì 14 e venerdì 15 dicembre, a poche ore e a poche decine di chilometri di distanza l’uno dall’altro. Nel primo caso si tratta di una barca semirigida partita stracarica dalla spiaggia di Graveline, circa 25 chilometri a est di Calais. A bordo erano in 68, quasi tutti provenienti dalla baraccopoli di Loon Plage, distante una decina di chilometri dal punto d’imbarco. La tragedia è avvenuta poco dopo la mezzanotte, meno di 8 chilometri al largo di Grand Fort Philippe. Sul posto, a partire dall’1,15, sono intervenute diverse unità della Guardia Costiera francese. La Esvagt Charlie, arrivata per prima, ha recuperato 59 naufraghi. Poco dopo la Sns 276 altri 7. Due, privi di conoscenza, sono stati evacuati in elicottero ma uno solo ce l’ha fatta a riprendersi. I superstiti hanno segnalato che ne mancavano altri 2 ma non ne è stata trovata traccia e risultano dispersi. Il secondo naufragio è avvenuto 35 chilometri più a ovest. L’allarme è scattato venerdì mattina quando sulla spiaggia di Sangatte, intorno alle sette, sono stati trovati il relitto di una piccola barca e il cadavere di un giovane subsahariano, probabilmente un profugo sudanese. Non si conoscono le circostanze e le cause esatte di questo secondo caso. Non è da escludere che ci siano anche dei dispersi. Per il primo naufragio la Procura di Saint Omer ha ordinato il fermo di un trentenne curdo-siriano, sospettato di essere lo scafista.
(Fonte: Le Monde, Bfm Littoral, Europe 1, La Voix du Nord di Calais e Dunkerque, Ansamed)
Anno 2022: morti 15
14 gennaio. Naufragio al largo di Berck: un morto
Un migrante è annegato in un naufragio nella Manica mentre tentava con altri 30 di raggiungere l’Inghilterra dalle coste francesi. E’ stata segnalata anche la possibilità che ci fossero due o tre dispersi ma la notizia non ha trovato conferma. La barca, uno scafo semirigido con motore fuoribordo, ha preso il mare nelle prime ore del mattino dalla zona tra Boulogne sur Mer e Berck, circa 80 chilometri a sud di Calais. L’allarme è scattato intorno alle 8, quando al servizio di salvataggio è arrivata la comunicazione che una barca stava affondando al largo di Berk. Le motovedette di soccorso hanno tratto in salvo 25 naufraghi aggrappati al relitto e recuperato il corpo senza vita della vittima. Altri 5 naufraghi sono stati soccorsi su un banco di sabbia che erano riusciti a raggiungere da soli. E’ in questa fase che si è diffusa la notizia che potevano esserci anche dei dispersi, ma le ricerche non hanno dato esito e nella tarda mattinata sono state interrotte. Tutti i superstiti sono stati affidati alle cure della Protezione Civile. Molti erano in stato di grave ipotermia. Nei giorni precedenti il naufragio erano arrivati nella zona di Berck oltre 250 migranti. Si ritiene che i 30 che hanno tentato la traversata facessero parte di questo gruppo.
(Fonte: La Voix du Nord)
28 febbraio. Calais. Sudanese travolto e ucciso da un treno
Un profugo sudanese di 25 anni è stato travolto e ucciso da un treno nei pressi di Calais, lungo la linea di Dunkerque. Il giovane, arrivato da tempo a Calais nella speranza di trovare un imbarco per l’Inghilterra, era in compagnia di un amico, anch’egli sudanese. I due, intorno alle 19,15, hanno attraversato la ferrovia all’altezza del passaggio a livello di rue de Normandie, nel tratto compreso tra Calais e il vicino sobborgo di Marck. Non si erano accorti, evidentemente, che stava giungendo a forte velocità, dalla direzione di Dunkerque, un treno passeggeri. La motrice ha solo sfiorato l’amico della vittima, che pare fosse leggermente più indietro. Il venticinquenne, invece, è stato urtato in pieno. I soccorsi sono arrivati rapidamente da parte dei pompieri di Marck e di alcuni volontari di una Ong ma il giovane era morto sul colpo.(Fonte: La Voix du Nord)
(Fonte: La Voix du Nord)
11 maggio. Calais. Migrante impiccato nel rimorchio di un Tir
Un migrante è stato trovato impiccato con una cinghia di cuoio all’interno del rimorchio di un Tir parcheggiato, senza la motrice, nell’area commerciale di Transmark, a Pas de Calais, utilizzata come area di transito dai camion diretti nel Regno Unito. Non è stato possibile identificarlo: si sa solo che era eritreo e doveva avere tra i 20 e i 25 anni. “Non ci sono testimoni della tragedia – ha dichiarato il procuratore di Boulogne sur Mer, Guirec Le Bras – ma tutto lascia pensare che si sia trattato di un suicidio”. A scoprire il cadavere e ad avvisare la polizia sono stati altri migranti presenti da tempo a Calais nella speranza di trovare il modo di imbarcarsi per l’Inghilterra e che probabilmente conoscevano almeno di vista il ragazzo. Secondo gli esami medici, la morte risale a poche ore prima del ritrovamento del corpo. La magistratura ha disposto un’autopsia nel contesto delle indagini.
(Fonte: 20 Minutes, Sud Ouest, La Voix du Nord)
22-23 maggio. Profugo ucciso e 3 feriti tra Grande Synthe e Loon Plage
Un profugo curdo-iracheno è stato ucciso e tre sono rimasti gravemente feriti in una serie di sparatorie tra domenica 22 maggio e lunedì 23 nella zona di Grande Synte e Loon Plage, nei pressi di Dunkerque, sulla Manica, dove si trova un grande accampamento di migranti in attesa di trovare l’occasione di imbarcarsi per l’Inghilterra. Il primo episodio si è verificato nel pomeriggio di domenica nei pressi del campo, sulla strada del porto fluviale, a Loon Plage. Ne è rimasto vittima un giovane iracheno di etnia curda, raggiunto da più proiettili. Nello scambio a fuoco un altro ragazzo curdo è rimasto ferito in modo lieve. Sul posto sono stati trovati proiettili calibro 9 e altre munizioni per armi da guerra. Alcuni testimoni hanno parlato anche di raffiche di kalashnikov. Il secondo, quello mortale, si è verificato lunedì sera, sempre nei pressi della cosiddetta “giungla” del campo, in un’area boschiva dietro il centro commerciale Auchan di Grande. Si sarebbe trattato di un doppio agguato: intorno alle 22 la polizia è stata chiamata una prima volta dopo che un iracheno sui trent’anni era stato ferito. Le sue condizioni non erano gravi, tanto da non dover essere ricoverato. Un’ora e mezza dopo, però, c’è stata un’altra sparatoria, questa volta fatale, contro un quarto profugo. Secondo Sebastian Pieve, procuratore di Dunkerque, i due episodi sarebbero collegati: si sospetta un regolamento di conti tra bande rivali per il traffico di esseri umani.
(Fonte: La Voix du Nord, Bfm Lille, Infomigrants, Franceinfo)
29 maggio. Calais. Migrante travolto e ucciso da un treno
Un migrante è stato travolto e ucciso da un treno verso le 6 del mattino alle porte di Calais. Non è stato identificato: si sa solo che era di origine subsahariana e si ritiene che fosse arrivato nella zona già da qualche tempo, nella speranza di potersi imbarcare per l’Inghilterra. Secondo quanto è emerso dalle indagini condotte dalla polizia, il giovane si era addormentato accanto ai binari, all’altezza dell’interporto di Beau Marais, e proprio per questo non si sarebbe accorto dell’arrivo del convoglio, un merci partito da Grande Synthe e diretto a Rang du Fliers. “Era quasi di traverso alla ferrovia”, ha dichiarato il procuratore aggiunto di Boulogne sur Mer, Patrick Leleu. Il macchinista ha visto il copro, avvolto in un sacco a pelo, solo all’ultimo momento: ha azionato la fermata rapida ma senza riuscire ad evitare l’impatto.
(Fonte: La Voix du Nord)
10 agosto. Profugo sud sudanese annegato a Grande Synthe
Un profugo sud sudanese di 22 anni è annegato in un canale nei pressi del grande campo improvvisato che ospita circa 400 migranti tra Grande Synthe e Loon Plage, sulla Manica, dei pressi di Dunkerque. Il ragazzo era arrivato nel campo da poche settimane, nella speranza, come tanti altri, di riuscire a raggiungere l’Inghilterra. Stando a quanto ha potuto appurare la Ong Utopia 56, si era immerso nel canale per lavarsi, non essendoci nell’accampamento servizi igienici e addirittura senza acqua corrente. Probabilmente deve essere scivolato verso kl largo e la corrente lo ha trascinato via. Senza esito i tentativi di salvarlo da parte di altri migranti che erano sulla riva. Marie Chapelle, portavoce di Utopia 56: “Questa morte è il simbolo delle condizioni di vita estreme nel campo di Grande Synthe. Tutti sanno che nella struttura vivono da 300 a 400 persone, senza alcun genere di servizi. Quasi tutti, così, sono costretti a servirsi del canale per un minimo di igiene e pulizia personale. Quel ragazzo è una vittima di questa situazione di totale indifferenza”.
(Fonte: Franceinfo, Are You Syrious, sito Utopia 56)
14 dicembre. Naufragio nella Manica: almeno 9 morti
Almeno 9 vittime nel naufragio di una barca di migranti nella Manica. Il battello era partito la sera di martedì 13 dicembre dalla costa tra Calais e Dunkerque con a bordo 52 persone. L’emergenza è scattata intorno alle tre del mattino di mercoledì 14 quando la Ong francese Utopia 56 ha ricevuto una richiesta di aiuto. “Abbiamo intercettato il messaggio alle 2,53 e lo abbiamo diffuso immediatamente”, ha riferito Nikolai Posner, il portavoce della Ong. I primi soccorsi sono arrivati da un peschereccio, che ha tratto in salvo 31 persone. Altri 12 naufraghi sono stati recuperati da unità della Guardia Costiera britannica. Molti dei superstiti erano in forte stato di ipotermia a causa delle temperature gelide delle acque. Nelle ore successive navi inglesi hanno trovato 4 corpi senza vita e l’indomani un altro. Nessuna traccia degli ultimi 4 dispersi.
(Fonte: Cbc, Infomigrants, Daily Sabah, Cnn, The Guardian)
Anno 2021, morti: 38
12 agosto. Naufragio al largo di Dunkerque: 1 morto
Un giovane profugo eritreo è morto inseguito al naufragio della piccola barca con sui stava cercando di raggiungere l’Inghilterra dalla Francia attraverso la Manica insieme ad altri 35 profughi/migranti. Il battello è partito da Dunkerque nelle prime ore del mattino di giovedì 12 agosto. Dopo poche miglia il motore è andato in avaria e non si è riusciti a riavviarlo. Ormai ingovernabile e in balia del mare, lo scafo ha cominciato ad affondare. Alle chiamate di soccorso ha risposto la Guardia Costiera francese. Una motovedetta ha preso a bordo tutti i naufraghi, alcuni dei quali in gravi condizioni per una forte ipotermia. In particolare quel ragazzo eritreo che, già privo di conoscenza quando è stato recuperato, non si è più ripreso: ha cessato di vivere poco dopo essere stato trasportato in ospedale a Dunkerque dopo lo sbarco. Al timone della barca c’era un altro migrante, un algerino che è stato arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. E’ la prima vittima del 2021 tra i migranti che dalla Francia cercano di arrivare in Inghilterra con imbarchi clandestini nel distretto di Pas de Calais, dove si moltiplicano le operazioni di intercettazione e soccorso. Secondo l’emittente Radio Bleu, che ha dato la notizia del naufragio, nella stessa giornata del 12 agosto sono stati tratti in salvo dalla Marina francese 164 migranti, altri 108 il giorno prima 11 agosto e 31 il 13 agosto.
(Fonte: Observalgerie, Radio Bleu)
28 settembre. Marck. Sedicenne sudanese muore cadendo da un Tir
Un sedicenne sudanese, Yasser, è morto, nei pressi di Calais, cadendo dal Tir sul quale intendeva nascondersi per cercare di raggiungere l’Inghilterra. E’ stato possibile ricostruire la tragedia, avvenuta intorno alle 5 del mattino, attraverso le immagini delle telecamere di sorveglianza dislocate nella zona. Il ragazzino era con un piccolo gruppo di migranti, non più di cinque o sei persone, alla periferia di Marck, un piccolo agglomerato 8 chilometri a est di Calais, dove si trova un interporto cui fanno capo numerosi Tir diretti o provenienti dal Regno Unito. Scelto uno dei camion in partenza per l’imbarco a Calais, ha tentato di salire in corsa sul semirimorchio, ma deve aver perso la presa ed è rovinato a terra. L’autista, inizialmente, non si è accorto di nulla. L’allarme è stato dato da altri migranti e da personale in servizio nella zona. Poco dopo è arrivata un’ambulanza per i soccorsi, ma il giovane era ormai morto.
(Fonte: Le Parisienne, la Voix du Nord)
21 ottobre. Calais. Migrante sconosciuto schiacciato da un camion
Un migrante rimasto sconosciuto è morto in seguito alle gravi ferite riportate dopo essere stato travolto da un camion nella zona industriale Marcel Doret, alle porte di Calais. Secondo quanto ha potuto ricostruire la polizia, prima ancora che facesse giorno, l’uomo deve aver tentato di salire in corsa su uno dei tanti tir diretti verso l’imbarco per l’Inghilterra, ma è caduto ed è finito sotto le ruote. Nessuno si è accorto inizialmente dell’incidente. L’allarme è stato dato soltanto verso le 7 del mattino da altri migranti che hanno notato il corpo steso a terra, al margine della strada, non lontano dalla stazione di servizio Total-Energies a cui fanno capo numerosi camion in transito da e per il Regno Unito. Quando è stato scoperto, l’uomo era ancora in vita ma ha cessato di vivere poco prima di mezzogiorno presso l’ospedale di Calais. Non sono stati trovati elementi utili per identificarlo. Un’inchiesta è stata aperta dalla Procura di Boulogne sur Mer.
(Fonte: France Blue, France Info)
3-4 novembre. Un migrante morto e uno disperso nella Manica
Un migrante è morto e un altro risulta dispersi in due diversi tentativi di attraversare la Manica verso l’Inghilterra dalle coste francesi. Il morto, un uomo sui trent’anni, era su una piccola barca che, salpata dalla costa vicino a Dunkerque con circa 40 persone, ha fatto naufragio, dopo pochi chilometri di navigazione, nella notte tra martedì 2 e mercoledì 3 novembre. I soccorsi sono arrivati da una unità della Marina francese, che ha recuperato i naufraghi, tutti con forti sintomi di ipotermia. La vittima, portato a bordo privo di conoscenza, era in condizioni critiche ed ha cessato di vivere prima dello sbarco. Il procuratore di Dunkerque, Sebastian Pieve, ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo. Il migrante disperso è un ragazzo giovanissimo, quasi un adolescente. Era a bordo di un battello pneumatico di 12 metri partito da Boulogne sur Mer con 53 persone e affondato quando era ancora in vista della costa francese. “Quel ragazzo è caduto in acqua – ha dichiarato ai cronisti della Voix du Nord Gerard Barron, presidente della sezione locale della Società Nazionale di Salvataggio – ed è sparito: non è stato possibile trovarlo e recuperarlo”. Tra lunedì e martedì oltre 400 migranti sono stati soccorsi in mare su piccole imbarcazioni dalla Marina francese nella zona di Calais.
(Fonte: La Voix du Nord, Le Monde, Le Point, Anadolu Agency)
4 novembre. Wissant. Un migrante morto e due gravi sulla spiaggia
Un migrante morto e due in gravi condizioni sono stati trovati sulla spiaggia di Wissant, circa 20 chilometri a sud ovest di Calais. L’allarme è stato dato da abitanti del posto che nelle prime ore del mattino hanno notato sulla battigia il relitto colmo d’acqua di un canotto pneumatico di 3,5 metri. A pochi metri di distanza è stato poi trovato il cadavere e, accanto, i corpi di altri due uomini esanimi ma ancora in vita. La polizia ha fatto trasferire d’urgenza in ospedale i due naufraghi, entrambi in forte stato di ipotermia, e recuperato il cadavere, trasportato poi all’obitorio dell’ospedale per l’autopsia. Appare evidente che i tre devono aver tentato di attraversare la Manica verso l’Inghilterra ma che il battello su cui si erano imbarcati non ha retto il mare. Non si è chiarito se ci siano anche dei dispersi. La Procura di Boulogne sur Mer ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo.
(Fonte: Le Point, La Voix du Nord)
4 novembre. Calais. Migrante eritreo ucciso da un treno. 3 feriti
Un migrante eritreo è stato travolto e ucciso da un treno nei pressi di Calais. Altri tre sono rimasti feriti: uno è stato ricoverato in condizioni critiche. I quattro giovani, intorno alle 18,30, stavano camminando in gruppo lungo i binari della ferrovia Dunkerque-Calais, un percorso che seguito comunemente dai numerosi migranti che hanno trovato un rifugio precario in un campo improvvisato di tende e baracche poco lontano. Oltre a loro – ha riferito la polizia – in quel momento stavano facendo la stessa strada, a piccoli gruppi, distanziati alcuni metri l’uno dall’altro, numerosi altri migranti, tutti arrivati a Calais in attesa di trovare la possibilità di imbarcarsi verso l’Inghilterra. Alle loro spalle è sopraggiunto un treno locale diretto da Dunkerque a Calais. I quattro ragazzi devono essersi accorti del pericolo solo all’ultimo momento mentre il macchinista nel buio non li ha visti. Il convoglio li ha così travolti in pieno: uno è morto all’istante, gli altri sono rotolati feriti lungo la massicciata. L’allarme è stato dato da alcuni migranti che camminavano insieme pochi metri più indietro, ai margini dei binari e che avevano appena visto sfilare il treno accanto a loro. Il procuratore di Boulogne sur Mer, Guirec Le Brass, ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo.
(Fonte: Liberation, Euronews, The Independent, Reuters, Jerusalem Post, France 24, Evening Standard, Metro)
12 novembre. Calais, tre migranti dispersi nella Manica
Tre migranti risultano dispersi nella Manica, al largo di Calais, nel tentativo di raggiungere l’Inghilterra dalla Francia su un piccolo battello. L’allarme è scattato quando la Guardia Costiera ha ricevuto la segnalazione che a poche miglia dalla riva erano in gravi difficoltà due canotti salpati poco prima da una delle spiagge dei dintorni di Calais. Una motovedetta ha poi avvistato e tratto in salvo due naufraghi i quali hanno subito segnalato ai soccorritori che avevano perso le tracce di tre loro compagni. E’ scattata allora un’operazione di ricerca condotta da un elicottero della polizia e più unità navali ma dei tre dispersi non è stata trovata traccia.
(Fonte: Malaymail, France 24, Itsriz, News Yahoo, Infomigrants, Times of Malta)
24 novembre. Naufragio al largo di Dunkerque: almeno 27 morti
Almeno 27 profughi sono morti in un naufragio nella Manica. Il bilancio iniziale di 31 vittime è stato ridimensionato in nottata, dopo la prima fase delle indagini, anche se non è escluso che ci siano dei dispersi. Erano curdi, iraniani e afghani. Tra i morti, anche cinque donne (di cui una in stato di gravidanza) e una bambina. Due soli i superstiti. La barca che avrebbe dovuto portarli in Inghilterra era partita da Dunkerque. Quando si è verificata la tragedia era ancora nelle acque francesi: stando a quanto è emerso dall’inchiesta, è stata urtata o comunque travolta a un cargo di cui ha incrociato casualmente la rotta. Tutto è accaduto così rapidamente da non lasciare né il tempo né la possibilità ai naufraghi di chiedere aiuto. L’allarme è scattato verso le 14, quando un peschereccio ha avvistato casualmente, al largo di Calais, almeno una quindicina di corpi che flottavano trascinati dalle onde. Poco dopo la segnalazione, sul posto è arrivata una motovedetta della marina francese, che ha recuperato in breve i primi dieci corpi: otto senza vita e due di persone esanimi ma che respiravano ancora. Per le ricerche sono state poi mobilitate numerose unità e il bilancio di morte è rapidamente salito: alle 17 risultavano una ventina di vittime, incluse le prime otto, poi salite a 27 e infine a 31, per tornare poi a 27 in nottata, salvo eventuali dispersi. I due superstiti, entrambi con forti sintomi di ipotermia, sono stati ricoverati a Calais. Uno, in particolare, risultava in condizioni critiche al momento dei soccorsi. Anche le salme recuperate sono state portate a Calais. La Procura di Dunkerque ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo plurimo e per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. In serata sono stati fermati quattro uomini sospettati di essere gli organizzatori della traversata. Dopo i primi atti, nella tarda serata l’inchiesta è stata trasferita alla giurisdizione regionale di Lille. Ne è stata incaricata, per conto della Procura della Repubblica, la dottoressa Carole Etienne, che come primo atto ha disposto l’autopsia per tutte le vittime. Dopo 18 mesi di indagini, nel maggio 2023, cinque militari del servizio francese di vigilanza ed emergenza sulla Manica sono stati incriminati per le omissioni e le negligenze emerse nell’operazione di soccorso. In particolare è stato contestato che le numerose richieste di aiuto lanciate dai migranti in pericolo sarebbero state ignorate fino a quando la barca non ha raggiunto le acque britanniche.
(Fonte: La Voix du Nord, Le Monde, Liberation, Alarm Phone, Associated Press, Le Figaro, La Stampa)
25 novembre. Cadavere di un migrante sulla spiaggia di Sangatte
Il cadavere di un migrante è stato portato dal mare su una spiaggia di Sangatte, circa 13 chilometri a ovest di Calais. Segnalato alla polizia intorno alle 14,30, è stato recuperato da una squadra della Croce Rossa. Si è pensato inizialmente che potesse essere un’altra vittima del naufragio avvenuto il giorno prima al lago di Calais ma l’ipotesi è stata scartata quando il primo esame medico ha stabilito che era rimasto in acqua sicuramente molto più di 24 ore e che dunque la morte risale a un periodo antecedente alla tragedia della barca affondata con almeno 27 vite spezzate. Non sono stati trovati elementi utili né pèer l’identificazione né per stabilirne la provenienza.
(Fonte: La Voix du Nord)
Anno 2020, morti: 6
19 agosto. Naufragio nella Manica: annega un sedicenne sudanese
Un profugo sudanese di appena 16 anni è annegato nel naufragio della piccola barca con cui stava cercando di raggiungere il Regno Unito dalla Francia, attraverso il canale della Manica. Il suo corpo senza vita è stato trovato la mattina del 19 agosto su una spiaggia di Calais, in Normandia. L’allarme è scattato nella notte tra il 18 e il 19 quando, un’ora circa dopo la mezzanotte, il servizio di pronto soccorso è stato chiamato per prendersi cura di un giovane trovato sulla spiaggia di Sangatte, a ovest di Calais, quasi privo di conoscenza e in evidente stato di ipotermia. Condotto in ospedale, il ragazzo, anch’egli sudanese, appena si è ripreso ed è riuscito a parlare, ha raccontato che il piccolo canotto con cui sperava di raggiungere l’Inghilterra si era rovesciato nella Manica in piena notte e che con lui c’era un compagno di cui aveva perso le tracce e che non sapeva nuotare. Ne è seguita una operazione di ricerca condotta sia con unità navali francesi e un elicottero belga sulla Manica sia a terra, con pattuglie di polizia che hanno ispezionato le spiagge della zona. E proprio sulla battigia di una spiaggia, dove l’avevano trascinato le correnti, è stato trovato verso le 8 il cadavere del sedicenne. Un’inchiesta è stata aperta dalla Procura di Boulogne sur Mer.
(Fonte: The Independent)
27 ottobre. Naufragio al largo di Dunkerque: 5 vittime
Quattro morti e un disperso, una intera famiglia curda, nel naufragio di una barca carica di migranti nella Manica, al largo della Francia. Le vittime sono due adulti, i genitori, e i loro tre bambini di 8 e 5 anni e di appena 15 mesi. E’ quest’ultimo . Non si esclude che ci sia un disperso, forse un altro bambino. Il battello era partito verso la costa inglese dalla zona di Dunkerque con a bordo più di 15 persone. Le condizioni meteo non erano buone e lo scafo sovraccarico: probabilmente sono queste le cause della tragedia, avvenuta peraltro a non grande distanza dalla riva. Sta di fatto che la barca si è rovesciata per i migranti a bordo non c’è stato scampo. Sul posto sono arrivate per i soccorsi unità della Guardia Costiera francese, coadiuvate da navi inglesi. L’uomo è annegato subito. La donna e i due bambini più grandi erano in stato di incoscienza ma ancora vive quando una motovedetta le ha recuperate: le hanno immediatamente trasferite nell’ospedale di Dunkerque, ma sono arrivate ormai in arresto cardiaco e i medici non sono riusciti a rianimarle. Il bimbo più piccolo si è perso in mare e non ne è stata trovata più traccia. Per otto dei naufraghi tratti in salvo, inoltre, è stato necessario il ricovero per un forte stato di ipotermia.
(Fonte: Evening Standard, Al Jazeera, Anadolu Agency, Bbc News)
Anno 2019, morti: 3
14 ottobre. Naufragio nella Manica: annegano 2 giovani curdo-iracheni
I corpi senza vita di due giovani migranti sono stati trascinati dal mare sulla spiaggia di La Touque, nel dipartimento del Passo di Calais, Alta Francia. La scoperta è stata fatta nelle prime ore del matttino. Dai documenti trovati sui cadaveri si è potuto stabilire che le vittime sono profughi curdo iracheni, il primo di 17 e l’altro di 22 anni. Si è subito ipotizzato che siano morti in un naufragio, nel tentativo di raggiungere la costa inglese, al di là della Manica. La conferma è venuta dal ritrovamento successivo, lungo la stessa spiaggia, del relitto di un gommone Zodiac. Le dimensioni del canotto fanno pensare che a bordo fossero in più di due, sicché è verosimile che ci sia anche un numero imprecisato di dispersi. E’ la prima volta che a La Touque affiorano i cadaveri di profughi annegati nella Manica. Nel corso dell’anno, secondo quanto riferisce la stampa locale, ci sono state però almeno altre quattro partenze di gommoni carichi di migranti. Tre tetativi sono stati bloccati dalla polizia di frontiera francese o inglese durante la navigazione: il primo il 25 febbraio (9 persone); poi la notte fra il 9 e il 10 luglio (12 persone) e il 22 agosto (31 migranti, tra cui un bimbo di pochi mesi, su due battelli). Un tentativo riuscito si è registrato il 31 maggio, quando un battello trafugato alla base nautica di Touque è stato trovato su una spiaggia inglese, dove era arrivato la notte precedente con un numero imprecisato di migranti. La Border Police britannica lunedì, quando sono stati scoperti i due cadaveri a La Touque, ha comunicato che un altro gommone con 9 persone era stato intercettato verso le 9 in acque inglesi. La Bbc, infine, ha riferito che dall’inzio dell’anno fino al 30 settembre hanno attraversato la Manica dalla Francia circa 1.300 migranti irregolari.
(Fonti: Liberation, La Voix du Nord, siti web Alarm Phone e Calais Migrants Solidarity)
1 novembre. Profugo nigeriano intossicato da un braciere durante la notte
Un profugo nigeriano di 25 anni è morto la notte di giovedì 31 ottobre intossicato dalle esalazioni di un braciere all’interno della tenda di fortuna dove da qualche settimana aveva cercato riparo, nell’accampamento di fortuna realizzato in un bosco alla periferia di Calais che, nonostante i frequenti sgomberi, ospita dai 400 ai 500 migranti. Il corpo senza vita del giovane è stato trovato la mattina del primo novembre da alcuni compagni che hanno avvertito la polizia. La salma è stata trasferita all’obitorio per l’autopsia. “Sono stati il freddo e l’abbandono ad ucciderla”, ha denunciato un altro migrante che vive nel campo, Hassan, 19 anni, proveniente dalla Sierra Leone. Nel campo manca qualsiasi genere di servizi: per cucinare e sopportare le rigide temperature della notte i migranti si arrangiano con fornelli e bracieri improvvisati. Così aveva fatto anche il giovane nigeriano, usando come contenitore della brace un barattolo metallico, che la sera ha portato dentro la tenda. Le esalazioni di ossido di carbonio lo hanno ucciso nel sonno, durante la notte. La sua morte ha provocato la protesta di una trentina di associazioni umanitarie che nel pomeriggio di sabato 2 novembre hanno organizzato una manifestazione nel centro di Calais per contestare la politica di chiusura e respingimento adottata dall’amministrazione municipale nei confronti dei migranti.
(Fonti: La Voix du Nord, Le Monde, L’Obs, L’Ouest France)
Anno 2018, morti 12
9 gennaio 2018. Migrante trovato morto sull’autostrada vicino a Marck
Il corpo senza vita di un giovane migrante africano è stato trovato nelle prime ore del giorno al margine dell’autostrada A-16, vicino a Marck, un comune della provincia di Pas de Calais, non lontano da Calais. Era sul bordo della carreggiata della corsia che conduce verso Dunkerque. Come è accaduto altre volte in passato, secondo la polizia il ragazzo potrebbe essere caduto da un Tir, dove si era nascosto per cercare di passare il Canale della Manica e arrivare clandestinamente in Inghilterra attraverso l’eurotunnel ferroviario o su un ferry. Lo stesso Tir oppure un altro automezzo in transito lo avrebbe poi travolto, gettandolo nella scarpata accanto alla corsia. Resta da stabilire se l’autista non si sia accordo di nulla o se invece, dopo l’incidente, sia fuggito senza fermarsi a prestare i soccorsi. Il giovane non è stato identificato: è la prima vittima del 2018 a Calais.
(Fonte: Liberation e Le Monde)
30 gennaio. Etiope travolto e ucciso sull’autostrada
Adero, un giovane oromo fuggito dall’Etiopia è stato investito e ucciso da un’auto mentre cercava di sfuggire alla polizia di frontiera nei pressi di Jabbeke, una piccola città delle Fiandre occidentali, non lontano dal confine con la Francia. Il ragazzo, sorpreso da una pattuglia al margine dell’autostrada E-40, che conduce verso Calais, ha tentato di sottrarsi ai controlli e all’eventuale fermo scappando e attraversando lee carreggiate, inseguito dagli agenti. Nella concitazione non si è accorto o non ha tenuto conto delle auto che stavano arrivando: una lo ha travolto in piena velocità procurandogli lesioni mortali: ha cessato di vivere pochi minuti dopo, mentre cercavano di prestargli i primi soccorsi.
(Fonte: Deaths at the Calais Border)
17 marzo. Profugo afghano ucciso a pugnalate
Ejaz Khan, un profugo afghano di 25 anni, è stato trovato ucciso a pugnalate nei pressi di Calais. Secondo quanto si è potuto stabilire, viveva da tempo in uno dei campi spontanei per migranti della zona. Non sono note le circostanze dell’aggressione in cui lo hanno assassinato
(Fonte: Deaths at the Calais Border)
22 marzo. Algerino travolto e ucciso da due auto
Un migrante algerino di 22 anni è stato travolto e ucciso lungo la strada che conduce al porto di Zeebruges, nel distretto di Bruges in Belgio, uno dei punti d’imbarco alternativi a Calais per i rifugiati che cercano di raggiungere l’Inghilterra, aggirando l’embargo. Secondo quanto ha potuto ricostruire la polizia, avrebbe cercato di attraversare l’autostrada per raggiungere la zona portuale, venendo investito prima da un’auto e subito dopo da un’altra.
(Fonte: Deaths at the Calai Border)
28 marzo. Ragazzo eritreo muore per le ferite riportate in un incidente stradale
Un ragazzo eritreo di appena 16 anni muore per le lesioni riportate in un incidente stradale avvenuto cinque giorni prima nei pressi di Calais. Il ragazzo era stato investito il 22 marzo lungo l’autostrada 16, nei pressi dello svincolo che conduce al porto e alla zona d’imbarco dell’Eurotunnel. Soccorso e trasferito all’ospedale di Calais, era apparso subito in condizioni critiche. Cinque giorni dopo è spirato.
(Fonte: Deaths at the Calais Border)
17 maggio. Bimba di due anni muore dopo l’evacuazione del campo profughi
Mawda, una bimba kurda di appena due anni, è morta poche ore dopo che la sua famiglia è stata evacuata dal campo profughi improvvisato dove aveva trovato rifugio, in località Grande Synthe, alle porte di Dunkerque, diventato in pochi anni una delle più grandi basi dei migranti in attesa di trovare un imbarco per l’Inghilterra. Lo sgombero ha suscitato proteste e disordini. Non è chiaro se la morte della piccola sia ricollegabile direttamente agli scontri. I genitori, dopo l’evacuazione, hanno varcato i vicini confini con il Belgio ed è in Belgio, appunto, che la piccina ha cessato di vivere.
(Fonte: Dossier Deaths at the Calais Border)
11 giugno. Migrante travolto e ucciso sull’autostrada 16
Un giovane migrante è stato travolto e ucciso lungo l’autostrada 16, nei pressi dell’abitato di Loon Plage. Stava presumibilmente cercando di raggiungere uno dei punti d’imbarco per l’Inghilterra a Calais o a Dunkerque. Non è noto come sia arrivato sull’A-16. Probabilmente veniva da uno dei campi per migranti improvvisati della zona del Passo di Calais.
(Fonte: Dossier Deaths at the Calais Border)
12 giugno. Suicida un giovane profugo ghanese
Un profugo di appena 19 anni, in fuga dal Ghana, si è ucciso nel villaggio di Croiselles, nella zona del passo di Calais, vicino ad Arras, dove era arriva to da tempo per cercare il modo di passare la Manica ed arrivare in Inghilterra. Sembra che abbia fatto diversi tentativi di imbarcarsi: ogni volta sarebbe stato bloccato e respinto dalla polizia.
(Fonte: Dossier Deaths at the Calais Border)
19 giugno. Migrante muore sotto un bus
Un migrante di 19 anni è stato travolto e ucciso dal bus di turisti sotto al quale si era nascosto per cercare di passare il canale della Manica. Nessuno inizialmente si è accorto che era aggrappato al pianale. Durante il viaggio deve aver perso la presa ed è scivolato a terra, finendo sotto il treno di ruote posteriore del pullman. E’ stato soccorso e trasportato a Bruxelles, dove è morto la notte tra il 18 e il 19 giugno.
(Fonte: Dossier Deaths at the Calais Border)
2 ottobre. Cadavere di un migrante nelle acque del porto di Calais
Il corpo senza vita di un migrante affiora nelle acque del porto di Calais. Recuperato e portato a riva dalla polizia, negli abiti non sono stati trovati documenti. Dovrebbe trattarsi di un giovane dato per disperso dal 23 settembre. E’ probabile che sia annegato mentre cercava di raggiungere a nuoto uno dei traghetti in partenza per Dover o altri porti dell’Inghilterra.
(Fonte: Dossier Deaths at the Calais Border)
9 ottobre. Profugo suicida in un centro di detenzione
Gebre Mariam, un profugo eritreo, si è tolto la vita nel centro di detenzione di Vottem, nei pressi di Herstat, nelle province vallone del Belgio. Il giovane nei giorni precedenti era stato bloccato mentre cercava di raggiungere la costa della Manica per provare a imbarcarsi o a trovareilmodo di salire su uno dei treni dell’Eurotunnel diretti nel Regno Unito.
(Fonte: Dossier Deaths at the Calais Border)
18 novembre. Profugo schiacciato da un bus all’uscita dell’Eurotunnel
Un rifugiato subsahariano muore all’uscita dell’Eurotunnel al terminal di Folkstone, in Inghilterra. Il giovane era riuscito a nascondersi sotto il mezzo prima dell’imbarco a Calais, eludendo i controlli portuali. Ha fatto tutto il viaggio sul pianale del vagone del treno-navetta e, arrivato a Folkstone, è tornato ad aggrapparsi al pullman, prima dello sbarco. Il bus si stava ancora muovendo all’interno del terminal quando lui ha perso la presa ed è caduto tra le ruote, che lo hanno travolto.
(Fonte: Dossier Death at the Calais Border)
Anno 2017, morti: 8
21 gennaio. Profugo etiopico ucciso da un Tir sull’autostrada
Un ragazzo etiopico è stato travolto e ucciso da un Tir, a Calais, sull’autostrada A16, all’altezza dello svincolo che conduce al porto. Aveva soltanto vent’anni e, a quanto pare, era arrivato alcuni giorni prima, unendosi ai gruppi di migranti che, anche dopo lo sgombero della “jungla” sulle dune, continuano ad arrivare nella zona per cercare il modo di passare la Manica e raggiungere l’Inghilterra o attraverso l’Eurotunnel o imbarcandosi come clandestini su un ferry. Non sono chiare le circostanze dell’incidente: alcuni testimoni hanno dichiarato di averne visto solo la fase finale, quando il corpo è rotolato sotto le ruote. Sembra comunque che il giovane profugo, verso le 8 del mattino, abbia tentato di saltare sul Tir che, procedendo sulla corsia Calais-Dunkerque, aveva rallentato per imboccare l’uscita e dirigersi verso l’area portuale. La morte è stata istantanea.
(Fonte: La Vois du Nord)
11 marzo. Afghano muore saltando da un autocarro
Un giovane profugo afghano resta ucciso saltando da un autocarro vicino allo svincolo dell’autostrada che conduce al porto di Calais. Il ragazzo intendeva probabilmente raggiungere la zona dell’imbarco per cercare di prendere di nascosto un traghetto o uno dei treni dell’Eurotunnel. Scendendo dal camion in corsa è caduto e deve aver sbattuto la testa, restando esanime al suolo. E’ morto poco dopo, prima che potessero trasferirlo in un ospedale.
(Fonte: Dossier Deaths at the Calais Border)
2 maggio. Migrante folgorato dall’alta tensione
Un giovane migrante muore folgorato dall’alta tensione sul tetto di un treno in partenza per l’Eurotunnel di Calais dalla Gare du Nord di Parigi. Il ragazzo, eludendo la sorveglianza del personale di servizio, si era arrampicato su uno dei vagoni contando di raggiungere nascosto Calais e poi di passare in Inghilterra. Forse si è aggrappato al pantografo per reggersi. Sta id fatto che quando il treno è partito è stato raggiunto da una forte scarica che lo ha ucciso.
(Fonte: Dossier Deaths at the Calais Border)
31 maggio. Suicida un giovane migrante vietnamita
Un giovane migrante vietnamita, Kim Le, si uccide nell’ospedale presso Calais dove era stato ricoverato. Il ragazzo era da tempo nel campo di tende e capanne spontaneo sorto nei pressi di Angres, una baraccopoli che ospita numerosi migranti in attesa di trovare l’opportunità di attraversare di nascosto la Manica. Malato e sfinito per le condizioni di vita nell’attendamento, era stato affidato da alcuni volontari alle cure del più vicino ospedale, dove ha deciso di farla finita.
(Fonte: Dossier Deaths at the Calais Border)
22 luglio. Sudanese muore cercando di salire su un bus in corsa
Un adolesce sudanese, Omar, di 17 anni, è morto nel tentativo di salire su un bus in corsa. E’ accaduto nei pressi di Calais sull’autostrada 16 che conduce a Bruxelles. Non sono ben note le circostanze dell’incidente: si sa solo che ha cercato di aggr apparsi ma è stato travolto dal pullman. finendo sotto le ruote.
(Fonte: Dossier Deaths at the Calais Border)
3 agosto. Eritreo travolto e ucciso sull’autostrada
Fisha, un profugo eritreo di 22 anni, resta ucciso sull’autostrada, travoltoi da diverse auto in transito. Arrivato nei pressi di Calais sulla A-16 nascosto in un van, nei pressi dello svincolo per il porto è saltato a terra, sulla carreggiata, contando evidentemente di raggiungere la zona degli imbarchi. Un’auto in transito lo ha investito e subito dopo il suo corpo è stato travolto da altre macchine. E’ morto all’istante. Indosso aveva i documenti che hanno permesso di identificarlo.
(Fonte: Dossier Deaths at the Calais Border)
21-22 dicembre. Profugo afghano trovato morto sullo svincolo del porto
Nella notte tra il 21 e il 22 dicembre, il corpo senza vita di un giovanissimo profugo è stato trovato al margine della massicciata dello svincolo che dall’autostrada A16 conduce all’area portuale di Calais. Secondo quanto ha potuto stabilire la polizia, si chiamava Abdullah, veniva dall’Afghanistan e non doveva avere più di 15/16 anni. A giudicare dal tipo di ferite, deve essere stato ucciso un Tir o un camion rimasti sconosciuti. E’ verosimile, cioè, che il ragazzo sia stato investito mentre camminava al margine della strada o nel tentativo di saltare in corsa su un mezzo pesante diretto verso il porto o l’area dell’Eurotunnel. L’autista si è dileguato: non è stato possibile stabilire se sia fuggito per sottrarsi alle responsabilità o se abbia proseguito la corsa perché non si è accorto di nulla. L’incidente è stato scoperto solo più tardi, verso le 23,30. Il Procuratore della Repubblica, Pascal Marconville, ha fatto ispezionare tutti i veicoli in attesa di un imbarco per l’Inghilterra, ma su nessuno sono state trovate tracce riconducibili all’incidente mortale. C’è da pensare allora che il ragazzo sia stato travolto e ucciso diverse ore prima della scoperta del cadavere.
(Fonte: La Vois du Nord)
28-29 dicembre. Profugo schiacciato dal rimorchio di un Tir
Un profugo afghano è rimasto schiacciato dal rimorchio di un Tir che si era ribaltato dopo essere uscito di strada. E’ accaduto sull’autostrada A-26, quasi all’altezza di Nortkerque, sulla corsia di marcia che conduce da Calais a Reims. Secondo la polizia, nella notte tra il 28 e il 29 dicembre, l’uomo, sui 30 anni, deve essersi nascosto sul Tir, parcheggiato in un’area di sosta a servizio del porto. Pensava evidentemente che il mezzo, appartenente a una società di trasporto polacca, fosse in attesa di imbarco per il Regno Unito e contava di poter eludere in questo modo i controlli per attraversare la Manica. In realtà, il mezzo era sbarcato poche ore prima da un ferry proveniente dall’Inghilterra. L’autista, un giovane polacco, si era fermato per una sosta di riposo e la mattina, dopo le 6, ha ripreso il viaggio, imboccando l’autostrada A-26 che conduce verso l’interno. Dopo qualche chilometro, il profugo nascosto nel rimorchio si è accorto dell’errore, è uscito da sotto il tendone e si è sporto fuori per cercare di attirare l’attenzione del camionista. Colto di sorpresa, questi ha frenato e sterzato bruscamente, perdendo il controllo del Tir, che ha sbandato e si è rovesciato sul canale di scolo accanto alla carreggiata. Il migrante afghano non ha fatto in tempo a saltare via per mettersi in salvo: il rimorchio lo ha travolto e schiacciato. Il suo corpo è stato trovato dopo che il mezzo è stato rimosso dai vigili del fuoco. E’ il terzo incidente che vede coinvolti giovani profughi, in sette giorni, sulle autostrada intorno a Calais. Dopo quello mortale del 22 dicembre se ne è verificato un altro il giorno 24, sulla A-.16, all’altezza dell’area di servizio di Grande Synthe. Sulla corsia di marcia che dal Belgio conduce verso la Francia, due giovani iracheni sono stati travolti da un’auto che ha poi proseguito la corsa, senza fermarsi per i soccorsi. Uno è rimasto quasi illeso, l’altro è stato trasportato all’ospedale di Dunkerque in condizioni disperate. La polizia ha rintracciato alcuni testimoni che sarebbero riusciti a rilevare almeno in parte la targa della vettura “pirata”.
(Fonte: La Vois du Nord).
NOTE
– Un’altra vittima. Un altro incidente mortale sulle autostrade intorno a Calais è legato alla presenza di migranti che cercano di imbarcarsi clandestinamente per il Regno Unito. Ne è rimasto vittima, il 20 giugno 2017, un autista polacco. Alla guida di un camion, alle 3,45 del mattino, l’uomo stava percorrendo l’A-16 verso Calais. All’altezza di Guemps, circa 10 chilometri prima dello svincolo per il porto, ha dovuto sterzare bruscamente verso la corsia di sinistra per evitare una barriera in legno in fiamme, ma si è trovato davanti subito dopo il tronco di un piccolo albero, che ha schiacciato nonostante la frenata. A quel punto sono venuti fuori alcuni uomini che, con fare minaccioso, qualcuno armato di un bastone, hanno cercato di salire e nascondersi sul suo mezzo per raggiungere il porto e tentare la traversata clandestinamente. Lui ha innescato la retromarcia per cercare di fuggire ma è sopraggiunto un grosso Tir che ha tamponato violentemente il camion che stava retrocedendo e lo ha ucciso all’interno della cabina di guida. (Fonte: La Vois du Nord)
Anno 2016, morti: 17
10 febbraio. Afghano trovato morto nella baia di Calais
Un giovane profugo afghano viene trovato morto nella baia di Calais, poco lontano dal porto. La sua scomparsa era stata segnalata nei giorni precedenti da alcuni amici che vivevano con lui nella “jungla” di capanne e alloggi di fortuna sorta alle porte della città. La polizia lo considerava disperso. Non è escluso che abbia tentayo di raggiungere a nuoto uno dei traghetti diretti in Inghilterra e sia morto annegato.
(Fonte: rapporto Calais Migrant Solidarity)
2 marzo. Trovato morto in una tenda
Un profugo muore nella tenda di fortuna dove alloggiava nella jungla di Calais. A trovare il corpo e a dare l’allarme sono stati altri profughi alloggiati come lui in rifugi improvvisati. E’ probabile che la morte sia stata provocata dal freddo e dai disagi delle condizioni di vita nell’enorme baraccopoli.
(Fonte: rapporto Calais Migrant Solidarity)
31 marzo. Profugo afghano travolto e ucciso da un tir
Un giovane profugo fuggito dall’Afghanistan viene travolto e ucciso da un tir sull’autostrada A-16, alle porte di Calais. Probabilmente stava raggiungendo a piedi l’area di servizio dell’Eurotunnel dalla baraccopoli della “giungla”, per cercare di saltare su uno dei tir in procinto di essere caricati sulla navetta ferroviaria, approfittando del buio della notte. Aveva 22 anni.
(Fonte: rapporto Calais Migrant Solidarity)
1 aprile. Profugo muore sotto al camion dove era nascosto
Un profugo muore poco dopo essere arrivato in Inghilterra, passando il confine nascosto su un tir. Veniva dal campo di Grande Synthe, nella giungla di Calais, ed era riuscito a saltare sul tir probabilmente all’altezza o nei pressi dell’area di servizio dell’Eurotunnel. Si era nascosto sotto il veicolo, aggrappato all’assale, ed è riuscito a percorrere tutto il tunnel sotto la Manica ed a superare anche i controlli in Inghilterra. Poco dopo lo sbarco, però, il tir ha avuto un grave incidente e l’uomo è rimasto incastrato tra le ruote, morendo poco dopo per le ferite.
(Fonte: rapporto Calais Migrant Solidarity)
9 maggio. Muore sull’autostrada vicino al porto di Calais
Un profugo pachistano è rimasto ucciso in un incidente sull’autostrada che conduce al porto di Calais. Era quasi arrivato all’area di servizio, dove sostano i tir in attesa di essere imbarcati sulle navette ferroviarie quando è stato travolto da un’auto. E’ morto poco dopo per le ferite.
(Fonte: rapporto Calais Migrant Solidarity)
29 maggio. Travolto e ucciso da un tir
Un profugo resta ucciso sull’autostrada di Calais. Ignota la sua identità: si è potuto stabilire solo che era afghano. L’incidente è avvenuto nei pressi dell’area di servizio portuale. L’uomo è stato investito da un tir in transito. Probabilmente l’autista non lo ha visto camminare o fermo al margine della carreggiata a causa dell’oscurità. E’ morto sul colpo.
(Fonte: rapporto Calais Migrant Solidarity)
4 luglio. Travolto e ucciso sull’autostrada
Trovato nei pressi di uno svincolo dell’autostrada il corpo senza vita di un profugo. Non si è riusciti a stabilire né l’identità precisa della vittima, né le circostanze esatte e le cause dell’incidente in cui l’uomo è rimasto ucciso. Presumibilmente si tratta di un caso simile a numerosi altri in quel tratto di autostrada: il giovane deve essere stato investito mentre cercava di raggiungere l’area di servizio portuale riservata ai camion in attesa di essere caricati sulle navette ferroviarie.
(Fonte: rapporto Calais Migrant Solidarity)
12 luglio. Giovane eritrea uccisa da un tir
Una giovane eritrea è rimasta vittima di un incidente sull’autostrada di Calais mentre cercava di raggiungere l’area di servizio riservata ai camion diretti in Inghilterra. Travolta da un tir, è morta quasi all’istante per le ferite. Appare evidente che volesse tentare di salire su uno degli autocarri in partenza.
(Fonte: rapporto Calais Migrant Solidarity)
18/20 luglio. Profugo trovato morto in autostrada
Trovato lungo la carreggiata dell’autostrada 16, nei pressi di Calais, il corpo senza vita di un giovane. Secondo la polizia si tratta di un profugo rimasto vittima di un incidente mentre attraversava la strada o caduto dal tir dove era salito di nascosto per cercare di raggiungere l’Inghilterra. Indosso non aveva documenti e non sono stati trovati né testimoni né persone che lo conoscessero, anche se magari solo di vista. Non è stato così possibile stabilirne la nazionalità né tantomeno l’identità.
(Fonte: Rfi online, edizione del 26 luglio)
25/26 luglio. Etiope ucciso in una rissa
Un profugo fuggito dall’Etiopia è rimasto ucciso in una grossa rissa scoppiata nell’enorme baraccopoli sorta nei pressi di Calais tra un gruppo di sudanesi, eritrei ed etiopi ed un gruppo di afghani. Negli scontri altri sei profughi sono rimasti feriti, alcuni anche in modo grave. Non è escluso che la causa vada ricercata in contrasti sorti tra le diverse etnie nella “gestione” della giungla di baracche e tende improvvisate, dove vivono migliaia di migranti in attesa di trovare il modo di salire su uno dei camion diretti nel Regno Unito attraverso l’Eurotunnel.
(Fonte: Rfi online)
27 luglio. Sudanese investito e ucciso sull’autostrada
Un giovane profugo sudanese viene trovato morto sul ciglio dell’autostrada 16, nei pressi dello svincolo che conduce al porto di Calais. Ignote le circostanze dell’incidente. Si presume che, durante la notte, sia stato investito da un camion o comunque da un grosso automezzo il cui conducente ha proseguito la corsa, forse senza neanche essersi accorto di averlo travolto.
(Fonte: Dossier Deaths at the Calais Border)
23/24 agosto. Sudanese muore in una rissa, almeno 15 feriti
Un morto e numerosi feriti in una gigantesca rissa scoppiata nei pressi della giungla di Calais tra profughi sudanesi ed afghani, durante la notte tra il 23 e il 24 agosto. La vittima è un giovane sudanese e sudanesi sono anche buona parte dei feriti. Gli scontri sono cominciati nella zona compresa tra il campo e l’autostrada A-16, dove ogni notte si ammassano centinaia di migranti che sperano di poter saltare, senza essere visti, su uno dei Tir diretti in Inghilterra. Anche in passato ci sono state risse di questo genere, scatenate probabilmente, da questioni di “rivalità e concorrenza” nella corsa ai camion sui quali nascondersi. Mai tuttavia gli scontri hanno assunto le proporzioni e la violenza di questa. La polizia e i vigili del fuoco accorsi sul posto hanno contato almeno quindici feriti rimasti quasi esanimi sul terreno. Tra loro, il sudanese morto poi in ospedale due ore dopo il ricovero: aveva trent’anni.
I servizi di vigilanza sono stati rinforzati dalla gendarmeria per prevenire gli “assalti” ai tir in transito. Mobilitati anche i pompieri, perché spesso vengono incendiati i bordi dell’autostrada per costringere i camion a rallentare a causa del fumo. Nonostante la presenza delle forze dell’ordine, tuttavia, vengono segnalati ogni notte dai cinque ai venti tentativi di salire sui Tir in transito verso la zona d’imbarco sulle navette ferroviarie.
(Fonte Breibart e Associated Press)
16 settembre. Quattordicenne afghano schiacciato da un tir1
Un quattordicenne afgano, Raheemullah Oryakhel, resta schiacciato dal Tir sul quale stava cercando di saltare e nascondersi, nei pressi dell’Eurotunnel di Calais, per passare il confine francese e raggiungere l’Inghilterra, dove vive da tempo il fratello maggiore. Le circostanze e la dinamica sono le stesse di numerose altre tragedie analoghe accadute nei pressi dell’area di servizio riservata ai camion e lungo l’autostrada A-16 che conduce ai posti di imbarco sulle navette ferroviarie. Il ragazzino ha tentato l’avventura insieme a un cugino diciassettenne. Sul Tir in transito, diretto verso il tunnel della Manica, era salito per primo proprio quest’ultimo, con l’intento di aiutare poi il cugino minore a salire a sua volta sul mezzo in movimento. Quando Raheemullah ha tentato il salto, però, probabilmente gli è sfuggita la presa ed è scivolato, finendo sotto le ruote.
La particolarità della nuova tragedia sta nella giovanissima età della vittima, la più giovane mai registrata finora a Calais e, soprattutto, nel fatto che il quattordicenne aveva fatto la richiesta di ricongiungimento familiare con il fratello, contando – come prevedono i regolamenti – che proprio in considerazione della sua giovanissima età la domanda sarebbe stata accolta. Ha aspettato per mesi una risposta, vivendo nella jungla di Calais (dove tutti lo ricordano come un ragazzino gentile e disponibile) e poi, frustrato dalla mancanza di qualsiasi notizia, ha deciso di sfidare la sorte con un ingresso clandestino, come fanno ogni notte decine di profughi. Una decisione che gli è stata fatale. Proprio mentre Londra ha stanziato milioni di sterline per innalzare un muro di cemento e filo spinato lungo l’autostrada, in territorio francese, rendendo ancora più difficile e rischiosa la fuga dei profughi.
Si tratta – hanno riferito i giornali e diverse Ong francesi e inglesi – della tredicesima vittima a Calais dall’inizio dell’anno. Il terzo minorenne.
(Fonte: The Guardian, Daily Mail)ù
24 settembre. Migrante ucciso da un treno vicino al porto di Calais
Un migrante viene in vestito e ucciso da un treno mentre tenta di attraversa la ferrovia vicino allo svincolo che conduce verso il porto e l’ingresso dell’Eurotunnel. E’ probabile che stesse cercando di salire e nascondersi sul convoglio per raggiungere l’Inghilterra e che sia scivolato sotto le ruote del vagone al quale si eras aggrappato, eludendo la sorveglianza.
(Fonte: Dossier Deaths at the Calais Border)
9 ottobre. Eritreo investito e ucciso da un’auto
Un giovane profugo eritreo resta ucciso sull’autostrada 16 finendo sotto le ruote di un’auto in transito. Sembra che stesse cercando di attraversare la carreggiata nei pressi dello svincolo che conduce al porto di Calais. Il conducente si sarebbe accorto di lui solo all’ultimo momento, senza riuscire ad evitare di investirlo.
(Fonte: Dossier Deaths at the Calais Border)
14 ottobre. Migrante muore dopo essere stato investito da un treno
Un migrante muore poco dopo essere stato investito da un treno-navetta per merci e Tir. L’incidente è avvenuto vicino allo scalo di Loon Plage, un piccolo centro non lontano da Calais dove passa la ferrovia che conduce al porto e all’Eurotunnel. E’ probabile che stesse cercando di salire su un vagone del convoglio in corsa per passare di nascosto la frontiera e arrivare in Inghilterra: deve aver perso la presa ed essere scivolato sotto le ruote. Quando lo hanno soccorso era ormai in fin di vita.
(Fonte: Dossier Deaths at the Calais Border)
18 ottobre. Sudanese muore dopo un pestaggio in un attendamento
Un profugo sudanese di 26 anni, Mohammad Omar, muore in seguito alle gravi ferite riportate in un pestaggio ad opera di un gruppo di trafficanti. L’aggressione è avvenuta nel campo di tende e baracche spontaneo di Norrent Fontes, uno dei ricoveri di fortuna dove si rifugiano i migranti in attesa di trovare l’occasione per tentare di passare in Inghilterra. Potrebbe essersi trattato di una sorta di “punizione” perché avrebbe tentato di opporsi alle imposizioni del clan criminale. Per certi versi, un “monito” per gli altri migranti del campo.
(Fonte: Dossier Death at the Calais Border)
NOTE
1 – I media e varie Ong francesi ed inglesi sono concordi nell’asserire che il quattordicenne afghano morto il 16 settembre è la tredicesima vittima a Calais dall’inizio del 2016. Il terzo minorenne. Il primo di questi tre è la ragazzina eritrea uccisa da un tir in luglio; delle circostanze della morte del secondo (identità, provenienza, luogo, dinamica) i media non fanno cenno e anche il dossier Nuovi Desaparecidos, fino a questa tragedia, non lo ha registrato. Vista la generale concordia nell’asserire che dal primo gennaio al 16 settembre ci sono state 13 vittime (tra cui 3 minorenni), si è ritenuto di tenerne conto, pur in mancanza di particolari sull’episodio.
Anno 2015, morti: 26
29 luglio: 14 morti da febbraio
Diversi giornali (in particolare Liberation con numerosi servizi) riferiscono che da febbraio alla fine di luglio 13 profughi sono morti nel tentativo di salire su un tir o su una navetta ferroviaria dell’Eurotunnel. Le vittime salgono a 14 tenendo conto anche di un ragazzo rimasto ucciso alla Gare du Nord a Parigi. A parte un caso registrato nel mese di febbraio, gli incidenti mortali si concentrano nei mesi di giugno e luglio.
– 14 febbraio. Un giovane etiopico viene trovato morto tra le dune vicino a Calais. Sul corpo non ci sono tracce di violenza. Il referto del medico legale parla di “cause naturali”. E’ probabile che sia morto di freddo e di stenti. Si chiamava Wubeshet, veniva dall’Etiopia e aveva 26 anni.
– 1 giugno. Un giovane profugo viene investito da un’auto e muore sul colpo mentre cerca di attraversare l’autostrada di Calais insieme ad altri uomini. I suoi compagni dicono di non conoscerne l’identità: sono solo che aveva circa 23 anni e veniva dall’Etiopia.
– 26 giugno. Un giovane profugo etiopico muore nei pressi dell’Eurotunnel mentre salendo su un treno in corsa: riesce a raggiungere una navetta ma perde l’equilibrio e viene proiettato per la velocità contro un pilone in cemento, rimanendo ucciso sul colpo. Si chiamava Getenet, aveva 26 anni.
– 29 giugno. Una giovane eritrea, Zebiba, 23 anni, muore falciata da un’auto, la notte tra il 29 e il 30 giugno, mentre cerca di attraversare l’autostrada tra Calais e Marck.
– 4 luglio. Samir, un bimbo eritreo, muore poco dopo essere venuto al mondo: non aveva ancora un giorno di vita. La mamma, una ragazza di vent’anni, era scivolata accidentalmente dal camion con cui sperava di raggiungere l’Inghilterra: la caduta non le aveva provocato ferite gravi ma è stata la causa di un parto prematuro (22 settimane) che è risultato fatale al neonato.
– 7 luglio. Un uomo viene ritrovato morto su una navetta dal personale di sorveglianza, durante l’ispezione di un treno che sta per imboccare l’Eurotunnel. Si chiamava Abd El Majed, 45 anni, sudanese. Stando ai documenti ritrovati, era padre di due figli piccoli rimasti in Sudan.
– 13/14 luglio. Un sudanese resta ucciso mentre cerca di entrare nell’Eurotunnel per raggiungere l’Inghilterra.
– 17 luglio. Mohammad, un pachistano di 23 anni, resta fulminato dall’alta tensione toccando accidentalmente un cavo elettrico nei pressi dell’ingresso dell’Eurotunnel. Quello stesso giorno altri 3 migranti restano gravemente feriti in circostanze analoghe, quasi nello stesso punto.
– 19 luglio. Un ragazzo eritreo di 17 anni, Houmed, annega nel bacino di sicurezza del tunnel, destinato a raccogliere l’acqua piovana. Non è chiaro se il giovane vi sia caduto accidentalmente o se abbia cercato di attraversarlo a nuoto per raggiungere la ferrovia. Sta di fatto che non è più stato in grado di uscire perché il bacino, profondo quattro metri e quasi sempre colmo, non ha sponde accessibile ma è circondato da un muro. La sua morte viene scoperta quando una pattuglia del personale di sicurezza trova il corpo senza vita durante un’ispezione di controllo.
– 23 luglio. Ahmed Osman, un ragazzo eritreo di 17 anni, viene investito e stritolato da un camion inglese al terminal britannico di Folkeston, mentre cerca di scendere dal treno, dopo essere riuscito ad attraversare senza intoppi l’Eurotunnel.
– 23 luglio. Un sedicenne egiziano muore folgorato dall’alta tensione alla Gare du Nord, a Parigi, mentre cerca di saltare sull’Euro Star diretto a Londra attraverso il tunnel della Manica.
– 24 luglio. Una giovane profuga eritrea viene investita e uccisa sull’autostrada A-16, vicino a Calais, mentre cerca di raggiungere a piedi l’Eurotunnel. Si chiamava Ganet, aveva 23 anni.
– 28 luglio. Un profugo pakistano muore in seguito a un incidente nel tunnel. Ignote le circostanze precise. Il corpo viene trovato dal personale di servizio. Si chiamava Sadik, avewva 30 anni.
– 29 luglio. Un sudanese di 23 anni, Saleh, muore schiacciato da un tir in uscita da una delle navette dell’Eurotunnel. Secondo la polizia stava cercando di salire e nascondersi su un camion per poter attraversare la galleria sotto la Manica. Nessuno sul momento si accorge dell’incidente. Il corpo viene trovato più tardi da personale che gestisce l’Eurotunnel e dai vigili del fuoco. Non è chiaro se il giovane abbia effettuato il suo tentativo da solo o con altri migranti. La notte successiva, almeno 1.500 migranti assaltano il terminal dell’Eurotunnel nella speranza di trovare il modo di raggiungere l’Inghilterra.
Negli ultimi cinque mesi dell’anno, da agosto a dicembre, secondo il rapporto del Calais Migrant Solidarity, si registrano altre dieci vittime, due in più di quanto riferito dalle cronache dei principali giornali. Di seguito una breve cronaca dei singoli casi.
15 settembre. Annega un migrante marocchino a Calais
Un giovane migrante marocchino annega nel tentativo di raggiungere a nuoto il ferry per l’Inghilterra, alla fonda nel porto di Calais, per salirvi a bordo di nascosto. Il suo corpo privo di vita viene ritrovato cinque giorni dopo, il 20 settembre, a Gravelines, anche in seguito alle ricerche scattate su segnalazione di alcuni compagni che erano a conoscenza della sua intenzione di nascondersi sul ferry e che lo avevano perso di vista. E’ probabile che per sfuggire alla sorveglianza il giovane si sia gettato in acqua verso l’imboccatura del porto, pensando di poter raggiungere poi la parte più interna ma il mare mosso e le forti correnti ne hanno vinto le forze. Si chiamava Hichan e aveva 22 anni.
Insieme con Hichan aveva tentato di raggiungere a nuoto il traghetto anche un amico, recuperato qualche ora dopo e ricoverato in ospedale in stato di semi-incoscienza per una forte ipotermia
(Fonte: Liberation, Nord Litoral, rapporto Calais Migrant)
17 settembre. Profugo siriano folgorato
Un giovane migrante siriano – Eyas, di 23 anni – muore folgorato dall’alta tensione, nei pressi dell’imbocco del tunnel ferroviario, mentre cerca di salire in corsa su un treno merci diretto in Inghilterra. Nel tentativo di saltare su una navetta deve aver accidentalmente toccato un cavo elettrico. Nessuno, sul momento, si accorge del nuovo incidente. Il corpo viene trovato poco dopo dal personale dell’Eurotunnel.
(Fonte: Liberation, Repubblica e Globalist).
24 settembre. Sudanese investito e ucciso da un treno
Un giovane sudanese – Adam, di 22 anni – muore travolto da un treno proveniente dall’Inghilterra all’imbocco francese dell’Eurotunnel. Stando a quanto accertato dal personale di servizio, dopo essere riuscito ad eludere la sorveglianza allo scalo di Calais, il ragazzo aveva raggiunto l’ingresso del tunnel e stava cercando di entrare per poi salire di nascosto su un treno diretto a Folkeston.
(Fonte: Liberation).
29 settembre. Iracheno schiacciato dal rimorchio di un camion
Un giovane profugo iracheno – Omar, di 20 anni – muore schiacciato dal rimorchio di un camion. L’incidente avviene verso le 7,30 del mattino durante le operazioni di carico, nell’area di servizio dell’interporto, in direzione dell’autostrada A-16 per Calais. Presumibilmente il giovane stava cercando di nascondersi tra il carico del camion, per poter poi salire di nascosto sul treno-navetta dell’Eurotunnell diretto in Inghilterra. Il personale si è subito accorto dell’incidente ed ha cercato di prestare soccorso ma il giovane è morto all’istante.
(Fonte: Liberation e Nord Litoral)
30 settembre. Giovane eritreo travolto da un treno
Un giovane eritreo viene travolto e ucciso da un treno, durante la notte tra il 30 settembre e il primo ottobre, all’imbocco di Calais dell’Eurotunnel. Si chiamava Berihu ed aveva 23 anni. Ad investirlo è stato probabilmente lo stesso treno su cui voleva cercare di salire per raggiungere l’Inghilterra. Il suo corpo viene trovato qualche ora più tardi, ormai esanime, sulla banchina di servizio del tunnel.
(Fonte: Liberation e Nord Litoral).
15 ottobre. Profuga siriana uccisa sull’autostrada A-16
Una giovane profuga siriana – Nawal, di 26 anni – muore dopo essere stata investita, verso le 21,30, sull’autostrada A-16, nei pressi di Calais, a breve distanza dall’area di servizio del tunnel della Manica, che sperava di poter raggiungere a piedi con il favore del buio, insieme al figlio, un bambino di 9 anni. I soccorsi arrivano quasi subito perché a breve distanza si trova il centro operativo antincendio dell’Eurotunnel: la donna viene portata in ospedale a Calais ma muore durante la notte. Il figlio, che teneva per mano quando è stato investito, non ha riportato ferite gravi.
(Fonte: Liberation e Nord Litoral)
15/16 ottobre. Profugo travolto da un treno nell’Eurotunnel a Calais
Un giovanissimo immigrato afgano – Nasratullah, di appena 16 anni – viene travolto da un treno merci proveniente dalla Gran Bretagna. Inizialmente non si riesce a identificare la vittima perché – spiegano i vigili del fuoco francesi – “il corpo è stato trascinato per oltre 400 metri”. Solo qualche ora più tardi vengono trovati alcuni documenti che appartenevano al ragazzo. La notizia viene riferita da Le Monde e da Le Matin online e ripresa in Italia dall’agenzia Ansa.
(Fonte: Le Monde, Liberation, Agenzia Ansa)
26 ottobre. Travolto e ucciso vicino al tunnel
Un’auto travolge un gruppo di quattro giovani profughi, due siriani e due palestinesi, nei pressi dell’Eurotunnel. Uno resta ucciso. Gli altri, feriti, vengono ricoverati in ospedale. Non sono chiare le circostanze dell’incidente: è probabile che i quattro percorressero a piedi l’autostrada con l’intenzione di saltare su uno dei camion diretti in Inghilterra.
(Fonte: rapporto Calais Migrant Solidarity)
2 dicembre. Eritreo travolto e ucciso sull’autostrada
Un giovane profugo eritreo viene travolto e ucciso da una macchina, durante la notte, sull’autostrada di Calais. L’ipotesi più accreditata è che stesse cercando di attraversare o che camminasse lungo una delle corsie per cercare di raggiungere l’area di servizio dell’Eurotunnel e di salire poi di nascosto su uno dei tir diretti in Inghilterra.
(Fonte: rapporto Calais Migrant Solidarity).
3 dicembre. Sudanese ucciso da un’auto vicino all’Eurotunnel
Un minorenne sudanese muore nei pressi dell’Eurotunnel dopo essere stato investito da un’auto sull’autostrada. Sembra la “replica” dell’incidente che la notte precedente ha provocato la morte di un ragazzo eritreo, quasi nello stesso punto dell’autostrada, vicino allo svincolo che porta all’area di servizio del tunnel della Manica.
(Fonte: rapporto Calais Migrant Solidarity).
8 dicembre. Pugnalato nella “jungla” di Calais
Un sudanese venticinquenne muore per una pugnalata nella “jungla” di Calais, l’enorme accampamento spontaneo sorto ai margini della città che ospita migliaia di profughi e migranti in attesa di trovare il sistema per raggiungere l’Inghilterra attraverso l’Eurotunnel. Ignote le circostanze precise dell’omicidio.
(Fonte: rapporto Calais Migrant Solidarity)
28 dicembre. Iraniano muore su un tir diretto all’Eurotunnel
Un profugo iraniano muore in un incidente sull’autostrada A-16 a bordo di un tir diretto verso l’Eurotunnel. Nel tentativo di raggiungere l’Inghilterra, il giovane era salito di nascosto, insieme a due compagni, anch’essi iraniani, sul piano di carico del semirimorchio dell’automezzo, che poco dopo ha imboccato l’A-16 in direzione del Belgio. Durante il viaggio, temendo che il tir non stesse andando verso Calais, ha sollevato il telone di copertura sul lato destro e si è sporto per controllare il senso di marcia ma ha urtato violentemente la testa contro il pilone di un cavalcavia, restando ucciso sul colpo. I due compagni hanno tirato il corpo all’interno del semirimorchio. Il trambusto ha richiamato l’attenzione del camionista, che si è fermati alla prima stazione di servizio per controllare il piano di carico, scoprendo così quello che era accaduto ed informando subito la polizia. I due compagni del ragazzo morto sono stati trattenuti per gli accertamenti di legge sull’incidente.
(Fonte: La Voix du Nord, El Diario Es.).
Anno 2014, morti: 20
Gennaio 2015.
Human Rights Watch
Human Rights Watch pubblica un rapporto sulla pesante situazione dei profughi bloccati a Calais in attesa di riuscire a imbarcarsi su un traghetto di linea o una nave qualsiasi oppure di attraversare in qualche modo l’Eurotunnel per raggiungere l’Inghilterra. Il dossier sottolinea in particolare le violenze e i maltrattamenti della polizia francese e le condizioni disperate dei quattro grossi accampamenti di fortuna dove vivono circa 2.300 migranti, uomini e donne. Un quadro analogo traccia l’Unhcr, che parala di “condizioni totalmente inaccettabili per gli standard di una società democratica” e di “situazione vergognosa nel cuore della Ue”.
Le vittime. Non mancano le vittime. Secondo varie associazioni locali – riferisce La Repubblica – nel corso del 2014 ci sono stati 14/15 morti nel tentativo di passare la Manica. In particolare vengono citati due casi:
– 21 ottobre. Nitsuh, una ragazza etiope appena sedicenne, che si faceva chiamare Sara, muore investita da un’auto mentre attraversa l’autostrada A 16, all’altezza di Marck, per cercare un camion su cui tentare di salire.
– 24/28 ottobre. Mohammad Ali Douda, trentottenne sudanese, in fuga dal Darfur, salta da un ponte su un camion, con l’intento di tagliare il telone e nascondersi all’interno, ma scivola a terra e resta gravemente ferito. Muore quattro giorni dopo in ospedale.
Calais Migrant Solidarity
Ancora più dettagliato e soprattutto ancora più grave il rapporto pubblicato da Calais Migrant Solidarity, che calcola 18 vittime.
– 30 gennaio. Un diciassettenne iraniano resta ucciso mentre tenta di saltare su un tir per attraversare clandestinamente il confine con il Regno Unito
– 3 febbraio. Un iraniano di 30 anni ucciso da una pallottola che gli attraversa il petto durante alcuni disordini scoppiati nella zona industriale Marcel Doret
– 9 marzo. Albanese pugnalato e ucciso lungo l’autostrada alla periferia di Calais
– 12 marzo. Un profugo etiopico, Mesfin Germa, investito e ucci da un camion, durante la notte, presso un’area di servizio, lungo l’autostrada A-26. L’autista nn si ferma dopo l’incidente.
– 14 marzo. Senay Berha, un giovane profugo fuggito dall’Etiopia, trovato morto, verso mezzogiorno, nel fiume che scorre vicino a un accampamento di migranti, conosciuto come “Campo degli Eritrei”. Scomparso dal alcuni giorni, era stato dato per disperso. Ignote le circostanze precise in cui ha perso la vita.
– 15 marzo. Un giovane etiopico resta ucciso cadendo e urtando violentemente la testa mentre cerca di salire e nascondersi su un camion per passare il confine e raggiungere l’Inghilterra.
– 5 maggio. Mengs Medhane, un eritreo di appena 16 anni, muore cercando di saltare su un tir diretto verso il tunnel della Manica.
– 23 maggio. Youssef Aroun, 19 anni, sudanese, muore cadendo dall’assale di un bus turistico a cui si era aggrappato per cercare di passare il confine e raggiungere di nascosto il Regno Unito.
– 23 luglio. Ahmed Abdullah, sudanese, appena sedicenne, riesce a passare il confine tra Francia e Inghilterra nascosto sotto un pullman di turisti, ma muore poco dopo, in territorio britannico: cade e resta schiacciato dalle ruote.
– 26 settembre. Un giovane sudanese muore cadendo nel canale di Calais: due suoi amici si sono gettati in acqua per cercare di salvarlo ma sono riusciti soltanto a recuperarne il corpo ormai privo di vita.
– 7 ottobre. Sono di due giovani siriani, Mouaz e Shadi, ventiduenni, i corpi trovati separatamente, a centinaia di miglia da Calais, in Olanda e in Norvegia, oltre nove mesi prima e rimasti sconosciuti. I due ragazzi, scomparsi improvvisamente da Calais, erano stati dati per dispersi. Secondo le indagini, sono annegati mentre tentavano di raggiungere a nuoto l’Inghilterra e le correnti li hanno poi trasportati sulle spiagge molto più a est.
– 20/21 ottobre. Nithsu, una ragazza etiope appena sedicenne che si faceva chiamare Sara, muore investita da un’auto mentre attraversa l’autostrada A-16, all’altezza di Marck, per cercare di salire su un camion.
– 24/28 ottobre. Mohammed Ali Duda, trentottenne sudanese in fuga dal Darfur, salta da un ponte su un camion con l’intento di tagliare il telone e nascondersi all’interno, ma scivola a terra e resta gravemente ferito. Muore quattro giorni dopo in ospedale.
– 25 ottobre. Afom, 26 anni, eritreo, muore nell’ospedale di Calais, dopo nove giorni di coma, per le ferite riportate finendo investito dal camion sul quale aveva cercato di saltare per passare il confine.
– 19 novembre. Due giovani profughi restano uccisi nell’incendio sviluppatosi sul camion, partito da Dunkerque e diretto in Inghilterra, sul quale si erano nascosti per passare il confine.
– 1 dicembre. Un profugo eritreo viene trovato morto sull’autostrada A-16, in direzione Calais-Boulogne. Probabilmente è stato investito da un camion ma l’autista non deve essersi accorto dell’incidente o comunque non si è fermato.
– Prima settimana di dicembre. Un sudanese trovato morto lungo l’autostrada
– 12 dicembre. Un sudanese muore schiacciato dalle ruote del camion sotto il quale si era nascosto ed aveva passato il confine tra Francia e Inghilterra. L’autista si era fermato al margine dell’autostrada M-25 in territorio britannico ma è ripartito proprio mentre il giovane, approfittando della sosta, aveva tentato di saltare giù.