Dossier vittimeMediterraneo e Canarie

2022 Mediterraneo – secondo semestre

Sono 1.635 i profughi/migranti morti nei primi sei mesi di quest’anno nel tentativo di raggiungere l’Europa: 162 lungo le vie di terra in Africa e nel Medio Oriente o nella stessa Europa; 1.473 sulle tre rotte del Mediterraneo. In complesso, rispetto allo stesso periodo del 2021, sino al 30 giugno, 212 in più, pari a una differenza del 13 per cento. Un trend in crescita molto forte, specie se si considera che il 2021,  con un totale di 3.619 vite spezzate al 31 dicembre, risulta l’anno con un numero assoluto di vittime tra i più alti a partire dal 2015, come conferma il tasso di mortalità di 1 ogni 41/42 migranti arrivati in Europa. Se il trend resterà questo anche nella seconda parte dell’anno, il 2022 registrerà sicuramente cifre di morte pari se non superiori a quelle dei dodici mesi precedenti. Già al primo luglio, infatti, il tasso di mortalità è nettamente superiore: 1 vita perduta ogni 33 arrivi in Europa e 1 ogni 31 sulla rotta del Mediterraneo centrale verso l’Italia e Malta. E’ la conferma che la politica di chiusura e respingimento adottata dall’Europa e in particolare dall’Italia negli ultimi vent’anni è una politica di morte. Eppure sia la Ue che i singoli governi continuano a rafforzarla, fedeli al principio che quello che conta non sono la vita e i diritti delle migliaia di disperati che bussano in cerca di aiuto alle porte della Fortezza Europa, ma come questi disperati non farli arrivare: ad ogni costo e a prescindere dalla sorte di chi resta confinato al di là delle mura della fortezza. Così le barriere fisiche, i valli militarizzati ai confini dell’Europa, continuano a moltiplicarsi, tanto da essere arrivati ormai a circa 1.500 chilometri di muri di acciaio, cemento e filo spinato. E ancora di più si moltiplicano gli accordi per esternalizzare le frontiere europee, affidandone alle polizie di stati terzi la sorveglianza: gli ultimi esempi sono l’accordo siglato tra Spagna e Marocco e il rafforzamento delle intese “di collaborazione” tra Italia e Libia, con l’intento di rinnovare senza cambiane una sola virgola il memorandum firmato tra Roma e Tripoli nel febbraio del 2017.

Libia-Italia (Tripoli), 30 giugno – 1 luglio 2022

Due migranti morti e 15 dispersi (17 vittime) al largo della Libia, sulla rotta per Lampedusa in due casi diversi. Ne parla il rapporto Oim pubblicato il 4 luglio relativo alla settimana compresa tra il 26 giugno e il 2 luglio. L’episodio più grave dei due è segnalato il primo luglio: 1 morto e 15 dispersi al largo di Tripoli. Non ne sono specificate le circostanze precise, ma nella stessa nota si afferma che 91 migranti (60 uomini, 12 donne e 9 bambini) sono stati intercettati e sbarcati a Tripoli dalla Guardia Costiera libica. E’ verosimile che possa trattarsi dello stesso episodio. L’altro caso è del 30 giugno, sempre al largo di Tripoli: nel rapporto si parla di un migrante morto e 10 intercettati a riportati in Libia. L’Oim riferisce anche la tragedia del gommone rimasto alla deriva per 9 giorni con 22 dispersi (nota del 1 luglio: ndr) e, ancora, di cadaveri recuperati in diverse località fra Tripoli e Derna fino al 2 luglio, tutti casi già riferiti in questo dossier prima del 4 luglio, data della pubblicazione del rapporto.

(Fonte: rapporto Oim 26 giugno – 2 luglio)  

Libia-Italia (Tajoura), 1 luglio 2022

A 24 ore di distanza da quello affiorato nei pressi di Andalusa Beach (nota del 30 giugno: ndr), il cadavere di un altro migrante è stato portato dal mare sul litorale di Tajoura, poco piùdi 20 chilometri a est di Tripoli. Avvistato a pochi metri dalla battigia, su disposiizone della polizia una squadra del servizio ambulanza e soccorso lo ha recuperato e trasferito presso l’obitorio dell’ospedale locale a disposizione della magistratura. Anche questo, come quello del giorno prima, è in avanzato stato di decomposizione e non si è stati in grado di stabilirne l’identità e la provenienza. Si ritiene che si tratti di migranti annegati nelle stesse circostanze, tentando di arrivare a Lampedusa dalla Libia su una barca di fortuna.

(Fonte: Migrant Rescue Watch) 

Turchia-Italia (Marina di Caulonia, Locride), 1 luglio 2022

Un profugo pakistano è morto durante la navigazione verso l’Italia su una barca a vela di 16 metri dove erano stipati 60 migranti (tra i quali 8 bambini) quasi tutti pakistani come la vittima oltre a 2 siriani. La barca è rimasta in mare per quasi nove giorni: partita dalla costa turca, ha raggiunto il litorale della Locride, in Calabria, arenandosi sulla spiaggia alla periferia di Marina di Caulonia, tra le foci dei fiumi Allaro e Precariti. Subito dopo i profughi hanno cominciato a scendere a terra, rifugiandosi in un vicino agrumeto. Avvisata da alcuni bagnanti che avevano assistito allo sbarco, poco dopo è arrivata la polizia, seguita dagli uomini della Guardia Costiera i quali, saliti a bordo, hanno trovato sotto un telo il corpo del migrante morto di stenti e sfinimento nella traversata. La Procura di Locri ha disposto il sequestro del cadavere per l’autopsia e quello della barca che, disincagliata, è stata trainata da una motovedetta fino al porto di Roccella. I profughi sono stati trasferiti per la prima accoglienza nel Palasport di Caulonia Marina.

(Fonte: Avvenire, Agenzia Ansa)   

Libia-Italia (Zuwara-Zawiya), 1 luglio 2022

Almeno 22 morti su un gommone con oltre 80 migranti rimasto per nove giorni alla deriva sulla rotta del Mediterraneo centrale, al largo della Libia. Il natante, partito dalla costa di Zuwara, circa 100 chilometri a ovest di Tripoli, intorno al 22 giugno, si è bloccato a causa di un’avaria al motore dopo decine di miglia di navigazione sulla rotta per Lampedusa. Da bordo non sono riusciti a mettersi in contatto per chiedere aiuto né sono stati in grado di riparare il guasto. E’ iniziata così un’agonia di nove giorni: le scorte di cibo e soprattutto d’acqua sono finite prestissimo e i più deboli hanno cominciato a cedere. Tra i primi – hanno riferito i superstiti – due bambini, i cui corpi sono stati affidati al mare. Poi, via via, altri 20. Quando, nel pomeriggio di venerdì 1 luglio, è stato casualmente avvistato dalla motovedetta Zawiya della Guardia Costiera libica, sul gommone erano rimasti in 61, tutti ormai allo stremo. I guardacoste hanno sbarcato i naufraghi a Zawiya, nel porto di Refinery Point. Per 34 si è reso necessario il ricovero in ospedale, ma tutti presentavano forti sintomi di disidratazione e sfinimento, oltre a gravi ustioni provocate dalla miscela di benzina e acqua salata in cui sono rimasti immersi per giorni.

(Fonte: Iom Libya, Safa Msehli Unhcr Ginevra, Migrant Rescue Watch, Avvenire, sito web Sergio Scandura)

Libia-Malta-Italia (Karsa, Cirenaica), 2 luglio 2022    

Su segnalazione del servizio di soccorso in mare, personale della Mezzaluna Rossa ha recuperato il cadavere di un migrante che flottava in acqua, a poca distanza dalla riva, sul litorale di Karsa, in Cirenaica, meno di 30 chilometri a est di Derna. Dopo un primo esame medico sul posto, la salma, in avanzato stato di degrado, è stata trasferita nell’obitorio dell’ospedale Al Harish di Derna per completare le procedure legali prima dell’inumazione. Non sono emersi elementi utili per l’identicazione.

(Fonte: Migrant Rescue Watch) 

Libia-Italia (Al Fanar, Garabulli), 2 luglio 2022

I cadaveri di tre migranti sconosciuti sono affiorati a breve distanza dalla riva all’altezza della spiaggia di Al Fanar, nel municipio di Garabulli, 62 chilometri a est di Tripoli e altrettati a ovest di Khums. Non si è riusciti a stabilirne la provenienza, ma non sembrano esserci dubbi che sono la testimonianza del naufragio fantasma di una barca di migranti salpata verso l’Italia dalla costa a est di Tripoli e c’è da credere dunque che ci siano numerosi dispersi. A giudicare dallo stato di degrado, i corpi sono rimasti in acqua per più giorni. Per recuperarli, su indicazione della polizia, è intervenuta una squadra del servizio ambulanze della Mezzaluna Rossa, che li ha trasferiti nell’obitorio dell’ospedale di Garabulli, in attesa che siano completate dalla magistratura le procedure per l’inumazione.

(Fonte: Migrant Rescue Watch) 

Serbia-Ungheria (Subotica), 2 luglio 2022

Un profugo è rimasto ucciso e altri sei feriti in una sparatoria fra trafficanti in Serbia, a Subotica, a meno di un chilometro dal confine con l’Ungheria. Le vittime facevano parte di due gruppi di profughi afghani e pakistani che avevano raggiunto il bosco di Subotica, 160 chilometri a nord di Blegrado, in attesa di trovare l’occasione per attraversare di nascosto la frontiera. Non è chiaro cosa sia accaduto a questo punto. Si pensa a un contrasto o comunque a una forte rivalità tra contrabbandieri, forse per gestire quella via di fuga verso uno stato Ue come l’Ungheria. Sta di fatto che è esploso una violento scontro a fuoco che ha investito direttamente anche i profughi. Quando la polizia è arrivata, sul posto c’erano solo il corpo ormai senza vita di una delle vittime e i 6 feriti, giovani di età compresa fra i 20 e i 30 anni, tranne una ragazza, appena sedicenne, la più grave, dichiarata in pericolo di vita dai medici dell’ospedale dove è stata ricoverata insieme agli altri. L’intera zona all’interno della foresta è stata isolata dalla polizia per le indagini, impedendo l’accesso anche ai giornalisti. Il sindaco di Subotica, Steven Bakic, ha riferito che tutti i profughi ricoverati erano senza documenti. Nulla si sa degli altri.

(Fonte: Infomigrants, Are You Syrious)  

Libia-Italia (Sabratha-Lampedusa), 3 luglio 2022

Almeno tre morti nel naufragio di una barca di migranti al largo della costa libica, circa 80 chilometri a ovest di Tripoli e una trentina da Zawiya, all’altezza di Sabratha. A dare l’allarme sono stati alcuni pescatori che, avvistato il relitto del natante, hanno recuperato 6 naufraghi (tra cui un bambino e una donna) che, una volta a terra, sono stati trasferiti nell’ospedale di Zawiya. Nel corso delle ricerche seguite alla segnalazione dei pescatori sono stati trovati tre corpi senza vita, che personale della Mezzaluna Rossa ha poi trasportato nell’obitorio ospedaliero, in attesa della conclusione delle indagini e del nulla osta per la sepoltura. Le autorità libiche non hanno specificato se ci siano dei dispersi. Si sa solo che la barca era partita dalla costa di Sabratha e che è affondata in circostanze imprecisate quando era ancora a non grande distanza dalla riva. I miganti a bordo erano siriani e libici.

(Fonte: Migrant Rescue Watch, Libya Observer)  

Turchia (Karahisar, provincia di Van), 3 luglio 2022

Un bambino afghano di appena 4 anni è rimasto ucciso, in Turchia, nella sparatoria della polizia contro un furgone con a bordo una quarantina di profughi proveniente dal confine con l’Iran. Altri 12 profughi, quasi tutti afghani, sono rimasti feriti, inclusa la madre del piccolo, Mehmet Karatas. L’intero gruppo, varcata la linea di frontiera e raggiunta  Kocbasi, la prima città dopo il confine, nella provincia orientale di Van, ha imboccato la strada nazionale verso ovest. Dopo poco più di dieci chilometri, in prossimità dell’abitato di Karahisar, è incappato in un chekpoint. L’autista, anziché fermarsi all’alt intimato dalla gendarmeria, ha accelerato, cercando di eludere i controlli, ma almeno due agenti, pur di fermarlo, non hanno esitato ad aprire il fuoco, colpendo in pieno il veicolo, all’altezza dei finestrini, con più raffiche, fino a costringerlo a fermarsi. Subito dopo – come ha riferito Mehemet Karatas – l’autista e molti dei profughi a bordo sono fuggiti a piedi, verso le montagne. Pochissimi sono rimasti sul posto, insieme alla madre del piccolo e agli altri feriti. La polizia ha insistito che è stato aperto il fuoco quando è stato evidente che l’autista non intendeva fermarsi, ma la commissione per i diritti umani ha contestato che la reazione degli agenti è stata quanto meno eccessiva e in ogni caso tale da mettere palesemente a rischio la vita dei migranti a bordo del furgone.

(Fonte: Infomigrants)

Libia-Italia (Sorman), 4 luglio 2022

Su segnalazione della polizia, una squadra della Mezzaluna Rossa ha recuperato il cadavere di un migrante sconosciuto trascinato dal mare su un tratto di costa rocciosa a Sorman, circa 70 chilometri a ovest di Tripoli e una ventina da Zawiya. Dopo un primo esame medico sul posto, la magistratura ne ha disposto il trasferimento nell’obitorio dell’ospedale di Zawiya, in attesa delle procedure per l’inumaizone. A giudicare dallo stato di degrado la salma è rimasta in acqua più giorni.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Marocco-Spagna (Tan Tan – Lanzarote), 4 luglio 2022

Un migrante congolese di circa 40 anni è annegato cadendo in mare durante la navigazione dal Marocco verso le Canarie. Era su un gommone con a bordo 50 persone, tra cui 9 donne, partito da Tan Tan e rimasto in mare per giorni, fino a quando, la mattina di lunedì 4 luglio, è stato avvistato a 115 chilometri dalla costa di Lanzarote dal Sasemar 103, uno degli aerei da ricognizione del Salvamento Maritimo delle Canarie, che ha guidato sul posto la guardamar Al Nair per i soccorsi. Al momento dello sbarco, sul molo di Lanzarote, alcuni dei migranti hanno riferito al personale della Croce Rossa del posto di prima assistenza che uno dei loro compagni, sbilanciato da un colpo di mare, era finito fuoribordo, sparendo subito tra le onde, prima che si potesse prestargli soccorso. Un bambino e un uomo adulto, molto provati dalle fatiche della traversata, sono stati ricoverati al Josè Molina Oroza, l’ospedale centrale dell’isola.

(Fonte: Helena Maleno Caminando Fronteras, La Provincia, Canarias 7, El Diario)

Libia-Italia (Ghanima e Al Naqazah, Khums), 4 luglio 2022

I cadaveri di 7 migranti (prima 5 e poi altri 2) sono affiorati sul litorale tra Ghanima e Al Naqazah, circa 25 chilometri a ovest di Khums e un centinaio a est di Tripoli. I primi sono stati avvistati fra il 3 e il 4 luglio mentre flottavano a pochi metri dalla spiaggia. Per recuperarli sono intervenute due squadre della Mezzaluna Rossa, che li hanno poi trasferiti presso l’obitorio dell’ospedale di Khums. Gli altri due corpi sono stati avvistati ad Al Naqazah nelle ore successive: personale della Mezzaluna Rossa ha trasportato anche questi nell’obitorio ospedaliero, in attesa delle conclusioni delle indagini della magistratura e del nulla osta per l’inumazione. Non sono emersi elementi per poterli identificare, ma la scoperta di questi 7 cadaveri sembra la prova di un naufragio fantasma avvenuto a est di Tripoli. Altri tre cadaveri erano stati recuperati poche ore prima (nota del 3 luglio: ndr) sulla vicina costa di Garabulli.

(Fonte: Migrant Rescue Watch, note del 4 e del 5 luglio )

Libia-Italia (Zliten, costa a est di Tripoli), 4 luglio 2022

Il corpo di un migrante sconosciuto è affiorato sulla battigia di una spiaggia del municipio di Zliten, una cinquantina di chilometri a est di Homs, quasi 180 da Tripoli, e circa 70 a ovest di Misurata. Ad avvistarlo è stata una squadra del servizio di sorveglianza dell’impianto di desalinizzazione della città, durante un normale servizio di ispezione nella zona: era a poche decine di metri da alcune strutture in cemento sul litorale. Poco dopo, su disposizione della polizia, si è provveduto a recuperarlo, trasferendo nell’obitorio locale in attesa del nulla osta per l’inumazione. Non sono emersi elementi per stabilirne la provenienza, ma anche questo ritrovamento sembra confermare il sospetto di almeno un naufragio fantasma, con numerose vittime, al largo della costa a est di Tripoli.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 5 luglio 2022

Un migrante annegato al largo della Tunisia: sarebbe l’unica vittima dei naufragi di tre barche avvenuti in momenti distinti al largo della costa compresa tra Sfax e le isole Kerkennah. Lo ha comunicato il ministero della difesa, senza speicificare però le circostanze dei tre episodi: ci si limita a riferire che 97 naufraghi sono stati tratti in salvo e che nel corso delle operazioni di soccorso è stato recuperato anche il cadaveree che flottava in mare nei pressi di uno dei relitti. Le tre barche erano partite poche ore prima sulla rotta per Lampedusa.

(Fonte: Anadolu Agency)

Marocco-Spagna (vallo di Melilla), 5-6 luglio 2022

E’ morto un altro dei richiedenti feriti al vallo di Melilla il 24 giugno. Si chiamava Maser Abdelkarim, aveva poco più di vent’anni e veniva dal Sudan. Lo ha riferito il sito web della Association Marocaine des Droits Humain, la Ong marocchina che per prima ha denunciato la strage. Con lui, secondo le Ong, le vittime salgono ad almeno 38, ma di parecchi altri giovani sudanesi non si ha più notizia dal 24 giugno. La morte di Maser risale al 30 giugno ma la notizia è emersa solo nei giorni successivi, in occasione del funerale e dell’inumazione, celebtati a Rabat martedì 5 luglio. Nella nota pubblicata mercoledì 6 luglio, la Ong ricostruisce gli ultimi giorni di Maser. “Nonostante le gravi ferite riportate – si legge – invece di essere trasportato in ospedale Maser è stato arrestato e deportato in autobus (con altri migranti e richiedenti asilo: ndr) in una località remota del sud del Marocco. Una località desertica, dove non c’era alcuna possibilità di ricoverarlo in un ospedale”. E’ ancora una conferma, si aggiunge, che queste politiche migratorie stanno uccidendo.

(Fonte: sito web Association Maorcaine des Droits Humains)   

Libia-Italia (Al Khums), 5-6 luglio 2022

La polizia costiera ha comunicato di aver recuperato, nel pomeriggio di martedì 5 luglio, i corpi senza vita di due migranti su una delle spiagge di Al Khums (Homs), circa 120 chilometri a est di Tripoli. I due cadaveri, trovati poco oltre la battigia, erano semisepolti dalla sabbia portata dalla risacca, un particolare che induce a credere che il mare li abbia spinti a riva diverso tempo prima del ritrovamento. Lo confermerebbe anche lo stato di degrado molto avanzato. Dopo un primo esame medico sul posto, le salme sono state trasferite da personale della Mezzaluna Rossa nell’obitorio dell’ospedale di Al Khums, a disposizione della magistratura. Con questi due salgono a una quindicina i corpi di migranti spiaggiati sul litorale a est di Tripoli, fra Tajoura e Khums, a partire dal 25 giugno. Sembra una conferma del sospetto che su questo tratto di mare si sia verificato il “naufragio fantasma”, con numerose vittime, di una barca di migranti diretta verso Lampedusa.

(Fonte: Migrant Rescue Watch, Libya Observer) 

Grecia (Igoumenitsa), 5-6 luglio 2022

Il cadavere di un profugo giovanissimo è stato trovato su un Tir in procinto di imbarcarsi per l’Italia nel porto di Igoumenitsa, in Grecia. Secondo un primo esame medico non doveva avere più di 15 anni. L’autista ha perso l’imbarco di martedì 5 luglio ed il Tir, carico di biciclette, è rimasto per l’intera giornata fermo in un parcheggio nei pressi dell’area portuale. E’ probabile che il ragazzo proprio qui abbia trovato il modo di nascondersi a bordo, ma non si esclude che possa essere salito prima dell’arrivo a Igoumenitsa. La scoperta è stata fatta la notte tra martedì 5 e mercoledì 6 luglio, quando il Tir, entrando nel porto, è stato controllato ai raggi X per verificare il carico. Il corpo giaceva riverso, quasi rattrappito, in mezzo alle biciclette. La polizia di frontiera ha immediatamente fatto arrivare sul posto un’ambulanza, che ha trasportato il ragazzo in ospedale, dove però i medici hanno potuto solo confermare che era senza vita ormai da tempo. Si ritiene che sia morto per disidratazione e di sete, a causa delle temperature elevatissime all’interno del piano di carico del Tir, completamente chiuso. Non si è riusciti ad identificarlo né a stabilirne la nazionalità. La Procura ha aperto un’inchiesta e l’autista del Tir è stato fermato in attesa degli accertamenti.

(Fonte: Epirus Post, Are You Syrious, New Bulletin, Hellas Post, Hellas Post English, Worlddakkam)

Libia-Italia (Celine, Khums), 6-7 luglio 2022

Il mare ha trascinato i cadaveri di altri 3 migranti sul litorale di Khums. Erano a poca distanza l’uno dall’altro sulla battigia della spiaggia di Celine, circa 15 chilometri a ovest di Khums e oltre 110 a est di Tripoli. Segnalati alla polizia da alcuni abitanti del posto, li ha recuperati una squadra di soccorso della Mezzaluna Rossa, trasferendoli nell’obitorio dell’ospedale in attesa del nulla osta della magistratura per l’inumazione. Non sono emersi elementi per l’identificazione. In poco più di 10 giorni risultano quasi una ventina i corpi di migranti affiorati sul litorale fra Tajoura e Khums, a conferma che al largo della costa a est di Tripoli deve esserci stato almeno un “naufragio fantasma” con numerose vittime.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Libia-Italia (Sabratha), 6-7 luglio 2022

Il mare ha trascinato il cadavere di un migrante sulla spiaggia urbana di Sabratha. Avvistato mentre flottava quasi sulla battigia, è stato recuperato e trasportato nell’obitorio dell’ospedale da una squadra della Mezzaluna Rossa su disposizione della polizia. Lo stato di degrado piuttosto avanzato sembra dimostrare che la salma è rimasta in mare a lungo prima del ritrovamento. Non si è riusciti a identificarla né a stabilirne la provenienza. Ma appare scontato che si tratta di un migrante annegato nel tentativo di arrivare in Italia.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Libia-Italia (Khums), 7 luglio 2022

La Mezzaluna Rossa ha recuperato i cadaveri di altri 2 migranti sul litorale di Khums, entrambi sul versante est: il primo nell’area di Qasr Al Akhyar e l’altro sulla spiaggia di Suq al Khamis, a 10 chilometri dal centro. Trascinati dal mare sulla battigia, a scoprirli e a segnalarne subito la presenza alla polizia sono stati alcuni abitanti del posto. Prima della rimozione sono stati esaminati da un medico legale e censiti: a partire dalla fine di giugno risultano più di una ventina i cadaveri di migranti recuperati sulla costa a est di Tripoli fra Tajoura e Khums. Non si è stati in grado di identificarli.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Turchia-Grecia (frontiera dell’Evros), 7 luglio 2022

Un profugo siriano è morto alla frontiera dell’Evros per i maltratamenti subiti da miliziani greci. Si chiamava Akram Abdulkadir, aveva 28 anni. La sua tragica fine è stata riferita dalla stampa tedesca il 23 novembre ma risale al 7 luglio. A ricostruirla è stato il fratello Hassan, di due anni più giovane, che era con lui e che è poi riuscito a torvare rifugio in Germania. Akram e Hassan sono arrivati alla frontiera tra Turchia e Grecia all’inizio di luglio. Giovedì 7, poco dopo aver attraversato la linea di confine segnata dall’Evros, sono stati bloccati da una pattuglia di uomini in divisa. Akram, malato, era sfinito dalle fatiche del viaggio, ma i miliziani hanno trattato duramente sia lui che Hassan, costringendoli poi a salire su un furgone militare. Sul veicolo Akram ha perso conoscenza. Hassan ha cercato di aiutarlo tenendolo tra le braccia ma, nonostante le sue richieste, i miliziani non gli hanno prestato la minima assistenza. Anzi, quando si sono accorti che era morto hanno obbligato Hassan ad abbandonarne il corpo. Alcuni giorni dopo la salma, presumibilmente gettata nel fiume dai miliziani, è affiorata sulla sponda turca, dove è stata recuperata e poi trasferita nell’obitorio di un ospedale della zona. Hassan, costretto a rientrare in Turchia, ne ha effettuato il riconoscimento alcuni giorni dopo. Nelle settimane successive Hassan è riuscito di nuovo a passare il confine ed a raggiungere la Germania, stabilendosi in Assia. Da qui, tramite un ufficio legale greco, ha presentato una denuncia sulla morte di Akram, specificando che è stato duramente maltrattato e percosso con violenza estrema a colpi di bastone sullo stomaco. Non ha dubbi  che tutto sia accaduto in territorio greco ad opera di forze dell’ordine greche.

(Fonte: Frankfueter Rundschau, Are You Syrious, Alarm Phone)

Libia-Italia (Sabratha), 8 luglio 2022

80 chilometri I corpi di tre migranti sono stati recuperati sulla spiaggia di Sabratha, a ovest di Tripoli. Erano nel tratto di litorale semi urbano, poco lontano dal punto in cui è stato depositato dal mare il cadavere trovato il 6 luglio. Dopo un primo esame sul posto, una squadra della Mezzaluna Rossa, su disposizione della polizia, li ha trasferiti nell’obitorio del Teaching Hospital, a disposizione della magistratura. Non sono emersi elementi per poterli identificare o stabilirne almeno la provenienza, ma la zona di Sabratha è uno dei più frequenti punti d’imbarco usati dai trafficanti per le “spedizioni” di migranti sulla rotta per Lampedusa.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Turchia-Grecia (frontiera dell’Evros), 8-9 luglio 2022

Un profugo è morto, probabilmente per sfinimento, poco dopo essere arrivato con 6 compagni su un’isola dell’Evros, il fiume che segna la linea della frontiera greco-turca. Il piccolo gruppo, tentando di attraversare il fiume dalla Turchia in Grecia, ha trovato rifugio sull’isola, disabitata e boscosa, probabilmente nella speranza di poter restare nascosto in attesa di trovare l’occasione per eludere la sorveglianza della polizia e raggiungere l’altra sponda. Dopo la morte di uno di loro e con qualcun altro sfinito e malato, la sera di venerdì 8 luglio gli altri hanno lanciato una richiesta di aiuto alla piattaforma di soccorso Alarm Phone, che ha informato sia le autorità greche che quelle turche. Nessuno è intervenuto per tutta la giornata di sabato 9. Il loro ultimo messaggio ad Alarm Phone descriveva una situazione drammatica: “C’è un morto fra noi: il suo cadavere è costantemente davanti ai nostri occhi. Fa freddo. Tutta quest’area stessa mette paura… Come in un incubo”.

(Fonte: Alarm Phone)

Libia-Italia (Garabulli), 9 luglio 2022

Trentare migranti hanno perso la vita in Libia (29 dispersi e 4 morti), in due episodi distinti, tra il 4 e il 9 luglio, al largo di Garabulli, poco più di 60 chilometri a est di Tripoli e altrettanti a ovest di Khums. Ne dà notizia il rapporto settimanale 3-9 luglio dell’ufficio Oim di Tripoli. L’episodio più grave viene segnalato il 9 luglio, con 29 dispersi. Nel dossier non vengono forniti particolari né sulle circostanze della tragedia né sulla provenienza delle vittime. Emerge solo che nella stessa operazione un migrante è stato recuperato ancora in vita e sbarcato a Garabulli. I 4 morti vengono segnalati esattamente cinque giorni prima, lunedì 4 luglio. La nota parla di 4 cadaveri recuperati, anche in questo caso, tuttavia, senza fornire altri particolari. Si sono moltiplicate tra giugno e luglio le segnalazioni di cadaveri spiaggiati o recuperati su questo tratto di costa libica.

(Fonte: Rapporto settimanale Oim Libia 3-9 luglio)  

Turchia-Grecia (Chios), 9 luglio 2022

Una giovane profuga è morta di stenti e sfinimento in un bosco dell’isola di Chios, dove lei ed alcuni suoi compagni si nascondevano da giorni nel timore che la polizia li catturasse, deportandoli poi in Turchia. Sbarcato intorno al 4 luglio, proveniente dalla penisola anatolica, la prima preoccupazione del piccolo gruppo è stata quella di eludere i pattugliamenti, rifugiandosi nella macchia sulle colline, in attesa di potersi rivolgere direttamente a  un centro di accoglienza dove chiedere asilo. Con il passare dei giorni, senza riserve d’acqua e di cibo, la permanenza nei boschi è diventata sempre più difficile. La donna ha cominciato a sentirsi male ed è rapidamnete peggiorata. Nelle primissime ore del mattino di sabato 9 luglio, i suoi compagni sono riusciti a mettersi in contatto con gli operatori di una Ong, segnalando che una di loro, sfinita dalle fatiche, era ormai in coma, ma non hanno saputo fornire indicazioni sulla loro posizione precisa. Poco dopo la donna è morta.

(Fonte: Sito Ruhi Loren Akhtar di Refugee Biriyani, Alarm Phone)     

Marocco-Spagna (Akhfenir-Canarie), 9 luglio 2022

Due dispersi di un gruppo di oltre 70 migranti su una barca rimasta alla deriva per due giorni nell’Atlantico, sulla rotta per le Canarie. Erano partiti la sera di giovedì 7 luglio dalla zona di Akhfenire, 100 chilometri circa a est di Tarfaya, che è il punto della costa marocchina più vicino alle isole di Fuerteventura e Lanzarote. Contavano probabilmengte di arrivare all’arcipelago spagnolo nell’arco di una giornata, ma dopo diverse ore di navigazione si sono trovati in grave difficoltà a causa del maltempo e di alcuni problemi alla barca. La loro richiesta di soccorso è stata raccolta da Alarm Phone. Un messaggio drammatico: da bordo hanno segnalato che lo scafo non reggeva più il mare e che in particolare due di loro erano caduti in acqua, sparendo in pochi minuti tra le onde. In quel momento erano ancora nella zona Sar marocchina e Alarm Phone ha avvertito dunque la centrale Mrcc di Rabat. Circa sei ore più tardi è arrivata la notizia che il natante era stato intercettato da una motovedetta marocchina, ma si è anche avuta la conferma che due dei migranti erano annegati. Gli altri 71 sono stati riportati in Marocco.

(Fonte: Alarm Phone)      

Libia-Italia (Garabulli), 10 luglio 2022

Un migrante è annegato e un secondo risulta disperso al largo di Garabulli, 50 chilometri a est di Tripoli. Salvo un terzo migrante.. In soccorso dei tre è andata una pattuglia della polizia di sicurezza costiera, dopo aver ricevuto una segnalazione della loro presenza, a non grande distanza dalla riva, durante un normale servizio di pattugliamento in mare. Quando sono arrivati sul posto, gli agenti sono riusciti a trarre in salvo uno dei tre. Poco dopo è stato trovato e recuperato il cadavere del secondo, mentre dell’ultimo non è stata trovata traccia e risulta disperso. Il notiziario Migrant Rscue Watch, che ha riferito la notizia, non ha fornito altri particolare. Non è da escludere che si tratti di naufraghi che hanno cercato di raggiungere la riva a nuoto dopo il naufragio di una barca di migranti.

(Fonte: Migrant Rescue Watch).

Libia (Bani Walid, 10 luglio 2022

Il cadavere di un migrante subsahariano assassinato con un colpo di pistola alla testa è stato trovato casualmente ai margini di una strada periferica di Bani Walid, circa 100 chilomettri a sud est di Tripoli. Aveva indosso solo un paio di pantaloncini e a breve distanza c’era ancora il bossolo del proiettile che lo ha ucciso. Non è stato  identificato e si ignorano le cause e le circostanze dell’omicidio. Dopo un primo esame sul posto da parte della polizia, una squadra di Al Salam Charity Association ha trasferito il corpo nell’obitorio dell’ospedale di Bani Walid per poterlo sottoporre ad autopsia, nel contesto dell’inchiesta aperta dalla magistratura del mandamento.

(Fonte: Migrant Rescue Watch).   

Libia (deserto a sud di Kufra), 11 luglio 202

Tredici migranti sono morti in pieno deserto, a sud di Kufra, schiacciati o impriginati tra le fiamme del pick up su cui viaggiavano verso nord. Né la polizia né la stampa libica hanno fornito particolari sulla tragedia. Non è noto nemmeno se e quanti superstiti ci siano stati. Si sa soltanto che le vittime venivano in parte dal Sudan e altre dal Chiad e che il furgone scoperto con cui avevano attraversato il confine meridionale della Libia, nel Sahara, si è rovesciato e subito dopo ha preso fuoco. Proprio l’altta colonna di fumo nero dell’incendiio, visibile anche a grande distanza, ha richiamato l’attenzione e fatto scoprire la tragedia. Quando i primi soccorritori e la polizia sono arrivati sul posto, la strage si era ormai compiuta.

(Fonte: Libya Observer, sito web Sergio Scandura)   

Marocco-Spagna (Dakhla-Canarie), 11 luglio 2022

Due migranti subsahariani sono annegati nell’Atlantico cadendo in mare durante le operazioni di soccorso alla barca con cui stavano cercando di raggiungere le Canarie insieme a più di 50 compagni. Il natante, partito la notte tra sabato e domenbica dal litorale di Dakhla, nel Sahara Occidentale, è stato avvistato qualche decina di miglia a sud di Gran Canaria da un aereo da ricognizione del Salvamento Maritimo, in volo alla ricerca di diverse barche segnalate in diffiocltà sulla rotta tra il Marocco e l’arcipelago spagnolo. Comunicata la posizione alla centrale operativa, sono state dirottate sul posto la salvamar Caliope e una nave da carico in transito, la Sen Arche. I primi soccorsi sono arrivati proprio dall’equipaggio del cargo, che ha tratto in salvo 53 naufraghi, ma poco prima o durante le operazioni di trasbordo altri due sono caduti in acqua, sparendo tra le onde prima di poterli raggiungere. La scomparsa dei due migranti è stata subito segnalata alla Caliope, sopraggiunta poco dopo e insieme le due unità hanno condotto ricerche in tutto un vasto raggio di mare, senza però trovare traccia dei dispersi. Nel corso della stessa operazione la salvamar Mizar ha soccorso un’altra barca con 43 naufraghi, sbarcati  poi a Lanzarote.

(Fonte: La Provincia, Canarias 7, El Diario, Europa Press Canarias)  . . .    

Libia-Italia (Zliten), 11 luglio 2022

Tre migranti sono annegati in seguito al ribaltamento di una barca stracarica, salpata dal litorale di Zliten, quasi 180 chilometri a est di Tripoli. A bordo erano stati costretti a salire in 50, soprattutto egiziani ma anche numerosi marocchini. Un carico enorme per uno scafo in vetroresina di pochi metri, che infatti non ha retto: era ancora in prossimità della costa quando si è rovesciato di colpo, scaraventando  tutti in acqua. Unità della Guardia Costiera hanno tratto in salvo 47 naufraghi mentre i corpi senza vita dei tre dispersi sono stati trascinati a riva dal mare: due sono stati recuperati sulla spiaggia e il terzo tra le rocce di una scogliera. Le salme sono state trasferite nell’obitorio del centro medico di Zliten per le procedure di legge. I superstiti avviati a un centro di detenzione. La polizia libica ha riferito che nelle ore successive un trafficante di Zuwara si è messo in contatto con il comando costiero offrendo un riscatto per liberare tutti i migranti marocchini, minacciando anche che, in caso di rifiuto, non avrebbe esitato a far saltare in aria gli uffici delle forze di sicurezza. La barca, trainata a riva e ancora intatta, è stata posta sotto sequestro.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)   

Libia-Malta-Italia (Misurata), 12 luglio 2022

Segnalato da alcuni pescatori, il corpo di un migrante egiziano è stato recuperato dal guardacoste libico Pb Qaminis al largo di Misurata, oltre 200 chilometri a est di Tripoli. L’identificazione è stata possibile grazie ad alcuni documenti trovati in una tasca degli abiti. Sbarcato su un molo del porto peschereccio di Misurata, dopo un primo esame sul posto la polizia ha provveduto a farlo trasferire presso l’obitorio dell’ospedale, a disposizione dell’autorità giudiziaria. A giudicare dallo stato di degrado, doveva essere in acqua già da qualche giorno. Se ne ignorano la provenienza e le circostanze della morte.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Turchia-Grecia (Rodi), 13-14 luglio 2022

Due giovani profughi siriani – G.K, 23 anni, e M.M., anch’egli poco più che ventenne – sono scomparsi in mare al largo di Rodi dopo essere stati bloccati e respinti dalla polizia e dalla Guardia Costiera greche. I due ragazzi – come ha potuto accertare Alarm Phione – facevano parte di un gruppo di siriani arrivato a Rodi dalla Turchia tra il 13 e il 14 luglio. “Eravamo partiti da Bodrum – ha raccontato un diciassettenne, amico delle vittime, ad Alarm Phone – Sbarcati a Rodi, nella città di Soroni, la polizia ci ha arrestato. Abbiamo subito dichiarato di voler presentare domanda di asilo, ma gli agenti ci hanno condotto in quella che sembrava una chiesa, vicino al mare, sequestrandoci tutti i documenti e i cellulari ma assicurando che ci avrebbero portato di lì a poco in un centro di accoglienza. Ci hanno invece trattenuto per l’intera giornata. Poi la sera ci hanno consegnato alla Guardia Costiera, che ci ha costretto a salire su una zattera di salvataggio, rimorchiandoci e abbandonandoci al largo. Siamo rimasti in balia del mare per oltre due giorni, senza la possibilità di chiedere aiuto perché non avevamo più i cellulari. Così come non avevamo né cibo né acqua. Al terzo giorno, due miei amici, G.K. e M.M., hanno deciso di tentare di raggiungere a nuoto un’isola che si vedeva a grande distanza, per trovare soccorso per tutti. Non li abbiamo più visti. Dopo che se ne erano andati, una nave con bandiera messicana ci ha avvistato ed ha avvisato la Guardia Costiera greca perché venissero a salvarci. Ma, anziché aiutarci, i greci ci hanno ancora una volta sospinto al largo, fino alle acque turche. E alla fine ci ha salvato proprio una motovedetta turca .Ma intanto si era persa ogni traccia dei due compagni che si erano allontanati a nuoto”.

(Fonte: Alarm Phone, rapporto del 3 agosto)

Marocco-Spagna (Tan Tan – Canarie), 14-15 luglio 2022

Una bambina di 4 anni e una donna sono morte prima dell’arrivo dei soccorsi su uno zodiac carico di migranti sulla rotta dal Marocco alle Canarie. Il gommone era partito dalla costa di Tan Tan, circa 200 chilometri a est di Tarfaya, il punto più vicino alle isole di Fuerteventura e Lanzarote. A bordo erano in 51: 40 uomini, 10 donne e la bimba. La navigazione si è protratta per giorni, fino a quando, nella tarda serata di giovedì 14 luglio, lo zodiac è stato avvistato circa 55 chilometri a sud est di Lanzarote. Il servizio di Salvamento Maritimo della Canarie ha inviato in soccorso la salvamar Al Nair, che ha raggiunto lo zodiac nella nottata tra il 14 e il 15 luglio. A quel punto, però, la bambina e una donna erano ormai esanimi: secondo quanto hanno poi riferito alcuni dei superstiti, sono morte schiacciate e soffocate sul fondo del gommone, così carico che era impossibile muoversi anche di pochi centimetri. Un uomo, inoltre, era in condizioni gravissime, tanto da dover essere trasferito d’urgenza all’ospedale Molina di Arrecife. Gli altri naufraghi e le due salme sono stati presi a bordo dalla salvamar, che è arrivata in porto, ad Arrecife, intorno all’una di notte, dopo aver soccorso un’altra barca alla deriva con 27 migranti.

(Fonte: Helena Maleno Caminando Fronteras, Canarias 7, La Provincia, El Diario, Europa Press Canarias, Agenzia Efe Canafrias, Diario de Almeria)

Libia-Malta-Italia (Ghanima, Khums), 14-15 luglio 2022

Il cadavere di un migrante sconosciuto è stato trascinato dal mare sul litorale di Ghanima, circa 25 chilometri a ovest di Khums e una novantina a est di Tripoli, lo stesso tratto di costa dove nei giorni precedenti ne sono emersi numerosi altri. Segnalato da alcuni abitanti del posto alla polizia, lo ha recuperato una squadra della Mezzaluna Rossa di Khums, trasferendolo poi all’obitorio dell’ospedale, in attesa delle procedure di legge per l’inumazione. Se ne ignora la provenienza ma, in base allo stato di degradio piuttosto avanzato, doveva essere in acqua da giorni.

(Fonte: Migrant Rescue Watch) 

Libia-Malta-Italia (Qasr Al Akhyar), 15 luglio 2022

subsahariani Il mare ha portato a riva i cadaveri di 5 migranti sul litorale di Qasr Al Akhyar, circa 75 chilometri a est di Tripoli e 45 a ovest di Khums. Avvistati mentre flottavano non lontano dalla battigia e poche decine di metri distanti l’uno dall’altro, sono stati recuperati dalla polizia e dal servizio medico d’emergenza e poi trasferiti nel più vicino obitorio ospedaliero, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Non sono emersi elementi per identificarli o stabilirne la provenienza. Dalle ultime settimane di giugno, sono decine i corpi senza vita di migranti spiaggiati o trovati a breve distanza dalla riva in questo tratto di costa libica. L’ultimo la sera di giovedì 14 luglio a Ghanima, circa 20 chilometri a est di Akhyar.

(Fonte: Libya Observer, Migrant Rescue Watch)

Turchia-Grecia (Didymoticho, frontiera dell’Evros), 15-16 luglio 2022

Un profugo è morto nel tentativo di entrare in Grecia dalla Turchia alla frontiera dell’Evros. L’allarme è stato dato da altri due profughi che, in gravi difficoltà dopo essere riusciti ad attraversare il fiume, hanno chiesto aiuto alla piattaforma di soccorso Alarm Phone. Su segnalazione della Ong, li ha poi intercettati una pattuglia di polizia del comando di Didymoticho, che li ha condotti al centro di raccolta di Fylakio, a una quindicina di chilometri dal confine. Appena soccorsi i due, come avevano già detto nella richiesta di aiuto ad Alarm Phone, hanno subito denunciato che un loro compagno non ce l’aveva fatta e che il suo cadavere si trovava poco lontano, in territorio greco, nella zona del villaggio di Kastanies.

(Fonte: Alarm Phone)

Marocco-Spagna (Ceuta), 16 luglio 2022

Un migrante marocchino è annegato nel tentativo di raggiungere Ceuta a nuoto. Il suo cadavere, affiorato nella giornata di sabato di fronte alla spiaggia di Almadraba, è stato recuperato da una squadra del Geas, il servizio sommozzatori della Guardia Civil, e trasferito presso l’obitorio dell’ospedale universitario, dove nelle ore successive è stato identificato. Dato il punto del ritrovamento, nella zona sud di Ceuta, c’è da creddere che abbia preso il mare dalla spiaggia di Castillejos, in corrispondenza del posto di frontiera del Tarajal. Il giovane indossava una tuta di neoprene e delle pinne. Probabilmente si è allontanato per poter aggirare la linea di confine senza essere visto ma non ce l’ha fatta a rientrare vivo a terra. Non è da escludere che abbia perso l’orientamento a causa della densa nebbia che ha investito questo tratto di costa tra il Marocco e l’enclave spagnola.

(Fonte: El Faro de Ceuta)

Libia-Malta-Italia (Qasr Al Akhyar), 17 luglio 2022

Il cadavere di un altro migrante, il sesto, è stato trovato sul litorale di Qasr Al Akhyar, 75 chilometri a est di Tripoli e 45 a ovest di Khums. Era in un tratto poco distante da quello in cui, meno di 48 ore prima, sono stati recuperati gli altri 5. Lo stato di degrado avanzatissimo dimostra che è rimasto in mare per lungo tempo. Non si è stati in grado di identificarlo né di stabilirne la provenienza, ma appare evidente il collegamento con il ritrovamento precedente. Per il recupero della salma, su indicazione della polizia di sicurezza costiera, è intervenuto personale dei servizi sanitari d’emergenza dell’unità di Tajoura, che la ha trasferita nell’obitorio ospedaliero, in attesa del nulla osta per la sepoltura.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Libia-Italia (Garabulli), 18 luglio 2022

Il mare ha trascinato il cadavere di un migrante sul litorale di Garabulli, poco più di 60 chilometri a est di Tripoli e 60 a ovest di Khums. Segnalato alla polizia sulla battigia della spiaggia di Al Fanar, lo ha recuperato una squadra della Mezzaluna Rossa del presidio di Tripoli, trasferendolo poi all’obitorio di Garabulli per le procedure di legge in vista dell’inumazione. Non si è stati in grado di identificarlo né di stabilirne la provenienza, ma sono decine i migranti senza vita ritrovati nei giorni e nelle settimane precedenti sulla costa a est di Tripoli.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Algeria-Niger (zona di confine nel Sahara), 18-19 luglio 2022

Un giovane migrante guineano, Hamed, è morto poco dopo essere stato deportato dall’Algeria ed espulso in Niger al confine meridionale, in pieno Sahara. Lo hanno riferito il rapporto di Alarm Phone Sahara e una nota di Aventuriers Migrants Page, precisando che, quando è stato trovato in territorio nigerino, il ragazzo era allo stremo: fortemente debilitato e, soprattutto, con evidenti segni, in più parti del corpo, di gravi maltrattamenti. “Nonostante gli sforzi dei medici – riferisce Aventuries Migrants Page – Hamed ha ceduto alle ferite e alle fatture causate dalla violenza del respingimento e dai maltrattamenti a cui vengono sottoposti i migranti nel deserto da parte della polizia algerina”.

(Fonte: Alarm Phone Sahara, Aventuries Migrant Page)

Libia-Malta-Italia (Celine), 18-19 luglio 2022

Il cadavere di un altro migrante è stato depositato dal mare sul litorale di Celine, circa 15 chilometri a ovest di Khums e oltre 100 a est di Tripoli. Avvistato mentre flottava sulla battigia, lo ha recuperato su indicazione della polizia una squadra della Mezzaluna Rossa di Khums, trasportandolo poi all’obitorio ospedaliero. Non sono emersi elementi per poterlo identificare. Dall’inizio del mese di luglio sono più di 30 i corpi senza vita di migranti recuperati sulla costa libica a est di Tripoli.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Marocco-Spagna (Tan Tan – Canarie), 18-20 luglio 2022

Quattro migranti risultano dispersi prima dell’arrivo dei soccorsi da una barca con 30 persone a bordo in rotta tra il Marocco e le Canarie. Il battello era partito la notte tra domenica 17 e lunedì 18 dalla costa di Tan Tan, puntando verso una delle due Canarie più vicine, Lanzarote o Furteventura. L’allarme è scattato prima dell’alba di lunedì, quando una richiesta di aiuto è pervenuta alla centrale operativa di Alarm Phone, che l’ha immediatamente girata al centro Mrcc di Rabat. Per l’intera giornata la barca è rimasta alla deriva, ormai ingovernabile, mentre le richieste di aiuto si facevano sempre più drammatiche. Una delle ultime prima che Alarm Phone perdesse i contatti diceva che le onde erano sempre più alte e che lo scafo imbarcava acqua in abbondanza. Nella tarda mattinata di martedì 19 Mrcc Marocco ha comunicato ad Alarm Phne che prima dell’alba la barca era stata raggiunta e che 26 naufraghi erano stati tratti in salvo. Poiché nella serie di Sos i migranti avevano sempre detto di essere una trentina si è subito sospettato che ci fossero 4 dispersi, probabilmente già da lunedì. La conferma si è poi avuta da Mrcc Rabat nella mattinata di mercoledì 20.

(Fonte: Alarm Phone, rapporti dal 18 al 20 luglio)

Algeria-Spagna (Orano), 19-20 luglio 2022

Un harraga è stato ucciso dalle raffiche sparate da una motovedetta militare algerina contro la barca con cui stava cercando di raggiungere la Spagna insieme ad almeno una decina di compagni. Si chiamava Kamel ed aveva 25 anni. Anche un altro è stato colpito, ma non si hanno altre notizie sul suo conto. Il natante, salpato dalla costa di Orano e diretto presumibilmente verso l’Andalusia, è stato intercettato prima dell’alba di martedì 19 luglio. A quanto pare non si è fermato all’alt e, pur di bloccarlo, i guardacoste non avrebbero esitato a fare fuoco con le armi di bordo. Le raffiche non sarebbero cessate neanche quando i migranti hanno deciso di invertire la rotta, puntando verso la costa algerina. Una volta tornata a riva, non lontano da Orano, la barca è stata sequestrata dalla polizia. Alcuni testimoni hanno riferito che, poco dopo l’approdo, due corpi inerti sono stati caricati su un furgone e portati via. La mattina di mercoledì 20 luglio la Ong spagnola che si occupa di identificare i migranti morti o dispersi ha avuto conferma che almeno uno dei due, Kamel, è morto per le ferite riportate. La stessa Ong ha aperto un’indagine sulla sorte dell’altro harraga ed ha pubblicato un video sulla sparatoria in mare.

(Fonte Commissione per l’identificazione dei migranti morti o dispersi)

Marocco-Spagna (Ceuta), 20 luglio 2022

Il cadavere di un giovane maghrebino, molto probabilmente marocchino, con ai piedi un paio di pinne, è stato trascinato dal mare sul litorale di Ceuta di fronte al vecchio carcere femminile, nella fascia meridionale dell’enclave spagnola. Secondo la polizia non ci sono dubbi che si tratti di un migrante annegato nel tentativo di attraversare a nuoto il confine con il Marocco. Le onde hanno spinto la salma in una scogliera, dove lo ha recuperato una squadra di sub del Geas della Guardia Civil, trasferendolo poi nell’obitorio ospedaliero. A giudicare dal luogo del ritrovamento, il giovane deve essere entrato in mare a sud del posto di frontiera del Tarajal, da una spiaggia di Castillejos. Non è escluso che, una volta al largo, sia annegato dopo aver perso l’orientamento per rientrare verso riva a causa della densa nebbia che ha investito tutto questo tratto di costa. Le correnti lo avrebbero poi riportato verso la spiaggia. Nella stessa giornata la Guardia Civil ha recuperato 15 migranti marocchini che in varie fasi sono arrivati a nuoto a Ceuta, sempre aggirando la frontiera del Tarajal. Quasi tutti sono approdati sulla spiaggia Giovanni XXIII, sempre sul versante sud ma circa 3 chilometri a ovest dalla zona del vecchio carcere femminile.

(Fonte: El Faro de Ceuta)

Libia-Malta-Italia (Tobruk-Messina), 22-24 luglio 2022

Cinque morti su un vecchio peschereccio rimasto alla deriva per giorni nel Mediterraneo. A bordo erano state ammassate circa 680 persone. Salpato da Tobruk presumibilmente tra il 20 e il 21 luglio, il battello ha navigati in direzione delle coste italiane. Nella zona Sar di Malta, in pieno Mediterraneo, sarebbe stato abbandonato dagli scafisti ed è a questo punto che è scattato l’allarme. I soccorsi sono iniziati solo quando, superata la zona Sar maltese, è stata raggiunta quella italiana. La centrale Mrcc di Roma, oltre ad alcuni mezzi aerei (inclusi velivoli dell’agenzia europea Frontex) ha allertato tre navi commerciali in transito – la Nordic olandese, la Feraset maltese e la Rhodanus di Antigua – e mobilitato quattro motovedette, le Cp 309, 332, 323 della Guardia Costiera e la Pv3 della Guardia di Finanza. La prima a intercettare il peschereccio, a oltre 120 miglia dalle coste calabrese, è stata la Nordic. Poco dopo sul posto sono arrivate le motovedette militari italiane. Le operazioni di salvataggio si sono protratte per ore, con gravi difficoltà sia per il gran numero di naufraghi, sia per le condizioni del mare. Nelle ore successive è intervenuta anche la nave Diciotti della Guardia Costiera, che ha preso a bordo i naufraghi recuperati dalla Nordic e molti di quelli salvati dalle motovedette. E’ stato nella fase dei soccorsi che si è scoperto che sul peschereccio, oltre alle 674 persone tratte in salvo, c’erano i cadaveri di 5 migranti morti durate la navigazione, prima dell’arrivo dei soccorsi, presumibilmente per sfinimento e disisdratazione. Anche le cinque salme sono state portate a bordo della Diciotti, che la mattina di domenica 24 luglio ha sbarcato a Catania un primo contingente di circa 200 superstiti a Catania. Gli altri sono stati distribuiti in diversi porti siciliani e calabresi.

(Fonte: Sergio Scandura Radio Radicale, Europoa Today, Il Fatto Quotidiano, Al Jazeera, La Stampa).

Marocco-Spagna (Cabo Bojador, Sahara), 23-24 luglio 2002

Due donne sono scomparse in pieno Atlantico da un gommone con almeno 50 migranti segnalato alla deriva al largo della costa del Sahara Occidentale. Lo ha riferito Helena Maleno, della Ong Caminando Fronteras, precisando che, nel momento in cui aveva lanciato l’allarme alla centrae Mrcc di Rabat, il natante, ormai semi affondato, era 24 miglia distante da Cabo Boajador, sulla rotta verso Gran Canaria o Fuerteventura, le due isole spagnole più vicine al punto da cui aveva preso il mare: una situazione drammatica che fa temere cher il bilancio delle vittime possa essere maggiore. Dalle autorità marocchine non sono arrivate notizie.

(Fonte: Helena Maleno, Ong Caminando Fronteras)

Marocco-Spagna (Ceuta), 25 luglio 2022

Un migrante, presumibilmente marocchino, è scomparso in mare nel tentativo di raggiungere il territorio di Ceuta a nuoto. Il suo corpo è affiorato nella mattinata di lunedì 25 luglio poco al largo della spiaggia di Almadraba, lo stesso luogo dove meno di dieci giorni prima era stato trovato il corpo senza vita di un altro giovane marocchino. A dare l’allarme sono stati numerosi bagnanti che si sono rivolti alla centrale 112 per le emergenze. Tutte le segnalazioni parlavano di un cadavere tenuto a galla da un salvagente. Quando una motovedetta dei sommozzatori del Geas della Guardia Civil è giunta sul posto, però, il cadavere era scomparso: gli agenti hanno trovato e recuperato solo il salvagente. Senza esito anche le ricerche condotte nelle ore successive.

(Fonte: El Faro de Ceuta)

Marocco-Spagna (Tarfaya e Laayoune), 25 luglio 2022

I corpi di otto migranti subsahariani sono affiorati sul litorale a sud di Tarfaya, sulla costa atlantica del Marocco. Recuperati dalla polizia, sono stati trasferiti nell’obitorio dell’ospedale di Laayoune, la capitale del Sahara Occidentale. Si ritiene che fossero su un gommone affondato nel tentativo di raggiungere le Canarie, probabilmente Fuerteventura che dista da Tarfaya poco più di 100 chilometri. Nel corso delle ricerche condotte siulla costa dopo il ritrovamento dei primi cadaveri sono stati intercettati e fermati altri 18 subsahariani che, secondo la polizia, erano verosimilmente a bordo dello stesso canotto delle vittime e che sarebbero riusciti in qualche modo a raggiungere la riva, mettendosi in salvo. Si ignora in quanti si siano imbarcati ma è probabile che ci sia un numero imprecisato di dispersi.

(Fonte: Infomigrants, Sharjah, Barron’s, Agenzia Reuters, Map Agency, Qatar News Agency, Swiss Info,  News Agency, Globe Worl News)

Marocco-Spagna (rotta delle Canarie), 24-26 luglio

Ventisei vittime (16 migranti morti e 10 dispersi) in un naufragio nell’Atlantico sulla rotta tra il Marocco e le Canarie. Ventinove i superstiti. Il natante era partito da un punto del litorale compreso tra Tan Tan e Tarfaya, per dirigersi verso Lanzarote o Furteventura, le due Canarie più vicine a quel tratto di costa marocchina. La tragedia è avveuta all’altezza di Akhfennir, circa 200 chilometri a ovest di Tan Tan e un centinaio a est di Tarfaya. Secondo le prime indagini, ne sarebbero stati causa il sovraccarico e il pessimo  stato dello scafo e del motore. Quando sono arrivati i primi soccorsi, quasi la metà dei 55 a bordo erano già scomparsi in mare: 29 naufraghi sono stati tratti in salvo e nelle ore successive è stato possibile recuperare 16 cadaveri: dapprima 8 e poi via via i rimanenti, fino a martedì 26 luglio. Gli altri dieci migranti risultano dispersi. Tra le vittime, una ragazzina di appena 13 anni e 5 bambini. A parte 3 marocchini, a bordo erano tutti migranti subsahariani.

(Fonte: Alarm Phone, Helena Maleno Caminando Fronteras, El Diario, Associated Press, Infomigrants)

Algeria-Marocco(Mostaganem), 25-27 luglio 2022

Dodici harraga morti in mare al largo di Mostaganem, circa 80 chilometri a est di Orano. Due soli i superstiti. La barca (un piccolo scafo in fibra, con un motore fuoribordo da 115 cavalli) era partita intorno alle 23 di lunedì 25 luglio da una spiaggia tra Mostaganem e Orano, puntando verso Almeria. Dei 14 giovani a bordo, uno era una donna. Poche ore dopo ne è stata segnalata la scomparsa. I familiari hanno sperato a lungo che fosse tra le numerose barche di harraga arrivate tra sabato 23 e martedì 26 luglio in Andalusia, ma il 27 la Ong Heroes del Mar ha avuto la notizia di un possibile naufragio. Notizia poi confermata nelle ore successive. Quando una motovedetta della Marina algerina è arrivata sul posto per i soccorsi, ha trovato solo due naufaghi ancora in vita. Scomparsi gli altri 12.

(Fonte: Heroes del Mar, Cipimd di Clemente Martin)

Libia-Italia (Misurata e Zawiya), 26-27 luglio 2022

I cadaveri di due migranti sono stati recuperati in mare in Libia. Ne ha dato notizia il rapporto settimanale dell’ufficio Oim di Tripoli. Si tratta certamente di vittime di due distinti episodi, avvenuti a centinaia di chilometri di distanza. Il primo corpo, trovato martedì 26 luglio, era all’altezza di Misurata,, oltrer 200 chilometri a est di Tripoli. L’altro, mercoledì 27, sul litorale di Zawiya, 50 chilometri a ovest di Tripoli e quasi 260 da Misurata. Recuperate dalla Mezzaluna Rossa, le due salme sono state messe a disposizione della magistratura per le procedure di legge previste per l’inumazione.

(Fonte: Rapporto Oim del primo agosto 2022)

Libia-Italia (Augusta), 27-28 luglio 2022

Un morto tra le centinaia di migranti sbarcati sulla costa della Sicilia orientale nella notte tra mercoledì 27 e giovedì 28 luglio. Era su una grossa barca salpata presumibilmente dalla costa orientale della Libia, sulla rotta del quadrante Mar Ionio, verso Malta e l’Italia, con a bodo oltre cento migranti provenienti da Egitto, Iraq e Marocco. L’approdo è avvenuto in piena notte nella zona di Augusta. E’ stato in questa fase che si è scoperto che, oltre ai 102 superstiti, c’era una vittima. I compagni hanno riferito che il giovane è morto durante la navigazione. La Procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta. Sullo stesso litorale siracusano, tra Capo Passero e Augusta, sono arrivate altre due barche, con 98 e 130 migranti. Nell’intero tratto tra Siracusa e Catania ne sono arrivati durante la notte 630.

(Fonte: Sergio Scandura Radio Radicale, La Sicilia web)

Libia (Tripoli), 29 luglio 2022

D ue migranti marocchini sono morti, in circostanze diverse, nel centro di detenzione dove erano stati rinchiusi nel comprensorio di Tripoli. Lo ha riferito il quotidiano Nadorcity.com citando come fonte le organizzazioni marocchine per i diritti umani. Il primo – morto “in circostanze misteriose”, rileva il giornale – era un giovane originario di Khouribga, una città dell’interno, capoluogo di provincia, situata poco più di 160 chilometri a sud di Rabat e altrettanti a sud est di Casablanca. L’altro, un ragazzo di El Kelaa Des Sraghna, 250 chilometri a sud di Rabat e 120 a sud est di Khouribga, malato e con forti dolori addominali, sarebbe morto per la mancanza di cure e assistenza. Per entrambe le vittime non è chiaro quando e come siano entrati in Libia e siano poi stati arrestati dalla polizia. Nadorcity fa notare che sono numerosi i giovani migranti marocchini detenuti in Libia e rilancia l’interrogazione presentata in gennaio al ministro degli esteri dal Partito Giustizia e Sviluppo per chiedere un intervento del Governo per farli liberare, anche sulla base del dossier di Libyan Crimes Monitoring Organisation che a suo tempo ha denunciato la morte di almeno 3 harraga marocchini nel centro di detenzione di Maya, a ovest di Tripoli.

(Fonte: Nadorcity.com)

Grecia-Macedonia (Mikrodasos), 30-31 luglio 2022

Un profugo pakistano è stato ucciso da un gruppo di banditi che lo hanno assalito per rapinarlo poco prima del confine tra la Grecia e la Macedonia, nel territorio del villaggio di Mikrodasos, circa 50 chilometri a nord di Salonicco e meno di dieci dalla linea di frontiera. Lo ha riferito Giorgios Christides, un attivista greco per i diritti umani, che ha ricostruito l’omicidio attraverso il racconto di alcuni abitanti del posto. Il giovane, entrato in Grecia dalla Turchia, presumibilmente nell’area dell’Evros, anziché prendere il percorso verso ovest per poi risalire a nord, aveva scelto di seguire la via Balcanica verso l’Europa centrale attraverso la Macedonia del Nord, ritenendo, come molti altri profughi, che questo confine e questo itinerario siano meno sorvegliati. Era ormai in prossimità del confine, oltre il villaggio di Mikrodasos, quando è caduto nell’agguato di una banda di rapinatori, che lo hanno assassinato. Lo stesso itinerario – ha segnalato Giorgios Christides – è seguito sempre più spesso da centinaia di profughi provenienti dalla zona dell’Evros e proprio questo continuo, crescente flusso ha indotto bande di criminali a organizzarsi per rapinarli di tutti i loro pochi averi.  La polizia greca non si impegnerebbe più di tanto per contrastare questo fenomeno e per garantire la sicurezza ai confini, pur di liberarsi in ogni modo dei migranti e dei rifugiati in transito.

(Fonte: sito web Giorgios Christides, Are You Syriosu).  

Senegal/Gambia-Spagna (rotta delle Canarie), 31 luglio 2022

Non si ha più traccia da quasi due mesi di un cayuco salpato sulla rotta delle Canarie con oltre 100 migranti subsahariani, incluse donne e bambini. Secondo quanto ha potuto ricostruire Helena Maleno, portavoce della Ong Caminando Fronteras, è partito prima dell’alba di mercoledì 11 giugno da un tratto di litorale al confine tra il Senegal e il Gambia, puntando verso l’arcipelago delle Canarie, quasi 2.000 chilometri di mare più a nord. L’allarme è scattato quando,  non ricevendo alcun tipo di notizie, alcuni familiari delle persone a bordo si sono rivolti il 22 giugno a Caminando Fronteras, che ha segnalato l’emergenza alle autorità degli Stati rivieraschi situati lungo la rotta, dal Senegal alla Mauritania, al Marocco e alla Spagna. Le ricerche non hanno dato esito. D’altra parte, dai controlli fatti dalla Ong nei giorni e nelle settimane successive, la barca non risulta arrivata alle Canarie né che si sia fermata prima, approdando magari in uno dei paesi costieri, mentre nessuna delle persone a bordo ha stabilito contatti con le famiglie o gli amici. L’ipotesi più accreditata è che ci sia stato un naufragio “fantasma”, avvenuto non si sa bene dove, e che questo cayuco sia una delle 18 barche che, secondo Caminando Fronteras, risultano sparite nell’Atlantico, sulla rotta delle Canarie, dall’inizio del 2022, senza alcun superstite. Proprio tenendo conto anche di “sparizioni” di questo tipo, Helena Maleno, in un dossier diffuso il 20 luglio, calcola che sulle rotte verso la Spagna, nei primi sei mesi dell’anno, siano morte 978 persone, di cui almeno 800, in 28 naufragi, appunto nel tentativo di attraversare l’Atlantico per raggiungere le Canarie.

(Fonte: sito web Helena Maleno, Caminando Fronteras, El Diario, Infomigrants)

Libia-Italia (Abu Kammash), 2 agosto 2022

Due migranti morti e 5 dispersi in un naufragio al largo di Abu Kammash, circa 40 chilometri a ovest di Zuwara e meno di venti dal confine tra la Libia e la Tunisia. Sulla barca c’erano oltre 40 persone. La tragedia è avvenuta non troppo lontano dalla costa, probabilmente non molto dopo la partenza. La causa, secondo le autorità libiche, è da ricercarsi nelle pessime condizioni dello scafo, non in grado di tenere il mare, specie nelle condizioni di sovraccarico con cui stava navigando sulla rotta per Lampedusa. La motovedetta della polizia giunta sul posto della tragedia per i soccorsi ha recuperato 35 naufraghi. Nel corso delle operazioni sono stati trovati e presi a bordo anche due cadaveri. Nessuna traccia di altri 5 migranti segnalati dai compagni come dispersi al momento del naufragio. Presi in carico dalla Mezzaluna Rossa per la prima assistenza dopo lo sbarco a Zuwara, i superstiti sono stati poi trasferiti in un centro di detenzione.

(Fonte: Migrant Rwscue Watch)

Turchia-Grecia (Kos), 2-3 agosto 2022

Un profugo palestinese di 29 anni è annegato nel tentativo di raggiungere a nuoto l’isola egea di Kos dalla Turchia. Stando a quanto ha accertato la polizia greca, il giovane ha preso il mare, presumibilmente da solo, in un tratto di costa della regione di Akar, che in quel punto dista da Kos più di 24 chilometri. Le forze non lo hanno retto: vinto dalla fatica e dalle correnti piuttosto forti in quella zona, non ha mai raggiunto la riva greca. Il suo corpo esanime è stato recuperato nelle acque greche e trasferito all’ospedale generale di Kos, dove però i medici non hanno potuto che constatarne la morte. Le autorità di polizia portuali hanno aperto un’inchiesta e disposto un’autopsia sul cadavere. L’identificazione è stata resa possibile dal ritrovamento di alcuni documenti indosso al cadavere.

(Fonte: Are You Syrious)

Libia-Italia (Sabratha), 3 agosto 2022

I cadaveri di due migranti sono stati recuperati sul litorale di Sabratha, circa 50 chilometri a ovest di Tripoli. Ne dà notizia il rapporto settimanale dell’Oim Libia pubblicato lunedì 8 agosto. Se ne ignora la provenienza e non si è stati in grado di identificarli. Entrambi sono stati trasferiti nell’obitorio dell’ospedale locale, nel contesto delle procedure di legge per l’inumazione. Nello stesso rapporto si riferisce del cadavere recuperato nella zona di Tobruk (vedi nota successiva) e che nell’ultima settimana la Guardia Costiera ha intercettao e ricondotto in Libia 116 migranti.

(Fonte: Rapporto Oim Libia di lunedì 8 agosto)

Libia-Malta-Italia (Tobruk), 3 agosto 2022

Il cadavere di un migrante sconosciuto è stato trascinato dal mare su una spiaggia di Ain al Ghazaleh, nei pressi di Tobruk, in Cirenaica, oltre 400 chilometri a est di Bengasi e circa 1.450 da Tripoli. Segnalato alla polizia da alcuni abitanti del posto, è stato recuperato e trasferito all’obitorio dell’ospedale di Tobruk da personale della Mezzaluna Rossa e della Fondazione per l’assistenza ai migranti. A giudicre dallo stato di degrado, è rimasto in mare per più giorni.

(Fonte: Migrant Rescue Watch, rapporto Oim 8 agosto)

Senegal-Mauritania-Spagna (Nuadibù), 4 agosto 2022

Un giovane subsahariano è morto su un grosso cayuco stracarico di migranti rimasto a lungo alla deriva al largo della Mauritania. Partito presumibilmente dalla costa tra il Senegal e la Mauritania con a bordo 140 persone (incluse 3 donne e un minorenne), il battello puntava verso le Canarie, oltre 1.500 chilometri più a nord. Un problema tecnico e la mancanza di benzina sufficiente, lo hanno bloccato in pieno Atlantico. A segnalare l’emergenza è stato un aereo da ricognizione della Guardia Costiera, che ha avvistato il natante ormai ingovernabile a qualche miglio del porto di Naudibù, 470 chilometri a nord di Nuakchot (la campitale mauritana) e quasi 750 da Saint Louis in Senegal, ma distante ancora circa 900 chilometri dalle Canarie. Una motovedetta della Marina mauritana lo ha poi raggiunto, prendendo a bordo tutti i naufraghi e conducendoli a Naudibù. Alcuni dei migranti hanno subito avvertito i soccorritori che mancava un loro compagno, morto prima che arrivassero i soccorsi e il cui corpo è stato affidato al mare.

(Fonte: La Provincia, Agenzia Efe, Swissinfo)

Romania-Ungheria (Bocsa), 5 agosto 2022

Tre profughi sono rimasti uccisi nel grave incidente in cui è rimasto coinvolto il furgone su cui erano da poco entrati in Ungheria dalla Romania, eludendo i controlli di frontiera, insieme a dodici compagni. Il veicolo – con a bordo 14 migranti più il conducente, un giovane georgiano – proveniva dalla strada nazionale che viene dalla linea di frontiera. All’altezza del villaggio di Bocsa (122 chilometri a sud di Budapest e circa 120 a nord est dei posti di confine di Kiszombor e Csanadpalota) è incappato in un posto di blocco della polizia. L’autista ha cercato di eludere l’ispezione, accelerando l’andatura, ma nella fuga a forte velocità ha perso il controllo della guida, finendo contro un altro furgone. Nello scontro i due automezzi si sono incendiati. Due dei profughi sono morti sul colpo, il terzo poco dopo il ricovero in ospedale. Gravi ferite hanno riportato anche tutti gli altri 11. L’autista è stato subito individuato e tratto in arrresto dalla polizia.

(Fonte: Infomigrants, Are You Syrious)

Libia-Italia (Salerno), 5-6 agosto 2022

Un sedicemme originario del Mali è morto meno di due giorni dopo lo sbarco in Italia dalla Ocean Viking, la nave Ong che lo aveva salvato nel Mediterraneo. Il ragazzino  faceva parte del gruppo di 387 migranti che, presi a bordo in diverse operazioni di soccorso, sono stati condotti dalla Ong a Salerno, come indicato dal ministero degli interni. Insieme agli altri 133 minorenni del gruppo, è stato tra i primi ad ottenere il nulla osta per scendere a terra, il 4 agosto, trovando poi accoglienza in una casa famiglia di Angri. Sofferente di gravi problemi cardiologici e ipertiroidismo e fortemente provato dalle fatiche della traversata e della detenzione in Libia, l’indomani, venerdì 5 agosto, si è sentito male, tanto da dover essere trasferito d’urgenza all’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore. I medici si sono subito resi conto che era in condizioni disperate, ma non sono riusciti a salvarlo. Il suo corpo è stato composto presso l’obitorio dello stesso ospedale, in attesa del rimpatrio, per il quale il Comune di Salerno si è offerto di coprire le spese. La Procura ha aperto un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità.

(Fonte: Salerno Today, Sergio Scandura Radio Radicale)

Grecia-Albania-Montenegro (rotta balcanica), 5-6 agosto 2022

Un migrante bengalese – Tapash Sarkar, 30 anni, originario del distretto settentrionale di Sunamganj – è morto lungo la via balcanica, in prossimità del confine tra l’Albania e il Montenegro, nel tentativo di raggiungere la Francia. Il suo corpo è stato trovato abbandonato in una zona collinare, a breve distanza dalla linea di frontiera. Arrivato in Grecia dalla Turchia, si era fermato per qualche mese per organizzarsi. E’ entrato così in contatto con un gruppo di contrabbandieri, anch’essi bengalesi, che gli hanno promesso di garantirgli il viaggio in cambio di 3 mila euro: 2 mila subito e mille all’arrivo. L’appuntamentio per la partenza era il 3 agosto, insieme ad altri 29 migranti. Dopo l’Albania e il Montenegro, lui contava di attravesare la Serbia, poi la Croazia e l’Italia, fino ad arrivare appunto in Francia. Arrivato attraverso sentieri montani fino al confine montenegrino, ha avuto un grave malore, forse per sfinimento o forse per un ictus. Sta di fatto che ha perso i sensi e non si è più ripreso. Non è chiaro il giorno della morte. Dalla Grecia in Albania il gruppo è entrato fra il 3 e il 4 agosto. Al confine col Montenegro deve deve essere arrivato un paio di giorni dopo, tra il 5 e il 6. Sta di fatto che la notizia della morte si è avuta fra il 9 e il 10 agosto. “Quando si è sentito male e poi ha cessato di vivere – hanno raccontato due migranti che erano con Tapash a un giornalista bengalese, Pradip Kumar, che vive ad Atene e che ha ricostruito tutta la vicenda – i contrabbandieri lo hanno lasciato sulla collina. Due suoi amici hanno girato un video del cadavere e lo hanno inviato ai suoi parenti per informarli, prima di rimettersi in cammino”. Il filmato è arrivato anche a Infomigrants: mostra un corpo immobile acccanto a una grande roccia e Sumon Sakar, il fratello di Tapash, ne ha confermato l’identità. “Tapash – ha aggiunto Sumon – era al suo secondo tentativo di arrivare in Europa. Il primo risale al 2019: era arrivato fino in Oman, ma è stato bloccato dalla pandemia di Covid. In tutto abbiamo speso 7.500 dollari per aiutarlo”.

(Fonte: Infomigrants)   

Algeria-Spagna (Bainem-Baleari), 8 agosto 2022

Quattordici migranti subsahariani hanno perso la vita in un naufragio al largo dell’Algeria: di 6 è stato recuperato il corpo, gli altri 8 risultano dispersi. Soltanto 6 i superstiti. La barca aveva preso il mare dalla zona di Bourmedes, un tratto di costa dal quale le rotte dei migranti in fuga verso l’Europa puntano sulle Baleari. La tragedia si è verificata non molto dopo la partenza, al largo di Bainem, una città costiera di 24 mila abitanti meno di 20 chilometri a nord ovest di Algeri e circa 60 a ovest di Bourmedes. Stando al racconto dei superstiti, lo scafo si è rovesciato di colpo, probabilmente perché già instabile a causa del sovraccarico. Quando sono arrivati i primi soccorsi da parte della Guardia Costiera algerina, molti dei 20 a bordo erano già scomparsi. I sei tratti in salvo (inclusa una donna in stato di gravidanza) erano tutti feriti o comunque molto provati, tanto da dover essere ricoverati all’ospedale di Bainem. Nel corso delle ricerche successive sono stati troati i 6 corpi senza vita, poi trasferiti nell’obitorio ospedaliero di Bainem. Nessuna traccia degli altri 8 dispersi.

(Fonte: Middle East Eye, Alarm Phone, Ong Cipimd di Clemente Martin, Le Quotidien d’Oran, Heroes del Mar) 

Turchia-Grecia (isola di Karaada, Egeo), 8 agosto 2022

Tre profughi sono annegati nell’Egeo dopo essere stati respinti e abbandonati in mare dalla Guardia Costiera greca. I loro corpi sono stati recuperati dalla Guardia Costiera turca sul litorale dell’isola di Karaada, di fronte a Bodrum e a meno di 25 chilometri dall’isola greca di Kos. I tre – come hanno raccontato i compagni alle autorità turche – facevano parte di un gruppo di 11 profughi che erano riusciti ad arrivare a Chios dalla penisola anatolica. Bloccati dalla polizia poco dopo lo sbarco – hanno riferito – dopo una breve detenzione sarebbero stati riportati in mare dalle forze di sicurezza greche e alla fine costretti a scendere, senza salvagente, nelle acque del golfo di Bodrum. Alcuni di loro sono riusciti a raggiungere Karaada a nuoto e, una volta a terra, hanno dato l’allarme. Sul posto si è portata una motovedetta del distretto di Smirne, il cui equipaggio ha avvistato e tratto in salvo 8 migranti (inclusi quelli che avevano chiesto aiuto) e recuperato un cadavere sulla riva. I corpi degli altri 2 dispersi sono stati ritrovati nelle ore successive, al largo dell’isola.

(Fonte: Daily Sabah, edizione del 9 agosto)

Algeria-Spagna (Orano-Almeria), 8-9 agosto 2022

Un ragazzo siriano è morto poco prima che arrivassero i soccorsi alla barca con cui stava cercando di raggiungere la Spagna dall’Algeria insieme ad altri 11 profughi e migranti: altri 5 siriani, 5 marocchini e un algerino. Il natante – un piccolo scafo con un motore fuoribordo da 60 cavalli – era partito alcune ore prima dalla costa di Orano, puntando verso l’Andalusia. Era al largo di Almeria quando è stato avvistato e per i soccorsi è intervenuta la salvamar Spica. Non è chiaro a questo punto cosa sia accaduto. Di sicuro non c’è stato alcun  naufragio: si tratta di stabilire se il ragazzo sia caduto in mare da solo o qualcuno lo abbia spinto, dopo averlo magari colpito. Sta di fatto che quando la Spica è giunta sul posto, l’equipaggio ha potuto solo recuperarne il corpo senza vita. I superstiti sono stati sbarcati ad Almeria. Il cadavere è stato messo a disposizione della magistratura, che ha ordinato un’autopsia e aperto un’inchiesta per stabilire le evetuali, precise responsabilità per la morte del giovane.   

(Fonte: Heroes del Mar, Cipimd Clemente Martin)

Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 9 agosto 2022

Dieci vittime (8 morti e 2 dispersi) nel naufragio di una barca carica di 30 migranti sulla rotta tra la Tunisia e Lampedusa. Il natante era partito nella giornata di martedì 9 agosto dalla costa di Sfax. La tragedia è avvenuta dopo poche ore di navigazione, quando era stato ormai superato l’arcipelago delle Kekennah, al largo di Kraten, la più orientale delle isole, a circa 60-70 chilometri dalla costa continentale della Tunisia. Le autorità di Sfax e Tunisi non hanno fornito particolari e la notizia è stata pressoché ignorata da gran parte della stampa tunisina. E’ verosimile però che la causa vada ricercata nelle condizioni stesse dello scafo, aggravate dal sovraccarico. I soccorsi, arrivati da barche di pescatori e da unità della Guardia Costiera e della Protezione Civile, sono valsi a trarre in salvo 20 naufraghi. Nel corso delle ricerche seguite ai primi salvataggi sono stati recuperati i corpi senza vita di 3 bambini e di 3 donne. Nelle ore successive quelle di un altro bambino e di un uomo. Nessuna traccia degli altri 2 dispersi.

(Fonte: Tap News Agency, Alarm Phone, Infomigrants, Il Fatto Quotidiano)

Turchia-Grecia-Italia (Karpathos-Scarpanto, Egeo), 9-10 agosto 2022

Almeno 50 vittime (verosimilmente 51) nel naufragio di una barca a vela carica di migranti nell’Egeo, sulla rotta tra la Turchia e l’Italia, tra martedì 9 e mercoledì 10 agosto. Solo 29 i superstiti. A bordo c’erano non meno di 80 tra afghani, iracheni e iraniani, inclusi donne e bambini. Erano partiti da Antalya, il porto turco diventato una delle principali basi dell’immigrazione irregolare verso l’Italia attraverso l’Egeo e il Mediterraneo, passando a sud della penisola greca. La tragedia è avvenuta 33 miglia nautiche (61 chilometri) a sud est dell’isola di Karpathos (Scarpanto, una delle più periferiche del Dodecaneso), sulla via marittima tra Rodi e Creta: la barca, già instabile per il sovraccarico, forse investita da forti raffiche di vento, si è rovesciata di colpo. La richiesta di aiuto è stata intercettata dalla Guardia Costiera greca, ma quando le prime unità sono arrivate sul posto la barca era ormai affondata. Tra i relitti sono stati individuati e tratti in salvo 29 naufraghi: 2 da un elicottero e 27 dalla petroliera greca Christina, la prima nave a intervenire, nella tarda serata. Le ricerche sono proseguite durante la notte e per l’intera giornata di mercoledì 10 agosto, con due motovedette, una nave della Marina Militare, tre navi private e un elicottero, ma degli altri naufraghi non si è trovata traccia. Il bilancio dei dispersi è stato fatto sulla base delle dichiarazioni dei superstiti.

(Fonte: Associated Press, Keep Taalking Geece, Ekathimerini, Ana Mpa, Alarm Phone, Daily Sabah, Al Arabiya News, News Recorder, The Times of Israel, Sbs News, Teller Report, Infomigrants, Avvenire, Il Fatto Quotidiano)

Marocco-Spagna (Gran Canaria), 9-10 agosto 2022

Il cadavere di un giovane subsahariano è stato trovato a bordo di un cayuco, nel porto di Gran Canaria, quando si erano appena concluse le operazioni di sbarco di altri 61 migranti. Il battello, partito dalla costa del Sahara Occidentale, è stato intercettato verso le 19,50 di martedì 9 agosto dalla salvamar Macondo quando era a circa 7 miglia dal porto di Arguineguin. Scortato dalla motovedetta, è approdato sull’isola circa due ore più tardi. Tutti a bordo sembravano in buone condizioni o al massimo con sintomi non gravi di disidratazione e affaticamento. Era in corso la registrazione da parte della polizia quando, nella notte tra martedì 9 e mercoledì 10 agosto, alcuni dei migranti hanno segnalato che a bordo erano in 62 e non 61 come risultava dal conteggio appena fatto. Alcuni agenti di polizia e personale della Croce Rossa hanno allora ispezionato il cayuco, ancora ormeggiato al molo di sbarco, e in fondo allo scafo, sotto un telo, hanno scoperto il corpo senza vita del migrante che mancava. E’ stata disposta un’autopsia per stabilire le cause della morte.

(Fonte: La Provincia)

Grecia (Drama, Tracia), 11 agosto 2022

Tre migranti sono stati travolti e uccisi da un treno vicino a Drama, nella Grecia settentrionale, sulla ferrovia per Salonicco. Non è chiaro se i tre provenissero dal confine con la Bulgaria, distante circa 50 chilometri verso nord, o da quello dell’Evros con la Turchia, 200 chilometri a est. L’unica cosa certa è che stavano camminando lungo la linea per orientarsi in direzione ovest e che si trovavano o si erano addirittura addormentati accanto ai binari quando, verso le 6,20 del mattino, li ha sorpresi un convoglio passeggeri proveniente a forte velocità da Drama e diretto a Salonicco, distante 145 chilometri, travolgendoli in pieno e lasciandoli privi di vita sulla scarpata ferroviaria. Il macchinista, trattenuto in stato di fermo per tutta la durata delle indagini, ha dichiarato alla polizia di non aver avuto il tempo di reagire dopo aver visto improvvisamente i tre adagiati lungo i binari. Non sono stati trovati elementi per identificare le tre vittime.

(Fonte: Associated Press, Ekathimerini)

Turchia-Grecia (frontiera dell’Evros), 6-12 agosto 2022

Una bambina di 5 anni e altri 3 profughi siriani sono morti durante una serie di blocchi e respingimenti alla frontiera dell’Evros tra la Turchia e la Grecia. La notizia è emersa in seguito alle ripetute richieste di aiuto arrivate ad alcune Ong greche e alla piattaforma di Alarm Phone. Le quattro vittime facevano parte di un gruppo composto inizialmente da quasi una cinquantina di profughi, tutti siriani, che intorno al 20 di luglio hanno tentato di entrare in Grecia attraversando il fiume che segna la linea di confine. Quando erano ormai in territorio greco, nel tratto compreso tra il villaggio di Kissari e la piccola città di Didimoteicho (13 chilometri di distanza in direzione nord est), sono incappati in una grossa pattuglia di uomini in divisa, armati e mascherati, che li hanno costretti con estrema violenza a rientrare sulla sponda turca. Qui una quarantina di loro (32 adulti inclusa una donna malata di 70 anni, 3 donne in stato di gravidanza e 8 bambini) sono stati fermati dalle guardie di frontiera prima che potessero allontanarsi. “Ci hanno rinchiuso in baracche militari – hanno riferito ad Alarm Phone – e dopo un po’ ci hanno scacciato, costringendoci a raggiungere una piccola isola del fiume, oltre il confine greco, senza né cibo né acqua da bere. Parecchi di noi sono stati duramente picchiati sia dai greci che dai turchi”. Abbandonati a se stessi, i profughi sono rimasti intrappolati sull’isolotto, vicino a Didymoteicho, senza poter approdare né sulla riva turca né su quella greca. E’ in questo calvario che quattro di loro sono morti. Il primo, a quanto hanno riferito, in seguito ai duri maltrattamenti subiti dai miliziani mascherati: il suo corpo, rimasto sulla sponda greca, è stato ritrovato dal Servizio Medico Legale di Evros. Altri due – di 23 e 17 anni originari di Aleppo e identificati dal quotidiano Efsin – obbligati a gettarsi in acqua per raggiungere a nuoto la sponda turca, non hanno avuto la forza di attraversare il fiume e sono annegati. La bambina, Maria, infine, è morta martedì 9 agosto dopo essere stata punta da uno scorpione. Nei giorni successivi la situazione è ulteriormente peggiorata. I profughi hanno riferito, in particolare, di una bambina di 9 anni, Agia, malata e in gravi condizioni. I familiari del giovane ritrovato morto sulla sponda greca ne hanno chiesto la restituzione del corpo, per poterlo seppellire. Il patologo forense di zona dell’Evros, Pavlos Pavlidis, denuncia da tempo, inascoltato, le violenze e le morti al confine. Dopo quasi 3 settimane il blocco da parte di Grecia e Turchia non si era ancora risolto. Il Consiglio Greco per i Rifugiati, che ha seguito la vicenda fin dalle prime ore, ha annunciato l’intenzione di rivolgersi alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo.

(Fonte: Alarm Phone: rapporti 6-12 agosto, Efsin, sito web di Franziska Grillmeier gionalista, Infomigrants, Al Jazeera)

Sudan-Libia (Sabil alò Salam, Sahara), 9-12 agosto 2022

Almeno 20 sudanesi, tra cui diverse donne e bambini, hanno perso la vita dopo essere rimasti bloccati in pieno Sahara. I loro corpi sono stati trovati nell’arco di oltre tre giorni di ricerche: dapprima 15 e poi altri 5, inclusi quelli di due del gruppo che risultavano dispersi. Otto i superstiti: la ricostruzione della tragedia si basa sulla loro testimonianza. Stipati su un camion, i 28 migranti puntavano ad arrivare sulla costa mediterranea per cercare un imbarco verso l’Europa. Per attraversare il confine nel Sahara hanno seguito piste secondarie, in modo da sfuggire ai controlli di polizia. Poco dopo aver superato la frontiera non lontano dal posto di polizia di Sabil Al Salam, 450 chilometri a sud est di Kufra, l’automezzo ha avuto un guasto ed è rimasto fermo in pieno deserto, lungo un itinerario poco battuto. Finite le scorte d’acqua e di cibo, alcuni hanno cominciato a morire. Senza esito anche il tentativo di qualcuno di allontanarsi a piedi per cercare aiuto. L’allarme è scattato intorno al 9-10 agosto, dopo la scoperta casuale di alcuni corpi. La Protezione Civile e la Guardia di Frontiera libiche e la polizia sudanese del comando di Dongola (oltre 500 chilometri dal confine) hanno organizzato una operazione congiunta di ricerca nella zona, che ha portato al ritrovamento di 8 migranti ormai allo stremo ma ancora in vita, poi ricoverati a Kufra. Nei pressi del camion o a non grande distanza sono stati via via individuati i cadaveri di 20 tra uomini, donne e bambini: alcuni sotto dei roccioni, dove probabilmente avevano cercato un po’ d’ombra per ripararsi dal sole, altri più discosti. Il rapporto finale sulla tragedia è stato comunicato il 13 agosto da Ali Saeed, comandante delle forze libiche chehanno partecipato alle ricerche, sulla base anche delle informazioni ricevute dalla polizia di Dondola. Tutti i corpi, su disposizione della Procura di Kufra, sono stati sepolti nel deserto.

(Fonte: Libya Observer edizioni 9 e 13 agosto, Migrant Rescue Watch)

Marocco-Spagna (Tan Tan – Lanzarote), 11-12 agosto 2022

Una bambina di 7 anni è morta nel naufragio di uno Zodiac a sud-est delle Canarie. Un altro bambino di 6 anni è stato ricoverato in condizioni critiche per una grave crisi cardiorespiratoria. Il gommone era partito dalla costa di Tan Tan puntando verso Lanzarote. In difficoltà per il mare mosso, è stato individuato a 115 chilometri di distanza da Arrecife nella notte giovedì 11 e venerdì 12 agosto. Dalla centrale operativa delle Canarie è stata mobilitata per i soccorsi più urgenti una nave portacontainer, la Maersk Roubaix che, arrivata sul posto mezz’ora dopo la mezzanotte, ha segnalato che lo zodiac si era rovesciato e c’erano numerose persone in acqua. La bambina è scomparsa nel momento stesso del ribaltamento: la madre la teneva stretta a sé ma quando lo scafo si è rovesciato le è sfuggita dalle braccia e si è persa in mare. Un elicottero, Helimer 206, arrivato poco dopo per l’emergenza, ha recuperato i naufraghi più a rischio: il bambino, una donna incinta e altri sei adulti in forte stato di ipotermia. La notizia della scomparsa della bambina – poi confermata dalla Croce Rossa e dalla Delegazione del Governo delle Canarie – si è saputa solo a operazione conclusa, quando la guardamar Polimnia ha sbarcato i superstiti a Lanzarote. Un ritardo forse dovuto anche al fatto che per Lanzarote è stata una nottata particolarmente convulsa, con 7 operazioni di soccorso: 5 operate dalla Polimnia e due dalla salvamar Al Nair. Tutti i naufraghi recuperati da Helimer 206 sono stati ricoverati nell’ospedale di Arrecife, ma i medici hanno poi trasferito d’urgenza il bambino in un reparto specialistico di Gran Canaria.

(Fonte: El Diario, La Provincia, Canarias 7, Europa Press Canarias)

Libia-Italia (Zuwara-Lampedusa), 12 agosto 2022

Venticinque migranti, in maggioranza bengalesi, dispersi in un naufragio al largo della Libia, sulla rotta per Lampedusa. Erano su una barca con altri 11 migranti salpata da Zuwara, circa 120 chilometri a ovest di Tripoli e meno di 60 dal confine con la Tunisia. Si trovavano ancora nelle acque libiche quando si è verificata la tragedia. A quanto pare nessuno si sarebbe accorto di nulla e non ci sarebbero stati soccorsi nell’imminenza del naufragio. L’allarme è scattato solo quando sono stati avvistati 7 naufraghi che cercavano di nuotare e tenersi a galla senza salvagente. Recuperati da una unità del distaccamento della Marina, sono stati loro a segnalare che sulla barca affondata erano in 36. Ne è seguita una operazione di ricerca al largo di Zuwara che si è conclusa con il recupero di altri 4 naufraghi. Nessuna traccia dei 25 dispersi. Tutti i superstiti sono stati rinchiusi nel centro di detenzione di Al Maya.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Turchia-Grecia (frontiera dell’Evros), 12 agosto 2022

Il cadavere di un migrante è stato trovato a ridosso del confine sull’Evros con la Grecia da un reparto di soldati turchi che poco prima avevano intercettato 107 profughi costretti con la forza a tornare in Turchia da miliari greci, nella zona di Didymoteicho. E’ accaduto venerdì 12 agosto, ma la notizia è stata diffusa soltanto martedì 16 dal ministero della Difesa di Ankara. La salma è stata trasportata presso l’Istituto di Medicina Legale di Edirne, per procedere all’autopsia, mentre i migranti fermati li hanno trasferiti presso un centro ospedaliero per una serie di controlli medici. Il loro racconto è stato raccolto in una serie di registrazioni filmate. Quanto al giovane trovato ormai senza vita, hanno riferito che era morto a causa dei maltrattamenti subiti dai militari greci: “In seguito ai colpi ricevuti è caduto a terra sbattendo violentemnete la testa e non si è più ripreso”. Hanno aggiunto che, appena varcato il confine, erano stati arrestati, rapinati del denaro, dei documenti e di tutti gli oggetti di valore che avevano e rinchiusi per almeno quattro giorni in prigione, subendo continue percosse e senza ricevere né acqua né cibo, fino a quando erano stati costretti a riattraversare l’Evros per tornare in Turchia. Nella stessa prigione dove erano detenuti ci sarebbero almeno altri 100 profughi nelle stesse condizioni che hanno sperimentato sulla propria pelle.

(Fonte: Anadolu Agency, Daily Sabah)

Turchia-Grecia-Italia (isola di Kea, Cicladi), 13 agosto 2022

Il cadavere di un migrante sconosciuto è stato avvistato verso mezzogiorno, nell’Egeo, dall’equipaggio e da numerosi passeggeri del traghetto Blu Star Patmos, in navigazione dal porto del Pireo verso le Cicladi, sulla rotta  Paros-Naxos. Il corpo, apparentemente in avanzato stato di degrado, galleggiava al largo dell’isola di Kea. Il comandante della nave ha allertato la Guardia Costiera, indicando le coordinate del punto di avvistamento, in modo da favorire il recupero. Diversi passeggeri hanno filmato la scena, inviando poi il video ad alcune Ong. Le autorità greche hanno avviato una operazione di ricerca e disposto un’autopsia della salma, una volta riportata a terra, per cercare di identificarla e stabilirne la provenienza. Al di là della cautela ufficiale, non sembrano esserci dubbi che si tratti di un migrante annegato sulla rotta che dalla Turchia conduce verso l’Italia.

(Fonte: Efsyn, sito web Iasonas Apostolopulos giornalista, sito Marka 2)

Marocco-Spagna (Tan Tan – Fuertevetura), 14-15 agosto 2022

Tre migranti maghrebini sono morti su una barca in navigazione dal Marocco alle Canarie prima che arrivassero i soccorsi. Partito dalla costa di Tan Tan con a bordo 48 persone (tra cui 2 donne e un bambino), il natante è rimasto a lungo nell’Atlantico prima di arrivare in vista dell’isola di Fuerteventura. L’allarme è scattato verso le 23,30 di domenica 14 agosto, quando il servizio d’emergenza 112 ha avvertito il Salvamento Maritimo che era stata individuata una barca in difficoltà circa 7 chilometri a est del litorale di Gran Tarajal. Per intercettarla ha preso il mare la guardamar Polimnia, che la ha raggiunta circa 35 minuti dopo la mezzanotte, recuperando 45 naufraghi, inlcusi le donne e il bambino. È stato al momento del trasbordo che si è scoperto che c’erano anche tre cadaveri: tre giovani che, secondo quanto hanno riferito i compagni, erano morti diverse ore prima, probabilmente per sfinimento e disidratazione. Tutti i superstiti sono stati sbarcati a Puerto del Rosario. Per sei di loro è stato necessario il ricovero in ospedale. Cinque, in particolare, sono apparsi in condizioni molto gravi. Le tre salme sono state trasferite nell’obitorio dell’isola.

(Fonte: sito web Helena Maleno, La Provincia, Canarias 7, El Diario, Europa Press)

Libia-Italia (Zuwara-Lampedusa), 15 agosto 2022

Un morto su una barca con circa 70 migranti che ha arrancato per tre giorni dalla costa libica verso Lampedusa. Partiti verosimilmente dalla zona di Zuwara tra venerdì 12 e sabato 13 agosto, dal natante hanno lanciato il primo Sos nel pomeriggio di sabato, quando si trovavano già nella zona Sar maltese ma molto più vicino a Lampedusa che a La Valletta. Alarm Phone ha segnalato l’emergenza poco dopo le 17, indicando le coordinate (24° 27’ nord e 12° 11’ est) e segnalando che il motore era in avaria. Il messaggio successivo, la sera di sabato 13, precisava che il motore aveva ripreso a funzionare ma che uno dei migranti a bordo era morto. Neanche a questo punto sono arrivati i soccorsi: né da Malta, né da Lampedusa. L’indomani, domenica, pur navigando molto lentamente la barca è giunta a poco più di 30 chilometri da Lampedusa e in serata è stata intercettata da una motovedetta italiana, che ha recuperato i naufraghi.

(Fonte: Alarm Phone rapporti 13-15 agosto, Agrigentonotizie)

Marocco-Spagna (Tan Tan – Lanzarote), 16 agosto 2022

E’ morto il bimbo subsahariano di 6 anni recuperato in mare da un elicotrero e ricoverato in condizioni critiche la notte tra giovedì 11 e venerdì 12 agosto prima all’ospedale Molina di Lanzarote e poi in quello pediatrico di Gran Canaria. Il piccolo era, insieme alla madre, sullo Zodiac che si è rovesciato a poche miglia da Lanzarote mentre stava arrivando in soccorso la guardamar Polimnia. Nel naufragio (nota 11-12 agosto: ndr) ha perso la vita una bambina di 7 anni. Il bimbo è apparso subito tra i naufraghi più gravi, con sintomi di forte ipotermia e una lesione alla testa, dovuta probabilmente a un colpo ricevuto nel ribaltamento dello scafo. Per questo, insieme a una donna incinta, è stato il primo ad essere trasferito in elicottero all’ospedale Molina, dove è subentrata una crisi cardiorespiratoria che ha indotto i medici a trasferirlo d’urgenza in un reparto specialistico dell’ospedale pediatrico di Gran Canaria. La mattina di martedì 16, nonostante le cure, ha cessato di vivere.

(Fonte: La Provincia, Canarias 7, El Diario, Europa Press)

Marocco-Spagna (Tan Tan – Canarie), 16 agosto 2022

Diciotto migranti dispersi in un naufragio tra il Marocco e l’arcipelago delle Canarie. Sulla barca avevano preso posto 54 persone, tra cui 13 donne e un bambino molto piccolo. Partita il 12 dalla costa di Tan Tan, puntando presumibilmete su Fuerteventura o Lanzarote, se ne sono perse le tracce dopo poche ore. L’allarme è stato dato da alcuni familiari dei migranti a bordo tra il 14 e il 15 agosto. La piattaforma di Alarm Phone ha rilanciato la richiesta di aiuto nel pomeriggio del 15 agosto, informando sia il Salvamento Maritimo Spagnolo che le autorità marocchine. Ancora nessuna notizia fino alla tarda mattinata di martedì 16 agosto, quando Helena Maleno, portavoce della Ong Caminando Fronteras, ha comunicato il naufragio, specificando che la Marina marocchina aveva recuperato al largo di Tarfaya (circa 210 chilometri a est di Tan Tan) 36 superstiti (tra cui 6 donne), mentre non era stato ritrovato alcun corpo e gli altri 18 migranti risultavano dispersi. I naufraghi tratti in salvo sono stati sbarcati a Laayoune. “Abbiamo comunicato la posizione esatta della barca prima delle 18 di lunedì 15 agosto: era vicinissima a Tarfaya. Ancora una volta i ritardi nelle operazioni di soccorso hanno provocato la perdita di vite umane”, ha denunciato Caminando Fronteras.

(Fonte: Helena Maleno Ong Caminando Fronteras, Alarm Phone, El Diario)

Marocco-Spagna (Nador-Andalusia), 17 agosto 2022

Si è persa ogni traccia di quattro giovani marocchini partiti dalla costa di Nador su una moto d’acqua per cercare di raggiungere l’Andalusia: Yassine Ziani, Abdelilah Dahmani, Youssef Salhi e Hichman Raisi. Secondo quanto hanno riferito i familiari, residenti tra Nador e il distretto di Silwan, hanno preso il largo domenica 7 agosto, tutti sulla stessa moto d’acqua di grossa cilindrata, di colore nero, dalla spiaggia di Arkman, circa 20 chilometri a est di Nador, puntando presumibilmente verso Almeria o Granada. Da quel momento non si è saputo più nulla. Un primo allarme è stato lanciato dalle famiglie di Yassine e Abdelilah le quali, cinque giorni dopo la partenza, il 12 agosto, si sono rivolte all’Associatioon Marocaine des Droits Humains di Nador per un appello di ricerca, diffondendo anche delle foto degli scomparsi per facilitare eventuali indagini. L’indomani la notizia è stata ripresa dal quotidiano online Nadorcity. Sono state così allertate sia le autorità marocchine che spagnole, ma i quattro giovani non risultano né arrivati in Spagna né rientrati in Marocco. Senza esito anche le ricerche condotte tra il 13 e il 17 agosto lungo tutta la costa che va dall’enclave spagnola di Melilla a quella di Ceuta. I quattro amici risultano così ufficialmente dispersi.

(Fonte: El Faro de Ceuta, sito web Association Marocaine, Nadorcity.com)

Marocco e Algeria – Spagna (Andalusia), 17 agosto 2022

I corpi senza vita di due migranti, un uomo e una donna, sono stati recuperati in tempi e località diverse sulla costa dell’Andalusia. Si tratta di episodi distinti anche per le circostanze della morte e la provenienza delle vittime. L’uomo, verosimilmente un marocchino, è stato trovato nella zona di Cadice: c’è da credere che sia annegato nel tentativo di attraversare lo Stretto di Gibilterra per raggiungere la Spagna. Stando agli esami medici, alto 177 centimetri, doveva avere tra i 30 e i 40 anni ed è rimasto in acqua al massimo dai primi giorni di agosto. La Ong Cipimd che si occupa dell’identificazione dei migranti scomparsi, ha diffuso una serie di elementi che potrebbero contribuire alle indagini: indossava una tuta di neoprene di colore azzurro e pinne bianche, portava al polso un orologio anfibio e aveva due tatuaggi (uno sulla spalla e l’altro sull’avambraccio). Il corpo della donna, trovato molto più a est, nella zona di Almeria, è sicuramente rimasto in acqua per molti mesi. Si ritiene che la vittima fosse algerina in base a una serie di elementi resi noti sempre dalla Ong Cipimd: un farmaco particolare di cui è stata recuperata la scatola, 2 anelli, una collana, un tubetto di rossetto e gli abiti che indossava: giacca, jeans neri, una t-shirt di cotone a righe.

(Fonte: sito Ong Cipimd di Clemente Martin)

Marocco-Spagna (rotta delle Canarie), 19-20 agosto 2022

Si è persa ogni traccia di una barca con 61 migranti salpata tra il 23 e il 24 luglio dalla costa atlantica del Marocco sulla rotta per le Canarie. L’allarme è stato dato il 30 luglio da alcuni familiari delle persone a bordo che si sono rivolti a Helena Maleno, della Ong Caminando Fronteras, specificando che dopo una settimana non avevano ricevuto alcuna notizia. L’emergenza è stata segnalata dalla Ong sia alle autorità marocchine che a quelle spagnole. Nulla è emerso anche dalle ricerche successive: quella barca non risulta né arrivata alle Canarie né rientrata da qualche parte sulla cosa africana e, per quanto se ne sa, nessuna delle persone a bordo si è messo in contatto con familiari e amici. Dopo quattro settimane di silenzio totale, tutto lascia credere che si tratti di un ennesimo naufragio fantasma nell’Atlantico: un caso analogo a quello di altre 18 barche che, secondo i dati di Caminando Fronteras, sono scomparse sulla rotta delle Canarie nei primi sei mesi del 2022 con tutte le persone a bordo, senza alcun superstite che potesse raccontare quanto è accaduto. Sempre secondo il censimento di Caminando Fronteras, inclusi i naufragi fantasma, tra gennaio e giugno 2022 sono morti sulla rotta delle Canarie almeno 800 migranti. E la stessa Ong segnala, senza però fornire particolari, che nel mese di luglio sono scomparsi numerosi altri migranti partiti per le Canarie dalle coste del Senegal.

(Fonte: sito web Helena Maleno, Ong Caminando Fronteras)

Marocco-Spagna (Beni Ensar – Melilla), 21 agosto 2022

Il corpo di un migrante sconosciuto è stato avvistato tra gli scogli della barriera frangiflutti del porto commerciale di Melilla. A dare l’allarme è stato un pescatore che si trovava sull’antemurale. Il recupero da parte di una squadra sommozzatori del Geas della Guardia Civil si è rivelato particolarmente difficile a causa delle condozioni del mare e perché la furia delle onde aveva incastrato il cadavere tra le rocce e impediva l’accesso alla scogliera sia dal mare che da terra. Si ritiene che si tratti di un giovane harraga annegato nel tentativo di attraversare il confine a nuoto dal vicino porto marocchino di Beni Ansar.

(Fonte: El Faro de Melilla, Melilla Hoy, Association Marocaine Droits Humains)

Marocco-Spagna (Melilla), 21 agosto 2021

Su segnalazione di alcuni privati, agenti della Polizia Nazionale hanno trovato e recuperato il cadavere di un giovane in un terreno recintato dietro la vecchia caserma Valenzuela, base della Legione, alla periferia meridionale di Melilla. La zona è a qualche centinaio di metri dal vallo che segna la linea di frorntiera tra la Spagna e il Marocco. La morte, secondo gli esami medici, risale ad almeno venti giorni prima del ritrovamento della salma. Per stabilirne le cause è stata aperta un’inchiesta e disposta l’autopsia. L’ipotesi più accreditata è che si tratti di uno dei giovani che ogni giorno si raggruppano vicino al porto marocchino di Beni Ansar in attesa di trovare il modo di attraversare il confine con la Spagna o a nuoto o saltando le recinzioni del vallo.

(Fonte: El Faro de Melilla, MelillaHoy, Association Marocaine Droits Humains)

Marocco-Spagna (Tan Tan – Canarie), 21-22 agosto 2022

Risulta dispersa nell’Atlantico una barca con almeno 62 migranti salpata dal Marocco sulla rotta per le Canarie. L’ultimo contatto risale a mercoledì 10 agosto, la data della partenza dalla zona di Tan Tan, circa 200 chilometri a est di Tarfaya, che è il porto marocchino più vicino a Fuerteventura e Lanzarote, le due isole su cui probabilmente puntavano i 62 migranti. Da allora, più nulla. L’allarme è stato lanciato alcuni giorni dopo la partenza da vari familiari delle persone a bordo, che si sono rivolti alla piattaforma di soccorso Alarm Phone. La Ong ha comunicato l’emergenza sia alle autorità marocchine che al Salvamento Maritimo delle Canarie, ma le ricerche non hanno dato alcun esito. Di sicuro la barca non risulta arrivata alle Canarie né rientrata in Marocco. E d’altra parte, mentre i servizi di soccorso spagnoli hanno ribadito di non averne trovato traccia lungo la rotta presumibile, parenti e amici hanno confermato che, dopo quasi due settimane, nessuna delle persone salpate da Tan Tan si è messa in contatto o ha fornito notizie.

(Fonte: Alarm Phone)

Libia (Ajdabiya), 17 agosto 2022

Il cadavere di un migrante sconosciuto è stato trovato dalla polizia in una base di trafficanti ad Aidabiya, in Cirenaica, 160 chilometri circa a sud di Bengasi e 850 a est di Tripoli. La scoperta è stata fatta nel corso di una irruzione seguita a una serie di indagini su un gruppo di sudanesi sospettati di gestire un giro di traffico di migranti verso i punti di imbarco della Libia occidentale. Il cadavere era in uno dei garage dove i migranti venivano custoditi prima della partenza. Negli stessi locali sono stati trovati 3 giovani somali e 2 ragazze eritree in attesa del trasferimento. La morte del giovane deve risalire a poco tempo prima del raid, tanto che i trafficanti non avevano ancora avuto modo di sbarazzarsi del corpo. Non è da escludere che possano esserci state altre vittime. La magistratura ha disposto un’inchiesta per risalire alle cause della morte. L’irruzione si è conclusa con l’arresto di 5 sudanesi e di un libico che, a quanto pare, faceva da intermediario tra la banda e i contrabbandieri che organizzano le traversate del Mediterraneo. Tutta l’operazione è stata condotta il 17 agosto ma le autorità libiche ne hanno dato notizia solo lunedì 22.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Libia-Tunisia-Italia (tra Ras Jedir e Ben Guardane), 21-22 agosto 2022

I cadaveri di tre migranti subsahariani sono stati recuperati dalla Protezione Civile tunisina sul litorale tra il villaggio di confine libico di Ras Jedir e la città di Ben Guardane, nel governatorato di Medenine, distante una trentina di chilometri dalla linea di frontiera. Non sono stati trovati elementi utili per poterli identificare e se ne ignora la provenienza. E’ verosimile tuttavia che si tratti di migranti probabilmente partiti dalla Libia verso l’Italia e morti in un naufragio di cui non si è mai avuta notizia. In questo caso è ipotizzabile che ci siano numerosi dispersi. Dopo un primo esame medico-legale, i corpi sono stati sepolti lunedì 22 nel cimitero vicino al porto di El Ketf, in Tunisia.

(Fonte: Tap News Agency)

Italia (Agnadello, Cremona), 24 agosto 2022

Il corpo senza vita di un migrante è stato trovato ad Agnadello, in provincia di Cremona, nel rimorchio di un Tir carico di datteri proveniente dalla Turchia e destinato alla Shi Logistic, un’impresa del posto. A scoprirlo sono stati lo stesso autista, un turco dipendente dell’azienda italiana, e gli operai che stavano scaricando la merce. A giudicare dallo stato di conservazione del cadavere, la morte risale a diversi giorni prima del ritrovamento. La vittima non aveva documenti, ma secondo l’esame medico era molto giovane e probabilmente di nazionalità siriana, come si evince dalle etichette degli abiti. Secondo i carabinieri è molto probabile che il ragazzo sia salito di nascosto sul rimorchio, poi caricato su una nave che è arrivata a Trieste dove l’autista della Shi Logisticè andato a ritirarlo per portarlo ad Agnadello. Rimasto chiuso per giorni all’interno del rimorchio, il giovane sarebbe morto durante il lungo viaggio per il caldo, la mancanza d’aria, d’acqua e di cibo.

(Fonte: Ansa, Tgr Lombardia, Cremona Oggi, Infomigrants, Are You Syrious)

Marocco-Spagna (Ceuta), 26 agosto 2022

Almeno 4 giovani marocchini si sono persi in mare tra il 21 e il 24 agosto quando più di 100 migranti hanno tentato di raggiungere Ceuta superando a nuoto la linea di frontiera con il Marocco. Il primo è Abdul Basit Pushkarn, 21 anni, studente. La sua famiglia ne ha denunciato la scomparsa venerdì 26 alla redazione del Faro de Ceuta, precisando che, uscito di casa prima delle 6 del mattino, si sarebbe avventurato in mare nelle prime ore di domenica 21, probabilmente insieme ad altri giovani. Secondo una telefonata ricevuta nel pomeriggio, avrebbe raggiunto Ceuta, ma da quel momento se ne sono perse le tracce e non si ha la certezza che sia davvero arrivato nell’enclave spagnola. Il secondo è Adam Al Zarqi, studente, appena tredicenne, di Tetuan, pochi chilometri a sud est di Castillejos e Ceuta. Le sue tracce si perdono la notte di martedì 23 agosto. A segnalarne la scomparsa al Faro de Ceuta è stato Mahmud, il fratello maggiore, il quale, ultimo ad avere contatti con lui, ha precisato che ha tentato la traversata partendo da una spiaggia di Castillejos. “Adam – ha riferito il fratello – aveva manifestato più volte il desiderio di lasciare il Marocco, ma la sua decisione di fuggire in questo modo ha coltodi sorpresa tutti in famiglia, in particolare nostra madre, Nadia”. Altri due giovani, infine, come riferisce El Faro il 26 agosto, risultano dispersi da mercoledì 24. Anche loro hanno tentato la traversata da Castillejos, la stessa mattina scelta da numerosi altri migranti. A Ceuta non risultano mai arrivati e i familiari non ne hanno avuto più notizie.

(Fonte: El Faro de Ceuta)

Libia-Malta-Italia (Talmitha), 27-28 agosto 2022

Ventuno vittime (2 cadaveri recuperati e 19 migranrti dispersi) in un naufragio al largo delle coste di Talmitha, in Cirenaica, poco più di 100 chilometri a nord est di Bengasi e oltre 1.100 a est di Tripoli. Sei i superstiti, tutti egiziani, come anche le 21 vittime. L’allarme è scattato quando alcuni pescatori hanno segnalato la presenza in mare di un naufrago, poi recuperato da una unità della Marina di base a Talmitha. Ai soccorritori il giovane ha subito riferito del naufragio della barca con cui stava tentando la traversata verso l’Europa insieme a numerosi compagni. Nel corso delle ricerche successive sono stati recuperati altri 5 naufraghi ancora in vita, i quali hanno confermato che la loro barca era affondata durante la notte, dopo essersi rovesciata, e che a bordo erano saliti in 27, sicché mancavano 21 persone. I corpi di due dei dispersi sono stati trovati poche ore più tardi. Nessuna traccia degli altri 19.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Marocco-Spagna (Daila, Tangeri), 28 agosto 2022

Non si hanno più notizie di Mohamed Elatyoy, un marochcino di 25 anni, che ha tentato di raggiungere la Spagna. Lo ha comunicato a 22 giorni dalla scomparsa la sua famiglia, rivolgendosi alla redazione del Faro de Ceuta per un appello di ricerca. Uno dei familiari ha specificato che le sue tracce si perdono a Dalia, un villaggio di pescatori della provincia di Tangeri, distante appena 20 chilometri da Ceuta. Sembra che a Dalia sia arrivato con alcuni amici, tutti intenzionati a lasciare il Marocco. Non si sa, però, se abbiano tentato di entrare a Ceuta dalla frontiera del Tarajal o di attraversare lo stretto di Gibilterra per arrivare direttamente sulla Penisola Iberica. Sta di fatto che è scomparso dall’inizio di agosto: nessun contatto con la moglie né con altri familiari. Nulla anche da parte degli eventuali compagni.

(Fonte: El Faro de Ceuta)

Marocco-Spagna (Algeciras), 28 agosto 2022

Una donna marocchina di 25 anni è morta soffocata nel bagagliaio dell’auto del fratello in cui si era nascosta per entrare in Spagna. Il cadavere è stato scoperto nel porto di Algeciras dalla polizia di frontiera spagnola durante i controlli di routine sulle vetture in arrivo sui ferry provenienti dal Marocco. Stando agli esami medici la morte è stata provocata dalla mancanza d’aria e dal caldo. Come è emerso dalle indagini, la donna si era accordata col fratello, che rientrava in Spagna dal Marocco, per eludere la vigilanza e stabillirsi a sua volta in Spagna, ma il viaggio è durato più del previsto e la lunga permanenza nel piccolo spazio del bagagliaio le è stata fatale. Il cadavere, su richiesta della famiglia, è stato inviato per la sepoltura a Tinghir, la città di residenza, situata oltre 700 chilometri a sud di Tangeri. Il fratello è stato incriminato per omicidio colposo.

(Fonte: Nadorcity.com)

Algeria-Spagna (Tipasa e La Guelta-Chleft), 31 agosto 2022

Ventinove migranti morti sulla rotta tra l’Algeria e la Spagna. Erano su due barche disperse in mare e rimaste alla deriva per giorni: la prima partita da Tipasa, 80 chilometri a ovest di Algeri, tra il 14 e il 15 agosto; l’altra da La Guelta, circa 200 chilometri a est di Orano, domenica 21 agosto. Le due vicende si sono sovrapposte nella fase delle ricerche e del recupero dei cadaveri di alcune delle vittime.

Da Tipasa. Su questa barca – uno scafo in fibra di colore blu e bianco con un motore Yamaha da 40 cavalli – c’erano 15 algerini, tutti uomini. L’allarme per la scomparsa è stato lanciato martedì, due giorni dopo la partenza, da alcuni familiari che, preoccupati per la mancanza di notizie, si sono rivolti alla Ong spagnola Cipimmd (Centro identificazione migranti morti e dispersi: ndr), la quale a sua volta ha allertato sia le autorità marocchine che spagnole. Sabato 20 agosto, su richiesta della Marina algerina, un aereo del Salvamento Maritimo di Valencia ha condotto una serie voli di ricognizione che avrebbero portato alla scoperta resti o relitti imprecisati al largo delle coste di Murcia e Alicante. Secondo notizie non confermate sarebbe stato avvistato anche un cadavere. Poi più nulla fino a sabato 27 agosto quando nel pomeriggio, mentre erano scattate anche le ricerche per la barca partita da La Guelta, a circa 30 miglia nautiche da Cabo de la Nao (Alicante) un veliero ha incrociato casualmente la barca partita da Tipasa oltre 13 giorni prima, priva del motore e ormai ingovernabile: a bordo c’era solo un ragazzo allo stremo delle forze.

Da La Guelta. Anche in questo caso si tratta di uno scafo in fibra di colore blu e bianco ma con un motore da 30 cavalli. A bordo c’erano 15 algerini: 6 uomini, 2 donne e 7 minori, tra cui un bambino.  Quasi tutti venivano da Chlef, una città dell’interno a meno di 100 chilometri da La Guleta e oltre 200 da Orano. Le prime segnalazioni della scomparsa sono arrivate alla Ong Cipimmd giovedì 25 agosto, sempre da parte di familiari delle persone a bordo.

Le ricerche. La scoperta della barca al largo di Cabo de la Nao ha rilanciato le operazioni di ricerca da parte del Salvamento Maritimo e della Guardia Civil lungo la costa di Alicante e Murcia. Tra domenica 28 e martedì 30 agosto sono stati recuperati 8 cadaveri: 5 nella zona di Torrevieja (Alicante) e 3 sul litorale di La Manga (Murcia). I primi 3 (un uomo, una donna e un bambino) sono stati trovati domenica di fronte alla località di Pilar de la Horadada e sempre domenica, in serata, 2 (un uomo e una donna) a San Javier (Murcia). Lunedì 29, uno a La Manga intorno alle 12 e un altro sempre a Torrevieja alle 14,30. Martedì 30, infine, ancora uno sulla spiaggia di Torre de la Horadada, nel municipio di Pilar (Alicante). I corpi sono dispersi su un così lungo tratto di costa, secondo il Salvmento Maritimosi, a causa delle forti correnti di questo braccio di mare alle soglie dello Stretto di Gibilterra. A precisare meglio la drammatica situazione sono state le dichiarazioni dell’unico superstite, un algerino di 21 anni, Asraf Rabet, il quale, appena è stato in grado di parlare, ha specificato che era partito da Tipasa insieme a 15 compagni e che la tragedia sarebbe stata provocata da un colpo di mare improvviso, che ha scaraventato fuoribordo alcuni dei migranti e strappato il motore. Da quel momento è iniziata un’agonia di quasi due settimane da cui è uscito vivo solo lui: i compagni che non si erano persi in mare sono morti tutti di sete e d’inedia.

(Fonte: Ong Cipimmd Clemente Martin, Europa Press, Helena Maleno Caminando Fronteras, Infomigrants)     

Algeria-Italia (Sardegna: Chia e Isola Rossa), 31 agosto 2022

Almeno 5 migranti morti in un naufragio nelle acque della Sardegna. Nessuno si è accorto di nulla fino a quando, nella mattinata di lunedì 29 agosto, i corpi di due delle vittime sono sati avvistati al largo delle coste di Chia, nel comune di Domus de Maria, area di Capo Spartivento, da alcune barche da diporto. Ricevuta la segnalazione, sul posto è arrivata una unità della Guardia Costiera, che ha recuperato i cadaveri mentre altre motovedette hanno perlustrato fino a sera tutta quella zona di mare alla ricerca di altre salme e di eventuali relitti. Le ricerche sono proseguite senza esito per tutta la giornata di martedì 30 fino a quando, verso l’alba del 31, sono emersi altri tre cadaveri al largo dell’Isola Rossa, a Capo Teulada. Anche in questo caso il ritrovamento è stato effettuato da imbarcazioni private, che hanno poi avvertito per il recupero le motovedette della Guardia Costiera, già presenti nella zona per le ricerche. Tutte le salme sono state trasferite nel cimitero di San Michele a Cagliari. E’ verosimile che ci siano anche dei dispersi. L’ipotesi più accreditata è che si tratti di migranti algerini che hanno tentato di raggiungere la Sardegna, dove dal mese di luglio si sono intensificati gli arrivi di piccole barche di migranti dall’Algeria. Doveva essere un barchino anche quello delle cinque vittime, ma resta da vedere se a bordo ci fossero anche altre persone.

(Fonte: Infomigrants, L’Unione Sarda)

Ungheria (Kapuvar), 1-2 settembre 2022

Tre migranti uccisi e 8 feriti, in Ungheria, nell’incidente in cui è rimasta coinvolta l’auto che li trasportava verso il confine con l’Austria. Morto anche il passeur che era alla guida. Sulla vettura, una comune berlina con targa bulgara, erano ammassati in 12 inculso il conducente. Provenienti dalla Siria e dalla Tunisia, gli 11 migranti stavano percorrendo la rotta nord della via Balcanica, quella che passa da Bulgaria, Romania e Ungheria. L’incidente si è verificato all’altezza di Kapuvar, una piccolo città ungherese situata a meno di 20 chilometri dal confine austriaco. A causarlo sono stati probabilmente la velocità e proprio il sovraccarico della macchina. Sta di fatto che il conducente ha perso il controllo della guida in un’ampia curva e l’auto è precipitata nel fiume Repce, dopo aver abbattuto la spallettta del ponte che doveva attraversare. La polizia ha riferito che l’auto, recuperata dal fiume intorno a mezzogiorno, era in cattive condizioni anche per essere stata danneggiata in un incidente precedente.

(Fonte: Infomigrants)    

Turchia-Grecia (Samos), 4 settembre 2022

Il cadavere di un uomo sui trent’anni, 1,75 di statura, è sato recuperato dalla Guardia Costiera greca al largo di una insenatura sul versante occidentale dell’isola di Samo. Non sono stati trovati elementi per poterlo identificare ma si ritiene che si tratti di un migrante annegato nel tentatovo di arrivare sull’isola dalla vicina costa della Turchia. Non sono noti però i tempi e le circostanze precise della morte. La magistratura ha aperto un’inchiesta e disposto un’autopsia.

(Fonte: Ekathimerini, Greek City Times)

Tunisia-Italia (Gabes-Lampedusa), 4 settembre 2022

Tre migranti sono morti in un naufragio nel golfo di Gabes, circa 160 chilometri a sud di Sfax, in Tunisia. Erano insieme a 15 compagni su una piccola barca salpata dal litorale del golfo, a non grande distanza dal confine con la Libia, sulla rotta per Lampedusa. Le autorità tunisine non hanno fornito particolari sui tempi e le circostanze della tragedia, ma è verosimile che la causa vada ricercata nel sovraccarico e nelle condizioni del mare. I soccorsi sono arrivati da una motovedetta della Guardia Costiera che, avvertita a quanto pare da alcuni pescatori, è riuscita a recuperare 15 naufraghi ancora in vita, sbarcandoli a Gabes. I tre corpi delle vittime sono stati trovati martedì 6 settembre, dopo due giorni di ricerche coordinate dalla Guardia Nazionale.

(Fonte: Tap News Agency)

Marocco-Spagna (Tan-Tan – Lanzarote), 4-5 settembre 2022

Un migrante è morto su uno zodiac durante la traversata dal Marocco alle Canarie. Il gommone era partito sabato 3 dalla costa di Tan Tant. A bordo erano in 56: 32 uomini, 3 minori e 21 donne, tra cui una in stato di gravidanza molto avanzato. Durante la navigazione da bordo hanno chiesto aiuto tramite la Ong Caminando Fronteras perché la donna incinta era stata presa da forti doglie. Intorno alle 23 di domenica 4 si è mossa in soccorso, da Furteventura, la guardamar Polimnia, del Salvamento Maritimo, che ha raggiunto lo zodiac 45 chilometri a est di Arrecife e preso a bordo i naufraghi per sbarcarli a Puerto del Rosario (Lanzarote). Durante il trasbordo si è scoperto che uno dei migranti, un uomo adulto, era morto. La donna gravida è stata trasferita d’urgenza all’ospedale, insieme ad un’altra donna in preda a una grave crisi ipoglicemica. La salma, dopo un primo esame medico, è stata portata all’obitorio dell’istituto di medicina legale.

(Fonte: El Diario, Helena Maleno Caminando Fronteras)

Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 5 settembre 2022

E’ scomparso in mare un profugo siriano, Lauay Asi, 28 anni, che ha tentato di raggiungere Ceuta e nuoto da una spiaggia di Castillejos. L’allarme è stato dato da un amico, che si è rivolto alla redazione del Faro de Ceuta, lanciando un appello di ricerca e ricostruendone la storia. Lauay era arrivato in Marocco da circa cinque mesi, insieme ad altri siriani, tutti con l’intenzione di entrare da Ceuta in Spagna, dove chiedere asilo. Le difficoltà incontrate per passare insieme la frontiera hanno indotto il gruppo a dividersi, in modo che ciascuno potesse tentare una propria via. Lauay e uno degli amici hanno deciso di provare a nuoto. Si sa per certo che hanno preso il mare il 25 agosto. Erano già al largo quando l’amico ha desistito ed è tornato indietro. Lauay ha deciso di continuare da solo. Da quel momento nessuno lo ha più visto. Gli amici hanno aspettato invano sue notizie per giorni, fino a quando, lunedì 5 settembre, uno di loro ha deciso di rivolgersi al Faro de Ceuta. Di sicuro nell’enclave spagnola non risulta mai arrivato né è rientrato in Marocco. Ora il suo nome figura nella lista dei dispersi.

(Fonte: El Faro de Ceuta).

Marocco-Spagna (Tan Tan – Canarie), 6 settembre 2022

Due migranti morti nel naufragio di uno zodiac sulla rotta tra il Marocco e le Canarie. A bordo del gommone, partito la notte tra il 3 e il 4 settembre dalla costa di Tan Tan puntando su Lanzarote o Fuerteventura, c’erano 54 persone. Dopo poche ore di navigazione, ancora nelle acque territoriali marocchine, una delle camere stagne ha cominciato a perdere aria e ad afflosciarsi tanto che lo scafo minacciava di affondare in breve tempo. La richiesta di aiuto è stata raccolta dalla piattaforma Alarm Phone, che ha avvertito le autorità marocchine dell’emergenza, sollecitando un immediato intervento di soccorso. La situazione è andata via via peggiorando, tanto che nella serata del giorno 4 da bordo hanno avvertito che tre del gruppo erano finiti in acqua. Dopo questo messaggio c’è stato un black out di oltre 24 ore: nessun contatto con lo zodiac e nessuna comunicazione da parte delle autorità marocchine. Finalmente la mattina di martedì 6 la centrale operativa di Rabat ha comuniacto che il battello, ormai semi inabissato, era stato raggiunto, confermando però che 2 dei naufraghi si erano persi in mare.

(Fonte: Alarm Phone)

Libano-Malta-Italia (Malta – La Valletta), 6 settembre 2022

Una bambina di 4 anni è morta poco dopo essere stata prelevata con un elicottero dalla nave che aveva soccorso la barca su cui, insieme alla madre e ad un’altra sessantina di profughi, stava cercando di raggiungere Malta o l’Italia dal Libano. La barca – un piccolo scafo da pesca in legno adatto al massimo per una decina di persone – era partita intorno al 26 agosto. A bordo c’erano più di 60 profughi, in maggioranza siriani e libanesi, tra cui 10 donne e 23 bambini. La rotta si è rivelata più lunga e difficile del previsto. Dopo circa una settimana sono finite le scorte d’ acqua e di cibo. L’allarme è stato dato domenica 4 settembre, quando il natante aveva ormai superato l’isola di Creta ed era arrivato nella zona Sar di Malta. La richiesta di aiuto è stata captata dalla piattaforma di Alarm Phone, che ha allertato le centrali di soccorso sia di La Valletta che del Pireo, in Grecia. La situazione descritta nel dispaccio era drammatica: lo scafo stava imbarcando acqua, minacciando di affondare o capovolgersi. Molti a bordo erano allo stremo, in particolare i bambini, alcuni dei quali avevano perso conoscenza. I soccorsi, tuttavia, non sono partiti: né domenica 4, né nei giorni successivi. Diverse navi sono passate a breve distanza dalla barca ma nessuna è intervenuta. La prima è stata, domenica 4, la Sti Solange, che ha monitorato per un po’ la situazione e poi si è allontanata. Lunedì 5, la Mv Uno con bandiera maltese, che si è avvicinata per poi riprendere la rotta senza intervenire. Numerose altre navi, in rotta a breve distanza, non risulta che siano state neanche avvertite da Mrcc Malta. Nella serata di lunedì 5, sia Alarm Phone che alcuni parenti delle persone a bordo hanno perso ogni contatto con la barca. Il black out si è protratto per tutta la giornata di martedì 6. Le comunicazioni sono riprese dopo oltre 24 ore: la mattina di mercoledì 7 si è saputo che finalmete era partita una operazione di soccorso. A raggiungere la barca, nella zona Sar maltese e su indicazione della centrale Mrcc di La Valletta, è stato il cargo Bbc Pearl, bandiera di Antigua Barbuda, che ha preso a bordo i naufraghi, segnalando che era urgente il trasporto in ospedale di almeno due persone, tra cui una bambina di 4 anni, trovate prive di sensi. La nave, in quel momento, era circa 50 miglia nautiche a sud della costa cretese di Paleochora. Viste le distanze, Malta ha chiesto l’intervento delle autorità greche, che hanno inviato un elicottero. Nel fattempo una delle persone in stato di incoscienza si era ripresa, sicché sono state prelevate solo la bambina e sua madre, per trasferirle all’ospedale di Chania, a Creta. Durante il volo, tuttavia, la piccola è morta: i medici hanno potuto solo constatarne il decesso, per disidratazione e per fame. Gli altri naufraghi (61 in tutto: 38 siriani, 21 libanesi e 2 palestinesi) sono stati condotti a Chania, dove si è svolta una manifestazione di protesta per i ritardi nei soccorsi promossa da gruppi umanitari e di solidarietà.

(Fonte: Alarm Phone, Efsin, Associated Press, Infomigrants, Al Jazeera, Ekathimerini)

Marocco-Spagna (Malaga), 7 settembre 2022

Il Centro per l’identificazione dei migranti morti o dispersi (Cipimmd) ha lanciato un appello per cercare di dare un nome ai corpi di due migranti recuperati sulla costa spagnola a sud di Malaga in circostanze  e luoghi diversi. Il ritrovamento di entrambe le salme risale al 20 agosto ma inizialmente non si è specificato che poteva trattarsi dei resti di due migranti. Dopo quasi tre settimane di indagini, il Cipimmd è giunto invece alla conclusione che le vittime sarebbero due giovani marocchini ed ha diffuso una serie di elementi per poterli identificare. Il primo aveva un cronometro subacqueo, pinne da immersione bianche ai piedi e indossava una muta da sub di colore nero, blu e rosso sopra una maglietta Adidas. Il secondo si serviva di un pneumatico per auto come galleggiante, aveva pinne nere da immersione e indossava un paio di pantaloncini sportivi con biancheria di colore grigio. I due sarebbero morti tentando di attraversare lo Stretto di Gibilterra a nuoto. Le correnti avrebbero poi trascinato i cadaveri verso nord-est.

(Fonte: Cipimmd Clemente Martin)    

Tunisia-Italia Sfax-Lampedusa), 6-8 settembre 2022

Ventitre vittime (11 corpi ritrovati e 12 dispersi) tra i migranti di una barca naufragata al largo della Tunisia. A bordo erano almeno in 37, tutti tunisini. Partiti tra martedì 6 e mercoledì 7 dal litorale della provincia orientale di El Awhabed, nei pressi di Sfax, puntavano su Lampedusa. La tragedia è avvenuta dopo poche ore di navigazione, al largo dei 35 chilometri di costa tra Chebba e Mahdia, in acque di competenza della Tunisia. Le autorità tunisine non hanno fornito notizie dettagliate, ma è probabile che una delle cause della tragedia deve essere stato il sovraccarico. I soccorsi sono arrivati dalla Guardia Costiera di Mahdia. Le motovedette hanno tratto in salvo 14 naufraghi ancora in vita,  recuperando 6 cadaveri e successivamente, fino alla serata di sabato 10 settembre, altri 5, per un totale di 11. i dispersi risultano così 12. Di loro non è stata torvata traccia neanche nelle ricerche condotte domenica 11 settembre.

(Fonte: Reuters, Al Arabiya, Barron’s News Letter, Today, Sabc News, Tap News Agency, La Presse)

Turchia-Grecia (frontiera dell’Evros), 8 settembre 2022

Un giovane profugo turco, Yunus Emre Ayyildiz, 28 anni, ingegnere elettronico, è scomparso nell’Evros mentre tentava di raggiungere la sponda greca su una piccola barca per chiedere asilo. Originario di Trebisonda, aveva alle spalle una lunga storia di persecuzione da parte del regime, iniziata dopo l’arresto subito insieme ad alcuni suoi professori mentre frequentava l’università subito dopo il fallito colpo di stato del 2016 e da allora mai interrotta, al punto di impedirgli di svolgere la sua professione di ingegner dopo la laurea e da costringerlo a lavorare come operaio nel laboratorio di pelletteria del padre. Proprio questa situazione lo ha convinto a fuggire insieme al fratello minore, Himmet, a sua volta studente di ingegneria e perseguitato con lunghi periodi di detenzione. I due giovani erano con un piccolo gruppo di profughi che hanno raggiunto l’Evros. Per attraversarlo si sono affidati ad alcuni trafficanti che hanno messo a disposizione delle piccole barche in grado di trasportare non più di 4 persone, incluso il trafficante incaricato delle manovre. Yunus è stato fatto salire sulla prima, a prua. La barca – ha raccontato il fratello Himmet che era sul secondo scafo, molto più indietro – si è rovesciata di colpo, scaraventando tutti in acqua. “Si sono udite le grida di Yunus che invocava aiuto perché non sapeva nuotare. Da allora non lo ho più visto”, ha riferito sempre Himmet. I trafficanti hanno assicuratodi averlo recuperato e condotto sulla sponda greca ma hanno mentito: quando Himmet ha potuto a sua volta attraversare il fiume, sull’altra riva non ha trovato traccia del fratello, nonostate lo abbia cercato a lungo. Muto anche il cellulare che Yunus aveva con sé. Nei giorni successivi sono stati lanciati numerosi appelli di ricerca da parte di amici, attivisti e Ong ma senza alcun esito.

(Fonte: Kronos, Are You Syrious, siti webMehmet Ali Uludag, Himmet Ayyildiz, Ong Refugee Unknown).  

Libano-Malta-Italia (zona Sar Malta), 9 settembre 2022

Oltre alla bambina siriana di 4 anni disidratata (nota del 6 settembre: ndr), ci sono altre 2 vittime nella barca partita dal Libano con oltre 60 profughi e abbandonata alla deriva senza soccorsi per 12 giorni: due giovani siriani morti durante i soccorsi. Lo ha riferito Nawal Soufi, attivista per i diritti umani e punto di riferimento in Sicilia della comunità siriana, sottolineando come di questi nessuno abbia mai fatto cenno, “neanche le autorità che hanno condotto il soccorso”. Il primo – Amin Mohamed Alhelwani, nato a Homs nel 1993 – è caduto in mare con il cranio fracassato tra la barca sballottata violentemente dalle onde e la fiancata del Bbc Pearl, il cargo intervenuto per le operazioni di salvataggio. L’altro è Ahmad Haj Musa, un ragazzo nato ad Idlib nel 1994, caduto in acqua, senza che i compagni potessero aiutarlo, trascinato dalla cima che avrebbe dovuto legare la barca al mercantile. I due corpi non sono stati ritorvati. 

(Fonte: sito web Nawal Soufi, La Stampa)

Bielorussia-Polonia (fiume Svilac), 10 settembre 2022

E’ confermato, come si sospettava fin dall’inizio, che l’uomo trovato morto vicino al confine tra Polonia e Bielorussia era un migrante, un giovane egiziano. Il cadavere è stato ripescato nel fiume Svilac, l’affluente di destra della Beresina che attraversa la Bielorussia passando anche da Minsk. Il ritrovamento è avvenuto il 29 luglio ma, a giudicare dallo stato di degrado del cadavere, la morte deve risalire ad alcuni giorni prima. Ci sono volute settimane di indagini da parte di attivisti di Ong polacche, in collaborazione con la polizia, per avere la certezza che si tratta di un migrante. Nelle tasche degli abiti non c’erano documenti ma solo un cellulare ed è partendo proprio da questo che si è riusciti a risalire all’identità del giovane. La comunicazione ufficiale è del 10 settembre. Restano sconosciute le circostanze precise della morte e come il corpo sia poi finito nel fiume dove è stato ritrovato, ma non sembrano esserci dubbi che il giovane migrante egiziano deve aver perso la vita tentando di passare dalla Bielorussia alla Polonia.

(Fonte: Are You Syrious, sito web Piotr Czaba)       

Marocco-Spagna (Nador-Melilla), 10 settembre 2022

Il corpo di un migrante maghrebino è affiorato poco lontano dalla scogliera del porto di Melilla. Lo ha avvistato e recuperato, trasportandolo poi su una banchina del porto, una pattuglia del Gruppo speciale di attività subacquee (Geas) della Guardia Civil, durante un servizio di perlustrazione lungo la costa. Dopo un primo esame medico allo sbarco, il cadavere è stato trasferito all’obitorio dell’istituto di medicina legale per l’autopsia. Si tratta di un giovane tra i 20 e i 30 anni, presumibilmente marocchino. Non sono stati trovati elementi per poterlo identificare, ma si ritiene che sia un harraga annegato nel tentativo di raggiungere Melilla a nuoto partendo dalle spiagge a sud dell’enclave spagnola, nel territoiro di Nador.

(Fonte: El Faro de Melilla, Association Marocaine Droits Humains)      

Marocco-Spagna (Al Hoceima), 11 settembre 2022

Il cadavere di un uomo di origine subsahariana è rimasto impigliato nelle reti di un peschereccio al largo della costa di Al Hoceima, meno di 130 chilometri a ovest di Nador e dell’enclave spagnola di Melilla. L’equipaggio, dopo aver avvertito la polizia marocchina, lo ha sbarcato nel porto di Al Hoceima, dove personale della Protezione Civile lo ha prelevato per trasferirlo nell’obitorio ospedaliero per l’autopsia disposta dalla Procura. A giudicare dallo stato di decomposizione piuttosto avanzato, la salma deve essere rimasta in mare per diversi giorni. Non sono stati trovati elementi utili per l’identificazione e per risalire alle circostanze precise della morte, ma si tiene che si tratti di un migrante annegato nel tentativo di arrivare in Spagna dal Marocco diverso tempo prima del ritrovamento.

(Fonte: Nadorcity.Com)

Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 11 settembre 2022

Il cadavere di un giovane marocchino è stato trascinato dal mare su una spiaggia del villaggio di Castillejos. Recuperato dalla polizia su segnalazione di alcuni abitanti del posto, è stato identificato dopo due giorni di indagini: si chiamava Ismail, poco più che ventenne, sposato, originario del quartiere Jabal Darsa di Tetuaon (circa 35 chilometri a sud est da Castillejoe e Ceuta), che risultava scomparso da tre giorni. Secondo quanto si è riusciti ad accertare, avrebbe preso il mare il pomeriggio o la sera di venerdì 9 settembre per cercare di superare a nuoto il confine con l’enclave spagnola. Da quel momentose se ne è persa ogni traccia, fino a quando le correnti ne hanno spinto il corpo sul litorale tra Castillejois e Ceuta.

(Fonte: El Faro de Ceuta)       

Algeria o Marocco-Spagna (Almeria), 12 settembre 2022

I cadaveri di due migranti sono affiorati, in tempi e luoghi diversi ma vicini, sul litorale di Almeria. Il primo, tenuto a galla da un giubbotto di salvataggio, è stato avvistato poco dopo le 13 dall’equipaggio di un veliero a un chilometri circa dalla riva, all’altezza di Canarete, a Roquetas del Mar. Avvisata la polizia locale, poco più tardi lo ha recuperato una motovedetta della Guardia Civil, sbarcandolo al porto peschereccio di Almeria per un primo esame medico. Su disposizione della Procura è stato poi trasferito all’obitorio dell’istituto di medicina legale. Il secondo è stato trovato e recuperato in serata dalla Guardia Civil sulla spiaggia di La Ventilla de Aguadulce, sempre a Roqueta del Mar. In precedenza, verso le 16, era stato avvistato da una coppia su una moto d’acqua, ma le successive ricerche nel punto dell’avvistamento erano andate a vuoto. L’operazione era ancora in corso quando la salma, trascinata dalle corrente, si è spiaggiata a La Ventilla. Non sono stati trovati elementi per identificare le due vittime né per stabilire se si tratti di harraga provenienti dall’Algeria o dal Marocco. E’ verosimile in ogni caso che siano morti nelle stesse circostanze.

(Fonte: Europa Press Andalucia)

Turchia-Italia (zona Sar Malta), 12 settembre 2022

Sei profughi siriani sono morti di sete e di stenti su una barca rimasta per 14 giorni alla deriva senza soccorsi, ignorata da tutti i servizi di salvamento prima nelle acque greche e poi nella zona Sar maltese. Tra le vittime 2 bambini di appena due anni, un ragazzino di 12 e tre donne, tra cui la mamma e la nonna di una dei due bambini. Ventotto i superstiti. La notizia della tragedia è stata data dall’Unhcr. La barca, con a bordo oltre 30 profughi siriani e afghani, risulta partita dalla Turchia il 30 agosto. Dopo alcuni giorni di navigazione il motore è andato in avaria: il natante è rimasto in balia del mare che lo ha spintoverso la Libia e nel giro di breve tempo si sono esaurite le scorte di cibo e soprattutto d’acqua. Secondo le testimonianze di alcuni dei sopravvissuti raccolte a terra, avrebbero incrociato più di una nave ma nessuna li ha soccorsi. Soltanto una avrebbe lanciato una cassa d’acqua, che però i migranti non sono riusciti a recuperare. La drammatica situazione della barca era dunque nota ma non sono mai partiti soccorsi tempestivi. La salvezza per i naufaghi ancora in vita è arrivata dall’equipaggio del mercantile Arizona, ma a quel punto sei erano già morti: i loro corpi sono stati fatti scivolare in mare molto prima dell’arrivo della nave. Subito dopo l’intervento dell’Arizona un elicottero partito da Malta ha prelevato due donne in situazioni critiche, per portarle d’urgenza in ospedale a La Valletta. Gli altri 26 superstiti sono stati trasferiti dal cargo sulla motovedetta itaiana Cp35 70 miglia a sud delle coste siciliane di Portopalo, per condurli a Pozzallo. Tutti erano allo stremo. Drammarica in proposito la testimonianza del sindaco Roberto Ammaturo, che ha assistito all’arrivo dei naufraghi e si è prodigato anche per l’assistenza come medico: “Un’immagine terribile – ha detto – paragonabile a quella dei sopravvissuti nei lager nazisti. E’ impressionante lo stato di disidratazione e debolezza di tutti, che faticavano persino a tenersi in piedi. Oltre al gfrave stato di disidratazione, era evidente una eccessiva desquamazione cutanea da probabile esposizione al vento, al sole e al mare”.

(Fonte: Agenzia Ansa, Avvenire, Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano, siti web Nawal Soufi e Chiara Cardoletti Unhcr)

Marocco (costa tra Akhfennir e Tarfaya), 12 settembre 2022

Due migranti – una donna subsahariana e un ragazzo marocchino – sono stati uccisi dalla polizia, che non ha esitato a sparare per impedire che si imbarcassero su un gommone per raggiungere le Canarie. Diversi altri sono rimasti feriti. Si trattava di un gruppo di 35 persone (29 subsahariani e 6 marocchini) che dovevano partire dalla costa di Akhfennir, 100 chilometri a est di Tarfaya, per fare rotta presunibulmente verso l’isola di Fuerteventura, la più vicina dell’arcipelago. Al momento del’imbarco ha fatto irruzione sulla spiaggia una grossa pattuglia di polizia, che ha quasi subito aperto il fuoco contro i migranti. La donna è stata colpita mortalmente al petto mentre saliva sullo zodiac ed è morta all’istante. Diversi altri, raggiunti dai proiettili, sono stati portatii in ospedale: tre in condizioni molto gravi ed uno di questi ha cessato di vivere poco dopo il ricovero. Due giovani, infine, sono stati investiti da un’auto mentre tentavano di fuggire a piedi per mettersi in salvo dalle raffiche e risultano a loro volta feriti.

(Fonte: Helena Maleno Ong CaminandoFronteras, Association marocaine des Droits Humains)       

Marocco-Spagna (Ceuta, valico di Benzù), 13 settembre 2022

Trovati a cavallo del confine nord occidentale di Ceuta con il Marocco i cadaveri di due migranti che hannno tentato di raggiungere a nuoto l’enclave spagnola all’altezza del valico di Benzù. .Il primo è stato segnalato in mattinata dall’equipaggio di una imbarcazione da diporto circa 2,5 miglia al largo di Benzù. Una motovedetta del servizio marittimo della Guardia Civil ha poi provveduto a recuperarlo, sbarcandolo sulla banchina del porto peschereccio e, dopo un primo esame medico sul posto, trasferendolo presso l’obitorio dell’istituto di medicina legale. Si tratta di un ragazzo maghrebino tenuto a galla da un giubbotto di salvataggio e che indossava pantaloni e t-shirt. L’altro corpo senza vita è stato localizzato, quasi alla stessa ora, nelle acque marocchine. Anche in questo caso la vittima è un giovane maghrebino, verosimilmente mrocchino. Non si è potuto stabilire se i due abbiano cercato insieme di attraveersare a nuoto il confine.

(Fonte: El Faro de Ceuta)

Libano-Grecia-Turchia (Marmaris), 13 settembre 2022

E’ finito con la morte di 11 profughi fuggiti dal Libano il respingimento di un barcone nelle acque turche da parte di una unità della Marina greca: 4 adulti, 2 bimbi piccolissimi e altri cinque bambini. Sulla barca c’erano in tutto oltre 80 persone. Puntavano verso l’Italia. Al largo di Rodi, rimasti senza carburante, hanno chiesto aiuto alla Guardia Costiera dell’isola, ma una unità militare con le insegne greche – secondo quanto hanno riferito – anziché condurli verso il porto di Rodi, magari per fare rifornimento, li ha costretti a salire su quattro zattere di salvataggio che sono state rimorchiate e poi abbandonate al margine delle acque turche, al largo della costa di Kizilburun. Una delle zattere aveva un’avaria ed ha cominciato a sgonfiarsi e a inabissarsi, mentre le altre si allontanavano spinte dalla corrente. I soccorsi sono arrivati dalla Guardia Costiera turca, avvertita a quanto pare dalle autrorità greche della presenza di natanti con persone a bordo nei pressi della costa anatolica. Dapprima è partita dalla base di Marmaris una sola motovedetta, che ha intercettato tre delle zattere, per un totale di 66 naufraghi, i quali hanno subito avvertito che mancava una quarta zattera, con 18 persone. E’ scattata allora una seconda operazione di soccorso, con quattro unità navali e un elicotero da ricognizione. Quando il natante è stato finalmente avvistato era ormai semi affondato e quasi completamengte invaso dall’acqua. A bordo sono stati trovate 7 persone ancora in vita e 6 cadaveri, quelli di una donna, due infanti e 3 bambini. Nessuna traccia degli altri 5 naufraghi – 3 adulti e 2 bambini – scivolati in mare durante il naufragio. Nulla anche dopo le ricerche condotte fino a notte e il giorno successivo. La Guardia Costiera turca ha videoregistrato alcune tesimonianze dei superstiti sulla ricostruzione della tragedia. Il ministro dell’emigrazione greco, Notis Mitarachi, e la Guardia Costiera greca hanno negato di aver respinto e abbandonato i profughi sulle zattere di salvataggio. Ma non hanno spiegato da dove siano arrivate quelle zattere e come mai ci fossero a bordo decine di profughi..

(Fonte: Aegean Boat Report, Anadolu Agency, Dayli Sabah, Ekathimerini)

Libia-Italia (Zawiya-Lampedusa), 13-14 settembre 2022

Un migrante trentacinquenne proveniente dal Bangladesh è morto durante la traversata dalla Libia all’Italia su un barcone partito da Zawiya (circa 60 chilometri a ovest di Tripoli) sulla rotta per Lampedusa. I compagni hanno riferito alla polizia italiana che stava male già prima dell’imbarco e che sul barcone le sue condizioni si sono aggravate, fino a che ha perso conoscenza ed è spirato. All’arrivo a Lampedusa il cadavere, che non presentava segni di violenza, è stato posto sotto sequestro su ordine della Procura di Agrigento per le indagini. Dopo il rapporto di polizia il magistrato ha deciso di dissequestrare la salma senza sottoporla ad autopsia. A bordo del barcone c’erano in tutto 118 persone (inclusa la vittima), fra cui 3 donne e 2 minori, tra bengalesi, siriani, egiziani e pakistani.

(Fonte: Agrigentonotizie)  

Marocco-Spagna (Ceuta), 14 settembre 2022

Una motovedetta della Guardia Civil ha recuperate in mare il cadavere di un altro migrante annegato nel tentativo di raggiungere Ceuta a nuoto. Il corpo è stato avvistato nella zona delle reti antimeduse poste di fronte alla spiaggia della Ribera, nella zona meridionale dell’enclave spagnola. C’è da credere, dunque che la vittima sia partita dalla spiaggia di Castillejos, come hanno fatto diversi altri migranti nei giorni precedenti. A giudicare dallo stato piuttosto avanzato di degrado della salma, tuttavia, in questo caso la morte risale a diverso tempo prima del ritrovamento. Non sono emersi elementi utili per l’identificazione: l’uomo, presumibilmente un marocchino, indossava solo un costume da bagno nero e bianco. Sbarcato su una banchina del porto peschereccio, il cadavere è stato trasferito nell’obitorio dell’istituto di medicina legale.

(Fonte: El Faro de Ceuta)

Libia-Italia (Sorman), 14 settembre 2022

Il cadavere di un migrante è affiorato sul litorale di Sorman, 67 chilometri a ovest di Tripoli e una ventina da Zawiya. Lo stato di degrado sembra indicare che la morte risale a diversi giorni prima del ritrovamento. Segnalato alla polizia da alcuni abitanti del posto, è stato recuperato da personale della Mezzaluna Rossa, che lo ha poi trasferito nell’obitorio dell’ospedale per le procedure di legge. Non si è stati in grado di identificarlo né di stabilirne la provenienza.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)  

Libia-Italia (zona Sar Malta), 15 settembre 2022

Una donna è morta cadendo in mare da un gommone lasciato alla deriva senza soccorsi per almeno 5 giorni. Sul battello, partito dalla costa di Bengasi tra il 9 e il 10 settembre, erano in venti, tra siriani e sudanesi, inclusi 2 bimbi molto piccoli e 4 bambini. Puntavano verso l’Italia ma quando sono arrivati a sud est di Malta il motore è andato in avaria. Il primo Sos è stato intercettato da Alarm Phone domenica 11 settembre. La richiesta di aiuto è stata subito girata alle centrali Mrcc di Roma e La Valletta. Altri dispacci sono stati inoltrati dall’attivista siriana Marwan Soufi, che ha poi allertato anche la Guardia Costiera libica. Dai messaggi ricevuti la situazione risultava drammarica: lo scafo imbarcava acqua e minacciava di affondare, le persone a bordo erano nel panico, i bambini senza salvagente. Nessuno però è intervenuto. La donna dispersa, che era con un cugino, è scivolata in mare in questa fase. “E’ caduta fuoribordo – hanno riferito i compagni – e non siamo riusciti a fare nulla per salvarla”. Senza riscontro anche le richieste di intervento lanciate nei giorni successivi. L’Italia ha risposto a Nawal Soufi che dovevano intervenire i libici, mentre la Guardia Costiera di Tripoli ha dichiarato che il natante non si trovava in acque libiche. La salvezza è venuta dall’equipaggio della Ong Open Arms, che ha raggiunto il natante tra il 14 e il 15 settembre. Le 19 persone soccorse hanno subito riferito che una loro compagna si era persa in mare ma a quel punto non è stato possibile fare nulla per ritrovarla.

(Fonte: Alarm Phone, Open Arms, sito web Nawal Soufi)

Libia-Malta-Italia (Talmitha e Tocra, Cirenaica), 15 settembre 2022

I cadaveri di due migranti sono stati trascinati dal mare sul litorale della Cirenaica. Il primo è stato trovato a una certa distanza dalla riva nei pressi di Talmitha, quasi 120 chilometri a est di Bengasi. L’altro era sulla spiaggia di Bu Jarrar, vicino a Tocra, 40 chilometri più a sud ovest. Su indicazione della polizia, avvertita da abitanti del posto, li ha recuperati entrambi personale della Mezzaluna Rossa, trasferendoli nell’obitorio dell’ospedale locale in attesa delle procedure di legge per l’inumazione. Non sono stati trovati elementi per poterli identificare o stabilirne almeno la provenienza e le circostanze precise della morte, anche se appare scontato che si tratti di migranti annegati sulla rotta dalla Cirenaica verso Malta e l’Italia.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Marocco-Spagna (Ceuta), 16 settembre 2022

Il cadavere di un migrante yemenita è affiorato nelle acque di Ceuta: è il terzo ritrovamento in cinque giorni. E’ stato identificato dopo 24 ore grazie a un documento trovato in un palloncino di gomma sigillato e assicurato a un polso con un elastico. Avvistato casualmente nei pressi della scogliera del porto, lo ha recuperato una motovedetta del servizio marittimo della Guardia Civil, sbarcandolo poi su una banchina della zona dei pescherecci. Indossava una muta da sub, come spesso fanno i migranti che tentato di raggiungere Ceuta a nuoto, ed era di fronte alla spiaggia della Ribera, la stessa dove mercoledì 14 è stato trovato il cadavere di una altro giovane, all’altezza delle reti anti meduse. Anche questi aveva un palloncino di gomma assicurato al polso, ma lesionato e vuoto. Lo stato di degrado delle due salme, inoltre, è simile: denota una permanenza in acqua di 7-10 giorni. Questi elementi inducono a pensare che i due siano entrambi yemeniti, partiti insieme da una spiaggia di Castillejos, a sud est del confine con l’enclave spagnola. Sabato 18 sono stati sepolti uno accanto all’altro nel cimitero islamico di Sidi Embarek.

(Fonte: El Faro de Ceuta)

Libano-Malta-Italia (zona sar Malta e Creta), 16 settembre 2022

Una giovane profuga siriana che era sulla barca partita dal Libano e abbandonata alla deriva senza soccorsi per almeno 12 giorni, ha perso il figlio che stava per dare alla luce. Dopo l’intervento del cargo Bbc Pearl quando tutte le persone a bordo erano allo stremo (note del 6 e del 9 settembre), la donna, incinta di oltre 8 mesi e con una gamba rotta, era stata ricoverata in un ospedale di Creta. Più che la frattura preoccupava la gravidanza, messa fortemente a rischio dai disagi enormi e dalle sofferenze patite sulla barca, specie dopo che sono finite le scorte d’acqua e di cibo. I medici hanno fatto il possibile, ma il bimbo non ce l’ha fatta. E’ stato sepolto insieme a Loujin, la bambina di 4 anni morta di sete e di stenti sull’elicottero che l’aveva prelevata dalla Bbc Pearl per portarla in ospedale. Salgono così a 4 le vittime dell’assurda indifferenza delle autorità greche, maltesi e italiane che non hanno risposto alle numerose richieste di aiuto: oltre ai due bambini, due ragazzi siriani morti durante i soccorsi.

(Fonte: Alarm Phone, sito web Nawal Soufi)

Turchia-Grecia (Izmir e Bodrum), 16 settembre 2022

Sette vittime (6 morti e un disperso) tra la costa anatolica e le isole Egee su due barche cariche di migranti che tentavano di raggiungere la Grecia. Al largo della costa della provincia di Izmir, nelle prime ore di venerdì 16, è affondato un natante con a bordo 20 persone, dirette presumibilmente verso Chios o Samos. La Guardia Costiera turca ne ha tratte in salvo 14, recuperando poi nelle ore successive 5 cadaveri. Le ricerche per ritrovare l’ultimo naufrago disperso sono proseguite per l’intera giornata e poi sabato 17, con l’intervento di tre unità navali e un elicottero, ma senza alcun risultato. L’altra vittima è annegata nella tarda serata di giovedì 15 settembre al largo di Bodrum, nella provincia di Mugla, oltre 220 chilometri più a sud. L’uomo era con altri 16 su un gommone in rotta verso Kos. Secondo quanto ha riferito la Guardia Costiera turca, il natante, alla vista di una motovedetta, ha cercato di dileguarsi il più velocemente possibile, ma è stato bloccato in breve tempo. A bordo i guardacoste hanno trovato solo 13 persone (tra cui quello che si sospetta sia lo scafista), le quali hanno subito dichiarato che altre 4 erano cadute in mare durante il tentativo di fuga. Le ricerche che ne sono seguite hanno portato al recupero di 3 naufraghi e del cadavere del quarto. Tutti i superstiti sono stati arrestati.

(Fonte: Associated Press, City News)  

Libia-Italia (Khums), 17 settembre 2022

Almeno 20 migranti hanno perso la vita in un naufragio al largo di Khums, quasi 120 chilometri a est di Tripoli. Solo di una delle vittime, una giovane donna siriana, è stato recuperato il corpo, tutte le altre risultano disperse in mare. La barca navigava sulla rotta per Malta e Lampedusa. A bordo, secondo quanto hanno riferito i superstiti, erano non meno di 70, provenienti da Egitto, Iraq, Nigeria, Pakistan e Siria. La tragedia è avvenuta nelle acque della zona Sar libica. Le autorità di Tripoli non hanno fornito particolari sulle cause e la dinamica. Determinante, probabilmente, il sovraccarico. Si sa solo che i soccorsi sono stati gestiti dalla Guardia Costiera libica, che ha recuperato una cinquantina di naufraghi (tra cui una donna e 4 bambini) e poi il cadavere della giovane profuga siriana. Senza esito le ricerche della ventina di dispersi.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Libia-Italia (piattaforma petrolifera tunisina), 17 settembre 2022

Un migrante è stato trovato morto, ucciso da colpi di arma da fuoco, alla base della piattaforma petrolifera al largo della Tunisia dove si erano rifugiati altri 59 migranti dopo il naufragio della barca in rotta verso l’Italia. Lo ha comunicato la Ong Open Arms, intervenuta per i soccorsi. Dal gommone, salpato dalla costa di Zuwara, oltre 100 chilometri ad ovest di Tripoli, era arrivata una disperata richiesta di aiuto fin dal giorno prima. Appresa l’emergenza, l’equipaggio della Open Arms ha cercato per oltre 24 ore il natante in difficoltà. Il quale nel frattempo, prima di affondare, aveva raggiunto l’impianto situato in acque internazionali, di fronte alla costa tunisina. I naufraghi si sono arrampicati sui piloni e sulle passerelle della parte più bassa della struttura. Quando la Open Arms è arrivata erano allo stremo delle forze e diversi con sintomi di ipotermia. Il cadavere dell’uomo ucciso è stato trovato durante il trasbordo. I compagni hanno raccontato che a sparargli, al momento dell’imbarco, sono stati alcuni trafficanti, che poi hanno costretto a caricarlo sul gommone e a portarlo via. La salma è stata recuperata e trasferita a bordo della nave umanitaria insieme ai 59 superstiti, provenienti da Siria, Egitto, Sudan ed Eritrea..

(Fonte: Ong Open Arms, Infomigrants, Are You Syrious)

Mauritania-Senegal – Spagna (Boa Vista, Capoverde), 18 settembre 2022

Tredici migranti sono morti di sete e di stenti su una barca rimasta alla deriva nell’Atlantico per 4 settimane circa. La tragedia è stata raccontata dagli 8 supersiti del gruppo, soccorsi al largo di Boa Vista, la più orientale delle isole di Capo Verde, distante quasi 700 chilometri dal più vicino punto della costa africana. Non è chiaro quando sia avvenuta la partenza. I superstiti hanno perso la cognizione del tempo: alcuni hanno parlato di 24 giorni e altri di 34 trascorsi nell’Atlantico. A bordo erano in 21, in parte senegalesi, altri mauritani. Salpati dal litorale a cavallo del confine tra Senegal e Mauritania, puntavano verso le Canarie. Durante la navigazione hanno perso la rotta, forse a causa di un guasto del Gps, allontanandosi così verso ovest e non giungendo nemmeno in vista di El Hierro, la più occidentale dell’arcipelago spagnolo. E’ probabile che a quel punto siano stati catturati dalla corrente delle Canarie, che li ha trascinati sempre più al largo. E’ cominciata così un’agonia durata settimane e con il passare dei giorni 13 del gruppo sono via via morti. I compagni ne hanno affidato i corpi al mare. Alla fine, seguendo la deriva, la barca è arrivata al largo di Praia da Cruz dos Mortos, nella zona nord di Boa Vista, dove è stata avvistata e raggiunta. Tutti gli otto superstiti, ormai allo stremo, sono stati ricoverati. Già in passato alcune barche di migranti partite dall’Africa per le Canarie sono finite a Capo Verde: l’ultimo caso risale al luglio 2021, quando al largo dell’isola di Sant’Antonio fu trovata una imbarcazione con un cadavere a bordo.

(Fonte: A Semana, sito web Helena Maleno Ong Caminando Fronteras)

Marocco-Spagna (Nador-Andalusia), 18-19 settembre 2022

Tre giovani marocchini originari di Laroui, poco più di 20 chilometri a sud di Nador, risultano scomparsi in mare nel tentativo di raggiungere la Spagna su una moto d’acqua. Si sa per certo che sono partiti martedì 6 settembre da una spiaggia di Nador puntando verso l’Andalusia. Da allora non si è saputo più nulla di loro. Nei giorni successivi, non avendo più notizie, i familiari hanno lanciato un appello di ricerca sia alle autorità marocchine sia sui social media. Non si sono avuti riscontri. A far cadere le speranze di poterli ritrovare in vita è stato, domenica 18 settembre, quasi due settimane dopo la partenza, il ritrovamento del relitto semi affondato della moto d’acqua su cui avevano preso il mare, stranamente finito in acque algerine, nella zona di Ain Temouchent, oltre 150 chilometri a est di Nador e dunque lontano dalla rotta che i tre avrebbero dovuto seguire verso l’Andalusia. Nessuna traccia dei corpi.

(Fonte: Nadorcity.com, Cipimmd Clemente Martin)    

Libia-Malta-Italia (Qar Yunis, Bengasi), 20 settembre 2022

I cadaveri di due migranti sono stati trascinati dal mare sulla spiaggia di Qar Yunis, circa 15 chilometri a sud del centro di Bengasi, in Cirenaica. Su segnalazione della polizia, una squadra della Mezzaluna Rossa li ha recuperati e trasferiti nell’obitorio del centro medico di Bengasi in attesa delle procedure per la sepoltura. Uno è stato identificato grazie al passaporto trovato in una tasca: si tratta di un sudanese di 23 anni, Walieldin Hussein Yahyo Osman, proveniente da Ondurman. Anche l’altra vittima presumibilmente è sudanese. Non si sono trovati elementi per stabilirne la provenienza e le circostanze della morte, ma appare scontato che siano annegati nel naufragio di una barca salpata dalla Cirenaica sulla rotta per Malta e Lampedusa di cui non si è saputo nulla. Se è così dovrebbero essersi numerosi dispersi.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Algeria-Spagna (Almeria), 20 settembre 2022

Il corpo di una giovane donna, presumibilmente una migrante algerina, è affiorato sulla costa spagnola di Almeria. Recuperato dalla polizia, è stato trasferito presso l’obitorio dell’istituto di medicina legale per le indagini. A giudicare dallo stato di conservazione, si ritiene che fosse in acqua da settimane, probabilmente almeno dalla fine di agosto. Una settimana dopo il ritrovamento, la Ong Cipimmd, che si occupa della ricerca dei migranti scomparsi, ha lanciato un appello per l’identificazione, fornendo alcuni dettagli utili per gli accertamenti: la vittima doveva essere abbastanza giovane, alta 173 centimetri, con indosso un paio di pantaloni rosso granato. Non sono stati trovati documenti.

(Fonte: Ong Cipimmd Clemente Martin)

Marocco-Spagna (Casablanca), 21-22 settembre 2022

Due giovani subsahariani di un gruppo di 39 migranti (7 marocchini e 32 subsahariani) sono scomparsi in mare in seguito al naufragio del gommone con cui stavano cercando di raggiungere la Spagna dal Marocco sulla rotta atlantica. Il natante era partito dalla costa di Casablanca, puntando verso il golfo di Cadice, al di là dello tretto di Gibilterra. Tra i 39 a bordo, anche 2 bambini e 9 donne, di cui due in stato di gravidanza. Il naufragio, dovuto probabilmente al sovraccarico e alle condizioni del mare, è avvenuto al largo di Mohammedia, 25 chilometri a nord est di Casablanca e oltre 300 a sud di Tangeri. L’allarme è scattato nella tarda serata di mercoledì 21 settembre, quando una disperata richiesta di aiuto è stata intercettata da Helena Maleno, della Ong Caminando Fronteras. Il messaggio era drammatico: “C’è già gente in acqua, stiamo affogando.. Non ce la facciamo più…”. I soccorsi da parte della Marina marocchina sono arrivati solo molte ore dopo, nella giornata di giovedì 22, quando due naufraghi, entrambi subsahariani, erano ormai scomparsi nell’Atlantico. Gli altri, presi a bordo di una motovedetta, sono stati sbarcati a Casablanca.

(Fonte: Helena Maleno Ong Caminando Fronteras)

Turchia-Grecia (isola di Leros, Egeo), 22 settembre 2022

Sei migranti dispersi (tra cui 3 bambini) nel naufragio di un gommone di 15 metri di fronte all’isola di Leros, nel Dodecaneso, a breve distanza dalle coste della Turchia. Il natante era partito nella notte tra mercoledì 21 e giovedì 22 settembre. A bordo c’erano 29 uomini, 18 donne e 7 bambini, alcuni molto piccoli. In tutto, 55 persone. Albeggiava quando è arrivato all’altezza della località di Blefouti, sul litorale nord est di Leros. Tentando di toccare terra è finito su un tratto molto impervio e roccioso e gli scogli hano lacerato lo scafo, facendolo affondare rapidamente. Nessuno si è accorto di nulla. Gran parte dei naufraghi sono riusciti a mettersi in salvo da soli, scalando le rocce. Più tardi, verso le 13, hanno finalmente potuto dare l’allarme, rivolgedosi al ristorante Artenis ed avvertendo che mancavano 6 di loro. Le ricerche dei dispersi condotte dalla Guardia Costiera greca non hanno dato esito.

(Fonte: Aegean Boat Report, Associated Press, Ana Mpa, Ekathimerini)      

Tunisia-Italia (Teboulba-Lampedusa), 22 settembre 2022

Due morti nel naufragio di una barca con 24 migranti (19 tunisini e 5 siriani) al largo della Tunisia. Il battello era partito poco prima dalle coste di Teboulbah, nel golfo di Hammamet, sulla rotta per Lampedusa. La tragedia è avvenuta meno di 30 chilometri più a nord est, nelle acque al largo di Monastir. Le autorità tunisine non hanno fornito particolari sulle circostanze e le cause: è stato comunicato solo che quando una motovedetta della Guardia Costiera è arrivata sul posto ha potuto recuperare 22 naufraghi, senza trovare traccia degli altri 2. Senza esito anche le ricerche condotte fino a notte e nel giorno successivo con più unità navali. I superstiti sono stati sbarcati a Monastir.

(Fonte: Tap News Agency)         

Libano-Siria-Cipro (Minyet-Tartus), 22-23 settembre 2022

Centotrentasei vittime (97 corpi recuperati e non meno di 39 dispersi), al largo della Siria, nel naufragio di un barcone con almeno 156 profughi libanesi, siriani e palestinesi. Soltanto 20 i superstiti: 12 siriani, 5 libanesi e 3 palestinesi. Il battello ha preso il mare, stracarico, dalla zona di Minyeht, appena 10 chilometri da Tripoli in direzione nord-est, puntando molto probabilmente su Cipro. Tra le 156 persone che si stima fossero a bordo, secondo l’Osservatorio per i diritti umani in Siria e la stampa locale c’erano numerose donne e famiglie intere con parecchi bambini. Navigando verso nord-est hanno raggiunto le acque al largo di Tartus (meno di 60 chilometri da Minyeht), in Siria, non lontano dal confine libanese. E’ qui che, a più di un giorno dalla patenza, è avvenuta la tragedia. Le autorità siriane non hanno fornito notizie precise sulle cause e le circostanze. Non sono noti neanche dettagli sulla stazza dello scafo ma, in ogni caso, appare evidente che il barcone non era assolutamente in grado di trasportare così tanta gente, specie in condizioni meteonarine sfavorevoli. I superstiti hanno riferito infatti che, a causa della violenza delle onde, il natante si è rivelao ingovernabile, fino a rovesciarsi e ad affondare.  Anche i soccorsi sarebbero giunti in ritardo e ciò spiegherebbe il grande numero di vittime. Tra i primi ad arrivare pare siano stati alcuni piccoli pescherecci, che hanno dato l’allarme alla Guardia Costiera. Nel corso delle ricerche che ne sono seguite, sono stati recuperati i 20 naufraghi ancora in vita e 15 cadaveri. Le operazioni di ricerca, con unità navali della Marina siriana e barche di pescatori, hanno portato inizialmente al ritrovamento di 15 cadaveri. Nelle ore successive e nella giornata di venerdì 23 i corpi sono saliti prima a 34, e poi via via a 77, 81, 94 e infine 97 tra cui 31 donne e 24 bambini. Nella serata di venerdì le operazioni sono state ostacolate da una burrasca che per alcune ore ha persino costretto a sospendere tutto. Parte dei cadaveri ritrovati sono stati trasferiti in Libano poche ore dopo l’identificazione già nella giornata di venerdì 23. Subito dopo lo sbarco i venti superstiti (ritrovati quasi tutti aggrappati allo scafo rovesciato dai soccorritori) sono stati trasportati al Basel Hospital. Almeno 8 in condizioni gravi, tanto da essere ricoverati in terapia intensiva. La polizia ha individuato e arrestato uno dei presunti organizzatori della “spedizione”.

(Fonte: Ansa, Ansamed, Associated Press, Infomigrants, Al Jazeera, Anadolu Agency, Al Arabiya, Daily Sabah, Nawal Soufi, The Guardian)

Libia-Malta-Italia (Tobruk), 23 settembre 2023

Il cadavere di un profugo siriano di 28 anni è stato recuperato da una unità dei servizi di sicurezza marittima della polizia circa tre miglia al largo della costa cirenaica, all’altezza di Wadi Bu al Haman, a ovest di Tobruk. E’ stato possibile identificarlo grazie a una tessera universitaria troivata tra gli abiti. A segnalarne la presenza, mentre flottava tra le onde del mare in burrasca, è stata una barca di pescatori. Il giovane deve essere annegato in un naufragio avvenuto sulla rotta che dalla Cirenaica porta verso Malta e l’Italia ma probabilmente rimasto sconosciuto. Non sono stati trovati elementi per risalire all’identità e stabilirne la provenienza. A giudicare dallo stato di conservazione, la salma, poi trasferita nell’obitorio dell’ospedale di Tobruk, è rimasta in acqua per un lungo periodo. Oltre alla tessera universitaria, nelle tasche degli abiti c’erano 300 dollari americani, una consistente cifra in moneta libanese e un cellulare.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 23 settembre 2022

Diciotto migranti sono morti in un naufragio fantasma al largo della Tunisia: non se ne è saputo nulla fino a quando non ne hanno parlato i 7 superstiti e i familiari di alcune delle vittime. La barca è partita sulla rotta per Lampedusa dal litorale di Zarzis, oltre 100 chilometri a sud di Sfax, sulla costa meridionale del paese. A provocare la tragedia, avvenuta al largo di Sfax,  sono state probabilmente le avverse condizioni metomarine e il sovraccarico. Non riuscendo a stabilire alcuna comunicazione con le persone a bordo, diversi familiari hanno lanciato un appello di ricerca ad Alarm Phone, che però, nonostante i tentativi, non è stato in grado di stabilire alcun contatto. Lunedì 26 settembre è emerso poi che il battello era naufragato e che ci sono solo 7 superstiti: lo hanno comunicato ad Alarm Phone gli stessi familiari che avevano chiesto aiuto. Nessuna traccia degli altri 18. E nessuna comunicazione da parte delle autorità tunisine, se non che, a partire dalla mattina di lunedì 26 (a quattro giorni di distanza dal naufragio) due unità della Guardia Costiera sono state mobilitate per le ricerche, sotto la direzione del comando di Zarzis. Solo diversi giorni dopo, grazie alle ricerche condotte da pescatori della zona, sono sttai recuperati i cadaveridi 6 delle 18 vittime.

(Fonte: Alarm Phone, Tap News Agency)      

Turchia-Grecia (Ayvacik-Lesbo), 24 settembre 2022

Sette profughi sono annegati in un naufragio tra la Turchia e le Isole Egee: di sei è stato recuperato il corpo, il settimo risulta disperso. Quindici i superstiti. Erano su un gommone che, salpato dal litorale del distretto di Ayvacih, nella provincia di Canakkale, puntava verso di Lesbo, distante appena una quindicina di chilometri, nel punto più stretto del braccio di mare tra la costa anatolica e l’isola greca. Era nelle acque turche quando si è rovesciato ed è andato a fondo rapidamente. I soccorsi sono arrivati da una motovedetta della Guardia Costiera della base di Ayvacih, che ha tratto in salvo 15 naufraghi e recuperato 6 cadaveri. Le operazioni di ricerca sono proseguite sino al tramonto ma dell’ultimo naufrago non si è trovata traccia. I superstiti hanno raccontato di essere stati intercettati al largo di Mitilene, nelle acque di Lesbo, da una motovedetta greca, che li avrebbe bloccati e costretti a tornare indietro verso le acque turche, dopo aver tolto il motore e danneggiato uno dei tubolari pnaeumatici del gommone durante questa operazione. Il ribaltamento dello scafo e il conseguente naufragio sarebbero stati provocati proprio da questa avaria e dall’impossibilità di governare senza il motore.

(Fonte: Anadolu Agency, Daily Sabah, Aegean Boat Report)

Algeria-Spagna (Tipaza-Alicante), 24-25 settembre 2022

Quattro harraga risultano dispersi nel naufragio di una barca tra l’Algeria e la Spagna. L’allarme è scattato nel pomeriggio di sabato 24, quando al servizio d’emergenza spagnolo 112 sono state segnalate tre barche di migranti in difficoltà sulla rotta verso Alicante, alcune miglia al largo dell’arco di 20 chilometri di costa tra Benidorm e Carp. Due dei natanti sono stati avvistati e soccorsi in nottata, il terzo – uno scafo in fibra bianca, motore da 140 cavalli, con 14 persone a bordo – è stato trovato rovesciato da un elicottero da ricognizione del Salvamento Maritimo a circa 39 chilometri dalla riva. Una motovedetta, intervenuta poco dopo sul posto, ha recuperato 9 naufraghi, sbarcandoli poi ad Alicante. Un altro, un minorenne bisognoso di cure mediche, preso a bordo dall’elicottero è stato trasferito a Valencia. Contemporaneamente sono scattate le ricerche per i 4 che risultavano dispersi, ma non ne è stata trovata traccia. Le operazioni sono state ostacolate dalle cattive condizioni meteomarine.

(Fonte: Ong Cipimmd, sito web Helena Maleno, Europa Press, Agenzia Efe)

Algeria-Spagna (Murcia), 25-26 settembre 2022

Otto dispersi nel naufragio di una barca con 12 harraga algerini. La tragedia è avvenuta la sera di domenica 25 settembre, a diverse ore dalla partenza dall’Algeria occidentale sulla rotta per la costa di Murcia o Alicante. L’allarme è stato lanciato dall’equipaggio di un cargo, il Paloma Reefer, che intorno alle 16,30 ha avvistato due naufraghi diverse miglia al largo di San Pedro del Pinatar, meno di 40 chilometri a nord est di Cartagena. In quel momento tutta quell’area era investita da un violento temporale e il mare in burrasca, con onde alte e forte vento, rendeva pericoloso e difficile un intervento diretto della nave per il salvataggio. I primi soccorsi sono arrivati così da un elicottero, Helimer 223, che ha raggiunto e tratto in salvo i due naufraghi, trasferendoli ad Alicante e affidandoli alle cure del centro medico della Croce Rossa. Dalle loro dichiarazioni si è appreso così che a bordo, in Algeria, erano saliti in 12 e c’erano dunque 10 dispersi. Senza esito nelleprime 24 ore le operazioni di ricerca, condotte dallo stesso Helimer 223, dalla motovedetta della Croce Rossa Punta de Alga e dalla salvamar Leo del servizio di Salvamento Maritimo di Cartagena. La mattina di martedì 27 due dei dispersi sono stati trovati, in gravi condizioni, aggrappati a una gabbia di allevamento per la piscicoltura e subito trasferiti in ospedale ad licante.

(Fonte: Ser, El Espanol, Cope.es, La Razon, Ong Cipimmd, Efe Canarias, sito web Helena Maleno Caminando Fronteras)    

Polonia-Bielorussia (Granicy, fiume Swislocz), 25-27 settembre 2022

Una profuga congolese risulta dispersa durante un respingimento forzato dalla Polonia in Bielorussia attraverso il fiume Swislocz, poco più di 20 chilometri a est della città polacca di Granicy e una decina a ovest dell’abitato bielorusso di Svislac. Tutto lascia credere che sia annegata. Si chiamava Arlette e aveva 30 anni. Faceva parte di un gruppo di profughi, una sessantina in tutto, fermati dalla polizia in diverse operazioni nei pressi della linea di frontiera. Almeno 30 di loro – secondo quanto hanno riferito diversi attivisti polacchi – sono stati costretti a rientrare in Bielorussia passando a nuoto lo Swislocz (Svizlach) il fiume che, vicino a Granicy, segna il confine con la Bielorussia tra il villaggio di Dublany e la piccola città di Ozierany. I compagni hanno testimoniato di averla vista annaspare e poi sparire nella corrente, senza riuscire a fare nulla per prestarle aiuto. Da quel momento se ne sono perse le tracce. L’indomani la sua giacca è stata recuperata nel fiume, poco più a valle. Il ritrovamento è stato documentato con un video da Piotr Czaban, un volontario polacco, che martedì 27 ha presentato una relazione su tutta la vicenda.

(Fonte: Are You Syrious, siti web di Piotr Czaban e Marrta Gorczynska)           

Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 27-28 settembre 2022

Si sono perse le tracce di un giovane siriano – Wael Al Bar, 24 anni – che ha tentato di raggiungere Ceuta a nuoto dal Marocco. Risulta disperso dall’ultima settimana di agosto ma la notizia è emersa solo mercoledì 28 settembre quando i familiari, dopo averne aspettato e cercato contatti per oltre un mese senza risultati, si sono rivolti martedì 27 alla redazione del Faro de Ceuta. Studente a Casablanca dopo essere fuggito dalla Siria, Wael ha organizzato la traversata verso l’enclave spagnola insieme a tre amici marocchini originari di Tetouan. I quattro si sono dati appuntamento la notte tra il 25 e il 26 agosto, intorno all’una, vicino alla moschea di Castillejos (Fnideq), sul lungomare, in un punto noto come Edificio Hammamet, a circa 2 chilometri dalla linea di frontiera. E’ da qui che hanno preso il mare, decidendo di spingersi al largo per circa 1.500 metri in modo da aggirare la lunga scogliera antemurale del Tarajal. Dopo oltre due ore i tre ragazzi marocchini, vinti dalla fatica e dal freddo, hanno preferito tornare indietro, fino alla spiaggia di Castillejos, dove sono stati fermari dalla gendarmeria. Wael ha scelto di continuare. Da quel momento nessuno lo ha più visto. Uno dei compagni, appena è tornato in libertà, ha avvisato la famiglia di Wael, che non ne aveva più notizie e ne ha denunciato la scomparsa alla polizia. Le ricerche condotte a Ceuta e in Marocco nelle settimane successive non hanno dato esito. Da qui la decisione di rivolgersi al Faro de Ceuta per un appello.

(Fonte: El Faro de Ceuta)

Libia-Italia (Gargaresh, Tripoli),  27-28 settembre 2022             

Una squadra della Mezzaluna Rossa, su segnalazione della polizia, ha recuperato il cadavere di un migrante trascinato dal mare sulla spiaggia di Gargaresh, circa 10 chilometri a ovest dal centro di Tripoli. Dopo un primo esame sul posto, la salma è stata trasferita all’obitorio di Tripoli per completare le procedure legali in attesa della sepoltura. Non sono stati trovati elementi utili per l’identificazione o per stabilirne almeno la provenienza. A giudicare dallo stato di degrado deve essere rimasta in mare per diversi giorni.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Tunisia-Italia (Sousse), 30 settembre 2022

Tre migranti sono morti di un gruppo di 41 salpati dalla Tunisia e rimasti alla deriva per giorni prima di essere intercettati dalla Marina tunisina. Dalla barca, partita verso la fine di settembre dalla costa sud orientale sulla rotta per Lampedusa, erano entrati in contatto con la centrale di Alarm Phone per chiedere soccorso. Poi però le comunicazioni si sono interrotte. Silenzio totale fino al 30 settembre, quando alcune delle persone a bordo sono riuscite a contattare di nuovo Alarm Phone, riferendo che la barca era stata intercettata da una unità della Guardia Costiera al largo di Sousse (circa 140 chilometri a sud est di Tunisi e una ventina a ovest di Monastir) ma che 3 dei loro compagni erano morti durante il viaggio. I naufraghi sono stati sbarcati nel porto di Sousse.

(Fonte: Alarm Phone)

Marocco-Spagna (Sahara-Gran Canaria), 1 ottobre 2022

Trentatre vittime (4 migranti morti e 29 dispersi) su uno zodiac rimasto alla deriva nell’Atlantico sulla rotta per le Canarie. Uno solo del gruppo di 34 che era a bordo è sopravvissuto: un giovane di 27 anni originario della Costa d’Avorio, trovato in grave stato di ipotermia e disidratazione. Subsahariani anche tutti i suoi 33 compagni che non ce l’hanno fatta. Il gommone ha preso il mare da un tratto di litorale del Sahara Occidentale, tra al Aaiun e Bojador, prima della tempesta che si è scatenata tra il 22 e il 23 settembre nella zona delle Canarie e si è protratta per almeno 5 giorni prima di cominciare a decrescere. Dalle prime ore dopo la partenza non se ne è saputo più nulla fino a sabato primo ottobre, quando è stato casualmente avvistato 150 miglia nautiche (278 chilometri) a sud di Gran Canaria da un cargo in navigazione nella zona. A bordo c’era un solo giovane ancora in vita e, accanto a lui, quattro cadaveri. Dato l’allarme alla centrale operativa del Salvamento Martimo di Las Palmas, l’equipaggio della nave ha tratto in salvo il naufrago, ma le pessime condizioni del mare, con alte onde e vento forte, hanno impedito di recuperare anche i corpi. Un elicottero del Salvamento, Helimer 206, ha poco dopo provveduto a trasferire il superstite all’ospedale di Las Palmas mentre il Miguel Cervantes, un pattugliatore d’altura, ha lasciato la base di Gran Canaria per intercettare lo zodiac e recuperare i corpi. Appena è stato in grado di parlare, l’unico sopravvissuto ha riferito che si erano persi in mare 29 compagni. Si è appurato che il natante è uno di quelli che la Ong Caminando Fronteras aveva segnalato come scomparsi, lanciando un appello di ricerca e soccorso alla vigilia della bufera che ha investito le Canarie.

(Fonte: Helena Maleno Caminando Fronteras, Ong Cipimmd, La Provincia, Canarias 7, El Diario Canafrias, El Diario)      

Algeria-Spagna (Cabo de Palos, Cartagena), 3 ottobre 2022

Il cadavere di un migrante è stato avvistato in mare circa 600 metri al largo di Cabo de Palos, nelle acque del parco naturale marino, lungo la costa di Cartagena. A dare l’allarme è stato l’equipaggio di una barca da diporto. La salvamar Draco, del servizio di Salvamento Maritimo, ha poi provveduto al recupero e al trasferimento nell’obitorio dell’istituto di medicina legale di Catagena. A giudicare dallo stato di degrado, la salma deve essere rimasta in acqua almeno una settimana. Se ne ignora la provenienza ma non ci sono dubbi che si tratti di un harraga, probabilmente algerino, annegato nel tentativo di arrivare in Spagna. La Ong Caminando Fronteras ha lanciato un appello di ricerca per identificarlo.

(Fonte: Ong Caminando Fronteras, Quarta Edicion, Caso Abierto, La Verdad, Murcia Hoy)

Bielorussia Polonia (linea di confine Swislocz River), 3 ottobre 2022

Due profughi annegati nel fiume Swislocz, al confine tra Polonia e Bielorussia, nell’arco di poco più di due mesi, tra la fine di luglio e l’inizio di ottobre. Musa Hamid Eisa, un sudanese di 21 anni, è morto il 3 ottobre ma il suo corpo è stato ritrovato più di tre settimane dopo, martedì 25. La sua scomparsa è stata segnalata il giorno stesso della tragedia al giornalista e attivista per i diritti umani polacco Piotr Czaban da altri tre giovani sudanesi che erano con lui. Secondo la ricostruzione fatta, il piccolo gruppo ha tentato di entrare in Polonia dalla Bielorussia attraversando il fiume il cui corso, tra il villaggio di Dublany e la città di Ozierany, 25 chilometri più a nord, coincide con la linea di frontiera. Musa Hamid non sapeva nuotare bene: il peso dello zaino lo ha trascinato a fondo e non è più riemerso. Sulla base di questo racconto Czaban ha dato l’allarme, facendo scattare una operazione di ricerca che non ha dato esito. Nessuna notizia fino al 25, quando il cadavere è stato trovato da una pattuglia di agenti in servizio di ispezione lungo il confine. Nei giorni successivi c’è stato il riconoscimento ufficiale da parte dei familiari. La notizia riportata dalla stampa locale è stata poi rilanciata a livello internazionale da una inchiesta sulla situazione al confine Polonia-Bielorussia pubblicada dall’agenzia turca Anadolu. Nel contesto dell’inchiesta è emerso che due mesi porima circa, il 29 luglio, nello stesso tratto del fiume, a breve distanza dal punto in cui è morto Musa Hamid Eisa, era annegato un altro giovane, in circostanze simili. Inizialmente sconosciuto è stato in seguito identificato come un migrante egiziano detto Mahmoud.

(Fonte: Anadolu Agency, Gamingdeputy, sito web Piotr Czaban)   

Algeria-Spagna (Ain Taya, Algeri), 5 ottobre 2022

Un ragazzo algerino è annegato in un naufragio sulla rotta per la Spagna. Era su una piccola barca salpata la notte di martedì 4 ottobre dal litorale di Ain Taya, circa 20 chilometi a est di Algeri. A bordo erano in 16, tutti algerini, probabilmente troppi rispetto alla tenuta dello scafo. Il naufragio è avvenuto nelle acque algerine. I soccorritori sono riusciti a recuperare 15 naufraghi, poi fatti sbarcare ad Algeri. Senza esito le ricerche del giovane harraga che risultava disperso.

(Fonte: Ong Cipimmd Clemente Martin) 

Marocco-Spagna (Al Aaioun –Canarie), 5 ottobre 2022

Cinquantatre migranti sono morti nel tentativo di arrivare dal Marocco alle Canarie. La tragedia risale alla fine del mese di marzo ma è venuta alla luce solo il 5 ottobre. A denunciarla è stata una ragazza marocchina, Rachida Machrouhi, che su quella barca aveva il fratello Hadi, di 33 anni, e che ora fa parte di un collettivo costituito in Marocco da familiari dei migranti dispersi con l’obiettivo di chiedere al governo di Rabat di organizzare una campagna sistematica di ricerca per aiutarli ad avere notizie. Il caso riferito da Rachida alle autorità e poi all’agenzia di stampa Efe è emblematico. Hadi – ha raccontato la sorella – si è imbarcato il 27 marzo dalla costa di Al Aaium (Laayoune), nel Sahara Occidentale. Tutti a bordo erano marocchini: Hadi di Guelmin, oltre 400 chilometri a nord est di Aaium, gli altri di Beni Melal e di Kelaat Sraghna, due città dell’entroterra, distanti oltre 200 chilometri da Casablanca. Data e luogo della partenza sono certi perché poco prima di salire sulla barca Hadi ha telefonato ai familiarui per informarli. Da quel momento non si è saputo più nulla di lui. Né lui né i suoi 52 compagni sono mai arrivati alle Canarie. Alcuni giorni dopo quella telefonata la barca è stata intercettata dalla Marina marocchina: a bordo c’erano 12 cadaveri. Nessuna traccia, scomparsi, gli altri 41 migranti, incluso Hadi. Rachida è stata più volte a Rabat per chiedere informazioni su tutti i dispersi, senza però ricevere risposte ed anzi rilevando una sostanziale inerzia da parte delle autorità marocchine. Da qui la decisione di aderire al collettivo dei familiari dei migranti scomparsi che periodicamente organizza marce e manifestazioni di protesta di fronte al ministero degli esteri di Rabat e alle sedi di altre istituzioni governative. La denuncia all’agenzia Efe sulla vicenda in cui è scomparso Hadi Machrouhi, è stata fatta appunto in occasione di una di queste manifestazioni.

(Fonte: El Diario edizione del 5 ottobre 2022)

Niger (Agadez), 4-6 ottobre 2022

Un giovane senegalese è morto all’inizio di ottobre ad Agadez, dove era rimasto bloccato dopo aver tentato di attraversare il Sahara verso la Libia o l’Algeria. Lo ha comunicato Mactar Dan Yayé, di Alarm Phone Sahara, in una intervista trasmessa l’otto ottobre da Radio Melting Pot, come ultimo esempio delle numerose vittime che si registrano in Niger tra i migranti a causa della chiusura delle tradizionali vie di migrazione attraverso il paese provocata dagli accordi firmati con l’Unione Europea nel vertice di Malta del novembre 2015. Il giovane, già provato dalle fatiche nel deserto, si è ammalato e non si è più ripreso. “Proprio l’altro ieri (tra il 4 e il 6 ottobre: ndr) – ha riferito Mactar – lo abbiamo seppellito.. Si era ammalato così gravemente che quando siamo stati contattati dalla famiglia, che non riusciva a contattarlo e ci chiedeva aiuto per ritrovarlo, io stesso mi sono occupato della cosa ma, appena iniziata la ricerca, ho appreso che purtroppo era deceduto il giorno stesso, per cui abbiamo provveduto a seppellirlo, informando i familiari e la sua ambasciata”. 

(Fonte: Melting Pot, Alarm Phone Sahara)

Turchia-Grecia (Kythera), 5-6 ottobre 2022

Quindici vittime nel naufragio di una barca a vela carica di profughi, all’altezza dell’isola di Kythera (Citera), a sud del Peloponneso. A bordo c’erano 95 persone, partite dalla Turchia, presumibilmente sulla rotta verso l’Italia, almeno due giorni prima. Le condizioni meteomarine, non buone già al momento della partenza, sono progressivamente peggiorate. Nel tratto di mare tra la Grecia e Creta, nelle ore del naufragio, soffiavano venti forza 7-8 con raffiche fino a 9-10. La barca ne è stata travolta: ingovernabile anche a causa del sovraccarico, è stata spinta verso l’isola di Khytera, dove si è schiantata contro una scogliera, spezzandosi in due. Circa 20 minuti prima dello schianto, intorno alle 20,45 di mercoledì 5 ottobre, da bordo sono riusciti a lanciare una richiesta di aiuto al numero di emergenza 112, senza però specificare la posizione precisa. Scattato l’allarme, sono iniziate ricerche sia via mare che sulla costa. Intorno alle 22, un’ora dopo il naufragio, il relitto è stato individuato in una zona vicina al porto di Diakofti, incastrato sugli scogli ai piedi di un’alta parete rocciosa. I soccorsi, condotti sia via terra che in mare, si sono protratti per tutta la notte e nella mattinata di giovedì 6, recuperando progressivamente 80 naufraghi: alcuni che erano riusciti ad aggrapparsi agli scogli issati dai vigili del fuoco fino alla sommità della parete rocciosa, altri recuperati in acqua da unità della Marina, della Guardia costiera, e di varie associazioni di volontari, inclusi gruppi specializzati in questo genere di operazioni. Almeno 7 corpi senza vita sono stati visti flottare nel mare in tempesta. Nessuna traccia degli altri 8 naufraghi.

(Fonte: Aegean Boat Report, Efsyn, Ekathimerini, Associated Press, Nawal Soufi)

Turchia-Grecia (Lesbo), 6 ottobre 2022

Ventotto vittime (18 morti e 10 dispersi) in un naufragio, nell’Egeo, tra la Turchia e la Grecia. Le condizioni meteo erano pessime, con venti forza 7-8 e onde alte e violente ma la barca ha preso ugualmente il mare, partendo dalla costa di Aivalik prima dell’alba di giovedì 6 ottobre. A bordo erano in 38 (non 40 come emerso in un primo momento), quasi tutte donne di origine subsahariana. Puntavano verso Lesbo. La tragedia è avvenuta a nord est dell’isola, sul litorale del villaggio di Loutropolis Thermis, dove la barca è stata spinta dal vento e dalle correnti contro una scogliera, affondando poi rapidamente. I soccorritori sono riusciti a trarre in salvo solo 10 naufraghi, tutte donne. Nelle ore successive sono stati recuperati 18 cadaveri: 16 di donne e due di ragazzi minorenni. Le ricerche degli altri 10 naufraghi dispersi sono continuate per l’intera giornata e l’indomani, ostacolate dalle pessime condizioni del mare. “Le donne che abbiamo potuto salvare – ha riferito Nikos Kokkalas, portavoce della Guardia Costiera – erano tutte in sttao di panico e non sono state in grado di raccontare cosa è successo e come mai a bordo fossero appunto quasi tutte giovani donne subsahariane”.

(Fonte: Aegean Boat Report, Efsyn, Ekathimerini, Reuters, Cyprus Mail, Agenzia Ana Mpa, Can, Nawal Soufi, Al Arabiya)

Algeria-Spagna (Orano e Tipasa), 6-7 ottobrer 2022

Venticinque vittime (14 più 11) nei naufragi di due barche sulla rotta tra l’Algeria e la Spagna. Ne ha dato notizia tra il 6 e il 7 ottobre il sito web del Centro di identificazione migranti morti e dispersi. La Ong spagnola diretta da Francisco Josè Clemente Martin aveva allertato già mercoledì 5 ottobre che si erano persi i contatti con una decina di natanti salpati dalle coste algerine. Quasi tutti sono poi arrivati in Spagna o comunque sono stati rintracciati. Per due, partiti uno lunedì 3 e l’altro martedì 4, la traversata si è risolta in una strage. La prima barca – uno scafo in fibra di colore bianco, con un motore fuoribordo da 100 cavalli – ha preso il mare dal litorale di Orano, puntando verso l’Andalusia. A bordo c’erano 15 profughi siriani, tutti uomini. Il naufragio è avvenuto nelle acque sotto il controllo dell’Algeria. Una unità della Marina ha trovato un solo naufrago ancora in vita. Morti o dispersi gli altri 14.  Il secondo natante – 12 harraga algerini a bordo, con un motore da 40 cavalli – è partito dalla zona di Tipasa, circa 370 chilometri a est di Orano. Forse l’obiettivo erano le Baleari ma non ce l’ha fatta ad uscire neanche dalla fascia delle acque territoriali algerine, affondando poche ore dopo la partenza. Anche in questo caso le operazioni di ricerca e soccorso sono state condotte dalla Marina algerina, ma le motovedette intervenute sono riuscite a salvare soltanto un naufrago. Scomparsi in mare gli altri 11.

(Fonte: sito web Ong Cipimmd, Heroes del Mar) 

Libia (Sabratha), 6-7 ottobre 2022

Almeno 15 migranti sono stato uccisi a Sabratha in un conflitto a fuoco tra bande rivali di trafficanti. Si sarebbe trattato di un vero e proprio agguato nel momento in cui, nella notte tra giovedì 6 e venerdì 7 ottobre, le vittime, forse insieme ad altri migranti, si stavano imbarcando per iniziare la traversata verso Lampedusa. I corpi sono rimasti nella barca bloccata sulla battigia. Secondo quanto scrivono Sabratha Online ed altre testate locali, infine, prima o poco dopo l’alba c’è stato un altro assalto: i trafficanti hanno prelevato il motore e le scorte di carburante e poi cosparso di benzina e incendiato lo scafo con i cadaveri. Secondo alcune fonti sarebbe stato usato anche un razzo incendiario. La strage sarebbe stata originata da un contrasto sulla gestione del traffico di esseri  umani tra clan diversi. Anzi, secondo un accreditato analista della situazione libica, Jale Harchaoui, l’attacco potrebbe essere stato organizzato per “punire” un gruppo di migranti decisi a fuggire verso verso l’Italia senza sottostare al ricatto dei criminali che gestiscono il “mercato” degli imbarchi e delle “spedizioni”. I cadaveri, in gran parte carbonizzati, sono stati recuperati nella mattinata di venerdì 7 ottobre dalla Mezzaluna ossa e trasferiti all’obitorio di Sabratha. Le autorità libiche negano che ci sia stata una sparatoria e parlano genericamente di nauifragio. Senza spiegare però come possa essersi sviluppato il furioso incendio che ha completamente divorato lo scafo in legnodella barca sulla battigia. E senza tener conto delle evidenti macchie di sangue documentate in varie foto.

(Fonte: Migrant Rescue Watch, Libya Observer, Avvenire, Televideo Rai News)

Marocco-Spagna (rotta delle Canarie), 8-9 ottobre

Almeno 100 migranti (forse 107, secondo i dati della Ong Caminando Fronteras) risultano scomparsi nell’Atlantico tentando di raggiungere le Canarie dal Marocco. Erano su due barche salpate dalla costa marocchina occidentale intorno al 23-24 settembre, alla vigilia della tempesta tropicale che si è scatenata nella zona a partire dal 26 settembre e che ha raggiunto l’apice nei giorni successivi. Il primo allarme è stato lanciatoda Helena Maleno, di Caminando Fronteras, nella tarda serata di venerdì 23 settembre. Il 25 un allarme analogo è stato lanciato da Alarm Phone. Entrambe le Ong hanno segnalato che, mentre si stava scatenando la bufera, c’erano in mare diverse barche cariche di migranti. Nei giorni successivi due barche sono arrivate alle Canarie e tre sono rientrate in Marocco, una autonomamente e due intercettate dalla Marina marocchina. Delle ultime due, però, nessuna notizia, tanto che Alarm Phone martedì 28 ha rinnovato l’appello di ricerca. Giovedì 30 un ennesimo, disperato dispaccio: “Temiano il peggio per le persone a bordo delle due barche sulla rotta atlantica per le Canarie.  Risultano disperse ormai da una settimana in condizioni meteomarine terribili. Anche le autorità spagnole hanno confermato di non averne notizia”. Infine, sabato 8 ottobre, la segnalazione che conferma i timori peggiori: “Le due barche con 100 persone risultano scomparse sulla rotta per le Canarie. Sono passate ormai più di due settimane ed abbiamo ormai perso ogni speranza che quelle persone siano ancora in vita”. Tutto lascia credere, cioè, che si siano verificati due naufragi, senza superstiti, durante la tempesta.

(Fonte: Alarm Phone, Helena Maleno Ong Caminando Fronteras)

Turchia-Grecia (Orfeas, frontiera dell’Evros), 9 ottobre 2022

Un profugo è morto e altri due sono rimasti feriti tentando di fuggire e nascondersi nel timore di essere catturati ed espulsi dalla Grecia da parte della polizia. I tre facevano parte di un piccolo gruppo che, varcata la frontiera dell’Evros, si erano rifugiati, per passare la notte, in un bosco vicino a Orfeas, una piccola città distante una trentina di chilomettri dalla linea di confine. Secondo le notizie fornite da alcune Ong, svegliati in piena notte dall’arrivo di un’auto, temendo che si trattasse di una pattuglia della polizia di frontiera, si sono gettati in un canalone. Una scelta dettata dalla paura che si è risolta in tragedia: uno è annegato, un altro si è spezzata una gamba e un terzo ha riportato ferite e contusioni al volto e in più parti del corpo. Quando hanno realizzato che non si trattava della polizia ma solo di una macchina in transito hanno chiesto aiuto, segnalando la loro posizione anche ad Alarm Phone.

(Fonte: Alarm Phone, sito web Nawal Soufi)

Libia-Italia (Zawiya-Lampedusa), 9-11 ottobre 2022

Diciassette vittime (9 corpi recuperati e 8 dispersi) in un gruppo di oltre cento migranti su un gommone in avaria rimasto alla deriva per circa 24 ore al largo di Al Ajilat, al confine tra la Libia e la Tunisia, poco al di fuori dalle acque territoriali. Partiti la notte tra sabato 8 e domenica 9 settembre dal litorale di Zuwara, oltre 100 chilometri a ovest di Tripoli, puntavano verso Lampedusa. L’emergenza è scattata nella giornata di domenica 9. A dare l’allarme (specificando le coordinate: 33° 25’ nord e 11° 41’ est) è stata la centrale di Alarm Phone, che ha intercettato una richiesta di aiuto drammatica: il motore aveva smesso di funzionare, lo scafo imbarcava acqua perché uno dei tubolari pneumatici si stava sgonfianco e di alcune delle persone a bordo, cadute in mare, non si aveva più traccia. Nessuno per ore ha risposto agli appelli e anche Alarm Phone ha perso i contatti. Nel primissimo pomeriggio di lunedì 10, poi, la Guardia Costiera libica ha comunicato di aver raggiunto il gommone e che, come avevano riferito i naufraghi nella richiesta di aiuto, c’erano effettivamente dei dispersi, senza però specificarne il numero. La conferma della tragedia si è avuta martedì 11, quando il distaccamento di polizia di Zawiya (dove i naufraghi sono stati sbarcati) ha comunicato che sul relitto o aggrappati ai rottami erano stati recuperati 9 cadaveri e 88 persone ancora in vita, alcune delle quali hanno subito riferito che mancavano altri 8 del gruppo imbarcato. Le ricerche di questi dispersi non hanno dato alcun esito. Dopo lo sbarco, i superstiti sono finiti in un centro di detenzione.

(Fonte: Alarm Phone, Migrant Rescue Watch, Libya Observer)   

Turchia-Grecia (Akyarlar-Kos), 11 ottobre 2022

I cadaveri di due profughi sui trent’anni sono stati trovati in mare poco al largo dell’isola di Kos: erano all’altezza di Lambi Beach, il punto più vicino alla costa turca di Akyarlar, distante meno di 7 chilometri. Il primo è stato avvistato casualmente da una nave in transito, il cui comandante ha poi avvertito la Guardia Costiera di base nel porto di Kos. Una motovedetta ha raggiunto la zona, recuperando il corpo segnalato e poco dopo, a breve distanza, ha trovato il secondo cadavere. Entrambe le vittime indossavano una muta da sub e pinne: proprio questo particolare ha indotto a trarre la conclusione che si tratti di due profughi annegati nel tentativo di raggiungere Kos a nuoto. Le due salme sono state trasferite nell’obitorio dell’ospedale di Kos, a disposizione della magistratura.

(Fonte: Ana Mpa)

Marocco-Spagna (Tarfaya-Fuerteventura), 11 ottobre 2022

Una donna è morta su uno zodiac in rotta per le Canarie dal Marocco prima che arrivassero i soccorsi. Il gommone, partito da Tarfaya, la città marocchina più vicina all’isola di Fuertenventura, è rimasto in mare per più giorni prima di essere intercettato. A bordo erano saliti in 56, tra cui 3 donne e un bambino. Quando è stato avvistato, nel pomeriggio di martedì 11 ottobre, era ancora decine di chilometri a est di Fuerteventura. La centrale di coordinamento per le emergenze 112 ha mobilitato per i soccorsi una salvamar del Salvamento Maritimo, che ha raggiunto il natante intorno alle 16,30. La donna ormai senza vita è stata trovata al momento del trasbordo dei naufraghi sulla salvamar. I compagni hanno riferito che era morta poche ore prima. Lo sbarco è avvenuto dopo le 19 a Puerto del Rosario

(Fonte: El Diario, sito web Helena Maleno Caminando Fronteras)

Tunisia-Italia (Trapani), 10-12 ottobre 2022

Almeno 3 morti e un solo superstite nel naufragio di una barca di migranti sulla rotta tra la Tunisia e la Sicilia. E’ molto probabile che ci siano altri naufraghi dispersi. Si è trattato di un naufragio “fantasma”: non se ne è avuta notizia fino a quando non sono stati casualmente trovati il primo cadavere e l’unico superstite. A dare l’allarme, lunedì 10 ottobre, è stato un mercantile che ha avvistato due naufraghi 40 miglia a sud ovest di Trapani: uno è stato tratto in salvo, l’altro, quando lo hanno raggiunto e portato a bordo, era ormai senza vita. Sulla base di questa segnalazione, la Guardia Costiera e la Guardia di Finanza hanno condotto una vasta operazione nella zona, recuperando altri due cadaveri che sono stati poi sbarcati a Trapani. Laricerca si è protratta fino a mercoledì 12, con l’intervento anche di un elicotttero, ma senza alcun esito. E’ dato per certo che il natante affondato provenisse dalla Tunisia. Potrebbe essere una barca salpata da Sfax l’otto ottobre con 18 persone (tra cui 5 donne e un bambino). Alarm Phone ne ha denunciato la scomparsa lunedì 10, su segnalazione dei familiari di alcuni dei migranti a bordo. La rotta e i tempi sono compatibili con il ritrovamento dell’unico superstite e dei tre cadaveri nelle acque a sud ovest di Trapani.

(Fonte: Qds.it, Sicilianews, Newsicilia, Sky Tg 24, Sito web Medici Senza Frontiere, La Stampa, Repubblica Sicilia, Agenzia Ansa, Alarm Phone)

Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 12 ottobre 2022

Due giovani marocchini sono scomparsi in mare, in tempi e circostanze diverse, nel tentativo di raggiungere Ceuta a nuoto. Entrambi i casi sono stati segnalati dai familiari dei ragazzi che, non avendone più notizia, si sono rivolti alle autorità marocchine e spagnole ed hanno lanciato un appello di ricerca attraverso la redazione del Faro de Ceuta, rispettivamente il 12 e il 14 ottobre. Il primo è un ventiquattrenne, Arafa Sadiqi. Per quanto se ne sa, ha tentato l’impresa la notte tra martedì 11 e mercoledì 12 ottobre, prendendo il mare da una spiaggia di Castillejos. Indossava una muta da sub e pinne. Da quel momento non se ne è saputo più nulla. D’altra parte, fino all’ultimo momento ha tenuta segreta la sua intenzione di fuggire in Spagna, non parlandone né in famiglia né con gli amici più stretti. L’altro ragazzo, Jawad Niya, pur essendo di Castillejos, a sud di Ceuta, la sera del 12 ha provato ad attraversare il confine dal versante nord, all’altezza della diga foranea di Benzù, distante oltre 7 chilometri dalla linea di confine meridionale. Anche lui indossava muta da sub e pinne. E anche di lui si è persa ogni traccia dal momento in cui ha preso il mare. Alle autorità spagnole non risulta che sia arrivato a Ceuta e d’altra parte non c’è stata più alcuna comunicazione con la famiglia.

(Fonte: El Faro de Ceuta edizioni del 12 e del 14 ottobre)

Marocco-Spagna (El Aaiun-Canarie), 13 ottobre 2022

Ventidue vittime nel naufragio di uno zodiac carico di migranti sulla rotta tra il Sahara Occidentale e le Canarie. Il gommone risulta salpato dalla costa di El Aaiun la sera di mercoledì 12 ottobre. A bordo erano in 52, di cui 44 maghrebini e 8 subsahariani. L’allarme è scattato nelle prime ore del mattino di giovedì 13, quando Helena Maleno, della Ong Caminando Fronteras, ha ricevuto una disperata richiesta di aiuto da parte di familiari di alcuni dei migranti. Nella comunicazione si diceva che uno dei tubolari pneumatici si stava sgonfiando e che lo scafo aveva ceduto e imbarcava acqua. Una situazione d’emergenza evidente, che avrebbe richiesto un’azione immediata, con elicotteri di pronto intervento, soprattutto da parte di Rabat visto che lo zodiac, nella rotta verso Gran Canaria o Fuerteventura, si trovava ancora nelle acque marocchine. I soccorsi sono arrivati invece diverse ore pià tardi, quando 22 persone erano già scomparse in mare. Le vittime sono 16 marocchini e 6 subsahariani. I 30 naufraghi superstiti (2 subsahariani e 28 marocchini, tra cui 4 donne e 4 bambini) sono stati sbarcati a El Aaiun).

(Fonte: Helena Maleno Ong Caminando Fronteras, El Diario)    

Tunisia-Italia (costa tra Madhia e Chebba), 13 ottobre 2021

I corpi di 15 migranti, buona parte dei quali subsahariani, sono affiorati tra la sera del 12 e la giornata del 13 ottobre sulla costa orientale della Tunisia. Erano disseminati sull’arco di costa lungo circa 35 chilometri che va, in direzione nord-sud, da Madhia a Salakta e, procedendo ancora più verso sud, fino a Chebba. Avvistati da abitanti del posto e da alcuni pescatori mentre flottavano sulla battigia o a poca distanza dalla riva, sono stati recuperati dalla Guardia Costiera e dalla Mezzaluna Rossa e trasferiti negli obitori locali, per essere sottoposti ad autopsia. A giudicare dallo stato di conservazione, le 15 salme sono rimaste in acqua per parecchi giorni prima di essere trovate. Tutto lascia credere che siano vittime di un naufragio sulla rotta per Lampedusa, rimasto sconosciuto fino a quando sono comparsi i primi corpi senza vita. Se questa ipotesi ha fondamento, è verosimile che ci siano anche dei dispersi.

(Fonte: Anadolu Agency, Gulfnews World, Thenationalnews, Tap News Agency, Menafn, Cde News, Reuters, Usnews)  

Algeria-Spagna (Tipaza), 14 ottobre 2022

Dodici giovani harraga algerini risultano dispersi in mare nel tentative di raggiungere la Spagna su una piccola barca con motore fuoribordo. Si sa per certo che sono partiti il 4 ottobre da Tipaza, poche decine di chilometri a ovest di Algeri e oltre 370 a est di Orano, puntando presumibilmentre verso le coste della Murcia o le Baleari. Da quel momento se ne sono perse le tracce. L’allarme è stato lanciato da alcuni familiari che, non ricevendo più notizie, dopo alcuni giorni ne hanno denunciato la scomparsa, rivolgendosi per un appello di ricerca anche alla Ong Cipimd di Malaga, specializzata in questo genere di operazioni di rintraccio. Nel contesto delle ricerche sono state pubblicate su canali online le foto di tutti i dodici giovani ma non sono arrivate segnalazioni utili di alcun genere. Si è diffusa anche la voce che la barca si fosse rovesciata e che c’era un solo superstite ma non ci sono state conferme.

(Fonte: Ong Cipimd)

Algeria-Spagna (Bahr Saidia, Marocco), 17 ottobre 2022

Il cadavere di un harraga algerino – Sassi Nasser Hamdou, 27 anni – è stato trascinato dal mare sulla spiaggia di Bahr Saidia, in Marocco, a breve distanza dalla linea di confine con l’Algeria. Segnalato da alcuni abitanti del posto, lo a recuperato sulla battigia una squadra della Protezione Civile, trasferendolo poi  nell’obitorio dell’ospedale Al Farabi di Oujda. Come ha riferito la Ong Association Marocaine des Droits Humains, è stato possibile identificarlo grazie al ritrovamento di una carta d’identità in una tasca degli abiti. Stando allo stato di conservazione, la salma è rimasta in acqua più di qualche giorno. Secondo la polizia il giovane è annegato dopo essersi imbarcato in Algeria in una località poco al di là del confine, nel tentativo di raggiungere le coste spagnole.

(Fonte: Nadorcity.com) 

Algeria-Spagna (Ain Temouchent – Andalusia), 19 ottobre 2022

Almeno 12 morti (ma potrebbero essere 17) nel naufragio di una barca di migranti algerini al largo di Orano. Non ci sono superstiti e proprio questo rende difficile stabilire il numero preciso delle vittime, perché le notizie su quanti fossero gli harraga saliti a bordo sono discordanti. Quello che è certo è che la barca è partita sabato 15 ottobre dal litorale di Ain Temouchent, poco più di 80 chilometri a sud ovest di Orano, puntando verso le coste andaluse. Da quel momento se ne sono perse le tracce, tanto che i familiari di alcuni dei migranti hanno lanciato l’allarme, denunciandone la scomparsa. La conferma dei timori che si fosse verificata una tragedia si è avuta mercoledì 19, quando è stato avvistato e recuperato in mare il cadavere di uno dei ragazzi del gruppo, facendo scattare una operazione di ricerca a largo raggio. Nelle ore successive una unità della Marina algerina ha trovato il relitto della barca. Nessuna traccia degli altri harraga e nessuna speranza di ritrovarli in vita.

(Fonte: Ong Cipimd Malaga)

Etiopia-Libia-Italia (Agedabian e Khums), 20 ottobre 2022

Almeno 75 profughi eritrei hanno perso la vita in un naufragio fantasma e 3 nei giorni precedenti, durante il viaggio verso la costa libica. In totale, 78 vittime. Pochi giorni dopo altri 5 profughi eritrei sono annegati nelle acque di Khums (Qoms), cercando di sottrarsi alla cattura da parte della Guardia Costiera libica.

Il naufragio fantasma. La tragedia in cui hanno trovato la morte 78 persone si è consumata nell’arco di circa 4 settimane, dall’inizio di settembre al 3 ottobre, ma è venuta alla luce solo quasi 20 giorni dopo grazie alle testimonianze degli unici 6 superstiti pubblicate da Paolo Lambruschi sul quotidiano Avvenire giovedì 20 ottobre. L’odissea è iniziata con un primo gruppo di 50 giovani eritrei, tutti sui vent’anni, i quali – fuggiti ad Addis Abeba dai campi profughi Onu del Tigrai sconvolto dalla guerra iniziata nel novembre 2020 – sono partiti in camion verso la Libia, con l’intenzione di imbarcarsi poi per l’Italia. A organizzare la “spedizione” è stato uno dei trafficanti eritrei più noti, Abdul Razak, che ha preteso 6.500 dollari a testa per l’intero viaggio, inclusa la traversata del Mediterraneo. Prima di varcare il confine con il Sudan tre di loro, tra cui una donna, sono morti soffocati nel rimorchio sigillato del camion. Poco dopo le donne del gruppo sono state separate dagli uomini e violentate. Non solo: quando hanno potuto riunirsi ai compagni ne mancavano quattro, sicuramente sequestrate dai trafficanti. Ai poco più di 40 profughi rimasti i trafficanti, alle soglie della Libia, ne hanno aggiunti un’altra quarantina, anch’essi tutti eritrei, ciascuno previo versamento di un “ticket” di 4.500 euro. Due giorni dopo aver superato la frontiera sudanese gli 80 e più profughi hanno raggiunto Agedabian, in Cirenaica (160 chilometri a sud di Bengasi e oltre 850 a est di Tripoli), dove sono stati consegnati al trafficante libico Madhi, il quale, asserendo di non aver ricevuto alcun compenso da Abdul Razak, ha estorto a furia di torture e maltrattamenti altri 1.000 dollari a ciascuno dei profughi, per l’imbarco e per il breve soggiorno prima della partenza. L’intero gruppo il 19 settembre è stato caricato su un gommone, affidato alla guida di due egiziani. Un natante precario e pericolosamente sovraccarico, tanto che dopo meno di due ore di navigazione si è rovesciato. Quattro delle poco più di 80 persone a bordo sono annegate subito. Le altre sono riuscite ad aggrapparsi o a risalire sul relitto, che è andato alla deriva, senza alcuna possibilità di chiedere aiuto perché tutti i cellulari o i satellitari erano stati perduti in mare. Un’agonia che si è protratta per quattordici giorni, durante i quali quasi tutti i naufraghi sono morti di sete, di stenti e di sfinimento. Quando, il 3 ottobre, le correnti hanno risospinto quello che restava del gommone sulla costa della Cirenaica i soccorritori hanno trovato a bordo 15 cadaveri e 7 soli naugfraghi ancora in vita ma ormai allo stremo, tanto che uno, una donna, è morto poco dopo. I superstiti risultano così soltanto 6: si chiamano Aman, Habdom, Brhane, Byniam, Alex e Dejen. Appena 6 a fronte di almeno 78 vittime (75 in mare e 3 nel deserto) e di 4 ragazze rimaste in balia dei trafficanti.

I 5 morti di Khums. Risulta ci sia un grosso trafficante eritreo – Medhane Yedego detto “Il Generale” – anche dietro il caso dei 5 profughi annegati al largo di Khums, poco meno di 120 chilometri a est di Tripoli. Facevano parte di un gruppo di una sessantina di eritrei che Medhane ha fatto partire all’inizio di ottobre sulla rotta per Lampedusa. Il gommone su cui i profughi erano stati caricati non ha navigato a lungo: era ancora nelle acque libiche quando è stato intercettato da una unità della Guardia Costiera. Piuttosto che essere bloccati e ricondotti in un centro di detenzione quei cinque giovani si sono gettati in acqua, tentando di raggiungere a nuoto la riva, ma sono tutti scomparsi in mare. “Tra loro – ha riferito Paolo Lambruschi – c’era il medico Meari Haile, 35 anni, che curava a Tripoli le vittime dei raid di miliziani e polizia”.

(Fonte: Avvenire, servizio di Paolo Lambruschi) 

Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 20 ottobre 2022

Un giovane guineano risulta disperso in mare dopo essere caduto fuoribordo sulla rotta tra la Tunisia e Lampedusa. Era insieme ad altri 33 migranti subsahariani (tra cui 4 donne) su una barca salpata da Sfax intorno alle 21 di martedì 18 ottobre. Dell’incidente, acccaduto nelle acque tunisine, non si è saputo nulla fino alla sera di giovedì 20, quando il natante è stato intercettato da una motovedetta italiana. Secondo quanto hanno riferito i compagni, il giovane sarebbe finito in mare, inabissandosi rapidamente insieme a uno dei motori della barca che si era staccato. Il natante, uno scafo in metallo lungo 7 metri, ha continuato a navigare lentamente verso Lampedusa, finché è stato intercettato e soccorso dalla motovedetta Cp 324 della Guardia Costiera italiana. I 33 a bordo hanno subito segnalato la scomparsa del loro compagno, ma le ricerche sono risultate estremamente difficili perché fuori dalla zona di competenza italiana e per di più senza sapere nemmeno con precisione in quale punto delle acque tunisine il giovane sia finito in mare.

(Fonte: Agrigentonotizie, Il Sicilia.it, Live Sicilia). 

Algeria-Spagna (Orano-Almeria), 20 ottobre 2022

Il cadavere di un harraga algerino è stato avvistato nel Mare di Alboran, senza riuscire a recuperarlo, nel corso di una operazione di soccorso a due barche cariche di migranti sulla rotta tra la costa di Orano e quella andalusa di Almeria. Il primo allarme è scattato quando un mercantile ha segnalato alla centrale operativa del Salvamento Maritimo di Almeria di aver avvistato un relitto e diversi naufraghi in acqua. Si trattava di una barca con almeno 10/12 persone partita circa 4 giorni prima e di cui era stata segnalata la scomparsa. Nella zona dell’emergenza è arrivata poco dopo la salvamar Spica, che ha tratto in salvo alcuni dei naufraghi ancora in acqua e preso a bordo anche quelli recuperati dal mercantile. Quasi contemporaneamente è scattato l’allarme per una seconda barca in gravi difficoltà nello stesso tratto di mare. Per i soccorsi è intervenuta una motovedetta della Guardia Civil, affiancata da un elicotero della Marina francese. Ed è stato appunto l’equipaggio dell’elicotter a segnalare che c’era in mare il corpo senza vita di un migrante, ma la motovedetta non è riuscita a raggiungerlo in tempo per recuperarlo prima che si perdesse tra le onde e le ricerche successive non hanno dato alcun esito. Ventuno complessivamente i naufraghi tratti in salvo dal mercantile e dalle due motovedette, ma non si esclude che, oltre al cadavere avvistato, ci siano altri dispersi.

(Fonte: Europa Press Andalucia, Ideal, Ong Cipimd Malaga)

Algeria-Spagna (Orano-Almeria), 21 ottobre 2022

Cinque vittime (3 migranti morti e 2 dispersi) in un naufragio al largo di Orano. La barca, uno scafo semirigido con motore fuoribordo, aveva preso il mare poche ore prima sulla rotta per Almeria dall’Algeria, con a bordo 23 persone. Era ancora nelle acque algerine quando, forse a causa del sovraccarico e delle cattive condizioni meteo, si è rovesciata di colpo, scaraventando tutti in acqua. Quando i soccorritori sono arrivati hanno trovato e recuperato 18 naufraghi ancora in vita. Poco dopo sono stati avvistati 3 cadaveri: un uomo, una donna e un bambino. Nessuna traccia degli ultimi due.

(Fonte: Ong Cipimd Malaga)

Tunisia-Italia (Lampedusa), 21 ottobre 2022

Due piccoli di 10 mesi e un anno, un bimbo e una bimba, sono morti ustionati per una esplosione a bordo di una barca con una quarantina di migranti in rotta tra la Tunisia e Lampedusa.. La madre di uno dei piccini risulta dispersa. Quella dell’altro, incinta di un altro figlio, è stata ricoverata in condizioni critiche a Palermo. Grave un altro bambino di due anni a causa di profonde ustioni in tutto il corpo. Ustionati o feriti almeno altri 5 migranti. La tragedia è avvenuta al limite tra la zona Sar maltese e quella italiana, in un tratto di mare di competenza di La Valletta ma molto più vicino a Lampedusa che a Malta. L’allarme è stato dato, nelle prime ore del mattino, da un peschereccio tunisino che si trovava a non grande distanza e che è stato il primo ad accorrere e a prestare soccorso, prendedo a bordo numerosi naufraghi. Ai pescatori si è poi unita, sotto il coordinamento maltese, una motovedetta della Guardia Costiera italiana, che ha prelevato e trasferito a Lampedusa tutti i naufraghi, complessivamente 38, oltre ai corpicini dei due bimbi. Senza esito le ricerche della donna scomparsa, caduta in mare – hanno riferito i compagni – al momento dell’esplosione. Non è chiaro se sia esploso il fuoribordo oppure una delle taniche con il carburante di riserva a causa di una scintilla scaturita dal motore che i migranti stavano cercando di riavviare dopo un guasto. Sta di fatto che allo scoppio è seguito un violento incendio, che ha investito le persone sedute a poppa e in particolare, appunto, i due bambini poi morti a causa delle ustioni. Esclusa l’ipotesi avanzata inzialmente che l’esplosione sia avvenuta a bordo o al centro della barca, perché in questo caso lo scafo non avrebbe retto, affondando rapidamente, mentre è rimasto a galla senza troppi danni e teneva ancora il mare quando è stato abbandonatio alla deriva dopo che tutti i naufraghi sono stati soccorsi e portati sul molo del porto di Lampedusa. Giunti sull’isola, un elicottero ha prelevato la donna e il bimbo con le ustioni più gravi per trasferirli in ospedale a Palermo. La Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta.

(Fonte: Agrigentonotizie, Avvenire, Il Fattto Quotidiano, Agenzia Ansa, Il Giornale di Sicilia, Alarm Phone, Mediterranean Hope, La Repubblica)

Algeria-Spagna (Ain El Turk), 21-22 ottobre 2022

Quattro migranti, tra cui un bambino e una donna, sono stati uccisi da militari della Marina algerina che non hanno esitato a sparare per bloccare uno zodiac appena salpato verso le coste dell’Andalusia. Della strage, perpetrata la notte tra  venerdì 21 e sabato 22 ottobre, non si è saputo nulla fino a quando, tra domenica 23 e lunedì 24 ottobre, ne hanno parlato prima la Ong Association Marocaine des Droits Humains e poi alcuni organi di stampa marocchini, che se ne sono interessati in particolare perché una delle vittime è una giovane harraga originaria di Ahfir, una città al confine tra il Marocco e l’Algeria. Il gommone è partito da una spiaggia di Ain Eel Turk, circa 20 chilometri a ovest di Orano. A bordo pare ci fossero 15/20 harraga algerini e marocchini, inclusa la giovane donna di Ahfir, Fawzia Bakush, di 30 anni, che circa due mesi prima aveva raggiunto la zona di Orano proprio per cercare un imbarco verso la Spagna. I militari della Guardia Costiera algerina sono arrivati quando lo zodiac aveva preso da poco il mare. I particolari di quanto è accaduto da quel momento non sono chiari. Non risulta che le autorità algerine abbiano fornito informazioni. Sta di fatto che sono stati esplosi numerosi colpi di arma da fuoco contro il natante, sicuramnete ad altezza d’uomo tanto che più di qualcuno a bordo è rimasto ferito e quattro (la donna marocchina, un bambino e due uomini) sono stati uccisi, I cadaveri sono stati trasferiti nell’obitorio ospedaliero di Ain El Turk.

(Fonte: Ong Association Marocaine des Droits Humains, Morocco World News, Nadorcity.com)

Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 22 ottobre 2022

Una bimba subsahariana di poche settimane è scomparsa in mare in un naufragio avvenuto nei pressi dell’isolotto di Lampione, circa 18 chilomettri da Lampedusa. La barca, uno scafo di appena sette metri, era partita da Sfax giovedì 20 ottobre, con a bordo ben 72 migranti: 39 uomini, 25 donne e 8 ragazzi o bambini, originari di Sierra Leone, Guinea, Nigeria, Ghana e Mali. Ha navigato per quasi due giorni, arrivando nella serata di sabato 22 nelle acque della zona Sar italiana. Era all’altezza di Lampione quando si è avvicinata per i soccorsi la motovedetta G-128 della Guardia di Finanza. Vedendo la nave, i migranti a bordo si sono spostati istintivamente sul lato da cui arrivava, sbilanciando così l’assetto già precario dello scafo, che si è rovesciato di colpo. Di fronte alla grave emergenza improvvisa l’equipaggio della motovedetta ha chiesto l’intervento anche di altre unità per cercare di recuperare tutti i naufraghi. Sembrava inizialmente che non ci fossero vittime ma, appena presi a bordo, un uomo e una donna hanno segnalato che la loro bambina gli era sfuggita dalle braccia al momneto del naufragio, scomparendo in mare. A Lampione sono state inviate tutte le unità di soccorso disponibili a Lampedusa, ma fino a notte della piccola non si è trovata traccia.

(Fonte: Agrigentonotizie, Il Giornale di Sicilia, La Sicilia, Agenzia Ansa, Repubblica Palermo).

Algeria-Spagna (Ain El Turk), 23 ottobre 2022

cadaveri di tre migranti algerini sono stati trascinati dasl mare sulla costa di Ain El Turk, 20 chilometri a est di Orano, su un arco di circa 6 chilometri di litorale. Il primo, un giovane di circa 20 anni, è affiorato sulla battigia di Paradise Plage, poco più di 2 chilomegtri dall’abitato di Ain El Turk. Il secondo, quello di una donna sui trent’anni, è stato trovato poco dopo un po’ più a est, sulla spiaggia di Belle Vue. Sulla scia di questi ritrovamenti è stata organizzata una operazione di ricerca nella zona, con l’intervento anche di una squadra di otto sommozzatori, e tre chilometri più a est, a Saint Rock, è stato recuperato il cadavere di un uomo di circa trent’annni. Le tre salme sono state trasferite dalla Protezione Civile nell’obitorio dell’ospedale di Medjber Tami, a disposizione della magistratura. Si tratta certamente delle vittime del naufragio di una barca salpata verso l’Andalusia. Nei giorni precedenti la scoperta era stata segnalata la scomparsa di diverse barche. In particolare una con almeno 10 harraga a bordo (9 uomini e una donna) partita dalla costa di Orano tra sabato 15 e domenica 16 ottobre.

(Fonte: Le Quotidien d’Oran).  

Tunisia-Italia (Lampedusa), 23-24 ottobre 2022

Quattro dispersi in mare (una donna e tre uomini) in seguito al naufragio di una barca di migranti circa 24 miglia al largo di Lampedusa. Il natante – uno scafo in resina di 5 metri con un piccolo motore fuoribordo – veniva dalla costa tunisina. A bordo c’erano 30 giovani subsaharuiani, provenienti da Liberia, Camerun, Costa d’Avorio, Guinea, Senegal, Gambia e Mali. Nella serata di domenica 23 ottobre sono entrati nella fascia delle 24 miglia di mare di pertinenza italiana. Ancora 12 miglia e sarebbero arrivati nelle acque territoriali, ma erano ormai allo stremo ed hanno lanciato un Sos che è stato captato a Lampedusa. Dall’isola è stata fatta patire in soccorso una motovedetta della Guardia Costiera, la Cp 324, che ha raggiunto la barca verso l’alba di lunedì 24. La tragedia si è verificata proprio in quei momenti, con la stessa dinamica di quella avvenuta poche ore prima vicino all’isolotto di Lapione (nota del 22 ottobre: ndr):  vedendola avvvicinarsi, molti dei migranti si sono spostati d’istinto sulla fiancata verso cui la nave stava accostando, compromettendo l’assetto già precario della barca, che si è rovesciata di colpo. I guardacoste sono riusciti a raggiungere e a portare in salvo 26 naufraghi (22 uomini, 3 donne e un ragazzino), ma degli altri 4 non è stata trovata traccia nonostante le ricerche condotte fino a sera inoltrata. Tra i superstiti, subto dopo lo sbarco una bambina è stata ricoverata in grave stato di ipotermia.

(Fonte: Agrigentonotizie, Tg La 7 edizione delle 13,30, Il GViornale di Sicilia, La Sicilia, Agenzia Ansa, Repubblica)

Tunisia (Libia) – Italia (Lampedusa), 24 ottobre 2022

I cadaveri di quattro migranti (2 donne e 2 uomini) sono affiorati in mare aperto, a parecchie miglia da Lampedusa. Ad avvistarli e recuperarli nel pomeriggio è stata una unità della Guardia Costiera impegnata nelle ricerche dei 4 dispersi del naufragio avvenuto durante la notte tra domenica 23 e lunedì 24 ottobre (nota del 23-24: ndr), 24 miglia a sud ovest dell’isola. Non si tratta sicuramente delle persone di cui era stata segnalata la scomparsa poche ore prima: lo escludono sia il fatto che i dispersi cercati sono tre uomini e una donna (mentre in questo caso le donne sono due), sia la constatazione che quei quattro corpi sono rimasti a lungo in acqua, come dimostra lo stato di degrado piuttosto avanzato.  Resta un mistero da dove provengano. Tutto lascia pensare al naufragio fantasma di una barca proveniente dalla Libia o più probabilmente dalla Tunisia e che, dunque, potrebbero esserci altre vittime. In attesa delle decisioni della magistratura le salme, dopo lo sbarco al molo Favarello, sono state trasferite nell’obitorio del cimitero.

(Fonte: Agrigentonotizie)

Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 24-25 ottobre 2022

Due gemelline di meno di un mese di età sono morte su una barca partita da Sfax per Lampedusa. Premature, pesavano una circa due chili e l’altra meno di  un chilo e 300 grammi. Proprio questo grave sottopeso le ha uccise. In Tunisia erano in cura fin dalla nascita, ma con speranze di sopravvivenza pressoché nulle. I loro genitori, una giovane coppia originaria della Guinea, si erano così imbarcati pensando che in Italia le due piccole avrebbero avuto maggiori possibilità. La barca è partita da Sfax alle 4 del magtino di domenica 24 ottobre. A bordo, oltre alla coppia e alle bimbe, c’erano altre 58 persone: 28 uomini, 17 donne e 13 minori.provenienti da Gambia, Guinea, Sierra Leone e Costa d’Avorio. Durante la navigazione hanno cercato di accudirle come meglio potevano ma verso le 3 di lunedì 24 sono morte entrambe. Alcune ore più tardi la barca è stata raggiunta da una motovedetta della Guardia Costiera salpata da Lampedusa, la Cp 319, che ha recuperato tutti i migranti a bordo e le due bimbe ormai senza vita. Dopo lo sbarco al molo Favorolo, i due corpicini sono stati composti nell’obitorio del cimitero dell’isola.

(Fonte: Agrigentonotizie, Europa Today, Triesteprima, Agenzia Ansa)

Libia-Italia (zona Sar Malta), 24-25 ottobre 2022

Sei migranti sono caduti in acqua e annegati sulla rotta tra la Libia e l’Italia alcune ore prima dell’arrivo dei soccorsi. Erano con altri 113 migranti su un gommone in avaria rimasto alla deriva per giorni e intercettato martedì 25 ottobre,  nella zona Sar maltese, dalla nave della Ong tedesca Humanity 1. Le operazioni di soccorso sono state difficili sia per le condizioni del natante sia perché, durante le operazioni, è scattata l’emergenza per un’altra barca con 22 persone. La scoperta che c’erano sei vittime è stata fatta quando, con tutti i naufraghi ormai al sicuro sulla Humanity 1, alcuni superstitiè del gruppo di 113 hanno riferito che la notte prima sei loro compagni erano scivolati fuoribordo, perdendosi in mare senza che si potesse fare nulla per cercare di salvarli. Prima di questi due interventi la Humanity 1 aveva soccorso un’altra barca con a bordo 45 persone.

(Fonte: sito web Ong Humanity 1, Repubblica, La Sicilia)

Algeria-Spagna (Orano), 25 ottobre 2022

Il cadavere di una giovane migrante, affiorato sulla battigia di una delle spiagge di Orano, è stato recuperato da personale della Protezione Civile e trasferito nell’obitorio dell’ospedale, a disposizoonedella magistratura. A giudicare dallo stato di degrado, deve essere rimasto in acqua per più giorni. Non sono emersi elementi utili per poterlo identificare o stabilirne almeno la provenienza, ma nei giorni precedenti era stata segnalata la scomparsa di più di una barca di harraga algerini partiti dalla costa oranese, nel nord ovest dell’Algeria, sulla rotta verso l’Andalusia.

(Fonte: Ong Cipimmd Clemente Martin).

Algeria-Spagna (Mostaganem), 26 ottobre 2022

Almeno 6 migranti morti (ma forse 10) in un naufragio al largo dell’Algeria sulla rotta verso le coste di Almeria, in Andalusia. Non ci sono superstiti. La barca – un piccolo scafo in resina di colore bianco e blu, con un motore Yamaha da 40 cavalli – risulta partita prima delle quattro del matttino di martedì 25 ottobre dal litorale di Mostaganem, circa 80 chilometri a est di Orano. Da quando ha preso il mare se ne sono perse le tracce. La conferma che si era verificata una tragedia si è avuta nel pomeriggio di mercoledì 26, quando è stato avvistato e recuperato in mare il cadavere di una donna. A bordo c’erano come minimo 6 persone, ma secondo altre fonti una decina, tra cui donne e bambini. Il fatto che nessuno sia sopravvissuto rende difficile stabilire il numero esatto delle vittime.

(Fonte: Ong Cipimd Malaga)  

Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 27 ottobre 2022

Due vittime (una donna e un uomo) al largo di Lampedusa nel naufragio di una barca con 33 migranti, rimasta in mare per quasi una settimana. Il natante (uno scafo in legno di otto metri) era partito da Sfax, sulla costa sud orientale della Tunisia, venerdì 21 ottobre. Pare che un’avaria lo abbia mandato alla deriva per giorni, fino a quando, arrivato ad alcune miglia dalle Pelagie, è affondato dopo essersi rovesciato. Una motovedetta della Guardia Costiera ha recuperato i 31 naufraghi ancora in vita (tra cui 9 donne e un ragazzo minorenne) e poco dopo ha avvistato il cadavere di uno dei dispersi, una donna proveniente dalla Guinea. Senza esito le ricerche dell’altra vittima, un profugo della Costa d’Avorio. I supersiti sono stati sbarcati sul molo Favarolo insieme alla salma, trasferita poi nell’obitorio del cimitero dell’isola.

(Fonte: Agrigentonotizie, Repubblica, La Sicilia)

Libia-Malta-Italia (Tobruk-Crotone), 27 ottobre 2022

Due morti tra i circa 700 migranti arrivati a Crotone dopo essere stati prelevati in mare da un vecchio peschereccio. Il battello era partito tra domenica 23 e lunedì 24 ottobre da Tobruk, in Cirenaica, quasi contemporaneamnete a un altro peschereccio con quasi 600 persone a bordo. I due natanti hanno navigato praticamente in coppia verso La Valletta e l’Italia fino a raggiungere la zona Sar maltese. Nella notte tra lunedì e martedì 25 il motore del primo peschereccio è andato in avaria. La richiesta di aiuto lanciata da bordo è stata raccolta da Alarm Phone, che l’ha rimbalzata alle centrali Mrcc maltese e italiana. I dispacci si sono fatti via via più drammatici. In uno, in par ticolare, si è segnalato che un migrante era morto ed altri erano ormai allo stremo, privi di conoscenza. I soccorsi sono arrivati dalla nave Diciotti, della Guardia Costiera, solo quando il peschereccio ha raggiunto la zona Sar italiana. Un intervento molto difficile e rischioso, sia per le condiziooni del mare sia per il gran numero di persone da recuperare, che di per sé rendevano instabile lo scafo.  Durante il trasbordo si è avuta la conferma che due migranti erano morti, come segnalato nelle richieste di soccorso: uno caduto in mare e recuperato dai compagni ormai privo di vita, e un altro probabilmente per sfinimento. Le salme sono state trasferite al cimitero di Crotone- Il secondo peschereccio è stato soccorso da unità della Guardia Costiera partite da Messina, Catania e Augusta.

(Fonte: Agenzia Ansa, Rai News 24, sito web Alarm Phone)

Iran-Germania (Teheran-Francoforte), 27 ottobre 2022    

Il cadavere di un giovane profugo iraniano è stato trovato nel vano carrelli di un aereo arrivato a Francoforte da Teheran. Non sono emersi elementi per poterlo identificare ma appare evidente che deve essere riuscito a nascondersi sull’aereo – l’Airbus A-340 della Lufthansa – qualche ora prima della partenza, nella speranza di poter fuggire dal paese. Nessuno si è accorto di nulla neanche subito dopo l’atterraggio. A scoprire il corpo è stata una squadra di tecnici dei servizi di manutenzione quando l’aereo è stato spostato dalla pista in un hangar. A causare la morte, secondo i medici, sono state le bassissime temperature durante il volo e probabilmente lo schiacciamento dovuto ai meccanismi di rientro del carrello.

(Fonte: Infomigrants, Nadorcity.com)

Algeria-Spagna (Mostaganem), 28 ottobre 2022

La famiglia ha riconosciuto il corpo di un giovane migrante algerino che il mare aveva trascinato sul litorale di Mostaganem due giorni prima, tra il 25 e il 26 ottobre. Lo stato di conservazione tende a escludere che si tratti di una delle vittime (almeno 6) del naufragio della barca partita alle 4 del mattino del 25 ottobre dalla costa di Mostaganem (nota del 26 ottobre: ndr). Si ritiene che il giovane sia annegato in precedenza e in circostanze diverse su un’altra barca che seguiva la stessa rotta verso l’Andalusia e che il suo corpo sia rimasto in acqua più di qualche giorno prima del ritrovamento.

(Fonte: Ong Cipimmd Clemente Martin Malaga)

Marocco-Spagna (Tarfaya-Canarie), 28 ottobre 2022

Una giovane migrante è morta su uno zodiac alla deriva nell’Atlantico, sulla rotta tra il Marocco occidentale e le Canarie. La notizia è stata data da Helena Maleno, della Ong Caminando Fronteras. Nulla dalle autorità marocchine. Si sa per certo comunque che il gommone era partito con 58 persone a bordo dalla zona di Tarfaya, il tratto di costa del Marocco più vicino alle isole spagnole di Fuerteventura e Lanzarote. Non è chiaro cosa sia accaduto durante la navigazione. Sta di fatto che lo zodiac è rimasto in balia del mare fino a quando è stato intercettato da una motovedetta della Marina marocchina. Quando l’unità è arrivata la donna era già morta. Sia i naufraghi che il cadavere sono stati sbarcatii a Tarfaya.

(Fonte: sito web Helena Maleno Caminando Fronteras).

Libia-Italia (Al Mutrad, Zawiya), 28 ottobre 2022

Il cadavere di un migrante è stato avvistato mentre flottava in mare, a brevissima distanza dalla riva, nella zona di Al Mutrad, circa 15 chilometri a ovest di Zawiya e una sessantina da Tripoli. Dopo un primo sopralluogo della polizia, una squadra della Mezzaluna Rossa lo ha recuperao e trasferito nell’obitorio di Zawiya. Non sono emersi elementi per poterlo identificare o stabilirne almeno la provenienza. A giudicare dallo stato di degrado deve essere rimasto in acqua per più giorni.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)   

Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 29 ottobre 2022   

Un giovane migrante subsahariano è annegato nel tentativo dii raggiungere Ceuta a nuoto dal Marocco. Ha preso il mare da una spiaggia di Castillejos (Fnideq), con l’obiettivo di varcare il confine al largo, all’altezza del varco del Tarajal, nella frontiera sud dell’enclave spagnola. Da quel momento nessuno lo ha più visto. Probabilmente poco esperto del nuoto, aveva con sé come galleggiante un pneumatico per auto, con cui sperava di poter approdare sulla spiaggia del Tarajal. Le forze non lo hanno retto: vinto dalle correnti e dal freddo, è scomparso in acqua e nel tardo pomeriggio di sabato 29 ottobre il suo corpo è stato spinto dalle onde verso sud, sul litorale di Castillejos, di fronte all’hotel Ibis, dove è stato recuperato da personale della Protezione Civile e trasferito nell’obitorio ospedaliero.

(Fonte: El Faro de Ceuta, sito web Helena Maleno Caminando Fronteras)  

Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 29 ottobre 2022

Un giovane marocchino – Mohamed Mohamed, 25 anni – risulta disperso nel tentativo di raggiungere Ceuta a nuoto. Le sue tracce si perdono tra il 21 e il 22 ottobre, quando ha preso il mare da una spiaggia di Castillejos per cercare di superare la linea di frontiera all’altezza della scogliera del Tarajal, nella zona meridionale dell’enclave spagnola. In precedenza si era rivolto a degli scafisti per poter arrivare in Spagna con una moto d’acqua, ma era stato costretto a rinuciare perché non aveva denaro sufficiente per pagare la cifra richiesta per il trasporto. Da qui la decisione di tentare a nuoto, non si sa se da solo o con uno o più compagni. La famiglia ha atteso invano sue notizie per un settimana, facendo ricerche, rimaste senza esito, anche a Ceuta e negli ambienti dei giovani harraga decisi a cercare di arrivare in territorio spagnolo. Alla fine, sabato 29 ottobre, ha scelto di lanciare un appello tramite la redazione del Faro de Ceuta, ma Mohamed non risulta tra i migranti arrivati a Ceuta nei giorni precedenti.

(Fonte: El Faro de Ceuta)

Algeria-Spagna (Orano-Almeria), 31 ottobre 2022

Due harraga algerini, costretti a scendere in acqua dalla barca ad oltre un centinaio di metri dalla riva, sono annegati nel mare di Almeria. Il batttello, partito dalla costa di Orano con una ventina di migranti (incluse donne e qualche bambino), è arrivato in piena notte, tra domenica 30 e lunedì 31 ottobre, all’altezza della spiaggia di El Perdigal, vicino a Cabo de Gata. Ancora pochi minuti e avrebbe toccato terra ma all’ultimo momento lo scafista, temendo che sulla spiaggia ci fosse una pattuglia della Guardia Civil in servizio contro gli sbarchi e deciso a rientrare al più presto in Algeria, si è rifiutato di proseguire, non esitando a colpire con estrema violenza, pare con un bastone, i primi due migranti e costringendoli a gettarsi in mare quando la spiaggia era ancora troppo lontana per raggiungerla a nuoto. Qualche minuto e i due sono scomparsi nel buio. Anche altri sono stati duramente percossi, per farli saltare in acqua, ma l’avvistamento in lontananza di una motovedetta della Guardia Civil ha indotto lo scafista ad approdare. L’uomo, subito dopo aver toccato terra, si è dato alla fuga. I compagni delle vittime sono stati rintracciati poco più tardi. Uno ha riportato gravi ferite per i colpi ricevuti sulla barca, ,tanto da dover essere ricoverato d’urgenza nell’ospedale El Toyo di Almeria.

(Fonte: Europa Press, Diario de Almeria, Ong Cipimmd Malaga)

Turchia-Grecia (Kusadasi-Samos), 31 ottobre 2022

Otto profughi dispersi in un naufragio nell’Egeo al largo di Samos. Solo quattro i supersiti. Il natante era partito nelle prime ore del mattino dalla costa anatolica del distretto di Kusadasi. La tragedia si è verificata nella tarda mattinata, nelle acque greche di fronte al porto di Samiopoula, sul versante meridionale dell’isola, poco più di 40 chilometri a sud est della città di Samo. L’allarme è stato dato da un peschereccio che verso mezzogiorno ha recuperato due naufraghi, un uomo e una donna, i quali hanno subito riferito che la loro barca si era rovesciata mentre puntavano verso la costa dell’isola e che a bordo erano in 12.  Nel primo pomeriggio una motovedetta dell’agenzia Frontex ha trovato e tratto in salvo altri 2 naufraghi, entrambi uomini. Le ricerche degli otto dispersi, condotte da una unità di Frontex, un cargo e un elicottero da ricognizione, si è protratta sino a notte, senza alcun esito.

(Fonte: Efsyn, Associated Pfress, News Channel 13, Ana Mpa, Aegean Boat Report, Ekathimerini)

Turchia-Grecia-Italia (stretto di Kafireas), 1 novembre 2022

2lmeno 56 vittime (20 cadaveri recuperati e 34 migranti dispersi) nell’Egeo sulla rotta Turchia-Grecia-Italia. Soltanto 12 i superstiti. Erano su una barca a vela salpata intorno al 30 ottobre da Smirne con a bordo 68 tra curdo-iracheni, iraniani, afghani e qualche egiziano. La tragedia si è consumata nella notte fra il 31 ottobre e il primo novembre nello stretto di Kafireas, il braccio di mare largo meno di 10 chilometri che separa l’isola di Eubea da quella di Andros. Nella zona le condizioni meteomarine erano molto difficili, con onde alte e violente, vento forza 7 e raffiche fino a forza nove. Una situazione che ha in breve reso ingovernabile la barca. Da bordo sono partite varie richieste di soccorso. A quanto pare, però, senza riuscire a specificare le cordinate precise della posizione. Drammatici i messaggi arrivati, insieme ad alcuni video, alla Ong Aegean Boat Report poco più di mezz’ora dopo la mezzanotte. “Stiamo imbarcando acqua – dice un uomo parlando in sorani, la lingua curda dell’Iraq settentrionale – Sbrigatevi a salvarci. Ancora dieci minuti e la barca andrà a fondo. Ci sono un sacco di persone. Molti sono bambini”. Nel filmato si vedono decine di disperati, per lo più donne e bambini. Pochissimi hanno il giubbotto di salvataggio. Il naufragio deve essere avvenuto poco dopo questi appelli, prima che i soccorsi arrivassero nella zona dell’emergenza, a meno di 500 megtri dalla riva. La conferma che si era compiuta una tragedia si è avuta  verso l’alba, quando 9 naufraghi, tutti  uomini, sono stati trovati sull’isolotto disabitato di Mandilou, poco più che uno scoglio, che erano riusciti a raggiungere a nuoto. Recuperati dalla Guardia Costiera, sono stati loro a riferire che erano partiti in 68 da Smirne, come ha poi confermato il portavoce della marina greca Nikos Kokkala. Dopo questo primo salvataggio, le operazioni di ricerca sono proseguite per l’intera giornata, fino a notte, condotte da guardacoste greci, navi dell’agenzia Frontex e da alcuni cargo, ma fortemente ostacolate dal maltempo, che ha impedito l’impiego di unità minori. Nella tarda mattinata uno dei naufraghi dispersi è stato recuperato aggrappato a un relitto da una nave commerciale e poi trasferito con una motovedetta nell’ospedale di Karystios, nel sud di Eubea. Tra martedì sera e la giornata di mercoledì 2 novembre, oltre a recuperare i corpi di 20 dei dispersi, sono stati avvistati e tratti in salvo ancora 2 naufraghi, che erano riusciti a resistere nuotando per ore. I superstiti risultano così dodici. Nella giornata di giovedì 3 sono stati trovati altri 2 cadaveri.

(Fonte: Efsyn, Associated Press, Reuters, Al Jazeera, Aegean Boat Report, Anadolu Agency, Ekathimerini, Ana Mpa, Al Arabiya, Avvenire, La Stampa)

Libia-Italia (Tajoura), 2 novembre 2022

I cadaveri di due migranti sono affiorati al largo del litorale di Tajoura, meno di 30 chilometri a est di Tripoli, Segnalati da alcuni pescatori a qualche chilometro dalla riva, li ha recuperati una motovedetta della Guardia Costiera, trasferendoli poi all’obitorio dell’ospedale, in attesa del nulla osta per l’inumazione. Non sono stati trovati elementiper poterli identificare né per stabilirne la provenienza, ma non ci sono dubbi che siano vittime di un naufragio avvenuto sulla rotta tra la Libia e Lampedusa. A giudicare dallo stato di degrado le due salme sono rimaste in acqua per più giorni prima del ritrovamento.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Marocco-Spagna (Dakhla-Canarie), 3 novembre 2022

Almemo 34 morti in un naufragio nell’Atlantico, sulla rotta per le Canarie, nelle acque del Sahara occidentale, poco a sud di Dakhla. La tragedia è avvenuta il 28 ottobre ma se ne è avuta notizia solo il 3 novembre. I dettagli sono pochissimi. Nulla dalle autorità marocchine. Ne ha parlato per prima la piattaforma di soccorso Alarm Phione, che l’ha appresa da fonti locali nel contesto delle ricerche condotte sulla sparizione di una barca partita proprio dal litorale di Dakhla il 23 ottobre e della quale hanno denunciato la scomparsa tre giorni dopo, lunedì 26, i familiari di alcuni dei 52 migranti subsahariani che erano a bordo. Il giorno stesso della segnalazione la Ong, oltre a lanciare un appello di ricerca, ha allertato sia la marina marocchina che il Salvamento Maritimo spagnolo. La centrale operativa delle Canarie ha confermato di aver fatto scattare una operazione di ricerca a largo raggio, che si è protratta per più giorni ma non ha prodotto alcun risultato. Dopo questa comunicazione, il primo novembre la Ong ha lanciato un nuovo appello, precisando che la barca dispersa non era sicuramente arrivata alle Canarie e che, a 9 giorni dalla partenza, nonostante i ripetuti tentativi, i familiari non erano ancora riusciti a stabilire nessuna forma di contatto con i 52 migranti dispersi. Nella tarda mattinata del 3 novembre, poi, è trapelata la notizia dei 34 cadaveri avvistati in mare al largo di Dakhla. “Non possiamo confermare – ha comunicato Alarm Phone – che questi morti siano migranti del gruppo di 52 che abbiamo segnalato alle autorità il 26 ottobre. Possiamo però dire che questa perdita di vite umane è la diretta conseguenza del blocco delle frontiere deciso dalla Ue”.

(Fonte: Alarm Phone, note dal 26 ottobre al 3 novembre)

Algeria-Spagna (Orano), 23 dicembre 2022

Quattordici vittime nel naufragio di una barca di haraga algerini e marocchini al largo di Orano. Due i superstiti. E’ accaduto lunedì 19 dicembre ma non se ne è avuta notizia fino a venerdì 23, quando ne ha avuto conferma la Ong spagnola Cipimd che si occupa delle ricerche di migranti morti o dispersi lungo le rotte versio la Spagna. La barca risulta partita nelle prime ore del mattino ma ha navigato verso le coste dell’Andalusia solo per circa 25 chilometri. Era ancora nelel acque algerine quando a bordo si è sviluppasto un violento incendio, seguito da un’esplosione. Uno dei migranti è stato avvolto dalle fiamme, un altro ha subito un grave colpo in testa. Poco dopo lo scafo ha ceduto e si è inabissato. I soccorritori hanno potuto recuperare due soli naufraghi ancor ain vita. Tra le vittime anche una donna e un bambino.

(Fonte: Ong Cipimd Clemente Martin)

Algeria-Spagna (Algeri-Boumerdes – Baleari), 30 novembre 2022

Non si sa più nulla di almeno 36 migranti algerini partiti tra l’otto e il nove novembre sulla rotta per le Baleari dall’arco di circa 50 chilometri di costa che va da Algeri a Boumerdes. L’allarme è stato lanciato, su segnalazione dei familiari di molti dei dispersi, dalla Ong spagnola Cipimd, che si occupa della ricerca dei migranti morti o comunque scomparsi. Nel dispaccio pubblicato sul web il 13 novembre da Francisco Josè Clemente Martin, responsabile della Ong, si parla di oltre 50 migranti (di cui  non meno di 13 subsahariani) che hanno preso il mare su più barche. Di 36 degli algerini le famiglie hanno anche diffuso le foto, nella speranza di facilitare le ricerche. Gli accertamenti condotti dalla Ong non hanno dato esito: i dispersi non risultano né tra i migranti arrivati alle Baleari fino a giovedì 13 novembre né tra gli ospiti dei centri di accoglienza spagnoli controllati a partire da lunedì 14. “Abbiamo verificato ovunque, inclusi i centri di identificazione, ma purtroppo non c’è nessuno di loro”, ha scritto Clemente Martin la sera del 14. Assodato che in Spagna non sono arrivati, si può ipotizzare che almeno qualcuna delle barche sia rientrata sulla costa africana o sia stata intercettata dalla Marina algerina. Ma questa ipotesi sembra da escludersi quanto meno per i 36 di cui è stata pubblicata la foto, nessuno dei quali si è messo in contatto con le famiglie dopo un eventuale “blocco” da parte della polizia o della Guardia Costiera di Algeri. La Ong Cipimd, infatti, ha rilanciato il caso sabato 19 novembre ribadendo che a più di 10 giorni dalla partenza non si sapeva ancora nulla di loro. Nulla anche nei giorni successivi: a tre settimane da quando si sono imbarcati risultano scomparsi in mare.

(Fonte: Heroes del Mar e Ong Cipim note del 13 novembre e giorni seguenti)

Algeria-Spagna (Cabo de Gata, Almeria), 3 novembre 2022

Dieci harraga dispersi in un naufragio a sud est di Cabo de Gata, litorale di Almeria, sulla rotta tra l’Algeria e la Spagna. Tre soltanto i superstiti. La barca, partita dal litorale di Orano, ha raggiunto le acque dell’Andalusia nella tarda serata di mercoledì 2 novembre. Le condiizoni meteo erano in rapido peggioramento. La tragedia a 18 miglia dalla costa andalusa, causata probabilmente da un colpo di mare: lo scafo si è rovesciato di colpo e i 13 a bordo sono stati scaraventati in acqua. L’allarme è stato lanciato dopo le 19 dall’equipaggio di un mercantile, il Sarah M, che ha visto e recuperato un naufrago aggrappato al relitto, avvertendo contemnporaneamente la centrale operativa del Salvamento Maritimo. Sul posto sono stati inviati un elicottero e la salvamar Spica, che ha preso a brdo il naufrago e iniziato le ricerche degli altri. Nel corso della notte alla salvamar Spica è subentrata la Algenib, mentre venivano allertate dell’emergenza tutte le unità in transito nela zona. Ed è stato appunto un cargo, il Merwedegracht, ad avvistare e recuperare gli altri 2 superstiti, sempre a sud est di Cabo de Gata ma a 21 miglia dal luogo del naufragio, tre in più, dove erano stati trtascnati dalla corrente. Dalla nave i due, in forte stato di ipotermia, sono stati trasbordati sulla Algenib e da qui su un elicottero Helimer 202 che li ha trasferiti in ospedale ad Almeria..Le ricerche dei dispersi sono proseguite per tutto il giorno ma il maltempo ha costretto a interromperle verso le 18,30.

(Fonte: Europa Press, Diario de Almeria, Ong Cipimd, Helena Maleno)

Libia.Malta.Italia (zone Sar Malta e Libia), 4 novembre 2022

Due migranti sono morti prima dei soccorsi su una barca rimasta alla deriva per oltre quattro giorni nel Mediterraneo centrale tra la Libia e l’Italia. A bordo c’erano 36 persone, partite fra il 30 e il 31 ottobre dalla costa cirernaica, puntando verso Malta e la Sicilia. L’allarme è scattato martedì primo novembre quando la piattaforma Alarm Phone ha ricevuto una richiesta di aiuto, subito girata alle centrali Mrcc maltese e italiana. Nelle ore successive la Ong ha perso i contatti con la barca. Silenzio totale fino alle prime ore di giovedì 3 novembre quando da bordo sono rusciti di nuovo a mettersi in comunicazione, riferendo che la situazione era ormasi disperata e che due giovani del gruppo erano morti. L’odissea si è protratta per altre 24 ore, fino al mattino di venerdì 4 novembre, quando la barca è stata intercettata dalla Zagara, una nave cisterna in navigazione tra Bengasi e l’Italia, che ha preso a bordo i 34 naufraghi e i due cadaveri. Il giorno prima la stessa nave avevas soccorso un’altra barca con 27 naufraghi.

(Fonte: Alarm Phone)

Libia-Malta-Italia (Al Mutaifa, Bengasi),  7 novembre 2022

Il cadavere di un migrante è affiorato sul litorale di Al Mutaifa, a Bengasi, in Cirenaica. Segnalato alla polizia mentre flottava sulla battigia, lo ha recuperato una squadra della Mezzaluna Rossa, trasferendolo poi all’obitorio del Jalaal Hospital. Non sono stati trovati elementi per poterlo identificare o stabilirne comunque la provenienza, ma non ci sono dubbi che si tratti di un giovane annegato sulla rotta tra la Cirenaica, Malta e l’Italia.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Italia-Francia (frontiera Ventimiglia), 7 novembre 2022

Un migrante afghano è stato travolto e ucciso sull’autostrada, all’altezza della linea di frontiera, tra Ventimiglia e Mentone. Si chiamava Ahmed Safi, aveva appena 19 anni ed era arrivato n Italia solo da pochi giorni. La tragedia è avvenuta all’interno della galleria Dal Monte. Stando alla ricostruzione fatta dalla polizia stradale, il ragazzo si era nascosto in un Tir e, superata la barriera italiana, è saltato in mezzo all’autostrada prima di uscire dalla galleria e poi ha attraversato la carreggiata per incamminarsi verso la Francia sulla corsia di marcia che conduce in Italia, procedendo in senso contrario al traffico. E’ riuscito a fare solo pochi passi: un’auto diretta verso Ventimiglia lo ha investito e subito dopo è stato travolto da un’altra auto e infine da un Tir, che ne ha trascinato il corpo fino alla barriera italiana, davanti al varco del Telepass. L’equipaggio di una delle ambulanze che stazionano nella zona ha potuto solo constatarne il decesso. Il conducente del Tir ha proseguito il viaggio senza fermarsi: rintracciato a Verona, ha detto di non essersi accorto di nulla. Denunciato per omicidio stradale colposo l’autista della prinma macchina, un francese che si è subito fermato e la cui testimonianza è stata determinante per ricostruire la dinamica. Ancora sconosciuto il secondo automobilista, che si è allontanato, ma si sa per certo che anche lui è un cittadino francese.

(Fonte: Il Secolo XIX, Genovatoday, Sanremonews, Globalist, Infomigrants)

Tunisia-Italia (Biserta), 8 novembre 2022

Sei vittime (4 migranti dispersi e 2 cadaveri recuperati) in un naufragio sulla rotta tra la Tunisia e l’Italia. Sulla barca, partita dalla costa nordorientale della Tunisia, avevano preso posto in 12. La tragedia è avvenuta nella notte tra lunedì 7 e martedì 8 novembre al largo di Sidi El Bechir, nella zona di Biserta. Se ne ignorano le circostanze. Le autorità tunisine si sono limitate a riferire che per i soccorsi sono intervenute unità della Guardia Costiera della base di Biserta, che hanno tratto in salvo 10 naufraghi e poco dopo recuperato un corpo senza vita. Un secondo corpo è stato trovato mercoledì 9. Nessuna traccia degli altri 4 migranti, dichiarati dispersi dopo due giorni di ricerche. Tutti i superstiti provengono da Menzel Bourgiba, circa 70 chilometri a nord ovest di Tunisi.

(Fonte: La Presse, Tap Agency News)

Libia-Italia (Zliten-Misurata), 8 novembre 2022

I corpi di tre migranti sono stati trovati sulla costa libica a est di Tripoli, nel tratto di circa 70 chilometri tra Zliten e Misurata. Il primo era sulla battigia della spiaggia di Azdo, meno di 30 chilometri a nord di Zliten. Gli altri due erano più a est, nella zona di Zureik, vicino a Misurata. Uno era in mare, a parecchia distanza dalla riva: per recuperarlo e portarlo a terra è intervenuta una squadra di sub con un gommone. L’altro era spiaggiato in una insenatura circondata da una scogliera. Non sono emersi elementi per poterli identificare e risalire alle circostanze prercise della morte. Non c’è dubbio comunque che si tratti di migranti annegati nel tentativo di raggiungere la Sicilia lungo la rotta del Mediterraneo centrale, vittime forse dell’ennesimo naufragio fantasma. A giudicare dallo stato di degrado, tutte e tre le salme devono essere rimaste a lungo in acqua prima del ritrovamento.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 9 novembre 2022

Una giovane donna è morta poco dopo il ricovero nel poliambulatorio di Lampedusa a causa di un arresto cardiaco provocato da un forte stato di ipotermia. La vittima era a bordo di una barca di 8 metri salpata da Sfax con 43 migranti (tra cui quasi 20 donne e 5 minori) intorno alle 20 di domenica 6 novembre e rimasta in mare per oltre due giorni, fino a quando, prima dell’alba di mercoledì 9, è stata intercettata e soccorsa da una motovedetta della Guardia di Finanza. I naufraghi (provenienti da Camerun, Costa d’Avorio e Guinea) sono stati sbarcati a Lampedusa verso le 11 insieme ad altri 41 di una seconda barca. Già prima dello sbarco è stato segnalato a terra che c’era una giovane donna in gravi considizoni. Una unità medica presente sul molo Favarolo l’ha subito trasferita al poliambulatorio ma ogni tentativo di salvarla si è rivelato inutile. La Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta.

(Fonte: Agrigentonotizie, Agenzia Ansa, La Stampa, Domani) 

Tunisia-Italia (Mahres-Lampedusa), 9-10 novembre 2022

Un bimbo di appena 20 giorni è morto prima che arrivassero i soccorsi su una barca al largo di Lampedusa. Il battello era partito circa tre giorni prima da Mahres, 35 chilometri as sud est di Sfax. A bordo c’erano 36 persone, di cui 9 donne, inclusa la mamma del neonato, una ragazza appena diciannovenne originaria della Costa d’Avorio. Quando i marinai della Guardia Costiera hanno raggiunto e agganciato il natante, la notte tra mercoledì 9 e giovedì 10 novembre, il bimbo era morto da poche ore tra le braccia della mamma. La giovane ha riferito che il piccino soffriva di gravi problemi respiratori e che si era imbarcata d’intesa con il marito, rimasto in Tunisia, proprio nella speranza che in Italia potesse trovare delle cure adeguate. E’ probabile, dunque, che la morte sia dovuta a complicazioni della malattia a causa del freddo delle notti trascorse in mare. Secondo i medici che hanno esaminato il corpicino il decesso corrisponde a quanto dichiarato dalla madre. La salma è stata trasferita nell’obitorio del cimitero dell’isola, a Cala Pisana. Tutti i naufraghi sono stati sistemati nell’hot spot di contrada Imbriacola.

(Fonte: Agrigentonotizier, Agenzia Ansa, Domani, Il Giornale di Sicilia, Repubblica, La Stampa)

Libia-Malta-Italia (Qaminis, Bengasi), 10 novembre 2022

Cinque vittime (4 migranti morti e un disperso) in un naufragio al largo della Cirenaica, sulla rotta dalla Libia verso Malta e l’Italia. La barca, un piccolo scafo in resina con a bordo 17 bengalesi, era partita dal litorale di Qaminis, poco più di 55 chilometri a sud di Bengasi. Aveva due motori fuoribordo ma non ha navigato a lungo: era ancora a poca distanza dalla riva quando, forse a causa del sovraccarico, pare si sia rovesciata. L’emergenza è stata segnalata alla polizia, che ha fermato e trasferito al comando di Qaminis 12 naufraghi giunti a quanto pare da soli sul litorale di Bahr Karkura. I superstiti hanno riferito subito che mancavano 5 compagni. Ne è seguita una operazione di ricerca che ha portato al recupero della barca e dei due motori. Nelle ore successive il mare ha trascinato sulla spiaggia i cadaveri di 4 dei 5 dispersi. Nessuna traccia del quinto.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Tunisia-Italia (Chebba), 10-11 novembre 2022

Tre bambini sono annegati cadendo in acqua da un gommone carico di migranti subsahariani inseguito da una motovedetta della Guardia Costiera tunisina. Due di loro erano gemelli. Il natante, partito dalla costa orientale della Tunisia, puntava verso Lampedusa. Sulla stessa rotta navigava a poca distanza un secondo gommone di migranti. Nella giornata di giovedì 10 novembre i due battelli sono stati intercettati da una coppia di motovedette della Guardia Costiera tunisina al largo di Chebba, una città portuale situata circa 60 chilometri a nord di Sfax. Uno è stato raggiunto quasi subito. Mentre era in corso il trasbordo sulla prima motovedetta dei migranti bloccati, l’altro, quello con i tre bambini poi annegati, ha cercato di allontanarsi il più velocemente possibile, subito inseguito dalla seconda motovedetta la quale, nel trentativo di fermarlo con una rapida accostata, lo avrebbe speronato. C’è un filmato che documenta queste fasi ma nelle immagini non è chiaro il momento dell’impatto. Nel video – secondo quanto ha riferito l’agenzia Agi, venuta in possesso delle immagini – si sentono però urla di disperazione e un uomo gridare: “Razzisti! Guardate, stanno annegando. Hanno fatto annegare i nostri fratelli…”. Sta di fatto che diversi migranti, inclusi i tre bambini, sono caduti in mare. Alcuni si sono salvati aggrappandosi sia al gommone semi affondato sia alla motovedetta ma – secondo quanto riferito da qualcuno dei superstiti – i tre bambini sono scomparsi in mare. Tutti i migranti bloccati sono stati sbarcati a Chebba.

(Fonte: Agenzia Agi, Il Fatto Quotidiano, Sergio Scandura Radio Radicale, Migrant Rescue Watch, Europatoday, Corriere Nazionale, La Stampa, Fanpage)

Turchia-Grecia (Leros e Symi), 11 novembre 2022

I corpi di tre migranti sono stati recuperati sulle coste di due isole del Dodecaneso. Due sono stati portati dal mare su una spiaggia di Farkamokoni, accanto alla più grande isola di Leros, distante appena 20 miglia dalla costa della Turchia. Segnalati da alcuni abitanti del posto, sono stati recuperati dalla polizia e trasferiti nel centro medico di Leros per essere sottoposti ad autopsia, come disposto dalla magistratura, prima dell’inumazione. Il terzo era in mare, a non grande distanza dalla riva, ad est di Symi, circa 150 chilometri a sud est di Leros e una quarantina da Rodi e dalla Turchia. Non c’è dubbio, secondo la polizia, che si tratti di migranti annegati nel tentativo di raggiungere le isole greche dalla Turchia ma, data la distanza tra le zone dove sono stati trovati, in tempi e circostanze diverse. Pottrebbero essere vittime di due naufragi “fantasma”, con un numero imprecisato di dispersi. In ogni caso, a giudicare dallo stato di degrado, i tre corpi sono rimasti in acqua a lungo.

(Fonte: Ekathimerini)

Marocco-Spagna (Nador-Melilla), 11-12 novembre 2022

Un giovane marocchino, Mahmud Shebab, risulta disperso nel tentativo di raggiungere Melilla a nuoto. La sua scomparsa ha destato una vasta eco a Nador perché si tratta di uno dei calciatori leader della squadra locale, l’Al Hilal Sports Team. Le sue tracce si sono perse venerdì 4 novembre quando, come ha riferito la famiglia, si è recato al porto di Beni Ansar, uno dei punti più vicini alla linea di confine e dal quale sono più frequenti i tentativi di approdare a nuoto sulla costa dell’enclave spagnola, nonostante quel tratto di mare sia battuto da forti correnti. I familiari hanno atteso sue notizie per qualche giorno e poi hanno cominciato a cercarlo, decidendo infine di segnalarne la scomparsa anche attraverso un appello affidato a Nadorcity.com, il più diffuso quotidiano locale.

(Fonte: Nadorcity.com)

Algeria-Spagna (Mostaganem-Andalusia), 14 novembre 2022

Si è persa ogni traccia di 12 harraga algerini (5 uomini, 5 donne e 2 minori) salpati da Mostaganem, 80 chilomeri a est di Orano, il 16 ottobre, sulla rotta per l’Andalusia, su una piccola barca in vetroresina con motore Suzuki da 30 cavalli. Il primo allarme è stato lanciato due giorni dopo la partenza da alcuni familiari che, preoccupati per la totale mancanza di notizie da parte di tutti i componenti del gruppo, si sono rivolti anche alla Ong spagnola Cipimd, che si occupa di ricerche di migranti morti o dispersi. Nulla ancora nei giorni successivi, fino al primo novembre quando, d’intesa con le famiglie, Cipimd ha diramato un nuovo appello di ricerca, pubblicando le foto di 7 dei ragazzi scomparsi, nella speranza che qualcuno potesse riconoscerli e fornire qualche indicazione. Secondo le indagini condotte dalla Ong quella barca non è mai arrivata in Spagna e comunque nei centri di accoglienza spagnoli non è stato trovata traccia di nessuno dei 12 harraga scomparsi. Nulla anche nelle prime due settimane di novembre quando Cipimd ha anzi segnalato la scomparsa di altri migranti partiti, in questo caso, dalla zona di Algeri.

(Fonte: Ong Cipimd rapporti dal 18 novembre in poi)

Libia-Italia (Zawiya-Lampedusa), 14 novembre 2022

Il cadavere di un migrante è affiorato sulla battigia della spiaggia di Al Harsha, meno di 8 chilometri a ovest di Zawiya e 55 da Tripoli. Segnalato da alcuni abitanti del posto, è stato recuperato da una squadra della Mezzaluna Rossa, che lo ha poi trasferito nell’obitorio dell’ospedale di Zawiya in attesa delle procedure di legge per l’inunmazione. Non sono stati trovati elementi utili per l’identificazione ma, come riferisce anche la Guardia Costiera, non ci sono dubbi che si tratta di un migrante annegato sulla rotta dalla costa a ovest di Tripoli a Lampedusa.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Mali-Algeria (Sahara tra Bordj Badji e Reggane), 14 novembre 2022

Quattordici migranti (13 provenienti dalla Guinea e 1 dal Mali) sono morti, in pieno Sahara, in un incidente che ha coinvolto il pulmino su cui stavano viaggiando verso nord, per raggiungere la costa mediterranea. Sono rimasti uccisi anche due algerini e tre altre persone sono state ricoverate in condizioni critiche per le ferite riportate. Il minibus aveva superato la linea di confine tra Mali e Algeria all’altezza di Bordj Badji Mokhtar, una piccola città di frontiera nell’estremo sud algerino. Procedeva lungo la strada che conduce a Reggane, 630 chilometri più a nord, quando si è scontrato in piena velocità con un altro automezzo. Non ci sono particolari sulle cause e la dinamica dell’incidente, ma l’impatto è stato devastante. Le notizie di stampa non hanno specificato se anche fra i tre feriti ci siano dei migranti. Quanto alle due vittime algerine pare che almeno una fosse l’autista del pulmino dei migranti, che probabilmente li aveva attesi all’altezza del posto di confine.

(Fonte: Infomigrants) 

Marocco-Spagna (Nador-Melilla), 15 novembre 2022

Un giovane marocchino – Soufyan Yousfi, 22 anni, barbiere – è annegato cercando di raggiungere Melilla a nuoto. Residente nel villaggio di Arkman, meno di 40 chilometri dalla linea di confine tra il Marocco e l’enclave spagnola, ha tentato l’impresa insieme ad almeno uno o forse due altri harraga, prendendo il mare all’altezza del posto di frontiera di Bani Ansar, accanto al porto di Nador. Una volta al largo, i due compagni hanno desistito, rientrando a riva. Lui ha proseguito e da quel momento nessuno lo ha più visto in vita. Il suo corpo, avvistato nelle acque di Melilla, è stato recuperato martedì 15 novembre da una unità della Guardia Civil, che ha poi avvertito la famiglia, presso la cooperativa Al Fatah di Arkman.

(Fonte: Association Marocaine Droits Himains, Nadorcity.com)

Tunisia-Italia (Cap Angela – Lampedusa), 15 novembre 2022

Sei vittime (4 migranti morti e 2 dispersi) in un naufragio al largo della Tunisia, sulla rotta per Lampedusa. L’allarme è scattato quando la barca, partita dalla zona nord del paese, era a 60 chilometri circa da Cap Angela, la costa più settentrionale della Tunisia, quasi 90 chilometri a nord di Tunisi. A bordo c’erano 16 persone. Le unità della Guardia Costiera arrivate per i soccorsi hanno tratto in salvo 10 naufraghi. Nelle ricerche seguite ai primi interventi di salvataggio sono stati recuperati 4 cadaveri. Nessuna traccia degli altri due dispersi.

(Fonte: Associated Press, Infomigrants) 

Algeria-Spagna (Maiorca, Baleari), 16 novembre 2022

Il cadavere di un migrante è stato trascinato dal mare su una spiaggia di Maiorca, nelle Baleari. Recuperato dalla polizia, è stato trasferito nell’obitorio ospedaliero in attesa delle procedure per il nulla osta alla sepoltura. A giudicare dall’avanzato stato di degrado è rimasto in in acqua molto a lungo. L’ipotesi più accreditata è che si tratti di un harraga algerino annegato nel tentativo di arrivare in Spagna. Sono sempre più frequenti, infatti, i ritrovamenti alle Balerari dei cadaveri di giovani algerini annegati durante la traversata, tanto che le autorità spagnole hanno intensificato l’interscambio delle informazioni con il consolato dell’Algeria a Maiorca per cercare almeno di identiifcarli. Solo nel 2021 sono 14 i cadaveri affiorati nelle acque delle Baleari, in massima parte ritenuti appunto harraga algerini.

(Fonte: Ong Cipimd, Ultima Hora)

Turchia-Grecia (Bodrum-Kos), 16-17 novembre 2022

Un profugo annegato in un naufragio nelle acque dell’isola di Kos, nell’Egeo. Era con 11 compagni su una piccola barca che, salpata dal litorale di Bodrum, in Turchia, si è rovesciata ed è affondata quando era ormai quasi alla fine della traversata. L’emergenza è stata segnalata dalla piattaforma di soccorso Alarm Phone che, ricevuta una richiesta di aiuto, ha informato le autorità greche. Un motovedetta della Guardia Costiera ha avvistato e recuperato 11 naufraghi. Erano tutti molto provati e in stato di ipotermia. Uno, in particolare, già privo di conoscenza quando è stato trovato e preso a bordo dalla motovedetta, è morto pochi minuti prima di essere sbarcato nel porto di Kos.

(Fonte: Al Arabiya, Alarm Phone, Ekathimerini) 

Turchia-Italia (Santa Maria di Leuca), 17 novembre 2022

Un profugo curdo iracheno è morto su  una barca a vela con a bordo più di altri 100 profughi rimasta in mare oltre sei giorni prima di arrivare a Santa Maria di Leuca. Partito dalla Turchia e superata la penisola del Peloponneso, il natante è entrato nella zona Sar italiana, dove è stato intercettato da una unità della Guardaia di Finanza, che lo ha scortato fino alle coste calabre. La salma è statra trovata al momento dello sbarco. I compagni hanno riferito che si trattava di un curdo di circa 40 anni e che, sofferente di diabete, aveva avuto una crisi dovuta forse alle fatiche della traversata ed era morto due giorni prima di raggiungere le acque italiane al largo di Santa Maria di Leuca. Viaggiava da solo e voleva raggiungere alcuni parenti esuli in Finlandia. La conferma che l’uomo era malato di diabete si è avuta da alcuni medicinali trovati dalla polizia nel suo zaino.

(Fonte: Avvenire)

Algeria-Italia (rotta Skikda-Sardegna), 19 novembre 2022

Quattro migranti morti e 2 dispersi in un naufragio al largo dell’Algeria sulla rotta per la Sardegna.  Sette i superstiti: una donna e 6 uomini. La barca risulta partita domenica 13 novembre dalla zona di Skikda, sulla costa algerina orientale, circa 450 chilometri a est di Algeri e 150 a ovest di Annaba. L’emergenza, dovuta alle cattive condizioni del mare e al lungo tempo trascorso alla deriva, è scattata nella tarda mattinata di sabato 19, quando i 13 haraga si trovavano a 107 miglia dall’Algeria e ad appena 15 dalla fascia occidentale della zona Sar italiana, a sud ovest della Sardegna. Data la posizione le autorità di Algeri, oltre ad allertare un mercantile, il Christina B, per i primi soccorsi, hanno chiesto la collaborazione della Guardia Costiera italiana. Invertita la rotta, è stato il Christina ad arrivare per primo sul posto. Appena lo hanno visto, tutti o quasi tutti i migranti si sono gettati in acqua per cercare di avvicinarsi a nuoto. I soccorritori sono riusciti a raggiungerne in tempo solo 7. Più tardi sono stati avvistati 4 corpi ormai senza vita mentre non è stata trovata traccia degli altri due naufraghi dispersi. Le ricerche, ostacolate dal maltempo, sono continuate per l’intera giornata, fino a notte, con l’impiego di unità navali ed aerei da ricognizione mobilitati dalla Centrale operativa italiana.

(Fonte: Il Fatto Quotidiano, Ong Cipimd Spagna, Agenzia Ansa, Tgcom.24)

Marocco-Spagna (Tan Tan – Gran Canaria), 21-22 novembre 2022

Nove migranti dispersi, al largo di Gran Canaria, nel naufragio di una barca salpata dalle coste occidentali del Marocco. L’allarme è scattato poco dopo le nove del mattino di martedì 22 novembre quando, circa 11 chilometri a sud est di Gran Canaria, l’equipaggio di una barca da diporto, richiamato da disperate grida di aiuto, ha avvistato in mare e tratto in salvo l’unico superstite, un magrebino di 35 anni, che si teneva a galla aggrappato a una tanica per la benzina vuota. Appena a bordo, l’uomo ha riferito che era con una decina di compagni su una barca partita tre giorni prima da Tan Tan verso l’isola di Lanzarote. Una rotta di circa 400 chilometri durante la quale avevano perso l’orientamento tanto da finire, spinti dalla corrente, a sud di Gran Canaria dove, la notte tra lunedì 21 e martedì 22 novembre, lo scafo si è rovesciato a causa del mare molto mosso. Ricevuta la notizia del salvataggio e delle dichiarazioni del naufrago, alle 9,45 la centrale operativa di Gran Canaria ha fatto scattare una vasta operazione di ricerca nel tratto di mare a sud di punta Maspaloma, mobilitando due elicotteri da ricognizione e la salvamar Macondo del Salvamento Maritimo. Nel primo pomeriggio sono stati avvistati alcuni relitti del naufragio e in particolare tre taniche simili a quella che ha salvato la vita al trentacinquenne maghrebino. Nessuna traccia, però, dei dispersi.

(Fonte: El Diario, La Provincia, Canarias 7, Europa Press)

Libia-Malta-Italia (Tocra, Bengasi), 27 novembre 2022

Il cadavere di un migrante è stato trascinato dal mare sulla spiaggia di Tocra, circa 70 chilometri a nord est di Bengasi, in Cirenaica. Recuperato da personale della Mezzaluna Rossa su indicazione della Guardioa Costiera, è stato trasferito nell’obitorio dell’ospedakle Al Jalan di Bengasi, in attesa del nulla osta della magistratura per l’inumzione. Non sono emersi elementi per poterlo identificare.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Algeria-Spagna (Algeri-Boumerdes – Baleari), 30 novembre 2022

Non si sa più nulla di almeno 36 migranti algerini partiti tra l’otto e il nove novembre sulla rotta per le Baleari dall’arco di circa 50 chilometri di costa che va da Algeri a Boumerdes. L’allarme è stato lanciato, su segnalazione dei familiari di molti dei dispersi, dalla Ong spagnola Cipimd, che si occupa della ricerca dei migranti morti o comunque scomparsi. Nel dispaccio pubblicato sul web il 13 novembre da Francisco Josè Clemente Martin, responsabile della Ong, si parla di oltre 50 migranti (di cui  non meno di 13 subsahariani) che hanno preso il mare su più barche. Di 36 degli algerini le famiglie hanno anche diffuso le foto, nella speranza di facilitare le ricerche. Gli accertamenti condotti dalla Ong non hanno dato esito: i dispersi non risultano né tra i migranti arrivati alle Baleari fino a giovedì 13 novembre né tra gli ospiti dei centri di accoglienza spagnoli controllati a partire da lunedì 14. “Abbiamo verificato ovunque, inclusi i centri di identificazione, ma purtroppo non c’è nessuno di loro”, ha scritto Clemente Martin la sera del 14. Assodato che in Spagna non sono arrivati, si può ipotizzare che almeno qualcuna delle barche sia rientrata sulla costa africana o sia stata intercettata dalla Marina algerina. Ma questa ipotesi sembra da escludersi quanto meno per i 36 di cui è stata pubblicata la foto, nessuno dei quali si è messo in contatto con le famiglie dopo un eventuale “blocco” da parte della polizia o della Guardia Costiera di Algeri. La Ong Cipimd, infatti, ha rilanciato il caso sabato 19 novembre ribadendo che a più di 10 giorni dalla partenza non si sapeva ancora nulla di loro. Nulla anche nei giorni successivi: a tre settimane da quando si sono imbarcati risultano scomparsi in mare.

(Fonte: Heroes del Mar e Ong Cipim note del 13 novembre e giorni seguenti)

Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 2-3 dicembre 2022

Tre migranti dispersi in un naufragio a sud-ovest di Lampedusa. La barca, un vecchio peschereccio in legno, era partita il primo dicembre da Sfax, sulla costa sud orientale della Tunisia. A bordo c’erano oltre 40 migranti, fra cui 7 donne e un bambino. Dopo quasi tre giorni di navigazione, in condizioni meteomarine molto difficili, era ancora a 40 miglia da Lampedusa. Quando, la notte tra venerdì 2 e sabato 3 dicembre, è stata individuata, in una situazione di evidente pericolo, si è mossa in soccorso una motovedetta della Guardia Costiera. Appena la nave è stata avvistata ed ha cominciato ad accostare per le operazioni di salvataggio, quasi tutti i migranti si sono spostati d’istinto verso il lato da cui arrivava il soccorso, compromettendo l’assetto già precario della barca, che si è rovesciata di colpo, scaraventando tutti in acqua. L’equipaggio della motovedetta ha tratto in salvo 40 naufraghi. Quando in mare sembrava che non ci fosse più nessuno da recuperare, alcuni dei superstiti hanno subito riferito che mancavano 3 compagni, evidentemente scomparsi subito dopo il naufragio. Nelle ore suceccessive, sia a bordo della motovedetta che dopo lo sbarco a Lampedusa, tutte le testimonianze dei sopravvissuti hanno confermato in maniera concorde che c’erano 3 dispersi, Una volta sul molo di Lampedusa uno dei naufraghi è andato in arresto cardiaco. I sanitari del centro medico sono riusciti a rianimarlo, facendolo poi trasferire in elicottrero all’ospedale di Agrigento.

(Fonte: Agrigentonotizie, La Repubblica, Agenzia Ansa, Il Giornale di Sicilia)

Algeria-Niger (Assamaka, Sahara), 4 dicembre 2022

Un migrante subsahariano deportato in Niger dalla polizia algerina è morto poco dopo aver attraversato il confine nella zona di Assamaka, il primo centro abitato nigerino nel Sahara lungo le piste che arrivano dall’Algeria. E’ quanto emerge dal rapporto pubblicato il 4 dicembre da Alarm Phone Sahara, citando come fonte i suoi operatori delle squadre che prestano soccorso e assistenza ai migranti nel deserto in caso di situazioni d’emergenza. Nel rapporto si riferisce che tra il 29 ottobre e il 4 dicembre sono state condotte di forza in Niger dall’Algeria, in vari scaglioni, 5.181 persone. La vittima, non identificata, faceva parte di un gruppo di 840 migranti del “convoglio” arrivato alla frontiera il 3 novembre, composto da 831 nigerini, 6 maliani, un sudanese e un ivoriano: 37 donne, 30 bambini, 139 ragazzi minorenni e 625 uomini. Non sono state chiarite le cause del decesso anche se si sospetta una concausa dovuta a sfinimento e a probabili maltrattamenti subiti durante la deportazione. “Noi chiediamo – denuncia Alarm Phone – che le circostanze della morte di questa persona vengano chiarite e che i responsabili siano chiamati a renderne conto”.

(Fonte: Alarm Phone Sahara)

Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 4-5 dicembre 2022

Quattro migranti dispersi in un naufragio a sud ovest di Lampedusa. Tra le vittime due fratellini: il primo di 6 anni, l’altro di appena 6 mesi. La barca – uno scafo in metallo lungo sei metri – era partita da Sfax con a bordo 36 persone. Lungo la rotta verso l’Italia. tra le isole Kerkenna e Lampedusa, è stata avvistata sabato sera da  un peschereccio che si è avvicinato per prestare soccorso. La tragedia è avvenuta durante l’accostamento tra i due natanti: quasi tutti i migranti si sono spostati sul bordo, compromettendo e l’assetto della loro barca, che si è rovesciata. L’equipaggio del perschereccio ha recuperato 32 naufraghi ma altri 4, tra cui i due bambini, sono scomparsi in mare prima di poter essere trovati e raggiunti. Tutti i supersiti, inclusi i genitori dei due piccoli, sono stati poi trasbordati sulla motovedetta Cp 327 della Guardia Costiera che, arrivata poco dopo sul posto, li ha sbarcati a Lampedusa, sul molo Favarolo. Per quattro di loro è stato necessario il ricovero presso il poliambulatorio a causa di un grave stato di ipotermia.

(Fonte: Sergio Scandura Radio Radicale, Agrigentonotizie, Avvenire, Il Giornale di Sicilia, Il Fatto Quotidiano, Agenzia Ansa, Repubblica)

Italia (Lampedusa), 5 dicembre 2022

Una bimba subsahariana di apperna sei mesi è morta nell’hotspot di Contrada Imbriacolo all’indomani dello sbarco a Lampedusa. La neonata era arrivata sull’isola nel pomeriggio di domenica 4 insieme alla madre con uno dei gruppi di migranti intercettati e soccorsi su varie barche sulle rotte provenienti dalla Libia e dalla Tunisia. All’approdo sul molo Favarolo non sembrava stesse male e sia lei che la madre sono state dunque trasferite nella struttura di prima accoglienza come tutti gli altri naufraghi. Nelle ore sucessive, però, le sue condizioni sono rapidamente peggiorate e i medici non sono riusciti a salvarla. Incerte le cause del decesso improvviso: si è ipotizzato un problema congenito oppure un malore forse dovuto  anche alle fatiche della traversata o magari una concausa di questi fattori.

(Fonte: Agrigentonotizie, Repubblica, Il Fatto Quotidiano) 

Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 5 dicembre 2022

Sette vittime (1 morto e 6 dispersi) in un naufragio al largo di Lampedusa sulla rotta della Tunisia. La barca, con a bordo 38 persone, era partita da Sfax nel tardo pomeriggio di domenica 4 dicembre. La tragedia si è compiuta nelle acque tra le isole Kerkennah e Lampedusa all’alba di lunedì 5 quando, dalle sei del mattino, lo scafo ha cominciato a imbarcare rapidasmente acqua, fino ad affondare. I soccorsi sono arrivati da  una motovedetta della Guardia Costiera che ha recuperato in mare 31 naufraghi, tra cui 7 donne e 8 minori, due soli dei quali accompagnati da familiari. Poco dopo è stato trovato il cadavere di una donna. Nessuna traccia degli altri 6 dispersi, tra i quali un bambino, figlio della donna annegata. I superstiti sono stati condotti a Lampedusa: il dodicesimo sbarco della giornata al molo Favarolo. Alcuni, tra cui un cardiopatico e una donna incinta di quattro mesi, sono stati ricoverati nel poliambulatorio dell’isola.

(Fonte: Sergio Scandura Radio Radicale, Agrigentonotizie, Repubblica)

Marocco-Spagna (Ceuta), 6 dicembre 2022

Un profugo yemenita di 40 anni è annegato nel tentativo di raggiungere Ceuta a nuoto dal Marocco. E’ stato possibile identificarlo, poco dopo che ne è stato recuperato il corpo in territorio spagnolo, grazie ai documenti trovati sul cadavere. L’uomo, arrivato in Marocco, ha raggiunto la zona di Nelyounech, a breve distanza dal confine occidentale di Ceuta. Aveva programmato per tempo la traversata a nuoto, procurandosi una muta da sub per difendersi dal freddo e proteggendo in una busta impermeabile i suoi documenti. Ha preso il mare, da solo, probabilmente lunedì 5 dicembre, all’altezza del varco di Benzu, portandosi al largo per aggirare senza essere visto la grande diga foranea che segna la linera di frontiera. Da quel momento se ne sono perse le tracce. Il suo corpo senza vita è stato trascinato dalla corrente in una zona rocciosa, oltre Benzù, incastrandolo tra gli scogli, dove è stato trovato e recuperato da una pattuglia di sommozzatori della Guardia Civil, che lo hanno poi trasferito nell’obitorio dell’istituto di medicina legale per le indagini. Dopo l’identificazione la squadra di polizia giudiziaria si è messa in contatto con i familiari per avvertirli e mettere a disposizione la salma.

(Fonte: El Faro de Ceuta)    

Algeria-Spagna (Cartagena), 8 dicembre 2022

Otto vittime (3 morti e 5 dispersi) nel naufragio di un motoscafo con a bordo 14 migranti a breve distanza dalla costa spagnola, all’altezza di Cartagena, nella Murcia. Partito dall’Algeria nella notte tra mercoledì 7 e giovedì 8 dicembre, il battello si è rovesciato, forse a causa di un colpo di mare, quando era a tre chilometri dalla riva, nell’arco di litorale compreso tra Cabo de Palos e Punta Negrete. L’allarme è scattato solo qualche ora dopo, su segnalazione di un escursionista che ha notato il corpo di una delle vittime sulla battigia di Cala Dorada, 33 chilometri a est di Cartagena, nel parco regionale di Calblanque e Monte de las Cenizas. Il ritrovamento del secondo cadavere da parte della Guardia Civil in una spiaggia poco distante ha poi confermato che doveva esserci stato il naufragio di una barca di migranti, facendo scattare una operazione di ricerca che ha portato all’avvistamento e al recupero di 6 naufraghi, molto provati e in stato di ipotermia ma ancora in vita. Nelle ore successive la polizia ha trovato il terzo cadavere, sempre nel tratto compreso tra Cabo de Palos e Punta Negrete mentre dalle testimonianze dei 6 superstiti si è scoperto che, oltre alle tre vittime accertate, c’erano 5 dispersi. La tragedia deve essersi verificata più a est ma le salme sono state spinte verso Cala Dorada dalla forte corrente di levante. Unità marittime ed aeree del Salvamento Maritimo, della Guardia Civil e della Croce Rossa hanno proseguito le ricerche sino a dopo il tramonto e per tutta la giornasta di venerdì 9 dicembre ma dei 5 naufraghi scomparsi in mare non è stata trovata traccia.

(Fonte: La Verdad, Ong Cipimd, Europa Press Murcia, Infomigrants)    

Croazia-Slovenia-Italia (Kastelek, Capodistria), 8 dicembre 2022

Un profugo afghano di 21 anni diretto in Italia è stato travolto e ucciso sull’autostrada tra Kozina e Capodistria, in Slovenia. Il giovane, dopo aver superato la frontiera tra la Croazia e la Slovenia, stava attraversando l’autostrada o semplicemente camminando lungo la carreggiata verso il confine italiano, distante pochi chilometri, quando verso le 18,30, nei pressi del tunnel di Kastelek, è stato investito in pieno da un’auto condotta da un trentaquattrenne sloveno che, nel buio della sera, non lo aveva visto. L’impatto è stato fatale: i due compagni e lo stesso autista lo hanno subito soccorso, ma hanno dovuto constatare che il ragazzo era già morto. Pochi minuti dopo è arrivata sul posto la polizia di Capodistria, allertata da varie segnalazioni che alcune persone stavano attraversando di corsa l’autostrada.

(Fonte: Triesteprima)      

Marocco-Spagna (Tan Tan – Canarie), 9 dicembre 2022

Quarantanove migranti sono morti in un naufragio sulla rotta per Fuerteventura o Lanzarote, nelle Canarie, dalla zona di Tan Tan, in Marocco, oltre 200 chilometri a est di Tarfaya, il punto più vicino della costa marocchina all’arcipelago spagnolo. Appena 4 i superstiti. La barca, un gommone, risulta partita nelle prime ore di lunedì 7 dicembre con 53 persone a bordo, tra cui donne e bambini. Da quel momento se ne sono perse le tracce. L’allarme è scattato circa due giorni dopo, nella giornata di venerdì 9 dicembre, quando alcuni cadaveri sono stati trascinati dal mare sulla costa marocchina, a ovest di Tan Tan, facendo scattare le ricerche. Alla fine ne sono stati recuperati 11. Alla fine ne sono stati recuperati 11, mentre appena  quattro naufraghi li hanno trovati ancora in vita. I dispersi risultano così 38, per un totale di 49 vittime. Restano ignote le cause e le circostanze del naufragio, che deve però essere avvenuto a non grande distanza dalla riva, poco dopo la partenza.

(Fonte: Siti web Helena Maleno Caminando Fronteras, Noticias Furteventura, Alarm Phone, Refugees au Maroc, sito Txema Santana, La Porovincia, El Dia, Rtvc) 

Egitto-Austria-Italia (Bolzano), 9 dicembre 2022

Un giovane profugo egiziano, arrivato in Italia da meno di due giorni, è morto di freddo e sfinimento durante la notte tra giovedì 8 e venerdì 9 dicembre a Bolzano in un giaciglio di fortuna nella zona della Fiera. Si chiamava Alì e non aveva ancora compiuto 20 anni. Fuggito dall’Egitto, aveva raggiunto la Turchia, poi la Grecia e da qui ha percorso tutta la via balcanica, fino in Austria, entrando poi in Italia dal Brennero nella giornata di mercoledì 7. Bolzano era probabilmente solo una tappa: una breve sosta per poi proseguire il viaggio. In città non ha trovato rifugio se non in uno spazio semicoperto, sotto la linea ferroviaria per Merano, vicino alla stazione, anche perché una circolare emanata dalla Provincia Autonoma nel 2016 prevede l’accoglienza soltanto per i migranti inviati dal Ministero dell’interno e nega qualsiasi forma di assistenza per quelli arrivati autonomamente, come appunto in questo caso. Probabilmente già provato dalle fatiche accumulate risalendo la via balcanica e costretto in pratica a dormire per strada, Alì non ha resistito alle temperature della notte, scese molto sotto lo zero. Il suo corpo senza vita è stato scoperto la sera di venerdì 9. Alcuni documenti trovati tra gli abiti hanno consentito di identificarlo. “A Bolzano – ha denunciato l’associazione Bozen Solidale – vivono per strada almeno 300 persone. Le donne e i bambini che non ttovano posto nei due centri comunali sono ospitati in alcuni alberghi. Per gli uomini ci sono solo soluzioni di fortuna”.

(Fonte: Avvenir, L’Alto Adige) 

Marocco-Spagna (Beliones-Ceuta), 10 dicembre 2022

Un migrante marocchino è morto nel tentativo di raggiungere Ceuta a nuoto. Si chiamava Redouan Ajoulas e veniva da Martil (Tetouan), dove faceva il barbiere. Il suo cadavere è stato trovato incastrato tra gli scogli della zona di Benzù, il varco di confine occidentale dell’enclave spagnola. A breve distanza, meno di due giorni prima, è stato recuperato il corpo di un altro migrante, uno yemenitra di 40 anni. Si tratta però di due episodi distinti. Come ha poi accertato la polizia spagnola, Redouan ha tentato di entrare via mare a Ceuta la notte tra venerdì 9 e sabato 10 dicembre, partendo da una delle spiagge di Belliones. Era insieme a tre amici ma solo lui è riuscito ad arrivare al largo: gli altri sono stati intercettati e bloccati in mare dalla gendarmeria marocchina. Da quel momento se ne sono perse le tracce fino al ritrovamento del corpo. A dare l’allarme sono stati, sabato mattina, alcuni passanti che, notato il cadavere tra le rocce, hanno avvertito la Guardia Civil. Poco dopo una squadra del Geas, il servizio sommozzatori della polizia, lo ha raggiunto e portato a riva, trasferendolo poi nell’obitorio dell’Istituto di medicina legale. La sua identità si è scoperta grazie alle testimonianze dei suoi tre amici, i quali appena liberati dalla polizia marocchina, hanno informato la famiglia. Dopo il riconoscimento ufficiale a Ceuta, la salma è stata portata in Marocco per la sepoltura.

(Fonte: El Faro de Ceuta, Canarias 7)

Algeria-Libia-Italia (Salerno), 11 dicembre 2022

Una ragazza arrivata con il gruppo di 248 migranti sbarcati l’undici dicembre a Salerno dalla nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere, ha perso la sua bambina durante la fuga dal Camerun. La ha seppellita lei stessa in Algeria, non molto tempo prima di riuscire ad entrare in Libia e ad imbarcarsi verso l’Italia. La sua storia è stata ricostruita e riferita poco dopo lo sbarco ai cronisti di Infomigrants dagli operatori della Ong che l’hanno soccorsa, insieme a decine di altre persone, su uno dei gommoni intercettati nel Mediterraneo a partire da domenica 4 dicembre. Dal Camerun la ragazza ha raccontato di essere stata costretta ad andarsene, portando con sé la figlioletta, per sottrarsi alle continue violenze del marito. Una fuga lunga e difficile, che l’ha portata prima in Nigeria, poi in Niger e infine in Algeria. Qui la piccola si è ammalata ed è morta nel giro di pochi giorni. Nonostante lo strazio la giovane mamma ha dovuto proseguire il viaggio, raggiungendo la Libia e trovando infine posto su un gommone partito dalla costa a ovest di Tripoli. Quando è sbarcata a Salerno, ha scritto Infomigrants, “era ancora sconvolta da un dolore troppo profondo e crudo”.

(Fonte: Infomigrants) 

Chad-Libia (Sahara), 12-13 dicembre 2022

I cadaveri di 27 migranti sono stati scoperti nel Sahara, tra il Chad e la Libia, accanto o a breve distanza da un pick-up fermo nella sabbia. Erano lì da mesi. Secondo quanto ha riferito il 12 dicembre Anne Schaefer, capo missione dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) in Chad, si tratta di un gruppo (23 adulti e 4 bambini) che si è messo in viaggio da Moussoro, una città di oltre 75 mila abitanti nella regione di Bahr el Gazel, Chad centro-occidentale, verso la fine di agosto 2021. Da allora non se ne è saputo più nulla. Dopo il ritrovamento dei corpi è emerso che per arrivare fino al confine libico devono aver scelto di percorrere centinaia di chilometri su piste secondarie e poco battute, in modo da eludere controlli e posti di blocco, più frequenti e minuziosi lungo le piste principali. Probabilmente proprio questa scelta ha contribuito a provocare la strage: il pick-up è rimasto bloccato in pieno deserto a causa di un guasto o comuque di qualche imprevisto e non c’è stato modo di chiedere aiuto. I 27 migranti sono così morti di sete e di stenti nel giro di pochi giorni, inghiottiti dal Sahara, senza che nessuno si accorgesse di nulla. A scoprire la tragedia, circa 17 mesi dopo, sono stati altri viaggiatori che, notato casualmente il pick-up con intorno numerosi cadaveri ai margini della pista, hanno avvertito la polizia.

(Fonte: Associated Press, Cyprus Mail, Al Jazeera, Wf Tv, Toronto News, Abc News, Infomigrants)

Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 14-15 dicembre 2022

Almeno 4 migranti scomparsi in mare in un naufragio al largo della Tunisia orientale. La barca, secondo quanto hanno comunicato le autorità tunisine, risulta partita dalla costa di Sfax, sulla rotta per Lampedusa. A bordo c’erano una trentina di persone. Non sono chiare le circostanze della tragedia, avvernuta tra mercoledì 14 e giovedì 15 dicembre. La Guardia Costiera tunisina, su richiesta della Ong Alarm Phone, si è limitata a confermare il naufragio, specificado che sono stati recuperati in mare 26 persone mentre non si è trovata traccia di quattro dispersi. Le ricerche sono state condotte fino alla serata di giovedì 15 dicembre.

(Fonte: Alarm Phone)

Marocco (foresta di Ras Asfour), 14-15 dicembre 2022

Sei migranti subsahariani sono morti nella foresta di Ras Asfour, a pochi chilometri di distanza dal confine con l’Algeria e oltre 160 a sud est di Nador. Tra loro un ragazzo chadiano di appena 17 anni. I cadaveri sono stati trovati la mattina di giovedì 15 dicembre e trasferiti dalla polizia nell’obitorio dell’ospedale di Jerada, circa 60 chilometri a sud ovest. Proprio per la sua posizione vicina alla frontiera e lungo le strade che conducono verso la costa, nella macchia trovano rifugio numerosi migranti, generalmente a piccoli gruppi, per sfuggire ai controlli della polizia. Talvolta si fermano per più giorni, rimanendo rintanati in ripari di fortuna prima di proseguire. Lo stesso deve essere capitato ai sei trovati senza vita. La morte risale alla notte prima del ritrovamento. E’ probabile sia dovuta a una serie di concause: freddo, sfinimento, disagi accumulati durante il viaggio fino a Ras Asfour. Le circostanze precise non sono note: le autorità marocchine non hanno fornito particolari. La notizia stessa è trapelata soltanto il 20 dicembre, rivelata dalla Ong Association Marocaine de Droits Humain e da altre organizzazioni umanitarie.

(Fonte: Association Marocaine Droits Humains, Alarm Phone, Refugee au Maroc)  

Marocco-Spagna (Ceuta), 15 dicembre 2022

Il corpo di un migrante marocchino, Juan, appena diciassettenne, è stato trascinato dalle correnti all’altezza di Cala Juan XXIII, nelle acque di Ceuta. All’identificazione si è giunti dopo circa tre giorni, la mattina di domenica 18 dicembre, grazie alla testimonianza di un parente. Si è avut aconferma, inoltre, che è annegato poche ore prima del ritrovamento, come lasciava intendere del resto lo stato di conservazione del cadavere. E’ il terzo caso, nel giro di una settimana, di migranti morti nel tentativo di raggiungere Ceuta a nuoto (note 10 e 8 dicembre: ndr). A differenza dei primi due, però, in questo caso la vittima non indossava una muta da sub per proteggersi dal freddo ed ha preso il mare non da una spiaggia di Beliones, al confine ovest, ma dalla zona di Castilleios, la città marocchina situata a est della frontiera dell’enclave spagnola, a circa 6 chilometri da Cala Juan XXIII dove verso le 8 del mattino di giovedì 15 dicembre una squadra di sommozzatori della Guardia Civil ha recuperato il cadavere, trasferendolo poi all’obitorio dell’istituto di medicina legale.

(Fonte: El Faro de Ceuta edizioni del 15 e del 18 dicembre)

Turchia (Onculer, Sanliurfa), 15 dicembre 2022

Nove morti su un minibus carico di migranti finito fuori strada in Turchia, nella provincia di Sanliurfa, nel sud, una delle zone di maggior transito dei profughi che entrano dalla Siria. Sul pulmino c’erano 31 persone, molto probabilmente prelevate dall’autista nei pressi della frontiera. L’incidente è accaduto nel pomeriggio, nelle vicinanze di Onculer, una piccola città del distretto di Harran, meno di 50 chilometri a sud di Sanliurfa e quasi 200 a est di Gaziantep. Non risulta che il minibus sia stato intercettato dalla polizia o fosse addirittura inseguito ma procedeva comunque a forte velocità. Sta di fatto che l’autista ne ha perso il controllo ed è finito fuori strada, rovesciandosi in un canale. L’impatto è stato devastante: 9 delle persone a bordo sono morte e si contano inoltre diversi feriti, trasferiti per i primi soccorsi nei centri medici della zona. Il conducente è stato rintracciato dalla polizia e arrestato. Fermati come migranti clandestini i 22 superstiti, feriti inclusi.

(Fonte: Daily Sabah)  

Marocco-Spagna (Ceuta), 16 dicembre 2022

Un giovane migrante subsahariano è morto poco dopo aver superato il vallo che separa l’enclave spagnola di Ceuta dal Marocco. Il suo corpo senza vita è stato trovato dalla polizia nella tarda mattinata di venerdì 16 dicembre a circa 6 chilometri dal centro, nella zona di Garcia Aldave, il tratto dove sono più frequenti i tentativi di scavalcare la barriera di confine via terra da parte dei migranti che cercano asilo in territorio spagnolo.  Dopo i primi sopralluoghi della polizia, la salma è stata trasferita nell’obitorio dell’istituto di medicina legale per le indagini. Non sono emersi elementi per l’identificazione e si ignorano le circostanze precise della morte, ma lo stato di conservazione sembrerebbe indicare che il cadavere non è rimasto molto a lungo nel punto in cui è stato trovato.

(Fonte: El Faro de Ceuta)

Turchia-Grecia (Lesbo), 16 dicembre 2022

Un bimbo di appena due mesi è annegato cadendo in mare da una barca carica di migranti finita contro una scogliera nei pressi di Gera, sulla costa sudorientale dell’isola di Lesbo, nell’Egeo. In salvo gli altri migranti a bordo, oltre 50 in gran parte africani, ma 16 di loro, tra cui la madre del bimbo, risultano scomparsi dopo lo sbarco. Il natante era partito durante la notte tra giovedì 15 e venersì 16 dalla costa turca della provincia di Ayvalik. Verso l’alba è arrivato nelle acque di Lesbo ed ha cominciato ad accostare ma, forse a causa del mare mosso e dei forti venti che soffiavano in quelle ore, da bordo ne hanno perso il controllo e lo scafo si è schiantato sugli scogli dove si infrangevano onde violente. Per mettersi in salvo i naufraghi hanno cercato di arrampicarsi sulle rocce, più in alto. E’ in questo frangente, durante i tentativi di prendere terra, che il piccolo è sfuggito dalle braccia dei genitori, cadendo in acqua. Hanno subito cercato di soccorrerlo ma quando sono riusciti a raggiungerlo era ormai esanime. La polizia greca ha riferito che, saputo del naufragio, dal porto di Mitilene è subito partita un’ambulanza, ma i medici hanno potuto solo confermare che per il bimbo non c’era più nessuna speranza. La sezione di Medici Senza frontiere presente a Lesbo ha però denunciato che due sue squadre di soccorso sono state bloccate per quasi due ore, una dalla polizia e l’altra dalla Guardia Costiera. “Quando finalmente siamo arrivati sul posto – ha dichiarato il portavoce Teo Di Piazza – abbiamo trovato 34 persone in completo stato di choc per la morte del bimbo e per la terribile esperienza vissuta”. I superstiti hanno infatti riferito agli operatori della Ong che, oltre al bimbo morto, c’erano sulla barca altre 16 persone di cui si erano perse le tracce nella concitata fase dello sbasrco o subito dopo. Tra loro anche la madre del neonato, che infatti non è stata trovata da Msf nel gruppo dei 34 naufraghi soccorsi. Secondo la Ong Aegean Boat Report potrebbero essere stati bloccati dalla polizia, in vista di un respingimento forzato, nelle due ore in cui alle squadre di Msf è stato impedito di raggiungere il punto dello sbarco per i primi aiuti. Sta di fatto che sembrano spariti nel nulla.

(Fonte: Trt World, sito Medici Senza Frontiere, Aegean Boat Report, Uk Daily News, The Journal, Associated Press, Ansa Nuova Europa, Efsyn, Ekathimerini)

Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 18 dicembre 2022

Una bimba di cinque anni è morta pochi minuti dopo il ricovero presso il Poliambularoio di Lampedusa dove, prelevata in mare dopo un naufragio, era stata trasferita priva di conoscenza dai medici di una motovedetta della Guardia Costiera. La piccola era con la madre su una barca in metallo partita da Sfax il giorno prima con a bordo oltre 40 migranti originari di Costa d’Avorio, Guinea e Camerun. Il naufragio è avvenuto circa 10 miglia a sud ovest di Lampedusa. Quasi tutti i naufraghi, 43, sono stati presi a bordo di una motovedetta della Guardia di Finanza, ma la piccola e un altro bambino di appena due anni, recuperati esanimi in acqua, li ha soccorsi e portati alla massima velocità fino al molo Favarola una unità della Capitaneria di Porto. Già a bordo i medici hanno intubato la bimba, che presentava una grave sindrome da annegamento, per tentare di rianimarla. Le cure sono poi proseguire nel poliambulatorio. ma si sono rivelate inutili. Si è invece ripreso, grazie a un prolungato massaggio cardiaco, l’altro bambino. Più tardi sono state ricoverate altre quattro persone con ustioni da carburante e sindrome da annegamento.

(Fonte: Agrigentonotizie, sito Sergio Scandura, Ansa, Agi, Giornale di Sicilia).

Marocco-Spagna (Tan Tan – Canarie), 19-20 dicembre 2022

Si sono persi in mare due gommoni salpati dalla zona di Tan Tan, in Marocco, verso le Canarie, tra il 6 e il 7 dicembre con un centinaio di persone a bordo: almeno 53 migranti subsahariani (ma secondo altre fonti 56, tra cui 5 donne e 3 bambini) nel primo e 46, tutti maghrebini, nell’altro. Dopo due settimane di ricerca risultano 7 soli superstiti, trovati sulla costa marocchina: 3 del primo 4 del secondo. Le vittime almeno 92.

Gommone con 53 (o 56) a bordo. Le tracce si sono perdute in pratica poche ore dopo la partenza. Il primo allarme è stato lanciato la mattina di venerdì 9 da Helena Maleno, portavoce della Ong Caminando Fronteras, e dalla piattaforma di soccorso Alarm Phone. Stando alle coordinate segnalate da Alarm Phone in quel momento la barca era nella zona Sar del Marocco, al largo di Tan Tan e ancora molto lontana dalle isole di Fuerteventura o Lanzarote. Da bordo avevano comunicato che stavano andando alla deriva e non riuscivano a governare. L’indomani, sabato 10 dicembre, in occasione di una cerimonia tenuta alle Canarie per ricordare le “vittime del confine”, sia Caminando Fronteras che Alarm Phone hanno rilanciato l’allarme, specificando che non si avevano più notizie ormai da quattro giorni. Senza esito le operazioni di ricerca a largo raggio condotte dal Salvamento Maritimo nella zona Sar spagnola con unità aeree di base alle Canarie. Proprio nel contesto di questo intervento, sabato 14 dicembre è stato effettuato un altro salvataggio 80 chilometri a nord di Lanzarote, ma del gommone con i 53 migrati nessuna traccia. Le ricerche sono continuate, tanto più che è stata segnalata un’altra barca dispersa sempre sulla rotta per le Canarie dal Marocco. Martedì 20, dopo due settimane, Alarm Phone ha comunicato, citando fonti locali, che tre delle persone a bordo sono state trovate su una scogliera a ovest di Tan Tan. Tutti gli altri migranti, almeno 50, risultano dispersi.

Gommone con 46 a bordo. La scomparsa è stata segnalata da Helena Maleno, di Caminando Fronteras, facendo scattare un’operazione di ricerca condotta dal Salvamento Maritimo Spagnolo. La perlustrazione aerea tra le Canarie e il Marocco è proseguita per giorni. Mercoledì 14 dicembre la centrale delle Canarie ha confermato che, dopo una settimana, non se ne era trovata traccia. Le ricerche sono andate avanti ma senza esito. Lunedì 19 Alarm Phone ha ribadito che dei 46 migranti a bordo non si sapeva ancora nulla. Giovedì 22, infine, sempre Alarm Phone ha riferito che il gommone risultava naufragato, con 41 dispersi. Cinque soltanto i superstiti, tutti allo stremo per aver trascorso 13 giorni in mare. Dopo lo sbarco la polizia marocchina li ha portati nel centro di detenzione di Safi. Uno era in condizioni critiche: ricoverato in ospedale, è morto nel giro di poche ore.   

(Fonte: Helena Maleno Caminando Fronteras, El Diario, Alarm Phone)

Bielorussia-Lituania (Rezekne), 20 dicembre 202

Un profugo afghano è morto per ipotermia poche ore dopo aver varcato il confine tra la Bielorussia e la Lituania. In gravi condizioni un suo compagno. Secondo quanto riferisce il rapporto della polizia lituana, ripreso dal The Baltic Times, il giovane è stato trasportato su una barella fino alla frontiera da un gruppo di uomini, che poi lo avrebbero lasciato esanime al di là della linea di confine passando attraverso un varco aperto nella barriera di filo spinato eretta dalla Lituania negli ultimi mesi per impedire l’accesso ai migranti. Poco dopo sarebbe stata la volta del secondo profugo, spinto di forza al di là della frontiera. Quando le guardie sono accorse, il gruppo di sconosciuti era già rientrato in Bielorussia mentre sono stati trovati i due afghani, entrambi in stato di semi incoscienza per un forte stato di ipotermia, tanto da dover essere trasferiti d’urgenza in una clinica di Rezekne, una città situata a un centinaio di chilometri dal confine. Il più grave, quello trasportato in barella, non ce l’ha fatta: è morto poco dopo il ricovero. L’altro si è progressivamente ripreso.

(Fonte: Infomigrants)

Marocco-Spagna (Beni Ansar – Melilla), 21 dicembre 2022

Un giovane marocchino è annegato nel tentativo di raggiungere Melilla a nuoto. Veniva da Ras al Ma, oltre 300 chilometri a ovest dell’enclave spagnola. Il suo corpo è stato restituito dal mare circa dieci giorni dopo sulla spiaggia di Beni Ansar, la stessa da cui era sceso in mare per superare al largo la linea di confine e poi rientrare a riva in territorio europeo. Secondo quanto è emerso dalle indagini, c’era con lui un compagno che sarebbe riuscito ad entrare a Melilla. Lui deve essere stato vinto dalla fatica e dal freddo, non riuscendo più a riguadagnare la spiaggia, né in Marocco né a Melilla. Sta di fatto che non se ne è saputo più nulla fino a quando il suo copro senza vita è stato trovato sulla battigia di Beni Ansar, a poche centinaia di metri dalla frontiera che aveva tentato di superare.

(Fonte: Nadorcity.com)

Turchias-Grecia (Ayvalik-Lesbo), 21 dicembre 2022

 Il corpicino di un neonato in avanzato stato di decomposizione è affiorato sulla costa di Hagios Hermogenes, sulla costa sud orientale di Lesbo, circa 50 chilometri a sud est del capoluogo. E’ la giovanissima vittima di un naufragio avvenuto nelle fasi di uno sbarco di migranti il 9 dicembre ma di cui le autorità greche non avevano lasciato trapelare nulla. Sulla barca, partita dalla vicina costa della provincia turca di Ayvalik, c’erano, oltre al bimbo, 45 profughi, inclusa la mamma, una giovane di 24 anni. Il naufragio è avvenuto all’imbocco del golfo di Gera, di fronte alla costa rocciosa di Tsilia. I soccorsi sono valsi a trarre in salvo 45 naufraghi. La donna ha subito riferito che il suo piccolo era scomparso in mare poco prima che la barca toccasse terra, facendo scattare una operazione di ricerca che non ha dato esito. Il cadavere è emerso solo nella mattinata di mercoledì 21, ma le correnti lo hanno trascinato dall’altra parte dell’imbocco del golfo di Gera. Tutti i 45 profughi, inclusa la mamma del bimbo, sono stati arrestati nel momento stesso dello sbarco.

(Fonte: Efsyn, Ekathimerini)

Turchia-Grecia (Kusadasi-Samo), 21 dicembre 2022

Due giovani donne sono annegate durante il respingimento in mare, da parte della guardia costiera greca, di una barca con a bordo 45 profughi nelle acque tra l’isola di Samo e la Turchia. Il battello era partito la notte tra martedì 20 dicembre e mercoledì 21 dalla costa del distretto di Kusadasi, separata da Samo solo da uno stretto braccio di mare. Circa 4 ore di navigazione e stava ormai per approdare sull’isola, quando è stato intercettato da una motovedetta greca. Dopo averlo bloccato, i guardacoste ne hanno gettato in mare il motore, rimorchiandolo poi verso le acque turche. Lungo la rotta è intervenuta un’altra unità militare greca, che – come hanno riferito i profughi stessi – per spingerli verso la Turchia ha cominciato a girare più volte, a forte velocità, intorno alla barca, sollevando grosse ondate e rendendo la situazione, già a rischio per il mare molto mosso, ancora più pericolosa. E’ stato in questa fase che due delle donne a bordo sono cadute in acqua, scomparendo in breve nel buio, senza la possibilità di soccorrerle. Qualche ora più tardi una motovedetta turca ha avvistato e recuperato la barca, portado in salvo i 43 superstiti. “Ci hanno quasi travolto con quella nave – ha testimoniato uno di loro, riferendosi alla seconda motovedetta greca – Ci siamo aggrappati alla barca. Soprattutto le donne incinte erano in condizioni terribili. Alcune sono svenute. Una aveva un bimbo di tre mesi, un’altra un figlio di un anno e mezzo”. Una delle vittime, ha riferito un altro testimone, era al quinto mese di gravidanza.

(Fonte: Daily Sabah, Anadolu Agency)

Marocco (Oujda, Foresta di Ras Asfour), 23 dicembre 2022

Il corpo di un giovane migrante subsahariano, età apparente tra i 20 e i 25 anni, è stato trovato nella foresta di Ras Asfour, nei pressi di Oujda e a meno di dieci chilometri dalla frontiera con l’Algeria. Era seminascosto nella macchia, poco lontano dal punto in cui, tra il 14 e  il 15 dicembre, sono stati scoperti altri sei cadaveri di migranti subsahariani, tra cui un ragazzo chadiano appena diciassettenne. Il cadavere non presentava segni di violenza: come nel caso delle prime sei vittime, si ritiene che il giovane sia morto di sfinimento e di freddo nel riparo precario che, in mancanza di alternative, aveva trovato nella foresta. Ras Asfour è diventata infatti il rifugio dove, per sfuggire alle retate della polizia, si nascondono numerosi migranti dopo aver varcato il confine algerino, prima di proseguire verso nord e raggiungere la costa mediterranea o atlantica, in cerca di un imbarco per l’Europa. Non sono stati trovati elementi per l’identificazione.

(Fonte: El Faro de Melilla) 

Algeria-Spagna (Algeri-Baleari), 23 dicembre 2022

Non si hanno più notizie di una barca partita dalla zona di Algeri per le Baleari la notte tra mercoledì 7 dicembre e giovedì 8 con a bordo 14 migranti, 12 uomini, una donna e una bambina. L’allarme è stato lanciato due giorni dopo, sabato 10, da alcuni dei familiari, preoccupati per la totale mancanza di contatti o notizie. La richiesta di aiuto è stata rilanciata dalla Ong Cipimd, che ha fornito informazioni dettagliate sul tipo di barca (uno scafo in fibra di colore blu scuro, con un motore fuoribordo Yamaha da 115 cavalli) e martedì 12 ha pubblicato sul web le foto dei dispersi: le famiglie stesse hanno chiesto di far circolare quelle immagini nella speranza di favorire le ricerche e un eventuale riconoscimento. Ne è scaturita una serie sistematica di ricognizioni a vasto raggio, sia aeree che marittime, organizzata dal Salvamento Maritimo spagnolo lungo la rotta presumibile della barca da Algeri all’arcipelago. L’operazione non ha dato esito. L’unica cosa certa, dopo 5 giorni, era che la barca non era arrivata alle Baleari. Giovedì 19, dopo 12 giorni, Alarm Phone ha ribadito che fino a quel momento non si sapeva nulla dei 14 dispersi. Nulla anche nei giorni successivi: delle barche di migranti arrivate alle Baleari o anche nella Penisola Iberica nessuna corrisponde a quella segnalata come dispersa. Nessun comunicato da parte delle autorità algerine.

(Fonte: Alarm Phone, Ong Cipimd)

Algeria-Spagna (Orano), 23 dicembre 2022

Quattordici vittime nel naufragio di una barca di harraga algerini e marocchini al largo di Orano. Due i superstiti. E’ accaduto lunedì 19 dicembre ma non se ne è avuta notizia fino a venerdì 23, quando ne ha avuto conferma la Ong spagnola Cipimd che si occupa delle ricerche di migranti morti o dispersi lungo le rotte versio la Spagna. La barca risulta partita nelle prime ore del mattino ma ha navigato verso le coste dell’Andalusia solo per circa 25 chilometri. Era ancora nelle acque algerine quando a bordo si è sviluppasto un violento incendio, seguito da un’esplosione. Uno dei migranti è stato avvolto dalle fiamme, un altro ha subito un grave colpo in testa. Poco dopo lo scafo ha ceduto e si è inabissato. I soccorritori hanno potuto recuperare due soli naufraghi ancora in vita. Tra le vittime anche una donna e un bambino.

(Fonte: Ong Cipimd Clemente Martin)

Tunisia-Italia (Isole Kerkennah), 25-26 dicembre 2022

I cadaveri di 5 subsahariani sono stati trovati lungo la rotta percorsa dai migranti dalla costa orientale della Tunisia verso Lampedusa: 1, quello di uan bambina molto piccola, su una spiaggia delle isole Kerkennah, meno di 50 chilometri al largo di Sfax, gli altri 4 in mare.

La bambina. Il corpicino è stato scoperto casualmente la mattina di domenica 25 dicembre da alcuni abitanti dell’isola principale dell’arcipelago, riverso bocconi sulla sabbia a breve distanza dalla battigia. La piccola era vestita con una giacca rosa imbottita e dotata di un cappuccio, pantaloncini e calze pesanti: abiti adatti ad affrontare il freddo di una lunga traversata del Mediteraneo su una imbarcazione precaria. Per recuperarlo è intervenuta una squadra della Mezzaluna Rossa, che lo ha trasferito nell’obitorio dell’ospedale a disposizione della magistratura.

Le altre vittime. Nelle stesse ore del ritrovamento della bambina priva di vita sulla spiaggia, sono affiorati in mare, a non grande distanza, i cadaveri di quattro adulti, tra cui una donna in stato di gravidanza. Recuperati dalla Guardia Costiera, li hanno portati nell’obitorio dell’ospedale regionale di Sfax. Secondo gli esami medici, la morte deve risalire a qualche giorno prima che fossero scoperti. Lo stesso vale per il corpicino della bimba. Non sembrano esserci dubbi che si tratti di vittime di un naufragio rimasto sconosciuto fino a quando non sono emersi i cadaveri. Le autorità tunisine hanno però riferito di non avere elementi per risalire alle circostanze e alla data della tragedia né al numero delle vittime. “Non si sa nemmeno – hanno dichiarato – se la barca sia partita dalla Tunisia o dalla Libia”. Anzi, non c’è stata nell’immediato nemmeno la conferma ufficiale del ritrovamento della bambina, comunicato e documentato con foto da organi di stampa e Ong. La Guardia costiera, oltre a comunicare il recupero delle salme dei quattro adulti, si è limitata a riferire che nella notte tra giovedì 22 e venerdì 23 dicembre sono state bloccate 11 barche con 218 migranti. Appare evidente, in ogni caso, che ci siano anche numerosi dispersi.

(Fonte: Heroes del Mar, Associated Press, Infomigrants)

Libia (Sabratha), 27 dicembre 2022

I corpi senza vita di 4 migranti sono affiorati sul litorale di Sabratha, circa 80 chilometri a ovest di Tripoli, uno dei tratti della costa libica da cui sono più frequenti le partenze sulla rotta per Lampedusa. Ne ha dato notizia il rapporto settimanale 25-31 dicembre dell’ufficio Oim di Tripoli. Nel dossier non sono riportate note sulle circostanze della morte, ma appare scontato che si tratti di vittime di un naufragio rimasto sconosciuto fino a quando non sono stati recuperatri quei 4 cadaveri. Ciò induce a temere che ci sia anche un numero imprecisato di dispersi. Le salme, recuperate dalla Mezzaluna Rossa, sono state trasferite nell’obitorio dell’ospedale. Non si sono trovati elementi per l’identificazione: si sa soltanto che si tratta di quattro uomini presumibilmente di giovanme età.

(Fonte: rapporto Oim del 3 gennaio 2023)

Algeria-Spagna (Tipasa-Baleari), 27-28 dicembre 2022

Un migrante morto e 2 dispersi sulla rotta tra l’Algeria e l’arcipelago delle Baleari. Erano su una barca che aveva preso il largo martedì 27 dicembre dalla zona di Tipasa, poco più di 80 chilometri a ovest di Algeri, con a bordo 13 persone, tutti giovani harraga algerini. Il naufragio è avvenuto poco dopo la partenza. Stando alle poche notizie raccolte dalla Ong spagnola Cipimd, lo scafo si è ribaltato, forse a causa del sovraccarico. La costa era ancora vicina ma quando sono arrivati i soccorsi soltanto 10 naufraghi erano ancora in vita. Il corpo di una delle vittime è stato trovato e recuperato durante le operazioni di salvataggio. Nessuna traccia degli altri due dispersi.

(Fonte: Ong Cipimd Clemente Martin) 

Marocco-Spagna (Sidi Ifni – Canarie), 30 dicembre 2022

Almeno 16 morti (uno dei quali in ospedale, dopo i soccorsi e 2 accertati 8 giorni dopo) nel naufragio di un gommone partito la notte tra giovedì 29 e venerdì 30 dicembre sulla rotta per le Canarie dalla zona di Sidi Ifni, circa 180 chilometri a nord est di Tan Tan, nel sud ovest del Marocco. A bordo c’erano quasi 50 persone, tra cui numerose donne e ragazze, provenienti in massima parte dalla regione di Tiznit. Nelle stesse ore e dalla stessa zona sarebbero dovuti partire altri due gruppi di migranti, originari di Agadir, Guelmin e altre città del nord, ma i furgoni su cui stavano raggiungendo la costa, scortati da due motociclisti, sono stati intercettati dalla gendarmeria prima che potessero imbarcarsi, intorno alle 4,30 del mattino di venerdì 30 dicembre. Il gruppo del terzo furgone è invece riuscito a prendere il largo in piena notte su un canotto pneumatico stracarico. Il naufragio è avvenuto poco dopo la partenza, prima dell’alba, quando il gommone, probabilmente difficile da governare proprio a causa del sovraccarico, ha urtato contro uno scoglio ed ha cominciato ad affondare rapidamente, rovesciandosi. I primi soccorsi sono arrivati da alcuni pescatori di Sidi Ifni seguiti da unità della Marina. Tredici dei naufraghi, in buona parte donne, sono morti prima di essere raggiunti: i loro corpi sono stati sbarcati a Sidi Ifni. La gendarmeria ha bloccato e arrestato i 24 superstiti. Due, in gravi condizioni, un uomo e una donna, sono stati ricoverati. La donna è morta dopo quattro giorni. Tra sabato 7 e domenica 8 gennaio sono stati recuperati altri 2 corpi, uno in mare e l’altro su una spiaggia di Sidi Ifni. Di 6, infine, si sono perse le tracce: la polizia sostiene che, dopo essersi salvati, sarebbero riusciti a fuggire prima di essere bloccati ma secondo fonti locali sarebbero invece scomparsi in mare e due di loro potrebbero essere proprio le vittime trovate una settimana dopo il naufragio. L’Association Marocaine des Droits Humains, olte a chiedere alle autorità una ricostruzione più dettagliata di quanto è accaduto, ha deciso di condurre in proprio un’inchiesta sui particolari della tragedia.

(Fonte: Ifninews, Nadorcity edizioni 30 dicembre 22 e 8 gennaio 23, Alarm Phone, Association Marocain Droits Humains)   

Libano-Cipro (Tripoli), 31 dicembre 2022

Due vittime nel naufragio di un barcone partito da Tripoli, nel nord del Libano, sulla rotta per Cipro, poco dopo la mezzanotte di venerdì 30 dicembre. A bordo c’erano oltre 230 migranti, in maggioranza siriani, palestinesi e libanesi. La tragedia è avvenutra poco dopo la partenza, a non grande distanza dalla costa. Non è chiaro cosa sia accaduto e quali siano le cause precise: forse c’è stato un cedimento o magari il sovraccarico stesso può aver compromesso l’assetto e la trenuta dello scafo. Sta di fatto che il barcone si è rovesciato ed ha cominciato ad affondare. Si è temuto che potesse ripetersi la strage del mese di settembre, quando in un episodio simile ci sono state circa 100 vittime ma, grazie anche al fatto che tutto si è svolto a non grande distanza dalla riva, in questo caso i soccorsi sono arrivati rapidamente, con l’intervento di tre unità della Marina libanese e di una della flotta interforze delle Nazioni Unite (Unifil), che hanno tratto in salvo 232 naufraghi. Nulla da fare, però, per una giovane donna e una bambina, entrambe siriane: i loro corpi senza vita sono stati recuperati nelle vicinanze del punto del naufragio e sbarcati a Tripoli.

(Fonte: Al Jazeera, Associated Press)     

Algeria-Spagna (Mostaganem), 31 dicembre 2022

Risultano dispersi 20 migranti algerini partiti verso la costa di Almeria su una barca di cui si sono perse le tracce dal 25 dicembre: 13 uomini, 2 donne e 5 bambini, almeno due dei quali piccolissimi. Ne ha dato notizia la Ong spagnola Cipimd, che si occupa della ricerca di migranti morti o scomparsi durante la fuga verso l’Europa. Stando alle notizie fornite alla Ong dai familiari, erano su uno scafo in vetroresina di colore azzurro, con un motore fuoribordo da 40 cavalli. Si tratterebbe, dunque, di uno scafo piuttosto piccolo e lento. I contatti sono stati persi dal momento stesso della partenza. Nella speranza di facilitare le ricerche, su richiesta delle famiglie, la Ong ha pubblicato sul web, oltre a tutte le informazioni disponibili, anche le foto dei dispersi: prima 17 tra giovedì 29 e venerdì 30 dicembre, quando è stato lanciato il primo appello, e poi le altre tre il giorno 31, diffondendo una seconda segnalazione. Dal 29 nella zona Sar spagnola è scattata una operazione di ricerca a largo raggio, condotta dal Salvamento Maritimo con aerei da ricognizione e unità navali, ma senza alcun risultato. Nulla anche nei primi giorni del mese di gennaio 2023.

(Fonte: Ong Cipimd Clemente Martin)      

Algeria-Spagna (Orano-Almeria), 3-4 gennaio 2023

La Ong spagnola Cipimd ha segnalato la scomparsa di 9 ragazzi algerini partiti da Orano sulla rotta per Almeria, nella Penisola Iberica. Risulta che abbiano preso il mare la mattina del 19 dicembre dalla zona di Costa de Canastel, poco più di 10 chilometri a nord est di Orano, su una barca in fibra di colore bianco e azzurro e con un motore Suzuki da 40 cavalli. Da allora non se ne è saputo più nulla. L’allarme è stato lanciato alcuni giorni dopo da alcuni familiari, preoccupati di aver perso ogni contatto con i nove ragazzi. Oltre che alle autorità, le famiglie si sono rivolte alla Ong Cipimd che si occupa di ricercare i migranti morti o dispersi lungo le rotte verso la Spagna. Nella speranza che possano essere utili per le indagini, i familiari hanno chiesto di pubblicare sul web, oltre a un appello di ricerca, anche le foto dei 9 giovani. A due settimane dalla partenza, quando la Ong ha lanciato una prima segnalazione, ancora nessuna notizia. L’appello è stato ripreso il 4 gennaio 2023 anche da un altro sito spagnolo, Heroes del Mar, sempre senza alcun riscontro.

(Fonte: Ong Cipimd Clemente Martin, Heroes del Mar)