Storie

Profughi deportati su navi-prigione dall’Italia in Grecia

di Emilio Drudi

L’Italia respinge in Grecia, con la forza e in segreto, numerosi richiedenti asilo che riescono a raggiungere i nostri porti adriatici con i traghetti di linea. Per questa che si configura come una sorta di deportazione c’è già stata una condanna della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo. Eppure, a quanto pare, nulla è cambiato. E’ quanto emerge da un’inchiesta condotta dal gruppo di media Lighthousreports. Secondo i dati ufficiali forniti dalle autorità greche, negli ultimi due anni sono state espulse in questo modo più di 230 persone, tra cui almeno tre minorenni. “E la cifra reale – scrive Al Jazeera, uno dei media di Lightousreports – potrebbe essere anche più alta perché respingimenti di questo genere non sono sempre documentati”.

Le vittime sono profughi che, in fuga da Afghanistan, Siria e Iraq, erano riusciti in qualche modo a imbarcarsi in Grecia su navi commerciali dirette in Italia. Fermati a Brindisi, Bari, Ancona e Venezia al momento dello sbarco, anziché essere avviati alle procedure per l’asilo, sono stati costretti a risalire su una nave, in genere la stessa con cui erano arrivati, e riportati indietro rinchiusi in celle ricavate nella stiva: container, gabinetti, locali di servizio.

“Hanno raccontato – scrive sempre Al Jazeera – di essere stati trattenuti in buie scatole di metallo e piccole stanze, senza cibo né acqua, a volte per più di un giorno”. La conferma a queste dichiarazioni l’hanno trovata i reporter di Lightouse facendo diversi viaggi a bordo delle stesse navi. Su una, ad esempio, hanno scoperto una vecchia toilette sbarrata al cui interno, inserendo una piccola telecamera attraverso il buco della serratura, si vedevano due materassi e sulle pareti “date e nomi scarabocchiati in diverse lingue che corrispondono alle descrizioni fornite dai richiedenti asilo”. E membri dell’equipaggio di varie navi “hanno ammesso la pratica di detenere i richiedenti asilo e di riportarli in Grecia”.

Il governo italiano si è già trovato al centro di questo scandalo circa dieci anni fa, quando fu sollevata di fronte alla Corte Europea una serie di casi di migranti bloccati e respinti a Bari, Ancona e Venezia. Un accordo “di riammissione” stipulato con la Grecia nel 1999 prevede che l’Italia possa rimpatriare i migranti arrivati senza documenti. Ma la Corte ha stabilito che è comunque illegittimo respingere i richiedenti asilo negando loro ogni possibilità di presentare una domanda di protezione internazionale. Dopo questa sentenza il governo italiano ha più volte ribadito che quei respingimenti-deportazione sulle navi non si verificavano più. L’inchiesta di Lightousereports lo smentisce in pieno.

Per inciso, l’accordo del 1999 con la Grecia non è mai stato ratificato dal Parlamento. Così come non è mai stato ratificato dal Parlamento l’accordo analogo via terra con la Slovenia. Ma il governo Meloni, con il ministro Matteo Piantedosi, ha dichiarato di considerare del tutto legittime le “riammissioni” e di volerle riprendere anche al confine orientale, nonostante siano state stoppate, nel gennaio 2021, da una ordinanza del Tribunale di Roma nella quale si ammonisce il Viminale che questa pratica espone i richiedenti asilo a “trattamenti inumani e degradanti” lungo la rotta balcanica. Insomma, lo stesso “muro”, contro disperati in cerca di asilo, alla frontiera di mare come a quella di terra. In contrasto con precise disposizioni della magistratura, sia nazionale che europea.

Nella foto: rifugiati in un campo profughi in Grecia