Dossier vittimeMediterraneo e Canarie

2022 Mediterraneo – primo semestre

Nel 2021 sono morti 3.614 profughi/migranti nel tentativo di arrivare in Europa: 3.410 scomparsi in mare, gli altri 204 lungo le “vie di terra”. La rotta più pericolosa si è confermata quella per la Spagna, con 1.788 vite perdute nel Mediterraneo o nell’Atlantico verso le Canarie: 1 morto ogni 27 arrivi. Nel Mediterraneo centrale, tentando di raggiungere l’Italia o Malta, le vittime risultano 1.518, con un indice di mortalità di uno a 44,5. Nell’Egeo e nel Mediterraneo orientale, infine, si registra un morto ogni 72,3 migranti arrivati, per un totale di 104. E’ il bilancio di morte più pesante degli  ultimi anni. Cifre simili si riscontrano solo tra il 2015 e il 2017. In assoluto, il maggior numero di morti o dispersi si è avuto nel 2016, quando si è arrivati a ben 5.822. Segue il 2015, l’anno precedente, con 3.882. Poi, appunto, le 3.586 vittime del 2021, quasi cento in più delle 3.498 segnalate nel 2017. Ma, dal 2015 a oggi, non si è mai registrato un tasso di mortalità elevato come quello del 2021, pari a una vita perduta ogni 41,7 migranti arrivati in Europa. Anzi, negli ultimi sette anni, c’è stato un trend di crescita costante, fino ad arrivare, appunto, al picco del 2021: una vittima ogni 256 arrivi nel 2015 e poi, via via, si è saliti a uno a 67 nel 2016, uno a 53 sia nel 2017 che nel 2018, uno a 56, leggermente inferiore, nel 2019, uno a 43 nel 2020, diventato infine l’uno a 41,7 dell’anno appena concluso. E c’è da considerare che in questo terribile bilancio non sono stati inseriti i casi di una ventina di barche, con a bordo 877 persone, di cui si è persa notizia nell’Atlantico, dopo le richieste di aiuto o le segnalazioni di varie Ong o del Salvamento Maritimo spagnolo, ma senza avere la conferma di eventuali naufragi o sparizioni definitive. E’ una strage senza fine di cui nessuno può dire di non sapere e, però, ampiamente sottaciuta e ignorata. “Silenziata”. Una strage che ci chiama tutti direttamente in causa perché a provocarla è in gran parte la politica di chiusura e respingimento nei confronti di profughi e migranti adottata dall’Unione Europea e in particolare dall’Italia. Quella politica di muri – fisici, fatti d’acciaio e filo spinato, ma soprattutto politici e legali – che punta a chiudere l’Europa come una fortezza, a prescindere dalla sorte di chi ne resta fuori. Senza rendersi conto che, a furia di alzare muri, si sta in realtà costruendo una prigione. Né ci sono segnali di cambiamento. Neanche minimi. Nello scorcio del 2021, proprio mentre si stava verificando una tragica serie di naufragi a catena, con centinaia di vittime, nella politica italiana si è tornati a parlare di “invasione”: del rischio incombente di una “bomba migratoria” che minaccerebbe la Penisola dall’Africa. E si è invocato un ulteriore giro di vite, fino a prospettare persino una sorta di blocco navale militare. Facendo finta di ignorare che, su mandato europeo e soprattutto italiano, numerosi stati mediorientali e africani già esercitano blocchi rigidissimi di questo genere, per “difendere” i confini della Ue esternalizzati il più a sud possibile. Lo dimostra il numero dei respingimenti effettuati nel 2021 da parte delle polizie di quegli stati: 176.182 disperati fermati e spesso arrestati, in mare o a terra, sulla via verso quell’Europa a cui avevano lanciato un grido di aiuto. Ben 176.182: più di quanti, 150.886, siano riusciti ad arrivare in Europa. Con queste premesse c’è da chiedersi cosa accadrà nel 2022.

Iran-Turchia (villaggio di Belarus), 1 gennaio 2021

Una giovane profuga afghana è morta assiderata mentre, con i figli, due ragazzini di 9 e 8 anni, cercava di passare il confine tra l’Iran e la Turchia. Arrivata con mezzi di fortuna al villaggio iraniano di Berlarus, in una zona dove in inverno la temperatura scende ampiamente sotto lo zero, ha proseguito a piedi verso la frontiera con la provincia turca di Van, situata a pochi chilometri di distanza. Durante il cammino, sorpresa da una temopesta di neve, è stata sopraffatta dal freddo e dalla fatica. I figli sono riusciti a ritornare a Belarus per chiedere aiuto. Alcuni abitanti si sono messi subito alla ricerca della donna, trovandola lungo la strada ormai priva di vita e scoprendo che aveva fatto tutto il percorso verso la frontiera con i piedi avvolti in buste di plastica come unica difesa contro il gelo, dopo essersi tolta le calze di lana per usarle come guanti per i figli. La salma è stata riportata a Belarus, dove i due bambini sono stati assistiti da una famiglia fino all’arrivo della polizia.

(Fonte: Daily Sabah, Hurrriyet Daily News, Avvenire) 

Italia-Francia (Bardonecchia-Modane), 2 gennaio 2022

Un migrante marocchino – Kidane, 31 anni – è morto nel tentativo di attraversare le Alpi dall’Italia alla Francia. Il suo cadavere è stato scoperto da una pattuglia della gendarmeria francese lungo un sentierio montano nei pressi di Modane nella giornata del 2 gennaio. La morte risaliva a qualche ora prima del ritrovamento. Secondo le indagini condotte dalla polizia, l’uomo deve essersi incamminato verso il confine italo-francese, partendo da Bardonecchia, nella serata del primo gennaio. Deve aver pensato che il buio lo avrebbe aiutato ad eludere la vigilanza della polizia francese, ma passare le Alpi di notte, in pieno inverno, con temperature che arrivano fino a meno 10 gradi e oltre, è un’impresa molto difficile ed estremamente pericolosa, specie se, come nel caso di Kidane, non si dispone di una attrezzatura adatta. Kidane è riuscito a superare il valico ed ha cominciato a scendere verso Modane, nel versante francese, ma è stato stroncato dal freddo e dalla fatica prima di arrivare in un qualsiasi punto dove poter chiedere aiuto. La famiglia ha chiesto di rimpatriare la salma in Marocco.

(Fonte: Alarm Phone Sahara, rapporto del 10 gennaio)

Algeria-Spagna (Orano-Almeria), 2-3 gennaio 2022

Tredici vittime (3 morti e 10 dispersi), al largo di Almeria, nel naufragio contemporaneo di due barche cariche di migranti provenienti dall’Algeria. Sedici i superstiti: 15 donne e un uomo, tutti maghrebini. L’allarme è scattato verso l’una e quarantacinque del mattino di lunedì 3 gennaio, quando l’equipaggio di un cargo, lo Spica, ha segnalto alla centrale operativa del Salvamento Maritimo di aver udito delle grida provenire dal buio, in mare, circa 15 miglia a sud est di Cabo de Gata. Da Almeria sono immediatamente partiti un elicottero da ricognizione e salvataggio, l’Helimer 223, e la salvamar Spica (omonima del cargo), seguita da una motovedetta della Guardia Civil. Poco dopo, nella zona indicata dal cargo, è stata trovata una barca semi affondata affollata di persone e con intorno, in acqua, alcuni naufraghi che, come si è scoperto successivamente, erano a bordo di un’altra barca affondata e di cui non è stata trovata traccia. L’elicottero ha preso a bordo i tre naufraghi più gravi, tutti con gravi sintomi di ipotermia, trasferendoli all’ospedale di Almeria. La Spica ha soccorso i 13 migranti rimasti sul relitto, sbarcandoli a sua volta ad Almeria, dove per uno è stato necessario il ricovero, sempre per ipotermia. Nel corso delle ricerche la motovedetta della Guardia Civil ha recuperato 3 cadaveri ma, secondo le dichiarazioni dei superstiti, ci sono anche 10 dispersi, tra cui una ragazza di 17 anni. Nelle ore successive, sempre in base alle dichiarazioni dei superstiti, è stato possibile ricostruire la  tragedia. Le due barche, partite il giorno prima dalla costa di Orano, con 17 e 12 harraga a bordo, hanno navigato insieme verso la Penisola Iberica. Al largo di Cabo de Gata, a quanto pare, si sono scontrate: una è affondata rapidamente, l’altra ha cominciato ad imbarcare acqua, diventando ingovernabile e minacciando a sua volta di naufragare in breve tempo. I soccorsi sono arrivati quando era ormai un relitto alla deriva. Senza esito le ricerche dei dispersi condotte con più unità nella giornata di lunedì 3 dicembre.

(Fonte: El Diario, El Pais, sito Clemente Martin Associazione per l’identiicazione dei Migranti Dispersi, Diario de Almeria, Europa Press)  

Libia-Malta-Italia (Bin Jawad, golfo di Sirte), 3 gennaio 2022

Il cadavere di un migrante è stato avvistato sulla battigia di una spiaggia circa 3 chilometri a ovest di Bin Jawad, una città costiera del golfo di Sirte, situata 150 chilometri a est della stessa Sirte e a oltre 600 chilometri da Tripoli. Recuperato dalla Guardia Costiera e dalla Mezzaluna Rossa, su disposizione della Procura è stato trasportato all’obitorio dell’ospedale in attesa delle procedure per l’inumazione. Non sono emersi elementi per identificarlo né per stabilirne la provenienza, ma sembra la conferma di un aumento delle partenze e di naufragi di barche di migranti dalla costa orientale della Libia verso Malta e Lampedusa. A giudicare dallo stato di degrado, il cadavere è rimasto in mare per più giorni.

(Fonte: Migrant Rescue Watch) 

Algeria-Italia (Ben Zouit, Kerkera), 3-4 gennaio 2022

Undici vittime (3 migranti morti e 8 dispersi) in un naufragio al largo delle coste dell’Algeria orientale. Non ci sono superstiti. La barca era partita dalla provincia di Skikda, quasi 500 chilometri a est di Algeri e circa 150 dal confine con la Tunisia, un tratto di costa da cui in genere le imbarcazioni degli harraga puntano verso la Sardegna, più vicina delle Baleari spagnole. Gli undici giovani a bordo erano tutti della zona di Skikda, una provincia nella quale i tentativi di attraversare il Mediterraneo su barche di fortuna si sono moltiplicati negli ultimi mesi. La tragedia è avvenuta quando la barca era ancora nelle acque algerine, al largo della spiaggia di Ben Zouit, nel comune di Kerkera. I soccorritori non hanno trovato nessuno dei naufraghi ancora in vita. Tre corpi sono stati recuperati dai sommozzatori della Protezione Civile. Senza esito le ricerche degli altri naufraghi condotte per un vasto raggio intorno al punto del naufragio, con uomini e unità sia della Protezioner Civile che della Marina. Il giorno prima altri 20 harraga hanno tentato di partire per l’Europa da Kenoua, una città portuale situata nello stesso arco di costa, ma sono stati bloccati dalla Guardia Costiera.

(Fonte: Le Quotidien d’Oran)  

Algeria-Spagna (Carboneras-Almeria), 3-4 gennaio 2022

Almeno 4 harraga algerini dispersi, tra Almeria e Carboneras, nelle acque di Cabo de Gata. Lo ha comunicato il Salvamento Maritimo di Almeria, diramando l’allerta anche a tutte le unità commerciali in navigazione nella zona. I quattro sono scomparsi in mare la sera di lunedì 3 gennaio, in seguito al naufragio di una barca con 14 persone a bordo, soccorsa dalla motovedetta Rio Nascimiento, della Guardia Civil, intervenuta per una triplice emergenza: oltre a quella poi naufragata, altre due barche risultavano contemporaneamente in pericolo nello stesso tratto di mare, sul versante verso Caboneras di Gabo de Gata. Tutti provenienti dalla costa dell’Algeria occidentale, i tre natanti avevano a bordo complessivamente una trentina di migranti. Prima ancora di essere sbarcati nel porto di Carboneras durante la notte, sono stati i 10 naufraghi superstiti della barca affondata a segnalare che 4 loro compagni erano spariti nel buio prima dell’arrrivo dei soccorsi. Le ricerche condotte per tutta la notte e la giornata di martedì 4, con l’aiuto anche di un elicottero, Helimer 223, non hanno dato esito.

(Fonte: Josè Clemente Martin Associazione Identificazione Migranti Dispersi, Diario de Almeria, Europa Press Andalucia)

Marocco-Spagna (rotta delle Canarie), 4-5 gennaio 2022

Almeno 2 morti e 103 superstiti in un duplice naufragio sulla rotta tra il Marocco e le Canarie. L’allarme è scattato quando il Centro di Coordinamento spagnolo per il Salvamento in mare di Las Palmas ha ricevuto la segnalazione che, 45 miglia a ovest della costa del Sahara Occidentale, due barche cariche di migranti subsahariani erano in procinto di affondare, a breve distanza l’una dall’altra. Secondo il dispaccio ricevuto, anzi, “diverse persone erano già in acqua”. Le unità più vicine erano le navi della Sesta Flotta americana, con base a Napoli, impegnate in una esercitazione nell’Atlantico. Sotto il coordinamento della centrale di Las Palmas, il comando Usa ha inviato sul posto tre pattugliatori veloci – l’Uscgd Thetis 910, il Glen Harris 1144 e l’Emlen Tunnel 1145 – a cui si è affiancata una fregata della Marina marocchina. Le tre navi  statunitensi sono giunte in tempo per salvare 103 naufraghi. Poco dopo sono stati recuperati due corpi senza vita. Non è escluso che ci siano anche dei dispersi. Tutti i superstiti – ha riferito il capitano statunitense Kyle Gantt al termine delle operazioni – sono stati trasbordati sulla fregata marocchina.

(Fonte: El Diario)

Libia-Malta-Italia (Garabulli-Khums), 5-6 gennaio 2022

I cadaveri di due migranti sono affiorati tra il 5 e il 6 gennaio sulla costa a est di Tripoli. Il primo, trovato dalla polizia su segnalazione di alcuni abitanti del posto, è stato recuperato dalla Mezzaluna Rossa sulla battigia della spiaggia di Garabulli, poco più di 60 chilometi a est di Tripoli e altrettanti a ovest di Khums. Non sono stati reperiti documenti o altri elementi utili per poterlo identificare e stabilirne la provenienza. Lo stato di decomposizione sembra indicare comunque che la salma deve essere rimasta in mare per più giorni. Il secondo cadavere era più a oriente, su una delle spiagge di Khums, anche questo in avanzato degrado e rimasto sconosciuto. Tenendo conto anche di quelli della donna spiaggiata il 31 dicembre 2021 a Tajoura e dell’uomo trovato a Ben Jwad il 3 gennaio, sono quattro i cadaveri portati dal mare, nell’arco di sei giorni, sul litorale a est di Tripoli.

(Fonte: Migrant Rescue Watch, rapporto Oim Libia del 10 gennaio)

 Algeria-Spagna (Alicante), 6 gennaio 2022

Dodici harraga algerini annegati in un naufragio sulla rotta tra la costa di Orano e Almeria. Dei 17 a bordo, se ne sono salvati soltanto 5, uno dei quali in condizioni critiche. La barca, partita intorno al 31 dicembre e rimasta alla deriva per quasi una settimana, si è rovesciata a causa delle cattive condizioni meteomarine. I naufraghi hanno cercato di aggrapparsi al relitto, ma molti a poco a poco sono stati trascinati via dal mare. Probabilmente sarebbero morti tutti se, giovedì 6 gennaio, uno yacht non li avesse avvistati casualmente circa 26 chilometri a sud est di Alicante, lanciando l’allarme alla centrale operativa del Salvamento Maritimo. Poco dopo l’Sos, i naufraghi sono stati presi a bordo da un elicottero di soccorso: uno privo di conoscenza e in un forte stato di ipotermia ma 4 ancora coscienti e in condizioni discrete, nonostante il lungo tempo trascorso sul relitto. E sono stati appunto questi quattro superstiti a ricostruire la tragedia, raccontando di aver perso progressivamente in mare 12 compagni. Senza esito le ricerche condotte per ritrovare almeno parte dei dispersi.

(Fonte: Clemente Martin Associazione Identificazione Migranti Dispersi, Diario de Alicante, Informacion)

Turchia-Grecia (Frontiera dell’Evros), 7 gennaio 2022

I corpi di due giovani profughi sono stati trovati al confine fra Turchia e Grecia, lungo il fiume Evros, che segna la linea di frontiera. Li hanno visti casualmente il 7 gennaio, tra la vegetazione dell’argine, sul versante turco, alcuni abitanti del posto, che hanno poi avvertito la polizia. Il recupero è stato effettuato dal Consolidated Rescue Group and Humanitarian Relife (Crhr), una Ong di volontari turca. Il primo era quasi sopra l’argine, l’altro più in basso, nel letto del fiume, a breve distanza dall’acqua. A giudicare dallo stato di conservazione, la morte dei due giovani risale ad alcuni giorni prima del ritrovamento delle salme, una delle quali era stata anche aggredita da animali selvatici. Non sono stati trovati elementi sufficienti per risalire all’identità e alla provenienza, ma si ritiene che si tratti di due profughi annegati nel tentativo di entrare in Grecia. Resta da stabilire se siano riusciti ad attraversare il fiume e poi costretti a rientrare in Turchia da una pattuglia della polizia greca, che potrebbe averli sorpresi. Il sito web Lena K. ha diffuso la notizia il 27 gennaio, pubblicando anche la foto di uno dei cadaveri.

(Fonte: sito web Lena K, notiziario Are You Syrious del 29 gennaio)

Libia-Malta-Italia (costa di Tajoura e Misurata), 9 gennaio 2022

I corpi di tre migranti sono stati trascinati dal mare su due diverse spiagge libiche a est di Tripoli. Il primo lo hanno trovato nella zona di Tajoura, poco meno di 30 chilometri da Tripoli. Su segnalazione di alcuni abitanti del posto, è stato recuperato da una squadra della Mezzaluna Rossa, su incarico della polizia costiera, e trasferito nell’obitorio dell’ospedale locale, in attesa delle procedure per l’inumazione. Non sono emersi elementi utili per l’identificazione. A giudicare dallo stato di degrado, la salma è rimasta in acqua per più giorni, ma se ne ignora la provenienza. Grossomodo nelle stesse condizioni gli altri due corpi, recuperati sempre dalla Mezzaluna Rossa e dalla polizia costiera, molto più a oriente, a Zureik, un soborgo di Misurata che dista quasi 200 chilometri da Tajoura. Anche in questo caso, nulla che ne indicasse l’identità e la provenienza. Data la distanza, tuttavia, è da escludere che si tratti di vittime dello stesso naufragio. E’ verosimile che siano invece la “spia” di due episodi diversi, rimasi sconosciuti e con un numero di vittime imprecisato.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Libia-Malta-Italiua (Khums), 9-10 gennaio 2022

I cadaveri di due migranti sono affiorati sul litorale di Khums, circa 120 chilometri a oriente di Tripoli, nell’arco di 24 ore. Il primo è stato avvistato nella giornata di domenica 9 gennaio mentre flottava in mare a pochi metri dalla spiaggia di Ghanima, un sobborgo molto popoloso della città, noto anche come Borgo Corrradini. Recuperato da personale della Mezzaluna Rossa, è stato trasferito presso l’obitorio dell’ospedale. Erano ancora in corso le procedure di legge in attesa dell’inumazione quando il giorno dopo, lunedì 10 gennaio, il secondo cadavere è stato avvistato sulla battigia di una spiaggia di Celine, un altro sobborgo di Khums, situato circa 15 chilometri più a est. Non sono emersi elementi per identificarli e stabilirne la provenienza, ma è verosimile che si tratti di vittime dello stesso naufragio. Entrambi i corpi, a giudicare dallo stato di conservazione, sono rimasti in acqua per diversi giorni. Dal 31 dicembre, con queste due, sono 9 le salme di migranti trascinate dal mare sulla costa a est di Tripoli.

(Fonte: Migrant Rescue Watch) 

Libia (Tripoli), 10-11 marzo 2022

Un profugo sudanese di appena 18 anni – Abdo, originario del Darfur – è morto a Tripoli dopo oltre cinque mesi di sofferenze per le ustioni e le torture subite da una banda di trafficanti. Catturato nel 2021 mentre cercava un imbarco per l’Europa, è stato sottoposto ad ogni genere di violenze, presumibilmente per costringere i familiari a pagare un riscatto per liberarlo. La sua tragedia è venuta alla luce verso la fine del mese di settembre 2021 quando, una volta rilasciato, alcuni amici lo hanno portato al Tripoli Central Hospital in condizioni critiche, con il 70 per cento del corpo devastato da gravi ustioni, raccontando che i trafficanti avevano tentato di bruciarlo vivo. E’ rimasto ricoverato per cinque mesi, durante i quali gli stessi amici che lo avevano soccorso si sono offerti più volte di donargli il sangue per cercare di rimetterlo in forze. La svolta si è avuta il 25 febbraio, quando l’ospedale ha deciso di dimetterlo, ignorando il fatto che l’Unhcr, a cui si erano rivolte le autorità sanitarie, avesse specificato esplicitamente che non era in grado di prendersene cura e in particolare di assicurargli l’assistenza necessaria, adeguata al suo stato di salute ancora estremamente precario. Nei giorni successivi le sue condizioni si sono aggravate e intorno al 10 marzo si è spento. “E’ fuggito dalla persecuzione in Darfour e si è ritrovato all’inferno”, ha scritto di lui il sito Kaka Fur.

(Fonte: sito web Kaka Fur, notiziario Are You Syrious)  

Algeria-Spagna (Orano), 11 gennaio 2022

Il corpo di  un harraga algerino è stato trascinato dal mare in un tratto roccioso del litorale di Cap d’Aguille, nel comune di Gdyel, meno di 25 chilomettri a nord est di Orano. Avvistato tra gli scogli dove le onde lo avevano incastrato, lo ha recuperato personale della Protezione Civile, trasferendolo all’obitorio per le procedure di legge. Nel contesto delle indagini condotte, è stato interessato anche il Centro internazionale per l’identificazione dei migranti dispersi con sede in Spagna ed è stata diffusa una foto del cadavere nella scogliera dove è stato ritrovato. Si tratta di un uomo di giovane età, con indosso una tuta da ginnastica blu e gialla, che, a giudicare dallo stato di degrado, deve essere rimasto in acqua per più giorni. Secondo Le Quotidien d’Oran potrebbe trattarsi di un trentacinquenne che si è allontanato da casa almeno una settimana prima del ritrovamento del corpo in mare a Cap d’Aguille.

(Fonte:  Clemente Martin Centro identificazione migranti dispersi, Le Quotidien d’Oran))

Algeria-Italia (Annaba-Sardegna), 11 gennaio 2022

Quattordici migranti partiti dall’Algeria per l’Italia risultano scomparsi in mare. Si tratta di 3 algerini e due intere famiglie di siriani, 11 persone, tra cui 6 bambini e due donne, una delle quali in stato di gravidanza. Si sa per certo che sono partiti la sera del 31 dicembre 2021 da Annaba, nel nord est dell’Algeria, a circa 100 chilometri di ditanza dal confine con la Tunisia, puntando verso la Sardegna. Erano su una barca di legno di colore verde con un motore fuoribordo. Contavano di raggiungere le coste sarde nell’arco di un paio di giorni al massimo, ma non sono mai arrivati né, per quanto è dato sapere, hanno mai lanciato una richiesta di aiuto. L’allarme è scattato il 3 gennaio, quando alcuni familiari e amici, non ricevendo notizie di alcun genere e non riuscendo a contattare la barca, si sono rivolti alla piattaforma di soccorso Alarm Phone e alle autorità italiane, algerine e tunisine. Le ricerche non hanno dato alcun esito. A parte la Guardia Costiera, anche alcuni conoscenti delle persone a bordo presenti in Sardegna hanno confermato che nell’isola il gruppo non è mai sbarcato e, d’altra parte, amici e familiari hanno ribadito che in Algeria non era rientrato. L’ipotesi più accreditata è che il natante sia scomparso in mare, con tutte le persone a bordo, a causa delle condizioni meteo avverse. La sera di martedì 11 gennaio è stato lanciato un ennesimo appello di ricerca dei 14 dispersi alle autorità italiane ed algerine, lungo la presumibile rotta della barca.

(Fonte: Alarm Phone, rapporti del 4, 5 e 11 gennaio)

Libia-Malta-Italia (Talmitha, Cirenaica), 12 gennaio 2022

Su indicazione di funzionari del Dipartimento per il Contrasto all’Immigrazione Illegale (Dcim), una squadra della Mezzaluna Rossa ha recuperato il cadavere di un migrante sul litorale di Talmitha, una località portuale della Cirenaica situata circa 100 chilometri a est di Bengasi. E’ il decimo caso dal 31 dicembre 2021 sul litorale  a est di Tripoli, ma il primo così lontano dalla capitale, distante oltre mille chilometri. Non è stato possibile identificare la vittima né stabilirne la provenienza, ma nelle ultime settimane sono state segnalate diverse partenze di barche di migranti anche dalla Cirenaica, pur essendo questo tratto di costa libica molto più lontana da Malta e dall’Italia rispetto alla costa occidentale. Su disposizione del Procuratore di zona, la salma è stata trasferita presso la stazione di polizia, in attesa dell’espletamneto delle procedure per l’inumazione.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Grecia (provincia di Serres), 12-13 gennaio 2022

Due profughi iraniani – marito e moglie, lui di 35 anni e lei di 24 – sono annegati nel tentativo di attraversare un torrente nei pressi di Serres, una città di provincia della Grecia nord orientale. La coppia faceva parte di un gruppo di rifugiati, tutti iraniani, entrati in Grecia dalla Turchia con l’aiuto di alcuni “passatori”. Superato il confine nella zona dell’Evros, per eludere i controlli di polizia gli stessi “passatori”, accompagnadoli verso ovest, hanno scartato la superstrada Egnatia, scegliendo vie interne nella zona montana, per lasciarli poi poco lontano da Serres, a quasi 250 chilometri dalla frontiera turca. Da qui il gruppo ha proseguito da solo, a piedi, per sentieri e strade secondarie, seguendo le indicazioni ricevute dai contrabbandieri per arrivare fino a Salonicco, distante circa 40 chilometri. Mercoledì 12 gennaio, trovato lungo il cammino l’ostacolo del torrente, hanno deciso di tentare di guadarlo nonostante fosse in piena per le piogge abbondanti degli ultimi giorni. Marito e moglie sono stati travolti insieme dalla corrente e trascinati rapidamente verso valle, prima che i compagni potessero tentare di soccorrerli. L’allarme è stato dato da uno del gruppo, fratello della donna scomparsa, che ha telefonato alla polizia per chiedere aiuto. Gli altri, non si sa quanti, si sono allontanati prima dell’arrivo degli agenti e di una squadra di pompieri, intervenuta per i soccorsi e le ricerche. Il corpo dell’uomo è stato trovato poche ore dopo. Quello della donna solo la mattina dell’indomani, mercoledì 13.

(Fonte: Ekathimerini, Alarm Phone)

Marocco-Spagna (Tan Tan – Canarie), 13 gennaio 2022

Si sono perse le tracce di due ragazzi senegalesi – Assane Fall e Zal, entrambi sui vent’anni – e c’è da temere che insieme a loro siano da considerare disperse decine di altre persone. Lo ha comunicato l’Association Marocaine des Droits Humains che, su segnalazione di alcuni familiari degli scomparsi, ha lanciato un appello di ricerca, pubblicando anche delle foto per facilitarne il riconoscimento. Secondo quanto ha scritto sul suo sito web la Ong marocchina, i due amici erano su una barca salpata il 2 gennaio dalla zona di Tan Tan puntando verso Fuerteventura o Lanzarote, le più vicine delle Canarie a questo tratto di costa del Marocco Occidentale. Dal momento della partenza, però, nessuno li ha più visti o sentiti. Nei giorni successivi al 2 gennaio, dal litorale atlantico marocchino compreso fra Tantan e El Aaiun, 310 chilometri più a sud est, risultano arrivati alle Canarie solo i 51 migranti intercettati su uno zodiac da una salvamar del Salvamento Maritimo di Lanzarote e sbarcati il 3 gennaio nel porto di Arrecife. Quel natante, secondo quanto ha riferito la stampa spagnola, risulta però partito non da Tan Tan ma dalla zona di Tarfaya, circa 200 chilometri a sud est. E d’altra parte, pur volendo considerare una indicazione geografica approssimativa sul punto di partenza, se i due ragazzi senegalesi fossero stati a bordo di quel gommone arrivato a Lanzarote, non si spiegherebbe la segnalazione della scomparsa fatta dai familiari alla Ong. C’è da sospettare allora che si tratti di due barche diverse e che di una, quella dei due senegalesi, non si abbia notizia. Ma in questo caso sarebbe da considerare un numero imprecisato di altri dispersi.

(Fonte: Association Marocaine Droits Humains, Europa Press Canarias)  

Marocco-Spagna (Laayoune-Canarie), 13-14 gennaio 2022

Otto migranti morti su un gommone rimasto per oltre una settimana alla deriva nell’Atlantico, sulla rotta per le Canarie, con a bordo più di 60 subsahariani, in gran parte provenienti dalla Costa d’Avorio. Il battello risulta partito dalla zona di Laayoune (Al Aayoun), nel Sahara Occidentale, mercoledì 5 gennaio quasi contemporaneamente a un altro gommone sul quale avevano trovato posto 58 migranti, sempre subsahariani. Le due barche si sono trovate entrambe in difficoltà quando erano ancora molto lontane dall’arcipelago spagnolo. Il primo allarme è scattato per il natante con 58 persone in seguito a una richiesta di aiuto captata domenica 9 da Alarm Phone, che ha informato sia il Salvamento Maritimo spagnolo che la marina marocchina. Due giorni dopo, martedì 11, la Ong Caminando Fronteras, allertata dai familiari di alcune delle persone a bordo, ha avvertito della scomparsa anche dell’altro gommone, specificando che si trattava di almeno 52 adulti e 8 bambini dispersi. Le ricerche non hanno dato esito fino al giorno 13 quando – come ha pubblicato venerdì 14 il quotidiano Nadorcity.com – la Marina Reale ha comunicato di aver recuperato in mare, in più operazioni, 177 naufraghi. Le autorità marocchine non hanno fornito particolari, ma c’è da credere che due delle operazioni riguardino appunto questi due gommoni. Secondo quanto ha potuto appurare nei giorni successivi Alarm Phone, si sono salvati tutti i 58 migranti del gommone in difficoltà per il quale aveva lanciato un Sos. Sull’altro, quello con oltre 60 persone segnalato da Caminando Fronteras, risulta invece che ci siano stati 8 morti: sei prima o durante i soccorsi e altri due (una donna e il suo bambino) poco prima dello sbarco sulla costa africana del Sahara Occidentale. Per sei dei naufraghi riportati a riva, sfiniti e in stato di grave ipotermia per il lungo periodo trascorso in balia del mare, è stato necessario il ricovero in ospedale. Gli altri 49 sono stati rinchiusi in un centro di detenzione.

(Fonte: Alarm Phone, sito Helena Maleno Caminando Fronteras, infomigrants, Nadorcity.com)

Libia-Malta-Italia (Ghanima, Khums), 13-14 gennaio 2022

Il cadavere di un altro migrante è stato scoperto sul litorale di Khums dopo i due trovati il 9 e il 10 gennaio. Il mare lo ha trascinato sulla spiaggia di Ghanima (la stessa località, una ventina di chilometri a ovest di Khums, dove era stato pofrtato uno dei due precedenti), ai piedi di un costone roccioso. Segnalato alla polizia da alcuni abitanti del posto il 13 gennaio, una squadra della Mezzaluna Rossa lo ha recuperato e trasferito all’obitorio dell’ospedale per le procedure di legge prima della sepoltura. Non è stato identificato. L’unica cosa certa, a giudicare dallo stato di degrado, è che è rimasto in mare a lungo prima del ritrovamento. A parte quello emerso sulla costa di Bengasi il 12 gennaio, dall’inizio dell’anno questo è il decimo cadavere trascinato dal mare sulla costa a oriente dui Tripoli in un raggio di circa 100 chilometri: sembra sempre più evidente che deve esserci stato un naufragio con decine di vittime.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Algeria-Spagna (Tipasa e Orano), 14 gennaio 2022

Dieci morti su una barca rimasta alla deriva per dodici giorni nel Mediterraneo occidentale tra l’Algeria e la Penisola Iberica. Tre soltanto i superstiti. Buona parte dei 13 migranti a bordo erano della zona di Tipasa, 70 chilomeri a ovest di Algeri e 370 a est di Orano. Si sono imbarcati il 2 gennaio, da un tratto di costa della stessa provincia di Tipasa, puntando verso la regione spagnola di Murcia, ma non sono mai arrivati. Nei giorni successivi alcuni familiari hanno lanciato l’allarme, segnalandone la scomparsa. La tragedia è venuta alla luce nella giornata di venerdì 14 gennaio, quando la barca è stata intercettata al largo della costa tra Tipasa e Orano: durante la navigazione devono aver perso la rotta e, finite le scorte di benzina, sono rimasti in balia del mare, trascinati dalla corrente per oltre 100 chilometri. Un’odissea lunga dodici giorni alla quale sono sopravvissuti solo in tre.

(Fonte: Heroes del Mar, Clemente Martin Ong spagnola Organizzazione per l’identificazione dei migranti dispersi)

Marocco-Spagna (Tarfaya-Canarie), 16 gennaio 2022

Quarantacinque vittime (43 migranti dispersi e 2 cadaveri recuperati) in un naufragio al largo della costa marocchina occidentale, sulla rotta per le Canarie. Dieci soltanto i superstiti. Il natante risulta partito intorno alla mezzanotte di sabato 15 gennaio da Tarfaya, una città portuale situata circa 100 chilometri a nord di Al Aaiun, un tratto di costa da cui le barche dei migranti puntano in genere verso le isole di Lanzarotre o Fuerteventura. L’emergenza è scattata poche ore dopo, probabilmente a causa delle cattive condizioni meteo, con vento molto forte e onde alte oltre tre metri. La prima richiesta di soccorso è stata captata verso le 4,30 di domenica 16 dalla piattaforma di Alarm Phone, che ha allertato sia la Marina marocchina che il Salvamento Maritimo spagnolo. Poco dopo le 10 la Ong ha pubblicato sul suo sito web un primo dispaccio per illustrare la situazione, sottolineando che, secondo le ultime, disperate comunicazioni, la barca stava affondando e molti degli occupanti erano già finiti in acqua. Alle 15,22 sempre Alarm Phone ha specificato che erano stati persi i contatti con il battello in diffcoltà. Più tardi è arrivata da Helena Maleno, della Ong Caminando Fronteras, la notizia che la barca era affondata e che la Marina marocchina, giunta finalmente sul posto, aveva recuperato solo 10 naufraghi ancora in vita (6 donne e 4 uomini), oltre a due cadaveri. Nessuna traccia degli Altri 43 migranti: 26 uomini, 14 donne e 3 bambini.

(Fonte: El Diario, La Provincia, Canarias 7, Alarm Phone, Helena Maleno Caminando Fronteras)

Marocco-Spagna (Furteventura), 16-17 gennaio 2022

I cadaveri di due adolescenti di oprigine subsahariana – un ragazzo e una ragazza, di età apparente tra i 12 e i 14 anni – sono stati portati dal mare sulla costa orientale di Fuerteventura. Il primo, quello del ragazzo, è stato trovato domenica 16 gennaio sulle scogliere del Barranco, a Valle de la Cueva. Il secondo, quello della ragazza (che aveva un giubbetto di salvataggio), lunedì 19 sulla spiaggia di Gran Valle, circa 5 chilometri più a sud in linea retta. Entrambi, secondo gli esami medici, dovrebbero essere morti meno di tre giorni prima del ritrovamento. Si ritiene che i due adolescenti fossero a bordo di una barca partita dalla costa occidentale del Marocco (probabilmente la zona di El Aayoune) sulla rotta per le Canarie. Sulle barche arrivate nell’arcipelago in questo arco di tempo o nei giorni immediatmente precedenti, però, nessuno dei migranti sbarcati ha segnalato la scomparsa o la mancanza di qualche compagno. L’ipotesi più accreditata, allora, è che i due corpi provengano da un naufragio avvenuto a qualche miglio da Fuerteventura o Lanzarote ma rimasto sconosciuto. In questo caso è ipotizzabileche ci sia anche un numero imprecisato di dispersi.

(Fonte: El Diario, Canarias 7)

Algeria-Spagna (costa tra Almeria e Carboneras), 17-18 gennaio 2022 

Un giovane harraga algerino è annegato nel tentativo di raggiungere a nuoto la costa spagnola per chiedere aiuto per i suoi compagni. Era su una piccola barca semirigida partita dall’Algeria nella giornata di lunedì 17. A bordo erano in dieci. Nella tarda serata di lunedì, quando sono arrivati in vista di Cabo de Gata, tra Almeria e Carboneras, lo scafo ha ceduto, cominciando ad imbarcare acqua e minacciando di affondare. Alla costa mancava ancora qualche miglio, ma il giovane ha ritenuto di potercela fare a nuotare fino alla spiaggia, orientandosi con le luci a terra, per lanciare l’allarme. Si è allontanato nel buio e nessuno lo ha più visto. Più tardi la barca in difficoltà è stata avvistata e raggiunta verso le 23,30 da una  motovedetta della Guardia Civil. I 9 naufraghi, appena tratti in salvo, hanno segnalato che un loro compagno aveva tentato di arrivare a nuoto fino alla costa, facendo così scattare una immediata operazione di ricerca, condotta dalla stessa Guardia Civil e da una unità del Salvamento Maritimo lungo il tratto orientale di Cabo de Gata, di fronte a Carboneras. Le ricerche sono andate avanti per tutta la notte, con l’intervento anche di un elicottero Helimer 223. Il corpo senza vita del ragazzo è stato trovato e recuperato verso le 10,45 di martedì 18 dalla salvamar Algenib a circa un miglio di distanza dalle scogliere di Cabo de Gata.

(Fonte:  Heroes del Mar, Europa Press Andalucia) 

Marocco-Spagna (Nador-Almeria), 18 gennaio 2022

E’ scomparso nel Mare di Alboran un gommone Zodiac nero con 27/28 migranti subsahariani (tra cui 9 donne) salpato lunedì 8 gennaio da Nador per cercare di raggiungere Almeria o Motril, sulla Penisola Iberica. Il battello, dotato di un motore fuoribordo di appena 25 cavalli di potenza, ha preso il mare intorno alle 6 del mattino: così hanno riferito alcuni familiari delle persone a bordo alla Organizzazione per l’identificazione dei migranti dispersi, la Ong spagnola con sede a Granada, che ha girato la richiesta di aiuto alla Marina Marocchina, al Salvamento Maritimo di Almeria e al Servizio Marittimo della Guardia Civil. Le cattive condizioni meteo, con forte vento e onde di oltre 2 o 3 metri, hanno subito fatto temere il peggio. Per le ricerche la Spagna ha mobilitato un aereo da ricognizione e due unità navali, ma l’operazione non ha dato esito. Una vasta battuta è stata ripetuta il giorno dopo, sempre sia con mezzi aerei che navali, senza tuttavia trovare traccia del gommone. Nulla anche dalle navi in transito nella zona, allertate dalla centrale operativa di Almeria, mentre altri appelli di ricerca sono stati lanciati nei giorni successivi ancora dalla Ong spagnola di Granada anche attraverso il sito web Heroes del Mar, da Alarm Phone e da Caminando Fronteras. Senza esito gli interventi congiunti condotti nei giorni successivi, lungo la rotta poresumibile dello Zodiac, dalle unità di soccorso spagnole e da motovedette della Marina marocchina.

(Fonte: Organizzazion Identificazone Migranti Dispersi, Alarm Phone, Caminando Fronteras, Helena Maeno, Heroes del Mar)  

Libia-Malta-Italia (Garabulli), 19 gennaio 2022

Il corpo di un migrante è stato trovato su una spiaggia di Garabulli, circa 60 chilometri a ovest di Khums e quasi altrettanti a est di Tripoli. La scoperta è stata fatta nell’ambito della vasta  operazione di controllo e ricerca condotta dalla Direzione di polizia regionale e dalla Mezzaluna Rossa sul litorale a est di Tripoli, dove dall’inizio dell’anno, tra Tajoura e Khums, sono affiorati una deicna di cadaveri. Recuperata da personale della Mezzaluna Rossa, la salma è stata trasferita nell’obitorio dell’ospedale locale in attesa del completamento delle procedure per la sepoltura. Non è stato possibile identificarla ma, a giudicare dallo stato di decomposizione piuttosto avanzato, deve essere rimasta in mare molto a lungo prima del ritrovamento.

(Fonte: Migrant Rescue Watch, Libya Observer)

Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 19-20 gennaio 2022

Undici vittime (6 dispersi e 5 cadaveri recuperati) nel naufragio di una  barca in legno carica di migranti al largo delle isole Kerkenah, nelle acque tunisine. L’imbarcazione era partita nella tarda serata di giovedì 19 gennaio dalla costa di Sfax, diretta verso Lampedusa. A bordo erano in  32, tutti tunisini. Il naufragio è avvenuto durante la notte a nord est dell’arcipelago, probabilmente a causa del sovraccarico e delle cattive condizioni del mare. I soccorsi sono arrivati da unità della Guardia  Nazionale e della Marina partite sia dal porto di Sfax mezz’ora circa dopo la  mezzanotte sia dalle stesse Kerkenah, recuperando 21 naufraghi ancora in vita. Nel corso delle operazioni di ricerca condotte nelle ore successive è stato trovato un corpo  senza vita. Nel corso della giornata di venerdì 20 gennaio altri 4. Nessuna traccia dei rimanenti 6 harraga che erano a bordo. I superstiti sono stati sbarcati a  Sfax.

(Fonte: sito web Sergio Scandura Radio Radicale, Alarm  Phone, Ministero della Difesa tunisino)

Marocco (Zayo, provincia di Nador), 19-20 gennaio 2022

Un giovane migrante, probabilmente minorenne a giudicare dal fisico, è stato trovato privo di vita nelle prime ore del mattino di giovedì 20 gennaio. Era in una zona boscosa nei pressi di Zayo, una piccola città a meno di 40 chilometri da Nador e poco di più dall’enclave spagnola di Melilla. Indossava abiti leggeri, inadatti alla stagione invernale. Gli abitanti del posto hanno escluso che fosse della zona, indirizzando le indagini verso i numerosi migranti che vivono in ripari di fortuna, nei boschi intorno a Nador, in attesa dell’opportunità di trovare un imbarco per la Spagna o di attraversare il confine di Melilla. Su disposizione della Procura, la salma è stata trasferita dalla Gendarmeria presso l’obitorio dell’ospedale Al Hasani di Nador. Si ritiene che il ragazzo, rimasto sconosciuto, sia morto per ipotermia.

(Fonte: Nadorcity)    

Tunisia-Italia (Lampedusa), 20 gennaio 2022

Un migrante tunisino è morto durante la navigazione verso Lampedusa prima che arrivassero i soccorsi. La  barca – salpata dalla Tunisia, presumibilmente dalla costa di Sfax, con a bordo 60 persone – è stata intercettata da una motovedetta della Guardia Costiera italiana a circa 8 miglia da Lampedusa. La morte del giovane harraga (probabilmente dovuta a ipotermia e sfinimento) è stata subito segnalata ai soccorritori dai compagni e ne ha poi dato ufficialmente notizia il sindaco Totò Martello. La salma è stata sbarcata nel porto dell’isola insieme a tutti i superstiti, subito trasferiti nel centro di accoglienza di contrada Mbriacola.

(Fonte: Agrigentonotizie, Sputniknews, Grandangolo)

Algeria-Spagna (Ain El Turck – Andalusia), 20 gennaio 2022

Il cadavere di un migrante è stato avvistato circa 2 miglia al largo della spiaggia di Saint Rock, meno di 6 chilometri a est di Ain el Turck e poco più di 10 a ovest di Orano, un tratto  di costa dell’Algeria occidentale dal quale sono molto frequenti le  partenze di barche di harraga che tentano di arrivare in Andalusia. Recuperato dalla Protezione Civile,  il corpo era in uno stato di degrado molto avanzato e non è stato possibile identificarlo. In attesa delle procedure per l’inumazione, lo hanno trasferito all’obitorio dell’ospedale di Ain El Turck. Proprio da questa zona l’otto gennaio risulta partita, diretta ad Almeria, una barca di cui si sono perse notizie e che potrebbe non essere mai arrivata in Spagna. A bordo c’erano 12 persone.

(Fonte: Le  Quotidien d’Oran) 

Libia-Marocco (Janzour-Nador),  22 gennaio 2022

Tre migranti marocchini sono morti in un lager libico. Lo ha riferito il Libyan Crimen Watch in una denuncia poi ripresa dal Centro Marocchino per i diritti umani e in una interrogazione presentata al Ministero degli esteri da Nasser Bourita, parlamentare del Partito Giustizia e Sviluppo, per sollecitare al Governo di Rabat un’inchiesta e un intervento presso le autorità libiche, perché a causare la fine dei tre giovani sarebbero stati maltrattamenti e torture. La notizia è stata pubblicata il 22  gennaio dal  quotidiano Nadorcity.com ma la morte dei tre harraga è antecedente. Le vittime si chiamavano Abdul Aziz Al Harshi, di circa 30 anni; Hamza Ghadada, 21 anni; Muhammad Attah, 32 anni. Secondo quanto ha ricostruito il quotidiano sulla scorta del rapporto del Libyan Crimen Watch, i tre sono arrivati in Libia via terra, passando attraverso l’Algeria e con l’intenzione di  trovare un imbarco verso l’Italia. Poco dopo aver varcato il confine, sono stati intercettati e condotti nel centro di detenzione di Maya-Janzour, a ovest di Tripoli. Rimasti in prigionia per mesi, non ne sono usciti vivi. L’ultimo a morire è stato Abdul Aziz: lo avrebbero ucciso, nella prima metà di gennaio,  le torture a cui, secondo la denuncia, sarebbe stato sottoposto a lungo. Le autorità libiche hanno ammesso la morte del  giovane nel centro di detenzione ma “per cause naturali”, escludendo che abbia subito maltrattamenti di alcun genere. La morte di Mohamed Attah risale a circa un mese prima: benché fortemente debilitato dalle condizioni di detenzione e da una malattia contratta durante la prigionia, non avrebbe ricevuto alcun tipo di assistenza o di cura medica. Imprecisata la data (tra dicembre 2021 e gennaio 2022) della morte della terza vittima, Hamza Ghaddad. I corpi sono stati trasferiti nell’obitorio dell’ospedale generale di Al Zahara, pochi chilometri a sud-ovest di Janzour. La  famiglia di uno dei tre ha dichiarato al Libyan Crimen Watch di aver ricevuto dall’ospedale alcune immagini della salma nelle quali sarebbero evidenti i segni di tortura.

(Fonte;  Nadorcity.com,  Migrant Rescue  Watch)

Libia-Italia (Al Harsha – Lampedusa), 22 gennaio 2022

Almeno 6 vittime (5 cadaveri di uomini recuperati e una donna dispersa) in un  naufragio al largo di Al Harsha, meno di 8 chilometri a ovest di Zawiya e 56 da Tripoli. Sulla barca c’erano circa 50 migranti, tutti di origine subsahariana. Partiti  presumibilmente dalla costa compresa fra Tripoli e Zawiya, puntavano su  Lampedusa, ma si sono trovati presto in difficoltà a causa del maltempo, con mare molto mosso e forti raffiche di vento. Erano ancora nelle acque libiche quando lo scafo si è rovesciato. Le unità della Marina di Tripoli hanno tratto in salvo 40 naufraghi avvistati nei pressi del  relitto e recuperato 5 corpi senza vita. I superstiti hanno segnalato che una donna del gruppo non  risultava né tra le  persone prese a bordo dalle motovedette intervenute né tra le vittime accertate. Le operazioni di ricerca si sono così protratte ancora per  qualche ora, ma senza alcun esito. Secondo l’Oim  i cadaveri recuperati sarebbero 4, ma le autorità  libiche non  hanno modificato  il rapporto iniziale nel quale si parla di 5 uomini morti e  una donna dispersa

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Marocco-Spagna (Ain El Turk), 22  gennaio  2021

Il cadavere di un migrante sconosciuto è stato recuperato dalla Protezione Civile sulla battigia della spiaggia di Claire Fontaine, meno di due chilometri a est del centro di Ain El Turck. Si tratta di un uomo di circa 35 anni. A giudicare dallo stato di degrado molto avanzato è rimasto in mare per diversi giorni. In attesa delle procedure per l’inumazione la salma è stata trasferita all’obitorio dell’ospedale. E’ il secondo cadavere nell’arco di 48 ore recuperato nella zona, dopo quello avvistato giovedì 20 gennaio, nello stesso tratto di costa a ovest di Orano, circa 2 miglia al largo della spiaggia  di Saint Rock, 4 chilometri a est di Claire Fontaine. Sono state  aperte indagini per verificare se questi ritrovamenti possano essere messi in relazione con la barca  partita  l’otto gennaio da Ain El Turck con 12 persone.

(Fonte: Le Quotidien d’Oran)     

Libia-Italia (Al Hanshir, Tripoli), 23 gennaio 2024

Il cadavere  di un migrante sconosciuto è stato recuperato dalla Mezzaluna Rossa, su segnalazione del Dipartimento per la Sicurezza, sulla spiaggia di Shat Al Hanshir, un  sobborgo situato circa  6 chilometri a est di Tripoli e una trentina a ovest di Tajoura. Lo stato di decomposizione e la macanza di documenti non hanno reso possibile  identificarlo né  stabilirne la  provenienza. Sono più di una decina, tuttavia, i cadaveri portati dal mare dall’inizio dell’anno sul litorale a est di Tripoli, da Tajoura fino alle spiagge di Khums.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)       

Spagna (costa tra Benalmadena e Malaga), 23-24 gennaio 2022

Cinque cadaveri (tre  donne e due uomini, di età presumibile compresa tra i 20 e i   35 anni) sono affiorati lungo i circa 30/35 chilometri di litorale tra Benalmadena e Malaga, in Andalusia. L’ultima salma, di una giovane donna, è stata recuperata nel pomeriggio di lunedì 24 mentre flottava in mare di fronte alla spiaggia di Burriana, a Nerja. E’ di una donna anche il corpo trovato la mattina di domenica 23, intorno alle 8, a breve distanza dalla riva, di fronte alla Malagueta, una delle spiagge di Malaga, all’altezza della cala del Limonar. A giudicare dallo stato di degrado, entrambi i cadaveri sono rimasti in acqua per diversi giorni. Non si sono trovati documenti o altri elementi per poterli identificare o stabilirne la provenienza. Questi ritrovamenti sono stati però ricollegati a quelli di altri 3 cadaveri (2 uomini e una donna) che, a partire dal 16 gennaio, sono stati trascinati nel tratto di 4 chilometri compreso tra Benalmadena e Torremolinos. Basandosi sullo  stato di conservazione e sul fatto che le cinque salme siano affiorate nello stesso tratto di costa, si è ritenuto che si tratti di vittime dello stesso naufragio: con ogni probabilità quello del  gommone di colore nero, con a bordo  27 persone, salpato da Nador l’otto gennaio verso l’Andalusia  e di  cui si è è persa ogni traccia nel Mare di Alboran (nota del 18  gennaio)  poche ore dopo la partenza.

(Fonte:  Diariosur, La Opinion, El  Confidencial, Europa  Press due  edizioni, Avvenire,  El Pais)

Marocco (Nador), 24-25 gennaio 2022

Tre bambini, figli di migranti nigeriani, sono morti carbonizzati  e soffocati dal fumo nell’incendio che ha distrutto la baracca di fortuna in cui si riparavano con i familiari durante la notte. La madre, Happiness Johans, stata ricoverata in condizioni critiche, è morta cinque giorni dopo. Non riuscendo  a trovare  un alloggio adeguato e in attesa magari di riuscire a imbarcarsi per la Spagna, la famiglia viveva da qualche tempo in una delle tende improvvisate erette nel bosco della collina vicino al cimitero di Nador, in Marocco. Era stata la donna stessa a costruire quel rifugio precario, procurandosi pali o tavole di scarto e vecchi teli di plastica. La tragedia è esplosa dopo la mezzanotte. Si ritiene che l’incendio sia scaturito dal fuoco acceso all’interno per per difendersi dal freddo notturno. Sicuramente le fiamme hanno colto tutti nel sonno e si sono propagate rapidamente ai teli di plastica e al  legname, non lasciando scampo. Quando è  stato dato l’allarme era ormai troppo tardi: i  tre  bambini sono stati trovati già morti tra i resti inceneriti della capanna mentre la madre, priva di conoscenza, è stata trasferita d’urgenza  all’ospedale Hassani di  Nador, dovela sera di domenica 30 ha cessato di vivere. Presso l’obitorio dello stesso ospedale sono stati portati i corpi dei tre bambini, a disposizione della Procura che ha aperto un’inchiesta. Diverse Ong marocchine  hanno protestato, sottolineando come questa tragedia  “dimostra le condizioni estremamente difficili in cui sono costretti a vivere i migranti in Marocco”.

(Fonte: Yabiladi, Nadorcity.com, Association Marocaine Droits  Humains)

Libia-Italia (Zawiya-Lampedusa), 24-25 gennaio 2022

Sette morti su un barcone rimasto alla deriva per quasi tre giorni nel mare in tempesta, a sud di Lampedusa, con a bordo almeno 280 migranti, in gran parte bengalesi. Il natante, un vecchio scafo da pesca in legno, risulta partito sabato dalla zona di Zawiya. Le condizioni meteomarine hanno subito complicato la navigazione, rendendo pressoché ingovernabile la barca, oltre tutto stracarica sia sul ponte che sottocoperta. L’allarme è scattato durante la notte di domenica 23, quando la richiesta di aiuto lanciata da qualcuno a bordo è stata intercettata da Alarm Phone. In quel momento il barcone si trovava nella zona Sar di  Malta, ma a meno di  35/40 miglia da Lampedusa. Alarm Phone ha avvertito le centrali Mrcc sia di Roma che La Valletta, ma i soccorsi non sono scattati subito. Alle 9,55 di lunedì 24 Alarm  Poneha avvertito che due ore prima aveva perso i contatti con il natante e che comunque le comunicazioni erano sempre state molto difficili a causa del forte vento. Finalmente la sera di lunedì 24 sono partite da Lampedusa una  motovedetta della Guardia  Costiera e una della Finanza, che durante la notte hanno raggiunto il natante, arrivato nel frattempo a 18/20 miglia dallo scoglio di Lampione, in acque italiane. Le operazioni di salvataggio sono risultate molto difficili e pericolose, a  causa delle condizioni del mare e del gran numero di persone da recuperare. Il  trasbordo si era quasi concluso quando in fondo allo scafo sono stati trovati tre cadaveri, poi trasferiti su una delle motovedette. Molti dei naufraghi erano in condizioni critiche per il freddo e la fatica. I quattro più gravi non ce l’hanno fatta:  hanno cessato di vivere sulla motovedetta che li ha soccorsi, prima di arrivare in porto a Lampedusa. Le 7 vittime risultano morte tutte per  ipotermia e sfinimento.

(Fonte: Alarm Phone, Agrigentonotizie, La Stampa, Il Fatto Quotidiano, Tg La7  edizione 13,30,  Tg Rai 3 edizione 14,15, Avvenire, Anadolu Agency).         

Libia-Malta-Italia (Garabulli), 24-25 gennaio 2022

Il cadavere di un migrante subsahariano è stato trascinato dal mare su una spiaggia di Garabulli, circa 60 chilometri a est di Tipoli. Segnalato alla polizia da alcuni abitanti del posto, è stato recuperato da una squadra della Mezzaluna Rossa e trasferito nell’obitorio dell’ospedale, in attesa del nulla osta della Procura per l’inumazione. Non si è stati in grado di identificarlo. L’unica cosa certa è che si tratta di un uomo, forse di 25-30 anni, e che è rimasto in acqua a lungo. Sono circa una dozzina i corpi di migranti affiorati nel mese di gennaio sulla costa a est di Tripoli fino a Khums.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)  

Marocco-Spagna (Tarfaya-Lanzarote), 25-26 gennaio 2022

Dispersi 18 migranti nell’Atlantico nel naufragio di uno Zodiac a circa metà strada tra Tarfaya (sulla costa occidentale del Marocco) e Arrecife, a Lanzarote, nelle Canarie. Il gommone, partito martedì 25 gennaio, nella tarda serata ha lanciato una richiesta di aiuto raccolta dalla Ong Caminando Fronteras, che l’ha immediatamente girata al Salvamemto Maritimo spagnolo e alla Marina imperiale marocchina. La situazione è precipitata rapidamente. Nell’ultimo messaggio intercettato dalla Ong, da bordo dicevano che se i soccorsi non fossero arrivati entro mezz’ora sarebbero morti tutti. In quel momento lo Zodiac, avvistato dall’aereo da ricognizione spagnolo Sasemar 104, si trovava a circa 67 chilometri da Tarfaya e 78 dal porto di Arrecife. A causa delle numerose emergenze segnalate in precedenza, non c’erano però elicotteri del Salvamento Maritimo disponibili subito. Quello di base a Gran Canaria, Helimer 201, stava rientrando da un’altra missione di salvataggio condotta 110 chilometri più a sud e aveva bisogno di almeno due ore di tempo per atterrare e fare rifornimento di carburante. L’altro più vicino era a Tenerife, a due ore e 15 minuti di distanza e con l’handicap che, dovendo arrivare da così lontano, avrebbe avuto meno autonomia per le operazioni di recupero e salvataggio. La prima ad giungere sul posto, intorno alle 23, è stata così la guardamar Caliope, che ha tratto in salvo 9 naufraghi trovati intorno al relitto del gommone. Alle ricerche si sono poi uniti anche alcuni mezzi aerei, ma degli altri 18 migranti non è stata trovata traccia. I nove supersiti sono stati sbarcati a Lanzarote.

(Fonte: El Diario, Europa Press, Canarias 7, La Provincia, Helena Maleno)

Italia-Francia (Salbentrand-Oulx-Modane), 25-26 gennaio 2022

Un giovanissimo profugo afghano – Ullah Rezwan Sheyzad, di appena 15 anni – è stato ucciso da un treno mentre tentava di entrare in Francia dall’Italia lungo la linea ferroviaria internazionale. Ullah era in fuga da più di un anno: lasciato l’Afghanistan, ha attraversato l’Iran e la Turchia giungendo in Bulgaria e da qui ha percorso la rotta balcanica attraverso la Serbia, la Croazia e la Slovenia, fino ad arrivare in Italia, dove è stato intercettato e affidato alla comunità Bosco di Museis, a Cercivento, nella Carnia friulana. Dopo alcuni mesi si è rimesso in viaggio, deciso a raggiungere la sorella a Parigi. Dal Friuli è così arrivato in Val di Susa. Come minorenne avrebbe potuto chiedere protezione al confine francese, ma è probabile che ne sia stato scoraggiato dai numerosi respingimenti effettuati dalla polizia di frontiera anche nei confronti di ragazzi della sua età. Ha scelto così di seguire la ferrovia che porta a Modane, camminando lungo i binari. Di notte e verosimilmente insieme a qualche compagno. La tragedia è avvenuta nel tratto di 5 chilometri tra Salbentrand e Oulx, ancora in Italia, e a poco più 30 chilometri da Modane. E’ probabile che non si sia accorto del sopraggiungere di un convoglio e ne è stato travolto. Il suo corpo senza vita è stato trovato la mattina del 26 gennaio.

(Fonte: rapporto Medici per i Diritti Umani, Medu, del 4 febbraio 2022)  

Libia-Tunisia-Italia (Zuwara-Zarzis), 27 gennaio 2022

Trentasei vittime (30 migranti dispersi e sei corpi recuperati in mare) in un naufragio al largo della Tunisia. Il barcone era partito dalla Libia, presumibilmente dalla costa di Zuwara (120 chilometri circa a ovest di Tripoli), puntando verso Lampedusa con 70 persone a bordo, in maggioranza egiziani, sudanesi e marocchini. La tragedia è avvenuta a poche miglia dalla costa tunisina, di fronte a Zarzis, 130 chilometri circa a nord est dal punto d’imbarco. Non ne sono chiare le cause: probabilmente le cattive condizioni meteo e il sovraccarico. Quando è scattato l’allarme e da Zarzis sono arrivati i primi soccorsi, era già troppo tardi. Le motovedette della Guardia Costiera tunisina hanno potuto trarre in salvo 34 naufraghi, mentre nel corso delle ricerche successive – ha riferito Mohamed Zekri, portavoce del Ministero della Difesa tunisino – sono stati trovati 6 corpi ormai senza vita. Nessuna traccia degli altri 30 migranti che, secondo le testimonianze dei superstiti, erano a bordo. I 34 naufraghi recuperati e i cadaveri  sono stati sbarcati nel porto di Ben Guardane, dove era stata allestita una postazione della Mezzaluna Rossa per l’assistenza.

(Fonte: France Presse, Flavio di Giacomo Oim, El Arabiya, Arab News, Barron’s Daily, Ansamed, La Stampa)

Libia-Malta-Italia (Garabulli), 27 gennaio 2022

Il corpo di un altro migrante è stato portato dal mare sulla costa di Garabulli, 60 chilometri circa a oriente di Tripoli. Avvistato mentre flottava a poca distanza dalla riva, è stato recuperato dalla Mezzaluna Rossa e trasferito all’obitorio dell’ospedale in attesa delle procedure di legge per l’inumazione. Non si è riusciti ad identificarlo e a stabilirne la provenienza. Di certo si sa soltanto che è rimasto a lungo in mare prima di essere trovato. Dall’inizio del mese sono più di una dozzina i cadaveri di migranti recuperati sul litorale a est di Tripoli, tra Tajoura e Khums.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Libia-Italia (Zawiya-Lampedusa), 29 gennaio 2022

Il corpo di un migrante subsahariano è affiorato  in mare sul litorale di Refenery Point, a Zawiya, circa 60 chilometri a ovest di Tripoli. Recuperato da una squadra della Mezzaluna Rossa in collaborazione con l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Iom), è stato trasferito all’obitorio dell’ospedale di Zawiya in attesa del nulla osta per la sepoltura. Se ne ignora con precisione la provenienza, ma si ritiene che sia una vittima di un naufragio sulla rotta per Lampedusa. A giudicare dallo stato di conservazione doveva essere in mare da pochi giorni.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)                   

Libia-Malta-Italia (Khums e Al Haniya), 30 gennaio 2022

Altri due corpi di migranti sono affiorati sul litorale libico a est di Tripoli. Quello di una donna è stato avvistato a poche decine di metri dalla riva nella zona di Qasr Al Akhyar, un centro situato meno di 50 chilometri a ovest di Khums e 75 circa a est di Tripoli. Recuperato da una squadra della Mezzaluna Rossa, è stato trasferito dalla polizia nell’obitorio dell’ospedale di Khums. Non è stato possibile identificarlo. A giudicare dallo stato di conservazione la morte risale a parecchi giorni prima del ritrovamento. Ancora più degradato l’altro cadavere, trovato molto più a est, in Cirenaica: era semisepolto dalla sabbia sulla battigia della spiaggia di Al Haniya, circa 120 chilometri a ovest di Derna, un tratto di costa (oltre 1.200 chilometri da Tripoli) dal quale da qualche tempo sono state segnalate partenze di migranti su imbarcazioni di fortuna verso Malta.

(Fonte: Migrant Rescue Watch rapporti da Khums e Jabal Al Akhdar)

Turchia-Grecia (Chios), 30-31 gennaio 2022

Un migrante risulta disperso al largo dell’isola egea di Chios e altri due si sono salvati a stento, raggiungendo a nuoto la costa turca. Secondo le dichiarazioni di uno dei superstiti, i tre sarebbero stati riportati in mare dalla polizia o dalla guardia costiera greca dopo essere stati intercettati quando erano sbarcati da poco sull’isola. Questa denuncia, registrata in un rapporto della Guardia Costiera turca, è stata rilanciata dal ministro dell’interno di Ankara, Suleyman Soylu. I tre giovani – come ha ricostruito anche la Ong Aegean Boat Report – facevano parte di un gruppo di 21 profughi arrivati dalle coste turche sul litorale di Gridia, nel versante sud est di Chios, nelle prime ore di domenica 30 gennaio. Appena a terra si sono divisi, nel tentativo di raggiungere il centro accoglienza per migranti senza dare nell’occhio e prima di essere intercettati dalla polizia. Dodici sono però stati trovati quasi subito e, a quanto hanno riferito, costretti a salire su zattere di salvataggio poi rimorchiate al largo, dove li ha soccorsi la Guardia Costiera turca. Altri 6 hanno raggiunto nel tardo pomeriggio il piccolo centro di Nenita, come dimostrano le foto inviate via whatsapp a Aegean Boat Report intorno alle 20. Circa due ore dopo, verso le 21,45, la Ong ha perso i contatti con questo gruppo e ne ha chiesto allora informazioni alla polizia dell’isola, senza però ricevere risposta. Nessuna notizia degli ultimi 3 fino a lunedì 31, quando un rapporto della Guardia Costiera turca ha comunicato di aver recuperato due naufraghi sul litorale di Karaada, nel distretto di Cesme. E uno dei due, appunto, ha riferito che in realtà inizialmente erano in tre, ma uno di loro era scomparso in mare. Stando a quanto ha raccontato, catturati dalla polizia, gli sarebbero stati sequestrati i cellulari nonché tutto il denaro che avevano, per essere poi caricati su un battello e riportati in mare. “La Guardia Costiera greca – si legge nella dichiarazione pubblicata dal Daily Sabah – ci ha dato tre giubbotti di salvataggio e abbandonato in mare. Ma quei giubbotti erano per bambini, troppo piccoli per noi. Mio cugino ha detto subito che non sapeva nuotare, ma quelli non lo sono stati a sentire. Ci hanno costretto a scendere in acqua e lui è annegato. Le sue ultime parole sono state ‘Io non posso nuotare… Io non so nuotare’. ..”. Quel giovane, in sostanza, non avrebbe avuto scampo. Nuotando per ore gli altri due sono riusciti a raggiungere Karaada, dove sono stati avvistati e soccorsi dalla Guardia Costiera turca.

(Fonte: Daily Sabah, Anadolu Agency, rapporto Guardia Costiera turca, Aegean Boat Report, Alarm Phone)

Siria-Turchia (Idlib), 31 gennaio – 1 febbraio 2022

Due bambine piccolissime, figlie di due distinte famiglie di profughi siriani, sono morte di ipotermia nei campi di tende improvvisati dove alloggiavano, nella provincia di Idlib. Lo ha comunicato all’agenzia Associated Press il dottor al Talawi, direttore del reparto pediatrico dell’ospedale di Idlib. La prima, Amina Mohammad Salama, di appena 2 mesi, era nel campo di Huwar al Ais. I genitori l’hanno portata al pronto soccorso verso l’una del mattino di lunedì 31 gennaio: era in condizioni critiche ed ha cessato di vivere prima dell’alba, intorno alle 6. L’altra, Fatima Mohammad al Mahmoud, era nata da soli 7 giorni: quando è arrivata in ospedale dal campo di Al Laith, verso le 2 del mattino, era ormai morente. Le famiglie delle due bambine sono bloccate a Huwar al Ais e ad Al Laith da mesi, senza la possibilità né di tornare alle loro case né di proseguire il viaggio per entrare in Turchia e magari continuare verso l’Europa dove chiedere asilo, come cerca di fare la maggior parte dei profughi arrivati nella provincia di Idlib. Il governo turco, infatti, ha blindato il confine e non concede il visto di ingresso ai rifugiati. Anzi, si sono fatte più frequenti le retate contro profughi sorpresi in territorio turco. Nel mese di gennaio, secondo il rapporto della Ong Are You Syrious, solo a Instanbul ne sono stati  fermati e rimandati a Idlib tra 150 e 270, incluse alcune decine che avevano il visto per province diverse da quella di Istanbul.

(Fonte: Daily Sabah)   

Italia-Francia (Ventimiglia), 1 febbraio 2022

Un migrante rimasto sconosciuto è morto folgorato dall’alta tensione sul tetto di un treno. Nel tentativo di attraversare il confine tra l’Italia e la Francia, l’uomo si era nascosto nell’incavo del pantografo della motrice di un convoglio francese diretto a Mentone. Non è chiaro quando e come abbia trovato questo nascondiglio: molto probabilmente a Ventimiglia, ultima stazione italiana prima della frontiera. La tragedia è avvenuta all’altezza della frazione Latte, 4 chilometri più a ovest e altrettanti dal confine: è verosimile che l’uomo abbia toccato per sbaglio i cavi dell’alta tensione, rimanendo ucciso all’istante dalla violenta scarica elettrica che lo ha investito. L’allarme è stato dato dal macchinista il quale, messo sull’avviso dall’anomalia elettrica segnalata dalla strumentazione di bordo, ha fermato il treno e, uscito tra i binari, ha notato subito il corpo carbonizzato sul tetto. Quasi impossibile risalire all’identità della vittima per la mancanza di documenti e le condizioni stesse in cui la folgorazione ha ridotto il corpo.

(Fonte: Ansa, Repubblica, Prima la Riviera, Il Tempo, Tg Com 24, Ivg).   

Grecia-Turchia (Pasakoy, frontiera dell’Evros), 1-3 febbraio 2022

Diciannove profughi sono morti assiderati in prossimità del confine dell’Evros, dopo essere stati costretti a rientrare in Turchia dalla polizia greca. I primi rapporti parlavano di 12 vittime ma le ricerche condotte tra mercoledì 2 e giovedì 3 febbraio hanno portato alla scoperta di altri 7 corpi ormai privi di vita. Tra le vittime, almeno due bambini. I cadaveri sono stati trovati nei pressi del villaggio di Pasakoy, a circa 10 chilometri dal confine. Lo ha denunciato il ministro dell’interno turco, Suleyman Soylu, basandosi sui rapporti della gendarmeria e riprendendo un primo rapporto del governatore della provincia di Edirne. La tragedia è stata ricostruita grazie al racconto di quattro supersiti, salvati da una pattuglia di militari irchi incontrati per caso. Secondo quanto riferiscono le autorità di Ankara, i 19 sventurati facevano parte di un gruppo di 23 profughi che avevano varcato di nascosto la linea di frontiera nel tratto della provincia di Ipsala. La polizia greca, dopo averli bloccati e trattenuti sotto custodia per qualche giorno, non solo avrebbe sottratto loro denaro e cellulari, ma sequestrato anche gli abiti pesanti e a molti persino le scarpe, obbligandoli poi e tornare indietro a piccoli gruppi, separatamente. Una volta di nuovo in territorio turco ciascun gruppo, in piena notte e con temperature molto al di sotto dello zero, si è incamminato verso Pasakoy ma la maggior parte non ce l’ha fatta, anche perché c’è da credere che nel buio abbiano perso la strada. Nove corpi esanimi sono stati scoperti la mattina di mercoledì 2, non lontano dall’abitato. Accanto a loro, un giovane ancora in vita che, trasferito d’urgenza in un centro medico, è morto però di lì a poco. Subito dopo, a breve distanza, al margine di una strada di campagna, sono stati scoperti i cadaveri di due ragazzini, uno dei quali vestito con pantaloncini corti. Le ricerche della gendarmeria locale sono proseguite per l’intera giornata nonché l’indomani e appunto giovedì 3 sono state rinvenute, nella campagna verso il confine, altre sette vittime: prima 4 e poi a breve distanza ancora 3. Il ministro Soylu, a sostegno della sua denuncia (che chiama pesantemente in causa le autorità greche) ha pubblicato diverse foto del ritrovamento dei cadaveri. I rappresentanti del governo greco, interpellati dall’agenzia Reuters, non hanno rilasciato dichiarazioni nell’immediatezza della denuncia del ministro turco. Giovedì 3 il ministro greco all’immigrazione, Notis Mitarachi, ha parlatro di “grave tragedia”, negando però che la polizia greca abbia respinto il gruppo di profughi, sorprendendolo appena arrivato dalla Turchia.

(Fonte: Agenzua Reuters, Anadolu Agency e Hurriyet Daiy News edizioni del 2 e 3 fabbraio, Daily Sabah, sito del ministro Suleyman Soylu, sito Andrew Connelly, Alarm Phone, Avvenire, Il Fatto Quotidiano, Tg La 7 ore 13,30) 

Marocco-Spagna (Bojadour-Fuerteventura), 2-3 febbaio 2022

Un morto e almeno 16 dispersi (17 vittime in totale) nel naufragio di  uno zodiac carico di migranti marocchini a circa 35 chilometri da Fuerteventura. Il gommone, salpato per le Canarie da Bojadour, sulla costa atlantica del Marocco, con a bordo più di 50 persone, dopo quasi due giorni di navigazione ha avuto un’avaria ed ha cominciato a sgonfiarsi. Da bordo, intorno alle 15 di mercoledì 2 febbraio, sono riusciti a mettersi in contatto con il 112, il numero di emergenza delle Canarie, chiedendo aiuto. Un elicottero di base a Gran Canaria, Herlimer 201, lo ha individuato a sud di Morro Jable: era ormai semi affondato e c’era almeno una persona fuoribordo. Lo stesso elicottero ha tratto in salvo il naufrago in mare, trasferendolo all’ospedale Negrin di Gran Canaria, mentre sul posto si è portata la salvamar  Mizar, che ha recuperato 40 persone (38 uomini e 2 donne) e un cadavere, sbarcati poco dopo le 20 presso la base di Gran Tarajal. I superstiti hanno subito segnalato che mancavano diversi compagni, facendo scattare una operazione di ricerca a cui si è unito un secondo elicottero, Helimer 215, e che si è protratta fino all’indomani, ma dei dispersi non è stata trovata traccia. Come ha riferito la delegato del governo a Lanzarote, Teresa Mayans, i naufraghi hanno però ribadito concordi che si sono perse in mare almeno 16 persone, in buona parte probabilmente nell’ultima fase della navigazione verso le Canarie, poco prima dell’arrrivo dei soccorsi.

(Fonte: Canarias 7, El Diario, La Provincia, Europa Press, Helena Maleno)

Libia-Italia (Al Maya), 3-4 febbraio 2022

Il corpo di un migrante è stato recuperato fra lunedì 3 e martedì 4 febbraio sul litorale di Al Maya, oltre 30 chilometri a ovest di Tripoli, uno dei tratti di costa della Libia più usati dai trafficanti per le partenze delle barche di migranti sulla rotta per Lampedusa. Ne ha dato notizia il rapporto settimanale dell’ufficio Iom Libya, pubblicato lunedì 7 febbraio. Non si è stati in grado di identificare il cadavere né di stabilirne la provenienza. La polizia lo ha fatto trasferire all’obitorio del locale ospedale in attesa delle procedure per l’inumazione.

(Fonte: rapporto settimanale Iom Libya del 7 febbraio)

Algeria-Spagna (Ziama-Mansouriah, prov. Di Jijel), 5 febbraio 2022

Il corpo di un harraga è stato recuperato in mare, al largo di Plage Rouge, nel municipio di Ziama-Mansouriah, provincia di Jijel, nel nord est dell’Algeria. A dare l’allarme, intorno alle 13 di sabato 5 febbraio, sono stati alcuni pescatori, che hanno avvistato il cadavere trascinato dalle onde ad alcuni chilometri dalla riva. Il recupero è stato effettuato da una unità della Protezione Civile, che ha poi trasferito la salma nell’obitorio dell’ospedale di Jijel. Non è stato possibie identificare la vittima. Anzi, lo stato di decomposizione è tale che non si è stati in grado neanche di stabilirne l’età approssimativa. In occasione di questo ritrovamento le autorità provinciali hanno riferito che, aa partire dalla metà del mese di dicembre 2021, questo recuperato al largo di Plage Rouge è il settimo cadavere affiorato sul litorale di Jijel. Tre tra il 16 e i 29 dicembre: due uomini di 40/45 anni e un bambino (già registrati, nota del 29 dicebre 2021: ndr) e altri 3 nel mese di gennaio (totale 2021 al 5 febbraio: 4, ndr). Si ritiene che siano harraga morti nel tentativo di raggiungere la Spagna attraverso le Baleari.

(Fonte: Liberte Algerie)

Marocco-Spagna (Boujdour-Canarie), 6-8 febbraio

Quattro migranti morti (una donna e 3 uomini) su un gommone rimasto alla deriva per circa tre giorni nell’Atlantico prima che arrivassero i soccorsi. Il battello era partito sabato 5 febbraio, intorno alle 20, dalla costa di Boujdour, nel Sahara Occidentale, puntando verso le Canarie. A bordo c’erano 54 persone: 33 uomini, 20 donne e un ragazzino). Durante la navigazione, domenica 6 il battello ha cominciato a sgonfiarsi mentre le condizioni meteomarine stavano peggiorando rapidamente, con venti freddi di oltre 20 nodi e onde superiori ai due metri. La richiesta di aiuto è stata intercettata verso le 23,20 dalla piattaforma di Alarm Phone, che l’ha immediatamente girata alla centrale Mrcc spagnola, sottolineando che da bordo segnalavano una condizione disperata, con una persona già morta e lo scafo ormai semi affondato e comunque non in grado di reggere il mare. Una situazione, dunque, di emergenza estrema. Stando alla posizione Gps, la tragedia si stava consumando nella zona di ricerca e soccorso condivisa tra Spagna e Marocco, circa 75 miglia a sud est di Boujdour. Mrcc di Las Palmas ha dirottato sul posto il mercantile Artabo che, come hanno segnalato i migranti sul gommone, è arrivato circa 20 minuti dopo la mezzanotte tra il 6 e il 7 febbraio, ma si è limitato a monitorare la situazione. Per i soccorsi sarebbe dovuta intervenire la Marina marocchina, che però è arrivata solo molte ore più tardi, dopo che la Artabo si era allontanata da tempo. Alarm Phone riferisce di aver avvertito più volte le autorità spagnole di questo ritardo e del pericolo sempre più grave in cui si trovava il gommone, ma dalle Canarie non sono stati inviati soccorsi. Nulla neanche quando dal gommone hanno comunicato che altre tre persone erano cadute in mare, sparendo tra le onde. La mattina di lunedì 7 la centrale Mrcc di Rabat ha comunicato che una unità marocchina era sul posto per i soccorsi. In realtà i naufraghi, ricontattati da Alarm Phone dopo lo sbarco, hanno riferito di essere stati recuperati solo verso le 23 di lunedì, quando quattro dei loro compagni erano ormai spariti in mare. Per di più, hanno detto, sono stati sbarcati solo la sera del giorno successivo, martedì 8 febbraio, a Dakhla, dopo un altro giorno intero trascorso in mare, sulla motovedetta marocchina, senza ricevere alcuna assistenza. Non una parola da parte delle autorità marocchine sulle vittime, ma i naufraghi hanno ribadito ad Alarm Phone, da Dakhla, che 4 loro compagni sono morti prima dell’arrivo dei soccorsi.

(Fonte: Alarm Phone rapporto del 10 febbraio) 

Turchia-Grecia (Symi, Dodecaneso), 7 febbraio 2022

Il cadavere di uno sconosciuto è stato trovato in mare sul litorale dell’isola greca di Symi nella zona di fronte all’isolotto di Sesklion. L’allarme è stato dato dal proprietario di una imbarcazione privata che, notato il corpo incastrato tra gli scogli di un tratto di costa rocciosa e scoscesa, ha informato la polizia. Per recuperarlo è intervenuta una motovedetta della  Guardia Costiera, che lo ha poi trasferito all’obitorio dell’ospedale di Rodi per l’autopsia. Si tratta di un uomo di corporatura normale, alto circa un metro e 70. A giudicare dallo stato di degrado, la salma è rimasta in mare per diversi giorni. Non sono emersi elementi utili per l’identificazione, ma si ritiene che si tratti di un migrante annegato nel tentativo di arrivare a Symi dalla Turchia, distante solo poche miglia.

(Fonte: Agenzia Ana Mpa, Rodiaki News)

Libia-Malta-Italia (Zawiya e Zueitina), 7 febbraio 2022

I cadaveri di tre migranti sono affiorati lunedì 7 febbraio sul litorale libico. La notizia è stata pubblicata nel rapporto settimanale dell’ufficio Iom Libya. Data la distanza dei luoghi in cui le salme sono state recuperate, si tratta certamente di vittime di due differenti naufragi. Il primo corpo è stato avvistato a breve distanzxa dalla riva all’altezza di Zawiya, circa 50 chilometri a ovest di Tripoli. Gli altri due su una spiaggia di Zueitina, una città portuale della Cirenaica, nella zona orientale del golfo di Sirte, situata circa 150 chilometri a sud di Bengasi, quasi 440 a est di Sirte e a 900 chilometri da Tripoli. Le tre salme erano tutte in avanzato stato di degrado e non si è stati in grado di identificarle. Recuperate dalla polizia e dalla Mezzaluna Rossa, sono state trasferite negli obitori degli ospedali di zona in attesa dell’inumazione.

(Fonte: Rapporto Settimanale Iom Libya del 14 febbraio 2022

Marocco-Spagna (Boujdour-Canarie), 7-8 febbraio 2022

Tre migranti maghrebini dispersi nell’Atlantico prima dell’arrivo dei soccorsi a una barca in rotta dal Marocco verso le Canarie. Il natante era in mare da quattro giorni. Partito sabato 4 febbraio dal litorale a sud di Boujdour, nel Sahara Occidentale, ha navigato fino a quasi 100 chilometri a sud di Gran Canaria. La mancanza di notizie registrata già poche ore dopo la partenza e le difficili condizioni meteomarine hanno indotto i familiari di alcuni dei migranti a bordo, tutti maghrebini, a lanciare l’allarme al Salvamento Maritimo dell’arcipelago. Alla ricerca dei dispersi è partito un elicottero da ricognizione, Helimer 201, che li ha individuati la sera di lunedì 7 febbraio a 85 chilometri da Maspalomas. La salvamar Macondo li ha raggiunti durante la notte. Le operazioni di soccorso sono state fortemente ostacolate dal mare molto mosso, ma poco dopo la mezzanotte tutte le persone che erano sulla barca (59 uomini e 6 donne) sono state prese a bordo e trasferite poi nel porto di Arguineguin, a Gran Canaria. Prima ancora di sbarcare, i naufraghi hanno segnalato che mancavano 3 compagni, finiti in mare parecchio tempo prima dell’arrivo dell’elicottero. Non è chiaro se siano caduti accidentalmente o se almeno qualcuno si sia gettato per farla finita, disperando, dopo 4 giorni, che arrivassero i soccorsi. L’unica cosa certa è che uno dei tre indossava un giubbotto di salvataggio. Sono subito scattate nuove ricerche, condotte sempre da Helimer 201, ma senza alcun esito. Nelle ore successive tutti i superstiti, interrogati dalla polizia, hanno confermato di essere partiti in 68.

(Fonte: Canarias 7, La Provincia)

Marocco-Spagna (Nador-Melilla), 10-11 febbraio 2022

Un giovane marocchino – Musa Qadouri, studente del Dipartimento di Studi Inglesi – è annegato nel tentativo di raggiungere Melilla a nuoto dal Marocco. Ne ha dato notizia un breve rapporto dell’Association Marocaine des Droits Humains di Nador. Il ragazzo, proveniente da una piccola città dell’entroterra, sembra abbia preso il mare la notte tra giovedì 10 e sabato 11 febbraio dalla zona di Beni Ansar, a sud del confine dell’enclave spagnola e una decina di chilometri a nord di Nador. Da quel momento se ne sono perse le tracce, fino a quando il suo corpo è stato restituito dalla corrente, sul versante marocchino della frontiera.

(Fonte: Association Marocaine des Droits Humains section Nador)  

Bielorussia-Polonia (Bohoniki, Sokolka), 15 febbraio 2022

Un giovane profugo siriano, Ahmed Raeda Abdo Al Shawafi, è morto in territorio polacco, probabilmente di freddo e sfinimento, nel tentativo di attraversare il confine tra la Bielorussia e la Polonia. Era con altri profughi siriani scoperti dalla polizia poco doppo aver varcato la frontiera in una zona boscosa e costretti a rientrare in Bielorussia. Cinque giorni dopo il respingimento, alcuni del gruppo hanno contattato Piotr Czaban, giornalista e attivista per i diritti umani, per segnalare la scomparsa del loro compagno. Czaban  ha interessato altri attivisti che operano lungo il confine e il 21 febbraio uno di loro, il professor Rafal Kowalczyk, ha trovato il corpo senza vita di Ahmed nella zona indicata. Il giorno stesso la salma è stata recuperatqa e poi sepolta nel cimitero di Bohoniki, un villaggio a circa 10 chilometri a ovest della linea di frontiera e 8 a est della città di Sokolka.

(Fonte: sito web Piotr Czaban)

Libia-Italia (Zawiya e Sorman), 16 febbraio 2022

I cadaveri di due migranti sono affiorati sul litorale libico a ovest di Tripoli. Il primo è stato avvistato in mattinata mentre flottava in mare a pochi metri dalla riva, di fronte alla zona di Al Mutrad, vicino a Zawiya, 50 chilometri circa da Tripoli. L’altro, trovato verso sera, era sulla battigia di Sorman, una ventina di chilometri più a occidente, verso Sabratha. Recuperati dalla Mezzaluna Rossa, sono stati trasferiti rispettivamemte nell’obitorio di Zawiya e in quello di Sabratha, in attesa delle procedure per l’inumazione.  Il forte stato di degrado indica che entrambi sono rimasti in acqua a lungo prima del ritrovamento. Non si è stati in grado di identificarli.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Algeria-Spagna (Ain el Turk e Bousfer – Andalusia), 16-17 febbraio 2022

I cadaveri di due harraga sono stati recuperati a ovest di Orano, sulla costa da cui sono frequenti le partenze clandestine di migranti verso l’Andalusia. Il primo è stato avvistato mentre flottava in mare circa 3 miglia al largo di Plage des Andalouses, vicino a Cap Noir, circa 15 chilometri a ovest di Ain El Turk e a una quarantina da Orano. Recuperato da una motovedetta della Protezione Civile di Orano, è stato trasferito presso l’obitorio dell’ospedale di Ain El Turk per le indagini di legge prima dell’inumazione. Nello stesso obitorio è stato trasportato anche l’altro, trovato qualche ora più tardi, poco dopo mezzogiorno, sulla spiaggia di Bousfer, qualche chilometro più a est. Rispetto al primo era in uno stato di degrado più avanzato ed è probabile dunque che sia rimasto in acqua più a lungo. Non sono emersi elementi utili per poterli identificare e stabilirne la provenienza.

(Fonte: Le Quotidien d’Oran)   

Libia-Italia (Tripoli), 20 febbraio 2022

Il corpo senza vita di un migrante sconosciuto è affiorato nella rada del porto di Tripoli. La segnalazione è giunta all’ufficio marittimo, che ha mobilitato la Guardia Costiera per il recupero. Una volta a terra, il cadavere è stato trasferito all’obitorio di un ospedale della zona, in attesa delle procedure per l’inumazione. La polizia ha aperto un’inchiesta per cercare di risalire all’identità e alla provenienza della vittima.

(Fonte: Migrat Rescue Watch). 

Spagna-Marocco (Beliones-Ceuta), 21 febbraio 2022

Un giovane migrante marocchino – Salahedine Kaddur, poco più che ventenne – risulta disperso nel tentativo di raggiungere Ceuta a nuoto. Originario di Alhucemas, una città costiera situata circa 270 chilometri a sud est dell’enclave spagnola, il ragazzo ha cercato di varcare il confine sul versante ovest del territorio di Ceuta. Secondo quanto ha saputo la famiglia, si è allontanato a nuoto la sera di giovedì 17 febbraio dalla spiaggia di Beliones, a poco più di un chilometro dal posto di frontiera e della scogliera di Benzu. Era da solo. Da quel momento nessuno lo ha più visto. Allarmati per la mancanza di notizie e i vani tentativi di contattarlo attraverso il cellulare, lunedì 21 i familiari hanno diramato un appello di ricerca attraverso l’ufficio servizi sociali della Confederazione Nazionale del Lavoro (Cgt),  chiedendo aiuto sia alle autorità spagnole che alla Croce Rossa. Stando ai controlli effettuati, Salahedine non risulta mai arrivato a Ceuta. Ricerche analoghe sono state diramate in Marocco.

(Fonte: El  Faro de Ceuta)     

Libia-Italia (Sabratha-Maya-Lampedusa), 21 febbraio 2022

Un migrante è morto e diversi altri sono rimasti feriti durante un blocco in mare attuato con particolare violenza dalla Guardia Costiera libica. E’ accaduto tra venerdì 18 e sabato 19 febbraio, ma la notizia è emersa solo lunedì 21 in seguito a una duplice denuncia dell’Oim: una da parte della portavoce della sede centrale di Ginevra, Safa Msehli, e l’altra dell’ufficio di Tripoli. Nel week-end 18-19 febbraio ci sono stati a ovest di Tripoli diversi interventi da parte di unità libiche, con il respingimento in mare di centinaia di profughi. L’episodio sotto accusa, stando a quanto è emerso dai rapporti, è quello di una grossa barca in legno intercettata circa 30 miglia al largo di Sabratha, 80 chilometri da Tripoli, punto di imbarco frequente per i migranti sulla rotta per Lapedusa. Le 94 persone a bordo (tra cui 4 donne e 7 minori) sono state sbarcate ad Al Maya (17 chilometri a est di Zawiya e una quarantina da Sabratha) e rinchiuse nel centro di detenzione locale. Al blocco ha assistito a distanza (come riferisce la Guardia Costiera) la nave umanitaria Sea Watch 4, arrivata sul posto poco dopo le motovedette libiche. Forse anche questa circostanza può aver indotto i libici a usare la violenza per accelerare i tempi, nel timore di essere anticipati dalla Ong. Nel loro rapporto le autorità di Tripoli segnalano la presenza della Sea Watch ma riferiscono che non ci sarebbero state vittime tra i naufraghi. Sulla base di testimonianze raccolte successivamente, tuttavia, l’Oim non ha esitato a denunciare questa ennesima morte in mare, ribadendo che la Libia non è un posto sicuro dove ricondurre e sbarcare i profughi/naufraghi e mantenendo il punto anche dopo le smentite di Tripoli.

(Fonte: Iom Libya, Safa Msehli Iom Ginevra, Sea Watch, Migrant Rescue Watch)      

Spagna (Tenerife), 21 febbraio 2022

Un profugo maliano di appena vent’anni è morto nelle Canarie, a Tenerife, nel centro di accoglienza dove era ospitato da alcuni giorni, in attesa di ottenere il permesso per raggiungere la Penisola Iberica. Alle Canarie era arrivato il 23 gennaio, sbarcato dalla nave del Salvamento Maritimo che aveva soccorso nell’Atlantico il gommone su cui si trovava insieme a decine di compagni. Dal 3 febbraio era stato alloggiato nel centro La Raices di Tenerife, dopo le procedure di identificazione e l’avvio dell’ter per la richiesta di asilo. Alla visita medica effettuata presso l’ambulatorio di Las Raices, a parte un certo affaticamento dovuto presumibilmente alle traversie della traversata e del periodo trascorso in mare, non gli sono state riscontrate patologie particolari, tanto da somminisgtrargli prima dose del vaccino anti covid. La morte è sopraggiunta all’improvviso la mattina di lunedì 21. Poco dopo aver fatto colazione il giovane ha avuto un malore, ha perso conoscenza e, nonostante le cure prestate sempre dai medici del centro di La Raices, non si è più ripreso. La magistratura ha disposto un’autopsia per risalire alle cause.

(Fonte: Canarias 7)

Marocco-Spagna (Sidi Ifni – Canarie), 21 febbraio 2022

Due harraga marocchini sono morti di ipotermia e di stenti su un gommone rimasto alla deriva per 9 giorni sulla rotta delle Canarie. Ormai allo stremo ma in salvo i loro 40 compagni. Il battello, partito sabato 12 febbraio a sud di Agadir, puntava presumibilmente verso Lanzarote, la più vicina delle Canarie a quel tratto di costa africana, ma un guasto al motore lo ha bloccato, rendendolo ingovernabile. Rimasto in balia del mare, se ne sono perse le tracce fino a quando, lunedì 21, è stato casualmente avvistato al largo di Sidi Ifni, 160 chilometri a sud di Agadir, da un peschereccio marocchino, che ha dato l’allarme e si è occupato dei primi soccorsi, recuperando i naufraghi e i due cadaveri. Una volta a terra, buona parte dei superstiti sono stati ricoverati in ospedale. Quasi l’intero gruppo di migranti (giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni) risulta originario di Beni Mellal, una città dell’interno situata circa 600 chilometri a nord est di Sidi Ifni. “I familiari erano convinti che fossero tutti arrivati alle Canarie – ha riferito Ali Zoubeidi, un esperto di problemi dell’immigrazione – Da questo tratto di litorale ci vogliono al massimo 3 giorni per raggiungere l’arcipelago. Quel battello invece non ha mai raggiunto neanche le acque internazionali, rimanendo alla deriva a poche miglia dalla costa”

(Fonte: Infomigrants, sito web Ali Zoubeidi) 

Libia-Italia (Capo Spartivento), 21-22 febbraio 2022

Un migrante è morto qualche giorno prima che arrivassero i soccorsi su uno dei due barconi intercettati la sera di lunedì 21 febbraio 70 miglia al largo delle coste calabresi di Capo Spartivento. I due natanti, partiti dalla Libia con a bordo 574 persone, erano rimasti in balia del mare, con i motori bloccati e non in grado di governare. L’allarme è scattato nel primo pomeriggio, quando entrambi i barconi erano nella zona Sar italiana. Per i soccorsi la Guardia Costiera ha mobilitato tre motovedette, salpate da Siracusa (Cp 323), Crotone (Cp 321) e Reggio Calabria (Cp 328), mentre le condizioni meteo, già sfavorevoli, stavano rapidamnete peggiorando. L’operazione di salvataggio si è protratta per tutta la notte. I naufraghi, inizialmente distribuiti fra le tre motovedette, sono stati poi trasbordati sulla nave Diciotti, dirottata sul posto mentre rientrava in Sicilia dall’intervento di soccorso al ferry Olympia, andato a fuoco nelle acque di Corfù. Sulla Diciotti è stato trasferito anche il cadavere della vittima, un profugo siriano che era in Libia e che si era imbarcato con la figlia, tratta in salvo insieme agli altri naufraghi. E’ stata lei stessa a confermare che il padre si era spento durante la navigazione verso l’Italia.

(Fonte: sito web Sergio Scandura, La Stampa, Siracusa Oggi, Siracusa News)

Bielorussia-Polonia (Bialowieska Forest), 21-22 febbraio 2022

Il corpo di un profugo yemenita è stato trovato nel pomeriggio di lunedì 21 febbraio all’interno della foresta di Bialowieska, in Polonia. La polizia, già in allerta dopo aver bloccato nei giorni precedenti alcuni compagni della vittima, lo ha scoperto in un terreno paludoso, dopo che alcuni abitanti avwevano segnalato che nella zona ovest del bosco, pochi chilometri dal confine con la Bielorussia, c’erano tracce evidenti del passaggio di alcune persone. Il primo a dare notizia del ritrovamento è stato un giornalista polacco, Piotr Czaban, di Tvn, il quale, martedì 22, l’indomani della scoperta del cadavere, è riuscito a risalirne all’identità e a ricostruirne la storia. Il giovane yemenita, Ahmed, di 26 anni, circa una settimana prima del ritrovamento, aveva passato il confine nei pressi del villaggio di Topilo, situato una ventina di chilometri a ovest di Bialowieska e vicinissimo alla linea di confine. Era insieme a dei profughi siriani. Per cercare di non incappare in una pattuglia delle guardie di frontiera, il piccolo gruppo ha scelto di percorrere le zone più paludose. Secondo le testimonianze dei compagni, rintracciati successivamente dalla polizia, Ahmed sarebbe annegato tentando di attraversare uno stagno più profondo di quanto sembrava, senza che qualcuno potesse aiutarlo. L’intero gruppo di siriani è stato arrestato e poi respinto in Bielorussia.

(Fonte: Notes from Poland Nfp))   

Marocco-Spagna (Dahkla-Canarie), 23 febbraio 2022

Tre migranti morti in un naufragio al largo delle coste della provincia di Oued Eddahab, nel sud del Sahara Occidentale. Il battello, con una cinquantina di migranti a bordo, era partito martedì 22 marzo dalla zona di Dahkla sulla rotta per le Canarie. Era ancora a centinaia di chilometri dall’arcipelago spagnolo quando, la mattina di mercoledì 23, si è rovesciato, probabilmente a causa delle condizioni meteo avverse e del sovraccarico. I soccorsi sono arrivati da unità della Marina Marocchina, che hanno tratto in salvo 47 naufraghi, sbarcandoli nel porto di Dahkla. Per molti si è reso necessario il ricovero in ospedale. L’operazione di soccorso è proseguita per tutta la giornata di mercoledì 23 alla ricerca di eventuali dispersi.

(Fonte: Le Mayion, Rtbf.Be, L’Universel Paris, Les Panafricains, Maghress, Le Soir d’Algerie, Africaradio)

Libia-Italia (Al Khums), 24 febbraio 2022

Il cadavere di un migrante è stato trascinato dal mare sulla spiaggia di Celine, circa 15 chilometri a ovest di Al Khums. Segnalato alla polizia da alcuni abitanti del posto, è stato recuperato dalla Mezzaluna Rossa e trasferito nell’obitorio dell’ospedale in attesa delle procedure di legge. Non sono sttai trovati elementi utili per risalire all’identità e alla provenienza della vittima.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)  

Marocco-Spagna (Belliones-Ceuta), 26 febbraio 2022

Un giovane migrante maghrebino – Abdellah Z., 23 anni, di Tangeri – è morto a Ceuta travolto dal Tir sotto al quale si era nascosto per tentare di entrare nell’area portuale e salire su uno dei ferry della rotta per l’Andalusia. L’incidente è avvenuto fuori dalla cinta del porto, in prossimità delle Murallas Reales. Il camion proveniva da una zona di sosta e probabilmente proprio qui il giovane si era introdotto sotto il piano di carico, aggrappandosi come poteva tra le ruote. Prima ancora di arrivare alla zona degli imbarchi, però, deve aver perso la presa ed è stato investito. Alcuni passanti che lo avevano visto rotolare a terra durante il passaggio del camion, sono stati i primi ad accorrere e a dare l’allarme. Quando lo hanno soccorso era ancora cosciente. Un’ambulanza lo ha trasferito all’ospedale, ma è morto poco dopo per una serie di fratture interne ed esterne. La polizia lo ha identificato dopo due giorni di indagini: arrivato a Ceuta nel dicembre 2021, era ospite del centro accoglienza del Tarajal ma se ne era allontanato e frequentava la zona del porto nel tentativo di trovare il modo di imbarcarsi per la Penisola Iberica.

(Fonte: El Faro de Ceuta) 

Marocco-Spagna (Belliones-Ceuta), 26 febbraio 2022

Un migrante marocchino – Saad Gady, 21 anni, di Casablanca – è annegato nel tentativo di raggiungere Ceuta a nuoto. Il suo corpo senza vita, avvistato in mattinata da alcuni passanti mentre flottava in mare all’altezza della spiaggia di Calamocarro, è stato recuperato dai sommozzatori della Guardia Civil e trasferito nell’obitorio dell’ospedale universitario. Il giovane indossava una tuta di neoprene sopra abiti ‘normali’ ed è apparso subito evidente, in base allo dallo stato di conservazione, che doveva essere morto solo poche ore prima del ritrovamento, durante la notte. La conferma è venuta dalle indagini condotte dalla polizia spagnola nel giro di 48 ore: Saad è sceso sceso in mare insieme a due compagni tra Belliones, in Marocco, e il posto di frontiera di Benzù, sul versante occidentale dell’enclave spagnola. Le condizioni meteo non erano buone. In piena notte, sopraffatti dalla fatica e dalle correnti avverse, i tre hanno deciso di rientrare, chiedendo aiuto ai servizi di salvataggio marocchini. L’unità della Guardia Costiera giunta sul posto ha intercettato e preso a bordo i suoi due compagni ma non ha trovato traccia di Saad. Non è chiaro se fosse già annegato o se nell’oscurità non siano riusciti a trovarlo. Da quel momento non si è più saputo nulla di lui fino a quando il suo corpo senza vita è stato trascinato dal mare a Calamocarro. Venerdì 4 marzo è stato sepolto nel cimitero islamico di Ceuta.

(Fonte: El Faro de Ceuta edizioni del 26 febbraio e del 4 marzo)

Libia-Italia (Zawiya, Refinery Point), 27 febbraio 2022   

Il cadavere di un migrante è stato trascinato dal mare sul litorale di Refinery Point, alle porte di Zawiya, circa 50 chilometri a ovest di Tripoli. Recuperato da una squadra della Mezzaluna Rossa in collaborazione con personale dell’Oim, è stato trasferito all’obitorio dell’ospedale di Zawiya per le procedure di legge prima dell’inumazione. Non sono stati trovati elementi utili per poterlo identificare. A giudicare dallo stato di degrado la morte dovrebbe risalire a diversi giorni prima del ritrovamento.

(Fonte: Migrant Rescue Watch, 27 febbraio 2022)

Tunisia-Italia (Sfax-Chebba-Lampedusa), 28 febbraio 2022

Almeno 9 migranti morti in un naufragio al largo della Tunisia. In condizioni critiche quasi tutti i 9 superstiti e non è da escludere che ci siano anche dei dispersi. La barca era partita dalla zona di Sfax, diventata negli ultimi anni la base principale delle “spedizioni” dalla Tunisia verso Lampedusa. La tragedia è avvenuta all’altezza della città costiera di Chebba, nella provincia di Mahdia, circa 70 chilometri più a nord est. Le autorità tunisine hanno fornito solo notizie molto scarne. Sembra comunque che lo scafo, già instabile per il sovraccarico, si sia ribaltato a causa del mare mosso e del forte vento. Sta di fatto che quando le prime unità di soccorso della Marina tunisina sono giunte sul posto i naufraghi erano già in acqua da tempo. I 9 trovati ancora in vita presentavano tutti forti sintomi di ipotermia ed è stato necessario sbarcarli d’urgenza per poterli ricoverare. Nel corso delle operazioni di ricerca sono stati poi recuperati 9 cadaveri, ma potrebbero esserci altre vittime.

(Fonte: Agenzia Reuters, Associated Press, Alarm Phone, Swissinfo Ch, Trt World, The Daily Star, sito web Sergio Scandura).

Turchia-Grecia (Samo), 1 marzo 2022

Il mare ha trascinato sei cadaveri sulla costa dell’isola di Lesbo, nell’Egeo: 4 sono stati trovati nelle prime ore del mattino sulla battigia della spiaggia di Epano Skala, nei pressi di Mitilene, e gli altri 2 recuperati in mare poco distante. Le prime notizie parlavano di 7 corpi ma la Guardia Costiera greca ha poi precisato che in realtà erano sei: 3 donne e 3 uomini, tutti senza giubbotto di salvataggio. Si tratta sicuramente delle vittime di un naufragio: profughi annegati nel tentativo di raggiungere l’isola dalla Turchia. Dopo i primi ritrovamenti è scattata una operazione di ricerca, condotta da unità navali con l’ausilio di un elicottero, ma le autorità dell’isola hanno riferito che non sono stati trovati né altri cadaveri, né i resti della barca su cui dovevano essere le sei vittime. Tutte da ricostruire le cause e le circostanze della tragedia. Ed è molto probabile che ci siano anche diversi dispersi.

(Fonte: Associated Press, Stonesi, Alarm Phone, sito No Border Kitchen, Ana Mpa, Ekathinerini, Aegean Boat Report, Daily Sabah, sito Sergio Scandura)      

Italia-Francia (Ventimiglia-Calandre), 2 marzo 2022

Un migrante è rimasto folgorato sul tetto del locomotore di un treno francese nel tentativo di raggiungere la Francia dall’Italia. Il convoglio era diretto a Mentone e Nizza con partenza da Savona. E’ probabile che il giovane sia salito sul tetto del locomotore, nascondendosi tra le leve del pantografo, a Ventimiglia, ultima stazione italiana prima della frontiera. La tragedia è avvenuta verso le 7,30 nella zona di Calandre, al momento del passaggio di tensione alla corrente alternata usata in Francia. E’ qui, infatti, che il macchinista si è accorto di un problema al pantogfrafo, arrestando la corsa e dando l’allarme. Poco dopo l’equipaggio di un elisoccorso ha individuato e raggiunto il corpo ormai senza vita della vittima a contatto con il meccanismo che collega il locomotore all’alta tensione. Un incidente analogo si è verificato sulla stessa linea all’inizio di febbraio, all’altezza della stazione di Latte.

(Fonte: Ansa, La Repubblica, Rivieratime, Primocanale.it, Fanpage)

Libia-Italia (Sabratha-Lampedusa), 27 febbraio – 5 marzo 2022

Almeno 50 vittime (15 cadaveri recuperati e 35 migranti dispersi) in un naufragio al largo di Sabratha, sulla rotta per Lampedusa. Non sono chiare le circostanze della tragedia, avvenuta domenica 27 febbraio ma venuta alla luce solo lunedì 7 marzo grazie al rapporto settimanale pubblicato dall’ufficio Oim di Tripoli. Le autorità libiche non ne hanno riferito la notizia, limitandosi a segnalare il recupero di 9 cadaveri in vari punti del litorale di Sabratha tra il 28 febbraio (in tutto 4) e il 3 marzo (5, in momenti diversi). Già la scoperta di 9 salme nell’arco di appena tre giorni era il segnale di un grave naufragio, con un grosso numero di vittime. La conferma è venuta dal rapporto pubblicato dall’Oim lunedì 7 marzo, nel quale si segnalano 4 cadaveri recuperati e 35 dispersi il 27 marzo (evidentementeo il giorno del naufragio) e il recupero successivo di altri 11 corpi senza vita: 4 il 28 febbraio, altri 4 il primo marzo, 2 giovedì 3 marzo e infine uno, l’ultimo, sabato 5 marzo. Le salme segnalate dalle autorità libiche sono state tutte recuperate da squadre della Mezzaluna Rossa e trasferite nello stesso nosocomio su disposizione della polizia in attesa dell’inumazione. Non è da escludere che il bilancio delle vittimne possa essere anche più grave. Né le autorità di Tripoli, né i principali media libici hanno commentato il rapporto dell’Oim.

(Fonte: Rapporto Oim del 7 marzo, Migrant Rescue Watch dei giorni 1 e 3 marzo)

Marocco-Spagna (Melilla), 7 marzo 2022

Il cadavere di un migrante marocchino – Reza Lazhar, 24 anni, originario di Sidi Benour – è stato avvistato verso le 11 mentre flottava in mare a circa 200 metri di distanza dal porto commerciale di Melilla. Recuperato dai sommozzatori della Guardia Civil, è stato sbarcato a Puerto Noray e poi trasferito nell’obitorio dell’ospedale Comarcal a disposizione dell’autorità giudiziaria. Si ritiene che sia annegato nel tentativo di entrare a Melilla a nuoto. Non gli sono stati trovati indosso elementi per risalire all’identità. Per dargli un nome si sono mobilitate anche due Ong marocchine (Migrants Morts ed Disparus au Maroc e Association des Droits Humaine sezione di Nador) le quali, sulla base di diverse testimonianze, sono riuscite a identificarlo circa una settimana dopo il ritrovamento.

(Fonte: El Faro de Melilla, Migrants Morts, Association Droits Humaine Nador)

Marocco-Spagna (Arkman, Nador), 9 marzo 2022

Il cadavere di un uomo è stato trascinato dal mare sulla battigia della spiaggia di Moulay Ali Sharif, municipio di Arkman, all’estremità sud est della laguna di Mar Chica, meno di 20 chilometri da Nador e una quarantina a sud est dell’enclave spagnola di Melilla. Informata da alcuni abitanti del posto, la polizia lo ha recuperato e trasferito all’obitorio dell’ospedale di Nador a disposizoone della Procura. Non sono stati trovati elementi per il riconoscimento o stabilirne almeno la provenienza, ma secondo la polizia non dovrebbero esserci dubbi che si tratta di un migrante annegato nel tentativo di raggiungere la Spagna.

(Fonte: Nadorcity.com)

Libia (Qasr Al Akhyar), 9 marzo 2022

Un migrante subsahariano è stato ucciso da tre uomini armati, tutti di nazionalità libica, durante una rapina, nei pressi di Qasr al Akhyar,  una città costiera situata circa 70 chilometri a est di Tripoli. La vittima e un suo compagno – secondo quanto ha riferito la polizia, che ha arrestato i responsabili dell’omicidio – sono stati attirati, con la promessa di un lavoro, in una zona di campagna isolata e remota nella località di Abu Abd Al Kasnarat. Quando i due giovani hanno capito di essere caduti in un tranello hanno cercato di reagire ma i rapinatori non hanno esitato a sparare, uccidendone uno e abbandonandone poi il corpo lungo uno stradello tra i campi. Allarmati dai colpi di arma da fuoco, alcuni abitanti del posto hanno avvertito la polizia, che ha bloccato i tre aggressori a non grande distanza dal luogo dell’omicidio. Nel corso dell’interrogatorio – ha riferito sempre la polizia, secondo quanto è stato pubblicato giovedì 10 marzo da Migrant Rescue Watch – i tre accusati hanno confessato le loro responsabilità e sono stati deferiti alla magistratura.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Libia-Italia (Sorman), 11 marzo 2022

Il cadavere di un migrante è stato trascinato dal mare sul litorale di Sorman, circa 65 chilometri a ovest di Tripoli. Avvistato mentre flottava a pochi metri dalla riva, all’altezza dello stabilimento per la lavorazione del pesce, personale della Mezzaluna Rossa lo ha recuperato e trasferito all’obitorio dell’ospedale in attesa delle procedure di legge per la sepoltura. Non si sono trovati elementi per poterlo identificare e stabilirne la provenienza. A giudicare dallo stato di conservazione era in acqua già da qualche giorno.

(Fonte: Migrant Rescue Watch) 

Libia-Malta-Italia (Tobruk), 11 marzo 2022

Almeno 24 vittime (8 migranti dispersi e 16 corpi senza vita recuperati) in un naufragio al largo della Cirenaica. Tre soli i superstiti. Dalle autorità libiche sono filtrate scarsissime notizie sulla tragedia. Si sa per certo soltanto che la barca ha preso il mare verso le tre del mattino dalla zona di Tobruk, quasi 1.300 chilometri a est di Tripoli, un tratto di costa da cui negli ultimi mesi è stata segnalata la partenza di diversi battelli, sulla rotta verso Malta e l’Italia. A bordo, secondo quanto ha riferito la Libyan Special Naval Force, erano in 27, quasi tutti egiziani. Ignote le circostanze del naufragio. A dare l’allarme sono stati tre naufraghi, gli unici superstiti, recuperati dalla Marina libica mentre nuotavano verso la riva, all’altezza dell’area di Ras Beyaz, a est di Tobruk. Sono stati loro a riferire, appunto, che erano scomparsi in mare 24 loro compagni. Le operazioni di ricerca, condotte fino al tramonto e nella giornata successiva, è stato recuperato un cadavere di uno dei dispersi. Nei giorni successivi, fino a mercoled’ 30 marzo, sono stati trovati altri 15 corpi. Nessuna traccia degli altri.

(Fonte: Migrant Rescue Watch, The Guardian)

Marocco-Spagna (Tarfaya-Canarie), 11-12 marzo 2022

Almeno 45 vittime (15 migranti morti e 30 dispersi) in un naufragio nell’Atlantico al largo delle coste occidentali del Marocco, sulla rotta per le Canarie. Secondo alcune fonti, anzi, di vittime potrebbero essercene 50. Al centro della tragedia c’è un gommone salpato da Tarfaya, nel sud ovest del Marocco, una delle località più vicine all’isola di Fuerteventura: circa 120 chilometri di navigazione. A bordo, secondo la Ong Caminando Fronteras, c’erano 61 subsahariani, tra cui 16 donne e 7 bambini. Forse a causa del maltempo il battello, anziché raggiungere l’arcipelago, è stato spinto verso sud ovest. Era al largo di Laayoune, sulla costa del Sahara Occidentale, quando si è rovesciato, non lasciando scampo alla maggior parte dei migranti a bordo. La Marina marocchina, secondo Helena Maleno di Caminando Fronteras, ha recuperato 15 morti (tra cui 3 donne e 2 bambini i cui cadaveri sono stati trasferiti nell’obitorio di Laayoune) e 16 naufraghi. Almeno 30 i dispersi. Secondo fonti della piattaforma di soccorso Alarm Phone, invece, sul gommone c’erano 54 e non 61 persone, ma il bilancio sarebbe ancora più grave: solo 4 superstiti e 50 vittime.

(Fonte: Helena Maleno Caminando Fronteras, Alarm Phone, El Diario)

Spagna-Francia (Irun, Regione Basca), 12 marzo 2022

Un giovane migrante subsahariano è annegato nel tentativo di attraversare il fiume Bidasoa per raggiungere la Francia dalla Spagna, a Irun, nella Regione Basca. Aveva 24 anni e veniva dal Senegal. Nella Penisola Iberica era arrivato dal Marocco, con una barca di fortuna, già con l’intento di proseguire il viaggio verso la Francia. Per attraversare il confine ha scelto la via della Regione Basca, diventata tra le più battute dai migranti per varcare la frontiera ispano-francese. Uno dei punti cruciali è appunto Irun, dove il confine è segnato dal Bidasoa: dall’altra parte c’è la zona basca francese di Endaye. A Irun il giovane senegalese è arrivato con due compagni, uno proveniente dalla Mauritania e l’altro dalla Guinea Conakry. Insieme i tre sono scesi nel fiume all’altezza della vecchia stazione della ferrovia di San Miguel, un chilometro più a monte del ponte di Behobia. Si sa per certo perché un passante li ha visti e ne ha seguito le mosse, dando subito l’allarme quando si è accorto che due, nonostante la piena e l’acqua gelida, stavano riuscendo a raggiungere la riva francese mentre uno veniva travolto dalla corrente e trascinato via. Già verso le 18,20 sono scattati i soccorsi ma del giovane non è stata trovata traccia. Le ricerche sono continuate all’alba di domenica 13 e si sono protratte fino a mercoledì 16 marzo, con l’impiego anche di un elicottero che ha ispezionato tutto il corso del fiume, sino alla foce, ma senza alcun esito. Le autorità basche, ricordando che sono sempre più numerosi i migranti morti nel tentativo di attraversare il Bidasoa, hanno sollecitato l’istituzione di canali di trasito tra la Spagna e la Francia per i richiedenti asilo.

(Fonte: Diario Vasco, Naiz, Pais Vasco, El Diario, Ecd, Cadena Sera, Are You Syrious)

Turchia-Grecia (Frontiera dell’Evros), 12 marzo 2022

Un bambino siriano è annegato nell’Evros cadendo dalla barca su cui lo avevano costretto a salire la polizia e una squadra di miliziani greci durante il respingimento forzato subito da un gruppo di una trentina di profughi, tra cui 7 minori e diverse donne. Si chiamava Ayman Saleh ed aveva appena 4 anni. Era in fuga insieme alla madre Warda, incinta di un altro bambino, per cercare di raggiungere il padre in Germania. Il gruppo, composto interamente da siriani, era riuscito a passare il fiume che segna il confine tra la Turchia e la Grecia prima dell’alba di sabato 12 marzo, ma poco dopo, mentre cercava di allontanarsi verso ovest, è stato sorpreso e bloccato dalla polizia che lo ha condotto al comando e poi – secondo quanto è stato raccontato dai profughi stessi – consegnato a una squadra di uomini mascherati e armati, che hanno ricondotto tutti sino all’argine dell’Evros, costringendoli poi a salire a furia di botte su una piccola barca e intimando di raggiungere la riva turca. Il battello ha puntato su un’isoletta disabitata al centro del fiume. E’ stato in questo frangente che si è verificata la  tragedia:  il bimbo ha perso l’equilibrio ed è caduto in acqua. Uno dei profughi si è subito tuffato per cercare di raggiungerlo, ma non è riuscito a salvarlo: la corrente lo ha trascinato via in pochi istanti, facendolo sparire. Raggiunta l’isola i profughi hanno chiesto aiuto, chiamando anche la piattaforma di soccorso Alarm Phone, ma sono rimasti abbandonati a se stessi per quasi sette giorni, senza cibo, coperti alla meglio e alle temperature rigidissime della notte che nella zona, in questa stagione, scendono abbondantemente sotto lo zero. Solo la mattina di venerdì 18 la polizia greca è andata a recuperarli, in ossequio a una ingiunzione arrivata al governo di Atene dalla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, a cui si sono rivolte Humann Rigth 360 e altre Ong attraverso l’avvocato Eugenia Kouniaki. Anche l’intervento di recupero, imposto giovedì 17, è stato tardivo: la polizia si è giustificata dicendo che inizialmente non era riuscita a trovare il gruppo di profughi, pur essendo ben noto che si trovava su quell’isoletta. Al momento dei soccorsi Warda, la madre di Ayman, era ancora sotto choc. Molto provati anche tutti gli altri. In particolare una donna anch’essa incinta come Warda. Dopo il salvataggio i profughi hanno anche raccontato ai cronisti del quotidiano Efsyn che nella giornata di martedì 15 marzo sono sbarcati sull’isola alcuni commandos greci che hanno ordinato di rientrare in Turchia. Alcuni deputati hanno sollevato la questione in Parlamento ad Atene.

(Fonte: Efsyn, Aegean Boat Report, Alarm Phone)

Libia-Italia (Dahla), 14 marzo 2022

I corpi di 2 migranti sconosciuti sono stati gettati dalla risacca su un tratto di costa rocciosa all’altezza di Dahla, sul litorale di Zawiya, circa 50 chilometri a ovest di Tripoli. Personale della Mezzaluna Rossa, dopo averli recuperati su segnalazione della polizia, li ha trasferiti all’Obitorio del Zawiya Teaching Hospital, in attesa del completamento delle procedure per l’inumazione. Il rapporto mensile della piattaforma di soccorso Alarm Phone (pubblicato il 5 aprile) riferisce di altri 2 cadaveri di migranti (anche questi sconosciuti) trovati nella zona e nello stesso periodo, incluso quello affiorato a Sorman (nota dell’11 marzo: ndr).  Non sono emersi elementi per stabilirne la provenienza.

(Fonte: Migrant Rescue Watch, rapporto Alarm Phone del 5 aprile)

Algeria-Spagna (Algeri-Baleari), 14-15 marzo 2022

Undici harraga dispersi in un naufragio tra l’Algeria e le Baleari. Secondo quanto ha accertato la polizia, la barca è partita dal litorale a ovest di Algeri, con a bordo 14 persone. Era ormai a 50 miglia dalla costa quando, probabilmente a causa del mare mosso, ha cominciato a imbarcare acqua e ad affondare. I soccorsi sono arrivati da una unità della Guardia Costiera algerina, che ha individuato e recuperato 3 naufraghi ancora in vita. Nessuna traccia degli altri 11. In seguito al salvataggio sono scattate indagini di polizia che poche ore dopo hanno portato ad individuare la banda di trafficanti che avrebbe organizzato la “spedizione”: tre uomini, tutti algerini, sono stati arrestati mentre si è proceduto contemporaneamente al sequestro di due barche da pesca, due motori, telefoni cellulari, diversi giubbotti di salvataggio e denaro contante.

(Fonte: Le Quotidien d’Oran)

Marocco-Spagna (Nador), 17-18 marzo 2022

Nella notte tra il 17 e il 18 marzo, il cadavere di una ragazza, verosimilmente di origine maghrebina, è stato trascinato dal mare su una scogliera accanto a Salé Beach, di fronte al quartiere di Chamao, a Nador.  Segnalato la mattina di venerdì 18 da alcuni abitanti del posto, è stato recuperato dalla polizia e trasferito nell’obitorio dell’ospedale regionale Prince Moulay Abdallah per essere sottoposto ad autopsia prima dell’inumazione. Non sono stati trovati elementi utili per l’identificazione, ma si ritiene che si tratti dei resti di una giovane migrante annegata nel tentativo di arrivare in Spagna. Nella stessa zona diverse settimane prima è affiorato il cadavere di un altro migrante annegato prima di raggiungere l’enclave spagnola di Melilla.

(Fonte: Nadorcity.com) 

Algeria-Spagna (Ghazaouet), 18-19 matrzo 2022

Il cadavere di un migrante marocchino è affiorato sulla spiaggia di Ghazaouet, una città portuale algerina situata quasi al confine con il Marocco. Recuperato dalla Protezione Civile e trasferito nell’obitorio dell’ospedale, è stato identificato grazie alla foto della sua carta d’identità pubblicata su Facebook. Si tratta di un giovane originario di Driouch, una città dell’entroterra poche decine di chilometri a sud ovest dell’enclave spagnola di Melilla e oltre 200 a ovest di Ghazaouet. Se ne erano perse le tracce da oltre 20 giorni e diversi siti web avevano pubblicato appelli di ricerca. Secondo alcune fonti sarebbe sia annegato nel tentativo di superare a nuoto il confine con l’enclave spagnola partendo da sud est e poi le forti mareggiate di ponente delle ultime settimane ne aavrebbero trascinato il corpo fino alla spiaggia dove è stato trovato, a brevissima distanza dal valico di frontiera di Zouj Mugal tra Algeria e Marocco, circa 70 chilometri a est di Melilla in linea d’aria. Si ritiene tuttavia più pèrobabile (nota del 23 marzo: ndr) che, dopo aver varcato il confine con l’Algeria via terra, sia morto con altri migranti nel naufragio di una barca salpata verso l’Andalusia dalle coste algerine occidentali.

(Fonte: Nadorcity.com)

Tunisia-Italia (Sfax-Nabeul-Lampedusa), 19 marzo 2022

Ottantaquattro migranti morti nel naufragio di due barche salpate dalla Tunisia sulla rotta per Lampedusa: 60 su una e 24 sull’altra. Non ci sono superstiti. L’allarme per la scomparsa dei due natanti è stato ripetutamente lanciato dalla piattaforma di soccorso Alarm Phone a partire dal 7 marzo, senza ricevere alcun riscontro, tanto da far temere alla fine che ci fossero state altre due “tragedie fantasma”. La conferma è arrivata venerdì 19, quando alcuni corpi sono cominciati ad affiorare poco al largo o  e sulla spiaggia di Nabeul, oltre 200 chilometri a nord di Sfax: dapprima 12, poi altri 8 e ancora 5, tutti recuperati dalla Marina tunisina e dalla Prfotezione Civile. Dai familiari di alcune delle vittime, gli stessi che avevano chiesto aiuto ad Alarm Phone, si è avuta nel giro di poche ore la conferma che si trattava appunto dei migranti dei due natanti dati per dispersi ormai da molti giorni. La prima barca risulta partita dalla zona di Sfax giovedì 3 marzo. A bordo c’erano 40 siriani e 20 tunisini. La richiesta di soccorso ad Alarm Phone è arrivata lunedì 7 marzo. Meno di una settimana dopo, domenica 13, si è aggiunto l’allarme per la seconda barca, più piccola della prima, partita sempre dalla zona di Sfax venerdì 11 marzo. Tutti subsahariani i 24 migranti a bordo. I messaggi di Alarm Phone si sono susseguiti fino a giovedì 17, ogni volta più allarmati: “Le autorità – si legge in uno degli ultimi – si rifiutano di dare informazioni. Temiano che le due barche siano naufragate. Continuiamo a chiedere alle autorità di lanciare un’operazione di soccorso”.  Non risulta che l’appello sia stato raccolto. Tra venerdì 18 e sabato 19, poi, sono affiorati  i primi corpi a Nabeul.

(Fonte: Alarm Phone, Associated Press Tunisia, Al Jazeera, Seebrucke Frankfurt)

Algeria-Spagna (Nedroma-Ghazaouet-Andalusia), 20-21 marzo 2022

Sette harraga algerini sono morti in un naufragio al largo di Ghazaouet: venivano tutti da Nedroma, una città a meno di 20 chilometri dal mare e circa 60 da Tiemcen, il capoluogo della provincia. Secondo quanto hanno riferito alcuni familiari, si sono imbarcati la notte tra il 17 e il 18 marzo dalla spiaggia di Sidna Youcha (distante circa 15 chilometri da Nedroma e oltre 170 a ovest di Orano), sulla rotta per l’Andalusia. Non è chiaro se con loro ci fossero altri migranti, che risulterebbero ora dispersi. Sta di fatto che subito dopo la partenza se ne sono perse le tracce. L’allarme è scattato quattro giorni più tardi, intorno al 20-21 marzo, quando alcuni pescatori hanno recuperato in mare di fronte a Ghazaouet (alcune miglia al largo e una quindicina di chilometri più a ovest del punto d’imbarco) le salme di due delle vittime. Da quel momento è iniziata l’angoscia dei parenti degli altri cinque, le famiglie Atigui, Sobiane, Messaudi, Hafet e Brahmi, che si sono rivolte alle autorità algerine per sollecitare una vasta operazione di ricerca dei dispersi. “Chiediamo – ha dichiarato a Le Quotiodien d’Oran M. Berrais, zio di uno dei giovani scomparsi – che siano ritrovati almeno i loro corpi”.

(Fonte: Le Quotidien d’Oran edizione del 25 marzo)  

Marocco-Spagna (Arkmane Beach, Nador), 22 marzo 2022

Il cadavere di un migrante è stato trascinato dal mare su una scogliera di Arkmane Beach, nel municipio di Kariar Arkmane, poco più di 20 chilometri a sud est di Nador, in Marocco. Segnalato da alcuni abitanti del posto, lo ha recuperato una squadra di sommozzatori della Gendarmeria Reale: per liberarlo dalle rocce dove le onde lo avevano incastrato, sono state necessarie 14 ore di lavoro, con continue immersioni ostacolate dal maltempo e dala forte burrasca. Non ci sono dubbi, secondo la polizia, che si tratti di un migrante annegato nel tentativo di raggiungere la Spagna, dall’altra parte dello Stretto di Gibilterra. Restano da stabilire le circostanze. L’unico dato certo è che, a giudicare dall’avanzato stato di degrado della salma, la morte risale a diversi giorni prima del ritrovamento. La Procura di Nador ha aperto un’inchiesta, disponendo anche un’autopsia presso l’obitorio dell’ospedale di Silwan.

(Fonte: Nadorcity.com) 

Marocco (Nador, porto di Beni Ansar), 22-23 marzo 2022

Un giovane migrante marocchino, originario di Agadir, è stato travolto e ucciso da un Tir che si stava dirigendo verso il porto di Beni Ansar, 12 chilometri a nord ovest di Nador, per essere imbarcato su un ferry di linea per la Spagna. L’incidente è avvenuto quasi all’ingresso dell’area portuale. E’ verosimile che il ragazzo si sia nascosto sotto il rimorchio del Tir, poco prima, in una zona adibita alla sosta dei camion prima dell’imbarco. Arrivato in prossimità della barriera dei controlli deve aver perso la presa e, scivolato a terra, è finito sotto le ruote posteriori.

(Fonte: Nadorcity.com, Association Marocain Droits Humains, Migrants Morts et Desparus in Maroc)

Algeria-Spagna (Ghazaouet- Andalusia), 23 marzo 2022

Otto vittime (5 cadaveri di migranti recuperati e 3 dispersi) in un naufragio al largo dell’Algeria, sulla rotta verso le coste di Almeria, in Andalusia. La barca, un piccolo scafo in vetroresina, era partita l’undici marzo dal litorale di Ghazaouet, una città portuale siutuata nell’ovest estremo dell’Algeria, circa 180 chilometri a ovest di Orano e ad appena 35 in linea d’aria dal confine con il Marocco. Nelle ore successive se ne sono perse le tracce. Non se ne è saputo più nulla per giorni, fino a quando non sono cominciati ad affiorare alcuni cadaveri. Cinque in tutto, incluso quello del giovane marocchino di Drioush spinto dal mare sulla spiaggia di Ghazaouet intorno al 18 marzo (nota del 18-19 marzo: ndr), sette giorni dopo la partenza. Tra martedì 22 e mercoledì 23 marzo, con il recupero complessivo di 5 corpi senza vita nei giorni precedenti, si è avuta conferma del naufragio, senza alcun superstite tra gli 8 harraga che erano a bordo della barca.

(Fonte: Heroes del Mar, sito web Francisco Jose Clemente Martin Ong spagnola)   

Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 23-24 marzo 2022

Almeno 6 migranti morti in un naufragio al largo di Al Amra (El Amera), a nord di Sfax. Tre soli i superstiti e si teme dunque che possano esserci numerosi dispersi. Il battello è partito la notte tra il 23 e il 24 dalla costa di Sfax, sulla rotta per Lampedusa. La tragedia, causata probabilmente dalle cattive condizioni del mare, è avvenuta dopo poche miglia, Quando da Al Amra sono arrivati i primi soccorsi c’erano in acqua soltanto tre naufraghi ancora in vita. Nelle ore successive unità della Guardia Nazionale salpate da Sfax hanno recuperato 6 cadaveri. Non è stato possibile stabilire quanti siano gli eventuali dispersi perché le autorità tunisine non hanno specificato quanti fossero i migranti a bordo della barca naufragata. Le salme sono state trasferite a Sfax a disposizione della Procura prima dell’inumazione.

(Fonte: quotidiano arabo online Histoirdesfax.com, Alarm Phone)

Mauritania-Spagna (rotta delle Canarie), 24 marzo 2022

Risulta scomparso nell’Atlantico un cayuco da pesca con a bordo almeno 47 migranti subsahariani. Lo ha denunciatio Helena Maleno, della Ong Caminando Fronteras, chiedendo alle autorità spagnole di organizzare una operazione di ricerca e soccorso. La barca – secondo quanto hanno riferito i familiari di alcuni dei dispersi – è partita dalla costa settentrionale della Mauritania prima dell’alba di domenica 20 marzo, puntando verso le Canarie, una rotta di quasi mille chilometri. Tra le 47 persone imbarcata risulta ci siano diversi bambini. In particolare, una famiglia con due bimbi molto piccoli. I contatti si sono persi dopo poche ore. E proprio perché perdurava la mancanza assoluta di notizie è stato lanciato un appello a Caminando Fronteras. La Marina Marocchina, ripetutamente chiamata da Helena Maleno, ha precisato che nell’ultimo mese non ha intercettato nessuna barca di migranti nelle acque di sua pertinenza. D’altra parte alle Canarie il cayuco non risulta mai arrivato. Si teme anzi, alla luce delle dichiarazioni delle autorità marocchine, che anche altri due battelli partiti dalla Mauritania nell’ultimo mese siano da considerare dispersi.

(Fonte: Sito Helena Maleno Ong CaminandoFronteras, El Diario, La Provincia)      

Libia-Italia (Alaluas), 25 marzo 2022

Due morti su un gommone stracarico di migranti subsahariani sulla rotta tra la Libia e Lampedusa. Il natante è partito dalla costa a est di Tripoli con 130 persone, tra cui numerosi bambini e giovani donne. Quando è stato intercettato dalla Ocean Viking, la nave della Ong Sos Mediterranee, era al largo di Alaluas, una città situata circa 100 chilometri a est di Tripoli e 36 a ovest di Homs. Già dal primo avvistamento è stato subito evidente che si trovava in una condizione di estremo pericolo, sia per il sovraccarico che per le difficili condizioni meteo, con mare molto mosso e forti raffiche di vento.  Le operazioni di soccorso si sono protratte per oltre cinque ore, portando in salvo 128 naufraghi. Gli altri due dei 130 imbarcati erano già morti quando le unità veloci della  Ocean Viking hanno iniziato il trasbordo. Uno dei corpi è stato recuperato subito dopo aver messo al sicuro i superstiti, per l’altro non è stato possibile a causa del mare sempre più agitato. A bordo della Viking c’erano già 30 naufraghi salvati in un intervento precedente sulla stessa rotta Libia-Lampedusa. Il numero totale è salito così a 158 in prevalenza provenienti dal Sudan, dal Sud Sudan e dall’Eritrea.

(Fonte: Sos Mediterranee, sito web Sergio Scandura, Giornale di Sicilia, Unione Sarda, Tiscali) 

Marocco-Spagna (Laayoune), 27 marzo 2022

I cadaveri di due migranti subsahariani sono stati trascinati dal mare sulla costa atlantica del Marocco, tra Laayoune e Tarfaya. Secondo quanto ha riferito l’agenzia di stampa Maroc Presse (Mpa) sono vittime del naufragio di una barca che stava cercando di raggiungere il territorio spagnolo. Le autorità marocchine non hanno comunque riferito altri particolari sulle circostanze del naufragio. Tantomeno se, come è presumibile, ci siano altre vittime. La notizia è stata comunicata nel contesto di un dispaccio dei servizi di sicurezza relativo al blocco di oltre 230 migranti che, su tre diverse imbarcazioni, stavano per salpare o erano partite da poco sulla rotta verso le Canarie dalla regione di Laayoune.

(Fonte: Telquel, Voaafrique Maroc, La Provence, Africariadio, Infomigrants)

Marocco-Spagna (El Hierro, Canarie), 27 marzo 2022

Ventisette migranti subsahariani morti (26 durante la navigazione e affidati al mare, uno trovato privo di vita al momento dello sbarco) su un cayuco arrivato la mattina di domenica 27 marzo a Hel Hierro, la più occidentale e la più lontana delle Canarie. Il battello era partito diversi giorni prima da Nuackchot, in Mauritania, con almeno 75 persone a bordo. Verosimilmente puntava verso Gran Canaria ma deve essere finito fuori rotta, ed è rimasto per giorni in pieno Atlantico. Presto si sono esaurite le scarse scorte di cibo ma soprattutto d’acqua ed è cominciato un lungo calvario fatto di sete, fame e freddo. Ventisei dei migranti a bordo non hanno resistito: i loro corpi senza vita sono stati fatti scivolare in acqua. L’agonia è finita la mattina di domenica 27 marzo, quando il cayuco è arrivato verso El Hierro. Da terra è stato è stato avvistato, pochi minuti prima delle otto, a poco più di 200 metri dall’imboccatura del porto di La Restinga. Sono subito scattati i servizi di emergenza per condurlo sino alla banchina di attracco e per l’assistenza alle 48 persone a bordo: 36 uomini, 2 donne e 10 minorenni. Al momento dello sbarco si è scoperto che uno dei ragazzi era morto poco prima per disidratazione e sfinimento fisico. Si riteneva inizialmente che ci fosse solo questa vittima, ma nei giorni successivi, sulla base delle testimonianze dei superstiti, si è scoperto che i morti sono in tutto almeno 27. Tutti i naufraghi sbarcati erano molto provati dal lungo periodo trascorso in mare. In particolare per 5 di loro, cher spinti dalla sete avevano bevuto acqua salata, è stato necessario un ricovero d’urgenza presso l’ospedale dell’isola.

(Fonte: El Diario edizioni del 27 e del 31 marzo, La Provincia, Canarias 7, Helena Maleno Caminando Fronteras)

Algeria (Nedroma e Maghnia), 28 marzo 2022

Due migranti subsahariani sono morti nella violenta inondazione che ha colpito una vasta fascia dell’Algeria occidentale nell’immediato entroterra. Lo ha riferito il 28 marzo Le Quotidien d’Oran citando come fonte il rapporto della Protezione Civile della provincia di Tlemcen relativo ai giorni precedenti. Secondo quanto è stato possibile accertare, i due facevano parte della vasta colonia di migranti, provenienti soprattutto dal Niger e dal Mali, che vivono in alloggi di fortuna nelle campagne tra Nedroma e Tlemcen in attesa di trovare il modo di imbarcarsi verso l’Europa. Erano accampati lungo Wadi Jourgi, un torrente della zona. Le violente piogge hanno provocato una piena improvvisa e violenta che ha travolto tutto quanto ha incontrato, incluse numerose baracche e tende allestite dai migranti sulle sponde. Non è chiaro se i due giovani ne siano stati investiti insieme o  in due punti diversi. Sta di fatto che il corpo del primo è stato trovato dopo la piena nei pressi di Nedroma, mentre il secondo una trentina di chilometri più lontano, nell’alveo del torrente, a Ouled Bendammou, un quartiere periferico della città di Maghnia.

(Fonte: Le Quotidien d’Oran)

Marocco-Spagna (Ceuta), 29 marzo 2022

Un migrante marocchino di 20 anni, Mohamad Bnali, risulta scomparso nel tentativo di arrivare nell’enclave spagnola di Ceuta. Lo hanno denunciato i suoi familiari alla redazione del Faro lanciando un appello di ricerca, dopo essersi rivolti senza risultato alle autorità marocchine. Residente a Tetouan, una quarantina di chilometri a sud di Ceuta, Mohamad aveva tentato altre tre volte, senza riuscirci, di raggiungere la Spagna, spinto dalla mancanza di lavoro e di prospettive in Marocco. Questa volta, però, in famiglia non ne ha fatto parola, confidandosi solo con alcuni amici. Sta di fatto che dieci giorni prima della denuncia è scomparso all’improvviso da casa. Secondo quanto hanno appurato i familiari potrebbe aver tentato di entrare a Ceuta dal varco di Beliones, quello occidentale, insieme ad altri giovani che i parenti però non conoscono. “Se era davvero in quel gruppo di harraga – dicono i fratelli – deve aver tentato di passare il confine via terra o con una barca, perché non sa nuotare”. Proprio per questo, anzi, non si esclude che, invece di puntare su Ceuta, abbia preso il mare su una barca pensando di raggiungere l’Andalusia. Non risulta tuttavia che abbia amici o parenti né in Spagna né a Ceuta. Per di più non ha portato con sé il cellulare, rendendo impossibile ogni tentativo di contattarlo. E lui, contrariamente alle abitudini, non ha mai cercato di mettersi in comunicazione con la famiglia.

(Fonte: El Faro de Ceuta)  

Libia (Tripoli), 29 marzo 2022

Un giovane camerunense, Samy, poco più che ventenne, è morto a Tripoli per le conseguenze delle torture subite in un centro di detenzione. Arrivato in Libia nei primi mesi del 2021, il ragazzo era riuscito a imbarcarsi con altre decine di migranti subsahariani per cercare di raggiungere l’Italia, ma il gomone è stato intercettato e bloccato sulla rotta per Lampedusa dalla Guardia Costiera libica. Riportato di forza a terra, è rimasto rinchiuso per circa sette mesi in un centro di detenzione, sottoposto a un trattamento durissimo e talvolta a vere e proprie torture. Quando è stato liberato, verso la metà di marzo, era allo stremo. Alcuni attivisti della Ong Mediterranea, con i quali era entrato in contatto durante la prigionia e ai quali ha raccontato la sua storia, hanno parlato con lui, per l’ultima volta, domenica 27, con una videochiamata. Le immagini del suo corpo scheletrito sono la prova evidente delle sofferenze che ha patito nel lager. Poco dopo questo contatto si è sentito male ed è stato ricoverato in ospedale, ma le sue condizioni erano ormai troppo deboli e non ce l’ha fatta a riprendersi: è morto nelle prime ore di martedì 29 marzo.

(Fonte: sito web Mediterranea)      

Libia-Italia (Zawiya), 29 marzo 2022

I cadaveri di 2 migranti sono stati recuperati nel mare di Zawiya, 60 chilometri circa a ovest di Tripoli. Ne ha dato notizia il rapporto settimanale dell’Oim Libia. Non sono emersi elementi per identificare e stabilire la provenienza delle due salme, che sono state trasferite presso l’obitorio dell’ospedale locale in attesa delle procedure di legge per l’inumazione. Appare evidente che si tratta di due giovani subsahariani annegati nel tentativo di attraversare il Mediterraneo verso Lampedusa.

(Fonte: Rapporto Oim Libia del 4 aprile 2022)

Libia-Italia (Garabulli-Lampedusa), 31 marzo 2022

Undici 11 morti (7 donne e 4 bambini) e diversi dispersi (verosimilmente 9) tra i migranti di un gommone in avaria e semi affondato al largo della Libia. I superstiti sono 125. Il battello è partito nella notte tra il 30 e il 31 marzo dalla zona di Garabulli, 60 chilometri circa a est di Tripoli e altrettanti a ovest di Homs. A bordo c’erano 145 persone, quasi tutte di origine subsahariana. L’emergenza è scattata dopo poche miglia di navigazione verso Lampedusa, ancora all’interno delle acque territoriali libiche. Il primo messaggio di soccorso è stato intercettato dalla piattaforma di Alarm Phone che prima delle 8 di giovedì 31 lo ha girato a tutte le autorità competenti, segnalando che il natante era ingovernabile per un’avaria al motore e stava imbarcando acqua. Poco dopo si sono persi in contatti. Solo 12 ore più tardi, intorno alle 20, si è saputo che il gommone era stato intercettato dalla Guardia Costiera libica al largo di Garabulli e che tra i naufaghi c’erano una decina di morti. Nelle ore successive Alarm Phone ha appresso da altre fonti che le vittime sono almeno 11. La Guardia Costiera libica ha poi comunicato che i superstiti sono 125. La maggioranza, 70, originari del Mali e poi 3 dal Ghana, 10 Guinea, 7 Costa d’Avorio, 7 Nigeria, 24 Sudan, 3 Sud Sudan, 1 Niger. Tenendo conto che a bordo sono state segnalate 145 persone al momento della partenza, i dispersi risultano 9, per un totale di 20 vittime.

(Fonte: Alarm Phone, Ong Mediterranea, Migrant Rescue Watch due edizioni)

Libia-Malta-Italia (Homs-Malta-Lampedusa), 2 aprile 2022

Oltre 90 migranti morti in un naufragio al largo della Libia, sulla rotta per Malta e Lampedusa. Solo 4 i superstiti. Il battello, anche in base al punto in cui è avvenuta la tragedia, risulta salpato dalla zona di Al Khums (Homs). Non si sa esattamente quando: forse intorno al 29 marzo. A segnalare per prima l’emergenza è stata la nave umanitaria Sea Eye 4 che in quel tratto di Mediterraneo stava conducendo alcune operazioni di soccorso e che il 31 marzo, alle 17,05, ha comunicato di aver completato due interventi, salvando 106 persone, ma che una terza barca con oltre 90 persone risultava ancora dispersa. La conferma della strage si è avuta nel tardo pomeriggio di sabato 2 aprile quando, su indicazione di un aereo di Frontex decollato da Sigonella e in perlustrazione nel Mediterraneo, la nave cisterna panamense Alegria 1, in navigazione da Tarragona al porto petrolifero di As Sidr (oltre 500 chilometri a est di Homs), ha avvistato in acque internazionali (215 chilometri da Malta e 170 al largo di Misurata) lo scafo rovesciato della barca e recuperato 4 naufraghi, gli unici sopravvissuti, i quali hanno riferito di essere rimasti in mare per almeno 4 giorni. La conferma, dunque, che la barca era partita intorno a martedì 29 marzo. Appena si è saputo della tragedia Medici Senza Frontiere ha proposo al comandante della Alegria 1 di trasbordare i quattro naufraghi sulla sua nave umanitaria, la Geo Batents, che si trovava in quelle acque, in modo da sbarcarli in un porto sicuro e non in Libia. La richiesta è stata però respinta e la Alegria 1 ha proseguito la sua rotta verso As Sidr. Senza esito la stessa richiesta inoltrata da Medici Senza Frontiere alle centrali operative Mrcc Italia e Malta. Lo sbarco forzato in Libia degli unici quattro testimoni della tragedia ha reso difficile stabilire il numero esatto delle vittime. Il responsabile dell’Oim, Filippo Grandi, ha riferito di aver appreso che i supersiti hanno dichiarato concordemente al personale della Alegria 1 che a bordo della barca c’erano “quasi 100” persone. E’ lecito ritenere dunque che si debba parlare di oltre 90, ovverso non meno di 91, vite perdute in quello che ha rischiato di diventare l’ennesimo naufragio fantasma.

(Fonte: Ong Sea Watch, Sea Eye, Medici Senza Frontiere, Alarm Phone, Agenzia Associated Press, Il Manifesto, sito web Sergio Scandura, La Stampa, Il Fatto  Quotidiano, Ong Mediterranea, Avvenire, Triesteprima, Libya Observer, Anadolu Agency)

Italia-Francia (Bordighera), 2 aprile 2022

Due migranti sono stati trovolti e uccisi sull’autostrada A-10 Genova-Ventimiglia, all’altezza di Bordighera. Uno è un giovane di nazionalità cingalese: è stato possibile identificarlo attraverso le impronte digitali. Sconosciuto l’altro, sfigurato per le ferite e senza documenti. Un terzo ragazzo, anch’egli sconosciuto, è rimasto gramente ferito ed è stato ricoverato in codice rosso. La tragedia è avvenuta all’altezza di una stazione di servizio che si trova a circa 6 chilometri dalla frontiera. Come risulta dalle telecamere di videosorveglianza sia dell’area di servizio che dell’autostrada, esaminate dalla polizia stradale di Imperia, i ragazzi sono arrivati a piedi fino all’autostrada, passando attraverso una collinetta poco distante. Non c’erano solo quei tre ma un piccolo gruppo. Verosimilmente hanno attraversato la carreggiata per raggiungere il piazzale della stazione di servizio e da qui trovare il modo di proseguire verso la Francia, magari nascondendosi sotto qualche Tir per passare il confine. Avevano appena scavalcato il guard-rail centrale quando sono stati investiti in pieno da un furgone, che procedeva verso il confine, diretto al Principato di Monaco. “Ho visto il gruppo sbucare all’improvviso: non ho fatto in tempo a frenare”, ha dichiarato l’autista. Per i primi due non c’è stato scampo. Il terzo è stato subito soccorso e trasferito in ospedale. Gli altri, dopo essere riusciti ad attraversare la carreggiata, si sono dileguati, abbandonando l’autostrada. Sarebbero tutti, incluso il ferito e la seconda vittima, di nazionalità cingalese.

(Fonte: Agenzia Ansa, Telenord, Il Secolo XIX, La Stampa, Il Fatto Quotidiano, Il Giornale, Avvenire)

Libia-Italia (Sorman), 3 aprile 2022

Il cadavere di un migrante è stato portato dal mare sul litorale di Sorman, circa 70 chilometri a ovest di Tripoli. Avvistato mentre flottava a poca distanza dalla spiaggia di Al Hawatah, è stato segnalato da abitanti del posto alla polizia e recuperato dalla Mezzaluna Rossa, che lo ha trasferito nell’obitorio dell’ospedale in attesa delle procedure di legge per l’inumazione. Era in avanzato stato di degrado e non sono stati trovati elementi per stabilirne né l’identità né la provenienza.

(Fonte: Migrant Rescue Watch) 

Marocco-Spagna (Kariat Arkmane), 3 aprile 2022

Il mare ha gettato sulla spiaggia di Kariat Arkmane, poco più di 20 chilometri a sud est di Nador, il cadavere di un migrante in avanzato stato di decomposizione. Recuperato da una squadra della Protezione Civile, è stato trasferito nell’obitorio dell’ospedale Hassani di Nador, a disposizione della Procura per le indagini, prima dell’inumazione. Non si è riusciti a stabilirne né l’identità né la provenienza, ma la polizia non ha dubbi che si tratti di  un migrante annegato nel tentativo di arrivare in Spagna. Nella stessa zona il 22 marzo è stato trovato il cadavere di un altro migrante e si ipotizza che questi due corpi senza vita possano essere la spia di un naufragio rimasto sconosciuto.

(Fonte: Nadorcity.com)

Libia-Italia (Al Mutrad, Zawiya), 3 aprile 2022

I cadaveri di due migranti sconosciuti sono stati recuperati dalla Mezzaluna Rossa, su segnalazione della polizia, sulla battigia del litorale di Al Mutrad, circa 20 chilometri a ovest di Zawiya. La Procura li ha fatti trasferire presso l’obitorio dell’ospedale di Zawiya per il completamento delle indagini prima dell’inumazione. Non sono stati trovati elementi per stabilirne la provenienza. Poche ore prima nella stessa zona ma all’altezza di Sorman, 8 chilometri più a ovest, era stato trovato un altro cadavere. E’ verosimile che provengano tutti dallo stesso naufragio.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Marocco (Asilah), 3 aprile 2022

Un giovane migrante camerunense, Jean Bihina, è morto sull’autostrada vicino ad Asilah, una città portuale sull’Atlantico, circa 45 chilometri a sud di Tangeri. La vicenda risale all’inizio di marzo ma se ne è avuta notizia solo il 3 aprile da un rapporto pubblicato da Helena Maleno, della Ong Caminando Fronteras, sulla situazione dei migranti in Marocco, specie dopo i nuovi accordi con la Spagna. La fine di Jean Bihina, riferisce Helena Maleno, è avvenuta in circostanze mai chiarite, lontano dalla casa di Tangeri dove abitava provvisoriamente. D’altra parte Asilah è uno dei più frequentati punti di partenza per le barche dei migranti che puntano verso Cadice attraverso l’Atlantico. E’ questo il contesto in cui il giovane è morto? Le indagini non hanno portato ad alcun risultato. A un mese di distanza da quando è stato trovato, il corpo era custodito presso l’obitorio, a disposizione della Procura, anche se la famiglia ne ha chiesto il rimpatrio nel più breve tempo possibile

(Fonte: sito web Helena Maleno Caminando Fronteras) 

Grecia (Kilkis, Macedonia), 5 aprile 2022

Un profugo pachistano è stato travolto e ucciso da un treno nei pressi di Kilkis, nella provincia di Macedonia, circa 48 chilometri a nord di Salonicco e 30 dalla frontiera con la Macedonia del Nord. Due suoi compagni sono rimasti gravemente feriti. I tre sono entrati in Grecia probabilmente dalla frontiera con la Turchia. Intorno alle 11 del mattino stavano camminando insieme lungo i binari quando, dalla direzione di Salonicco verso Idomeni, una delle frazioni di Kilkis, è sopraggiunto un treno di cui devono essersi accorti solo all’ultimo istante. Sta di fatto che tutti e tre non hanno fatto in tempo a scansarsi e ne sono stati investiti. L’allarme è stato dato dallo stesso macchinista, che ha fermato il convoglio. Quando sono arrivati i soccorsi, uno dei tre era ormai morto. Gli altri due sono stati ricoverati a Kilkis.

(Fonte: Ekathimerini, Ana Mpa)  

Croazia-Slovenia (Vrbovsko, rotta balcanica), 5 aprile 2022

Tre migranti africani annegati e 2 dispersi nel fiume Kupa (Kolpa) che segna da secoli il confine naturale tra la Croazia e la Slovenia. Secondo le prime notizie le vittime sarebbero state soltanto 2, entrambi ragazzi congolesi. La tragedia ha assunto le sue dimensioni reali, con 5 vittime, nei giorni successivi, quando lungo l’alveo è stato trovato un altro cadavere. I cinque migranti, tutti provenienti dall’Africa Occidentale, facevano parte di un gruppo di 25 che da Velika Kladusa, nella Bosnia nord-occidentale (cantone di Una Sana) aveva percorso tutta la rotta balcanica, risalendo la penisola fino alla piccola città di Vrbovsko, nell’area montana di Gorski Kotar (contea di Fiume), dove il Kupa, superato il villaggio sloveno di Metlika, si lascia alle spalle la linea di frontiera addentrandosi in territorio croato e proseguendo poi verso est. Secondo le notizie raccolte dal quotidiano Triesteprima, nei pressi del fiume la schiera di migranti è stata intercettata da una pattuglia della polizia. Alcuni di loro sono riuisciti a scappare, giungendo poi a Trieste. Altri sono stati fermati e condotti nel centro accoglienza di Zagabria. Cinque, nella concitazione della fuga, sono caduti nel fiume e i compagni li hanno visti trascinare via dallla corrente. I primi due corpi sono stati trovati alcune ore più tardi a valle di Vebovsko, sulla sponda croata, e recuperati da una squadradi pompieri. Il 17 aprile un abitante della zona di Vrbosko ha trovato sulla sponda del Kupa un altro cadavere, recuperato poi dai vigili del fuoco e trasferito a Fiume per l’autopsia. “Tre delle vittime erano miei compagni di stanza”, ha riferito a Triesteprima un ragazzo ospite del campo profughi di Bihac, in Bosnia.

(Fonte: Il Piccolo del 6 aprlie; Triesteprima del 21 aprile)

Turchia-Grecia (frontiera dell’Evros), 9 aprile 2022

Un giovane migrante marocchino è annegato nel tentativo di attraversare il confine tra la Turchia e la Grecia, verso la foce dell’Evros, per arrivare in Europa. Si chiamava Muhammad Holeish e veniva da Zeghanghane, una città di 20 mila abitanti nella provincia di Nador, da cui dista meno di 10 chilometri. La notizia è stata riferita dal quotidiano Nadorcity il 9 aprile, quando la salma è stata rimpatriata per consegnarla alla famiglia, ma la morte, a quanto pare, risale ad almeno due settimane prima. Scarsissimi i particolari sulla tragedia: secondo quanto ha potuto ricostruire la redazione, si sa solo che il ragazzo, dopo essere arrivato direttamente in Turchia dal Marocco, ha raggiunto la fascia di confine con la Grecia e poi ha cercato di passare il fiume a nuoto, ma la corrente di una grossa onda di piena lo avrebbe travolto, trascinandolo più a valle e restituendone il corpo sulla sponda turca, dove è stato recuperato.

(Fonte: Nadorcity.com)

Marocco-Spagna (Beliones-Andalusia), 9 aprile 2022

Dispersi 4 migranti marocchini salpati con una piccola barca sulla rotta per la Spagna. Tutti originari di Belliones, un villaggio vicino al confine con l’enclave spagnola di Ceuta, i quattro giovani risulta che abbiano preso il mare all’alba del 4 aprile dalla zona di Benzù, nonostante si stesse per scatenare una forte burrasca di levante. Da quel momento nessuno li ha più visti. L’allarme è stato lanciato sabato 9 aprile, cinque giorni dopo la partenza, dai genitori di uno dei quattro (Mohamad Marso Nhar, di 28 anni) che hanno diffuso un appello di ricerca attraverso la redazione del Faro de Ceuta. Secondo quanto è stato riferito ai cronisti, l’ultimo contatto si è avuto quando la barca era ormai vicina alla costa spagnola ma in condizioni disperate a causa del mare molto mosso. E’ stato proprio Mohamad a chiamare la famiglia per dire che due suoi compagni erano caduti in acqua e li aveva subito persi di vista mentre lui e l’altro compagno erano ancora a bordo ma in una situazione critica. Da quel momento silenzio assoluto. I genitori hanno tentato più volte di ricontattare Mohamad, ma il suo  telefono non risultava più operativo. Nulla anche dagli altri tre harraga. Prima di rivolgersi al Faro i familiari hanno chiesto informazioni alle autorità ma non risulta che quella barca sia stata soccorsa.

(Fonte: El Faro de Ceuta)  

Libia-Italia (Mediterraneo centrale), 9 aprile 2022

Almeno 19 migranti subsahariani morti nel naufragio di un gommone al largo della Libia sulla rotta per Lampedusa. A bordo del natante, salpato il giorno prima dalla costa africana, c’erano 53 persone. La tragedia è avvenuta nella zona Sar libica ma in acque internazionali. I primi soccorsi sono arrivati dalla nave della Ong Sea Watch 3 che, reduce da altri tre interventi di salvataggio, si trovava ad alcune miglia di distanza dal luogo della tragedia. “Dopo aver ricevuto un May Day – ha riferito la Ong – siamo arrivati sulla scena dove il gommone stava affondando e decine di persone erano già in acqua. Sul posto c’era anche la cosiddetta Guardia Costiera libica, ma la situazione era estremamente caotica”. I mezzi di intervento rapido della Sea Watch 3 sono riusciti a trarre in salvo 34 naufraghi. I superstiti hanno riferito che a bordo erano in 53 e di aver visto annegare parenti e compagni. Non risulta che altri naufraghi siano stati soccorsi dalla Guardia Costiera libica, la quale ha invece precisato di aver recuperato 3 corpi senza vita, trasferiti dopo lo sbarco nell’obitorio di Al Maya. Le vittime risultano dunque almeno 19. Dopo questo intervento la Sea Watch ha compiuto una nuova operazione di soccorso, la quinta, prendendo a bordo altre 87 persone, per un totale di oltre 200.

(Fonte: Sea Watch 3, Rai News, Tg Rai 1 ore 13,30, Il Fatto Quotidiano, Migrant Rescue Watch) 

Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 9 aprile 2022

Almeno 24 vittime (13 migranti morti e 11 dispersi, tutti di origine subsahariana) in due naufragi al largo della Tunisia, sulla rotta per Lampedusa. I dati sono incerti e le circostanze delle due tragedie poco chiare perché le autorità tunisine non hanno fornito informazioni. Entrambe le barche sono partite dalla costa di Sfax. La prima – che, stando a quanto ha appurato la stampa locale, aveva a bordo una trentina di persone – si è capovolta e inabissata al largo di Al Amra, poco più di 30 chilometri a nord est di Sfax. La zona corrisponde a quella della barca in difficoltà segnalata da Alarm Phone nelle prime ore del mattino di sabato 9 aprile poco a nord delle isole Kerkennah. I soccorritori hanno trovato 20 naufraghi ancora in vita e recuperato 4 cadaveri. Nessuna traccia degli altri 6 migranti. Poche ore dopo si è avuta notizia dell’altra tragedia. Sulla seconda barca c’erano presumibilmente non meno di 33 persone. I superstiti risultano solo 19 mentre sono state recuperate 9 salme e i dispersi risultano almeno 5 (ma secondo alcune fonti addirittura 10).

(Fonte: Alarm Phone, Radio Diwanfm.net, Radio Mosaiquefm.net, Trt News Fanpage)  

Marocco-Spagna (Dakhla-Canarie), 10 aprile 2022

Due migranti maghrebini si sono suicidati abbandonando la loro barca alla deriva ormai da giorni e lasciandosi andare in mare, in pieno Atlantico. Lo hanno riferito i 18 compagni che oltre 24 ore dopo sono stati soccorsi da una motovedetta del Salvamento Maritimo spagnolo e condotti a Gran Canaria. Secondo quanto ha segnalato la Ong Caminando Fronteras, il gruppo (con una donna e un ragazzo minorenne) era partito il 2 aprile da Dakhla, nel Sahara occidentale, puntando verso le Canarie. Durante la navigazione il motore è andato in avaria e la barca si è persa alla deriva per giorni, finché domenica 10 aprile è stata avvistata 83 chilomettri a sud di Gran Canaria dall’aereo da ricognizione Sasemar 103, mobilitato dalla centrale di soccorso di Las Palmas. Nelle ore successive ha raggiunto e tratto in salvo i naufraghi la guardamar Caliope, sbarcandoli poi nel porto di Arguineguin. Quasi tutti erano allo stremo e per qualcuno si è reso necessario un ricovero. Il giorno dopo, ascoltati dalla polizia, i superstiti hanno raccontato dei due compagni che, presi dalla disperazione dopo oltre una settimana alla deriva, senza più acqua né cibo, hanno preferito calarsi in acqua e sono scomparsi in breve alla vista.

(Fonte: La Provincia, Agenzia Efe, Europa Press Canarias)

Turchia (Adilcevaz, distretto di Bitlis), 11 aprile 2022

Quattro giovani afghani sono morti su un pulmino carico di migranti finito fuori strada nella Turchia orientale. Feriti altri 22, oltre all’autista. L’automezzo era stracarico: abilitato per il trasporto di 12 persone, ne aveva a bordo 26, più del doppio. Proveniente dal confine con l’Iran, viaggiava a forte velocità verso ovest, lungo la strada nazionale che costeggia la riva settentrionale del lago Van. Nei pressi di Adicevaz, una città del distretto che fa capo a Bitlis (distante una quarantina di chilometri verso sud ovest), è incappato in un posto di blocco della polizia. L’autista, anziché fermarsi all’alt, ha accelerato, cercando di dileguarsi, ma ha perso il controllo della guida e il furgone è finito fuori strada, schiantandosi contro un terrapieno e rovesciandosi. Per quattro dei 26 migranti non c’è sttao scampo. Gli altri sono stati ricoverati negli ospedali della zona, alcuni in gravi condizioni.

(Fonte: Daily Sabah)

Libia-Italia (Zawiya-Lampedusa), 11 aprile 2022

Venti vittime (4 cadaveri recuperati e 16 migranti dispersi) in un naufragio al largo di Sorman, meno di 20 chilometri a ovest di Zawiya e una settantina da Tripoli. Le autorità libiche non hanno fornito notizie sulle circostanze della tragedia. Le uniche informazioni disponibili vengono dall’ufficio Oim di Tripoli, che ha segnalato il naufragio nella serata di lunedì 11. Si sa soltanto che si tratta di una barca di legno con a bordo oltre 20 persone salpata prima dell’alba, dalla costa di Zawiya, sulla rotta per Lampedusa. Poche miglia e il natante si è rovesciato, probabilmente a causa del mare mosso, e per i migranti a bordo non c’è stato scampo. Quando i primi soccorritori sono arrivati hanno trovato soltanto due naufraghi ancora in vita. Le ricerche successive hanno consentito di recuperare prima 2 e poi altri 2 cadaveri. Nessuna traccia degli altri migranti. Il primo rapporto dell’Oim, lunedì 11 aprile, ha riferito di 18 vittime: 4 cadaveri e 14 migranti dispersi. Nella relazione settimanale pubblicata lunedì 18 aprile, si è precisato che le vittime sono 20, di cui 16 dispersi e 4 corpi recuperati.

(Fonte: Ufficio Oim Libya, Alarm Phone, Ong Seebrucke Frankfurt, La Stampa)

Libia-Italia (Al Mutrad, Zawiya), 11-12 aprile 2022

Su segnalazione di alcuni abitanti del posto, personale della Mezzaluna Rossa ha recuperato il cadavere di un migrante avvistato mentre flottava in mare a poca distanza dalla spiaggia di Al Mutrad, meno di 8 chilometri a ovest di Zawiya e oltre 60 da Tripoli. Non si è stati in grado né di identificarlo né di risalire alle circostanze della morte. Dopo i primi accertamneti della polizia, la salma è stata trasferita all’obitorio del Teaching Hospital di Zawiya in attesa del completamento delle procedure per l’inumazione.

(Fonte: Migrant Rescue Watch, rapporto Oim Libia del 18 aprile)

Libia-Italia (Tajoura), 12 aprile 2022

Il cadavere di un migrante è affiorato in mare, a pochi metri dalla riva, nella zona di Al Salisila, una delle spiagge di Tajoura, circa 35 chilometri a est di Tripoli. Segnalato da alcuni abitanti del posto, è stato recuperato da personale della Guardia Costiera, che lo ha trasferito nell’obitorio di Tajoura a disposizione del locale dipartiment di polizia per le indagini, prima di procedere all’inumazione. Non sono stati trovati elementi per stabilirne l’identità né la provenienza.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Libia-Italia (Sabratha-Lampedusa), 15 aprile 2022

Trentacinque vittime (6 corpi recuperati e 29 migranti dispersi) in un naufragio al largo di Sabratha, uno dei punti di imbarco principali per i migranti che dalla Libia puntano verso Lampedusa. La tragedia è avvenuta venerdì 15, ma se ne è avuta notizia solo nel pomeriggio di sabato 16 sulla base di un rapporto pubblicato dall’ufficio Oim di Tripoli, rompendo il silenzio totale di oltre 24 ore osservato dalle autorità libiche. Scarse le informazioni sulle circostanze precise del naufagio. Sembra scontato che la barca, uno scafo in legno, sia partita prima dell’alba dalla costa di Sabratha, circa 80 chilometri a ovest di Tripoli e un centinaio a est della linea di confine con la Tunisia. Poche miglia di navigazione e poi si è rovesciata, andando a fondo. Quando sul posto sono arrivati i primi soccorritori nessuno dei naufraghi era più  in vita. Sei corpi sono stati recuperati. Nessuna traccia degli altri 29.

(Fonte: rapporto Iom Libya ore 14,08; Associated Press)

Turchia-Grecia (Soufli, frontiera dell’Evros), 16 aprile 2022

Una giovane migrante africana, quasi certamente eritrea, è stata uccisa da un colpo di arma da fuoco mentre su un piccolo canotto pneumatico tentava di arrivare in Grecia dalla Turchia, con una decina di compagni, attraverso il fiume Evros. Non sono chiare le circostanze della tragedia. Secondo la polizia greca il battello è partito dalla sponda turca sabato sera, quando era già buio da tempo. A bordo c’erano almeno 11 persone. Una pattuglia della guardia di frontiera lo avrebbe avvistato all’altezza di Soufli (60 chilomettri a nord est di Alessandropoli) mentre era a meno di 70 metri dalla riva e, illuminandolo con delle torce elettriche, avrebbe intimato di tornare indietro. A quel punto dal versante turco sarebbero stati esplosi dei colpi di arma da fuoco ai quali i gendarmi avrebbero risposto sparando in aria e reiterando ai profughi l’ordine di rientrare. Alcuni dei migranti si sono gettati in acqua mentre il battello sarebbe sparito nel buio. Poco dopo 4 profughi (tre giovani pachistani e una ragazza eritrea) hanno raggiunto a nuoto la sponda greca e sono stati fermati dai gendarmi, i quali poi, ispezionando l’alveo del fiume, hanno visto galleggiare poco distante il corpo di un’altra ragazza che, riportata a riva, è risultata colpita e uccisa da un proiettile. Secondo il medico legale che ha eseguito l’autopsia nell’ospedale di Alessandropoli, la giovane sarebbe stata raggiunta alla schiena da un proiettile di piccolo calibro. La polizia greca ha riferito che gli agenti non usano armi del calibro di quel proiettile e attribuisocno l’uccisione della ragazza ai colpi esplosi dalla sponda turca quando la barca è stata scoperta. Sempre la polizia esclude che gli altri 6 che erano a bordo siano sbarcati in Grecia.

(Fonte: Associated Press, Ana Mpa, Ekathimerini)

Croazia (fiume Mreznica, rotta Balcanica), 16 aprile 2022

I cadaveri di due migranti africani sono affiorati nell’alveo del fiume Mreznica, in Slovenia, nella regione di Karlovac, sulla direttrice che dalla Bosnia punta sul valico di Monte Nevoso da cui partono le strade che conducono verso Opicina e Trieste o verso Gorizia. Segnalati da alcuni abitanti del posto, sono stati recuperati dalla polizia. Secondo quanto ha potuto appurare il quotidiano Triesteprima, apparterrebbero a un ragazzo proveniente dal Gambia e a uno originario del Mali. Non sono state chiarite le circostanze della morte, ma non ci sono dubbi che si tratti di migranti che, risalendo la via Balcanica verso la Slovenia, intendevano arrivare in Italia o in uno dei paesi del Nord Europa ma sono annegati nelle acque gelide e impetuose del fiume nel tentativo di attraversarlo, forse su un natante di fortuna o forse addirittura a nuoto.

(Fonte: Triesteprima)  

Libia-Italia (Sabratha-Lampedusa), 16-18 aprile 2022

I cadaveri di 6 migranti sono affiorati lungo la costa di Sabratha, a ovest di Tripoli, nell’arco di sei giorni, fino al 16 aprile. Lo ha riferito l’Oim Libia nel contesto del rapporto settimanale pubblicato lunedì 18 aprile. Tre sono stati recuperati lunedì 11 aprile e non sono dunque in alcun modo ricollegabili al naufragio avvenuto alcune decine di miglia al largo di Sabratha quattro giorni dopo, il 15 aprile, nel quale si registrano 29 dispersi. La scoperta degli altri 3 risale al 16 aprile, l’indomani del naufragio in questione, ma il rapporto Oim del 18 mantiene distinti i due episodi. Resta ignota, dunque, la provenienza delle sei vittime, anche se non ci sono dubbi che si tratti di migranti morti nel tentativo di arrivare dalla Libia a Lampedusa. Nulla anche sulla identità delle sei vittime.

(Fonte: Rapporto Oim Libya del 18 aprile)  

Turchia-Grecia (Koila, frontiera dell’Evros), 18 aprile 2022

Un profugo sui vent’anni è morto in Grecia nel piccolo villaggio di Koila, nella Macedonia orientale, a meno di 15 chilometri dalla linea di frontiera dell’Evros e circa 35 a nord est di Alessandropoli. Non si è riusciti a stabilirne l’identità né il paese d’origine. Il suo corpo senza vita è stato trovato nelle primissime ore del mattino davanti alla chiesa. Accanto c’era uno zaino e gli abiti erano inzuppati, come se avesse da poco attraversato a nuoto o con mezzi di fortuna il fiume che segna il confine tra Turchia e Grecia. Di sicuro si era messo in cammino per allontanarsi dalla fascia di frontiera dove la sorveglianza della polizia è sempre più capillare. Koila è il primo villaggio che ha incontrato, probabilmente in piena notte e forse non a caso perché, come riferiscono i giornali locali, gli abitanti cercano di aiutare i migranti e spesso lasciano sui davanzali delle finestre noci e olive in modo che i profughi di passaggio possano nutrirsi e rimettersi in forze. Quel ragazzo doveva però essere allo stremo e non ha avuto il tempo nemmeno di chiedere aiuto: secondo gli esami medici è morto di ipotermia e sfinimento.

(Fonte: rapporto Ong Are You Syrious, sito web di Franziska Grillmeie) 

Libia-Italia (Sabratha), 19 aprile 2022

Il cadavere di un migrante è affiorato sul litorale di Sabratha, a ovest di Tripoli. Ne ha dato notizia il rapporto settimanale dell’ufficio Oim libico pubblicato il 25 asprile. Recuperato dalla Mezzaluna Rossa e trasferito all’obitorio dell’ospedale locale, non sono emersi elementi utili per poterlo identificare e stabilirne la provenienza. Alcuni giorni prima, tra il 10 e il 16 aprile, nello stesso tratto di costa sono stati recuperati altri sei cadaveri di migranti sconosciuti.

(Fonte: Rapporto Oim Libya del 25 aprile 2022)

Tunisia Italia (Sfax-Lampedusa), 23 aprile 2022

Ventidue vittime (17 cadaveri recuperati e 5 migranti dispersi) in un naufragio al largo delle coste tunisine. La barca, uno scafo in legno, era partita dalla costa di Sfax, sulla rotta per Lampedusa. A bordo c’erano 120 persone, tutte di origine subsahariana. La tragedia è avvenuta circa 100 chilometri più a nord, nelle acque a nord est di Madhia. Le autorità di Tunisi non hanno fornito particolari sulle circostanze. Si sa solo con certezza che il natante si è rovesciato, forse a causa del mare mosso e insieme del sovraccarico che ne ha reso instabile la tenuta. I soccorritori hanno recuperato 98 naufraghi e, nelle prime ore della sera, 12 corpi senza vita. L’indomani mattina, domenica 24 aprile, la Guardia Costiera ha trovato altri 5 cadaveri mentre risultano dispersi gi ultimi 5 naufraghi. Il bilancio finale delle vittime e dei naufraghi tratti in salvo è stato comunicato da Murad al Turki, portavoce della Procura di Sfax, che ha aperto un’inchiesta per individuare gli organizzatori della “spedizione”. I superstiti verranno epsulsi dalla Tunisia.

(Fonte: Agenzie Reuters e Associated Press, Al Jazeera, Radio Diwan.fm Tunisi, Alarm Phone, La Stampa) 

Libano-Cipro (Qalamoun), 23-24 aprile 2022 

Nove migranti morti e non meno di 18 dispersi in un controverso naufragio al largo del Libano, sulla rotta per Cipro. Nelle ore successive alla tragedia è rimasto incerto il numero delle persone a bordo e, di conseguenza, dei dispersi. Secondo le prime notizie ufficiali, basate anche su quanto riferito inizialmente dalla Croce Rossa, si parlava di più di 60 migranti, tra siriani e libanesi. Fonti ricollegabili alle autorità di governo e a quelle militari, consultate da vari organi di stampa, hanno poi precisato che in realtà erano non meno di 75. Sicuramente più di 70. Tenendo conto che i superstiti sono 48, le vittime, tra dispersi e cadaveri recuperati, risultano dunque 27. La barca è partita nella giornata di sabato 23 aprile da Qalamoun, una città portuale del nord del paese, meno di 7 chilometri a sud est di Tripoli. Puntava verso la costa cipriota sud orientale, ma ha fatto solo poche miglia. Era ancora nelle acque libanesi quando è stata raggiunta da due unità della Marina che hanno manovrato per costringerla ad invertire rotta e a rientrare. La tragedia si è svolta in questo frangente. Le autorità libanesi, in una conferenza stampa tenuta domenica 24, hanno riferito che il naufragio sarebbe stato provocato da due fattori: le condizioni stesse del natante, un vecchio scafo lungo 10 metri, costruito nel 1974 e abilitato per un massimo di 6 persone mentre a bordo ce n’erano almeno dieci volte di più; e poi, la manovra dello skipper che, tentando di sottrarsi al blocco, sarebbe entrato in collisione con una delle due navi. “L’impatto – ha dichiarato Haissan Dannaoui, il capo delle forze navali del Libano – ha provocato una grossa falla nel natante dei migranti, che è affondato in meno di 5 secondi”. Uno dei superstiti, tuttavia, ha subito insistito che la nave militare avrebbe speronato addirittura due volte la barca per costringerla a invertire la rotta. Questa versione è stata sostenuta poi anche da altri superstiti. Sta di fatto che il naufragio è stato rapidissimo. I primi soccorsi sono arrivati dagli equipaggi delle due unità, che la sera di sabato 23 aprile hanno recuperato 48 naufraghi e il corpo senza vita di una ragazza. Altri 8 cadaveri (tra cui un bambino) sono stati trovati domenica, quando le ricerche sono riprese, alle prime luci dell’alba. Senza esito le operazioni di ricerca successive, sia in mare che lungo la costa. Numersi familiari delle vittime hanno organizzato manifestazioni per chiedere di indagare a fondo sul naufragio. Domenica 24 il funerale di una delle vittime è sfociato in una protesta culminata in una serie di scontri con la polizia.

(Fonte: Arab Weekly, Al Jazeera edizioni 24 e 25 aprile, Orient Today. National News Agency leb.gov. Daily Sabah, Associated Press, Anadolu Agency, Alarm Phone)

Algeria-Spagna (Cap Carbone), 24 aprile 2022

Il cadavere di un migrante è stato trascinato dal mare su una scogliera accanto alla spiaggia di Cap Carbone, nel comune di Arwew, in Algeria. Era in avanzato stato di degrado, a dimostrazione che è rimasto a lungo in acqua, e non si è riusciti a identificarlo: l’unica cosa certa, secondo il medico legale, è che si tratta dei resti di un giovane di poco più di vent’anni. Nulla sulle circostanze della morte, ma non sembrano esserci dubbi che sia la vittima del naufragio di una barca di harraga algerini. Da questo tratto di costa le “spedizioni”  puntano in genere verso l’arcipelago delle Baleari.

(Fonte: Le Quotidien d’Oran)   

Libia-Italia (Zawiya), 24 aprile 2022

Il cadavere di un migrante è stato trovato sul litorale di Zawiya, meno di 50 chilometri a ovest di Tripoli. Ne ha dato notizia il rapporto settimanale dell’ufficio Oim Libia pubblicato il 4 maggio ma relativo alla settimana fra il 24 e il 30 aprile. Recuperato dalla Mezzaluna Rossa, il corpo, in avanzato stato di degrado, è stato trasferito all’obitorio dell’ospedale. Non sono stati trovati elementi utili per risalire all’identità o almeno alla provenienza della vittima.

(Fonte: Rapporto Oim Libia del 4 maggio).

Libia-Italia (Mediterraneo centrale), 24-25 aprile 2022

Dodici dispersi, prima dell’arrivo dei soccorsi, su un gommone sovraffollato di migranti al largo della Libia. Il natante era partito dalla costa a ovest di Tripoli, puntando verso Lampedusa. A bordo c’erano 106 persone di origine subsahariana. Rimasto alla deriva e in condizioni critiche a causa dello stesso sovraccarico, è stato intercettato in acque internazionali, dopo circa due giorni, dalla Ocean Viking, la nave umanitaria della Ong Sos Mediterranee, che ha avviato immediatamente le operazioni di recupero. L’intervento era in pieno svolgimento quando sul posto è arrivata una motovedetta libica, scatenando il panico tra i migranti, nel timore di essere costretti a rientrare in Libia. La Viking ha tuttavia continuato le operazioni, prendendo a bordo 94 persone. E’ a questo punto che è emersa la tragedia: alcun dei naufraghi hanno subito riferito che nella notte precedente 15 loro compagni erano caduti in mare e soltanto tre avevano avuto la forza di raggiungere di nuovo e risalire sul gommone. Gli altri 12 si sono persi nel buio. Nelle ore successive, su insistenza in particolare di alcuni familiari dei dispersi, sono continuate le ricerche, ma senza alcun esito. Alcuni dei parenti delle 12 vittime, quando si sono resi conto che non c’era ormai più nulla da fare, sono caduti in un trauma emotivo che ha richiesto l’assistenza dei medici di bordo della Viking. Tra i 94 superstiti ci sono 2 donne, 47 minori non accompagnati e un bambino di un anno.

(Fonte: Sos Mediterranee, Avvenire) 

Marocco-Spagna (Cabo Bojador – Canarie), 25-26 aprile 2022

Venticinque vittime (un cadavere recuperato e 24 migranti dispersi) in un naufragio nell’Atlantico sulla rotta delle Canarie. La barca, uno scafo in legno, era partita dalla costa a sud di Cabo Bojador, nel Sahara Occidentale, almeno un paio di giorni prima della tragedia. A bordo erano in 61, tutti subsahariani, tra cui 23 donne e 8 bambini. Durante la navigazione hanno perso la rotta e sono rimasti alla deriva, spinti sempre più verso sud. L’allarme è stato lanciato da Helena Maleno, della Ong Caminando Fronteras, fornendo anche un numero di telefono per i contatti e l’ultima posizione Gps. Un aereo da ricognizione partito da Gran Canaria, il Sasemar 103, ha poi avvistato la barca circa 245 chilometri a sud dell’arcipelago, informandone la guardamar Caliope, salpata nel frattempo da Gran Canaria e che, dirigendosi verso la zona di mare dell’emergenza, ha incrociato e soccorso altri due natanti in difficoltà, con a bordo complessivameente 80 persone. Il primo ad arrivare, sempre su indicazione della centrale del Salvamento Maritimo, è stato un cargo, il Mayouri, che ha monitorato la situazione, affiancando a distanza la barca, in attesa dell’arrivo della Caliope. La tragedia si è consumata in questo frangente: la barca si è rovesciata quando la Caliope era ancora distante per poter intervenire: una volta sul posto ha tratto in salvo 36 naufraghi (24 uomini, 11 donne e 1 bambino) e recuperato il corpo ormai senza vita di una donna. Nessuna traccia degli altri 24 naufraghi: 7 bambini, 11 donne,  6 uomini. Senza esito anche le ricerche condotte nella zona da un elicottero del Salvamento Maritimo spagnolo. Tutti i naufaghi sono stati sbarcati a Gran Canaria martedì 26 aprile, nel porto di Arguineguin. Una decina sono stati ricoverati nell’ospedale dell’isola.

(Fonte: El Diario, La Provincia, Canarias 7, Helena Maleno Ong Caminando Fronteras, Europa Press Canarias)

Marocco-Spagna (Tarfaya-Canarie), 26-27 aprile 2022

Sei scomparsi nell’Atlantico da un gommone con oltre 50 migranti subsahariani sulla rotta per le Canarie. Il battello, uno Zodiac, è partito presumibilmente prima dell’alba di martedì 26 dalla costa di Tarfaya, il tratto più breve dal Marocco a Lanzarote: meno di 100 miglia di distanza. Durante la navigazione il motore è andato in avaria e uno dei tubolari ha cominciato a sgonfiarsi, mentre le condiizoni meteo andavano peggiorando rapidamente. Da bordo hanno lanciato una richiesta di aiuto che, raccolta nelle prime ore del mattino dalla Ong Caminando Fronteras e subito dopo da Alarm Phone e dalla Ong spagnola di Clemente Martin con base a Malaga, è stata subito girata alle autorità sia spagnole che marocchine. Sono state queste ultime ad assumersi la responsabilità delle operazioni di soccorso ma lo Zodiac è rimasto alla deriva per l’intera giornata di martedì e la notte successiva. Solo nel primo pomeriggio di mercoledì 27 si è saputo che, a quasi due giorni dalla partenza, era rientrato in Marocco, non è chiaro se con l’aiuto della Marina imperiale. A segnalare che 6 dei migranti a bordo sono scomparsi dopo essere caduti in mare è stata la Ong Caminando Fronteras, con Helena Maleno, che è rimasta per tutto il tempo in contatto con i familiari di alcuni dei migranti e almeno in parte anche direttamente con qualcuno dei naufraghi. Nessuna notizia dalle autorità marocchine.

(Fonte: Helena Maleno Caminando Fronteras, Alarm Phone, Ong Clemente Martin, El Diario, Heroes del Mar) 

Croazia (fiume Mreznica, rotta balcanica), 27 aprile 2022

Un giovanissimo migrante proveniente dalla Sierra Leone, Mamadou, appena quindicenne, è annegato nel tentativo di attraversare il fiume Mreznica, in Croazia, lungo l’itinerario della rotta balcanica che conduce verso l’Italia o l’Austria. E’ accaduto intorno alla metà di aprile ma la vicenda è venuta alla luce solo circa due settimane dopo quando, ricostruita dalla Ong austriaca Sos Balkanroute, è stata pubblicata da Alarm Phone Sahara mercoledì 27. Arrivato nella Penisola Balcanica, Mamadou ha tentato più volte di entrare nell’Unione Europea, spostandosi tra Serbia e Bosnia. Le ultime settimane le ha trascorse a Tuzla, in Bosnia, dove è stato assistito da alcuni volontari. E proprio a Tuzla, probabilmente, si è unito a un gruppo di ragazzi per cercare di nuovo di raggiungere un paese Ue.  Con loro è arrivato nella regione di Karlovak, dove ha provato ad attraversare il Mreznica per proseguire verso nord, ma è stato travolto dalla corrente gelida, sparendo in pochi minuti alla vista. I compagni si sono rivolti alla polizia per chiedere aiuto ma non ne è stato recuperato nemmeno il corpo. Le ricerche hanno invece portato al ritrovamento, il 16 aprile, dei corpi di altri due migranti, un maliano e un gambiano (nota del 16 aprile) annegati a loro volta nel Mreznica nel tentativo di continuare il cammino sulla direttrice di Monte Nevoso.

(Fonte: Alarm Phone Sahara, Sos Balkanroute)

Libia-Italia (Zawiya-Lampedusa), 28 aprile

Un giovane subsahariano è annegato durante il blocco in mare del gommone su cui si era imbarcato per cercare di raggiungere l’Italia. Il battello era partito dal litorale di Zawiya, a ovest di Tripoli, puntando verso Lampedusa. Era ancora nelle acque libiche quando è stato intercettato e bloccato dal guardacoste Zawiya. Secondo il rapporto della Guardia Costiera libica, alla vista dell’unità militare, gli stessi migranti a bordo, oltre 160, avrebbero danneggiato le camere stagne, provocando il naufragio del canotto. Molti sarebbero subito caduti in acqua e, nella confusione che ne è seguita, uno sarebbe annegato prima di poter essere raggiunto. Per il recupero dei naufraghi è poi intervenuto anche il rimorchiatore Zawiya 4. Tutti i superstiti sono stati sbarcati al Refinery Point di Zawiya e trasferiti in un centro di detenzione del Dipartimento per l’Immigrazione.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)   

Marocco-Spagna (Melilla), 30 aprile 2022

Il cadavere di un migrante è stato trascinato dal mare sulla spiaggia adiacente a Dique Sur, la diga foranea meridionale del porto di Melilla. Scoperto prima delle 6,30, mentre flottava a pochi metri dalla riva, da una pattuglia della polizia di frontiera della Guardia Civil, è stato recuperato da alcuni sommozzatori del Geas e trasferito verso le 8 presso l’obitorio dell’ospedale Comarcal, a disposizione della Procura per le indagini. Secondo l’esame medico, è un uono giovane, poco più che ventenne, di orgine maghrebina. Non ci sono dubbi, a quanto afferma la polizia, che deve trattarsi di un migrante annegato nel tentativo di raggiungere Melilla a nuoto dalla spiaggia di Beni Ansar, il centro abitato marocchino più vicino al confine dell’enclave spagnola.

(Fonte: El Faro de Melilla, Associatin Marocain Droits Humais, Ong Migrants Morts et Disparus au Maroc).

Marocco-Spagna (El Yadida – Ceuta), 3 maggio 2022

Risulta disperso nel tentativo di raggiungere la Spagna un marocchino di 36 anni, Souhad Al Ayachi, originario di El Yadida, una città sulla costa atlantica del Marocco, 105 chilometri a sud ovest di Casablanca e più di 500 da Ceuta. La sua storia è stata ricostruita dai familiari, che si sono rivolti alla redazione del quotidiano El Faro di Ceuta, per lanciare un appello di ricerca, il 3 maggio, a quasi un mese dalla scomparsa. L’ultimo contatto con Souhad risale al 6 aprile quando – come ha saputo la moglie attraverso una serie di conoscenze – risulta che abbia superato al valico del Tarajal la frontiera con l’enclave spagnola, con l’intenzione di attraversare lo Stretto per proseguire verso la Penisola Iberica, dove sperava di trovare lavoro. Da allora più nulla: il numero di telefono con cui venivano mantenuti i contatti con la famiglia risulta fuori servizio e le ricerche condotte presso parenti e amici non hanno dato esito. Da qui la decisione della moglie e di altri familiari di rivolgersi alla redazione del Faro, proprio perché dove risulta che Souhad sia arrivato a Ceuta come prima tappa, dopo aver lasciato la sua casa di El Yadida.

(Fonte: El Faro de Ceuta) 

Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 5 maggio 2022

Sono almeno 153 (molti di più dei 22 segnalati inizialmente: 17 cadaveri recuperati e 5 dispersi, nota del 23 aprile) i migranti annegati tra il 22 e il 23 al largo della Tunisia (costa di Sfax), vittime non di uno ma di ben quattro naufragi che si sono verificati nell’arco di pochissime ore nello stesso tratto di mare. E’ quanto emerge da un servizio pubblicato il 5 maggio dal quotidiano La Presse, che cita come fonte l’inchiesta aperta dalla Procura dopo la tragedia e gli accertamenti condotti dalla polizia e dalla Guardia Costiera. Nella notte tra il 22 e il 23 aprile – scrive La Presse – le unità della Guardia Costiera di Sfax sono dovute intervenire per 10 situazioni d’emergenza: sei per bloccare imbarcazioni stracariche di migranti in rotta verso Lampedusa e quattro per i naufragi di altrettante vecchie barche in legno sulle quali si trovavano complessivamente oltre 250 persone. Queste operazioni – specifica sempre La Presse – hanno consentito di portare in salvo 97 persone. Nel corso degli interventi condotti la notte stessa e nei giorni successivi sono stati recuperati in tutto 37 corpi senza vita. I dispersi risultano dunque 116, per un totale di 153 vittime. Secondo la Procura i naufragi sono strati causati da più fattori: il numero eccessivo di migranti a bordo, le cattive condizioni meteomarine e soprattutto le condizioni di fatiscenza dei natanti, che non erano in grado di reggerer il sovraccarico e i colpi delle onde contro lo scafo. E’ emerso anche che queste “spedizioni” sarebbero state organizzate non da trafficanti tunisini ma subsahariani. I tunisini si sarebbero limitati a procurare le barche, tutte in pessimo stato. “Ferme restano le responsabilità dei contrabbandieri subsahariani – ha dichiarato il procuratore Mourad Turki – il fatto che i venditori delle barche non abbiano organizzato direttamente le spedizioni non li solleva dalla responsabilità di quanto è accaduto e non li protegge da un eventuale procedimento legale”. Le salme recuperate sono state trasferite presso l’obitorio dell’ospedale universitario Habib Bourguiba di Sfax, che dal primo gennaio ha registrato l’arrivo dei resti di 125 migranti: 114 subasahariani, 9 tunisini e 2 marocchini.

(Fonte: La Presse) 

Marocco-Spagna (Tarfaya o Tan Tan – Canarie), 5 maggio 2022

Un giovane migrante camerunense – Rodrigue Balaise Tehoumi, 28 anni – risulta disperso nel tentativo di raggiungere le Canarie dalla regione di Laayoune, in Marocco. Secondo quanto hanno riferito il 5 maggio due Ong marocchine (Association Marocaine Droits Human e Migrants Morts et Disparus), era su uno zodiac salpato da Tarfaya o da Tan Tan il 27 aprile sulla rotta per le Canarie. Il gommone, che aveva almeno 48 migranti a bordo, non ha mai raggiunto l’arcipelago: a causa di tutta una serie di difficoltà, sarebbe stato costretto a rientrare sulla costa marocchina ma, stando alle segnalazioni pervenute alle due Ong, al momento dello sbarco di Rodrigue non c’era più traccia. Questa ricostruzione lascia pensare che il giovane si sia perso in mare. Da qui l’appello rivolto alle due Ong per sollecitare una ricerca. Nessuna informazione dalle autorità marocchine.

(Fonte: Association Marocaine Droit Humains, Migrants Morts et Disparus).  

Libia-Italia (Misurata), 5-6 maggio 2022

Un migrante bengalese morto e 16 tratti in salvo in extremis su una barca alla deriva a nord-ovest di Misurata, sulla rotta verso l’Italia. Si teme ci siano anche dei dispersi. Il natante, uno scafo in vetroresina con motore fuoribordo, è stato avvistato per caso giovedì 5 maggio da una nave militare turca mentre era alla deriva decine di miglia al largo, nel Mediterraneo Centrale, zona Sar libica. Dal racconto dei superstiti si è poi appreso che, partito dalla costa libica a ovest di Tripoli, era in mare da una decina di giorni, probabilmente a causa di un’avaria che lo ha reso ingovernabile. Tutti i sedici ancora in vita, infatti, erano allo stremo, con evidenti sintomi di forte ipotermia e sfinimento. Dopo la prima assistenza sulla nave militare turca, il 6 maggio, su indicazione della Guardia Costiera libica, sono stati sbarcati nel porto della base navale di Al Khums e presi in consegna dal Dipartimento per l’Immigrazione: per i quattro più gravi si è reso necessario il ricovero in ospedale, gli altri sono stati rinchiusi in un centro di detenzione. La salma è stata trasferita nell’obitorio dell’ospedale. Né le autorità turche né quelle libiche hanno fornito altri particolari ma, viste le dimensioni della barca e le circostanze del tentativo di traversata, c’è da credere che i migranti a bordo fossero inizialmente più numerosi dei 17 trovati e che ci sia dunque un numero imprecisato di dispersi.

(Fonte: Migrant Rescue Watch edizioni 6 e 10 maggio, Anadolu Agency, Libya Observer edizioni 6 e 7 maggio)

Marocco-Spagna (Dakhla-Canarie), 6 maggio 2022

Non si ha più traccia di un giovane marocchino, Mohammed Rafiq, che ha tentato di raggiungere le Canarie dal Marocco. La sua scomparsa è stata segnalata dai familiari il 6 maggio a due Ong marocchine che si occupano dei diritti di migranti. L’ultimo contatto risale al 27 marzo, il giorno in cui risulta che Mohammed si sia imbarcato, con altri 52 harraga, su una barca salpata da Dakhla, costa del Sahara Occidentale, sulla rotta per l’arcipelago spagnolo. Da allora, più nulla: senza esito tutti i tetativi di mettersi in comunicazione sia con lui che con alcuni suoi compagni. Quasi nessuna notizia, a parte il giorno e il luogo della partenza, anche sull’esito di questa “spedizione”: un mistero che desta preoccupazoine per la sorte dell’intero gruppo. Non a caso nell’appello di ricerca si chiedono eventuali informazioni non solo su Mohammed ma su tutti i migranti che erano su quella barca.

(Fonte: Migrants Morts et Disparus, Association Marocaine Droits Humains)

Marocco-Spagna (Bojadour-Canarie), 7-8 maggio 2022  

Quarantaquattro vittime (28 migranti dispersi e 16 cadaveri recuperati) in un naufragio nell’Atlantico a sud di Cabo Boiadour, al largo del Sahara Occidentale. La barca era partita dal litorale della provincia di Bajadour sabato 7 maggio, puntando verso le Canarie: verosimilmente Lanzarote, la più vicina delle isole dell’arcipelago spagnolo, distante circa 220 chilometri in direzione nord ovest. A bordo c’erano 56 persone, tutte subsahariane, tra cui 16 donne e 2 bambini. L’allerta è scattata durante la notte, quando una richiesta disperata di aiuto è stata captata dalla Ong Caminando Fronteras, che ha subito avvertito le autorità marocchine. “Abbiamo segnalato la posizione precisa dell’emergenza – ha riferito Helena Maleno, portavoce della Ong – ma i soccorsi sono arrivati con almeno cinque ore di ritardo”. E la tragedia, provocata probabilmente dalle cattive condizioni meteo e dal sovraccarico, si è compiuta appunto in questo arco di tempo. Quando, nelle prime ore del mattino di domenica 8 maggio, una unità della Marina è arrivata sul posto, ha potuto recuperare solo 12 naufraghi ancora in vita e, con le ricerche successive, 16 cadaveri. Nessuna traccia degli altri 28 migranti, trascinati via dalle onde e dalla corrente subito dopo il naufragio. Tutti i superstiti, una volta ricondotti a terra, sono stati arrestati in base alla legge marocchina sull’immigrazione clandestina.

(Fonte: Helena Maleno Ong Caminando Fronteras, El Diario, La Provincia)

Marocco-Spagna (El Aajoune-Canarie), 9 maggio 2022

Almeno 28 dispersi e solo 13 superstiti nel naufragio di uno zodiac nell’Atlantico, sulla rotta tra il Sahara Occidentale e le Canarie. Il battello è partito dalla costa di El Aajoune, la “capitale” saharawi, nelle prime ore di sabato 7 maggio, puntando verso Gran Canaria. Quando, dopo poche ore, se ne sono perse le tracce, i familiari di alcuni dei 41 harraga a bordo (40 uomini e una donna) hanno chiesto aiuto alla Ong Caminando Fronteras la cui portavoce, Helena Maleno, ha avvertito sia le autorità marocchine che il Salvamento Maritimo spagnolo. Le ricerche sono rimaste senza esito fino al pomeriggio di lunedì 9 maggio, quando lo zodiac è stato individuato da un aereo da ricognizione spagnolo, il Sasemar 103, circa 120 chilometri a sud di Gran Canaria. L’equipaggio del Salvamento ha comunicato subito che la situazione era di estrema emergenza: la visibilità era molto scarsa ma si intuiva che il battello era ridotto a un relitto, con un tubolare ormai sgonfio e l’altro a sua volta danneggiato. Aggrappati a quei resti si intravedevano poco più di dieci persone. La guardamar Caliope, uscita per le ricerche, era ancora troppo lontana per poter intervenire. Sul posto, dirottati dalla centrale del Salvamento Maritimo, sono arrivati per primi due cargo (il Polaris 2 e il Msc Oriane): entrambi privi di dispositivi ausiliari per i soccorsi in mare e troppo grandi e alti per poter operare direttamente, si sono posti a ridosso del relitto per proteggerlo dal vento e dalle onde fino all’arrivo di due elicotteri spagnoli, che hanno raccolto tutti i naufraghi aggrappati al tubolare ancora in grado di galleggiare, 11 il primo e 2 il secondo. Si è subito intuito che dovevano esserci numerosi dispersi e, infatti, i 13 superstiti hanno poco dopo confermato che mancavano 28 loro compagni, quasi tutti caduti fuoribordo prima dell’arrivo dei soccorsi a causa di un violento colpo di mare che aveva quasi ribaltato il natante. Le ricerche sono proseguite a lungo, sia nella speranza di trovare altri naufraghi, sia perché nella zona è stato segnalato da Caminando Fronteras un altro zodiac scomparso, con a bordo una decina di persone.

(Fonte: Helena Maleno Caminando Fronteras, El Diario, Canarias 7, La Provincia, Agenzia Efe, Alarm Phone, Europa Press).  

Libia-Italia (Sabratha e Zuwara), 9 maggio 2022

Il rapporto settimanale dell’ufficio Oim di Tripoli riferisce che tra il primo e il 7 maggio sono stati recuperati sul litorale libico i corpi senza vita di 6 migranti. Il primo a Tobruk il 3 maggio; un altro al largo di Al Khums venerdì 6 maggio e, ancora venerdì sei, 2 a Sabratha e 2 a Zuwara. Quello di Tobruk, in forte stato di degrado, potrebbe appartenere ad uno dei dispersi del naufragio dell’undici marzo (24 vittime) mentre per quello sbarcato ad Al Khums si tratta del giovane bengalese trovato morto su una barca alla deriva da dieci giorni soccorsa da una nave militare turca (6 maggio). Per gli altri 4 (i 2 di Sabratha e i 2 di Zuwara) non risultano episodi di riferimento: si ignorano l’identità, la provenienza, le circostanze della morte. Si sa per certo che si tratta sicuramente di migranti annegati nel tentativo di raggiungere Lampedusa partendo dalla costa a ovest di Tripoli.

(Fonte: rapporto Oim Libia 1-7 maggio) 

Algeria-Marocco (El Ancor, Orano), 10 maggio 2022

Il cadavere di un uomo è stato trascinato dal mare sulla spiaggia di Les Andalouses, nel comune di El Ancor, circa 30 chilometri a sud ovest di Orano e una quindicina da Ain el Turk, uno dei tratti di litorale algerino da cui sono più frequenti le partenze dei migranti verso l’Andalusia. Recuperato da una squadra della Protezione Civile e trasferito nell’obitorio ospedaliero di Ain el Turk, il corpo non presentava segni di violenza. L’ipotesi più accreditata è che si tratti di un harraga annegato nel tentativo di raggiungere la Spagna. A giudicare dalle condizioni di conservazione, non deve essere rimasto in acqua molto e lungo.

(Fonte: Le Quotidien d’Oran)   

Niger-Libia (deserto di Kawar, Sahara), 11 maggio 2022

Dieci tombe di migranti morti nel deserto di Kiwar, in Niger, nel tentativo di arrivare in Libia. Le vittime sono 3 donne e 7 uomini. Lo ha segnalato Alarm Phone Sahara dopo una missione di otto giorni che, partendo da Agadez, ha raggiunto Dirkou, Bilma, Latai e Siguidine, percorrendo le vie di fuga più appartate e difficili (quelle che aggirano i villaggi, i pozzi migliori e i posti di blocco), per rendersi conto dei gravi problemi incontrati e spesso delle situazioni estreme affrontate dai migranti, specie dopo che si sono intensificati i controlli delle forze di sicurezza sulla scia degli accordi stipulati dal Niger con l’Unione Europea. L’ispezione si è svolta tra il quattro e l’undici aprile, ma il rapporto è stato pubblicato l’undici maggio. Le prime 8 tombe sono state trovate 2 chilometri a nord est di Latai, nella valle di Doumba, 45 chilometri a sud ovest di Bilma. Ad Alarm Phone sono state indicate da un informatore locale, Abba Keké, che ha condotta l’equipe di ricercatori direttamente sul posto, un luogo nascosto dove gli autisti dei pick-up dei trafficanti fanno sosta per sfuggire ai controlli della polizia. Sicuramente un nascondiglio molto frequentato, come dimostrano numerosi, poveri resti di bivacco e accampamento. Le 8 tombe erano appena visibili: semplici cumuli di sabbia con qualche pietra come indicazione: il team di Alarm Phone, oltre a fissare le coordinate Gps del posto, ha cercato di sistemarle alla meglio, aggiungendo altre pietre per delimitarle e renderle più visibili, in modo che possano essere ritrovate. “Secondo Aba Keké – si legge nel rapporto – sei dei morti sono uomini e due donne”. A non grande distanza c’è anche un pozzo di acqua insalubre e proprio a questo pozzo, a quanto pare, sono legate le altre due vittime: un uomo e una donna che – sempre secondo la testimonianza di Aba Keké – quasi disidratati per essere rimasti a lungo bloccati nel deserto a causa di un guasto, sarebbero morti dopo aver bevuto in abbondanza quell’acqua. “I loro corpi – precisa sempre il rapporto – sono sepolti non lontano da quelli della valle di Doumba”.

(Fonte: Alarm Phone Sahara, rapporto sulla missione 4-11 aprile 2022)

Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 11 maggio 2022

Tre migranti subsahariani sono annegati in un naufragio al largo della costa di El Awabed, in Tunisia. Erano con decine di altri migranti su una vecchia barca da pesca che, salpata dal litorale di Sfax sulla rotta per Lampedusa, si è inabissata poco dopo la partenza, in un tratto dove la profondità del mare non supera i sei metri. E’ probabile che lo scafo si sia ribaltato a causa del sovraccarico, scaraventando  tutti in acqua. I soccorsi sono arrivati da unità della Guardia Costiera tunisina che stavano pattugliando quel tratto di costa per bloccare numerose barche di migranti salpate poche ore prima. Non è da escludere che ci siano anche dei dispersi, ma le ricerche condotte sino a notte, dopo il recupero dei naufraghi e dei tre cadaveri, non hanno dato alcun esito. Nella stessa giornata di mercoledì 11 maggio la Marina tunisina ha intercettato dieci barche con a bordo complessivamente 248 migranti: 240 subsahariani e 8 tunisini.

(Fonte: Infomigrants)  

Libia-Italia (Janzour e Soprman), 12 maggio 2022

I cadaveri di due migranti sono affiorati sul litorale a ovest di Tripoli tra l’otto e il dodici maggio: ne ha dato notizia (in due note distinte ma pubblicate lo stesso giorno) Migrant Rescue Watch, il sito ufficioso della Guardia Costiera libica. Il primo è stato avvistato mentre flottava in mare a poca distanza dalla riva, all’altezza di Janzour, circa 25 chilometri da Tripoli. A occuparsi del recupero è stata una squadra della Polizia Marittima. Quattro giorni dopo, il 12 maggio, il secondo ritrovamento, questa volta sulla battigia della spiaggia di Al Hawatah, nel circondario di Sorman, circa 60 chilometri più a ovest. Segnalato da alcuni abitanti del posto, è stato portato a riva da personale della Mezzaluna Rossa. In entrambi i casi non sono emersi elementi utili per identificarli né per stabilirne la provenienza.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Marocco-Spagna (Bojadour-Gran Canaria), 12-13 maggio 2022

Un migrante subsahariano è morto durante la traversata dalla costa marocchina alle Canarie prima dell’arrivo dei soccorsi. Era su uno zodiac con 14 compagni (tra cui una donna), tutti subsahariani come lui, partito dalla zona di Boajadour, nel Sahara Occidentale, e rimasto alla deriva per giorni prima del ritrovamento. Segnalato dalla Ong Caminando Fronteras, il natante, la sera di giovedì 12 maggio, è stato avvistato casualmente dal cargo Camila quando era 141 chilometri a sud di Gran Canaria, per essere poi raggiunto, durante la notte, dalla guardamar Caliope, del Salvamento Maritimo spagnolo, che ha preso a bordo i naufraghi scoprendo che uno di loro era morto poche ore prima, presumibilmente per ipotermia e sfinimento fisico. Quattro ore dopo il recupero, intorno alle 4,45 del mattino di venerdì 13 maggio, la nave di salvataggio è approdata nel porto di Arguineguin. I superstiti sono stati presi in carico dalla Croce Rossa; la salma trasferita nell’obitorio ospedaliero.

(Fonte: La Provincia, Canarias 7, Alarm Phone, Helena Maleno della Ong Caminando Fronteras)

Marocco-Spagna (Beni Ansar – Maelilla), 13 maggio 2022

Un giovanissimo migrante marocchino – Al Yafia, appena quindicenne – è annegato nel tentativo di arrivare nell’enclave spagnola di Melilla dal Marocco. Residente a Zayo, una piccocla città situata circa 50 chilometri a sud est di Melilla, Al Yafia ha raggiunto a Beni Ansar la spiaggia di Boukana, la più vicina al confine, ed ha preso il mare su un canotto di plastica che si era procurato vendendo la sua bicicletta. Era con lui un cugino, anch’egli giovanissimo e residente a Zayo. I due ragazzini hanno navigato per un lungo tratto verso il territorio dell’enclave, ma la corrente li ha spinti al largo finché, stremati dalla fatica, hanno deciso di tornare indietro. Sulla via del ritorno il canotto si è rovesciato: il cugino è riuscito a mettersi in salvo nuotando verso la riva ma Al Yafia è scomoparso alla vista. Alcune ore dopo il suo corpo è stato trascinato dalle onde sulla battigia della stessa spiaggia di Boukana, a breve distanza dal punto da cui i due adolescenti si erano avventurati in mare.

(Fonte: Nadorcity.com, Association Marocain Droits Humains, Ong Migrants Morts et Disparus Morocco) 

Marocco-Spagna (Saidia-Almeria), 14 maggio 2022

Tre giovani marocchini – Mellouki Yassine, Mellouki Omar e un loro amico orignario di Ain Zebda – risultano dispersi nel  tentativo di raggiungere Almeria dal Marocco attraversando il Mare di Alboran con una moto d’acqua. Secondo quanto hanno riferito i familiari, si sono imbarcati alle 5 del mattino di domenica 8 maggio dalla spiaggia di Saidia, oltre 80 chilometri a est di Nador e di Melilla. L’ultima loro immagine è una foto che li ritrae accanto alla moto d’acqua, di colore bianco e blu, poco prima della partenza. Ritenevano di poter arrivare ad Almeria in poche ore. Dal momento della partenza, invece, non se ne è saputo più nulla. Il primo allarme è stato lanciato dai familiari lunedì 9, nella tarda mattinata, attraverso la piattaforma della Ong Heroes del Mar, che ha diffuso un appello di soccorso sia alle autorità marocchine che spagnole. Le ricerche sono andate avanti senza esito per tutta la settimana, fino a sabato 14, quando ne è stata ribadita la scomparsa.

(Fonte: Association Marocaine, Migrants Morts et Disparus, Heroes del Mar)

Algeria-Spagna (Orano-Almeria), 14-15 maggio 2022

Almeno 8 morti (probabilmente 9) su una barca partita dall’Algeria verso la Spagna e rimasta alla deriva per otto giorni nel Mare di Alboran. Il natante, un piccolo scafo con motore fuoribordo, ha preso il mare dalla costa della regione di Orano, sulla rotta per Almeria, prima dell’alba di sabato 7 maggio. Non è chiaro se a bordo ci fossero 12 o 11 persone, incluse due donne, di cui una in avanzato stato di gravidanza, insieme al marito. Poche ore dopo se ne sono perse le tracce e già dal giorno 7 è stata lanciata una prima segnalazione da parte della Ong Heroes del Mar. Le ricerche non hanno dato alcun esito per oltre sette giorni, fino alla mattinata di sabato 14, quando il relitto della barca è stato intercettato dal pattugliatore Infanta Elena della Marina spagnola. A bordo c’erano solo 3 superstiti, tutti uomini, tra cui il marito della donna incinta, morta parecchio tempo prima dei soccorsi di sete, fame e sfinimento fisico. Tutti e tre i naufraghi, sbarcati ad Almeria, erano allo stremo. In particolare  due, ricoverati in gravi condizioni. Stando alle loro dichiarazioni, al momento della partenza sarebbero stati in 11 e non in 12 come risulta alla Ong spagnola. Per questo il rapporto della polizia parla di 8 vittime.

(Fonte: Diario de Almeria,  Ong Heroes del Mar e Cipim Centro Internacional Identificacion Migrantes Desaparecidos, Agenzia Efe)   

Marocco-Spagna (Tan Tan – Canarie), 15-16 maggio 2022

Undici migranti morti e 2 cadaveri recuperati (13 vittime) su uno zodiac rimasto per oltre cinque giorni alla deriva nell’Atlantico, sulla rotta per le Canarie dal Marocco. In salvo gli altri 46 migranti a bordo, tutti subsahariani. Il gommone risulta partito prima dell’alba di martedì 10 maggio dalla costa di Tan Tan, nel sud del Marocco, oltre 200 chilometri a nord est di Tarfaya che dista non molto dal confine con il Sahara Occidentale. Il primo allarme è stato lanciato tre giorni dopo, nel tardo pomeriggio di venerdì 13, da Helena Maleno, portavoce della Ong Caminando Fronteras, segnalando che si era persa ogni traccia del natante, diretto presumibilmente verso le isole di Lanzarote o di Fuerteventura. Senza esito le ricerche (mentre si moltiplicavano gli appelli di numerosi familiari dei 59 a bordo), fino alla tarda serata di domenica 15, quando una comunicazione arrivata direttamente dal gommone ha comunicato a Caminando Fronteras che la situazione era disperata e alcuni dei migranti erano già scomparsi in mare. Poche ore dopo il natante è stato raggiunto da una motovedetta della Marina marocchina, che ha tratto in salvo 46 naufraghi e recuperato due cadaveri. Nessuan traccia degli altri 11.

(Fonte:  sito Helena Maleno Caminando Fronteras) 

Algeria-Spagna (Algeri), 15-16 maggio 2022

Tredici harraga dispersi tra domenica 15 e lunedì 16 maggio nel naufragio della barca con cui stavano cercando di raggiungere la Spagna dall’Algeria. In salvo altri 7. Il battello, partito dalla costa di Algeri, puntava presumibilmente verso le Baleari.  Era già a parecchie miglia dalla riva quando si è rovesciato. I 20 naufraghi, tutti algerini, sono rimasti più di 14 ore in mare prima che il relitto fosse avvistato da una petroliera egiziana, la Star Energy, di base a Porto Said. A quel punto soltanto 7 del gruppo erano ancora in vita e sono stati tratti in salvo. Nessuna traccia degli altri 13, trascinati via dalla corrente. I superstiti, sbarcati ad Algeri, sono stati presi in consegna dalla Guardia Costiera.

(Fonte: Les Marins Algeriens sito della Algeriaferries, Ong Clemente Martin)

Algeria-Spagna (Tipazza-Baleari), 15-16 maggio 2022

Almeno 16 vittime (5 migranti dispersi e 11 corpi recuperati) in un naufragio al largo dell’Algeria. Non risulta che ci siano superstiti. La barca era partita dal litorale di Tipazza, una città costiera, capoluogo di provincia, situata circa 70 chilometri a ovest di Algeri. Quasi tutti a bordo venivano dal piccolo comune di Foca, in massima parte molto giovani, incluse alcune ragazze. Puntavano verso le Baleari, come in genere le “spedizioni” che salpano da questo tratto di costa. Non sono note le circostanze della tragedia, avvenuta poche ore dopo la partenza. I soccorritori hanno potuto recuperare 11 corpi senza vita. Nessuna traccia degli altri cinque naufraghi. Familiari e amici hanno diffuso sul web le foto di quasi tutte le vittime.

(Fonte: Les Marins Algeriens sito della Algeriaferris, Ong Clemente Martin)

Turchia-Italia (Roccella Jonica), 18 maggio 2022

Un profuga afghana settantenne è morta circa 24 ore dopo essere arrivata in Italia. La donna era sul barcone con a bordo 96 migranti intercettato dalla Guardia Costiera al largo delle coste calabresi e approdato sotto la scorta di una motovedetta nel porto di Roccella Jonica nella notte tra lunedì 16 e martedì 17 maggio. Già al momento dello sbarco è apparsa ai medici molto provata a causa delle fatiche della traversata dalla Turchia, dell’età avanzata e delle condizioni generali di salute non buone, tanto da essere ricoverata presso la struttura sanitaria allestita nel perimetro dell’area portuale dall’Usmaf. Benché non considerata inizialmente in “codice rosso”, il suo stato è peggiorato rapidamente e nonostante un nuovo intervento dei medici della Croce Rossa è deceduta nelle prime ore di mercoledì 18, probabilmente anche a causa di complicazioni dovute al diabete da cui era affetta. La salma è stata trasferita all’obitorio dell’ospedale di Locri.

(Fonte: Agenzia Ansa, sito web Sergio Scandura)

Libia-Malta-Italia (New Brega), 18 maggio 2022

Il cadavere di un migrante siriano è stato trascinato dal mare sulla battigia della spiaggia di Murir Qabis, nella zona di New Brega, in Cirenaica, oltre 60 chilometri a sud est di Agedabia e quasi 230 da Bengasi. Segnalato da alcuni abitanti del posto, è stato recuperato da una pattuglia delle forze del Dipartimento di sicurezza (Cid) e trasferito nell’obitorio dell’ospedale in attesa delle procedure per l’inumazione. L’identificazione è stata resa possibile dal ritrovamento di un passaporto tra gli abiti. Secondo notizie non confermate, altri corpi sarebbero stati segnalati nello stesso tratto di litorale, tanto da ipotizzare il naufragio fantasma di una barca di profughi sulla rotta per Malta e l’Italia. Dalle autorità libiche non sono però state fornite informazioni.

(Fonte: Migrant rescue Watch)

Libia-Italia (Zuwara), 18 maggio 2022

Il cadavere di un migrante sconosciuto è stato recuperato mercoledì 18 maggio sul lirorale di Zuwara, oltre 120 chilometri a ovest di Tripoli e meno di 50 dal confine con la Tunisia. Ne ha dato notizia il rapporto settimanale dell’Oim Libia pubblicato lunedì 23 maggio. La polizia lo ha trasferito all’obitorio dell’ospedale in attesa del completamento delle procedure per l’inumazione. Non si sono trovati elementi utili per stabilirne la provenienza.

(Fonte: Rapporto Iom Libya del 23 maggio 2022)

Libia-Italia (Zawiya), 19 maggio 2022

I cadaveri di due migranti sono affiorati sul litorale di Zawiya a breve distanza dalla battigia della spiaggia di Refenery Point, circa 50 chilometri a ovest di Tripoli. Recuperati da personale della Mezzaluna Rossa, sono stati trasferiti presso l’obitorio del Teaching Hospital di Zawiya, in attesa del nulla osta della magistratura per l’inumazione. Non si sono trovati elementi utili per poterli  identificare o stabilirne almeno la provenienza.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Tunisia-Italia (La Louza – Lampedusa), 19 maggio 2022

Quattordici vittime (10 migranti dispersi e 4 cadaveri recuperati) in un naufragio al largo delle coste tunisine. In salvo altri 44 migranti. La barca era partita stracarica dal litorale di La Louza, circa 50 chilometri a nord est di Sfax, sulla rotta per Lampedusa. Non ha navigato a lungo: poche ore dopo, nel pomeriggio, si è rovesciata ed è affondata all’altezza di Madhia, meno di 70 chilometri più a nord. Quando sono arrivati i primi soccorsi, da parte di unità della Guardia Costiera della base di Madhia, dei 58 migranti, tutti tunisini, che erano a bordo al momento della partenza, ne sono stati trovati ancora in vita solo 44. Nel corso delle ricerche, condotte fino all’indomani, venerdì 20 maggio, sono stati recuperati in mare 4 corpi senza vita. Nessuna traccia degli altri dieci naufraghi.

(Fonte: La Presse, Tap Agency, sito web Iom Tunisia, Al Arabiya, Alarm Phone)

Libia-Italia (Janzour), 21 maggio 2022

Il cadavere di un migrante subsahariano è stato trascinato dal mare su un tratto roccioso del litorale di Janzour, 20 chilometri a ovest di Tripoli. Segnalato da alcuni abitanti del posto, è stato recuperato da una pattuglia della polizia e trasferito nel locale obitorio ospedaliero, in attesa che la magistratura completi gli accertamenti e le procedure di legge per l’inumazione. Non sono stati trovati elementi per poterlo identificare né per stabilirne la provenienza.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Tunisia-Italia (Sfax-Lampedusa), 23 maggio 2022

Non si hanno più notizie di una barca salpata dalla Tunisia sulla rotta per Lampedusa all’inizio di marzo. L’unico dato certo è che la partenza è avvenuta il 4 marzo e che a bordo c’erano 35 persone, in massima parte profughi siriani. Proprio questa assoluta mancanza di informazioni lascia pensare che ci si trovi di fronte a un ennesimo naufragio fantasma. L’allarme è scattato solo quasi tre mesi dopo la data di partenza, su iniziativa delle famiglie di quattro dei profughi siriani imbarcati, le quali, tra il 17 e il 19 marzo, si sono rivolte ad Helena Maleno, portavoce della Ong Caminando Fronteras, per lanciare un appello di ricerca. I primi sono stati i parenti di Anas Abu Nabout, originario di Daraa (vicino alla frontiera con la Giordania e il Libano), che hanno chiamato la Ong il 17 marzo. L’indomani è stata la volta dei familiari di Muhammad Khaled al Hassan e di Mohammad Jamil Al Zarkan (anche quest’ultimo di Daraa). Infine, il giorno 19, la famiglia di Amer Kamal Abdo. Le quattro segnalazioni sono pressoché identiche: in tutte si specifica che i dispersi sono partiti il 4 marzo su una barca con 35 persone dalla zona di Sfax e poi non si è saputo altro. All’appello di ricerca sono state allegate le foto dei quattro dispersi ma nei giorni successivi, fino a lunedì 23 maggio, non sono arrivate segnalazioni né notizie di alcun genere utili al ritrovamento.

(Fonte: sito Helena Maleno portavoce di Caminando Fronteras)

Libia-Italia (Mellitah), 23 maggio 2022

Quattro cadaveri recuperati e almeno 3 migranti dispersi (in totale 7 vittime) nel naufragio di una piccola barca in vetroresina al largo di Mellitah, poco più di 20 chilometri a ovest di Sabratha e oltre 100 da Tripoli. Le notizia è stata riportata dal sito web dello Stato Maggiore della Martina libica, senza riferire informazioni particolari e dettagliate, nel contesto di una nota su nove operazioni di intercettazione e blocco in mare di battelli carichi di migranti in navigazione verso l’Italia. Si sa solo che la barca è partita dal litorale a ovest di Tripoli, sulla rotta per Lampedusa, con a bordo non meno di 20 persone. Il naufragio è avvenuto dopo poche miglia. “Un pattugliatore della Guardia Costiera e della Sicurezza Portuale – riferisce il dispaccio – è riuscito a salvare 13 migranti che erano in viaggio verso le coste europee, recuperando 4 corpi senza vita mentre risultano 3 dispersi”. I naufraghi sono stati sbarcati a Mallitah e consegnati a un centro di detenzione. A Mellitah è stato rimorchiato anche il relitto della barca.

(Fonte: Stato Maggiore della Marina libica, sito web Sergio Scandura, Migrat Rescue Watch, Libya Observer)  

Libia-Tunisia-Italia (Zuwara-Sfax-Lampedusa), 2425 maggio 2022

Almeno 76 vittime (75 dispersi e un cadavere recuperato), al largo della Tunisia, nel naufragio di una barca salpata dalla Libia con a bordo oltre 100 migranti, in gran parte subsahariani frammisti a diversi bengalesi. Secondo le informazioni raccolte presso la Guardia Costiera tunisina dall’Oim di Tunisi, che per primo ha diffuso la notizia della strage, il natante era partito la notte tra domenica 22 e lunedì 23 maggio dalla zona di Zuwara, in Libia, a meno di 50 chilometri dal confine con la Tunisia, puntando verso nord, sulla rotta per Lampedusa. La tragedia è avvenuta la sera di martedì 24 dopo circa 300 chilometri di navigazione, poco a nord del porto di Sfax e delle isole Kerkennah, nelle acque territoriali tunisine. Non sono chiare le circostanze né le cause precise: molto probabilmente le condizioni del mare e soprattutto il sovraccarico, che ha reso instabile di per sé la tenuta e l’assetto dello scafo. Sta di fatto che la barca si è rovesciata e per le persone a bordo non c’è stato scampo. I primi soccorsi sono arrivati dalla Guardia Costiera di Sfax, ma quando le prime unità sono giunte sul posto hanno potuto trarre in salvo solo 30 naufraghi. “Più tardi – ha precisato Houcem Eddine Jebabli, portavoce della Guardia Nazionale – è stato recuperato un cadavere. Tutti gli atri risultano dispersi”. Senza esito anche le ricerche proseguite per nella giornata di mercoledì 25 maggio. I superstiti sono stati assistiti dalla Croce Rossa e dall’Oim, che hanno contemporaneamene avviato un’indagine per cercare di risalire all’identità delle vittime.

(Fonte: Iom Tunisia, Alarm Phone, Ansamed, Avvenire, Associated Press, Times of Malta, La Stampa)     

Libia-Italia (Garabulli), 24-25 maggio 2022

Il cadavere di un migrante è affiorato sulla battigia della spiaggia di Garabulli, poco più di 60 chilometri a est di Tripoli e altrettanti a ovest di Homs, un tratto di costa da cui le “spedizioni” dei trafficanti puntano sia verso Malta che Lampedusa. Lo ha riferito mercoledì 25 maggio Migrant Rescue Watch, il sito ufficioso della Guardia Costiera libica, ma il ritrovamento risale alla mattina del giorno prima, martedì 24. Segnalato da alcuni abitanti del posto, lo ha recuperato una pattuglia della polizia locale, trasferendolo nell’obitorio dell’ospedale in attesa del nulla osta della magistratura per l’inumazione. Non sono emersi elementi per stabilirne né l’identità né la provenienza o le circostanze della morte.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)  

Niger (Agadez), 25 maggio 2022

Un profugo sudanese di 27 anni è morto durante una serie di proteste e scontri con la polizia di fronte al centro accoglienza dell’Unhcr di Agadez, dove sono ospitati oltre 800 richiedenti asilo di origine subsahariana, in gran parte provenienti dai campi della Libia e dell’Algeria. Non sono chiare le circostanze della tragedia. I disordini sono scoppiati nelle prime ore del mattino , quando una squadra della gendarmeria si è presentata al centro Unhcr per identificare una persona sospettata di aver sgozzato due mucche appartenenti a un allevatore nigerino della zona. Sulla ricostruzione dei fatti, dal momento dell’arrivo dedlla polizia, ci sono due versioni contrastanti. Secondo l’Unhcr, diversi migranti avrebbero attaccato gli agenti, lanciando pietre contro di loro. I rifugiati asserisscono invece che stavano facendo un sit-in pacifico per avere informazioni sul loro reinsediamento in un altro paese ma che la polizia li avrebbe presi d’assalto: “Ci hanno anche sparato – ha raccontato Abdullah ai cronisti di Infomigrants ma non non abbiamo mai lanciato pietre”. Di sicuro i gendarmi hanno sparato dei colpi di avvertimento e usato gas lacrimogeni per disperdere la protesta, dopo che sono stati incendiati due uffici, uno della polizia e l’altro di un partner dell’agenzia Onu. Il giovane sudanese è morto durante la ressa che ne è seguita: è stato visto cadere a terra e quando hanno potuto prestargli soccorso era ormai privo di vita. La magistratura ha aperto un’inchiesta, disponendo un’autopsia per stabilire se il giovane sia stato ucciso da un proiettile della polizia o dai sassi eventualmente scagliati dai migranti.

(Fonte: Infomigrants, Alarm Phone Sahara)

Polonia-Bielorussia (Bialowieska Forest), 26 maggio 2022

Il cadavere di un profugo iracheno è stato scoperto nella foresta di Bialowieska, nell’area più vicina alla linea di confine con la Bielorussia. La notizia è stata pubblicata il 26 maggio, ma il ritrovamento risale ad alcuni giorni prima. Né la Procura né la polizia sono riuscite a stabilire di chi si trattasse. L’identità del giovane iracheno è stata scoperta grazie alle indagini condotte da un giornalista, Czan Robi Raban, con l’aiuto di un altro profugo iracheno, originario di Irbil, partendo da una fotografia trovata sul corpo, in una tasca degli indumenti. Anche la vittima veniva da Irbil. Si ignora però quando il giovane abbia attraversato il confine con la Bielorussia entrando in Polonia nella foresta di Bialowieska e nulla si sa sulle circostanze della morte. E’ probabile però che non fosse da solo.

(Fonte: sito web Czaban Robi Raban, rappoerto Are You Syrious del 27 maggio) 

Libia-Italia (Sorman), 30 maggio 2022

Il cadavere di un migrante sconosciuto è affiorato sul litorale di Sorman, quasi 70 chilometri a ovest di Tripoli, uno dei tratti di costa da cui sono più frequenti le “spedizioni” dei trafficanti sulla rotta per Lampedusa. Segnalato alla polizia da alcuni abitanti del posto, il corpo è stato recuperato da personale della Mezzaluna Rossa e trasferito nell’obitorio locale in attesa del completamneto delle procedure per l’inumazione. A giudicare dallo stato  di conservazione, è rimasto in acqua per più giorni. Ignote la provenienza e le circostanzxe della morte.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Marocco-Spagna (Melilla), 31 maggio 2022

Il corpo di un giovane marocchino è stato recuperato in mare di fronte al porto commerciale di Melilla. Inizialmente sconosciuto, è stato identificato dieci giorni dopo da  una cugina: si chiamava Ayoub Zineddaine, 25 anni, di Agadir. La polizia non ha mai avuto dubbi che si trattasse di un migrante annegato nel tentativodi arrivare a nuoto dal Marocco nel territorio dell’enclave spagnola. La salma è stata avvistata verso le 19,20 dall’equipaggio di una barca da diporto, mentre flottava a circa 200 metri dalla riva. Poco dopo una pattuglia del Gruppo speciale per le attività subacquee della Guardia Civil (Geas) lo ha recuperato e trasferito nell’obitorio dell’ospedale universitario per l’autopsia disposta dalla magistratura. Non c’erano elementi utili per poterlo identificare: l’unica cosa certa era che si trattava di un uomo di giovane età e che non era rimasto in acqua molto a lungo prima del ritrovamento. Nei giorni successivi, sulla base di queste notizie, la famiglia si è rivolta alle autorità spagnole, alla Commissione Islamica e alla redazione del Faro de Melilla segnalando che quel giovane recuperato ormai senza vita avrebbe potuto essere Ayoub, partito da Agadir intorno al 20 maggio con l’intenzione di arrivare in Spagna. Poi giovedì 10 giugno c’è stato il riconoscimento ufficiale.

(Fonte: El Faro de Melilla, Association Marocaine Droits Humains)

Bosnia (Bihac, rotta balcanica), 1 giugno 2022

Un profugo afghano è annegato, a Bihac, nel fiume Una, l’affluente della Sava che segna per un lungo tratto il confine tra la Bosnia e la Croazia. Sono state rese note soltanto le iniziali del suo nome – A. K. – e si sa che aveva poco più di vent’anni. A Bihac, dove è situato il campo profughi più noto della Bosnia, a brevissima distanza dalla linea di frontiera, A. K, era arrivato da circa due anni, percorrendo la via Balcanica. Sembra che, come altri ospiti del campo, abbia più volte tentato di entrare in Croazia per proseguire poi verso uno dei paesi dell’Unione Europea. Sempre senza fortuna. Bloccato in un campo profughi dove mancano anche i servizi essenziali per tutti gli ospiti, era costretto a lavarsi nel fiume. Ed è stato proprio così che è morto: si era immerso a pochi metri dalla riva, ma la corrente lo ha travolto o forse è stato colto da un malore. Sta di fatto che è scomparso sott’acqua, annegando prima che potessero prestargli soccorso.

(Fonte: sito web No Name Kitchen, Alarm Phone).

Bielorussia-Polonia (posto di confine di Usnarz Gorny), 2 giugno 2022

Una profuga siriana di oltre 50 anni è morta di stenti e sfinimento al confine tra la Bielorussia e la Polonia. La tragedia risale all’undici maggio ma se ne è avuta conferma soltanto il 2 giugno, dopo che è stato ritrovato il corpo ormai privo di vita. La donna avrebbe provato più volte ad attraversare la linea di frontiera insieme ad alcuni familiari, sempre intercettata e respinta dalla polizia polacca, all’altezza del varco di Usnarz Gorny, circa 50 chilometri a est di Bialystok. Proprio durante uno di questi respingimenti se ne sono perse le tracce e da quel momento si è cominciato a temere che fosse morta. Nelle settimane successive è stata cercata di continuo da parenti e amici e si è tentato comunque di stabilire dei contatti. Sempre senza alcun esito, sino all’inizio del mese di di giugno. E’ stato uno dei figli a confermare che non ce l’aveva fatta, indicando a un gruppo umanitario polacco il punto in cui è stato trovato il suo corpo senza vita, in territorio bielorusso, a breve distanza dalla line adi confine.

(Fonte: Are You Syrious, sito web Piotr Czaban) 

Libano-Grecia (Paphos, Cipro), 2 giugno 2022

Un profugo è annegato cadendo in mare dalla barca con cui stava per arrivare dal Libano a Cipro, sul litorale di Paphos, costa occidentale dell’isola. Il natante, intercettato dal radar della Guardia Costiera, già nelle acque cipriote, verso le 4,30 del mattino, è approdato poco dopo nella baia di Lara, circa 20 chilometri a nord ovest di Paphos. E’ in questa fase che si è compiuta la tragedia. Circa un’ora più tardi la polizia ha trovato sulla spiaggia di Aghios Georgios i 44 profughi sbarcati da poco, i quali hanno subito riferito che un loro compagno, un ragazzo di 23 anni, era scomparso in acqua prima di poter raggiungere la riva. Dato per disperso, si sperava che fosse riuscito a salvarsi a nuoto, ma dopo quattro ore di ricerche, intorno alle 9,30, il suo corpo senza vita è stato trovato sulla battigia della spiaggia di Lara. Due dei 44 profughi (38 uomini, 2 donne e 4 bambini) sono stati ricoverati per problemi respiratori, gli altri 42 hanno trovato alloggio nel centro di accoglienza dell’isola.

(Fonte: Cyprus mail)

Algeria-Francia-Spagna (Algeri), 3-4 giugno 2022

I cadaveri di due ragazzi algerini, due fratelli, sono stati trovati nel vano del carrello di un aereo di linea, un Airbus A330-200 dell’Air Algerie (matricola 7T-Vjb), all’aeroporto di Algeri. L’aereo era in partenza per Barcellona, dopo essere arrivato, poche ore prima, da Parigi. La scoperta è stata fatta da personale dell’aeroporto e da tecnici della compagnia dopo che il fratello delle due vittime aveva segnalato di aver ricevuto un paio di giorni prima, sul cellulare, un breve video nel quale si vedono i due ragazzi all’interno del vano, prima del decollo. Da quel momento, nessun altro contatto. E proprio questo lungo silenzio lo ha indotto a dare l’allarme. Si ritiene che i due fratelli siano riusciti a entrare nell’aeroporto e a nascondersi nello spazio dei carrrelli tra il primo e il 2 giugno, quando l’Airbus è partito per Parigi, e che siano morti durante il volo. Nessuno si sarebbe accorto dei loro corpi incastrati in quel piccolo spazio fino al rientro ad Algeri e alla segnalazione fatta dal terzo fratello. La Procura ha aperto un’inchiesta disponendo anche il sequesto dell’aereo.

Un altro morto. In occasione delle indagini sulla tragica fine dei due fratelli è emerso un episodio analogo, con un altro morto, accaduto il 9 marzo. La vittima è in questo caso un ragazzino di appena 16 anni, sempre algerino, il cui corpo è stato scoperto, durante un controllo tecnico, nel vano carrello di un Airbus, sempre dell’Air Algerie, decollato da Algeri e arrivato all’aeroporto internazionale Roissy Charles De Gaulle di Parigi. Non risulta che il ragazzo sia stato identificato.

(Fonte: Canarias 7, La Provincia, Il Piccolo, La Stampa)

Turchia-Grecia (confine dell’Evros), 4 giugno 2022

Un profugo pakistano è morto e altri 12 sono rimasti feriti su un minibus inseguito dalla polizia e finito fuori strada lungo la via Egnatia. Morto anche il conducente, pure pakistano, 27 anni.  Proveniente dalla linea di confine dell’Evros tra la Turchia e la Grecia, il furgone (risultato rubato) viaggiava in direzione ovest, verso Salonicco, quando è incappato in un posto di controllo. L’autista ha saltato il blocco, accelerando l’andatura. La fuga si è protratta per circa 50 chilometri, fino a quando il minibus è volato fuori strada, schiantandosi contro la barriera di cemento laterale. L’autista e il profugo che gli era accanto sono morti sul colpo. Ferite tutte le altre 12 persone a bordo: 9 pakistani e 3 afghani. Si è pensato inizialmente che entrambe le vittime fossero profughi ma, in base alle indagini della polizia, è poi emerso che il ventisettenne alla guida aveva subito condanne per traffico di esseri umani e rapine.

(Fonte: The New Arab Agency)  

Algeria-Spagna (Orano-Almeria), 5 giugno 2022

Almeno 8 morti (forse 9, tra cui una donna) nel naufragio di una barca di cui si erano perse le tracce da una settimana. Il natante, uno scafo in legno con motore da 40 cavalli, è partito la sera di sabato 28 maggio, intorno alle 22, da un tratto della costa di Orano, con rotta verso Almeria, in Andalusia. A bordo, secondo le prime informazioni, c’erano 9 persone, ma successivamente si è parlato di 8, inclusa una ragazza. Le comunicazioni si sono interrotte già poche ore dopo la partenza. Le ricerche sono scattate fra il 31 maggio e il primo giugno, quando i familiari di alcune delle persone a bordo si sono rivolte a una Ong spagnola, che a sua volta ha allertato sia il Salvamento Maritimo che le autorità algerine. Ancora nessun contatto fino alla sera del 4 giugno quando, per pochi secondi, verso le 20, i migranti sono riusciti a stabilire una comunicazione telefonica con la Ong: “Si sentivano urla e non si capiva nulla. Era una voce di donna. Poi la linea è caduta”, ha detto l’operatore della Ong. Le condizioni meteo non erano buone, con forte vento e onde alte ed è probabile che la barca, dopo settte giorni, fosse ormai ingovernabile. Nelle ore successive si è avuta la conferma del naufragio, avvenuto nelle acque algerine. In mattinata sono stati recuperati tre corpi. Nessuna traccia degli altri naufraghi.

(Fonte: Ong Clemente Martin, Heroes del Mar)

Libia (Tripoli, Ain Zara), 5 giugno 2022

Un ragazzo subsahariano si è suicidato nel centro di detenzione di Ain Zara, alla periferia di Tripoli. Si chiamava Mohamed Mahmoud Abdulaziz, aveva appena 19 anni e sognava di arrivare in Italia: nella sua ultima foto indossava una camicia con lo stemma della Ferrari e la bandiera tricolore. La sua odissea è iniziata lo scorso anno, in ottobre, quando è stato bloccato nel sobborgo di Gargaresh e rinchiuso nel centro di detenzione di Al Mabani, nel circondario di Tripoli, dove ha sofferto gravi abusi e maltrattamenti. Una settimana dopo è riuscito a fuggire insieme ai compagni di cella e ha chiesto protezione all’Unhcr Libya, partecipando poi alla serie di manifestazioni di cui si sono resi protagonisti a Tripoli, di fronte al centro di transito Unhcr, migliaia di migranti e rifugiati per chiedere alla comunità internazionale di aiutarli a uscire dalla Libia e di garantire il rispetto dei loro diritti. In seguito a uno degli interventi della polizia per sedare queste proteste, è stato arrestato e rinchiuso nel campo di Ain Zara, nell’area sub urbana a sud di Tripoli. Probabilmente è da quel momento che Mohamed ha perso ogni speranza, fino a che ha deciso di farla finita, impiccandosi nel carcere in cui era detenuto. Quando ne hanno scoperto il corpo non c’era più nulla da fare.

(Fonte: sito Refugees in Lybia, Alarm Phone)

Libia-Italia (Zawiya-Lampedusa), 6 giugno 2022

Quattordici migranti scomparsi al largo di Zawiya (10 dispersi e 4 corpi recuperati) nell’arco di cinque giorni, fra il 31 maggio e il 4 giugno. Lo segnala il dossier settimanale dello Iom Libya pubblicato lunedì 6 giugno. Non sono state fornite informazioni dettagliate ma, a giudicare dalle date riportate nel rapporto, si tratta di episodi distinti, avvenuti in circostanze diverse, quasi sempre in concomitanza con notizie relative al blocco di barche cariche di migranti salpate dalla costa a ovest di Tripoli, sulla rotta per Lampedusa. Il caso più grave è quello datato 3 giugno, con 10 dispersi e 62 persone bloccate in mare e costrette a rientrare in Libia, a Zawiya. Altri due episodi risalgono ai giorni precedenti e non possono dunque aver nulla a che fare con le persone scomparse venerdì 3 giugno. Il primo risale a martedì 31 maggio: 1 corpo senza vita recuperato e 67 migranti bloccati. Due giorni dopo, giovedì 2 giugno, il secondo caso: 2 cadaveri e 62 migranti intercettati. Il quarto caso – un corpo recuperato – è datato infine 4 giugno, sabato. Nessuna informazione dalle autorità libiche, neanche dopo la pubblicazione del rapporto dello Iom.

(Fonte: rapporto Iom Libya dal 29 maggio al 4 giugno)     

Libia-Malta-Italia (Derna), 7 giugno 2022

Il cadavere di un migrante è stato recuperato da una barca di pescatori al largo di Derna, in Cirenaica, oltre 160 chilometri a ovest di Tobruk e quasi 300 a est di Bengasi, un tratto di costa libica da cui sono aumentate le “spedizioni” verso Malta e l’Italia. Riportato a riva, è stato preso in consegna da personale della Mezzaluna Rossa che, su indicazione della polizia, lo ha trasferito all’obitorio dell’Al Haris Hospital, in attesa del nulla osta della magistratira per l’inumazione. Una carta d’identità libica trovata tra gli indumenti ne ha consentito l’identificazione: si tratta di un giovane bengalese, Muhammad Harin, residente a Bengasi. Si ignorano le circostanze della morte ma sembra scontato che si tratti della vittima di un naufragio. Forse un naufragio fantasma con un numero di morti e dispersi imprecisato. Nessuna informazione in proposito da parte delle autorità libiche.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)      

Algeria-Spagna (Mostaganem-Cartagena), 8 giugno 2022

Quattro migranti morti e uno disperso in un naufragio al largo delle coste della provinciah di Murcia. La barca – uno scafo veloce in vetroresina, dotato di un motore fuoribordo da 85 cavalli – era partito nel tardo pomeriggio di martedì 7 giugno dalla costa di Mostaganem, 80 chilometri a est di Orano, puntando verso l’Andalusia. La tragedia si è compiuta durante la notte ma nessuno si è accorto di nulla fino alle 6,30 di mercoledì 8 giugno, quando la Press Vesubio, una nave portacontainer in rotta fra Tangeri e Valencia, ha avvistato in mare e tratto in salvo un naufrago, circa 50 chilometri di fronte a Cartagena. Ai soccorritori l’uomo ha subito segnalato che la barca su cui era partito, con altre 16 persone tra cui un bambino, si era rovesciata, andando rapidamente a picco prima dell’alba: lui,  nel buio, era stato trascinato lontano dai compagni, perdendoli di vista. Sulla base di queste indicazioni è scattata subito una vasta operazione di ricerca, condotta dal Salvamento Maritimo con due elicotteri e la salvamar Draco. Nelle ore successive sono stati recuperati altri 11 naufraghi: 4 dalla Draco e 7 da un elicottero, incluso il bambino, che è però morto poco dopo per ipotermia, prima ancora di atterrare. Sempre la Draco ha poi trovato tre cadaveri. Nessuna traccia dell’ultimo naufrago.

(Fonte: El Pais, Abc, El Mundo, Cadena Ser, Heroes del Mar, sito web Clemente Martin, Europa Press) 

Algeria-Spagna (Algeri-Baleari), 9 giugno 2022

Un morto e 2 dispersi in un gruppo di 8 algerini rimasto alla deriva per nove giorni sulla rotta per le Baleari. Erano partiti il primo giugno su una barca veloce in vetroresina, dotata di un motore fuoribordo da 60 cavalli. Sarebbero dovuti arrivare al massimo entro una giornata e invece dopo alcune ore se ne sono perse le tracce. Non riuscendo a stabilire alcun contatto con loro, alcuni familiari hanno aspettato ancora qualche giorno e poi hanno lanciato l’allarme, rivolgendosi alla Ong Cipimd, che si occupa di migranti dispersi, e alla centrale di Heroes del Mar. La richiesta di aiuto è stata subito girata sia al Salvmento Maritimo spagnolo che alle autorità algerine. Le ricerche che ne sono seguite non hanno dato esito, mentre le due Ong hanno continuato a lanciare Sos nei giorni successivi. Per tutto questo tempo nessuna comunicazione dalla barca, segno che evidentemente non erano in grado di collegarsi né via radio né tramite un satellitare. Si pensava ormai a un naufragio fantasma quando nel pomeriggio di giovedì 9 giugno la barca è stata avvistata casualmente, 52 miglia a sud di Formentera, da una salvamar del Salvamento Maritimo delle Baleari mobilitata per prestare soccorso a un altro battello partito dall’Algeria con 18 harraga a bordo. Quando la motovedetta ha accostato si è scoperto che sulla barca di Algeri c’erano solo 5 persone ancora in vita, anche se allo stremo dopo 9 giorni tarscorsi in mare, e un giovane morto da poche ore. Gli altri due, hanno riferito i compagni, si sono persi in mare. I superstiti e il cadavere sono stati sbarcati nel porto di Ibiza.

(Fonte: Ong Cipimd Clemente Martin, Heroes del Mare, Europa Press)          

Libia-Italia (Ghanima, Al Khums), 11 giugno 2022

Il cadavere di un migrante è stato recuperato in mare, da personale della Mezzaluna Rossa, a pochi metri dalla battigia della spiaggia di Ghanima, circa 25 chilometri a ovest di Al  Khums e oltre 100 a est di Tripoli. Non è stato possibile identificarlo né stabilirne la provenienza, ma a giudicare dall’avanzato stato di degrado è rimasto in acqua a lungo prima del ritrovamento. Dopo i primi accertamenti sul posto, la Procura ne ha disposto il trasferimento nell’obitorio dell’ospedale locale in attesa di completare le procedure per l’inumazione.

(Fonte: Migranti Rescu Watch) 

Marocco-Spagna (Ceuta), 11 giugno 2022

Il cadavere di un migrante è affiorato nelle acque di Ceuta poco al largo del valico frontaliero con il Marocco di Benzù. Recuperato da personale della Guardia Civil, dopo un primo esame del medico legale, è stato trasferito nell’obitorio dell’ospedale universitario in attesa dell’autpsia disposta dalla magistratura. Si tratta di un uomo sconosciuto, di circa 50 anni. Indossava normali abiti “da passeggio”, t-shirt e pantaloni, senza attrezzature e tute per nuotare a lungo, come capita in genere in questi casi. Secondo la polizia potrebbe essere la prova che sarebbe annegato non spingendosi al largo ma tentando di entrare nel territorio dell’enclave spagnola bordeggiando lungo la scogliera antemurale di Benzù. Per cercare di risalire alla sua identità è stata interessata anche la polizia marocchina.

(Fonte: El Faro de Ceuta)

Grecia (Tracia, autostrada Egnatia), 11 giugno 2022

Un profugo siriano è morto e altri 16 sono rimasti feriti su un pulmino finito contro un guard-rail di cemento sull’autostrada Egnatia, non lontano da Salonicco. Il furgone, proveniente dal confine dell’Evros con la Turchia, procedeva verso ovest quando è incappato in un posto di controllo delle guardie di frontiera. Il conducente, un giovane georgiano, ha saltato il blocco, accelerando l’andatura e cercando di fuggire lungo la stessa autostrada, ma ha perso il controllo della guida, finendo fuori dalla carreggiata e schiantandosi contro la barriera laterale. Il profugo che sedeva in corrispondenza del punto dell’impatto è rimasto ucciso. Tutti gli altri hanno riportato varie ferite, ma nessuno è risultato in gravi condizioni. L’autista è stato bloccato e arrestato mentre si allontanava a piedi. Allo stesso posto di blocco sono state fermate anche due auto che scortavano il pulmino, con a bordo altri 3 profughi siriani e tre complici dell’autista.

(Fonte: Associated Press)  

Libia-Malta-Italia (Al Haniyah, Cirenaica), 13 giugno 2022

Il cadavere di un migrante è stato gettato dal mare su un tratto di costa rocciosa ad Al Haniyah, in Cirenaica, 185 chilometri a est di Bengasi e 124 a ovest di Derna. Segnalato da alcuni abitanti del posto, lo ha recuperato e trasferito all’obitorio locale una squadra di polizia del dipartimento di sicurezza costiera. Non sono emersi elementi per poterlo identificare. Lo stato di avanzato degrado del corpo dimostra che è rimasto in acqua a lungo prima del ritrovamento. Potrebbe esserci un collegamento con il cadavere di un altro migrante sconosciuto recuperato nei pressi di Derna circa una settimana prima (nota del 7 giugno: ndr).  Da questo tratto della costa cirenaica si sono moltiplicate negli ultimi mesi le partenze di barche di migranti sulla rotta per Malta e l’Italia: lo stesso giorno in cui è stato trovato questo cadavere, la polizia ha bloccato un gruppo di 28 bengalesi che stavano per imbarcarsi su un vecchio peschereccio nei pressi del porto di Bengasi.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)

Turchia-Grecia (Meric, frontiera dell’Evros), 13 giugno 2022

Un profugo afghano è morto nell’ospedale di Uzunkopru, a Edirne poche ore dopo essere stato colpito da una fucilata al confine dell’Evros tra la Turchia e la Grecia. Secondo quanto ha riferito la stampa turca, a sparare sarebbero stati agenti della guardia di frontiera o comunque militari greci. Il colpo – riferiscono – è partito dalla sponda destra del fiume che segna la linea di confine. La sponda greca, appunto. L’uomo, di giovane età, aveva raggiunto l’Evros insieme ad altri 7 profughi afghani per tentare di attraversarlo nei pressi del villaggio di Alibey, grossomodo all’altezza del valico di Karayusuflu, nel territorio del municipio di Meric, distante una decina di chilometri dal fiume. Gli otto profughi erano ormai sull’argine quando dall’altro lato è iniziata la sparatoria che li ha costretti a indietreggiare precipitosamente e ha colpito uno di loro. Ferito gravemente, il giovane è stato trasferito all’ospedale statale di Uzunkopru, distante meno di 8 chilometri, ma ha cessato di vivere poco dopo il ricovero. Il Governo greco ha negato qualsiasi tipo di coinvolgimento nell’omicidio, ma sparatrorie di questo genere provenienti dalla sponda greca sono state denunciate di  frequente dai profughi lungo la frontiera dell’Evros.

(Fonte: Daily Sabah, Ekathimnerini, Cnn Turk, Are You Syrious)   

Libia-Italia (Tripoli), 14 giugno 2022

Il cadavere di un migrante sconosciuto è stato gettato dal mare sulla scogliera accanto al Corinthia Hotel, nel cuore di Tripoli, sul litorale vicino alla città vecchia e al porto commerciale. Recuperato da personale della Mezzaluna Rossa, su disposizione della magistratura è stato trasferito nell’obitorio di un ospedale del centro cittadino in attesa che siano completate le procedure per l’inumazione. La polizia non ha trovato elementi per stabilire da dove provenga quel corpo e quali siano state le circostanze della morte. A giudicare dallo stato di degrado deve essere rimasto a lungo in mare prima del ritrovamento.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)     

Libia-Italia (Zawiya), 14-15 giugno 2022

Ancora il cadavere di un migrante sul litorale tra Zawiya e Tripoli. Il mare lo ha trascinato all’altezza dell’area dello Spanish Family Resort, meno di 50 chilometri a ovest di Tripoli. Personale della Mezzaluna Rossa lo ha recuperato a breve distanza dalla riva e trasferito nell’obitorio dell’ospedale locale, in attesa del nulla osta della magistratura per l’inumazione. Non si sono trovati elementi per poterlo identificare e stabilirne la provenienza.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)      

Libia (Kufra), 15 giugno 2022

Il cadavere di un migrante subsahariano è stato trovato nel deserto circa 50 chilometri a sud di Kufra, lungo una delle piste provenienti dal confine con il Sudan e il Ciad. Segnalato da alcuni automobilisti in transito, dopo un primo sommario esame da parte di un medico legale e del procuratore di zona, personale del servizio sanitario lo ha sepolto sul posto, registrando le coordinate del punto esatto e lasciando un segnale di pietre che possa indicare il tumulo. Non sono emersi elementi utili per l’identificazione. A giudicare dall’avanzato stato di degrado, quei poveri resti sono rimasti a lungo in pieno Sahara e la morte risale sicuramente a diversi giorni prima del ritrovamento.

(Fonte: Migrant Rescue Watch) 

Italia-Francia (Sospel, Nizza), 15 giugno 2022

Un egiziano di 35 anni è stato ucciso da uno dei colpi sparati dalla polizia francese per fermare un furgone carico di migranti che aveva saltato un posto di blocco poco dopo il confine con l’Italia. Il veicolo, con il piano di carico attrezzato per il trasporto di merce refrigerata e dunque completamente chiuso, è entrato in Francia risalendo la Val Roya lungo la statale che parte da Ventimiglia, 20 chilometri più a sud. Vicino alla linea di frontiera ha eluso un controllo della polizia italiana, che ha immediatamente allertato quella francese. Una pattuglia di gendarmi lo ha atteso a un posto di blocco vicino al villaggio di Sospel, a 6 chilometri circa dal confine. Anche qui l’autista, anziché fermarsi, ha accelerato – secondo la polizia – in direzione degli agenti. Uno dei gendarmi ha cercato di fermarlo sparando almeno quattro colpi, ma il furgone ha proseguito la corsa. Se ne sono perse le tracce finché, meno di un’ora più tardi, è sato trovato abbandonato a Nizza, a 40 chilometri di distanza. Quando la polizia è arrivata, l’autista e due dei migranti trasportati erano già fuggiti. A bordo erano rimasti in cinque, incluso l’egiziano ferito, che è stato immediatamente trasferito all’ospedale, dove però è morto poco dopo. Sulla carrozzeria sono stati trovati i fori di due proiettili: uno all’altezza di uno dei fari anteriori e l’altro appena sopra una delle ruote posteriori. Probabilmente è stato questo il colpo che ha ferito mortalmente il migrante egiziano, che sedeva nella parte posteriore del furgone. Il gendarme che ha sparato è stato fermato. Ha dichiarato di aver fatto fuoco per autodifesa, quando ha visto che il furgone puntava nella sua direzione.

(Fonte: Infomigrants, France Presse, Nice Matin)  

Libia-Italia (Zawiya), 16 giugno 2022

I cadaveri di due migranti sconosciuti sono affiorati sul litorale di Zawiya, circa 50 chilometri a ovest di Tripoli. Quando sono stati avvistati flottavano in mare a pochi metri dalla battigia della spiaggia di fronte a Refenery Point, a meno di 8 chilometri dal centro di Zawiya. Su segnalazione della polizia, li ha recuperati una squadra della Mezzaluna Rossa, trasferendoli poi all’obitorio dell’ospedale locale, in attesa del completamento delle procedure per l’inumazione. Un altro cadavere era stato recuperato circa 24 ore prima sullo stesso tratto di litorale, a pochi chilometri di distanza, nella zona dello Spanish Family Resort (nota del 14-15 giugno: ndr). Da questo tratto di costa sono frequenti ormai da anni le “spedizioni” di migranti sulla rotta per Lampedusa.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)         

Libia-Malta-Italia (litorale di Jabal Al Akhdar), 16 giugno 2022

I cadaveri di tre migranti  sono stati sepolti nel cimitero di Al Bayda, in Cirenaica. Erano stati gettati dal mare, intorno alla metà di giugno, in diversi punti del litorale del distretto di Jabal l Akhdar, circa 190 chilometri a est di Bengasi e oltre 250 a ovest di Tobruk, un tratto di costa dal quale le barche dei migranti puntano su Malta o l’Italia. Segnalati alla polizia da abitanti del posto, li ha recuperati personale della Mezzaluna Rossa che, esaurite le indagini della Procura, ha poi provveduto anche all’inumazione. A giudicare dall’avanzato stato di degrado, i tre corpi sono rimasti a lungo in acqua. Non sono emersi elementi per poterli identificare.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)          

Turchia-Grecia (frontiera dell’Evfros), 16 giugno 2022

Un profugo è annegato nell’Evros tentando di attraversare la linea di frontiera tra la Turchia e La Grecia. E’ quanto denuncia un video pubblicato tre giorni dopo la tragedia, il 19 giugno, da Consolidated Rescue Group, una organizzazione che assiste i migranti: intercettato da una barca con alcuni uomini in divisa, armati e mascherati, il giovane è stato respinto e colpito più volte. A quanto risulta, è in questa fase che è sparito sott’acqua e non è più riemerso. Il filmato è stato rilanciato il 22 giugno dalla Ong Forensic Architecture e segnalato il 24 giugno da Are You Syrious. Nelle immagini (girate alle 6 del mattino del 16 giugno, come si deduce dalla registrazione automatica della data e dell’ora) si vede un uomo che, mentre nuota nel centro del fiume verso la sponda greca, viene raggiunto da una piccola barca e uno dei militari  a bordo cerca con con violenza di farlo tornare indietro. A commento di queste immagini, Consolidated Rescue Group specifica che l’uomo colpito è annegato, citando come fonte gli autori del filmato. Si tratterebbe di un profugo, fiorse siriano, di nome Abu Arab. Con lui c’era almeno un compagno, Nazir, la cui testimonianza avrebbe contribuito a ricostruire l’accaduto.

(Fonte: Consolidated Rescue Group, Forensic Architecture,  Are You Syrious)  

Spagna-Francia (Irun-Hemdaia), 17-18 giugno 2022

Un migrante africano proveniente dalla Guinea è annegato nel fiume Bidasoa, che segna il confine tra la Spagna e la Francia, nelle Province Basche. Il suo corpo è stato avvistato e recuperato da una squadra di pompieri verso le 7 del mattino all’altezza del ponte di Behobia, tra Irun, sulla riva spagnola, e Hendaia, su quella francese. La polizia è arrivata in poche ore all’identificazione: si tratta di Abderman Bas, un guineano di 25 anni, sbarcato il 12 maggio ad Arrecife, sull’isola di Lanzarote, e poi arrivato in Spagna qualche giorno dopo, con l’intenzione evidentemente di proseguire il viaggio verso la Francia. Al confine segnato dal Bidasoa deve essere giunto non più di 48 ore prima di tentare la traversata: è probabile che sia anche passato dalla piazza di Irun, dove c’è una base di Red de Apoyo, una organizzazione di volontari che si occupa dell’assistenza ai migranti. Nessuno ricorda però con precisione di averlo visto. Sta di fatto che la morte risale a poche ore prima del ritrovamento del cadavere e ciò induce a credere che Abderman Bas abbia tentato di passare a nuoto il fiume la notte tra venerdì 17 e sabato 18 giugno o al più la sera di sabato. Con lui sono 9 i migranti morti nel Bidasoa dalla primavera del 2021 Domenica 19 giugno si è svolta a Irun, in Plaza San Juan, una manifestazione per chiedere di aprire ai profughi il confine tra la Spagna e la Francia.

(Fonte: Eitb.esu, Naiz, Notiz de Gibuzkoa, El Pais, sito web Irene Ruano Blando)

Libia-Italia (Zawiya-Lampedusa), 18 giugno 2022

Il cadavere di un migrante è stato trascinato dal mare su un tratto di costa rocciosa ad Al Mutrad, una località situata circa 15 chilometri a ovest di Zawiya e a una sessantina da Tripoli. Segnalato alla polizia da alcuni abitanti del posto, è stato recuperato da personale della Mezzaluna Rossa e trasferito nell’obitorio dell’ospedale di Zawiya in attesa del completamento delle pratiche per l’inumazione. A giudicare dallo stato di degrado, è rimasto in mare diversi giorni prima del ritrovamento. Non sono emersi elementi per poterlo identificare.

(Fonte: Migrant Rescue Watch, edizione del 19 giugno) 

Libia-Malta-Italia (Misurata), 18 giugno 2022

Il mare ha fatto affiorare il cadavere di un migrante su una spiaggia del litorale di Misurata, 100 chilometri circa a ovest di Homs e oltre 200 da Tripoli. Lo ha segnalato il rapporto settimanale 12-18 giugno dell’ufficio Oim di Tripoli. Recuperato dalla polizia e da personale della Mezzaluna Rossa, il corpo è stato trasferito nell’obitorio locale in attesa del nulla osta per la sepoltura. Non sono emersi elementi utili per l’identificazione.

(Fonte: Rapporto Oim 12-18 giugno 2022)  

Turchia-Grecia (Delos e Mykonos, isole Cicladi), 18-19 giugno 2022

Otto dispersi nell’Egeo (non 4 come emerso in un primo tempo) per il naufragio di una barca a vela carica di migranti nelle Cicladi, alcune miglia al largo delle isole di Delos e Mikonos. Il veliero, con a bordo oltre 110 profughi, era partito dalla Turchia, quasi certamente sulla rotta per l’Italia. Era in pieno Egeo, a sud ovest della piccola isola disabitatra di Delos e di quella di Mykonos (alle coordinate 37° 19’ nord e 25°11’ est) quando, incappato in una burrasca, ha perso la vela e cominciato a imbarcare acqua, minacciando di affondare rapidamente. L’allarme è scattato nella notte tra sabato 18 e domenica 19, quando la piattaforma di soccorso Alarm Phone ha intercettato una disperata richiesta di aiuto, girandola immediatamente alla Guardia Costiera greca. Seconso la centrale Mrcc del Pireo, sul posto sono state inviate tre unità di soccorso. Le operazioni di salvataggio e recupero si sono protratte per tutta la notte. In un video girato di notte e diffuso dalla Guardia Costiera greca, si vede il veliero semi affondato e con la vela strappata, trainato da una motovedetta in direzione di Mykonos. Verso l’alba sono stati sbarcati sul molo di Mykonos 108 naufraghi: 21 bambini, 24 donne e 63 uomini. I superstiti hanno subito segnalato che mancavano alcuni dei loro compagni, caduti in mare e scomparsi durante le fasi più concitate dell’emergenza e dell’arrivo dei soccorsi. Dapprima si è parlaro di 4, successivamente la stampa greca ha precisaro che sono 8 (tra i quali 3 minorenni) e che sono rimaste senza esito per ritrovarli anche le ricerche condotte fino alla sera di lunedì 20 giugno.

(Fonte: Alarm Phone, Aegean Boat Report, Ekathinerini e Ana Mpa Agency ediizoni del 19 e del 20 giugno)           

Turchia-Grecia (Salonicco), 19 giugno 2022

Il cadavere di un migrante in stato di degrado molto avanzato, privo della testa e delle gambe, è affiorato in mare sul litorale di Halastra, pochi chilometri a ovest di Salonicco. Avvistato casualmente da un pescatore, lo ha recuperato e trasferito nell’obitorio ospedaliero una squadra della Guardia Costiera di Salonicco. L’indomani, lunedì 20 giugno, è stato identificato grazie alle impronte digitali: si tratta di un giovane pakistano verosimilmente arrivato dalla Turchia, ma si ignorano le circostanze della morte. Il corpo presentava estese ecchimosi sulla schiena e sulle mani, ma secondo l’autopsia si tratta di lesioni post-mortem, dovute probabilmente all’urto contro rocce e scogli.

(Fonte: Ekathimerini) 

Tunisia-Italia (litorale tra Sfax e Zarzis), 19-20 giugno 2022

I corpi di 16 migranti (prima 12 poi altri 4) sono stati recuperati tra domenica 19 e lunedì 20 giugno sul litorale compreso tra Zarzis e Sfax, nella Tunisia sud orientale. La maggior parte dei corpi, 12 in tutto, è stata trascinata dal mare nella zona della spiaggia di Skhira, oltre 100 chilometri a sud ovest di Sfax e quasi 200 da Zarzis. Circa 24 ore dopo, lunedì 20 giugno, la Guardia Costiera ha segnalato il ritrovamento e il recupero degli altri 4 corpi, sul litorale di Sfax. Secondo la polizia non ci sono dubbi che si tratti del naufragio di una barca carica di migranti rimasto sconosciuto fino a quando non sono stati avvistati i primi cadaveri. Forse, anzi, addirittura due naufragi fantasma. Nei giorni precedenti, infatti, erano  state segnalate nella zona diverse imbarcazioni in difficoltà sulla rotta per Lampedusa. Uno, in particolare, il 6 giugno al largo di Zarzis e un altro il 19 giugno per un battello partito il giorno prima dalla costa di Sfax.

(Fonte: Infomigrants edizioni del 19 e del 21 giugno, Alarm Phone)          

Turchia-Grecia (frontiera dell’Evros), 22 giugno 2022

Il cadavere di un migrante è stato trovato a bordo di un’auto finita in un lago artificiale nei pressi del confine dell’Evros tra la Grecia e la Turchia. A bordo, oltre al conducente, c’erano in tutto 6 migranti. Procedevano verso ovest quando, poco dopo la linea di frontiera, sono incappati in una pattuglia della polizia che ha intimato l’alt per una ispezione. Il conducente ha saltato il posto di blocco, tentando di fuggire ma poco dopo, in piena velocità, ha perso il controllo della guida e l’auto, uscita di strada, ha terminato la sua corsa nelle acque di un piccolo lago la cui sponda corre a breve distanza dalla carreggiata. La vittima era nascosta nel bagagliaio e non ha avuto modo di mettersi in salvo. Arrestati gli altri cinque migranti e l’autista.

(Fonte: Associated Press, The National Herald, Abc News)               

Libia-Malta-Italia (Celine, Khums), 22 giugno 2022

Personale della Mezzalauna Rossa ha recuperato sul litorale di Celine, circa 15 chilometri a ovest di Khums e a est di Tripoli, il cadavere di un migrante sconosciuto. Lo stato di degrado molto avanzato lascia intendere che quel corpo sia rimasto a lungo in acqua ed è verosimile che sia passato più di qualche giorno anche dal momento in cui il mare lo ha spinto su quella spiaggia fino a quando è stato trovato da alcuni abitanti del posto, che hanno avvisato la polizia. La magistratura ne ha disposto il trasferimento nell’obitorio dell’ospedale di Khums in attesa di compleare le procedure per la sepoltura. Nulla è amerso sulla provenienza ma da questo tratto di costa sono frequenti le “spedizioni” di migranti verso Malta e l’Italia.

(Fonte: Migrant Rescue Watch) 

Libia-Italia (Tripoli), 23 giugno 2022

Il cadavere di un migrante è stato recuperato a Tripoli. Lo segnala il rapporto settimanale 19-25 giugno pubblicato dall’ufficio Oim libico. Nello stessa giornata di giovedì 23 risulta che, sempre a Tripoli, sono stati sbarcati 50 migranti (47 uomini, 2 donne e 1 bambino) bloccati in mare dalla Guardia Costiera libica mentre tentavano di raggiungere Lampedusa ed è presumibile che il ritrovamento di quel corpo senza vita rientri nella stessa operazione. La salma è stata trasferita nell’obitorio di un ospedale della zona in attesa del nulla osta della magistratura per l’inumazione.

(Fonte: Rapporto Oim 19-25 giugno pubblicato lunedì 27 giugno)

Marocco-Spagna (Melilla), 24 giugno 2022

Non meno di 37 migranti subsahariani morti, centinaia feriti e arrestati in un assalto al vallo fortificato lungo il confine dell’enclave di Melilla nel tentativo di entrare in Europa attraverso la Spagna. Il conto delle vittime, anzi, potrebbe essere anche più alto e certamente è superiore a quello di 18 (poi 23) dichiarato dalle autorità marocchine: la Ong Association Marocaine Droits Humains è stata la prima a parlare di almeno 27 migranti morti, contestando il rapporto governativo fin dalla serata di venerdì 24 giugno e firmando poi un documento per sollecitare un’inchiesta internazionale insieme ad altre Ong, tra cui Caminando Fronteras. La stessa Caminando Fronteras ha poi comunicato con la portavoce Helena Maleno che, in base alle sue indagini, fino a sabato sera 25 giugno risultavano in realtà 37 vittime. Questo bilancio è stato ripreso e accreditato da vari media spagnoli e altre Ong. Fonti diverse arrivano addirittura a 45. Inoltre, sempre secondo  varie Ong, sarebbero morti anche da 2 a 5 agenti o militari marocchini.

L’accordo Madrid-Rabat. La strage nasce dal primo tentativo di massa di forzare il blocco alla frontiera ispano-marocchina dopo l’accordo di esternalizzazione dei confini che, firmato tra Madrid e Rabat all’inizio del mese di aprile per contenere l’emigrazione verso il territorio spagnolo, impegna le autorità marocchine a bloccare drasticamente i flussi lungo le rotte marine delle Canarie e del Mediterraneo occidentale e quelle terrestri verso Melilla e Ceuta. Ne è nata una vera e propria battaglia durata per ore e preceduta da una serie di pesanti misure restrittive e retate condotte da giorni, da parte della polizia marocchina, in tutto il territorio intorno a Melilla, dove si concentrano migliaia di migranti in attesa dell’occasione di passare in Spagna. All’assalto, iniziato prima dell’alba, hanno partecipato circa 2.000 giovani (in gran parte sudanesi ma anche maliani, senegalesi, guineani e di altri paesi subsahariani), che hanno tentato di forzare il blocco all’altezza del posto di controllo frontaliero di Barrio Chino, il più vicino alle pendici e ai boschi del monte Gurugù, dove sono numerosi gli attendamenti provvisori di migranti. Le forze di sicurezza marocchine li hanno preceduti schierando centinaia di agenti di polizia, gendarmi, militari e agenti delle milizie ausiliarie

Il conto delle vittime.  Gli scontri sono esplosi subito con estrema violenza da ambo le parti: manganelli, gas lacrimogeni e proiettili di gomma contro pietre e bastoni ma, secondo la polizia, anche coltelli e asce. E presto si sono cominciati a contare i morti: dapprima 5 poi altri 13 che, gravemente feriti, sarebbero morti successivamente in ospedale o nei centri di raccolta. Ma proprio attingendo notizie nell’ospedale di Nador e nei centri di raccolta e detenzione allestiti dalla polizia, Association Marocaine Droits Humains ha riferito che, per quanto le risultava, le vittime non erano meno di 27, nove in più delle 18 dichiarate ufficialmente, senza contare almeno 2 gendarmi. L’aggiornamento di Caminando Fronteras a 37 vittime è arrivato attraverso il sito web di Helena Maleno poco dopo le 18 di sabato 25. Il bilancio di 45 vittime (oltre a 5 militari), tutte sul lato marocchino del confine, è stato infine riferito da alcuni giornali locali poche ore dopo la “battaglia” di fronte al vallo.

Estrema violenza. Parte dei migranti sarebbero morti cadendo dalla barriera, alta oltre 6 metri e in procinto di essere elevata a 10. Altri soffocati dalla calca che si è formata nel canale di ingresso del posto frontaliero di Barrio Chino, dove erano rimasti intrappolati. Sia le autorità marocchine che spagnole hanno parlato di un “assalto organizzato e violento”, preceduto da una serie di duri scontri nei giorni antecedenti. Alcuni filmati “rubati” nel centro di raccolta testimoniano però la violenza estrema della polizia anche nei confronti dei prigionieri. E proprio partendo anche da questi filmati alcuni media spagnoli accusano che numerosi migranti feriti sono stati lasciati agonizzare per ore, senza ricevere alcun aiuto. Il rapporto delle autorità marocchine, a parte le vittime, parla di 216 feriti: 140 agenti (di cui 5 gravi) e 76 migranti, ma i filmati sembrano testimoniare che ques’ultima cifra sia molto sottostimata. Sul versante spagnolo i feriti dichiarati ufficialmente risultano 106, di cui 49 agenti e 57 migranti. Oltre 500 i migranti che sono riusciti a forzare il vallo e a entrare a Ceuta, ma solo 133 si sono fatti registrare nel centro accoglienza. Il presidente spagnolo Sanchez ha ringraziato ed elogiato le autorità marocchine “per la collaborazione attiva” offerta per bloccare l’assalto al vallo. Nella serata di sabato 25 giugno Rabat ha specificato che in giornata erano morti altri 5 dei feriti ricoverati, portando così il bilancio “ufficiale” da 18 a 23 vittime.

(Fonte: Association Marocaine Droits Humains, El Pais, El Mundo, El Diario, El Faro de Melilla, Melilla Hoy, Associated Press, Nius,  La Razon, Nadorcity.com, sito web Helena Maleno, Anadolu Agency, Al Jazeera, Avvenire, Cadena Ser, Rai News)

Libia-Malta-Italia (Tokra, Cirenaica), 24-25 giugno 2022

Il cadavere di un migrante è stato avvistato a pochi metri dalla riva sul litorale di Tokra, in Cirenaica, meno di 70 chilometri a est di Bengasi, un tratto di costa da cui si registrano sempre più frequenti “spedizioni” verso Malta e Lampedusa. Recuperato e portato a terra da una squadra della Mezzaluna Rossa, è stato trasferito nell’obitorio dell’ospedale locale su disposizione della magistratura. Non è stato possibile identificarlo né stabilirne la provenienza.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)            

Marocco-Spagna (Castillejos-Ceuta), 26 giugno 2022

Una motovedetta del servizio sub della Guardia Civil (Geas) ha recuperato il cadavere di un migrante segnalato dall’equipaggio di un peschereccio circa 500 metri al largo della costa del Sarchal, nelle acque della baia sud di Ceuta. Il corpo era tenuto a galla da un salvagente e, stando al giudizio del medico legale che lo ha esaminato subito dopo lo sbarco, doveva essere in acqua da poche ore. Non è stato identificato: si sa soltanto che si tratta di un maghrebino piuttosto giovane, quasi certamente minorenne e probabilmente marocchino. Si ritiene che abbia tentato di superare a nuoto la linea di frontiera tra il Marocco e il territoiro spagnolo dell’enclave prendendo il mare tra il villaggio di Castillejos e il varco del Tarajal, a sud est di Ceuta. Una volta al largo non ce l’avrebbe fatta a rientrare.

(Fonte: El Faro de Ceuta)            

Turchia-Grecia (Lesbo), 26 giugno 2022

Alcuni turisti hanno trovato su una spiaggia di Lesbo i corpi di due migranti. Si tratta di uomini piuttosto giovani. Quando sono stati avvistati, flottavano sulla battigia e non sembrava, all’apparenza, che si trovassero in acqua da molto tempo. Entrambi sconosciuti, sono state la polizia e la guardia costiera a confermare che devono essere i resti di due migranti annegati nel tentativo di arrivare a Lesbo dalla Turchia. Nulla è stato riferito ufficialmente e nulla è trapelato neanche in via informale, tuttavia, sulle circostanze della morte. Di certo si sa che nei giorni precedenti la Guardia Costiera greca ha effettuato numerosi respingimenti in mare. Non ci sono comunicazioni in proposito ma è verosimile che ci sia stato un naufragio, forse proprio in seguito alle operazioni di respingimento. In questo caso c’è da temere che oltre ai due trascinati dal mare su quella spiaggia di Lesbo, possano esserci altri morti o dispersi.

(Fonte: Infomigrants, Aegean Boat Report) 

Libia-Italia (Tajoura-Lampedusa), 26-27 giugno 2022

I cadaveri di due migranti sono stati trascinati dal mare sul litorale di Tajoura, oltre 20 chilometri a est di Tripoli. Il primo era in acqua, a non grande distanza dalla riva, all’altezza di Al Fanar; l’altro in un tratto di costa rocciosa nell’area di Ghout al Rumman. Recuperati da personale della Mezzaluna Rossa, sono stati trasferiti nell’obitorio dell’ospedale di zona in attesa del nulla osta per la sepoltura. A giudicare dallo stato di degrado, dovevano essere in acqua già da qualche giorno. Non sono stati identificati né sono emersi elementi sulle circostanze della morte, ma non ci sono dubbi che siano annegati nel tentativo di raggiungere l’Italia. Da questo tratto di litorale le “spedizioni” di migranti puntano in genere su Lampedusa.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)            

Libia-Italia (Zawiya-Lampedusa), 26-28 giugno 2022

Ventidue migranti dispersi e uno morto poco dopo i primi soccorsi nel naufragio di un gommone sulla rotta tra la Libia e Lampedusa. Settantuno i superstiti. Il natante era partito la sera di lunedì 26 giugno dalla costa di Zawiya. L’emergenza è scattata dopo diverse ore di navigazione, quando il natante era ormai a decine di miglia dalla costa, a causa di una grave avaria allo scafo. La richiesta di aiuto è stata ricevuta dalla piattaforma di soccorso di Alarm Phone, che ha rilanciato l’allarme sia alle autorità italiane che maltesi. L’unica a rispondcere all’appello è stata la Geo Barents, la nave umanitaria di Medici Senza Frontiere, che si trovava però ad oltre due ore di navigazone dal luogo dell’emergenza. “Quando ci stavamo approssimando si è capito subito, con i binocoli, che la situazione era drammatica – ha riferito il capomissione di Msf Riccardo Gatti a Radio Radicale – Abbiamo calato subito le lance di soccorso e arrivati vicino al gommone ci siamo accorti che era totalmente sfondato e con un tubolare rotto: le persone erano in mare, si sorreggevano a pezzi di legno, anche a una distanza di 300 metri. L’operazione di soccorso è stata molto, molto complessa. Abbiamo visto almeno un cadavere in mare. Siamo riusciti a rianimare un bebè di quattro mesi con un massaggio cardiaco e invece un’altra donna (in stato di gravidanza: ndr), con gravi sintomi di annegamento, è morta dopo essere stata tratta in salvo dalle acque. Appena si è ripreso, il bimbo e sua mamma li abbiamo fatti evacuare in elicottero a Malta”. Nonostante le ricerche successive non è stata trovata traccia degli altri 21 naufraghi, incluso il corpo avvistato durante l’accostamento al gommone. A parte il bimbo trasferito a Malta, sono subito apparsi in gravi condizioni anche diversi altri dei migranti tratti in salvo.

(Fonte: Adnkronos, Times of Malta, Sergio Scandura Radio Radicale, Avvenire, Alarm Phone)

Senegal-Spagna (Kafountine-Canarie), 27-28 giugno 2022

Almeno 55 vittime, tra morti e dispersi, nell’incendio e nel conseguente naufragio di una barca con a bordo tra 140 e 150 migranti. Il natante, uno scafo da pesca in legno, era partito dal litorale della Casamance, la regione più meridionale del Senegal, tra il Gambia e la Guinea Bissau, nella serata di lunedì 27 giugno. Puntava verso le Canarie, una rotta di circa duemila chilometri fino a Fuerteventura o Gran Canaria, lungo la costa africana. La navigazione non è durata a lungo: la barca era all’altezza di Kafountine, ancora sul litorale della Casamance, quando a bordo, nella notte tra lunedì 27 e martedì 28 giugno, si è sviluppato rapidamente un furioso incendio. La linea di costa non era molto lontana: nonostante il fuoco, lo scafo ha potuto quasi raggiungerla, incagliandosi alla fine su una scogliera, dove è naufragato. “Siamo riusciti a salvare circa 90 persone – ha riferito David Diatta, sindaco di Kafountine, ai cronisti dell’agenzia Associated Press – e abbiamo poi recuperato 14 corpi ormai senza vita. Degli altri non si è trovata traccia. Molti dei superstiti, almeno 21, erano feriti o presentavano gravi ustioni. La maggior parte sono senegalesi, ma tanti vengono da altri paesi: soprattutto Guinea, Nigeria, Gambia”. Le ricerche dei dispersi condotte nei giorni successivi non hanno dato esito. I superstiti hanno riferito che alla partenza erano più di 140 e quasi 150. Un numero verosimile può essere 145. Tenendo conto che quasi 90 si sono salvati e che i cadaveri recuperati sono 14, è ipotizzabile che i dispersi siano almeno 41. Circa le cause dell’incendio, secondo quanto ha riferito il sindaco citando le testimonianze di alcuni dei migranti salvati, tutto sarebbe iniziato da un mozzicone di sigaretta caduto accidentalmente su un po’ di benzina fuoriuscita dal deposito di carburante e finita sul fondo della barca.

(Fonte: Infomigrants)               

Marocco-Spagna (Stretto di Gibilterra), 28 giugno 2022

Il cadavere di un uomo è stato recuperato nello Stretto di Gibilterra dalla salvamar Denebola, del Salvamento Maritimo, e sbarcato nel porto di Algeciras. L’allarme è stato dato da un cargo in transito nella baia di Algeciras, che ha avvistato casualmente il corpo mentre flottava in mare ad almeno tre miglia e mezzo dal promontorio di Gibilterra. Tutto lascia credere che si tratti di un migrante annegato nel tentativo di raggiungere la Spagna dal Marocco. Nella stessa zona, nei giorni precedenti, unità del Salvamento Maritimo hanno individuato e tratto in salvo diversi migranti che, generalmente in coppia o in tre, stavano tentando di attraversare lo Stretto di Gibilterra su fragili gommoni-giocattolo. L’uomo trovato senza vita potrebbe essere la vittima di un tentativo analogo.

(Fonte: Europa Press, Europasur, La Voz de Cadiz)            

Libia-Malta-Italia (Derna), 29 giugno 2022

Personale della Mezzaluna Rossa ha recuperato in mare il cadavere di un migrante sul litorale di Derna, in Cirenaica, oltre 150 chilometri a ovest di Tobruk e quasi 300 a est di Bengasi. L’operazione è scattata in seguito alla segnalazione di alcuni abitanti del posto che hanno riferito alla polizia di aver visto un corpo senza vita flottare tra le onde a non grande distanza dalla riva.  Dopo un primo esame direttamente sulla spiaggia, la salma è stata trasferita nell’obitorio dell’ospedale di zona a dispozione della magistratura. Non sono emersi elementi per l’identificazione né per risalire alle circostanze precise della morte, ma sulla costa cirenaica si fanno sempre più frequenti i ritrovamenti di cadaveri di migranti annegati nel tentativo di raggiungere Malta o Lampedusa.

(Fonte: Migrant Rescue Watch)           

Chad-Libia (Kufra, deserto del Sahara), 29 giugno 2022           

Venti migranti (18 dei quali chadiani) sono morti di sete e di stenti nel Sahara. I loro corpi sono stati casualmente trovati lungo una pista del deserto, 310 chilometri a sud di Kufra e a 120 dalla linea di confine con il Chad, da un camionista in transito, che ha dato l’allarme alla polizia di frontiera di Sabil Al Salam e al servizio di emergenza della Mezzaluna Rossa. Erano sparsi in un breve raggio intorno al grosso pick-up sul quale stavano viaggiando in direzione nord, ormai abbondantemente in territorio libico. Secondo quanto ha riferito Ibrahim Belhasan, responsabile del servizio ambulanze di Kufra, si tratta di un gruppo di migranti dei quali si erano perse le tracce dal 14 giugno e che sono rimasti bloccati nel Sahara a causa di un guasto meccanico al pick-up, senza riuscire a stabilire una comunicazione per chiedere aiuto. E’ probabile che senza l’avvistamento casuale del camionista che ha avvertito la polizia, di loro non si sarebbe saputo più nulla. Dopo il sopralluogo sul posto della polizia di frontiera, i 20 corpi, recuperati dal Servizio Ambulanze, sono stati trasferiti a Kufra il 29 giugno e sepolti l’indomani, 20 giugno. La magistratura ha concesso il nulla osta per l’inumazione anche se si è riusciti a identificare solo 2 delle vittime.

(Fonte: Migrant Rescue Watch, Agenzia Reuters, Libya Observer) 

Libia-Italia (Tajoura), 30 giugno 2022

Su segnalazione di alcuni abitanti del posto, la polizia e il servizio di ambulanze e pronto soccorso hanno recuperato in mare, sul litorale di Tajoura, il corpo di un migrante sconosciuto in avanzato stato di degrado. La salma è affiorata nei pressi di Andalus Beach, quasi ai piedi du una banchina di approdo, oltre 20 chilometri a est di Tripoli. Dopo  una prima ispezione medica sul posto, è stata trasferita nell’obitorio del locale ospedale in attesa del nulla osta per la sepoltura. Non si sono trovati elementi per stabilirne la provenienza.

(Fonte: Migrant Rescue Watch) 

Marocco-Algeria (Oujda), 30 giugno 2022

Due profughi sudanesi sono morti al confine tra Marocco ed Algeria, nella zona di Oujda, una città marocchina della frontiera orientale, dove erano stati trasferiti di forza dalla polizia marocchina. Le loro salme sono state trasportate nell’obitorio di Oujda. Come è emerso dai documenti che avevano indosso, si chiamavano Abdul Karim e Bedn Abdullah Ben: per entrambi l’Unhcr aveva accolto la richiesta di asilo presentata quando erano arrivati in Marocco. La loro storia è stata ricostruita dalla Ong Association Marocaine des Droits Humaine. Arrestati in un ristorante della città vecchia di Bogda durante una retata anti immigrazione, sono stati uniti a un folto gruppo di migranti deportati al confine algerino il 22 giugno. A quanto pare non sarebbe servito a nulla mostrare i documenti dell’Unhcr che ne attestavano lo status di richiedenti asilo. Anzi, secondo quanto hanno riferito alla Ong alcuni migranti che erano con loro e che sono stati rintracciati in Algeria, sia loro due che il resto del gruppo avrebbero subito pesanti maltrattamenti, prima di essere abbandonati nel deserto. Da quel momento non si è saputo più nulla fino a quando i due corpi, ritrovati sul versante marocchino della frontiera, non sono  stati trasferiti all’obitorio di Oujda, dove li hanno identificati.

(Fonte: Association Marocaine des Droits Humains)  

Niger-Libia (Dirkou), 30 giugno 2022

I cadaveri di 10 migranti subsahariani sono stati scoperti nel Sahara da una pattuglia di militari in servizio di perlustrazione una trentina di chilometri a nord di Dirkou, l’ultima città nigerina prima del confine libico, passaggio quasi obbligato o comunque punto di riferimento nelle “rotte” del deserto che dalla regione di Agadez puntano verso l’area di Al Wigh o Tajarhi, in Libia, prima di proseguire verso la costa mediterranea. La notizia è stata diffusa dal ministero della difesa nigerino il 30 giugno, poco più di 24 ore dopo quella del recupero di 20 cadaveri di migranti, da parte della polizia libica, 210 chilometri a sud di Kufra, lungo una pista che arriva dal Chad. Nella relazione dei militari si specifica che i corpi erano semisepolti in una serie di fosse scavate alla meglio nella sabbia ma quasi senza contrassegni. Nulla è emerso sull’identità delle vittime e sulle circostanze precise della morte, ma l’ipotesi più accreditata è che si tratti di un gruppo di migranti abbandonati in pieno Sahara dai trafficanti ai quali si erano affidati.

(Fonte: France Presse, Voa, Infomigrants)